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“SCANDALOSO: Andrea Grillo presenta l’articolo di un Sacerdote Teologo educatore di un seminario. L’Eucaristia ridotta ad un atto di ‘erotismo’. Chiediamo l’intervento della Santa Sede” di Fra Cristoforo
Questo è troppo! Questi sono pazzi! E’ una follia! Abbiamo parlato diverse volte delle castronerie sul Sacramento dell’Eucaristia che scrive Andrea Grillo. Ma questa di oggi le supera tutte. FATE GIRARE IN TUTTO IL MONDO QUESTO ARTICOLO! Perché anche le pietre devono sapere dove stanno portando la Chiesa questi scellerati!
Il “teologo” Grillo nel suo blog ieri ha postato un articolo di Manuel Belli, che è insegnante di Teologia Sacramentaria al Seminario di Bergamo ed è anche educatore dei seminaristi della stessa città.
Il titolo dell’ articolo di don Belli è: “Eucaristia. Corpo, pasto ed eros”. Già leggendo il titolo si capisce il programma, e dove vuole andare a parare questo sedicente “teologo”. Il link è questo http://www.cittadellaeditrice.com/munera/nuova-teologia-eucaristica-1-corpo-pasto-e-eros-di-manuel-belli/.
Sulla parte del Corpo di Cristo questo energumeno dice: “spesso nella tradizione abbiamo rischiato di porre talmente tanta enfasi sull’idea che quel pane e quel vino non sono più tali ma corpo e sangue di Gesù e sul fatto che i sensi non devono ingannare anche se vedono solo pane e vino che abbiamo rischiato di pensare in modo un po’ magico alla realtà della presenza del corpo di Cristo (…) Noi viviamo di simboli. E il corpo di Gesù non è altro rispetto a un buon pane spezzato”.
Questa è APOSTASIA allo stato puro. Credere nella Presenza Reale è magia? Il Corpo di Cristo non è altro che semplice pane? Questi sono completamente impazziti! Questi sono i teologi dei miei stivali! E’ grazie a questo tipo di “teologia” che stanno preparando la messa ecumenica! Ma il peggio deve ancora venire. Leggete cosa scrive in merito al “pasto”:
“La messa è un pasto ritualizzato (…) Ma non possiamo dimenticare che a Messa ci sediamo a tavola con altri. Anche la dimensione comunitaria non è di poco conto. La prima cosa che accade partecipando all’eucaristia è che ci si ritrova: la celebrazione inizia proprio con l’atto di radunarsi”. Il Santo Sacrificio di Cristo ridotto ad un “pasto ritualizzato”. Qui non basta neppure il manicomio. Sono imbevuti completamente di luteranesimo. E lo insegnano ai SEMINARISTI!!! Che dovrebbero essere i futuri Sacerdoti! Sono profeti dell’anticristo! Questi HANNO IL MARCHIO DELLA BESTIA!
MA LA COSA PIU’ GRAVE E DIABOLICA ARRIVA QUI ALLA FINE DELL’ARTICOLO di don Belli. Sull’accostamento dell’Eucaristia all’erotismo. Leggete:
“Prendi, questo è il mio corpo” e’ una frase che senza nessuna difficoltà potrebbe essere contestualizzata in quello che un uomo dice alla sua donna o viceversa. Scrive T. Radcliffe: «Vorrei parlare dell’ultima cena e della sessualità. Può sembrare un po’ strano, ma pensateci un momento. Le parole centrali dell’Ultima Cena sono state: “Questo è il mio corpo, offerto per voi”. L’eucarestia, come il sesso, è centrata sul dono del corpo (…)Comprendiamo l’eucarestia alla luce della sessualità e la sessualità alla luce dell’eucarestia.
C’è dunque una componente erotica dell’eucaristia che non deve essere trascurata. Tra due amanti c’è un codice del corpo che eccede l’ordine delle parole”.
C’è dunque una componente erotica dell’eucaristia che non deve essere trascurata. Tra due amanti c’è un codice del corpo che eccede l’ordine delle parole”.
Erotismo, sesso, amanti??? Accostare l’Eucaristia a tutto ciò è UNA BESTEMMIA! Ma per chi hanno preso Gesù Cristo??? Questa è PERVERSIONE BELLA E BUONA! E questa gente si compiace delle schifezze che riesce a scrivere! Solo il demonio può avere interesse a divulgare questo tipo di “teologia”. E’ scandaloso che questi villani siano insegnanti di Teologia e per di più educatori di seminari!
Manderemo una mail alla Segreteria di Stato Vaticano e una alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Vi prego di inviare TUTTI la vostra denuncia a questo schifo. INTASIAMO la Posta Elettronica del Vaticano.
Email Segreteria di Stato: vati023@genaff.segstat.va
Email: Congregazione Dottrina della Fede: cdf@cfaith.va
FATE GIRARE QUESTO ARTICOLO SU TUTTI I SITI E I SOCIAL! Tutti i fedeli DEVONO SAPERE che è in atto L’ERESIA DEVASTANTE!
Fra Cristoforo
Ecco l’articolo intero:
In un post di alcune settimane fa (qui) identificavo una serie di limiti nel linguaggio teologico della tradizione cattolica, legato ad una comprensione statica e astratta della presenza del Signore Gesù Cristo, del suo corpo e del suo sangue, nella cena eucaristica . In seguito a ciò ho pensato di aprire una rubrica, intitolata “Nuova teologia eucaristica”, in cui ospitare una serie di contributi, che possano delineare i percorsi nuovi a cui si è aperta la ricerca teologica e la esperienza ecclesiale degli ultimi decenni. Per rinnovare una antica tradizione teologica, che ha bisogno, oggi come sempre, di tanta pazienza e di altrettanto coraggio. Il primo testo che vorrei presentare è di Manuel Belli, professore di teologia sacramentaria al Seminario di Bergamo e formatore della comunità del Seminario. Di cui ricordavo già, in quel testo, l’importante dottorato sulla recezione della fenomenologia francese nella teologia sacramentale contemporanea. (Andrea Grillo)
EUCARISTIA: CORPO, PASTO ED EROS
di Manuel Belli
Credo si possa dire con una buona approssimazione che il Concilio di Trento ha rappresentato per mezzo millennio lo scheletro di ogni discorso cristiano sull’eucaristia. Trento infatti ha elaborato due documenti di tematica eucaristica: uno sulla presenza di Cristo e uno sul sacrificio eucaristico (a cui aggiungere uno sulla comunione eucaristica). Tutto questo con buone ragioni storiche e fattuali. Dal punto di vista storico il Concilio risponde alle tre contestazioni dei riformatori riproponendo con equilibrio la dottrina tradizionale sull’eucaristia. I temi della presenza reale e del sacrificio non sono inoltre casuali: di fatto si può dire che nei quindici secoli precedenti la trasformazione del pane e del vino e l’attuazione del sacrificio di Cristo hanno catalizzato diversi interessi riflessivi. La stagione manualistica della teologia ha tramutato i due decreti tridentini nell’indice dei trattati teologici sull’eucaristia. Con risultati interessanti, ma con il rischio di giungere ad una sorta di “estenuazione” della riflessione. Agli inizi del XX secolo le istanze del movimento liturgico indicano alla teologia l’urgenza di mettere a tema altri temi che la riflessione aveva presupposto (e qualche volta rimosso), inerenti al fatto che l’eucaristia non è solo il “frutto” di una celebrazione, ma essenzialmente è un rito. Sacrosanctum Concilium ci ricorda infatti che le categorie di interpretazione teologica non sono l’unico luogo di comprensione dell’eucaristia, la quale essenzialmente può essere considerata “nei suoi riti e nelle sue preghiere”.
Non è allora questione di “dire diversamente” o addirittura “contro” rispetto ai contenuti classici sul trattato dell’eucaristia, ma di iniziare a dire “altro”. La dottrina della transustanziazione e del sacrificio eucaristico ci consegnano delle valide risposte alla questione sul “cosa è” l’eucaristia. Resta inevasa la questione sul “cosa accade” nell’eucaristia. Se abbiamo parole per comprendere l’identità dell’eucaristia, non sempre abbiamo strutture di pensiero per adeguare le dinamiche eucaristiche. In un’immagine: la storia del trattato eucaristico è paragonabile ad una macchina fotografica (attenta a restituire le statiche), mentre le esigenze evidenziate dal Movimento Liturgico chiedono di usare anche la macchina da presa.
Ovviamente le riflessioni che seguono non hanno un carattere definitivo e sistematico: a partire dalla lettura di un prezioso libro di Emmanuel Falque (Les Noces de l’Agneau) il tentativo è quello di riflettere su tre parole, dall’alto peso filosofico e antropologico, che possono aiutare nel coglimento di dinamiche eucaristiche. Non sono riflessioni “contro” alcuna dottrina classica… semmai sono “contro una teologia del contro” che, se prova ad avventurarsi su terreni inediti, legge immediatamente polemica ed eterodossia. Provare a sondare con cognizione alcune possibilità è un modo per onorare il patrimonio che ereditiamo e spingersi verso le domande degli uomini e delle donne del nostro tempo. Del resto se l’eucaristia è ciò che ci è dato per accompagnarci “in attesa della sua venuta”, non è così per le diverse teologie: la teologia, se mancasse di rendere ragione alle domande degli uomini e delle donne del tempo presente, non avrebbe senso di esistere. Così fece Tommaso, che ebbe il coraggio di rivolgersi a pensieri filosofici addirittura arditi per i contemporanei. Così dovremmo sempre fare noi, per onorare la grande tradizione che ci precede e continuare a renderla eloquente.
Non è allora questione di “dire diversamente” o addirittura “contro” rispetto ai contenuti classici sul trattato dell’eucaristia, ma di iniziare a dire “altro”. La dottrina della transustanziazione e del sacrificio eucaristico ci consegnano delle valide risposte alla questione sul “cosa è” l’eucaristia. Resta inevasa la questione sul “cosa accade” nell’eucaristia. Se abbiamo parole per comprendere l’identità dell’eucaristia, non sempre abbiamo strutture di pensiero per adeguare le dinamiche eucaristiche. In un’immagine: la storia del trattato eucaristico è paragonabile ad una macchina fotografica (attenta a restituire le statiche), mentre le esigenze evidenziate dal Movimento Liturgico chiedono di usare anche la macchina da presa.
Ovviamente le riflessioni che seguono non hanno un carattere definitivo e sistematico: a partire dalla lettura di un prezioso libro di Emmanuel Falque (Les Noces de l’Agneau) il tentativo è quello di riflettere su tre parole, dall’alto peso filosofico e antropologico, che possono aiutare nel coglimento di dinamiche eucaristiche. Non sono riflessioni “contro” alcuna dottrina classica… semmai sono “contro una teologia del contro” che, se prova ad avventurarsi su terreni inediti, legge immediatamente polemica ed eterodossia. Provare a sondare con cognizione alcune possibilità è un modo per onorare il patrimonio che ereditiamo e spingersi verso le domande degli uomini e delle donne del nostro tempo. Del resto se l’eucaristia è ciò che ci è dato per accompagnarci “in attesa della sua venuta”, non è così per le diverse teologie: la teologia, se mancasse di rendere ragione alle domande degli uomini e delle donne del tempo presente, non avrebbe senso di esistere. Così fece Tommaso, che ebbe il coraggio di rivolgersi a pensieri filosofici addirittura arditi per i contemporanei. Così dovremmo sempre fare noi, per onorare la grande tradizione che ci precede e continuare a renderla eloquente.
CORPO – Quando celebriamo l’eucaristia occorre prendere con serietà la parola “questo è il mio corpo”. La tradizione cattolica usa la nozione “transustanziazione” per esprimere che quel pane e quel vino non sono più tali, ma sono diventati il corpo e il sangue del Signore. Non è certamente questa la sede per lanciarci in improbabili dissertazioni sulla nozione di transustanziazione. Vorremmo però attenerci a un livello di costatazione: non è difficile naufragare in considerazioni semi-magiche: «Il prete dice “questo è il mio corpo”; io non vedo e non tocco nessun corpo ma solo del pane e del vino; prendiamola per buona!». Non dobbiamo nascondercelo: spesso nella tradizione abbiamo rischiato di porre talmente tanta enfasi sull’idea che quel pane e quel vino non sono più tali ma corpo e sangue di Gesù e sul fatto che i sensi non devono ingannare anche se vedono solo pane e vino che abbiamo rischiato di pensare in modo un po’ magico alla realtà della presenza del corpo di Cristo. La dottrina classica distingueva “sostanze” e “accidenti”, esaltando la prima e mettendo un po’ in sordina i secondi. Ma siamo così certi che una riabilitazione degli “accidenti” eucaristici debba necessariamente disonorare la dottrina eucaristica.
Proviamo a fare una riflessione: cosa significa vedere un corpo? Ipotizziamo di trasferirci in un reparto di ostetricia. Un’infermiera che guarda questi corpicini potrebbe avere un giustificato sguardo preoccupato: è lecito pensare che veda una ventina di pannolini da cambiare, lenzuola da lavare e medicine da somministrare! Dall’altra parte del vetro ci sono le mamme che vedono gli stessi corpicini, ma con uno sguardo totalmente diverso: vedono dei figli! Noi non vediamo mai un corpo come insieme di cellule: abbiamo sempre uno sguardo simbolico sui corpi.
Una storia un po’ triste potrebbe aiutarci a comprendere meglio. Un padre era stato deportato in campo di concentramento con la figlia, che però non è sopravvissuta al terribile viaggio. Il padre, prima di separarsi dal corpo della figlia, ha strappato un bottone dal suo cappotto e l’ha portato con sé. Quando si è dovuto a sua volta spogliare e le guardie gli hanno intimato di aprire la mano che stringeva il bottone, egli si è rifiutato e ha pagato con la vita questo rifiuto. La guardia ha preso il bottone dalla sua mano e l’ha gettato via con disprezzo. Ora, cosa era per quel padre quel bottone, se non il corpo della figlia? Forse, senza evocare un caso così drammatico, tutti abbiamo nei nostri cassetti o nei nostri diari quel biglietto di autobus, quell’oggetto, quella lettera che ti ricorda quella tal persona a cui sei affezionato. Non è un po’ il suo corpo, ciò che ti lega a lei nell’attesa di un incontro?
In questa prospettiva la celebrazione della messa non è solo una sorta di inspiegabile magia in cui si rende presente il corpo della divinità. Dipende tutto da come guardi quel pane: con l’occhio dell’amore può succedere almeno quello che è successo per quel padre e il bottone della figlia. È tutto ciò che abbiamo del corpo di Gesù, e non è poco. Solo un vuoto intellettualismo potrebbe pensare che un simbolo è soltanto una realtà di serie B. Noi viviamo di simboli. E il corpo di Gesù non è altro rispetto a un buon pane spezzato. È difficile immaginare cosa vedremo quando potremo veramente contemplare il corpo del Signore, ma forse non vedremo qualcosa di molto diverso rispetto a un pane spezzato e a un buon calice di vino. Forse non vedremo quante rughe aveva Gesù o che numero di scarpe portava, ma questo importa? Sarebbe come vedere il corpicino di un neonato e fermarsi allo sguardo dell’infermiera che quantifica medicine e pannolini. Vedremo certamente un corpo completamente trasformato e trasfigurato nell’amore, che nel pane spezzato è perfettamente compendiato.
Un’ultima riflessione: dicevamo prima che per Paolo, in virtù dell’azione dello Spirito Santo, noi diventiamo il corpo di Cristo. Sant’Agostino, con la sua grande profondità, diceva che durante l’eucaristia noi “riceviamo ciò che siamo”. Chi ci vede a cosa ci accosterebbe? Quale simbolo ci esprimerebbe? Siamo simili ad un buon boccone di pane e a un buon sorso di vino? Perché l’amore assimila, e essere assimilati da Gesù significa che anche il nostro corpo è chiamato a trasfigurarsi. Ci sono occhi, mani, rughe e posture di persone che incontriamo che sono completamente trasformate da una vita di dedizione e di amore, e sguardi invece spenti da storie di dolore e di tristezza. Il nostro corpo porta scritta la nostra storia. Uno sguardo come quello di Madre Teresa di Calcutta, di Giovanni Paolo II o di frère Roger di Taizè non sfigurano accanto all’eucaristia. E il nostro sguardo?
Proviamo a fare una riflessione: cosa significa vedere un corpo? Ipotizziamo di trasferirci in un reparto di ostetricia. Un’infermiera che guarda questi corpicini potrebbe avere un giustificato sguardo preoccupato: è lecito pensare che veda una ventina di pannolini da cambiare, lenzuola da lavare e medicine da somministrare! Dall’altra parte del vetro ci sono le mamme che vedono gli stessi corpicini, ma con uno sguardo totalmente diverso: vedono dei figli! Noi non vediamo mai un corpo come insieme di cellule: abbiamo sempre uno sguardo simbolico sui corpi.
Una storia un po’ triste potrebbe aiutarci a comprendere meglio. Un padre era stato deportato in campo di concentramento con la figlia, che però non è sopravvissuta al terribile viaggio. Il padre, prima di separarsi dal corpo della figlia, ha strappato un bottone dal suo cappotto e l’ha portato con sé. Quando si è dovuto a sua volta spogliare e le guardie gli hanno intimato di aprire la mano che stringeva il bottone, egli si è rifiutato e ha pagato con la vita questo rifiuto. La guardia ha preso il bottone dalla sua mano e l’ha gettato via con disprezzo. Ora, cosa era per quel padre quel bottone, se non il corpo della figlia? Forse, senza evocare un caso così drammatico, tutti abbiamo nei nostri cassetti o nei nostri diari quel biglietto di autobus, quell’oggetto, quella lettera che ti ricorda quella tal persona a cui sei affezionato. Non è un po’ il suo corpo, ciò che ti lega a lei nell’attesa di un incontro?
In questa prospettiva la celebrazione della messa non è solo una sorta di inspiegabile magia in cui si rende presente il corpo della divinità. Dipende tutto da come guardi quel pane: con l’occhio dell’amore può succedere almeno quello che è successo per quel padre e il bottone della figlia. È tutto ciò che abbiamo del corpo di Gesù, e non è poco. Solo un vuoto intellettualismo potrebbe pensare che un simbolo è soltanto una realtà di serie B. Noi viviamo di simboli. E il corpo di Gesù non è altro rispetto a un buon pane spezzato. È difficile immaginare cosa vedremo quando potremo veramente contemplare il corpo del Signore, ma forse non vedremo qualcosa di molto diverso rispetto a un pane spezzato e a un buon calice di vino. Forse non vedremo quante rughe aveva Gesù o che numero di scarpe portava, ma questo importa? Sarebbe come vedere il corpicino di un neonato e fermarsi allo sguardo dell’infermiera che quantifica medicine e pannolini. Vedremo certamente un corpo completamente trasformato e trasfigurato nell’amore, che nel pane spezzato è perfettamente compendiato.
Un’ultima riflessione: dicevamo prima che per Paolo, in virtù dell’azione dello Spirito Santo, noi diventiamo il corpo di Cristo. Sant’Agostino, con la sua grande profondità, diceva che durante l’eucaristia noi “riceviamo ciò che siamo”. Chi ci vede a cosa ci accosterebbe? Quale simbolo ci esprimerebbe? Siamo simili ad un buon boccone di pane e a un buon sorso di vino? Perché l’amore assimila, e essere assimilati da Gesù significa che anche il nostro corpo è chiamato a trasfigurarsi. Ci sono occhi, mani, rughe e posture di persone che incontriamo che sono completamente trasformate da una vita di dedizione e di amore, e sguardi invece spenti da storie di dolore e di tristezza. Il nostro corpo porta scritta la nostra storia. Uno sguardo come quello di Madre Teresa di Calcutta, di Giovanni Paolo II o di frère Roger di Taizè non sfigurano accanto all’eucaristia. E il nostro sguardo?
PASTO – La messa è un pasto ritualizzato. Vero: possiamo fare molto meglio nella celebrazione perché questa dimensione divenga particolarmente evidente. Siamo confortati dalla tradizione: san Paolo parla del “radunarsi” della comunità come linguaggio “tecnico” per alludere alla celebrazione eucaristica. “Ritrovarsi per spezzare il pane” era il modo con cui gli antichi esprimevano ciò che noi diciamo con “messa”.
A messa prima di tutto si mangia. E l’uomo non è solo un essere che si nutre. Il mangiare umano è molto più ricco: non esiste legame con la nutrizione che non implichi la questione del senso. Scegliere di sedersi a tavola o disertare il tempo del pasto, mangiare da soli in un fast food o sedersi con persone amate in un ristorante raffinato, scegliere di non mangiare e non riuscire più a scegliere di mangiare, cucinare e godere della cucina di altri, sentire il fastidio della fame e il desiderio di saziarla o provare un pericoloso piacere nel godere a oltranza della fame: sono tutti atti che non coinvolgono solo l’apparato digerente, ma mettono in gioco pensieri impliciti, non detti, non dicibili, sensazioni. Quando prendiamo cibo o quando non lo prendiamo, stiamo in un modo o nell’altro dicendo di noi, della nostra vita, del significato che vi intravediamo o che facciamo fatica a vedere. A messa non si mangia tanto, ma ciò che si mangia dovrebbe avere un potere nutriente. A cosa diamo il potere di saziare la nostra esistenza? Sedersi alla tavola dell’eucaristia richiede di rispondere con onestà alla domanda circa cosa stiamo davvero cercando nel nostro esistere.
Nel Medioevo sono stati codificati i precetti fondamentali della Chiesa, tra cui l’andare a messa almeno la domenica. L’idea dei precetti era quella di segnalare un minimo sotto il quale la fede era seriamente in pericolo. Il rischio è che nella storia sono divenuti “quello che bisogna fare” per dire di avere la fede, addirittura un qualcosa da offrire a Dio. L’inversione sarebbe consumata: dall’invito a sedere alla mensa dove Dio si offre, l’eucaristia diverrebbe ciò che dobbiamo a Dio. Il linguaggio dei precetti sta conoscendo una sua crisi, nel senso che la loro trasgressione non viene più percepita come un atto “grave”. Ma la sostanza rischia di infestare ancora la nostra vita di fede, per cui andare a messa è un “dovere” nei confronti di Dio. Dalla questione non si esce se non prendendo con serietà i nostri desideri: il corpo di Cristo cosa c’entra con il mio desiderare? Cosa voglio che succeda quando mi siedo alla tavola dell’eucaristia? Se desideriamo l’incontro con Dio, allora questa mensa avrà un potere saziante. Se desideriamo meno di lui, e ci accontentiamo di una buona predica divertente, piuttosto che di un canto emotivamente coinvolgente o un gesto particolarmente stravagante, prima o poi parteciperemo all’eucaristia affamati, e sarà una pratica che non ci dirà molto. Occorre essere un po’ mistici per vivere in pienezza l’eucaristia.
Ma non possiamo dimenticare che a messa ci sediamo a tavola con altri. Anche la dimensione comunitaria non è di poco conto. La prima cosa che accade partecipando all’eucaristia è che ci si ritrova: la celebrazione inizia proprio con l’atto di radunarsi. E non è una cosa così semplice! Una delle più grandi difficoltà dei celebranti è quella di presiedere una messa quando i fedeli si siedono uno per banco, occupando tendenzialmente i banchi sul fondo della chiesa, esponendo nella dislocazione una grossa difficoltà nel ritrovarsi a stare vicini. Una delle prove più evidente delle difficoltà che abbiamo con le prossimità fisiche accade nella scelta dei posti come pendolari sui treni: prima ci si siede dove ci sono i quattro posti liberi, poi al limite ci si siede di fronte a chi occupava già un posto, e solo al terzo livello si affronta il disagio di sedersi vicino a qualcuno (dì la verità: non è cosi?!). Non è facile la prossimità fisica. Eppure essere attorniati da fratelli e sorelle non è più bello che avventurarsi tra nemici? L’eucaristia come tavola ci chiede anche di verificarci sulla nostra qualità relazionale come Chiesa.
A messa prima di tutto si mangia. E l’uomo non è solo un essere che si nutre. Il mangiare umano è molto più ricco: non esiste legame con la nutrizione che non implichi la questione del senso. Scegliere di sedersi a tavola o disertare il tempo del pasto, mangiare da soli in un fast food o sedersi con persone amate in un ristorante raffinato, scegliere di non mangiare e non riuscire più a scegliere di mangiare, cucinare e godere della cucina di altri, sentire il fastidio della fame e il desiderio di saziarla o provare un pericoloso piacere nel godere a oltranza della fame: sono tutti atti che non coinvolgono solo l’apparato digerente, ma mettono in gioco pensieri impliciti, non detti, non dicibili, sensazioni. Quando prendiamo cibo o quando non lo prendiamo, stiamo in un modo o nell’altro dicendo di noi, della nostra vita, del significato che vi intravediamo o che facciamo fatica a vedere. A messa non si mangia tanto, ma ciò che si mangia dovrebbe avere un potere nutriente. A cosa diamo il potere di saziare la nostra esistenza? Sedersi alla tavola dell’eucaristia richiede di rispondere con onestà alla domanda circa cosa stiamo davvero cercando nel nostro esistere.
Nel Medioevo sono stati codificati i precetti fondamentali della Chiesa, tra cui l’andare a messa almeno la domenica. L’idea dei precetti era quella di segnalare un minimo sotto il quale la fede era seriamente in pericolo. Il rischio è che nella storia sono divenuti “quello che bisogna fare” per dire di avere la fede, addirittura un qualcosa da offrire a Dio. L’inversione sarebbe consumata: dall’invito a sedere alla mensa dove Dio si offre, l’eucaristia diverrebbe ciò che dobbiamo a Dio. Il linguaggio dei precetti sta conoscendo una sua crisi, nel senso che la loro trasgressione non viene più percepita come un atto “grave”. Ma la sostanza rischia di infestare ancora la nostra vita di fede, per cui andare a messa è un “dovere” nei confronti di Dio. Dalla questione non si esce se non prendendo con serietà i nostri desideri: il corpo di Cristo cosa c’entra con il mio desiderare? Cosa voglio che succeda quando mi siedo alla tavola dell’eucaristia? Se desideriamo l’incontro con Dio, allora questa mensa avrà un potere saziante. Se desideriamo meno di lui, e ci accontentiamo di una buona predica divertente, piuttosto che di un canto emotivamente coinvolgente o un gesto particolarmente stravagante, prima o poi parteciperemo all’eucaristia affamati, e sarà una pratica che non ci dirà molto. Occorre essere un po’ mistici per vivere in pienezza l’eucaristia.
Ma non possiamo dimenticare che a messa ci sediamo a tavola con altri. Anche la dimensione comunitaria non è di poco conto. La prima cosa che accade partecipando all’eucaristia è che ci si ritrova: la celebrazione inizia proprio con l’atto di radunarsi. E non è una cosa così semplice! Una delle più grandi difficoltà dei celebranti è quella di presiedere una messa quando i fedeli si siedono uno per banco, occupando tendenzialmente i banchi sul fondo della chiesa, esponendo nella dislocazione una grossa difficoltà nel ritrovarsi a stare vicini. Una delle prove più evidente delle difficoltà che abbiamo con le prossimità fisiche accade nella scelta dei posti come pendolari sui treni: prima ci si siede dove ci sono i quattro posti liberi, poi al limite ci si siede di fronte a chi occupava già un posto, e solo al terzo livello si affronta il disagio di sedersi vicino a qualcuno (dì la verità: non è cosi?!). Non è facile la prossimità fisica. Eppure essere attorniati da fratelli e sorelle non è più bello che avventurarsi tra nemici? L’eucaristia come tavola ci chiede anche di verificarci sulla nostra qualità relazionale come Chiesa.
EROS – “Prendi, questo è il mio corpo” e una frase che senza nessuna difficoltà potrebbe essere contestualizzata in quello che un uomo dice alla sua donna o viceversa. Scrive T. Radcliffe: «Vorrei parlare dell’ultima cena e della sessualità. Può sembrare un po’ strano, ma pensateci un momento. Le parole centrali dell’Ultima Cena sono state: “Questo è il mio corpo, offerto per voi”. L’eucarestia, come il sesso, è centrata sul dono del corpo. Avete mai notato che la prima lettera di san Paolo ai Corinzi si muove fra due temi, la sessualità e l’eucarestia? Ed è così perché Paolo sa che abbiamo bisogno di capire l’una alla luce dell’altra. Comprendiamo l’eucarestia alla luce della sessualità e la sessualità alla luce dell’eucarestia».
C’è dunque una componente erotica dell’eucaristia che non deve essere trascurata. Tra due amanti c’è un codice del corpo che eccede l’ordine delle parole. Donare il corpo significa confidare all’altra persona che potrà contare su una fedeltà che le parole non sono sempre in grado di esprimere. Ci sono tempi e momenti dove addirittura le parole potrebbero essere fonte di fraintendimento: il reciproco dono del corpo esprime che l’altro è per me al di là della comprensione che io adesso potrei avere dal punto di vista verbale o intellettuale.
Anche per la fede vale questa regola. Il Signore Gesù non è una teoria da comprendere, e talvolta l’avventura con lui non è immediatamente comprensibile. Ci sono tempi in cui si sperimenta l’abissalità dell’esistenza. Cristo stesso ha vissuto l’abisso della solitudine e dell’angoscia. La consegna del corpo è l’esperienza di un’affidabilità che eccede la comprensione del momento. Che ci capiti una volta, o forse più, nella vita di sperimentare nell’eucaristia una promessa di affidabilità e di prossimità che eccede ogni parola. Dio è eternamente affidabile non perché è immediatamente comprensibile, ma perché è infinitamente amante.
C’è dunque una componente erotica dell’eucaristia che non deve essere trascurata. Tra due amanti c’è un codice del corpo che eccede l’ordine delle parole. Donare il corpo significa confidare all’altra persona che potrà contare su una fedeltà che le parole non sono sempre in grado di esprimere. Ci sono tempi e momenti dove addirittura le parole potrebbero essere fonte di fraintendimento: il reciproco dono del corpo esprime che l’altro è per me al di là della comprensione che io adesso potrei avere dal punto di vista verbale o intellettuale.
Anche per la fede vale questa regola. Il Signore Gesù non è una teoria da comprendere, e talvolta l’avventura con lui non è immediatamente comprensibile. Ci sono tempi in cui si sperimenta l’abissalità dell’esistenza. Cristo stesso ha vissuto l’abisso della solitudine e dell’angoscia. La consegna del corpo è l’esperienza di un’affidabilità che eccede la comprensione del momento. Che ci capiti una volta, o forse più, nella vita di sperimentare nell’eucaristia una promessa di affidabilità e di prossimità che eccede ogni parola. Dio è eternamente affidabile non perché è immediatamente comprensibile, ma perché è infinitamente amante.
Manuel Belli
CHE FINE HA FATTO L'ANIMA? Catechesi di don Alessandro Maria Minutella trasmessa in diretta su Radio Domina Nostra il 17 gennaio 2017
https://gloria.tv/video/3FYqDgo7TX7p4c8eLEBeDqgfY
La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
Queste ‘terribili’ e ‘attualissime’ parole , pronunciate dalla Beata Vergine a La Salette,
(paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino.
Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna.
Dal 1860 Melania, poi entrata in religione con il nome di Maria della Croce - Vittima di Gesú, procedette a diverse redazioni del suo segreto, finché ne venne dichiarata autentica una, pubblicata nel 1879 con l'imprimatur del Vescovo di Lecce, mentre l'autorità ecclesiastica francese per qualche tempo non volle concedere il riconoscimento ecclesiastico. Il racconto della apparizione della Madonna a La Salette, (dove oggi sorge un grandioso santuario, meta di una importante processione il 19 settembre di ogni anno), si può considerare, per i nostri scopi, composto essenzialmente di due parti principali.
Nella prima parte vengono descritti gli avvenimenti che interessarono buona parte dell'Europa di allora, e che si verificarono puntualmente: guerre civili in Francia, (la Comune di Parigi), in Portogallo, (lotte per l'istituzione della repubblica), in Italia, (guerre di Indipendenza); fine del potere temporale dei papi, (breccia di Porta Pia del 1870); carestie; lotte contro la religione, (legge sui frati del governo Cavour, politica ecclesiastica di Gambetta e Ferry in Francia); lassismo morale; decadimento ecclesiastico.
La seconda parte, (che riportiamo nella sua completezza nelle pagine che seguono affinché ciascuno possa valutare e giudicare in coscienza), è la parte piú discussa del segreto, perché riferentesi alla venuta dell'anticristo ed alla diffusione dell'eresia all'interno stesso della Chiesa.
Si dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo.
Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all'invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all'assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi.
…I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l'ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi.
Nell'anno 1865 si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori.
Coloro che sono a capo delle comunità religiose si guardino dalle persone che esse devono ricevere, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato, perché i disordini e l'amore dei piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra.
La Francia, l'Italia, la Spagna e l'Inghilterra saranno in guerra: il sangue scorrerà per le strade; il francese combatterà contro il francese, l'italiano contro l'italiano, vi sarà poi una guerra generale che sarà spaventevole. Per qualche tempo Dio non si ricorderà piú della Francia né dell'Italia, perché il Vangelo di Gesú Cristo non è piú conosciuto.
I malvagi userano tutta la loro astuzia; ci si ucciderà, ci si massacrerà reciprocamente perfino nelle case.
Al primo colpo della Sua spada fulminante le montagne e la natura tutta tremeranno di spavento perché i disordini e i crimini degli uomini trafiggono la volta celeste.
Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; molte grandi città saranno scosse e inghiottite da terremoti; si crederà che tutto è perduto; non si vedranno che omicidi; non si sentiranno che colpi d'arma e bestemmie.
I giusti soffriranno molto, le loro preghiere, la loro penitenza e le loro lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il popolo di Dio chiederà perdono e misericordia e chiederà il Mio aiuto e la Mia intercessione.
Allora Gesú Cristo con un atto della Sua misericordia grande per i giusti comanderà ai Suoi angeli che tutti i Suoi nemici siano messi a morte.
Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesú Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto.
Allora si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesú Cristo sarà servito, adorato e glorificato; dappertutto fiorirà la carità.
I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà forte, umile, pia, povera, zelante e imitatrice delle virtú di Gesú Cristo.
Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno grandi progressi nella fede perché vi sarà unità tra gli operai di Gesú Cristo e perché gli uomini vivranno nel timor di Dio.
Questa pace tra gli uomini non sarà lunga: venticinque anni di abbondanti raccolti faranno loro dimenticare che i peccati degli uomini sono causa di tutte le pene che arrivano sulla terra.
Un precursore dell'anticristo, con le sue truppe di parecchie nazioni, combatterà contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo, egli spargerà molto sangue e vorrà annientare il culto di Dio per farsi guardare come un Dio.
La terra sarà colpita da ogni sorta di piaghe, (oltre la peste e la carestia che saranno dovunque), vi saranno delle guerre fino all'ultima guerra, che sarà allora fatta da dieci re dell'anticristo, i quali re avranno tutti lo stesso progetto e saranno i soli a governare il mondo.
Prima che ciò succeda vi sarà una specie di falsa pace nel mondo; non si penserà che a divertirsi; i malvagi si abbandoneranno a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della fede, i miei veri imitatori crederanno nell'amore di Dio e nelle virtú che mi sono piú care.
Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con esse fino a che esse saranno nella pienezza dell'età. La natura chiede vendetta per gli uomini ed essa freme di spavento nell'attesa di ciò che deve arrivare alla terra insudiciata dai crimini.
Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesú Cristo e che dentro di voi adorate solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione, molti conventi non sono piú le case di Dio, ma i pascoli di Asmodeo e dei suoi.
Sarà durante questo tempo che nascerà l'anticristo da una religiosa ebrea, da una falsa vergine che sarà in comunicazione con il vecchio serpente, il padrone dell'impurità; suo padre sarà Vescovo, nascendo vomiterà delle bestemmie, egli avrà dei denti, in una parola sarà il diavolo incarnato; egli lancerà delle grida spaventose, farà dei prodigi, non si nutrirà che di impurità.
Egli avrà dei fratelli che, sebbene non siano dei demoni incarnati come lui, saranno dei figli del male; a dodici anni essi si faranno notare per le prodi vittorie che otterranno; presto essi saranno ognuno alla testa degli eserciti assistiti dalle legioni dell'inferno.
Le stagioni saranno cambiate, la terra non produrrà che frutti cattivi, gli astri perderanno i loro movimenti regolari, la luna non rifletterà che una debole luce rossastra; l'acqua e il fuoco daranno al globo terrestre dei movimenti convulsi e degli orribili terremoti che inghiottiranno delle montagne, delle città.
Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo. I demoni dell'aria con l'anticristo faranno dei grandi prodigi sulla terra e nell'aria e gli uomini si pervertiranno sempre piú.
Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dappertutto, tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità.
Io rivolgo un appello urgente alla terra; Io chiamo i veri imitatori di Cristo fatto uomo, il solo e vero Salvatore degli uomini; Io chiamo i miei figli , i miei veri devoti, quelli che si sono dati a Me perché io li conduca dal Mio divin Figlio, quelli che Io porto, per cosí dire, nelle mie braccia, quelli che sono vissuti del Mio Spirito; infine Io chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi, i discepoli di Gesú Cristo che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di loro stessi, nella povertà e nell'umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell'unione con Dio, nella sofferenza e sconosciuti al mondo.
È tempo che escano e vengano ad illuminare la terra.
Andate e mostratevi come i miei cari figli; Io sono con voi e in voi purché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di disgrazia.
Che il vostro zelo vi renda come gli affamati per la gloria e l'onore di Gesú Cristo.
Combattete, figli della luce, voi, piccolo numero che ci vedete, perché ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini.
La Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione.
Ma ecco Enoch ed Elia riempiti dello Spirito di Dio; essi predicheranno con la forza di Dio e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio e molte anime saranno consolate; essi faranno grandi progressi per virtú dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici dell'anticristo.
Sciagura agli abitanti della terra!
Vi saranno guerre spaventose e carestie; pesti e malattie contagiose; pioverà una grandine spaventosa di animali; tuoni che scuoteranno le città; terremoti che inghiottiranno paesi; si udiranno delle voci nell'aria; gli uomini batteranno la testa contro i muri, essi chiameranno la morte, da un'altra parte la morte li supplizierà; il sangue scorrerà da ogni parte.
Chi potrà vivere se Dio non diminuirà il tempo della prova ?
Dal sangue, dalle lacrime e dalle preghiere dei giusti Dio si lascerà placare; Enoch ed Elia saranno messi a morte; Roma pagana sparirà; il fuoco del cielo cadrà e distruggerà tre città; tutto l'universo sarà colpito dal terrore e molti si lasceranno sedurre perché essi non hanno adorato il vero Cristo vivente tra loro.
È tempo, il sole si oscura; la fede sola vivrà.
Ecco il tempo, l'abisso si apre.
Ecco il re delle tenebre.
Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente salvatore del mondo.
Egli si alzerà con orgoglio nell'aria per andare fino al Cielo; egli sarà soffocato dal respiro di San Michele Arcangelo.
Egli cadrà e la terra che da tre giorni sarà in continue evoluzioni, aprirà il suo seno pieno di fuoco; egli sarà sprofondato per sempre con tutti i suoi nei baratri eterni dell'inferno.
Allora l'acqua e il fuoco purificheranno la terra e consumeranno tutte le opere dell'orgoglio degli uomini e tutto sarà rinnovato: Dio sarà servito e glorificato.
Melania quello che sto per dirti ora, non sarà sempre un segreto: lo puoi pubblicare nel 1858. I sacerdoti, i ministri di mio Figlio con la loro vita cattiva, con le loro irriverenze e le loro empietà nel celebrare i santi Misteri, con l’amore per il denaro, l’amore per gli onori ed i piaceri, i sacerdoti sono diventati cloache di impurità.
Si, i preti provocano la vendetta e vendetta pende sulle loro teste. Guai ai preti ed alle persone consacrate a Dio che, con la loro infedeltà e la loro vita cattiva crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al cielo e richiamano vendetta ed ora ecco la vendetta alle loro porte giacchè non si trova più alcuno che invochi misericordia e perdono per la gente; non ci sono più anime generose, ora non c’è più, nessuno degno di offrire la Vittima Immacolata all’Eterno in favore del mondo. Dio colpirà in una maniera senza pari! Guai agli abitanti della terra! Dio vuoterà la sua ira e nessuno sarà in grado di sfuggire a cosi tanti mali tutti in una volta. I capi, i condottieri del popolo di Dio, hanno dimenticato la preghiera e la penitenza, e il demonio ha ottenebrato le loro menti; esse sono divenute quelle stelle erranti che l’antico diavolo con la sua coda trascinerà alla rovina. Dio permetterà all’antico serpente di seminare divisioni tra i governanti, in tutte le società e in tutte le famiglie; si subiranno sia punizioni fisiche che morali. Dio abbandonerà gli uomini a se stessi e manderà castighi uno dopo l’altro per più di 35 anni. La società è alla vigilia dei più terribili flagelli e dei più grandi eventi; ci si deve aspettare di essere governati da una verga di ferro e di bere il calice dell’ira di Dio. Che il Vicario di mio Figlio: il Sovrano Pontefice Pio IX non lasci Roma dopo il 1858; che egli sia fermo e generoso faccia la battaglia con le armi della Fede e dell’amore Io sarò con Lui. Che si guardi a Napoleone; il suo Cuore è doppio! e quando egli vorrà essere Papa e Imperatore allo stesso tempo, Dio lo abbandonerà. Egli è quell’aquila che desiderando di alzarsi sempre più, cadrà sulla spada che lui voleva usare per forzare le popolazioni ad esaltarlo. L’ltalia sarà punita per la sua ambizione nel volere scuotersi il giogo del Signore dei Signori; così essa sarà consegnata alla guerra; sangue scorrerà da tutte le parti; le chiese saranno chiuse o dissacrate; preti e religiosi saranno cacciati; essi saranno messi a morte e ad una morte crudele. Molti abbandoneranno la Fede e il numero dei sacerdoti e dei religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande; persino dei vescovi saranno trovati tra queste persone. Che il Papa stia in guardia contro gli operatori di miracoli, giacchè è venuto il tempo in cui avverranno i più straordinari prodigi sulla terra e in cielo. Nell’anno 1864, Lucifero, insieme ad un gran numero di demoni saranno sciolti dall’inferno; a poco a poco essi aboliranno la fede, e questo anche in persone consacrate a Dio; essi li accecheranno al punto tale che senza una grazia speciale, queste persone prenderanno lo spirito di questi angeli cattivi; un numero di case religiose perderanno completamente la fede e causeranno la dannazione di molte anime.
Libri cattivi abbonderanno sulla terra e gli spiriti di oscurità spargeranno da ogni parte un universale rilassamento in tutto ciò che concerne il servizio di Dio. Essi avranno un grandissimo potere sulla natura; ci saranno chiese per servire questi spiriti.(“Setta di satana” – n.d.r.) La gente sarà trasportata da un posto all’altro da questi spiriti cattivi, e persino i sacerdoti, perchè essi non avranno vissuto secondo lo spirito buono del Vangelo, che è spirito di umiltà, carità e zelo per la gloria di Dio. I morti e i giusti saranno fatti risorgere (cioè:questi morti assumeranno l’aspetto di anime giuste che una volta vissero sulla terra, con lo scopo di sedurre gli uomini più facilmente; questi cosiddetti morti risuscitati, che non saranno altro che il demonio sotto queste facce, predicheranno un altro Vangelo, contrario a quello vero di Gesù Cristo negando l’esistenza del paradiso… Tutte queste anime appariranno unite ai loro corpi; “Aggiunta di Melania.”).Ci saranno straordinari prodigi dovunque, perchè la vera Fede è stata spenta ed una falsa luce illumina il mondo. Guai ai principi della Chiesa che saranno occupati solo ad accumulare ricchezze su ricchezze a difendere la propria autorità ed a dominare con orgoglio! Il Vicario di mio Figlio dovrà soffrire molto, perchè per un po’ la Chiesa sarà data a grandi persecuzioni. Sarà l’ora delle tenebre; la Chiesa passerà una spaventosa crisi. Dimenticata la santa fede di Dio, ogni individuo vorrà guidarsi da solo ed essere superiore ai suoi pari. L’autorità civile ed ecclesiastica sarà abolita. l’ordine e la giustizia saranno calpestati sotto i piedi. Si vedranno solo omicidi, odio, gelosia, menzogna e discordia, senza amore per la patria e per la famiglia. Il Santo Padre soffrirà molto. Io sarò con lui fino alla fine per ricevere il suo sacrificio. I malvagi faranno vari attentati alla sua vita senza riuscire ad accorciare i suoi giorni; ma ne lui ne il suo successore vedranno il trionfo della Chiesa di Dio. I governanti civili avranno tutti lo stesso scopo, che sarà quello di abolire e far sparire ogni principio religioso, per far strada al materialismo all’ateismo allo spiritismo e a vizi di tutti i tipi.
Nell’anno 1865, l’abominazione sarà vista nei luoghi santi; nei conventi, i fiori della Chiesa diverranno putridi e il diavolo si stabilirà come re di tutti i cuori. Per coloro che sono a capo di comunità religiose stiano in guardia con le persone che devono ricevere perchè il diavolo userà tutta la sua malizia per introdurre negli Ordini religiosi persone date al peccato, giacchè disordini e amore ai piaceri carnali saranno sparsi su tutta la terra. La Francia, l’Italia, la Spagna e l’Inghilterra saranno in guerra; sangue scorrerà per le strade; il francese combatterà col francese, l’italiano con l’italiano; poi ci sarà una guerra generale che sarà spaventosa. Per un po’ Dio non si ricorderà più della Francia e dell’Italia, perchè il Vangelo di Gesù Cristo non è più conosciuto.
I malvagi sguinzaglieranno tutta la loro malizia; persino nelle case ci saranno omicidi e mutui massacri. Con il primo fulmineo colpo della sua spada, le montagne e tutta la natura tremeranno di spavento, perchè i disordini e i crimini degli uomini stanno squarciando la volta dei cieli. Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; un numero di grandi città saranno scosse e inghiottite dai terremoti; tutto sembrerà perduto; si vedranno solo assassini, si udranno strepito di armi e bestemmie. I giusti soffriranno molto; le loro preghiere la loro penitenza e le loro lagrime saliranno fino al cielo e tutto il popolo di Dio chiederà perdono e misericordia e chiederà il mio aiuto ed intercessione. Allora Gesù Cristo, per un atto della sua giustizia e per la sua grande misericordia verso i giusti, comanderà ai suoi Angeli di mettere a morte tutti i suoi nemici. In un colpo i persecutori della Chiesa di Gesù Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato periranno e la terra diventerà come un deserto.
Poi ci sarà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesù Cristo sarà servito, adorato e glorificato; la carità fiorirà ovunque. I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa che sarà forte, umile, pia, povera, zelante imitante le virtù di Gesù Cristo. Il Vangelo sarà predicato ovunque e gli uomini faranno grandi passi nella fede, perchè ci sarà unità tra gli operai di Gesù Cristo e gli uomini vivranno nel timor di Dio. Ma questa pace tra gli uomini non durerà molto: 25 anni di raccolti abbondanti faranno dimenticare loro che i peccati degli uomini sono la causa di tutti i guai che capitano sulla terra. Un precursore dell’Anticristo, con le sue milizie prese da molte nazioni, muoverà guerra contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo; egli spargerà molto sangue e cercherà di annullare il culto di Dio per essere considerato come un Dio. La terra sarà colpita da castighi di ogni genere (oltre alla peste e alla carestia, che saranno diffuse -“aggiunta di Melania”); ci saranno guerre fino all’ultima guerra, che sarà poi mossa dai dieci re dell’Anticristo, re che avranno un disegno comune e saranno gli unici governanti del mondo. Prima che questo accada, ci sarà una specie di falsa pace nel mondo; la gente penserà solo a divertirsi; i malvagi si lasceranno andare a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della vera fede, i veri miei imitatori, cresceranno nell’amore di Dio e nelle virtù a me più care. Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con loro fino a che essi raggiungeranno la pienezza della maturità. La natura implora vendetta a causa degli uomini e trema di spavento, aspettando quello che deve accadere alla terra macchiata di crimine. Trema, terra e tu che professi di servire Gesù Cristo mentre interiormente tu adori te stesso, trema! Perchè Dio ti consegnerà al suo nemico, perchè i luoghi santi sono in uno stato di Corruzione: molti conventi non sono più le case di Dio, ma pascoli per Asmodeo e la sua gente. Sarà in questo periodo che l’Anticristo nascerà da una monaca ebrea, una falsa vergine che sarà in comunicazione con l’antico serpente, maestro d’impurità; suo padre sarà un Vescovo (in francese: Ev.); alla nascita vomiterà bestemmie, avrà denti; in una parola, questo sarà il demonio incarnato; emetterà grida terrificanti, farà prodigi, vivrà di impurità. Egli avrà fratelli che, benchè non demoni incarnati come lui, saranno figli del male: all’età di dodici anni saranno notati per le prodi vittorie che otterranno; presto essi saranno ognuno a capo di eserciti, assistiti da legioni dell’Inferno. Le stagioni cambieranno, la terra produrrà solo frutti cattivi; i corpi celesti perderanno la regolarità dei loro movimenti; la luna rifletterà solo una tenue luce rossastra; l’acqua ed il fuoco determineranno moti sconvolgenti alla sfera della terra, facendo inghiottire montagne e città; ecc. Roma perderà la fede e diverrà la sede dell ‘Anticristo. I demoni dell’aria, insieme all’Anticristo opereranno grandi prodigi sulla terra e nell’aria, e gli uomini diverranno ancora più pervertiti. Dio avrà cura dei suoi servi fedeli e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dovunque; tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità. Io rivolgo un pressante appello alla terra; faccio appello ai veri discepoli di Dio che vive e regna nei cieli; faccio appello ai vari imitatori di Cristo fatto uomo, l’unico vero Salvatore degli uomini; faccio appello ai miei figli ai miei vari devoti, coloro che mi si sono donati così che io possa condurli dal mio divino Figlio, coloro che io porto come se fossero nelle mie braccia coloro che hanno vissuto nel mio spirito. Infine, faccio appello agli Apostoli degli ultimi tempi, i fedeli discepoli di Gesù Cristo che hanno vissuto nel disprezzo del mondo e di se stessi, in povertà e umiltà, in disprezzo e silenzio in preghiera e mortificazione, in castità e in unione con Dio, in sofferenza e sconosciuti al mondo. E’ ora per loro di emergere e di venire ad illuminare la terra. Andate, mostrate di essere i miei cari figli; io sono con voi ed in voi, purchè la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi tempi cattivi. Possa il vostro zelo rendervi famelici della gloria e dell’onore di Gesù Cristo.
Combattete, figli della luce! Voi, i Pochi che vedono a questo proposito, giacchè il tempo dei tempi, la fine delle fini, é vicina. La Chiesa sarà eclissata; il mondo sarà in costernazione. Ma ci sono Enoch ed Elia, pieni dello spirito di Dio; essi predicheranno con il potere di Dio e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio, e molte anime saranno confortate; essi faranno un grande progresso per virtù dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici dell’Anticristo. Guai agli abitanti della terra! Ci saranno guerre sanguinose e carestie; pesti e malattie contagiose; ci saranno spaventosi acquazzoni e moria di animali; tuoni che demoliranno città; terremoti che inabisseranno paesi; voci saranno sentite nell’aria; gli uomini batteranno la testa contro il muro; essi invocheranno la morte, ma la morte costituirà il loro tormento; il sangue scorrerà da tutte le parti. Chi potrebbe farcela se Dio non accorcia il tempo della prova? Al sangue, alle lagrime, alle preghiere dei giusti, Dio diverrà meno severo; Enoch ed Elia verranno messi a morte: la Roma pagana sparirà; il fuoco del cielo cadrà e consumerà tre città. Tutto l’universo sarà colpito dalla paura e molti si lasceranno sedurre, perchè essi non adorano il vero Cristo vivente in mezzo a loro. E’ ora, il sole si sta oscurando; solo la fede sopravviverà. Il tempo è vicino; l’abisso si sta aprendo. Ecco il re dei re delle tenebre. Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente salvatrice del mondo. In orgoglio, egli si leverà verso il cielo per andare su fino in Paradiso; ma egli sarà soffocato dal respiro di San Michele Arcangelo. Egli cadrà, e la terra che per tre giorni sarà stata in continuo cambiamento, aprirà il suo petto infiammato; egli sarà gettato per sempre con tutti i suoi seguaci negli eterni abissi dell’inferno. Allora, l’acqua e il fuoco purificheranno la terra e consumeranno le opere dell’orgoglio degli uomini, e ogni cosa sarà rinnovata. Dio sarà servito e glorificato.
IL “Segreto” vero e proprio finisce qui. II “Segreto” che la Madonna de La Salette ha voluto che Melania e Massimino lo facessero conoscere a tutta la gente. Chi lo medita con serietà, vi troverà una viva attualità, la chiave, anzi, del mistero dei nostri tempi. Ci sarà di incoraggiamento il sapere della devozione di Santi e grandi Apostoli contemporanei per questa Apparizione riflettendo che i Santi hanno per le cose di Dio un intuito del tutto particolare e illuminato. Pensiamo a un Pio IX, a S.Giovanni Bosco, a S.G.Murialdo, al S.Curato d’Ars, alla santa M.Sofia Barat, a Paolina M. Jaricot ad Annibale M. di Francia, a Mons. Daniele Comboni che, il 2 luglio 1968, sulla Montagna de La Salette fece l’Atto di consacrazione della Nigrizia alla Madonna. La Vergine Piangente de La Salette, che ha fatto udire la sua voce sulle alte solitudini delle Alpi, preannunziando tempi tristi per la Chiesa e per il mondo, vuole essere di aiuto per noi affinchè il passaggio di Dio non sia di giustizia ma di misericordia.
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