ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 gennaio 2018

Venit, vidit, vicit

DISTRUGGERE IL DIAVOLO

È venuto a distruggere le opere del diavolo (1 Gv 3, 8). Ma chi è Gesù e che cosa è venuto a fare nel mondo? La neochiesa gnostica e massonica è riuscita a intorbidare le acque a tal segno che regna la più spaventosa confusione 
di Francesco Lamendola  


Ma che cosa è venuto a fare Gesù Cristo, sulla terra, in mezzo agli uomini? Questa domanda potrebbe apparire addirittura assurda, o quanto meno incongrua, nella sua ovvietà, almeno per un cattolico, anche fra i meno istruiti; e parliamo d’istruzione religiosa, naturalmente, non d’istruzione scolastica o professionale. La risposta, infatti, dovrebbe essere talmente semplice, per non dire scontata, che perfino un bambino della Prima comunione dovrebbe essere in grado di rispondere ad essa correttamente e senza alcun imbarazzo. Si tratta, infatti, di una questione centrale della religione cattolica; anzi, per meglio dire, si tratta della questione centrale. Beninteso, oltre al fatto che sta a monte di essa, vale a dire saper rispondere alla domanda su chi sia Gesù Cristo, è semplicemente ridicolo pensare che un cattolico non trovi la maniera di rispondere in maniera soddisfacente a queste due domande: chi è Gesù e che cosa è venuto a fare nel mondo. Eppure abbiamo imparato, in quarant’anni d’insegnamento, a non dare mai nulla di scontato, riguardo a ciò che la gente dovrebbe sapere, e magari, invece, no sa: e se quest’aurea regola vale per i giovani, vale, e a maggior ragione, per gli adulti. I giovani, infatti, se non altro, sanno di non sapere e sono disposti a correggersi e a imparare, almeno fino a un certo punto; gli adulti, presumendo di sapere già quel che si dovrebbe sapere, e dando per pacifico che gli altri pensino che essi lo sappiano, sovente uniscono la presunzione all’ignoranza, con i bei risultati, si fa per dire, che abbiamo sotto gli occhi tutti i santi giorni.

In questi ultimi anni, in particolare, abbiamo serie ragioni per dubitare che un grande numero di cattolici saprebbero rispondere appropriatamente alla domanda che abbiamo posto all’inizio, e, forse, anche a quell’altra, che le fa da preliminare. La neochiesa gnostica e massonica, impregnata di relativismo, naturalismo, modernismo e razionalismo, è riuscita a intorbidare le acque a tal segno, che, ormai, perfino riguardo alle verità basilari ed essenziali del cristianesimo, regna la più spaventosa confusione; e non è certo raro il caso che delle vere e proprie eresie vengano snocciolate come ovvie verità della fede cattolica, specie da quando sono proprio influenti membri della gerarchia a spararle sempre più grosse, senza alcun limite né alcun pudore, anzi, con la deliberata intenzione di sbalordire, sconcertare, scandalizzare, confondere le pecorelle del gregge che era stato affidato alle loro cure. Dunque, partiamo dalla identità di Gesù Cristo: Egli è la seconda Persona della santissima Trinità, il Figlio Unigenito del Padre celeste; e da Lui e dal Padre procede lo Spirito santo, che è lo Spirito di Verità operante nel mondo, fra quanti hanno creduto in Lui. Gesù Cristo si è Incarnato nella Persona di Gesù di Nazareth, vero Dio e vero uomo al tempo stesso; tuttavia non va identificato, puramente e semplicemente, con Gesù di Nazareth. Gesù di Nazareth è stato l’Incarnazione terrena del Figlio di Dio; ma il Figlio di Dio esisteva fin da prima che il mondo fosse, anzi, tutte le cose sono state create dal Padre per mezzo di Lui: Tutto è stato fatto per mezzo di Lui; e senza Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (Gv 1, 3). E ancora ritornerà, per giudicare i vivi e i morti; e siederà alla destra del Padre. Secondo certi teologi di tendenza modernista, il Gesù storico e il Gesù cosmico sono la stessa cosa, o meglio, essi preferiscono tacere sul secondo e concentrarsi unicamente sul primo; e anche di questo, si limitano a considerare l’aspetto umano, al punto di dichiarare certa la sua morte, perché è un fatto storico definitivamente acquisito, ma non la sua resurrezione, che è oggetto di fede, dunque non dimostrabile. Di questa opinione è anche il falso papa Bergoglio, che si è espresso esattamente in questi termini: e ognuno vede quanto sia giusta e fedele alla vera dottrina una simile dichiarazione, fatta in pubblico, dal successore di san Pietro.
Alla domanda su che cosa è venuto a fare nel mondo, cioè per quale ragione si è Incarnato, si può rispondere in vari modi, ma con un unico significato. Si può dire che è venuto a portare a compimento le Scritture, ad avverare la Promessa, a ripristinare l’Alleanza di Dio con gli uomini, ma non l’Antica Alleanza, ormai superata e insufficiente, bensì la Nuova Alleanza, realizzata mediante il suo sangue divino, versato da Gesù sulla croce in remissione dei nostri peccati: e anche questa sembrerebbe una cosa ovvia da dire, pure bisogna dirla e specificarla, perché non mancano i sedicenti teologi i quali, in omaggio all’amicizia e alla stima nei confronti dei nostri fratelli maggiori, sostengono, assurdamente, che l‘Antica Alleanza è sempre valida e che Dio non l’ha mai revocata, intendendo l’Alleanza col popolo d’Israele: il che, se fosse vero, renderebbe automaticamente un non senso sia l’Incarnazione del Verbo, sia l’istituzione della Chiesa cattolica e la nascita della religione cristiana. Basterebbe, infatti, il giudaismo; basterebbe che tutti si facessero giudei: e Gesù, in tal caso, sarebbe semplicemente un profeta, proprio come dice anche il Corano, ma con il piccolo dettaglio che un giudeo non lo riconosce affatto come tale, bensì come un falso profeta, e che come un falso profeta è ricordato, esecrato e maledetto, Lui e tutti i suoi seguaci, nel Talmud, che è il testo fondamentale dei giudei di stretta osservanza. E, di nuovo, di questa assurda ed eretica opinione è anche il falso papa Bergoglio; ma su quella strada si era già posto Giovanni Paolo II e, prima di lui, il Concilio Vaticano II, specialmente a partire dalla dichiarazione Nostra aetate, del 1965. Quanto a noi, diremmo, con l’apostolo Giovanni (1, 3-8), che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è nato nel mondo per distruggere le opere del diavolo; e così, infatti, abbiamo detto, una volta, a un caro e dotto amico, fervente cattolico, animato da una fede molto più salda e pura della nostra. Il quale, però, ci replicò che Gesù è venuto nel mondo per insegnarci l’amore. Infatti, non vi è contraddizione fra le due cose: sono l’una la necessaria integrazione dell’altra; sono le due facce di una stessa medaglia. Come dice, ancora, lo stesso testo di Giovanni, appena due versetti più avanti (3, 10): Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama suo fratello. Del resto, amare come Gesù ci ha insegnato – e non secondo le passioni disordinate della carne – significa, immancabilmente, attirarsi l’odio del diavolo: le gelosie, le inimicizie, le calunnie, le persecuzioni, forse anche la morte. È impossibile seguire Gesù senza attirarsi l’ira del diavolo; è impossibile, come dice ancora l’apostolo Giovanni, piacere a Dio, se si vuol piacere al mondo: Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia (1Gv 3, 13). Caino ha ucciso Abele perché le sue opere erano malvagie e venivano dal diavolo, mentre le opere di suo fratello erano buone ed erano gradite a Dio. Chi si diletta del male, odia il bene; se un cristiano riceve il plauso del mondo, dovrebbe chiedersi, con sgomento e con raccapriccio, in che cosa ha sbagliato, in che cosa ha tradito il suo Signore Gesù Cristo. Gesù è stato messo in croce da uomini malvagi, a motivo della sua infinita bontà; e, come Lui stesso ha insegnato, non vi è servo che sia superiore al padrone. Se il mondo vi odia, sappiate che prima do voi ha odiato me. Il mondo vi amerebbe se foste suoi, ma non lo siete, perché, scegliendovi, io vi ho fatto uscire dal mondo. Per questo il mondo vi odia (Gv 15, 18-19). E ancora: Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Se hanno ascoltato me, ascolteranno anche voi (id,  15, 20).
Dunque: il Verbo si è incarnato per distruggere le opere del diavolo, cioè per fondare la Nuova Alleanza, basata sull’Amore: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13). Sono due maniere di dire la stessa cosa. Ma che significa “distruggere le opere del diavolo”? L’opera del diavolo è il peccato: perciò Gesù è venuto per sconfiggere il peccatoChi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. (…) Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio (1 Gv 3, 8-9). Stendiamo un velo pietoso sulle affermazioni blasfeme di padre Sosa Abascal, per il quale il diavolo è solo una immagine figurata del male; prendiamo atto che solo pochissimi anni fa un generale dei gesuiti che avesse rilasciato pubblicamente una tale dichiarazione, anzi, un qualsiasi sacerdote che si fosse espresso in questi termini, sarebbe stato immediatamente richiamato dai suoi superiori, e le sue asserzioni sarebbero state formalmente smentite per bocca della Chiesa docente; prendiamo atto pure del fatto che solo la presenza del falso papa Bergoglio, del suo stile, delle sue ripetute empietà, consentono a sacerdoti indegni, come padre Sosa, di abbandonarsi a simili espressioni, incuranti e sprezzanti del male che esse provocano ai fedeli, del turbamento, della sofferenza, del senso di smarrimento causato alle anime. Resta un altro punto da chiarire: che il diavolo agisce attraverso le tentazioni, ma che l’uomo è libero di assentire o rifiutare, perché dotato di libero arbitrio. Il diavolo non è un’astrazione, è una presenza reale; ma anche la libertà umana non è un’astrazione, ma un dato oggettivo: nessuno pecca, se non vuole peccare: in questo senso l’apostolo Giovanni dice che chi opera il male è figlio del diavolo, mentre chi è giusto è figlio di Dio; si tratta di una figliolanza adottiva, che deriva dalle libere e precise scelte di ciascun uomo. Chi sceglie il male, sceglie di essere figlio del diavolo; chi sceglie il bene, sceglie di essere figlio di Dio. E qui sorge un altro problema, sempre a causa di errate interpretazioni della dottrina per opera dei neoteologi e dei neopreti buonisti e permissivi, più che mai incoraggiati dal falso papa, buonista e permissivo a oltranza, fino al punto di asserire che Dio stesso è pago che gli uomini rimangano nel loro peccato, se non sono capaci di liberarsene (vedi il capitolo ottavo di Amoris laetitia, § 303).

È venuto a distruggere le opere del diavolo (1 Gv 3, 8)

di

Francesco Lamendola
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