ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 23 febbraio 2018

Niente di nuovo sotto il sole

Nuova campagna di falsificazione sulla Siria da parte dei media occidentali


Padri salesiani            
Padre salesiano: state difendendo i terroristi che sparano i missili sulle scuole
Padre salesiano di Damasco su Ghouta: “Ma quali vittime perseguitate dal regime. È l’esatto contrario, sono terroristi che sparano missili contro le nostre scuole”
“Voi europei invece appoggiate i terroristi che colpiscono la gente innocente. Questo è inaccettabile e qualcuno deve dirlo”
Ogni volta, ogni volta, ribadiamo ogni volta che l’esercito siriano è impegnato a liberare il SUO territorio dai terroristi finanziati, armati e supportati da Nato e Nato del Golfo, l’arma più potente di questi ultimi, la propaganda mediatica inonda l’etere di “fake news” per bloccare l’avanzata. E’ lo stesso copione di Aleppo che si ripete in queste ore a Ghouta.

A questo proposito è interessante leggere con molta attenzione quanto riporta la rivista “tempi.it”. Parla il Padre salesiano Mounir, attualmente responsabile di un oratorio a Damasco con oltre 1200 giovani. «Lo so cosa scrivono i media da voi in Italia e in tutto l’Occidente sulla guerra che si sta combattendo a Ghouta. Raccontano solo una faccia della medaglia, nessuno si preoccupa del nostro dramma».
E ancora: “Io lo so che il governo siriano non è costituito da santi né da angeli, c’è la corruzione come in tanti altri paesi. Però dovete capire che la maggioranza della popolazione siriana, che soffre come e più degli altri, si fida di questo governo, nonostante i suoi sbagli. Voi europei invece appoggiate i terroristi che colpiscono la gente innocente. Questo è inaccettabile e qualcuno deve dirlo».
Da Tempi.it
Il bombardamento di Ghouta si è intensificato nell’ultima settimana, perché il governo prepara l’assalto finale per riprendere il quartiere.
«Tutto il giorno si sentono gli aerei dell’esercito che sorvolano la capitale. Spero che l’attacco cominci presto e che la zona venga finalmente liberata, come è stata liberata Aleppo», continua padre Mounir, ricordando che «Ghouta non è un quartiere di vittime perseguitate dal regime, come raccontate voi. È l’esatto contrario. Sono anni che sparano missili sulla capitale, uccidono innocenti, poveri civili. Quanti sono i bambini morti qui di cui nessuno parla? Questi non sono l’opposizione, sono terroristi, vengono da ogni parte del mondo, e l’esercito siriano ha il diritto di difendere la dignità dei siriani e il paese».


Scuola bombardata dai terroristi in Siria

Il prossimo mese la Siria entrerà nel suo ottavo anno di guerra e padre Mounir non si fida più delle trattative di pace condotte dalla comunità internazionale: «Non stanno risolvendo niente, parlano ma non fanno nulla». Il sacerdote è stato ordinato cinque anni fa a Torino, ma ha scelto di lasciare l’Italia e tornare a Damasco per «servire il mio popolo in difficoltà». In questi giorni, però, le sue attività sono limitate al minimo perché «il governo ha consigliato a tutti di non muoversi di casa, se non per attività strettamente necessarie, perché molte zone della capitale sono sotto tiro. Nonostante questo cerchiamo di stare vicini ai nostri ragazzi e alle nostre famiglie».
Nota: Niente di nuovo sotto il sole. Tutte le TV ed i media del sistema atlantista hanno riiniziato a martellare l’opinione pubblica presentando la solita narrazione di comodo, quella del “cattivo tiranno (Assad) che bombarda il suo popolomentre i ribelli(democratici) resistono ai bombardamenti, decine di ospedali vengono colpiti e i bravi “caschi bianchi” (affiliati ad al Qaeda) salvano i feriti. Si tratta delle stesse Tv e degli stessi media che non hanno dato notizia dei massacri di civili effettuati dalla coalizione USA nei bombardamenti fatti su Raqqa, poche settimane addietro. Le vittime fatte dai “liberatori” USA e soci non contano e non sono degne di menzione per i media atlantisti.
Nel frattempo una mini coalizione formata da USA, Francia e Gran Bretagna decide altri invii massicci di armi ai gruppi terroristi  e studia la possibilità di creare una nuova provocazione con armi chimiche per avere il pretesto di un intervento militare. A tutti i costi le potenze occidentali, in accordo con Israele ed Arabia Saudita, vogliono rovesciare il governo di Damasco, difeso dall’asse della Resistenza e dalla Russia. Loro, USA, Arabia Saudita e soci, si sa, sono “il bene assoluto”, gli altri i “malvagi” che rappresentano un pericolo per il mondo. Presto anche la grande macchina di Hollywood presenterà qualche nuova opera cinematografica per rafforzare questa narrazione.

Viaggio nell'inferno di Ghouta: ecco chi sono i ribelli anti Assad

Nel 2015 gli abitanti catturati sfilavano in gabbia


Prima di piangere per Ghouta bombardata dal «macellaio» Assad guardate queste fotografie. In quelle gabbie caricate sui pianali di camion e trattori sono rinchiusi centinaia di civili, tra cui molte donne con i loro bambini.










Molti erano stati catturati e rapiti durante le retate condotte dopo la conquista di questo quartiere sud orientale di Damasco caduto in mano ribelle già nel 2013. Nel novembre 2015 tutti quei disgraziati vennero ingabbiati e fatti sfilare per le strade di Ghouta tra due ali di folla festante. L'unica colpa di molti di loro era la fede alawita, ovvero l'appartenenza alla stessa minoranza religiosa di Bashar Assad e della sua famiglia. Altri erano sunniti accusati di complicità con il regime per aver lavorato nei ranghi dell'amministrazione governativa. A chiuderli in gabbia con lo scopo dichiarato di usarli come «scudi umani» erano stati i militanti di Jaysh al- Islam, il gruppo ribelle che ancora oggi controlla vaste aree di questa zona.




| شبكة شام: الثوار يضعون اسرى في أقفاص بين المناطق السكنية لحمايتها بطلب من سكان .


La disumana evidente crudeltà di queste immagini basta a far capire come la formazione sia difficilmente inquadrabile fra quei gruppi «moderati» a cui molti media nazionali ed internazionali attribuiscono il controllo di Ghouta e dintorni. Ed infatti i circa 15mila militanti di Jaysh Al Islam, (l'Esercito dell'Islam) finanziati e armati dall'Arabia Saudita, hanno come primo obbiettivo la fondazione di uno stato islamico basato sulla sharia. Ma questo sembra interessare a ben pochi. Le Nazioni Unite, le cancellerie occidentali, la grande stampa nazionale e internazionale e le organizzazioni umanitarie impegnate a condannare il regime di Bashar Assad accusandolo di massacrare i civili di Ghouta hanno deliberatamente dimenticato sia quelle foto, sia la folle ideologia religiosa perseguita da chi governa quei territori. Non è una novità.







Nell'autunno 2016 deplorarono con altrettanto sdegno le incursioni dell'aviazione russa e governativa sui quartieri di Aleppo Est. Salvo scoprire che i suoi disgraziati abitanti vivevano sotto il tallone di Al Nusra, la costola siriana di Al Qaida diventata signore indiscusso di quei quartieri. A Ghouta e dintorni le cose non vanno diversamente. Il diretto concorrente di Jaysh Al Islam in quest'area è «Hay'at Tahrir al-Sham», la coalizione che sotto il nome nuovo e rassicurante di «Organizzazione per la liberazione del Levante» nasconde i vecchi arnesi alqaedisti di Al Nusra. Tra i galantuomini presenti a Ghouta non mancano gli sgherri di Harakat Nour al-Din al-Zenki. Nel 2016 - subito dopo esser stata inserita dalla Cia nella lista dei cosiddetti «moderati» meritevoli dell'aiuto americano - la formazione diffuse il video della barbara decapitazione di un ragazzino di soli 15 anni accusato di aver collaborato con il regime.







Ma l'Occidente preferisce chiudere gli occhi anche su altri particolari non proprio ininfluenti. «Per voi occidentali le uniche vittime sono i civili di Ghouta, ma dimenticate che da quei quartieri partono i missili e i colpi di mortaio diretti contro i quartieri cristiani di Damasco - ricorda nel corso di una telefonata a Il Giornale padre Amer Kassar, parroco della chiesa Madonna di Fatima di Damasco - Solo martedì qui a Bab Touma e al Shaghour, i due quartieri cristiani più importanti di Damasco, abbiamo contato 13 morti e una settantina di feriti. Nell'ultima settimana almeno tre chiese, tra cui il patriarcato greco latino, sono state colpite dalle bombe dei ribelli. Le nostre case distano da Ghouta solo un paio di chilometri in linea d'aria e i ribelli ne approfittano per colpirci senza pietà. Dieci giorni fa Rita una ragazza del mio oratorio è stata uccisa da un colpo di mortaio esploso davanti alla chiesa. Christine, l'amica che era con lei, ha perso una gamba. Ma a voi occidentali non interessa. Per voi quei ribelli sono tutti degli angeli».

LA VERITA’ SULLE “STRAGI DI GOUTHA”.


Si ricalcano tutti,  i gridi d’orrore e di sdegno. Perché le loro fonti sono le stesse: L’Osservatorio siriano per i Diritti Umani che ha sede a Londra, e gli Elmetti Bianchi, la nota  formazione umanitaria di jihadisti fondata da “James Le Mesurierex ufficiale dell’esercito inglese, consulente del ministero degli Esteri e del Commonwealth. Ha iniziato a lavorare in Siria nel 2011, proprio in occasione delle Primavere Arabe” (Gli occhi della guerra).

Propaganda decisa a Washington l’11 gennaio

Tutte queste lacrime mediatiche sono state pianificate in un incontro riservato avvenuto a Washington  fra diplomatici dell’autodefinito “Piccolo gruppo americano sulla Siria” (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita e Giordania),  e di cui il  giornalista Richard Labeviére ha ottenuto una minuta della  riunione. Ve ne ho parlato anch’io  il 20 febbraio nell’articolo “Aria nuova in Siria – salvo che per gli occidentali”.
In quella riunione si è deciso (come ho riportato) di “mantenere la pressione sulla Russia, anche se  non può  si può  convincere Mosca ad abbandonare  il regime come speravamo”. A questo proposito,    “dobbiamo continuare – ciò che stiamo già facendo –   a  denunciare l’orribile situazione umanitaria e la complicità russa nella campagna di bombardamento di obiettivi civili”.
La RAI-TV esegue, come sapete”, avevo scritto. Facile previsione.

Sono i jihadisti  di Goutha che ammazzano i civilia  Damasco

Bisognerà ricordare che Goutha Est  è un vasto quartiere di Damasco,  occupato dai terroristi sunniti jihadisti che non solo tengono in ostaggio  la popolazione civile che non è riuscita a scappare (in tempo di pace ci abitavano in  400 mila), ma che da anni sparano  tiri di artiglieria contro la parte civile e pacifica di Damasco, uccidendo ogni volta una dozzina di passanti – fra cui molto bambini che la Goracci non vede, perché non le arrivano i servizi video degli Elmetti Bianchi.

Un casco bianco  salva il bambino di prammatica a Goutha Est   nei bombardamenti il 19 febbraio
(ABDULMONAM EASSA/AFP/Getty Images)

Il 4 febbraio, per esempio, i mortai dei terroristi di Goutha hanno ucciso 4 persone e ferite almeno 9 tirando su una folla che si era raccolta “per la distribuzione di aiuto umanitario da parte di un’organizzazione religiosa russa”. E’ stata danneggiata anche la chiesa.
Il 9 febbraio, 11  civili  abitanti in quartieri residenziali di Damasco  sono stati feriti da colpi di mortaio lanciati daGoutha Est.

(Syrian Civil Defense White Helmets, via AP)

L’11, è stato ucciso un civile. Il 12, tiri di mortaio hanno danneggiato l’ospedale di Ibn Sina. Il 14, un bambino è stato ferito da razzi lanciati  sul quartiere di  Esh al-Warwar.  Eccetera. E’ difficile far capire l’incubo che questo stillicidio impone alle vite degli abitanti civili di Damasco – specialmente alla Goraccci, che ha lacrime solo per Goutha e le  foto di Caschi Bianchi.
E’ come se  dei  terroristi islamici avessero occupato Trastevere e da lì sparassero colpi di mortaio su via del Corso  e il Pantheon.
In un raro servizio della tv msn, di due giorni fa, potete constatare cosa  pensano gli abitanti di Damasco di quelli di Goutha Est.

E’ ovvio che il  governo  stia facendo uno sforzo supremo  per liberare questa ultima sacca di jihadisti cari all’Occidente insediati in un quartiere della capitale da 4 anni, che uccidono l popolazione libera di Damasco .
L’ulteriore prova della falsità  dei reportags lacrimosi su Goutha è che tutti,  con lo stampino, evocano “l’agosto 2013, quando il regime di Assad bombardò con armi chimiche questa stessa zona”.  Ora, l’attaco con armi chimiche, che era il pretesto scelto da Obama per invadere la Siria (insieme a Hollande e a Erdogan),   è stato comprovato essere un false flag organizzato, soprattutto fotograficamente,  dagli Elmetti Bianchi.  In queste ore,  i comandi russi segnalano che gli Elmetti Bianchi avendo distribuito maschere antigas, possono preparare un altro false flag “chimico”.



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