Abbiamo visto tutti il video pubblicato ieri su Stilum Curiae. E proprio mentre il post stava uscendo, l’abate Faria, senza aver preso visione del video stesso, ha inviato un suo commento che sembra appropriato alla circostanza. Ma non solo. Eccolo.
La tragedia della Chiesa degli ultimi decenni, come aveva intuito l’allora cardinale Ratzinger, è la crisi della liturgia. Purtroppo questa crisi è molto più profonda di quello che immaginiamo, tanto che oggi se ne è proprio perso il senso. In fondo, non è oggi tutto “normale”? Se non esiste più anormalità fa anche senso che le liturgie con le schitarrate non creino più sorpresa. I difetti fisici sono divenuti “diverse abilità”. Quindi ci dobbiamo tenere le nostre liturgie “differentemente abili” perché non c’è proprio segno che si avrà un cambiamento. Anzi, preghiamo affinché non ci siano nell’immediato ulteriori cambiamenti, che ci sprofonderebbero ancora più nel baratro.
Il mondo tradizionale, dal canto suo, almeno da noi, purtroppo non offre molta speranza, con congregazioni religiose che pensano più che altro a schivare i colpi e alla loro sopravvivenza in una situazione oggettivamente non favorevole; e da parte di molti di coloro che si dicono appartenenti a questo mondo, esiste un rancore profondo che offusca la vivacità intellettuale. Ci sono realtà interessanti, soprattutto sulla rete, blog che fanno un servizio importante di contro informazione. Ma da noi anche il mondo tradizionale vive in una realtà complessa per la sua prossimità con il Vaticano, almeno in senso geografico, è un mondo spesso diviso e frazionato, in cui si odono più le voci rancorose che usufruiscono dei mezzi messi a disposizione dalla tecnologia che le voci posate, ragionate, che portano un contributo culturale importante. Ma ripeto, non si può non comprendere l’oggettiva difficoltà di essere parte di una Chiesa in evidentissimo affanno che non va ricondotto al presente Pontefice, ma a decenni di rivoluzione culturale. In Cina è durata una decina d’anni, qui da noi sembra non finire mai.
Abate Faria
Riscopriamo il saluto Sia lodato Gesù Cristo Sempre sia lodato
“…perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” (Fil.2,10-11)
La giaculatoria: “Gesù mio, misericordia“, recitata con cuor contrito, ha cento giorni d’Indulgenza anche applicabile alle sante Anime del Purgatorio. E sempre Papa Sisto V con sua Bolla Redituri 11 luglio 1587 concede anche cento giorni d’indulgenza per ogni volta che salutandosi l’un l’altro si dirà divotamente:
“Sia lodato Gesù Cristo”, e si risponderà: “Sempre sia lodato”; che nella versione latina è: Laudetur Jesus Christus – Nunc et semper (ora e per sempre), che nella forma italiana si è tradotta in: sempre sia lodato, semper Laudetur.
Bellissima pratica che si trova scolpita fin anche in testi storici e che da raccomandarsi ovunque, è stata purtroppo cestinata con l’imperversare del falso spirito del Concilio Vaticano II.
“Massime queste, piuttosto, da riscoprirsi per opera dei parroci e degli altri sacerdoti, dei maestri e delle maestre, dei laici ora specialmente che il Nome Santissimo di Gesù Cristo viene così spesso dagli eretici ed anche dai cattivi cristiani profanato con orribili bestemmie. Pio PP. IX, felicemente regnante, nel giorno 11 agosto dell’anno 1851, alle preghiere del P. Procurator Generale dei Chierici Regolari Somaschi, ha largito l’Indulgenza di cinquanta giorni per ogni volta ed in perpetuo a tutti i fedeli, che reciteranno, almeno col cuor contrito, la seguente giaculatoria (in qualunque idioma, purchè la versione sia fedele), “Dulcissime Jesu, ne sis mihi Judex, sed Salvator. Dolcissimo Gesù, non siatemi Giudice, ma Salvatore“. (1)
Così scriveva Dante: “lodare qualcuno per la sua diligenza, la sua tenacia, la sua modestia; mi lodò d’aver saputo tacere; tutti lodarono il suo coraggio, la sua onestà, il suo disinteresse; E se ’l mondo sapesse il cor ch’elli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.”
Persino nella simpatica serie “continuavano a chiamarlo trinità”, il duetto Bud Spencer (in questo caso è “Bambino”) e Terence Hill ( Trinità) ne esce vincente e convincente:
- Monaco: Sia lodato Gesù Cristo.
- Bambino: Perché?!
- Priore: Be’… quando il pellegrino penitente o il viandante affaticato bussa alla nostra porta noi lo salutiamo dicendo: “Sia lodato Gesù Cristo”, e l’altro risponde: “Sempre sia lodato”.
- Trinità: Ah adesso ho capito, sempre sia lodato! E tu che fai, non lodi?
- Bambino: Certo. Sempre sia lodato.
Che cosa è accaduto perchè questo saluto e questa lode al nostro Signore Dio è venuto meno? Difficile rispondere, non senza entrare in inutili polemiche, faremo prima – e meglio – a riscoprirne il valore e tornare ad usarlo. Dipende da noi!
Questa lode era anche un segno di accompagnamento da parte di Gesù verso chi si salutava il quale, rispondendo al saluto con “il sempre sia lodato” accoglieva questo straordinario Accompagnatore, lo riconosceva per come lo si invocava. Citando sempre la scena del western all’italiana, infatti, Bambino che dimostra come sempre di non aver capito nulla, conclude:
- Monaco: Che il Signore vi accompagni.
- Bambino: No, andiamo da soli!
Ecco allora, non usare più questo saluto fra noi Cristiani. Non riconoscendo più l’autorevolezza di chi ci accompagnava in questo saluto, non si fa altro che rispondere come Bambino: “No! Andiamo da soli” e perciò si è sostituito il più laico saluto della politica corretta: buon giorno, buona sera, buon pranzo, buon viaggio..
Il saluto Cristiano, nella storia della Tradizione più viva, aveva ed ha dei significati profondamente teologici.
Prendiamo altri esempi quali: “Addio“, i cristiani lo usavano soprattutto durante le persecuzioni quando, trascinati per il martirio, sapevano di non rivedersi più su questa terra e così si auguravano un “A-Dio” che era un a-rivederci in Cristo. Oggi invece si pronuncia un “addio” svuotato del suo significato cristiano.
Un altro esempio era l’augurare la buona sorte con il saluto “buona-ventura”, da dove deriva Giovanni Fidanza, così si chiamava il futuro san Bonaventura, ma pochi sanno, forse, come scaturì il suo nome. La leggenda francescana (che non vuol dire – storia inventata – ma da “leggere”) dice che quando Giovanni Fidanza da bambino si ammalò, la madre lo portò da san Francesco che lo benedisse e, benedicendolo gli fece questo augurio che poi egli scelse quale nome, entrando tra i francescani: Bona-Ventura, ossia, invitava il futuro santo a non avere timore di avventurarsi nelle cose di Dio, a diventarne discepolo, operaio della vigna; seguire Cristo è la più bella delle avventure. E così volle chiamarsi Giovanni Fidenza, nell’entrare tra i francescani: Bonaventura.
Augurare “Buona ventura” anziché buona fortuna, assume davvero un altro senso, san Francesco e la cultura cristiana, hanno ancora molto da insegnarci.
Certo, il saluto tra Cristiani più consono all’abbraccio tra credenti – e non – è quello indicato nella Scrittura:
- – Il vecchio gli disse: “La pace sia teco!” (Giudici 19,20);
- – In qualunque casa sarete entrati, dite prima: Pace a questa casa! (Lc.10,5);
- – Or mentr’essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: Pace a voi! (Lc. 24,36); tenendo bene a mente che in questo “Pace a voi” Gesù sottolinea di quale pace parla: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. (Gv.14,27);
- – Pace a voi! E detto questo, mostrò loro le mani ed il costato. (Gv.20,20)
Il saluto cristiano, veramente cattolico, è dunque “mostrare, portare qualcosa”, è augurare all’altro di “vedere” con gli occhi della fede la consistenza di tale saluto, ossia ciò che il saluto contiene.
Il senso profondo ce lo suggerisce, ad esempio, il Saluto che l’Arcangelo Gabriele portò alla Vergine Santa:
“La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio…”(Lc.1,27-30)
Da questo saluto angelico prende forma il nostro “Sia lodato Gesù Cristo” al quale il destinatario risponde con il “Sempre sia lodato”, a sottolineare quel “il Signore sia con te”, ti sia propizio, non temere “perchè in Lui troviamo grazia presso Dio”.
“Io, Terzio, che ho scritto l’epistola, vi saluto nel Signore” (Rom. 16,22). Così come da questa Salutazione angelica prese la bella tradizione di salutarsi, fra donne e donne consacrate – le suore – con “Ave Maria!”, oppure: Laudetur Jesus Christus et Maria Immaculata. Amen.
E c’è anche il riferimento a quando non dobbiamo dare il saluto cristiano, per esempio, a coloro che spacciandosi per credenti in realtà non sono rimasti nella sana dottrina, allontanandosi: “Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui” (2Gv. 1,10-11), non è cattiveria quella usata da Giovanni o maleducazione, togliendogli il saluto si testimonia, più semplicemente, che con una tale persona non esiste più nessuna comunione spirituale, non c’è più quella grazia che univa mentre oggi, in nome dell’educazione, si è diventati tutti più buoni di Gesù Cristo, tutti più educati di Lui che osava dire: “Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. … Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi, …(Lc 10, 3-6, 10-11).
Pace a voi! sì, senza dubbio, ma senza dissociare questa pace vera dal seguente monito: “Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi”.
Ma si sa, Gesù non usava la politica corretta, quindi oggi si censura Gesù per timore che le sue parole possano offendere chi non la pensa come Lui.
Ed è ovvio che un saluto come questo del “Sia lodato Gesù Cristo”, infastidisce, è retrogrado, è vecchiume… non è di moda, non raccoglie applausi e consensi, non ti fa diventare simpatico e accattivante dalla gente.
“Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita … eravate senza Cristo … senza speranze e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesú, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli un popolo solo … facendo la pace, … per mezzo della croce. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo spirito” (Ef 2, 11-18).
Infine, il significato del nome Gesù è quello di Salvatore; nel corso della vita pubblica di Gesù, i suoi discepoli, appellandosi al suo nome, guariscono i malati, cacciano i demoni e compiono ogni sorta di prodigi: “…Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale possiamo avere la salvezza”. Il suo culto venne esteso a tutta la Chiesa nel 1700, Paolo VI spostò la festa al 1° di gennaio e Giovanni Paolo II la riportò al 3 gennaio.
E’ una festa facoltativa, ma sarebbe bene ricordarci che “facoltativo”, in questi casi, non significa NON FARLO, al contrario, significa che un sacerdote può e dovrebbe farlo. Infatti questo Santissimo Nome, per salvarci, non è facoltativo, è un obbligo morale e spirituale.
In questo video riportiamo anche il famoso trigramma IHS di san Bernardino da Siena.
Sia benedetto il Nome di Gesù.
Sappiamo che non è facile vivere in un mondo che ci è ostile persino nel saluto, ma non perdiamo la speranza e ritorniamo ad invocare Gesù nel salutare gli altri, specialmente se sacerdoti, invitandoli a rispondere con il “Sempre sia lodato” non solo per difendere ma anche per testimoniare la nostra vera identità di Figli di Dio.
Sia lodato Gesù Cristo; Sempre sia lodato.
Note
1) “Una preziosa parola ai figli ed alle figlie” dell’Oratorio di San Francesco di Sales – Tipografia Salesiana 1862 – e rieditate dai Salesiani, cliccare qui.
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