Usurpatori? Che chiesa è quella che capovolge la Parola di Dio? L’elenco delle discrepanze fra ciò che dice Gesù e ciò che dicono il signor Bergoglio e gli altri esponenti del neoclero. Il caso Viganò della lettera falsificata
di Francesco Lamendola
Gesù, parlando di Giuda Iscariota, disse ai discepoli: Sarebbe meglio per lui se non fosse mai nato!; ma il signor Bergoglio ha detto che anche Giuda, probabilmente, si è salvato.
Gesù ha detto che sarebbe meglio per lui se chi dà scandalo si legasse una macina al collo e si gettasse nel mare, ma monsignor Paglia ha affermato che tutti dovrebbero prendere a modello la vita di Marco Pannella, persona, a suo dire, dalla spiritualità altissima.
Gesù, interrogato sul divorzio, ha ordinato: L’uomo non divida ciò che Dio ha unito; ma molti vescovi e sacerdoti, richiamandosi esplicitamente all’esortazione Amoris laetitia, ritengono i divorziati rispostati degni di ricevere la santa Comunione, come se non fossero affatto peccatori.
Interrogato sull’adulterio, Gesù dice alla donna adultera: Vai, e d’ora in avanti non peccare più; ma il signor Bergoglio, in Amoris laetitia (capitolo ottavo), dice che, in certi casi, Dio stesso non si aspetta altro che il divorziato risposato, o passato a una nuova unione, rimanga nello stato in cui è, cioè perseveri nel peccato dell’adulterio: Dio, così, smentirebbe la sua stessa legge.
Nella Bibbia, Dio comanda ai primi uomini: Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra; ma il signor Bergoglio, riferendosi esplicitamente alla Humanae Vitae di Paolo VI, osserva, con la sua ineffabile delicatezza, che essere cattolici non significa fare figli come i conigli.
Gesù è stato tentato dal diavolo nel deserto, per tre volte, e in seguito ha eseguito numerosissimi esorcismi, ha parlato del diavolo e ha spiegato ai suoi discepoli perché, in certi casi, non riuscivano a scacciarlo; ma padre Sosa Abascal, preposito generale dei gesuiti, ha dichiarato tranquillamente che il diavolo non esiste e che si tratta solo di un’immagine simbolica del male.
Gesù ha detto di Sé stesso: Io sono la via, la verità e la vita; e ha detto anche: Nessuno può venire al Padre se non per mezzo di me; ma il signor Bergoglio ha dichiarato che Dio non è cattolico e che lui, comunque, non crede in un Dio cattolico.
Gesù ha ordinato ai suoi discepoli: Andate in ogni luogo, battezzate e annunciate il Vangelo; ma il signor Bergoglio ha dichiarato che l’apostolato è una solenne sciocchezza.
Gesù, quando pregava il Padre celeste, si prostrava con la faccia sino a terra (cfr. Matteo, 26, 39); ma il signor Bergoglio non fa quasi mai neppure l’atto di inginocchiarsi davanti al Santissimo.
Gesù, parlando del Giudizio finale, ha detto che Dio chiamerà i buoni alla sua destra e scaccerà i peccatori alla sua sinistra, dicendo loro: Via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!; ma il signor Bergoglio ha detto che Dio, alla fine dei tempi, chiamerà tutti gli uomini per vivere con Lui sotto una immensa tenda, evidentemente il Paradiso.
Gesù, a chi lo voleva portare sul terreno della politica, ha risposto: Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio; ma il signor Bergoglio parla continuamente di politica, dei cosiddetti migranti, s’intromette nell’attività del Parlamento italiano per esortarlo ad approvare la legge sullo ius soli, si schiera nella campagna elettorale statunitense a favore di Hillary Clinton (sostenitrice del divorzio, dell’aborto, delle unioni omosessuali) e contro Trump, col quale poi entra direttamente in polemica.
San Paolo scrive: Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio (1 Corinti, 6, 9-10), ma il gesuita James Martin dice che molti santi certamente erano gay, il vescovo di Santiago, Barrio, ordina sacerdoti due noti omosessuali e il vescovo di Anversa, Bonny, auspica che la Chiesa riconosca ufficialmente le “unioni” omosessuali.
L’ottavo comandamento ordina: Non dire falsa testimonianza; ma monsignor Viganò ha alterato la lettera del papa emerito, intenzionalmente e sfacciatamente, senza poi chiedere scusa ad alcuno.
La Bibbia racconta che Dio distrusse la città di Sodoma per la gravità del peccato dei suoi abitanti, invece monsignor Galantino, parlando a un gruppo di giovani, ha detto che Dio la risparmiò.
È necessario continuare? Potremmo farlo per pagine e pagine; potremmo andare avanti fino a domani. L’elenco delle discrepanze fra ciò che dice Gesù e ciò che insegna, da sempre, il Magistero della Chiesa cattolica, da una parte, e ciò che dicono il signor Bergoglio e gli altri esponenti del neoclero, Paglia, Galantino, Sosa, eccetera, è purtroppo pressoché infinito. Dove vogliamo arrivare, con questo discorso? È molto semplice: intendiamo sostenere che il signor Bergoglio e gli altri esponenti del neoclero non sono fedeli alla vera dottrina di Gesù Cristo; che i loro insegnamenti non sono coerenti con il Magistero perenne; e che, di conseguenza, essi usurpano il nome di papa, di vescovo, di sacerdote, perché, in realtà, non agiscono da papa, né da vescovi, né da sacerdoti, ma in maniera esattamente contraria a ciò che la vera Chiesa ha sempre fatto: preoccuparsi di condurre le anime verso la salvezza eterna. Essi, al contrario, le stanno mettendo in gravissimo pericolo, perché le stanno traghettando verso una serie di eresie, verso l’apostasia generalizzata. E il fatto che molte anime sprovvedute e troppo fiduciose non se ne rendono neppur conto, fa sì che il loro tradimento sia ancora più grave, e la loro colpa ancor più inescusabile.
Ci si chiede da dove vengano tanta arroganza, tanta protervia. Qui non stiamo parlando di dettagli, di questioni secondarie o, comunque, opinabili: stiamo parlando della dottrina e della morale cattoliche, inscindibilmente legate l’una all’altra, le quali, nelle mani di questo neoclero modernista e progressista, vengono sempre più stravolte, sempre più rovesciate nel loro contrario, vale a dire in una dottrina e in una morale non solo non cattoliche, ma anticattoliche e anticristiane. E la sola risposta possibile è che tanta arroganza e tanta protervia possono venire solo dalla consapevolezza di essere giunti ormai vicini alla meta, dopo una marcia di avvicinamento che si è svolta, nelle fasi iniziali, con una certa cautela, per non dire con una buona dose di circospezione. A partire dal Concilio Vaticano II – è quella la data che fa da discrimine tra la vera Chiesa e quella falsa – sono state introdotte una serie di innovazioni, dapprima sul piano liturgico, poi anche su quello pastorale e, infine, nella sfera dottrinale, le quali, un passo alla volta, una forzatura alla volta, diciamo pure due passi avanti e uno indietro, tanto per confondere le menti e gettare un po’ di fumo negli occhi delle anime semplici, son riuscite là dove un assalto frontale ed esplicito sarebbe probabilmente fallito: a spostare gradualmente, ma, forse, irreversibilmente, l’assetto complessivo della Chiesa cattolica su posizioni che solo esteriormente e genericamente possono ancora sembrare cattoliche, mentre, di fatto, non lo sono più. E ormai della vera Chiesa è rimasto poco più che il guscio vuoto, e, sovente, nemmeno quello. Il pontificato del falso papa Bergoglio è stato voluto proprio per dare l’ultimo colpo a quel poco che rimane della vera Chiesa, ormai ridotta a un semplice residuo in mezzo alla marea della neochiesa. Prendiamo, fra i cento, i mille che potemmo scegliere, il caso della lettera di Benedetto XVI, deliberatamente falsificata da monsignor Viganò, il responsabile generale della comunicazione della Santa Sede: talmente falsificata che perfino le righe “scomode” erano state appositamente sfuocate, con un ritocco fotografico, nella riproduzione dell’originale, in modo da rendere “perfetto” il delitto. Sembra quasi impossibile che un sacerdote, un uomo di Chiesa, per giunta un uomo che occupa una così alta responsabilità, abbia potuto agire con tanto cinismo e con tanta spregiudicatezza, manipolando le parole del papa emerito con la stessa disinvoltura con cui i manutengoli di Stalin manipolavano le foto e i documenti del Partito bolscevico, in modo da far sparire la presenza di Trozkij, come se il leader dell’opposizione antistaliniana non fosse neppure mai esistito. E che dire dell’improntitudine di aver voluto leggere il testo integrale della lettera di Benedetto XVI, in sala stampa, mentre ai presenti veniva distribuito il testo taroccato, e sugli organi di stampa compariva solo questo, ovviamente catturando i titoli delle maggiori testate nazionali, nel senso desiderato da Viganò? E che dire, ancora, del servilismo, della piaggeria, o della inverosimile ‘distrazione’ di tutti quei vaticanisti, ad eccezione di uno solo, i quali non si sono accorti della spudorata manovra e hanno mandato giù per buona la falsificazione del pensiero del papa emerito, tanto che per poco la cosa non è andata in porto, a maggior gloria del falso papa Bergoglio? Ma la cosa più sconcertante è, forse, il seguito e la conclusione della vicenda: con quelle dimissioni di Viganò che non contengono una sola parola di scusa, né verso Benedetto, né verso il pubblico, e con il signor Bergoglio che finge di accettarle e poi fa rientrare trionfalmente il dimissionario nella stessa cabina di comando dalla quale, in teoria, era stato allontanato per manifesta incapacità e disonestà. Sarebbe come se un ministro venisse costretto alle dimissioni per una gravissima scorrettezza, vista da tutto il popolo italiano, e il capo del governo, dopo aver fatto finta di accogliere quelle dimissioni, subito dopo lo promuovesse ad un ruolo del tutto analogo, se non perfino superiore, a quello precedente, oltretutto nello stesso ambito, e a contatto con le stesse persone, facendo così acquistare all’intera vicenda il sapore di una beffa, di una beffa spudorata ai danni del popolo e del Parlamento. Evidentemente, qualunque cosa facciano e di qualunque colpa o inadempienza si macchino, i membri del neoclero si sentono e, di fatto, sono, praticamente inattaccabili: non c’è forza al mondo che li possa allontanare, perché il vertice della Chiesa, di cui si è impadronita la massoneria ecclesiastica, ha deciso di gettare la maschera e di agire ormai apertamente: con la trista certezza che solo pochissimi si sarebbero accorti della sporca manovra e avrebbero gridato al tradimento; come di fatto sta avvenendo.
Bisogna osservare, infatti, che non saremmo giunti a questo punto, e la falsa chiesa non sarebbe riuscita a insinuarsi nella vera Chiesa con tanta sicumera, con tanta sfrontatezza, se la maggioranza del popolo cristiano non fosse caduta in uno stato di profondo sonno spirituale; se i cattolici non fossero scivolati nell’abitudine, nella pratica esteriore, nella ignoranza sempre più grave dei contenuti della loro stessa religione. Solo così si spiega il fatto che le cose abbiamo potuto andare tanto avanti, e che ormai il falso papa, i suoi cardinali e i suoi vescovi possano dire e fare cose sempre più eretiche, sempre più empie, fino alla bestemmia (come dimenticare, ad esempio, quel terribile: Gesù si è fatto serpente, si è fatto diavolo, oppure quel Gesù fa un po’ lo scemo, pronunciati da Bergoglio senza che nessuno si stracciasse le vesti?), e tutto ciò viene tollerato, anzi, si direbbe che la popolarità mediatica di costoro cresca sempre di più. Perché nessuno di quei giornalisti si è alzato in piedi per dire: Monsignor Viganò, quello che lei ci ha letto non combacia con il testo che è stato da lei reso pubblico!
Che chiesa è quella che capovolge la Parola di Dio?
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