Veramente il mondo dei soldi e della finanza oltre Tevere riserva ogni giorno qualche nuova sorpresa. Stilum Curiae varca le Alpi. Sulle ali di una mail che ci ha inviato un amico, facendosi tramite: “Caro Marco, ti giro le due righe di questo personaggio francese (si intende da come si esprime in italiano) che ha avuto ruoli, credo di carattere diplomatico con il Vaticano, fino a poco tempo fa. Vedi tu se di interesse”.
L’autore viveva, così ci dice il nostro amico, in una bella casa sull’Aventino, non lontano dalla sede dell’Ordine di Malta. Quello, per intenderci, dal cui buco della serratura del portone si vede San Pietro. Così ci è venuto spontaneo chiamarlo l’Observateur de l’Aventin. Quello che lo ha spinto a scriverci dalla fredda Parigi è una notizia che riportiamo qui in originale e nella nostra traduzione:
CITE DU VATICAN, 2 mars (Reuters) – Un ancien président de l’Institut pour les oeuvres de religion (IOR), la Banque du Vatican, sera jugé pour détournement et blanchiment d’argent, a annoncé vendredi le Vatican. Angelo Caloia, 78 ans, qui a présidé l’IOR de 1999 à 2009, comparaîtra au côté d’un autre ex-responsable de la banque, Gabriele Liuzzo, 94 ans, qui a y occupé des fonctions de conseiller juridique. Un troisième homme visé par l’enquête, Lelio Scaletti, ex-directeur général de l’IOR, est mort il y a plusieurs années. Dans un communiqué, l’IOR écrit que le “comportement illégal” du trio entre 2001 et 2008 a conduit à des dommages estimés à 50 millions d’euros. D’après les procureurs, ces détournements s’appuyaient sur la cession d’une trentaine de bâtiments que détenait le Vatican et que le trio a supervisée. Les trois hommes auraient sous-estimé le produit de ces ventes dans les comptes de l’IOR et empoché la différence. Le procès de Caloia et Liuzzo s’ouvrira le 15 mars devant le tribunal du Vatican. (Philip Pullella Henri-Pierre André pour le service français).
Un ex presidente dell’istituto per le Opere di Religione (IOR) la Banca del Vaticano, sarà giudicato per distrazione e riciclaggio di denaro, ha annunciato venerdì il Vaticano. Angelo Caloia, 78 anni, che ha presieduto lo IOR dal 1999 al 2009, comparirà a fianco di un altro ex responsabile della banca, Gabriele Liuzzo, 94 anni, chi vi ha occupato funzioni di consigliere giuridico. Un terzo uomo interessato dall’inchiesta, Lelio Scaletti, ex direttore generale dello IOR, è morto da diversi anni. In un comunicato lo IOR scrive che “il comportamento illegale” del trio, fra il 2011 e il 2008 ha portato a danni stimati a 50 milioni di Euro. Secondo i procuratori, queste distrazioni s’appoggiavano sulla cessione di una trentina di immobili di proprietà del Vaticano e sui il trio aveva la supervisione. I tre uomini avrebbero sottostimato il ricavato di queste vendite nei conti dello IOR e messo in tasca la differenza. Il processo di Caloia e Liuzzo si aprirà il 15 marzo davanti al tribunale del Vaticano.
Ed ecco le osservazioni de l’Observateur de l’Aventin, che abbiamo preferito lasciare nel testo orginale.
“Signor Tosatti, io vengo da leggere il comunicato qui sotto allegato. E’ a dire che un Presiedente, e il direttore, della Banca del Papa sono accusati di comportamento illegale che ha provocato danni economici rilevanti alla Chiesa… Bene. Questa istoria è mormorata da molti anni all’interno del Vaticano, e mi han parlato di dossier, alla Segreteria di Stato, su questa istoria. Come si fa apparire solo adesso dopo circa diciassette (o minimo dieci) anni ? Come mai allora a questo presidente, quando fu invitato a partire, è stata accordata una pensione principesca? Perché? Doveva tacitare? Curioso è ugualmente la stima dei danni: 50 milioni di euro, corrisponde al montante di contribuzione dato ogni anno dalla Banca del Papa alla Segreteria. Curioso, se non impensabile, anche che due persone possano avere venduto una trentina di proprietà senza approvazione del consiglio di amministrazione, dei commissari ai conti, e della Commissione cardinalizia di sorveglianza. Tutto ciò è curioso”.
Proprio curioso. Dopo tanti anni! E non se ne erano accorti? Ma che bisogno c’è di Dan Brown, quando la realtà è questa?
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