Storia completa della beata Caterina Emmerick e le Visioni
“La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine. … Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione” (1820) – “Verranno tempi molto cattivi, nei quali i non cattolici svieranno molte persone. Ne risulterà una grande confusione. Vidi anche la battaglia. I nemici erano molto più numerosi, ma il piccolo esercito di fedeli ne abbatté file intere [di soldati nemici]. Durante la battaglia, la Madonna si trovava in piedi su una collina, e indossava un’armatura. Era una guerra terribile. Alla fine, solo pochi combattenti per la giusta causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era la loro”. (22 ottobre 1822)
IL VIAGGIO IMMOBILE – Nel passato, il suo presente e nel futuro della Chiesa.
Vita, sangue e profezia in Anna Katharina Emmerick
Prima di inoltrarci nel cuore della vita di questa beata Suor Anna Caterina Emmerick, chiariamo subito che cosa è la Mistica.
Seppur il latino “mysticus” suoni come misterioso, arcano, va subito chiarito che nella fede cattolica il concetto di arcano e misterioso non significa un muro invalicabile, inaccessibile, o solo per pochi: al contrario, significa “un orizzonte” che, a causa del peccato e delle tenebre del mondo, non riusciamo a vedere. Ma che grazie al Battesimo, ai Sacramenti (la Grazia) e ad una vita cristiana correttamente intesa e vissuta, possiamo “intravedere” e in alcuni casi “avvicinare”, ossia pregustare già qui sulla terra da quando “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Faremo questa necessaria premessa, che è anche introduzione alla vita della nostra Beata, nei 5 primi paragrafi numerati che seguono (che, per chi non ha abbastanza basi teologiche, sarebbe opportuno leggere). Infine, ma non per ultimo, dobbiamo tenere a mente la Vergine Maria, Mare di Dio la “Mistica” per eccellenza, la “Rosa Mistica”, come affermiamo nelle Litanie Lauretane che ha insegnato ai Santi, ma insegna anche a noi, come si vive il fondamento dell’incontro con i Misteri di Dio: “Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19 e versetto 51)
1 MISTICA COME CONTEMPLAZIONE DEL MISTERO
Molte volte invidiamo i santi, i mistici, e pensiamo di non poter mai riuscire a raggiungere il loro stato. Ma questo è sbagliato ed è uno dei peccati contro lo Spirito Santo: disperazione della salvezza. Se è vero che Dio sceglie alcune persone per rivelarsi più direttamente e servirsi di loro per far giungere a noi dei messaggi importanti, è altrettanto vero che molto dipende da noi, dalla nostra volontà. Come ci rammenta Gesù nella scena del Vangelo in cui suggerisce al giovane la prassi per sentirsi davvero completo: “Vai, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”… ma il giovane non lo seguì. Come quando, nel capitolo 19 di Matteo, Gesù indica come via della perfezione e dell’ascetica il celibato, la perfetta continenza. Anche in questo caso, il discorso non è facile e Gesù lo dice: “Non tutti lo comprendono, ma voi….”
Non dobbiamo invidiare i santi, guardandoli quasi fossero stati degli extra-terrestri, per ciò che hanno raggiunto e per come hanno vissuto; ma piuttosto averli come Amici per la loro forza di volontà nel seguire Cristo ed imitarli in questa volontà: il resto avverrà come Dio vuole il quale rispetta la singolarità di ognuno di noi, i nostri caratteri ben conoscendo di noi limiti, difetti e capacità. “Sia fatta la tua volontà”, e secondo sempre i Suoi progetti: noi siamo solo strumenti.
Dunque, il misticismo, l’essere mistici, è quella pratica con la quale la persona decide di “lasciare tutto” e dedicarsi alla contemplazione di Dio ed al Suo progetto, alle opere di carità in nome di Dio, senza se e senza ma, senza alcuno ostacolo materialistico. La persona “muore a se stessa” astraendosi, per mezzo di esercizi continui (digiuno, penitenza, preghiera, confessione frequente, santa Eucarestia, opere di bene, sfruttando anche la malattia laddove vi sopraggiungesse), dagli interessi mondani, praticando la cosiddetta “ascetica”.
2 MISTICA COME INIZIATIVA CHE PARTE DA DIO
Ma attenzione: la Mistica non è neppure solo quella serie di pratiche sopra elencate. Quelle servono ad ogni uomo per l’esercizio delle virtù e per il perfezionamento, semmai, della mistica, della stessa fede cristiana, dei comandamenti. La mistica non è un qualcosa che si acquisisce per meriti propri o per mezzo di “esercizi” o studio e, anche per questo, è indispensabile non confondere la mistica cattolica con le pratiche delle altre religioni o sette, le orientali soprattutto.
Dicono gli stessi mistici: “Non ci si eleva a Dio se Dio stesso non ci elevasse a Lui“. L’iniziativa è sempre di Dio che sceglie le persone alle quali rivelarsi e affidare un progetto, a loro spetta il compito di accettare o rifiutare.
La stessa Anna Caterina Emmerich, come molte altre mistiche, ricevette le visioni solo per una iniziativa divina, per grazia divina, cioè senza l’uso dei sensi o dell’intelletto. Quando ciò avviene, l’anima viene immersa tutta in Dio, viene a mancare delle percezioni delle realtà materiali e intellettuali: questo è un segno di credibilità dei fatti. Non a caso sono proprio i mistici ad avere difficoltà nella descrizione delle visioni. Spesso essi stessi dicono: “Non ricordo, non posso dirli, non riesco a spiegarlo con parole umane…”. Nel caso che vogliamo indagare, è il Signore stesso che conduce ai piedi del letto della Emmerich il poeta Clemens Brentano che, recatosi lì in visita occasionale, finirà per fermarsi sei anni, durante i quali diventerà il trascrittore delle visioni della beata. Anche questo fu volere divino: non partì da una volontà personale della Emmerich né da una richiesta del Brentano, è ciò che chiamiamo essere “disposizione della Divina Provvidenza” che troppi, oggi, scartano superficialmente con il “caso”.
3 MISTICA COME IRRUZIONE VIOLENTA DEL DIVINO
La mistica in sé è una esperienza perfino “violenta” delle volte, quando Dio irrompe nell’anima da Lui scelta, spesso affranta da malanni corporali. Subito, però, l’anima viene arricchita di doni soprannaturali e del diretto conforto del Signore stesso, della Vergine Maria, dei santi e degli angeli: il mistico entra, possiamo dire, nel Regno dei Cieli e la maggior sofferenza gli è data non dalle sofferenze fisiche, ma dal fatto che ancora non ci vive pienamente, perché, dopo aver pregustato un anticipo di Cielo, vorrebbe subito abitarci eternamente. Santa Caterina da Siena lo spiega benissimo.
Le più belle pagine della mistica parlano di: illuminazione della Grazia, divinizzazione dell’anima, fuoco d’Amore, incendio dell’Anima dopo, come spiega lo stesso mistico san Giovanni della Croce, aver passato anche la “notte oscura dell’anima”, la tribolazione, la tentazione, il “silenzio di Dio”, come quando Gesù dalla Croce sperimentò questo allontanamento dicendo: “Dio mio, Dio mio! Perché mi hai abbandonato?”. Il vero Santo, infatti, è colui che maggiormente si conforma in tutto al Cristo Gesù, fino alla fine.
La mistica non è altro che quel vivere l’esperienza diretta e “passiva” con Dio, alla Sua presenza: esperienza diretta perché non ci sono intermediari e passiva perché ciò non dipende dall’anima o dall’intelletto, ma dalla Grazia, ossia dalla gratuità di Dio, non significa estraniarsi dalla realtà e vivere con la testa fra le nuvole, al contrario. Tanto per essere chiari: la mistica, partendo da un atto di Dio, irrompe nell’anima, e di conseguenza supera perfino il libero arbitrio dell’uomo il quale, colpito direttamente da questa irruzione, non può che agire di conseguenza, ossia, cambiare, convertirsi, obbedire a ciò che vede e sente; diretta e passiva questa irruzione cambia completamente il cuore di chi la vive, come ci rammenta san Paolo, mistico per eccellenza: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. In tal senso, l’anima coinvolta non vive per immagini o con le proprie opinioni assunte a verità: al contrario, la Verità irrompe e le rende chiaro ogni Mistero. L’anima, da questo momento, non vive più per se stessa e diventa vero strumento di Dio. La mistica non è, allora, semplicemente un’esperienza personale: è uno strumento per la Chiesa ed è un canale che Dio ha messo a disposizione per l’edificazione di tutte le membra.
4 OGGI SI DÀ DEL “MISTICO” A QUALUNQUE FANTASTICATORE: MA LA MISTICA È “PASSIVITÀ” CHE RENDE ATTIVI
Oggi, purtroppo, si pensa che essere mistici, poiché “passivi” di questa irruzione divina, significhi perdere tempo nei sogni, nell’immaginario, nelle fantasticherie, in ore di preghiera. E si è finito con lo screditare queste anime predilette. In verità, questa passività genera invece una attività incontenibile ed inarrestabile che, in ogni epoca, ha contribuito alle varie riforme della Chiesa, ha arricchito il suo Magistero, ha rivitalizzato ogni volta la sua vera Tradizione, ha suscitato la conversione delle anime e contribuito alla loro santificazione, ha dato vita a molte fondazioni laiche e religiose. Non a caso, infatti, la maggior parte dei fondatori e fondatrici erano mistici. Ci serva come esempio il racconto sull’origine dell’abito religioso domenicano che nasce proprio da un’esperienza mistica: la tradizione attribuisce, infatti, alla Madonna il dono dell’abito allo stesso san Domenico di Guzman, durante uno di questi momenti di intenso colloquio spirituale dell’anima con Dio.
Infine, è di moda sostenere che le apparizioni come le visioni, la mistica stessa dunque, non sono vincolanti per il cattolico. Chiariamo questo concetto: è vero che questi aspetti non sono vincolanti soprattutto, si badi bene, quando visioni e apparizioni non sono ancora state rese ufficiali dalla voce della Chiesa. Quando la Chiesa si pronuncia, come avvenne nel caso delle apparizioni di Lourdes o di Fatima, seppur non è vincolante crederci, è vincolante il messaggio che ne deriva.Nel caso di Lourdes, per esempio, è vincolante credere all’Immacolata Concezione, un dogma che l’apparizione di Aquerò (così la definì Bernadette) rese ancor più tangibile confermandolo; ancora, nel caso di Fatima, è vincolante credere che esista l’inferno, così come spiegò la Vergine ai pastorelli, e che tale aspetto della dottrina sia fondamentale per noi lo sappiamo dal Catechismo stesso. Allo stesso modo, è vincolante che per ottenere la pace dobbiamo chiederla e supplicarla, pregare incessantemente e dire anche il rosario non perché è un obbligo, ma perché è uno strumento prezioso che la Chiesa ha definito tale sia per esperienza diretta, sia per rivelazione nella Mistica.
5 LA MISTICA NON È SUGGESTIONE
Fatta questa premessa, indispensabile per comprendere non solo l’esperienza dei mistici ma, nel nostro caso, anche per approfondire la figura della Beata Caterina Emmerik e le sue cosiddette “visioni”, va detto che nella Mistica si scongiura immediatamente il rischio di quella “presenza di Dio” data dalle suggestioni, da un dio immaginato, sognato o creato dalle proprie opinioni. La Mistica di cui parliamo getta via ogni dubbio quando, appunto, la Chiesa stessa, in quanto maestra, addita queste persone al culto ed alla venerazione e non tanto per le grazie che hanno sperimentato ma proprio per quello che da queste grazie è derivato e deriva, in ogni tempo, a nostro beneficio e a vantaggio di tutti. Le “visioni”, le apparizioni, le “confidenze di Dio” sono in sé secondarie: edificanti certamente, ma marginali e, in tal senso, “non vincolanti”. Tuttavia, non sono trascurabili, né possono essere attaccate impunemente: il Signore stesso permette questi momenti mistici per la nostra edificazione, per correggerci, per metterci in guardia dalle strade sbagliate che abbiamo intrapreso…
Dio è Amore! Ed è con questo amore che fa di tutto, che irrompe anche nelle anime per venirci incontro. Clemens Brentano, il suo diretto biografo e trascrittore delle visioni, scrisse di Anna Katharina Emmerick: “Lei sta come una croce ai lati della strada” ad indicarci il centro della nostra fede cristiana, il segreto della croce.
E’ con questo spirito che vanno letti i mistici ed è con lo stesso spirito che ci accingiamo ora ad approfondire la figura della beata Caterina Emmerick.
Anna Katharina Emmerick nasce in Germania, presso Munster a Flamske l’8 settembre (Natività della Beata Vergine Maria) del 1774. Quinta di nove figli, ebbe visioni fin dall’infanzia. Fin dall’età di 9 anni, le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, il suo angelo custode e diversi santi, e, fin da bambina, il Signore le mise nel cuore una grande sensibilità e devozione verso il Crocefisso. Ancora piccola, Katharina si commuoveva davanti ai racconti della Passione del Signore, una delicatezza che non l’abbonderà più, tanto che, nel 1802, poco più che ventenne, decise di entrare nel monastero delle Agostiniane di Agnetenberg, ma la sua vita fu subito attraversata da incomprensioni, gelosie e maltrattamenti proprio a causa dei doni speciali e soprannaturali con i quali il Signore stesso la visitava, la consolava e la istruiva. Di lei si dice, infatti, che distinguesse gli oggetti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo. Per esempio, vide nei dettagli tutta la rivoluzione francese. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilocazione. Inoltre, Katharina aveva il dono di conoscere le malattie delle persone: in questo modo, poteva prescrivere loro dei rimedi che si dimostravano sempre efficaci.
Maggior dolore visse la Katharina quando, a causa delle leggi napoleoniche del 1811, molti conventi subirono la ferocia rivoluzionaria e la chiusura forzata, obbligandola ad una mortificante trasferta. Fu accolta come domestica presso l’Abbé Lambert, un prete fuggito anch’egli dalla Francia e stabilitosi presso Dulmen. Qui Katharina decise di vivere come fosse stata in convento, offrendosi, illimitatamente, a sopportar ogni cosa per il bene della Chiesa, per la fine delle repressioni, per la salvezza delle anime.
Dal 1812 venne presa in parola. Le apparve Gesù che le offrì la corona di spine: lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. In seguito, le si aprirono le ferite anche alle mani, ai piedi e al costato, costringendola a letto. A questo si aggiunse anche una serie di continue malattie che la portarono ad una profonda debilitazione corporale ma mai spirituale, così come spiegherà Clemens Brentano, il quale, dal 1818, non abbandonò più il capezzale della beata e che, oltre ad essere stato testimone delle gravi sofferenze fisiche che ella pativa, seppe trascrivere tutte le visioni che Katharina viveva e tutte le grazie con le quali veniva favorita, rimanendo con lei fino alla morte della donna, avvenuta il 24 febbraio del 1824. Lo stesso Brentano fu oggetto delle “visioni” della Emmerich. Ella infatti gli predisse che sarebbe vissuto fino a quando il suo compito (trascrivere tutte le visioni di cui ella lo aveva reso partecipe) non fosse stato terminato. Tale profezia si avverò: il Brentano morì nel 1842 dopo aver trascritto tutte le visioni e la stesura del libro “Vita di Gesù Cristo”, tratto dalle visioni della suora. Anche lui era nato l’8 settembre.
Della beata Katharina molto si parla delle visioni a riguardo della Chiesa, della grave apostasia, dell’Anticristo, ma poco si parla di altre visioni altrettanto importanti quali, per esempio, quelle sulla Passione di Gesù, che soltanto grazie al film The Passion of the Christ di Mel Gibson fu possibile approfondire.
Solitamente, la Emmerick, obbligata a letto, teneva un crocefisso fra le mani che non si stancava mai di contemplare: lo custodiva con devozione a tal punto che le si formò una stimmata con la forma del Crocefisso sullo sterno e, non appena le sopraggiungevano dei forti dolori, ella subito rifletteva sulle Sacratissime Piaghe, specialmente quella del costato, e cercava sempre di pensare ai dolori che il Signore dovette patire quando si lasciò consegnare nelle mani degli uomini, per la loro salvezza.
I Padri della Chiesa, i santi, i mistici, tutti loro, specialmente sant’Alfonso M. de Liguori, insegnano che meditare la Passione di Gesù Cristo è l’atto più nobile e meritorio per ascendere a Dio e rientrare in se stessi. La stessa “Imitazione di Cristo” ci rammenta: se non sai contemplare cose sublimi e celesti, riposati nella Passione di Cristo e dimora volentieri nelle Sue sante piaghe. Perché se tu ti rifugerai nelle piaghe e nelle sante stimmate di Gesù, sentirai gran conforto nella tribolazione, curerai poco il disprezzo degli uomini, e sopporterai in pace le loro maldicenze.
VIAGGIO IMMOBILE IN TERRA SANTA
Nelle visioni della Emmerick questa casa è stata individuata come quella di Giovanni, dove la Madonna visse dopo la morte di Gesù, fino alla sua morte e assunzione
Oltre alla Passione di Cristo, la Emmerick fu anche colei che ci descrisse la “Vita della Beata Vergine Maria” e non molti sanno, per esempio, che la scoperta della Casa di Efeso (Turchia) – dove abitò la Vergine dopo l’ascensione di Gesù al cielo, quando “Giovanni la prese con sé” come richiesto da Gesù in Croce – si deve alla minuziosa ricostruzione delle visioni della Emmerick.
Queste “confidenze divine” che ella riceveva erano davvero particolari. In sostanza avveniva questo: lei si separava spiritualmente dal corpo dopo essere stata “chiamata” dal suo angelo custode (naturalmente il suo corpo restava nel letto, visibile a coloro che le stavano davanti, compreso il Brentano che se ne fa testimone) e il suo spirito si recava in Terra Santa, dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento. Paragonandola alla tecnica della cinematografia che né lei né il Brentano conoscevano, possiamo dire che era come se la Emmerick tornasse indietro nel tempo per vivere un flashback; dopo, descriveva minuziosamente i fatti a Brentano il quale li trascriveva.
Né la monaca né Brentano erano mai stati in Terra Santa: eppure Katharina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, perfino i paesaggi. Sulla base delle descrizioni della Emmerick è stata ritrovata, dicevamo, a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché Maria desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Julien Dubiet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Katharina. Dubiet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick. La validità delle affermazioni di Katharina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l’edificio – almeno nelle sue fondamenta – risaliva davvero al I secolo d.C. La Chiesa stessa non ebbe dubbi nell’elevare questa casa a Santuario e ben tre Pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo II che Benedetto XVI vi si sono recati in pellegrinaggio.
UNA SCHIERA DI MISTICHE PER I TEMPI BUI
Ogni santo, martire o beato ha la sua particolarità: Dio, del resto, ha un progetto per ognuno di noi. E, pertanto, se è vero che il secolarismo più radicale, la dea ragione dell’illuminismo, il nascere e il diffondersi di sétte ed anticristi, tutte le teorie materialistiche e più alienanti caratterizzarono l’epoca in cui visse la pia suora, è altrettanto vero che analizzando bene questo ed altri eventi, tale periodo fu contrassegnato dalla fioritura di numerose altre mistiche beatificate e non, stimmatizzate e comunque venerabili, di cui è bene rammentare qualche nome: Maria Luisa Biagini di Lucca (1770-1811), Maria Josepha Kumi di St. Gallo (1782-1826), Bernarda della Croce di Lyon (1820-1847) e Rosa Maria Andriani (1786-1848); così come le stimmatizzate domenicane Colomba Schanolt di Bamberga, morta nel 1787, e Maddalena Lorger di Adamar, morta nel 1806; così come la cappuccina Suor Rosa Serra di Ozieri in Sardegna e Maria Bertina Bouquillon, sempre fra il 1800 e il 1862, così come l’olandese Dorothea Visser, nel 1820, e molte altre.
Questa schiera di “inviate dal Cristo” (e abbiamo accennato solo al ramo femminile di quel tempo) sono la testimonianza più tangibile e concreta della fede e dell’Amore di Dio e di come si patisce per la Sua causa; questa e non altre fu ed è sempre la risposta di Dio agli uomini inquieti di ogni tempo, risposta alla Sua Chiesa militante e sofferente.
E tutti questi “strumenti di Dio” non vanno mai dissociati da tante altre figure della Chiesa di ogni tempo, del Medioevo soprattutto con la nascita e la fioritura degli Ordini Mendicanti.
OGNI GIORNO LA VISITA DI UN SANTO
Come accadde per santa Caterina da Siena, anche per la Emmerick l’istruzione non fu importante ed anche per lei il Crocifisso divenne il suo libro, eternamente aperto, ed il suo cuore fu reso tenero dalla sofferenza, totalmente immerso nella dimensione dello Spirito Santo. Anche per la Emmerick furono altri santi ad istruirla e a guidarla e il suo angelo custode le sarà guida per tutta la vita e in tutte le visioni. Il suo amore per le anime del Purgatorio, per la Chiesa trionfante e militante, le permetteranno fin da piccola di distaccarsi dalle distrazioni materiali. Non si sentì mai sola e, in effetti, non lo fu mai, potendo contare ogni giorno della visita di qualche santo come santa Rita da Cascia, Giuliana di Liegi, sant’Ignazio di Loyola, sant’Antonio e sant’Agostino, i quali la indirizzarono fin da giovane alla venerazione delle reliquie.
La sua venerazione particolare per la Vergine Maria, che definiva “mia Regina”, la sosterrà nei momenti della prova, le sarà di consolazione continua e la condurrà per mano in quella “confidenza di Dio”, attraverso la quale potrà “vedere” come in un film, ma con lei davvero sul posto, tutti i fatti della vita di Maria e di Gesù, degli apostoli, della Chiesa nascente.
Come mai ci vollero 130 anni per la sua beatificazione cominciata nel 1892?
Abbiamo due realtà: la prima è la Provvidenza di Dio, è sempre Lui che sceglie i tempi, la seconda è umana, la Emmerick è una figura scomoda. Come scomode furono alcune parti delle profezie della Vergine a La Salette (che per alcuni contenuti riprendono le visioni della beata tedesca): il 19 settembre del 1849 (circa 20 anni dopo le visioni di Katharina) due pastorelli di 15 e 11 anni divennero i confidenti della Vergine Maria. Alcuni messaggi immediati ed alcune profezie che riguardavano anch’esse dell’apostasia nella Chiesa, vennero occultate. Anche qui l’iter burocratico fu molto difficile e sofferto e se, da una parte, ringraziamo la Chiesa per l’enorme prudenza con la quale tratta questi fatti, dall’altra parte deve essere chiaro per noi che la stessa attesa di una conferma della Chiesa è necessaria per essere “provati al crogiuolo”, per verificare se davvero certe profezie sono autentiche o non provengano dall’Ingannatore.
E’ bene dirlo: spesso non viene messa in discussione l’eroicità dei veggenti, una volta appurata la loro moralità e credibilità, ma quello che essi hanno davvero visto e se non siano stati ingannati. Un esempio di lungo e sofferto riconoscimento da parte della Chiesa è l’iter doloroso di san Padre Pio da Pietrelcina giunto, alla fine, all’ esito positivo tanto atteso. Infine è beatificata, perché così piacque a Dio riconoscere la Sua fedele Serva (cfr.Lc.1,46-55).
E dunque, come mai tanto tempo per riconoscere la beatitudine della Emmerick?
Le voci ufficiali parlano di una normale routine che, purtroppo, si andò ad incastrare con la politica di quei tempi che ne avrebbe rallentato il processo. Si dice che Papa Leone XIII parlò di “prudenza” a causa della forza dirompente delle sue “profezie” e che vista la Politica del ’900 – con gli attriti europei, la disgregazione dell’Impero Austro-Ungarico, la situazione del rimanente impero germanico, ecc. – era meglio non essere troppo rapidi, ma occorreva attendere tempi migliori e pazientare per evitare ogni strumentalizzazione delle visioni.
Qualcuno afferma che Clemente Brentano, il poeta che si adoperò per la trascrizione delle visioni, avrebbe falsificato tali profezie, arricchendole, colorandole e provocando, per questo, un arresto del processo di beatificazione. Questa “voce” però ci appare improbabile dal momento che la stessa Emmerick riconosce nel Brentano l’aiuto della Divina Provvidenza. Ma al termine di questo Dossier ci occuperemo, in fondo, anche della questione del Brentano..
Ciò che si sa per certo è che un certo cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto per la Dottrina della Fede (e divenuto poi Pontefice), alle prese con molte altre apparizioni e rivelazioni, prese a cuore l’iter della beatificazione della Emmerick. Definendola “affidabile e degna di credibilità” e affermando dunque che nelle sue visioni, nel libro sulla vita di Maria e in quello sulla vita di Gesù “non vi sono contenuti errori” e “sono contenuti messaggi edificanti”, contribuì a spazzar via gli ultimi dubbi permettendole di essere riconosciuta beata.
Trattandosi di un vero Dossier, non ci soffermeremo sui due testi che vi raccomandiamo, tuttavia, per una lettura approfondita e contemplativa. Del resto, ciò che ci preme è di rendervi partecipi della vita dei santi e specialmente di questi che trattiamo nel sito perché il loro messaggio non solo è attualissimo, ma è di grande aiuto per noi, per la nostra fede, per la nostra consolazione ed edificazione.
Così consolava sant’Agostino la beata durante queste visioni: “Tu non sarai mai aiutata del tutto perché la tua via è quella del dolore. Quando però supplichi per avere sollievo e aiuto ricordati che sono pronto a darteli”.
Supplichiamo anche noi, per avere oggi, il medesimo soccorso dei santi! Un angelo così avvertiva la Beata: “Dirai di essere quello che potrai, ma ti riuscirà impossibile calcolare il numero delle anime che leggeranno quanto dirai, e saranno ispirate a tal punto da dedicarsi alla autentica vita devota”.
Possiamo dire che sotto il segno di questa pratica cristiana e di questa fede, Katharina Emmerick è inviata da Gesù Cristo per offrirsi, misticamente, per la salvezza delle anime, per il bene della Chiesa, immolandosi su questa terra, dentro un letto di dolori, per essere testimone e al tempo stesso testimoniare l’eternità della fede, l’Amore sconvolgente di Dio, la Sua giustizia, la Sua misericordia.
- “Il Signore mi fece dono di comprendere le diverse condizioni dei defunti anche dai loro pochi resti, presso le tombe e i Cimiteri. Una volta ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti chiari i differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare, offrire sacrifici e penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso altre tombe, invece, ricevetti la percezione dell’orrore e dello spavento, quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da queste tombe sentimenti di orrore, l’oscurità, le tenebre; altre volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire, non credo di aver mai provato un terrore più grande di questo eppure non erano del tutte anime dannate, al contrario, infatti quando tentato di penetrare in queste tenebre per cercare di recare aiuto a qualche anima, venivo respinta anche in modo violento e mi venne spiegato che queste punizioni erano necessarie alla loro purificazione…. ma presso un’altra tomba, invece, mi venne in soccorso la somma giustizia di Dio sotto forma di un angelo, che presto mi allontanò da un altro genere di terrore, quello infernale che da quella tomba emanava…“.
La beata Emmerick prosegue con altre descrizioni e sottolinea come altre volte sentiva, dalle tombe, delle voci chiare: “Aiutami! Aiutami a venir fuori!”. Si trattava di anime dimenticate, spiega la beata Katharina, per le quali nessuno pregava più…
Prima di arrivare ad alcuni approfondimenti che riguardano le visioni, o profezie, circa la Chiesa che, immaginiamo, i nostri lettori si attendono, vogliamo invitarvi a meditare il calvario subito dalla Emmerick a riguardo delle sue stimmate. I fatti che seguono ci sono riportati da Vincenzo Noja da pag. 35 del libro dedicato alle visioni edito dalla Cantagalli.
Dopo aver raccontato della formazione di diverse commissioni ecclesiastiche che si alternarono per verificare la veridicità delle stimmate e di altri fenomeni inspiegabili, il medico stesso della beata si convinse sempre di più della soprannaturalità di tali fatti che ella viveva, sopportando con amore tutte le umiliazioni. Così il medico riportava nel suo diario: “Tutto il suo corpo era come impietrito, il suo volto mostrava un’indicibile limpidezza e un’espressione d’indescrivibile benessere. Il segno del doppio Crocefisso era impresso nella carne, all’altezza dello sterno, così come riscontrai piaghe alle mani e ai piedi. Incredibilmente la vidi per tre anni di seguito alimentarsi solo con acqua di pozzo fredda e dell’Eucaristia…”. E’ una testimonianza importante che acquista ancora più valore se consideriamo che questo medico, Franz Wesener, da ateo che era, in seguito all’incontro con la Emmerick, si convertì: possiamo dire che il medico fu guarito dalla paziente.
Il vescovo, benevolo e commosso davanti alla beata, volle che le sue pene diventassero da subito una testimonianza tangibile della presenza di Dio e propose una commissione fatta di laici, cittadini di Dulmen, che, ininterrottamente e a turni, avrebbero potuto osservarla da vicino, pregare e convertirsi.
CATERINA IN MANO A UNA COMMISSIONE STATALE DI SADICI: PROTESTANTI, ATEI E MASSONI CHE LA TORTURANO
E’ triste constatare che quando parliamo della Emmerick, ci si arresti esclusivamente davanti alle “profezie sulla Chiesa”, con una certa curiosità che non fa bene…. La Emmerick patì un profondo calvario per il bene della Chiesa e nostro. Centinaia furono le visite e i controlli, ma quella peggiore di tutte fu la commissione creata dai protestanti e da atei. Non ce ne vogliano oggi gli “ecumenisti”, ma quel che fecero alla povera suor Katharina non può rimanere nell’oblio.Nell’agosto del 1819 si formò questa commissione statale formata da alcuni protestanti, qualche notabile scettico e persino un massone. Quel che fecero ed imposero alla Emmerick fu degno del processo e della Passione di Nostro Signore.
La futura beata venne letteralmente strappata dal suo capezzale e trascinata da quattro poliziotti in una sezione della gendarmeria locale, come una comune delinquente, senza alcun riguardo per le sue condizioni. Questa fu la prova più umiliante e dolorosa alla quale venne sottoposta, sotto gli occhi commossi dei cittadini di Dulmen e del vescovo che nulla poté fare per evitare questa indegna sceneggiata. La suora venne collocata al centro di una sala per essere sottoposta a continui esami, notte e giorno, come una prigioniera, e scossa in tutte le sue piaghe per tre lunghe settimane. La casa nel frattempo veniva messa sottosopra e perquisita per cercare eventuali trucchi, ma nulla fu trovato.
Nonostante tutti gli sforzi compiuti con questa atrocità, il capo inquisitore, tale von Bonninghausen, non poté rinvenire nessuna impostura. Riuscì solo a dimostrare ai cittadini di Dulmen fin dove potesse arrivare la crudeltà degli uomini senza Dio. Il sangue della veggente, che fuoriusciva anche perché duramente suscitato dai continui controlli (mettevano le dita nelle piaghe doloranti aumentando la soglia del dolore), venne riconosciuto dai cittadini presenti come sangue mistico, simbolo e messaggio di Dio misericordioso. Molti membri di questa commissione laica, ma anche di quella ecclesiastica, si pentirono di fronte a questo sangue, come avvenne per gli spettatori sul Golgota.
Da vera martire, la pia suora non diede mai cenno di impazienza, di infelicità, o di rimprovero: tutto accettava con benevola rassegnazione, lasciandosi guidare dalla voce del Signore che continuava a confortarla. Le sue preghiere e le sue sofferenze furono offerte per la conversione dei peccatori e per il bene della Chiesa. Il Signore le accolse volentieri e ne esaudì molte.
Il 2 febbraio del 1824, 22 giorni prima di morire, la Emmerick disse: ” La Madre di Dio mi ha dato tanto (..) io non sono più nulla del mondo. La Madre di Dio mi ha preso con sé e mi ha mostrato una grande luce, io volevo restare con lei e mi fece capire con il dito sollevato sulla bocca socchiusa, che doveva rimanere in silenzio e non doveva parlare di tutto…”.
Ecco, con questo spirito e con questa immagine, vogliamo “parlare” delle Visioni: cercando di rimanere in un rispettoso silenzio giacché “non tutto può essere detto” e non tutto può essere compreso. La Chiesa stessa insegna che le profezie non sono un problema davanti al quale bisogna chiedersi sempre “se ci vincola o meno”, ma che sono importanti per la nostra conversione ed edificazione. In alcuni casi, gli esiti delle nostre vite possono cambiare se noi, che siamo coloro ai quali le profezie sono indirizzate, ci lasceremo trasportare verso un’autentica conversione e verso un adempimento radicale della “volontà di Dio”. Occorre, pertanto, leggere le visioni o gli scritti che ne trattano rinunciando, però, ad uno spirito di curiosità o a strumentalizzarle al fine di attaccare ora questo ora quello. Al contrario, bisogna farlo per mettere ognuno di noi davanti alla propria anima e domandarsi: “Io cosa sto facendo per il Regno di Dio? Che parte ho, io, in tutta questa storia della Salvezza?”.
LA “STRAORDINARIETÀ” NELLA EMMERICK NON STA NELLO STRAORDINARIO MA NELLA SEMPLICE UMILTA’ DEL QUOTIDIANO
Ciò che fu “straordinario” in Katharina Emmerick non è tanto da ricercarsi nella veggenza e negli altri doni mistici (questi semmai furono strumenti) ma nella sua personale partecipazione alla passione con Cristo, in Cristo e per Cristo. Se si volesse fare un paragone solo per comprendere di cosa stiamo parlando, basti pensare a san Pio da Pietrelcina. Padre Pio e la beata Emmerick sono l’espressione vivente di tutto ciò che riguarda la fede della Chiesa: rappresentano il cristiano e il sacerdote che, con Cristo, in Cristo e per Cristo, si immola per la salvezza delle anime ricevendo da Dio i doni mistici per portare avanti la Sua opera e mai la nostra.
In queste visioni, Katharina è sempre accompagnata ora dagli angeli e dai santi, ora dalla Vergine Maria, ora da Cristo stesso. Non è mai sola e ciò che vive nelle visioni diventa sempre per lei motivo di espiazione, di penitenza, di enorme sofferenza, specialmente quando vede i fedeli e i prelati apostati, le profanazioni della Santissima Eucaristia, gli abusi liturgici. È come se la beata Katharina avesse già molto espiato per noi, oggi, a causa dei nostri peccati: questa fu la sua straordinarietà. E questa è, del resto, la vera straordinarietà dei santi che vivono nel proprio tempo l’espiazione e a cui dobbiamo essere grati non solo per gli eventi del loro tempo, ma anche per quello futuro. Quando noi veneriamo un santo, un beato o un martire, non facciamo altro che lodare Dio per aver concesso a queste anime di condividere in Cristo le nostre passioni. Riflettiamo quindi più seriamente sulla Comunione dei Santi e portiamo loro più rispetto, più venerazione, e cerchiamo di seguirli nella pratica delle virtù che vissero anche perché noi ne potessimo trarre un beneficio.
Quando qualcuno parlava davanti a san Padre Pio delle beatitudini dello stato del frate quasi invidiandolo per i doni che lo accompagnavano, rispondeva: ” …e perché tu hai rifiutato di offrire quel tal dolore a nostro Signore? perché non hai avuto la furbizia di offrire quel tal sacrificio che il Signore ti fece intendere? Ogni battezzato è in grado di essere gradito al Signore e di ricevere da Lui le Sue grazie, ma non credere che siano beatitudini, non lo sono fino a quando si è costretti a rimanere in questa carne…”.
Ognuno di noi può diventare (e deve) gradito a Dio. Auspichiamo che quanto segue dia un nuovo impulso a quanti leggeranno le sue pagine per intraprendere con Cristo un nuovo ed autentico rapporto d’amore e di fede nella Comunione dei Santi.
ANGELI, ARCANGELI… E DEMONI
Le Visioni della Beata Emmerick non sono semplicemente dei fatti o degli eventi che riguardano il futuro della Chiesa, ma sono delle vere catechesi (come dissero sia Giovanni Paolo II che l’allora cardinale Ratzinger), immense pagine di sana dottrina su cui faremo bene a meditare. Nel 1820, per la festa dell’Angelo Custode, la Emmerick riceve delle visioni che la ammaestreranno sugli angeli buoni e cattivi e sulla loro attività:
“Vidi una chiesta terrena piena di persone da me conosciute. Molte altre chiese si stagliavano, su questa, come sui piani di una torre, ed ognuna aveva un Coro diverso di Angeli. In cima a tutti i piani c’era la Santa Vergine Maria, cinta dal sublime Ordine, era dinanzi al trono della Santissima Trinità. In alto si stendeva un cielo pieno di Angeli e c’era un ordine e una vita indescrivibilmente meravigliosa mentre sotto, nella Chiesa, tutto era oltre misura sonnolento e trascurato. (…) e ogni parola che il prete pronunciava durante la santa Messa, in modo diffuso, gli Angeli la presentavano a Dio, così tutta quella pigrizia era rigenerata per la gloria di Dio. (..) Gli Angeli Custodi esercitano il loro ufficio, scacciano dagli uomini gli spiriti cattivi, suscitando in essi pensieri migliori: in questo modo gli uomini possono concepire immagini serene (…) e le preghiere dei loro protetti li rende ancor più fervidi d’amore verso l’Onnipotente…”
E’ chiaro qui l’invito della Beata Emmerick affinché ognuno di noi non trascuri di pregare il proprio angelo custode, che ci rammentiamo sempre della sua presenza accanto a noi.
“…E vidi come gli spiriti cattivi penetrano negli animi risvegliando negli esseri ogni genere di passione disordinata e di pensieri materiali. Il loro scopo è di separare l’uomo dall’influsso divino gettandolo nelle tenebre spirituali. L’uomo viene così preparato ad accogliere il demonio che imprime il sigillo definitivo della separazione da Dio. Vidi anche come le mortificazioni, i digiuni e le penitenze potessero indebolire molto l’influsso di questi spiriti, e come questo influsso diabolico potesse essere respinto in modo particolare con i Sacramenti, specialmente della Confessione e dell’Eucaristia. Vidi questi spiriti seminare cupidigie e brame nella Chiesa…“.
Molto bella è la visione su san Michele Arcangelo (che qui non possiamo riportare per motivi di spazio), sulla affermazione della devozione nella Chiesa e in particolare in Francia. Nella stessa visione la Emmerick descrive la potenza degli angeli e dei tre Arcangeli, la lotta e il loro trionfo: se ne aveste l’opportunità, leggetela con molta venerazione.
Tutte le visioni di Suor Katharina sulla Chiesa Militante e Trionfante vanno lette in una sola chiave di lettura: la Comunione dei Santi nel trionfale ritorno glorioso di Cristo Re e Giudice. Queste profezie e Visioni tengono conto anche di un fatto che purtroppo oggi possiamo constatare tristemente reale: la sparizione del termine e del significato stesso di CHIESA MILITANTE… Oggi si ha paura di parlare di MILITI, MILITANZA, e chi non teme l’uso di questi termini, si piega alla moda di questa “neo-chiesa” che ne vieta la pronuncia.
Così lo spiega la Beata: “A questi pensieri e visioni sento palpiti d’amore bussare prepotentemente al mio petto, come se fosse giunto il momento di vivere tutti nella comunità dei Santi, e fossimo tutti insieme in contatto permanente con loro come un unico corpo. Queste percezioni di gioia profonda sono però seguite anche dalla sofferenza, poiché sento che molti uomini di chiesa sono ancora ciechi e duri. Ardimentosamente e con impeto chiaro, chiamo il Salvatore e Gli dico: «Tu che hai tutta la potenza e questo grande amore che abbraccia tutto l’universo, Tu che puoi tutto non lasciarli perdere, salvali! Aiutali!». Egli allora mi rispose mostrandomi quanta pena per loro si era preso e si prendeva, e mi disse: «Vedi quanto io sono vicino a loro per aiutarli e per salvarli ed essi mi respingono!». Così sentii la Sua giustizia come intrisa nella dolce grazia dell’amore…“.
Tale mistero apparve chiaro agli occhi interiori della beata, alla quale venne mostrato come ogni anno, ossia, alla fine di ogni anno ecclesiastico, entrambe le Chiese, militante e trionfante, vengano chiamate a rendere conto.
In tal contesto, il 3 dicembre 1821, la veggente racconta: “Ebbi una grande visione sul bilancio tra la Chiesa terrena e quella celeste di quest’anno. Dalla Chiesa celeste fluiva la S.S. Trinità e Gesù stava alla destra, in un piano più basso c’era anche Maria, a sinistra vidi in gruppi i Martiri e i Santi. In un susseguirsi di immagini mi scorse davanti tutta l’esistenza terrena di Gesù, i suoi insegnamenti, e sofferenze (…) – e come queste – contenevano i simboli più alti dei Misteri della misericordia di Dio e gli atti della nostra salvezza, come pure erano esse le fondamenta delle celebrazioni religiosi della Chiesa militante…(…) Vidi come per mezzo dei Martiri ci furono innumerevoli conversioni, essi sono come dei canali mistici, portano il Sangue del Redentore a migliaia e milioni di cuori umani, specialmente di coloro che li invocano, e li onorano con una vita degna“.
“SARANNO MANDATI AL MONDO 7 MISTICI” A PAREGGIARE I BILANCI DELLA CHIESA
Parlando di Chiesa non poteva mancare la nostra amata santa Caterina da Siena, della quale la stessa Emmerick sosteneva la devozione, anche a causa del nome che portava e che alla santa senese faceva riferimento. Sempre in questa visione di cui ci stiamo occupando, la beata racconta:
“Vidi la Chiesa terrena come un magnifico giardino che cela mille tesori da cogliere, ma questi non vengono raccolti, e con il passar del tempo il campo diventa sterile e arido. (…) la comunità dei fedeli, il gregge di Cristo, tutto era senza vitalità, sonnolento, le celebrazioni senza sentimento, e le grazie che essa avrebbe potuto ricevere in tali celebrazioni, cadevano sulla terra senza essere colte, e quel che più era terribile è che non venendo colte si trasformavano in colpe, poiché questa è la giustizia! Allora ricevetti la consapevolezza che la Chiesa militante avrebbe dovuto espiare queste gravi mancanze con esercizi di riparazione per pareggiare i conti con quella celeste e trionfante. Ma per colpa delle mancate espiazioni vidi che la chiesa militante non avrebbe potuto regolare i conti e sarebbe caduta ancor più in basso. Per questo motivo la Santa Vergine Maria, con assiduo lavoro e avvalendosi della collaborazione nel mondo di sette mistici, si occupava di compensare questa condizione di caduta della chiesa militante, degli uomini e della natura. Tra questi sette mistici fui scelta anch’io a partecipare a questa missione di soccorso e di risanamento del bilanciamento della Chiesa terrena. Nel giorno dedicato a santa Caterina, nella casa dove vennero celebrate le Nozze mistiche, intrapresi con la santa Vergine una faticosa raccolta di tutta la frutta e le erbe necessarie. Iniziammo così tutte le difficili preparazioni…“.
In poche parole, la Emmerick sottolinea e spiega (ricordiamo che il tutto è pervenuto a noi per mezzo delle trascrizioni del Brentano) il senso di tale raccolta: a causa della colpevolezza delle membra viene a mancare alla Chiesa militante quel miele necessario per addolcire le sue fatiche. Pertanto, con l’aiuto della Vergine Maria e dei suoi collaboratori, tale miele mancante viene ri-preparato e prelevato dalla Chiesa trionfante e quindi è dato alla Chiesa militante in modo da pareggiare i conti. Conclude infatti la visione: “…uno di questi volontari scelti da Cristo, spreme con mani insanguinate i pungenti cardi, traendo il miele che viene cucinato e preparato dalla Santa Vergine Maria, la Madre della Chiesa. A seguito di tal duro lavoro che durò giorni e notti, ci fu una riduzione del debito…“.
Un’altro aspetto che caratterizza le visioni della beata Emmerick è la compassione e l’amore verso le anime sofferenti, i moribondi, le Anime del Purgatorio: compassione e commemorazione delle anime, ma, al tempo stesso, la visione degli spiriti maledetti persino presso le tombe dei cimiteri, anime avvolte nell’oscurità, e financo la visione della condizione dei fanciulli uccisi prima e dopo la nascita. Il punto è questo ed è tutto evangelico: i poveri materiali “li abbiamo sempre con noi” e per loro ciò che si può fare è tangibile e umanamente soddisfattorio, ma per i Santi c’è un’altra POVERTA’ a cui poco si crede (vedi il Protestantesimo che ha contribuito a questa povertà) ed è quella delle Anime abbandonate in Purgatorio. Pensate a questo: una tavola imbandita davanti alla quale ci sono dei poveri ai quali si vieta, però, di toccare qualcosa, solo vedere, ma non mangiarne… Ecco, le Anime del Purgatorio – oltre alle proprie sofferenze dovute al loro stato di purificazione – vedono e sentono questa Prelibatezza vicina a loro, sono ad un passo dalla gloria, ma gli viene impedita a causa della NOSTRA stoltezza e dimenticanza nei loro confronti.
A quanti le facevano visita, parlando di queste anime in terra e sofferenti, diceva:
“Come è triste vedere le povere anime così poco aiutate, esse hanno veramente bisogno di questo aiuto (sante messe di suffragio e preghiere), poiché il loro stato è così miserabile che non possono aiutarsi da se stesse. Se qualcuno pregasse per loro, facesse dire delle messe, soffrisse un poco per loro, oppure offrisse delle elemosine alla loro memoria, ne verrebbe grande profitto alle medesime, al punto tale da sentirsi consolate e ristorate, come assetate. Purtroppo molte di queste anime hanno molto da soffrire a causa della nostra trascuratezza, mancanza di entusiasmo per Dio e per la salvezza del prossimo (…), ma purtroppo veramente poco viene fatto per loro, nonostante esse lo sperino molto!”.
In una particolare visione la pia suora esternava la sua compassione in modo speciale per quelle anime di morti che solitamente vengono innalzate al settimo cielo dai parenti, dagli amici, dai conoscenti, con fiumi di lodi, ma che in verità soffrono le pene del purgatorio (altre volte persino dell’inferno) anche perché, a causa di tante lodi, nessuno si preoccupa di pregare più per loro, dando per scontata la loro beatitudine, e, per questo motivo, restano abbandonate in Purgatorio. Dice la Emmerick: “Una lode smisurata prende il significato di una lode immeritata, una vera e propria spogliazione e riduzione del vero patrimonio di quell’anima che, a causa di ciò, soffre maggiormente“.
NEI CIMITERI DI NOTTE. COSE OSCURE ACCADONO. TERRORIZZANDO KATHARINA…
Comunione dei santi. Noi preghiamo per loro e loro pregano per noi: un mutuo soccorso fra chiesa militante e chiesa purgante.
In questo capitolo la Emmerick (per mezzo della penna del Brentano) riporta tutta integralmente la dottrina della Chiesa sui defunti, sul peccato, sul valore della Messa quale Sacrificio di Cristo per l’espiazione, sulla confessione e dei sacramenti, sull’importanza di non morire in peccato mortale, sulle anime che a causa di tali gravi peccati finiscono direttamente all’inferno. E viene mirabilmente spiegato come spesso le malattie e le sofferenze sono la conseguenza della mancanza del ravvedimento nel profondo della coscienza e che, se ben vissute, aiutano per l’espiazione:
“Mi è stato sempre mostrato che la colpa rimasta senza pentimento e senza conciliazione con Dio, ha una conseguenza incalcolabile. Così, di conseguenza, ci sono i luoghi maledetti dove furono consumate grandi e gravissime colpe. Questi luoghi sono riconoscibili dalla naturale avversione che si prova appena si entra in loro contatto (…). Come la maledizione maledice, la benedizione benedice e il sacro santifica, così avviene con le punizioni per alcuni peccati…Personalmente sono molto sensibile alla benedizione e alla maledizione, al sacro e al profano; mentre il sacro mi attira, ed io lo seguo senza resistenza e con-passione, il profano mi respinge, mi fa paura e mi desta orrore. Devo combatterlo con la fede nel sacro e con la preghiera (…). Il Signore mi fece dono di comprendere le diverse condizioni dei defunti anche dai loro pochi resti, presso le tombe e i Cimiteri. Una volta ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti chiari i differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare, offrire sacrifici e penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso altre tombe, invece, ricevetti la percezione dell’orrore e dello spavento, quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da queste tombe sentimenti di orrore, l’oscurità, le tenebre; altre volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire, non credo di aver mai provato un terrore più grande di questo eppure non erano del tutte anime dannate, al contrario, infatti quando tentato di penetrare in queste tenebre per cercare di recare aiuto a qualche anima, venivo respinta anche in modo violento e mi venne spiegato che queste punizioni erano necessarie alla loro purificazione…. ma presso un’altra tomba, invece, mi venne in soccorso la somma giustizia di Dio sotto forma di un angelo, che presto mi allontanò da un altro genere di terrore, quello infernale che da quella tomba emanava…“.
La beata Emmerick prosegue con altre descrizioni e sottolinea come altre volte sentiva, dalle tombe, delle voci chiare: “Aiutami! Aiutami a venir fuori!”. Si trattava di anime dimenticate, spiega la beata Katharina, per le quali nessuno pregava più… ci supplicano perché non possono salvarsi da sole, quello che noi facciamo viene offerto a Nostro Signore il quale elargisce le Grazie e libera queste anime: “Ho compreso – spiegherà la pia suora – che soprattutto queste anime del Purgatorio sono quel prossimo che siamo chiamati ad amare e a servire“.
LIMBO…O PURGATORIO? MEGLIO TACERE. “VIDI I BAMBINI MORTI SENZA BATTESIMO E MARIA ACCANTO AI PROTESTANTI INCOLPEVOLI”
“Nel Purgatorio ho visto pure e particolarmente la condizione dei fanciulli che sono stati uccisi prima e subito dopo la nascita, cosa però che non saprei come spiegare né come rappresentare, anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…“.
Questa brevissima affermazione, insieme alla visione da cui è tratta, è molto importante anche a riguardo della discussione sul Limbo e sulla situazione dei bambini morti senza il battesimo. Ci appare fondamentale e quasi voluto dalla Beata quel “anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…”. La dottrina sul Limbo, seppur non è un dogma di fede, non viene intaccata ed anzi queste brevi parole ci ricordano l’insegnamento paolino e della Chiesa: senza il battesimo non si accede direttamente in paradiso. È probabile che il Signore usi altri mezzi straordinari, come la stessa Chiesa insegna, per i non cattolici, e su questo ci sembra saggio non aggiungere altro, come richiesto dalla Emmerick, ma piuttosto dire che occorre pregare, evangelizzare, spingere il prossimo ad amministrare il battesimo ai bambini appena nati, lo stesso giorno e rinnegare al più presto la dottrina protestante sul Battesimo, che ha permesso il dilagare di questa follia, di non battezzare più i bambini, privandoli del dono della Grazia.
Interessante anche questo passo: “Vidi poi il giudizio di un’anima nel luogo della sua morte fisica. In quella circostanza Gesù, Maria Santissima, il Patrono che quell’anima aveva invocato e il suo angelo custode, erano riuniti sul posto; anche presso i protestanti vidi presente Maria Santissima. Questo giudizio però termina in brevissimo tempo“.
Ciò che colpisce di queste Visioni è questo rapporto vivo e vero che esiste fra noi e la Chiesa Trionfante, il Purgatorio, il Paradiso: non siamo soli!
Infine, su questo capitolo dedicato alle visioni per i defunti, vogliamo e dobbiamo sottolineare quanto segue:
“Mi vidi a Roma nella Chiesa di san Pietro presso preti distinti, voglio dire cardinali, in quest’occasione si sarebbero dovute leggere sette Messe per determinate anime e io non so più perché questo proposito non fu realizzato. Mi sovviene come di una triste premonizione. Quando tali Messe vennero lette vidi delle anime grigie, abbandonate, avvicinarsi agli Altari ove avvenivano le Messe e parlare come fossero affamate: – non venivamo nutrite da moltissimo tempo -. Penso che con queste parole facessero riferimento alle Messe fondate (Missa fundata), le quali erano cadute in dimenticanza. La dimenticanza e l’abolizione della fondazione delle Messe in suffragio delle anime, per come la vedo io, è una indescrivibile crudeltà ed un gravissimo furto alle più povere anime!“
Non aggiungeremo altro commento alle parole stesse della Beata che così raccomandò al Decano Resing nel 1813: “Queste anime del Purgatorio hanno impresso qualcosa nel volto come se portassero ancora gioia nel cuore al solo pensiero della Misericordia di Dio. Inoltre vidi su un trono maestoso la Madre di Dio, ma così bella come non l’avevo mai vista prima di ora… La prego vivamente di istruire la gente nel confessionale che deve pregare solertemente per le povere Anime del Purgatorio, poiché queste pregheranno, per gratitudine, molto anche per noi. La preghiera, per queste anime è a Dio fra le più gradite perché le avvicina alla Sua immagine, specialmente la Santa Messa“.
Chiesa Corpo di Cristo – “The Passion”
Ora, prima di addentrarci nelle visioni sul rinnovamento della Chiesa militante, leggiamo e meditiamo questa visione in cui la pia suora vide l’attività e le forze delle tenebre impiegate contro il Regno di Dio e che sono alla radice degli stessi problemi di apostasia che colpiranno la santa Chiesa nelle altre visioni. Quanto segue possiamo definirla una specie di mappa sulla situazione del mondo e sulle gravi conseguenze per gli uomini e specialmente per coloro che si definiscono cattolici.
Nell’Avvento del 1819, così racconta:
“Sono spossata per le tristi immagini di stanotte. La mia guida mi portò intorno a tutta la terra e attraverso larghe cavità, edificate tra le tenebre, vidi innumerevoli persone disorientate dalle tenebre. Andai in tutti i luoghi abitati della terra e non vidi altro che depravazioni. Vidi ovunque più uomini che donne, bambini non ce n’erano…. Spesso non sopportavo questa desolazione e allora la mia guida mi portava verso la Luce…. Ma poi dovetti di nuovo calarmi nell’oscurità dei tempi a venire e contemplare, mio malgrado, ogni sorta di vizio, la perfidia, la cecità dell’orgoglio, la cattiveria, ogni genere di insidie, la brama di vendetta, la superbia, l’inganno, l’invidia, l’avarizia, la discordia, l’omicidio, la prostituzione, per non parlare dell’ateismo, tutto questo con cui gli uomini non guadagnavano nulla e divenivano sempre più ciechi, sempre più perversi e miserabili cadendo nelle tenebre più profonde. Ebbi la sensazione che intere città si trovassero su una sottilissima fascia di terra con il pericolo di precipitare presto nel baratro… Mi consolava di non vedere nessun essere buono cadere nel baratro, e tutta questa gente cattiva si portava in luoghi sempre più oscuri per peccare l’uno con l’altro, e immergersi sempre più nel peccato che si diffondeva sempre più tra le masse. In tale orrore si trovavano interi popoli di tutte le razze e in tutti gli abbigliamenti (…). Mi trovavo in un mondo di peccati così orrendo, che credetti di essere nell’Inferno e, spaventata, me ne lamentai, allora la mia guida mi rassicurò: « Io sono con te, e dove io sono, l’inferno, non dura a lungo».
Vennero così in mio soccorso anche le anime del Purgatorio e mi portarono in un altro luogo, molto più luminoso, dove non mancavano indescrivibili sofferenze, ma queste anime non commettevano peccati perché erano le persone votate a Dio. Vidi quanto desiderio esse avessero verso la salvezza e mi consolava il loro numero, non erano poche! Tutti loro avevano la consapevolezza della rinuncia e sapevano a cosa dovessero rinunciare e aspettare con pazienza (…). Vidi anche i loro peccati e, secondo la loro gravità, subivano pene diverse. Dopo aver pregato per loro mi destai, sperai di essere liberata dalle immagini orrende e pregai fortemente che mi fosse risparmiato il rivederle. Ma appena mi addormentavo ero di nuovo guidata nel mondo delle tenebre che avvolgono il mondo, spesso ricevevo innumerevoli minacce ed immagini orrende di Satana. Una volta ebbi di fronte un demonio insolente che mi disse all’incirca questo: «E’ proprio necessario che tu scenda nelle nostre tenebre e veda tutto, solo per vantarti e prenderti il merito di aver fatto conoscere come lavoriamo all’insaputa dei viventi?» (…). Ho avuto spesso la sensazione che Parigi avrebbe dovuto sprofondare poiché vedo molte caverne sotterranee, le quali non sono come quelle scultoree di Roma… Vidi poi un’altra immagine, una città molto grande, qui mi fu mostrata un’orrenda tragedia: il nostro Signore Gesù Cristo, Crocefisso. Tremai nell’intimo e nelle gambe perché intorno a Lui c’erano chiaramente persone del nostro tempo. Era un rabbioso ed orrendo martirio del Signore, così come avvenne al tempo dei giudei, ma Dio sia ringraziato! era solo una immagine simbolica, così mi disse la guida: «se Egli potesse ancora oggi soffrire questi patimenti sulla terra, avverrebbe così come hai visto» e vidi con orrore molta gente che io stessa conoscevo, mi sentii venire meno quando vidi che in mezzo a quella cattiveria c’erano anche dei preti!”.
Qui la pia suora spiega cosa accadrà ai cattolici in futuro i quali, se veramente amano il Signore, devono conformarsi al Nostro Signore Dio: “Mi apparvero allora anche i persecutori della Chiesa, ed il modo con cui si sarebbero comportati con me e con tutti gli altri veri cattolici, quando mi avessero avuto in loro potere, costringendomi con la tortura a confermare la loro opinione…“. Facciamo osservare il termine usato dalla Emmerick: “a confermare la loro opinione”. È infatti di questi tempi la dittatura del relativismo e dove certe opinioni sono state assunte come verità, a cominciare dall’aborto che la legge degli Stati difende, lasciando che vengano uccisi i concepiti, non vi è altro da aggiungere! Ci incoraggiano le parole dell’angelo alla beata al termine di questa visione appena descritta: “Adesso hai visto l’orrore della cecità e le tenebre dell’uomo; quindi non brontolare più sulla tua sorte, e prega! La tua sorte è molto più dolce!“.
LA MASSONERIA NELLE VISIONI. “VIDI ALLORA AVANZARE UNA CONTRO-CHIESA” – si legga anche qui la storia vera su questa piaga, descritta e combattuta anche da san Giovanni Bosco.
“Vidi avanzarsi una contro-chiesa”. L’infernale setta della massoneria
La beata Emmerick descrive anche la società della massoneria: una pseudo “chiesa” o, come la chiama la pia suora, “una contro-chiesa piena di fango e di nullità, appiattimento ed oscurità”. Quasi nessuno, spiega la veggente, conosce in quali tenebre il maligno lavora. “Tutto si svolge in antri oscuri. Una sedia fa le veci dell’altare, su di un tavolo c’è la testa di un morto. Gli aderenti sguainano la spada in un rito di consacrazione. Questa è la società dei miscredenti dove tutto è infinitamente cattivo. Io non posso descrivere quanto sia disgustosa la loro attività, rovinata, senza valore. Molti di loro non si rendono neppure conto di ciò, essi bramano divenire un unico corpo in tutto fuorché nel Signore. Mi viene dato di vedere e capire che quando la scienza si separò dalla religione, questa chiesa abbandonò il Salvatore e si compiacque della mancanza della fede, così emerse la società di coloro che si compiacevano del puro egoismo, senza fede e senza valori(…). Se questo pericolo non viene percepito gli uomini affluiscono inconsciamente con le loro attività in un centro comune, il loro, e tale centro viene diretto nelle tenebre dal Maligno…“.
Queste parole e queste visioni della Emmerick sulla massoneria sono importanti non solo perché furono le prime descrizioni di condanna contro questa società, ma soprattutto perché vennero confermate dall’enciclica di Leone XIII del 20 aprile 1884, la Humanum genus, con la quale si condannava la massoneria, vietando ai cattolici di farne parte, pena la scomunica.Condanna quella nei riguardi della massoneria che è stata ribadita durante il pontificato di Giovanni Paolo II per mezzo dell’allora cardinale Ratzinger. Dopo che qualche mano oscura, pochi mesi prima, aveva sul nuovo Codice di Diritto Canonico “depenalizzato” per i cattolici l’appartenenza alla infernale setta massonica.
Veniamo ora ad un’altra tappa del viaggio immobile della beata Anna Katharina Emmerick, con le sue visioni raccolte dallo scrittore Brentano. Le profezie sulla storia travagliata della Chiesa, i nemici esterni e interni, le persecuzioni. La vittoria dei “bianchi” che fa pensare all’avvento del Regno di Dio. L’enigmatico riferimento alla parabola della vite e dei tralci che forse si riferisce alle tribolazioni dei cristiani in terra santa. La visione dei peccati: da quello di Adamo a quello dei sacerdoti che parlano con saggezza ma non convincono. Le riflessioni da recuperare per la nostra conversione ed edificazione.
Meditiamo le famose visioni o profezie sulla Chiesa militante, che si trovano al capitolo V, molte delle quali, seppur conosciute, purtroppo sono spesso estrapolate, isolate dal contesto ed usate come fossero una specie di rivelazioni apocalittiche di cui aver paura.
Senza dubbio i malvagi, gli operatori di iniquità, i peccatori recidivi, devono o dovrebbero tremare di fronte a queste visioni ma non senza uno scopo: la conversione. Comprendere, pertanto, l’amore di Dio e la Sua misericordia, finché si è ancora in vita, e sapere che si è sempre in tempo per convertirsi.
Queste visioni, come quelle di tutto il libro, vanno perciò lette tenendo a mente i seguenti risvolti che sono stati evidenziati dallo stesso Brentano, che li ha considerati come raccomandazioni, in vista di una corretta lettura:
1 – il trionfo del Cuore Immacolato di Maria;
2 – la promessa di nostro Signore: e le porte degli inferi non prevarranno;
3 – il ruolo di san Michele Arcangelo e di tutti i Santi a protezione della Chiesa e delle membra buone.
Questi tre punti hanno un unico fine: il trionfo di ogni battaglia ingaggiata dalla Chiesa contro le forze delle tenebre. O con Dio o contro Dio: questo ci viene chiesto a conclusione delle visioni stesse. La vera Apocalisse è per il cattolico il trionfo di Cristo, la Sua vittoria, mentre è disperazione e tenebra per chi rifiuterà di convertirsi e per chi, recidivo, offendendo la propria dignità di redento, morirà nel peccato mortale.
Nel tempo di Pasqua del 1820, la beata Emmerick ricevette una particolare visione nella quale le venne mostrata tutta l’intera situazione della Chiesa militante, la devastante apostasia portata dalla miscredenza all’interno della Chiesa, ma anche il futuro rinnovamento della stessa istituzione.
In queste visioni, la beata non fa una cronologia di eventi: piuttosto parla di sette periodi di tempo, descritti dal Brentano, il quale riporta le interpretazioni e le spiegazioni della stessa beata, in undici capitoli. Purtroppo – ci viene spiegato – la pia suora non fu in grado di definire questi tempi, né di ricostruirli in ordine cronologico, ma ciò che ci appare chiaro è come alcune profezie ci sembrano davvero relative al nostro tempo: come, per esempio, l’apostasia (per altro vaticinata già da Leone XIII con la famosa visione e a causa della quale compose il famoso esorcismo e scrisse la bellissima preghiera a san Michele Arcangelo, denunciata poi sia da Paolo VI che da Giovanni Paolo II) e la denuncia del relativismo e del sincretismo, oggi portata avanti da Benedetto XVI con la conseguente drammatica Rinuncia alla quale non crediamo sia stata del tutto “libera”, ma questa è una nostra opinione, la storia ne parlerà ancora.
Prima di analizzare alcuni particolari di queste visioni, vi suggeriamo di acquistare il libro e di leggerlo integralmente, dall’inizio alla fine, senza estrapolare e senza forzare l’interpretazione, ma cercando di coglierne il senso solo alla fine di una lettura meditata, magari inginocchiati davanti l’Eucaristia…
I SETTE PERIODI
Un primo periodo di questi sette tempi è facilmente individuabile nella situazione storica in cui visse la Emmerick, specialmente quando parla di persone da lei conosciute personalmente; un secondo periodo, e forse anche il terzo, è associabile al tempo della Questione Romana, alla caduta del potere temporale, alla sofferenza del Pontefice, così come al trionfo del Dogma di Maria Immacolata: possiamo trovare persino un accenno al Concilio Vaticano I. Infine ci si riferisce anche alla devozione del Cuore Immacolato di Maria ed alla profezia del suo trionfo, così come la stessa Vergine Maria confermerà a Fatima un secolo dopo.
Ci sembra poi di poter individuare gli altri quattro o cinque periodi a partire dal Novecento fino ai giorni nostri. Naturalmente, trattandosi di profezie, queste vanno anche oltre il nostro tempo e non è facile individuare un momento storico più preciso, in ossequio anche alle stesse parole di Nostro Signore: “quanto al giorno e all’ora, nessuno lo sa, neppure il Figlio dell’uomo…”, che pure, tuttavia, ci rammenta: “guardate ai segni dei tempi”.
IL GENOCIDIO VANDEANO E ALTRI MISFATTI, MA LA FEDE TRIONFA CON GESÙ E MARIA
Nel Capitolo VI, le prime 8 pagine, che trattano di alcune visioni drammatiche nella Chiesa (presumiamo siano i primi due tempi di questo periodo e il procedere nei nostri tempi), terminano con un finale glorioso spiegato dallo stesso Brentano. Del resto egli aveva ricevuto dalla stessa beata la spiegazione di queste visioni, che non riguardavano soltanto il futuro, ma a tratti raccontavano anche il passato.
Qui all’inizio di questi “tempi”, ci riferiscono al sorgere della “Fratellanza del Santissimo Cuore di Maria”, principio del rinnovamento della vita cristiana. La chiesa più povera di Parigi, “Maria della Vittoria”, è divenuta, poi, una delle prime chiese della terra e simbolo di fedeltà proprio perché Maria Santissima schiaccia il capo alla miscredenza e annienta ogni eresia. Dice infatti la Emmerick: “Così tutto venne rigenerato e rinnovato…(…) vidi costruire nuove chiese e nuovi conventi…”. Effettivamente la Chiesa, specialmente in Francia, ritrovò una nuova fioritura dopo le scorribande napoleoniche, risorgimentali e rivoluzionarie.
Non è da escludere, così, che questa prima vittoria possa riferirsi, nei primi 7 periodi, anche a quella battaglia che avvenne durante e dopo la Rivoluzione Francese. Oppure si pensi ai vandeani, i quali, combattendo sotto l’insegna del Sacro Cuore, coraggiosi e idealisti ma inferiori per numero ed equipaggiamento, furono letteralmente massacrati dalle “fraterne” truppe parigine: ci furono oltre 117.000 morti, fra il 1793 e il 1794, in quello che fu primo genocidio della storia moderna. Non dimentichiamo che nella sola Francia, durante quella Rivoluzione che avrebbe dovuto portare pace e gioia… sparirono nel nulla oltre diecimila sacerdoti; i monasteri vennero profanati e le monache costrette a dismettere gli abiti religiosi. A questo si aggiunse la nascita e il dilagare della massoneria. La stessa Emmerick, però, pone la vittoria finale sotto il vessillo del trionfo dell’Immacolata Concezione (il cui dogma fu proclamato nel 1854 dal beato Pio IX) e del Cuore di Gesù.
A Natale del 1819, riprende la descrizione di nuove tragedie ecclesiali. La suora raccontò al Brentano quanto segue: “Io vidi intorno alla Chiesa di Pietro una enorme quantità di persone, alcune occupate a distruggerla e molte altre, invece, a ripristinarla. Vidi il Papa in preghiera circondato da falsi amici, i quali spesso agivano in contrasto alle sue disposizioni. Un individuo piccolo e nero agiva freneticamente contro la Chiesa di Dio, e mentre quest’ultima veniva così abbattuta, dall’altra parte era anche ricostruita, ma, per la verità, senza molto vigore…(…) Poi vidi giungere un nuovo Papa con una processione. Sebbene questo fosse più giovane del Papa precedente, era anche molto più severo. Venne accolto con i più grandi festeggiamenti…(…) Prima che il Papa iniziasse la celebrazione il suo contorno era già preparato alle varie sostituzioni; vidi uscire dall’assemblea un certo numero di persone distinte e strettamente religiose che senza obiezioni proseguirono il loro cammino in altra direzione, mentre altri lasciarono l’assemblea con rabbia e brontolii. Il Papa allora, dopo aver proceduto alle sostituzioni di laici e religiosi, iniziò la grande celebrazione nella Chiesa di san Pietro”.
Il 30 dicembre dice: “Di nuovo vidi la Chiesa di san Pietro con la sua cupola, san Michele stava lì sopra luccicante, nella sua veste rosso sangue, con una grande bandiera di guerra nella mano. Frattanto nel mondo si svolgeva un grande conflitto. Verdi e blu lottavano contro i bianchi sui quali pendeva una spada e sembravano soccombere; ma nessuno conosceva il motivo per cui lottava. La Chiesa aveva pure assunto interamente il colore rosso-fuoco come quello dell’Arcangelo, e mi fu detto: «Essa sarà lavata nel sangue» e quanto più durava la battaglia, tanto più il colore della Chiesa diventava sempre più acceso.
LA VITTORIA DEI BIANCHI. MA NON È FINITA…
Questo racconto della beata si unisce ad altri che sembrano concludere ognuno dei 7 periodi di questo tempo. Infatti, dopo la descrizione della battaglia, e la vittoria dei bianchi e dunque della Chiesa, dice: “…Quando la battaglia sulla terra ebbe termine (..) sotto la Chiesa apparivano reciprocamente mortificazione e riconciliazione. Vidi vescovi e pastori avvicinarsi e scambiarsi i loro libri. Le sette riconobbero la santa Chiesa, convinte dalla meravigliosa vittoria dei bianchi e dalle luci della Rivelazione che avevano visto scendere su di loro. (..) Quando io vidi tutto ciò ebbi la profonda sensazione che il Regno di Dio fosse vicino… (…) in tutti gli uomini cresceva, infatti, un’attività interiore sacra, come al tempo della nascita di Cristo. Sentii tutto questo così tanto vicino, che esultai!”
Il Brentano nella trascrizione riporta un seguito nel quale le aspre lotte, dopo questo tempo di pace sopra descritto, riprendono: “Sempre presa dal presentimento dell’avvicinarsi del Regno del Signore, mi comparve una grande celebrazione nella Chiesa che, dopo il superamento della battaglia, risplendeva come un sole… ma i nemici si erano sparpagliati e non furono perseguitati..”
Poi il Brentano riporta che dal principio di agosto e fino alla fine di ottobre del 1820, la pia suora venne sottoposta a durissime Visioni che la fecero soffrire immensamente tanto da impegnarla in ininterrotte preghiere ed esercizi di intercessione in favore del santo Padre duramente perseguitato. Attraverso immagini simboliche le venne mostrata tutta la situazione della Chiesa di Pietro, sottoposta a continue guerre ininterrotte di annientamento su tutto l’emisfero terrestre. Qui la beata comincia ad intravedere come queste guerre contro la Chiesa fossero guidate dal radicato impero dell’Anticristo che così cominciava ad uscire allo scoperto, e il Brentano spiega:
” Queste visioni sono piene di lacune, ma quello che lei ha visto in queste forme e simbologie e che riesce a descrivere con molta fatica, si accosta molto alle forme della Rivelazione di Giovanni, sebbene essa non abbia mai studiato sulle Sacre Scritture. Quando racconta le sue Visioni sembra che legga in un libro, come se vedesse e guardasse cose lontane, ma tuttavia presenti…”.
Poi la pia suora racconta: ” Io vidi nuovi martiri, non di adesso, bensì del futuro, io vidi…vidi la gente precipitarsi verso la Chiesa, si unì anche un animale disgustoso e tremendo, appena emerso dal mare… In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno.
Quando la Chiesa per la maggior parte era stata distrutta e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, vidi entrare nella Chiesa i devastatori con la Bestia. Là essi incontrarono una donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A questa vista i nemici erano terrorizzati e la Bestia non riusciva a fare neanche un altro passo in avanti. Essa proiettò il suo collo verso la Donna come per divorarla, ma la Donna si voltò e si prostrò [in segno di sottomissione a Dio; N.d.R.], con la testa che toccava il suolo. Allora vidi la Bestia che fuggiva di nuovo verso il mare, e i nemici stavano scappando nella più grande confusione… Poi vidi, in grande lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti vidi un uomo su un cavallo bianco. I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Allora, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima”. (Agosto-ottobre 1820) e ancora, in un passo più sotto dice: ” Qualche volta mi appare l’immagine della situazione generale della Chiesa, allora vedo tra occidente e settentrione, un buco nero profondo, dove non penetra nessun raggio di luce: mi sembra che questo sia l’Inferno…”
C’è forse un riferimento alla vite e i tralci nelle visioni della beata?
Nel 2 novembre 1820 la pia suora racconta di come l’Angelo Custode l’abbia portata nei luoghi deserti “dove sono stati i Patriarchi e poi i figli di Israele. Mi mostrò, chiari nella notte, e lontani, quei luoghi deserti con grandi paludi, torri crollate e alberi piegati. Egli mi disse che quando questi luoghi sarebbero stati di nuovo coltivati e abitati dai cristiani, allora sarebbe giunta la fine dei tempi…”
Non spetta a noi trarre le conclusioni di certe profezie, ma è senza dubbio saggio e ragionevole constatare, a questo punto, la reale popolazione cristiana presente in Terra Santa… e, continua nella visione la Emmerick: “…continuammo attraverso la Persia, e poi verso il luogo dove Gesù venne crocefisso. In questo luogo non c’erano più i begli alberi di frutta dei tempi in cui il Signore era sulla terra, ed anche non vidi più traccia della vite che il Signore piantò…”
Che la beata Emmerick si interessi nelle visioni di viticultura ci appare un po’ strano. Più verosimilmente ci sembra che ella, anche se in modo enigmatico, possa riferirsi alla vite e i tralci di cui si parla nella parabola di san Giovanni 15,1-8, come a sottolineare che in questa visione la pia Suora non vede nel futuro della Chiesa, in Terra Santa, questa radice, questa vite: la Chiesa! Le persecuzioni dei cristiani in Terra Santa ci invitano a guardare i “segni dei tempi”.
DAL PECCATO DI ADAMO A QUELLO… DEI TEOLOGI MODERNISTI che poi è sempre quello, il peccato, la superbia…
Nel capitolo V la beata tratta della Chiesa Militante. Qui – riporta il Brentano – non le basterebbe un anno per spiegare “nel modo opportuno” le sue visioni, né sarebbe in grado di esprimerle adeguatamente. Spiega come il Signore le permise di vedere tutte le cause del peccato, dalla caduta degli angeli ribelli, da Adamo, e via a seguire fino ad oggi tutte le colpe e tutti i preparativi per la salvezza con l’Incarnazione di Dio in Cristo Gesù, la sua morte in Croce e la Risurrezione: “…e vidi la condizione di mancanza e la caduta del sacerdozio e le sue cause; le punizioni, il frutto del compiacimento, la guerra futura e i pericoli… Tutte queste conoscenze mi erano spiegate come nelle parabole, rappresentate nel modo più chiaro e nel contesto più comprensibile…”
Sono una decina di pagine che vi consigliamo di leggere e di meditare direttamente dal libro, integralmente!
Interessante questo passo che ci sembra screditare certi teologi modernisti con le loro teorie strane. Dice, infatti, la Emmerick: “Mi ha mostrato il piano e le vie della salvezza fin dal principio e tutto ciò che Egli aveva fatto. Compresi che non è corretto dire che Dio non avrebbe avuto bisogno di morire per noi sulla croce poiché con la sua potenza avrebbe potuto agire in altro modo; Egli agisce usando la Sua infinita giustizia, perfezione e misericordia, questo significa che in Dio non c’è nessun obbligo e non si può giudicare il suo agire con l’intelletto, è necessario comprendere che Egli agisce come agisce ed è Colui che è…. (..) così vidi brillanti sacerdoti, pieni di scienza, predicare con certa saggezza però senza alcun effetto concreto per l’aiuto dell’uomo, dall’altra parte preti semplici e timorati di Dio, poveri di spirito, ma così presi dal Divino Ufficio e dalla Santa Messa, mostrare la potenza del sacerdozio attraverso i Sacramenti della salvezza a vantaggio di molte anime…”
Leggendo questo quadro della Emmerick ci viene a mente il santo Curato d’Ars, san Giovanni Maria Vianney, che dovrebbe essere un modello per tutti i sacerdoti…, o lo stesso san Padre Pio, Don Dolindo Ruotolo… queste le parole della nostra Beata:
- “Mi venne mostrato che questo dono, cioè di sottrarre la terra e le regioni alla potenza di Satana, è simbolizzato nell’espressione “Voi siete il sale della terra” (Mt.5,13) e che proprio questo sale è un ingrediente dell’acqua benedetta, dell’acqua santa che molti preti non si curano più di benedire e di raccomandare ai fedeli… Appresi con attenzione che quei paesi dove il cristianesimo non ha trovato una continuità, adesso siano tristemente infecondi. Dovrebbero essere benedetti, per divenire in futuro di nuovo fertili, in modo da offrire frutta magnifica quando gli altri si saranno inselvatichiti.. (…) Capii per esempio, perché molti preti non saranno più in grado di aiutare e salvare, e il motivo per cui non ne sono più capaci, oppure raramente e in modo così diverso da come vorrebbe il Signore…”
- “Vedo molti ecclesiastici che sono stati scomunicati e che non sembrano curarsene, e tantomeno sembrano averne coscienza. Eppure, essi vengono scomunicati quando cooperano (sic) con imprese, entrano in associazioni e abbracciano opinioni su cui è stato lanciato un anatema. Si può vedere come Dio ratifichi i decreti, gli ordini e le interdizioni emanate dal Capo della Chiesa e li mantenga in vigore anche se gli uomini non mostrano interesse per essi, li rifiutano o se ne burlano”. (1820-1821)
- “Vidi molto chiaramente gli errori, le aberrazioni e gli innumerevoli peccati degli uomini.Vidi la follia e la malvagità delle loro azioni, contro ogni verità e ogni ragione. Fra questi c’erano dei sacerdoti e io con piacere sopportavo le mie sofferenze affinché essi potessero ritornare ad un animo migliore”. (22 marzo 1820)
- “Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri, e i tiepidi erano fra questi, facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni“. (12 aprile 1820)
FONDAMENTALI QUESTI PASSAGGI PROFETICI: UN PAPA NON ROMANO MA ITALIANO RIMETTERA’ LE COSE AL POSTO GIUSTO?
- “Vidi un nuovo Papa che sarà molto rigoroso. Egli si alienerà i vescovi freddi e tiepidi. Non è un romano, ma è italiano. Proviene da un luogo che non è lontano da Roma, e credo che venga da una famiglia devota e di sangue reale. Ma per qualche tempo dovranno esserci ancora molte lotte e agitazioni”. (27 gennaio 1822)
- “Verranno tempi molto cattivi, nei quali i non cattolici svieranno molte persone. Ne risulterà una grande confusione. Vidi anche la battaglia. I nemici erano molto più numerosi, ma il piccolo esercito di fedeli ne abbatté file intere [di soldati nemici]. Durante la battaglia, la Madonna si trovava in piedi su una collina, e indossava un’armatura. Era una guerra terribile. Alla fine, solo pochi combattenti per la giusta causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era la loro”. (22 ottobre 1822)
- “Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti”. (22 aprile 1823)
- e conclude: “Vorrei che fosse qui il tempo in cui regnerà il Papa vestito di rosso. Vedo gli apostoli, non quelli del passato ma gli apostoli degli ultimi tempi e mi sembra che il Papa sia fra loro.”
La beata Emmerick, nelle sue visioni, ha potuto vedere qualcosa che addolora molto il Signore: i sacrilegi che vengono perpetrati durante la Messa da alcuni sacerdoti. Queste visioni probabilmente rimandano anche agli abusi liturgici compiuti dopo il Concilio Vaticano II. Inoltre, la Emmerick ha potuto “vedere” a cosa sarebbero andati incontro i vari Papi che si sono succeduti. Chi erano questi Papi e cosa ha visto riguardo ad ognuno di loro? In questa nuova e ultima interessante tappa del viaggio intrapreso insieme a lei, scopriamo qualcosa che è molto importante per la nostra meditazione.
Molto interessante è questo passo, tratto da uno dei libri che raccoglie queste Visioni che stiamo meditando con voi: “Vidi pure i comportamenti della vita materiale del mondo che verrà per il quale la maledizione non è altro che benedizione e i segni del regno di Satana: la superstizione, l’incantesimo, il magnetismo, la scienza mondana, l’arte e tutti i mezzi per dipingere la morte, truccare i peccati e addormentare le coscienze con minuziosa superstizione. Tutte queste cose impegnano gli uomini del mondo carnale, i quali vogliono così diffamare i misteri della Chiesa Cattolica tentando di marchiarli come chiare forme di superstizione. Questa gente, al servizio di satana, esercita pienamente tutta l’attività mondana e carnale nel modo che credono più giusto, trascurando e allontanando sempre più il Regno di Dio…. Sarebbe pauroso se le anime potessero esprimere ed esporre e reclamare tutti i loro diritti e tutte queste cose al Clero che, con un comportamento indifferente, invece le ignora!”
VIDE ANCHE LA QUESTIONE ROMANA?
Nel VI capitolo vediamo con la beata Emmerick la vittoria della Chiesa militante sui suoi nemici, raggiunta con l’aiuto degli angeli, dei santi e l’intervento della Santa Madre di Dio. Prima della vittoria, però, c’è la descrizione di una serie di pericoli, dell’apostasia, della tiepidezza della fede. Leggiamo, infatti: “Mi apparvero anche in modo chiaro e dettagliatamente le loro atrocità (dei nemici della Chiesa): riconobbi Roma e mi apparve il tormento della Chiesa e il suo crollo interno ed esterno. Grandi cortei di uomini andavano verso un punto e tutto volgeva in una lotta…”. E’ probabile che qui la beata possa aver visto la caduta del potere temporale dei Papi, una parte stessa del Concilio Vaticano Primo interrotto, lo sfratto del Papa dal Quirinale, che era sede del Pontefice, e la cosiddetta “Questione Romana”.
Non è escluso che ciò che vide “dopo” ci possa riguardare più da vicino. Come abbiamo spiegato, queste visioni non hanno un ordine cronologico: la mistica parla di sette periodi, di tempi, non facilmente individuabili cronologicamente ma, come ogni profezia che si rispetti e per come ci insegna la Chiesa, queste possono istruirci sui comportamenti, sull’individuazione dei nostri errori in rapporto alla fede, e quindi in molti casi e fatti narrati, possono anche cambiare, se ci convertiamo!… Insomma, sono grazie e doni per progredire nella fede.
LA SOFFERENZA DEL PAPA… MA DI QUALE PAPA SI TRATTA?
La Emmerick parla di lui? Forse sì, ma non solo…
Il 10 agosto 1820 così raccontò: “Vedo il santo Padre in grande assillo; abita in un altro palazzo circondato da poche persone di fiducia, le sue forze stanno per confrontarsi con la fazione cattiva. Se le forze del male avranno la meglio egli soffrirà ancora grandi tribolazioni prima della sua morte. Vedo la chiesa delle tenebre in crescita e influire in modo negativo sul mondo del sentimento. La pena del santo Padre e della Chiesa è realmente così grande che si deve supplicare Dio giorno e notte”….
All’inizio un po’ tutti abbiamo pensato a san Giovanni Paolo II, ma l’unico Pontefice dell’epoca moderna che ha “traslocato” in un altro palazzo e “circondato da poche persone di fiducia” è Benedetto XVI! Inoltre i recenti fatti di mons. Viganò, leggete qui, sottolineano piuttosto questo “confrontarsi con la fazione cattiva“. Infine da non sottovalutare l’affermazione della Beata: “VEDO LA CHIESA DELLE TENEBRE IN CRESCITA e influire in modo negativo sul mondo del sentimento.…“
La beata prosegue: ” … vedo il santo Padre in una grande pena d’animo (…) è stanchissimo e del tutto sfinito dagli assilli, dalla tristezza e dalle preghiere (…) egli è così debole che non può più camminare”. Non vogliamo forzare una interpretazione di fatto nell’individuare quale Pontefice è protagonista di queste visioni. Ma quel che è certo è che l’unico Papa che, finora, è arrivato a non poter più camminare, dal 1820 ad oggi (se si esclude Leone XIII che però non aveva cambiato abitazione, ed ha vissuto altro genere di pene causate più dalla Massoneria che da una apostasia interna alla Chiesa), è stato Giovanni Paolo II, tuttavia qui la Emmerick fa un’altra descrizione: non cammina perché malato, come lo era Giovanni Paolo II, ma NON CAMMINA PERCHE’ E’ DEBOLE…. La stessa formula della Rinuncia espressa da Benedetto XVI, contiene la motivazione associata alla sua “debolezza”, quale infermità nel corpo e nell’anima…
E’ in questo scenario che la Emmerick afferma: “La Madre di Dio parlò poi di molte cose assai difficili da spiegarsi; appresi da Lei che solo un prete avrebbe offerto un Sacrificio incruento dignitosamente e consapevolmente come fecero gli Apostoli, allontanando tutti i pericoli…(…) questa gente, buona e devota che vedevo in tutto questo, era diventata sprovveduta e disorientata…. sembravano aver paura l’uno dell’altro”. Dice ancora la Emmerich: “La Chiesa è in grave pericolo (…) e si deve invocare il Signore che faccia mantenere la presenza dello Spirito Santo nell’animo del nostro Papa”.
A riguardo dei Pontefici dunque, è bene riflettere sul fatto che la Emmerich non ne cita mai uno con il proprio nome, né li definisce al plurale “i pontefici”, ma parla sempre del Papa, ben identificato per lei durante la visione stessa. Come ci insegna la dottrina stessa, il Papa è colui che regna in quel dato momento storico nel quale si combatte la “buona battaglia”. In tal senso, le visioni sul Papa sono riportate con descrizioni differenti: una volta il Papa è stanco e sembra persino ammalato, non più in grado di muoversi; in altre visioni appare forte, persino giovane, e combattivo come in questo caso: “Numerose processioni si snodavano innanzi e dentro la Chiesa che adesso era presieduta dal nuovo e severissimo Papa. Prima dell’inizio della celebrazione egli, come già vidi, aveva scacciato via molti vescovi e pastori indegni…” Da agosto a settembre del 1820 la pia Suora fu impegnata nella sofferenza per il santo Padre di tutte le sue Visioni, e dunque dei Papi a venire. Le venne mostrato, sempre con immagini simboliche, la condizione di tutta la Chiesa di Pietro, sottoposta ad attacchi ininterrotti e di annientamento su tutto l’emisfero terrestre. Queste guerre contro l’unica vera Chiesa di Cristo, spiega la Emmerich, sono guidate dall’impero dell’Anticristo..
Non possiamo perciò giungere a delle conclusioni dettagliate sulle identità dei singoli Pontefici, ma possiamo trarre un quadro della situazione oggettiva:
- la Emmerick non denuncia mai alcun Pontefice di eresia, e neppure descrive presenza di un antipapa;
- esiste una “chiesa delle tenebre” che chiamerà anche “falsa chiesa”, in stato di grande avanzamento che avrebbe fatto soffrire terribilmente alcuni Papi – non tutti… ma alcuni;
- la liturgia della Messa sarebbe stata stravolta e la maggior parte del clero sarebbe stato travolto dall’errore, insieme ai fedeli, avvolti nel disorientamento (la confusione) e sopraffatti dagli inganni; il predominare, per un certo periodo, dei piani della Massoneria contro la VERA CHIESA….;
- battaglie e lotte interne alla Chiesa, ma anche la certezza del trionfo del Cuore Immacolato di Maria… una affermazione che sigillerà le Apparizioni di Fatina quasi cento anni dopo…
Nel periodo di cui abbiamo parlato, il Brentano riporta le atroci sofferenze della pia suora, la quale viene letteralmente presa di mira dal Demonio, come, prima e dopo di lei, è accaduto a diversi santi, tra cui san Pio da Pietrelcina. Per tre volte, il demonio le si scagliò contro per strangolarla, la trascinò giù dal letto, la scagliò contro i muri e i mobili: la pia suora, continuando a stringere il Crocefisso e le reliquie, cantava il Te Deum. Il primo ottobre Brentano la trovò sfinita ma infinitamente sorridente e radiosa, ferita e dolorante, ma con lo spirito alto. Suor Caterina gli spiegò come avrebbe dovuto ancora patire per la Chiesa e per il Papa. Ci sembra di constatare che mentre più la Chiesa era in pericolo e attraversava il periodo della apostasia, maggiormente la Emmerch soffriva e pativa e veniva duramente attaccata dal demonio, che voleva scoraggiarla ed impedirle di trasmettere a noi quanto Dio le donava di vedere.
- “Vidi la Chiesa, era semi distrutta di nuovo, ma c’era ancora il pavimento e la parte posteriore, il resto era stato distrutto dalle sette segrete e dagli stessi servitori della Chiesa. Gli Apostoli allora la portarono in un altro posto, mentre alcuni palazzi vicino sprofondavano come grano dalle spighe. Quando vidi la Chiesa di Pietro in quella condizione e come tanti religiosi avevano contribuito all’opera di distruzione, senza che ciò apparisse comprensibile pubblicamente, ebbi una tale pena che invocai la pietà di Gesù. In seguito mi apparve il mio Sposo Celeste, e mi parlò per lungo tempo. Mi disse che la Chiesa solo apparentemente sembrava crollare sotto questo peso, ma in verità da questo carico la Chiesa risulterà sui suoi nemici nuovamente vincitrice…(…) e mi fece vedere come nella Chiesa non mancano persone che pregano e che soffrono, sacerdoti degni e vescovi buoni, tanti che si adoperano per la Chiesa…(..)ma vidi in sempre più vasti esempi, tutta la miserabile attività dei cristiani e dei religiosi, e perciò mi esortò a pregare e soffrire per tutti in modo perseverante. Fui resa consapevole che cristiani, intesi nel senso vero della parola, non esistevano più. Restai molto addolorata nell’apprendere questa realtà (…). Allora i nemici della Chiesa, per sfuggire, presero a muoversi nelle più diverse direzioni senza che ne avessero conoscenza, ed erano molto confusi. (..) Quando poi, finalmente, furono serrati tutti insieme dai “Gruppi della fede”, li vidi rinunciare al loro lavoro distruttivo della Chiesa per sparpagliarsi…”
Vi ricordiamo l’importanza, nella Chiesa, dei “gruppi di preghiera” fondati da molti santi, in ultimo da san Padre Pio da Pietrelcina, proprio per far fronte all’invasione dei nemici della Chiesa e per la loro conversione e sulla pressante richiesta del Venerabile Pio XII che di “profezie” ben s’intendeva, leggete qui.
O ROMA, QUALI MINACCE TI VAI PROCURANDO!
Per qualcuno è un auspicio, ma la Emmerick lo vide davvero, sempre tenendo bene a mente che, quando leggiamo le Visioni dei Mistici, parliamo spesso di immagini simboliche che vanno pazientemente meditate ed interpretate con somma umiltà, pagando anche con la propria vita il prezzo della conoscenza!!
Nel bellissimo racconto attraverso un “giro” nelle Catacombe romane, la Emmerich dice: “…giunsi a Roma, vedemmo un grande palazzo (il Vaticano) avvolto nelle fiamme ma fui molto turbata perché nessuno tentava di spegnere quell’incendio, nessuno tentava di domare quelle fiamme, appena ci avvicinammo il fuoco scemò fino a spegnersi del tutto. (..) giungemmo fino al Papa che sedeva su una grande sedia, era malatissimo…. non poteva più muoversi (…) i religiosi che lo circondavano più da vicino non mi piacevano, apparivano essere falsi e tiepidi…”
Molto preoccupante ancora quanto segue: “Vidi la Chiesa sempre più solitaria, interamente abbandonata, sembrava come se tutti fossero scappati via. Imperava la disarmonia completa. Dappertutto vidi grandi difficoltà e odio, tradimenti e amarezze, inquietudini e cecità piena. Da un gruppo sinistro, vennero inviati messaggeri per dare intorno una notizia spiacevole che provocò odio e rabbia nel cuore degli ascoltatori. Io pregai diligentemente per quegli oppressi. Vidi così delle luci celesti illuminare i luoghi dove i singoli pregavano, sugli altri invece vidi calare le tenebre oscure. La condizione si presentava in modo terribile. Ho supplicato la compassione di Dio: O città, città (Roma), quali minacce! La tempesta è vicina. Fai attenzione! Ma io spero che tu resterai salda!“.
Perdonateci questa parentesi perché è importante. Nel 1846, quindi una ventina d’anni dopo, in Francia a La Salette la Vergine appariva a due adolescenti – Apparizioni poi riconosciute dalla Chiesa – la quale, nel famoso Messaggio, disse:
- “I malvagi useranno tutta la loro astuzia; ci si ucciderà, ci si massacrerà reciprocamente perfino nelle case. (…) La terra sarà colpita da ogni sorta di piaghe, (oltre la peste e la carestia che saranno dovunque), vi saranno delle guerre fino all’ultima guerra, che sarà allora fatta da dieci re dell’anticristo, i quali re avranno tutti lo stesso progetto e saranno i soli a governare il mondo.
- Prima che ciò succeda vi sarà una specie di falsa pace nel mondo; non si penserà che a divertirsi; i malvagi si abbandoneranno a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della fede, i miei veri imitatori crederanno nell’amore di Dio e nelle virtú che mi sono piú care.
- Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con esse fino a che esse saranno nella pienezza dell’età. La natura chiede vendetta per gli uomini ed essa freme di spavento nell’attesa di ciò che deve arrivare alla terra insudiciata dai crimini.
- Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesú Cristo e che dentro di voi adorate solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione, molti conventi non sono piú le case di Dio, ma i pascoli di Asmodeo e dei suoi. (..) Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo. I demoni dell’aria con l’anticristo faranno dei grandi prodigi sulla terra e nell’aria e gli uomini si pervertiranno sempre piú. Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dappertutto, tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità.”
Tornando alla nostra Beata, nel capitolo VII la pia suora descrive la grave situazione liturgica della Chiesa… “Io vedo dappertutto sacerdoti cingersi delle grazie della Chiesa e dei tesori dei meriti di Gesù e dei Santi, ma vedo praticare i sacrifici e predicare in modo morto. Mi venne mostrato un pagano che stava su una colonna, egli era intento a parlare in modo acceso del nuovo Dio di tutti gli dei e di un altro popolo, che tutti restavano rapiti dalle sue parole. Questa visione mi tempestò giorno e notte. (…) La lettura sciatta della Messa è una cosa mostruosa! Il modo di leggere è importante! (…) Ricevetti, innanzi all’anima mia, alcune immagini dell’Antico Testamento, dove potei vedere e comprendere il sacrificio dalla prima offerta e il meraviglioso significato della sacra Spoglia e quello delle reliquie sotto l’altare, dove deve essere celebrata la santa Messa…”.
A tal proposito, vi consigliamo l’intera lettura del capitolo, davvero edificante ed illuminante, dove spiega lungamente il Sacrificio della Messa, l’esempio del Pontefice Zefirino, di san Luigi re di Francia, ecc… e dove la beata ripercorre tutto il percorso storico, dottrinale e teologico della liturgia della Chiesa.
E IL SACERDOTE SI CHIEDE: “COME MI VEDE IL POPOLO?”… MA NON DOVEVA PREOCCUPARSI DEL GIUDIZIO DI DIO?
La Emmerick vide anche il Catto-sincretismo. Degenerazioni del dialogo interreligioso.
Importante è questo passo che ci aiuta a comprendere la difesa della sacralità della Messa: “Io ho chiamato Dio. Egli vuole vedere Suo Figlio agire per i peccatori e rinnovare costantemente il Divino Sacrificio d’amore per noi. Ebbi poi l’immagine del Venerdì Santo, il modo come il Signore si immolò per noi sulla Croce, ed ho visto Maria e gli Apostoli sotto la Croce sull’Altare, mentre il prete celebrava la santa Messa. Questa immagine mi appare giorno e notte e vedo come l’intera comunità preghi male, ed il modo in cui il prete adempie al suo ufficio. (..) Mi appare pure un Ufficio Divino Celeste e gli Angeli che aggiungono tutto quello che il prete trascura. Per mancanza di devozione della comunità mi sacrifico ed offro in suffragio il mio cuore supplicando il Signore per la Sua misericordia. Vedo molti preti adempiere al loro ufficio in modo miserabile, preoccupandosi troppo di conservare una buona esteriorità e trascurando così spesso le cose interiori, essi pensano più o meno in questo modo: “Come vengo visto dal popolo?” senza preoccuparsi di come vengono visti da Dio!”
Altra “fantasticheria” sacrilega degli ultimi anni.
Il Brentano tenta di riportare la spiegazione che la Beata Emmerich fa della Messa sacrilega: egli annota la difficoltà interpretativa e spiega come la pia suora la descrive vedendo il sacrificio di un Bambino e dice: “Quando vidi l’immagine terribile del Bambino sacrificato… implorai il Signore di liberarmi dall’orrore! Rispose lo Sposo Divino: “Vedi quanta rabbia, come essi quotidianamente si comportano con Me e agiscono in mio nome!” Allora vidi alcuni preti i quali, nonostante si trovassero in peccato mortale, celebravano la santa Messa, e vidi l’Ostia, che come un Bambino vivente era disteso sull’altare e veniva fatto a pezzi, ferito in modo orrendo. Mi venne spiegato che per molti preti, il Sacrificio della santa Messa, non era altro che una forma di assassinio…(..) e vidi tanta gente infelice e tanta buona gente in molti luoghi, oppressa e duramente perseguitata, come se queste persecuzioni venissero fatte a Gesù Cristo stesso. Un tempo terribile! Non c’è nessuna scappatoia ma soltanto una grande nebbia di colpe che cala su tutto il mondo. Anche a Roma vedo preti cattivi martirizzare Gesù Bambino nella Chiesa. Essi pretendono dal Papa qualcosa di molto pericoloso; anche il Papa si accorse di ciò che io pure avevo visto e, come un Angelo con la sua spada, li ricacciò via”.
E’ un peccato che il Brentano non ci spieghi cosa abbia visto la Emmerich, ma tutto sommato meglio così! A volte è meglio non sapere certe cose, meno sappiamo e meno saremo responsabili. Tuttavia il passo che abbiamo riportato è eloquente, parla della Liturgia e della Messa, e della necessità che essa sia celebrata in modo degno, non solo esteriormente, ma soprattutto interiormente.
L’ANGELO LA CONDUCE E LEI VEDE UNA SANTA MESSA DOVE……
un grande pranzo? No, una Messa…
Accompagnata in alcune visioni, il 19 settembre 1820, da san Michele Arcangelo, la beata Emmerich offre una lunga descrizione della situazione della Chiesa, a Roma, e dice: “Seguii l’Angelo dappertutto… Presso la Chiesa di san Michele (a Roma, la Emmerich parla di una Chiesa dedicata all’Arcangelo dal Papa Bonifacio), c’era una contesa di moltissime persone; la maggior parte era formata da cattolici che però non si distinguevano dagli altri per il modo di agire nella mischia, altri erano chiaramente protestanti o membri di sette. Motivo della ressa era la Santa Messa; Michele allora calò giù e con la sua grande spada scacciò via il grosso della mischia disperdendola; restarono ancora circa quaranta persone e così si poté celebrare la santa Messa… L’Angelo infine prese per il pomo il Tabernacolo con il Santissimo e, librandosi in alto, lo portò via allontanandosi da quel luogo.”
E’ bene anche ricordare quanto segue, per nostra edificazione e conversione: ” Vidi una grande celebrazione nella Chiesa e molti si univano alla stessa (…) Mi sembra di vedere molta gente senza ordine o relazione con la Chiesa celeste, ma anche senza alcuna relazione con la Chiesa sofferente. Costoro non facevano parte di una comunità fondata e sviluppata, nel senso ecclesiastico della Chiesa militante, sofferente e trionfante e non ricevevano il Corpo del Signore nell’Eucaristia, bensì solo pane. Essi correvano dove si distribuiva questo pane, Ma pur nell’errore, innocentemente, aspiravano in modo devoto e fervente al Corpo di Cristo e venivano appagati nei loro sentimenti religiosi, anche senza il conforto di questa Eucaristia, mentre i soliti che si confessavano senza vero amore e fervore non ricevevano assolutamente nulla, poiché i veri figli della Chiesa sono coloro che amano il Signore e la Sua santa Chiesa…”
Quante strane “chiese” si costruiscono oggi: esteriormente, ma anche… spiritualmente.
Sempre nel settembre 1820 e sullo stesso filone:
- “Ho visto di nuovo la strana grande chiesa che veniva costruita là (a Roma). Non c’era niente di santo in essa. Ho visto questo proprio come ho visto un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. Ma là (nella strana chiesa) tutto il lavoro veniva fatto meccanicamente. Tutto veniva fatto secondo la ragione umana…(..) Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni. C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Io non vedevo un solo angelo o un santo che aiutasse nel lavoro. Ma sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: ” Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra”.
- Il 12 luglio del 1820 dice: “La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine. ” e sempre nel settembre 1820: “Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… (..) Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda.. (..) Vidi cose deplorevoli (non vi sono specificazioni).. Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione…(..) In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre” (..) ” La dottrina protestante e quella dei greci scismatici devono diffondersi dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione” .
Grande attenzione meriterebbe l’VIII capitolo dedicato alla preghiera, al modo in cui si deve pregare, specialmente all’importanza del santo Rosario, ben descritto dalla nostra Beata. Purtroppo lo spazio qui non ci consente di approfondire: vi invitiamo però a farlo voi stessi, mentre qui ci limiteremo ad alcune osservazioni che riteniamo importanti.
Sottolinea il Brentano dopo le spiegazioni della pia suora: “Tutti i cristiani potrebbero diventare beati se solo avessero l’umiltà di accettare profondamente le esortazioni buone e infinite e le promesse di Nostro Signore Gesù Cristo, pregando con profonda devozione, con fiducia, con perseveranza e rifugiandosi in Lui. Invece la maggior parte degli uomini cade e si disperde col passar del tempo, trascurando la preghiera e l’amore di Dio, e restano separati, e per loro colpa ripudiati eternamente, rifiutando Dio non resterà loro nessun altra alternativa che l’Inferno. Per conseguenza delle loro libere scelte, il più grande rimorso peserà su di loro per l’eternità nel profondo della loro coscienza, con il rimorso e la consapevolezza che avrebbero potuto essere beati se solo avessero pregato…”
Certo, spiega la beata al Brentano, non è detto che il Signore esaudisca tutte le nostre preghiere, ma quelle sulla salvezza sì. Inoltre, insieme alla preghiera, è fondamentale osservare tutti e dieci i Comandamenti. A questo serve la preghiera: ad ottenere le grazie necessarie per mantenere una vita decorosa, timorata di Dio, votata alla santità. Preghiera ed opere – spiega la beata – vanno insieme e non possono essere disgiunte. Così racconta di come il Signore separasse le preghiere, rigettandole, di coloro che non avevano opere nella loro faretra, così come rigettava le opere di coloro che non avevano le preghiere nella faretra …
Ecco come è la preghiera gradita al Signore.
La Emmerich riporta anche come, in una visione, le viene spiegato che il Signore ama le preghiere fatte con le braccia stesse come sulla Croce; ama le preghiere di quei sacerdoti che nella Messa non si stancano di tenere aperte le loro braccia, quando svolgono l’ufficio, e dei fedeli quando dicono il Rosario con le braccia aperte. Questo particolare è importante perché è quanto riportato anche da santa Suor Faustina Kowalska, la santa della Divina Misericordia, nel suo prezioso Diario, ed è bene rammentarlo.
”Vidi come fin da bambina – continua la Emmerich – ho sempre avuto l’abitudine delle preghiere notturne, spesso a braccia spalancate come in croce, affinché tutte le disgrazie venissero evitate o mitigate: cadute, annegamenti, incendi, incidenti, malattie, ecc.. in conseguenza di queste preghiere ho visto sempre chiaramente che le visioni di tali sciagure terminano a buon fine. Quando invece si tralascia la preghiera sento o vedo sempre succedere qualche grande sciagura. Comprendo allora che oltre alla necessità della mia preghiera, c’è il bisogno immediato di sollecitare gli altri: non c’è amore più grande verso il prossimo che insegnargli a pregare come Gesù ci ha insegnato”.
Quale rosario fu “visto” dalla Emmerick?
Un giorno la veggente disse: “La mia guida mi esortò di nuovo a supplicare conoscenti e parenti a pregare, ad unirsi a me per la conversione dei peccatori, e in modo particolare per la fede e la compattezza del sacerdozio, perché si preparano tempi difficili per la Chiesa, la confusione dilagherà e diventerà sempre più grande…”
La Emmerich a questo punto descrive la visione:
“Vidi il Rosario di Maria con tutti i suoi segreti. Un devoto eremita venerava profondamente la Madre di Dio e ogni falda del suo manto era sempre piena di fiori, ghirlande per la Beata Vergine. Egli aveva una profonda conoscenza del significato di tutte le varie specie di erbe e fiori, e le ghirlande assumevano sempre più un senso profondo e simbolico. Una volta la Santa Vergine intercedé presso Suo Figlio, per ottenere una grazia speciale per questo figlio devoto, ed Egli Le dette, per lui e per tutti gli uomini, una corona del santo Rosario densa di significato”.
E’ significativo che il Brentano ammette di aver ricevuto la spiegazione, dopo l’estasi, di questo magnifico Rosario, ma che non fu in grado di trascriverlo a parole. Segue poi una descrizione mistica, che vi invitiamo a leggere nel resto del capitolo, e conclude la Emmerich: “Il Rosario si gusta e si vive meditandolo con devozione, altrimenti si nasconde nell’incomprensione”.
Interessante anche il capitolo IX che riguarda la ricompensa e le punizioni nell’altra vita. La Emmerich descrive quel momento come una grande festa di nozze e tutte le genti invitate per ricevere quanto hanno meritato in vita: “Vidi il Papa e i vescovi sedere con i loro pastorali e cinti con i loro paramenti sacri. Con loro cori di Beati e Santi… (..) Molti tra i religiosi vennero espulsi dalla tavola nuziale. Erano immeritevoli di restare perché si erano mischiati con i laici e li avevano serviti più della Chiesa stessa, trascurando quegli uffici propri al loro stato…(..) il numero dei giusti rimase molto piccolo. Questa era la prima tavola…(..) Poi apparve la tavola dei borghesi. Non posso dire quanto la medesima fosse disgustosa. La maggior parte furono scacciati e relegati in un buco pieno di sterchi, come una cloaca….(..)”
E segue così la visione dell’Inferno, tremenda: “…al solo ricordo di ciò che vidi sento tutto il mio corpo tremare. (…) sentii che Lucifero sarà liberato e gli verranno tolte le catene, cinquanta o sessant’anni prima degli anni 2000 dopo Cristo, per un certo tempo. Sentii che altri avvenimenti sarebbero accaduti in tempi determinati, ma che ho dimenticato” (qui una nota sottolinea la saggezza della beata, memore del riferimento di Gesù: “quanto all’ora e al giorno, nessuno lo sa..” Matteo 24,36).
Visioni da inferno dantesco anche per la Emmerick.
Che cosa è l’Inferno? La Beata, smentendo le voci di certi teologi modernisti, riporta la dottrina della Chiesa. In definitiva, è un luogo, anche se non come lo intendiamo noi materialmente o come potrebbe essere identificata una località oltre oceano. È, infatti, anche uno stato, eterno, in cui l’anima è cosciente, ma leggiamo un passo di questa chiara descrizione e meditiamoci su cercando di convertirci:
- “All’amore, alla contemplazione, alla gioia, alla beatitudine, ai templi, agli altari, ai castelli, ai torrenti, ai fiumi ai laghi, ai campi meravigliosi ed ubertosi, alla comunità beata e armonica dei santi, si sostituisce nell’Inferno il contrapposto del beato Regno di Dio, il dilaniante, eterno disaccordo dei dannati. Tutti gli errori umani e le loro bugie, erano concentrate in questo stesso luogo e apparivano in innumerevoli rappresentazioni di sofferenze e pene. Niente era giusto, non esisteva alcun pensiero tranquillizzante, come quello della giustizia divina. Vidi delle colonne di un tempio tenebroso e orribile dove, improvvisamente qualcosa cambiò, vennero aperti i suoi portoni dagli Angeli Santi, ci fu un contrasto, fughe, offese, urla e lamenti, la pena più grande che ricevevano era che tutti loro dovevano riconoscere Gesù Cristo e adorarlo, ma come si erano rifiutati in terra, essi si rifiutavano di adorarlo anche nell’eternità di quelle tenebre che avevano scelto. Questo era il tormento dei dannati, essi sono coscienti che ciò che avevano rifiutato in vita, lo vedranno risplendere nell’eternità, ma senza poter godere di quella vita beata, ma solo averne la percezione e la coscienza …”.
Dopo la descrizione di alcune anime sante in Paradiso, la Emmerich si interruppe chiedendo al Brentano di lavorare, pregare per la sua salvezza: “…. fallo da subito, da oggi e non domani. La vita è breve e il giudizio del Signore è giusto e severo, non perdere tempo!“
EUCARISTIA, MARIA, APOCALISSE ED ESPIAZIONE : NELLA EMMERICK NON MANCA NULLA…
Sogno delle due colonne di san Giovanni Bosco: dove tutti i Santi s’incontrano
Infine gli ultimi due capitoli delle visioni riportano le due grandi verità che salvano la Chiesa e gli uomini e che lo stesso san Giovanni Bosco ebbe in visione nel suo famoso sogno delle due colonne: Maria Santissima e l’Eucaristia. Possiamo chiederci se realmente queste visioni siano così apocalittiche come spesso vengono presentate.
Come abbiamo già abbondantemente spiegato, l’apocalisse per un vero cattolico è la liberazione, la gioia, Cristo che viene a liberarci per sempre. Quindi, molto dipende dalla visione che abbiamo della vita e del futuro che ci attende, ed è con questo animo che occorre leggere queste visioni.
Il dramma c’è sempre ma soprattutto perché c’è ancora un Crocefisso che attende giustizia, che, spiega la Emmerich, è la nostra conversione e quella di tante anime che, pagate a caro prezzo, vogliono rifiutarsi di seguire Cristo, il loro Salvatore. Questa è la vera apocalisse. Dal canto nostro è indispensabile far tesoro di queste visioni per correggere i nostri errori.
Gesù celebra nell’eternità le sue nozze con la Sposa, in un rapporto di indissolubilità. La Sposa è la santa Chiesa che l’Eucaristia rende pura, santa ed immacolata; Maria è il modello, ma anche il sostegno, il supporto indispensabile: per certi versi, rappresenta la Chiesa stessa, militante, combattiva, rigeneratrice di anime, redente dal Figlio. La Chiesa, nel progetto di Dio, fin dal principio era la casa regale in cui ebbe origine l’Immacolata Concezione e la Madre della Chiesa, e nello stesso tempo, essendo “casa natale di Davide”, la casa natale dei genitori di san Giuseppe. In queste visioni, entra in azione il lavoro di espiazione che consiste nella conversione, nella preghiera, nella supplica, in un continuo servizio a Gesù, Maria e alla volontà Divina. Un sacrificio basato sui dolori, pene e fatiche causate non dal progetto di Dio, il quale era perfetto e buono, ma a causa del peccato originale, a causa della disobbedienza, della superbia, della negazione della Verità eterna. L’obiettivo di tal sofferenza è espiare le colpe e venire in soccorso alle necessità ed ai bisogni innanzi tutto spirituali di tutti gli uomini, la cui redenzione fu pagata a caro prezzo.
Se abusi di questo genere addolorano noi… immaginiamo il dolore di Gesù.
Appena la pia suora cominciò a rendersi conto di questa espiazione necessaria ed indispensabile, fu assalita senza interruzioni dalle più penose malattie e sofferenze corporali: “Molti preti non hanno la giusta percezione e la conoscenza dell’azione liturgica del Santissimo Sacrificio che si compie sull’altare, se davvero l’avessero, non potrebbero più celebrarla per lo sgomento. Mi pervenne allora chiaro il significato della meravigliosa benedizione che si ottiene con l’ascolto della Messa e in quale modo un fedele reca in casa tutto il bene di tale benedizione. Vidi quante benedizioni si ottengono tramite l’ascolto della Messa, e come gli errori che vengono commessi nella stessa sono rimediati grazie all’aiuto soprannaturale…”
La beata spiega poi la sofferenza che perviene al Signore quando i suoi sacerdoti non vivono in questa dimensione soprannaturale della grazia e celebrano come se la Messa fosse qualcosa di morto, di commemorativo, di celebrativo, a seconda di come ognuno lo percepisce, o peggio ancora come un atto teatrale del quale egli diventa il protagonista e il regista, ed il danno che si arreca alle anime le quali vengono private della pienezza del Sacrificio che sull’altare, invece, viene consumato. In tal contesto il Brentano riporta: “Anna Katharina è oggetto di visioni così tristi e dolorose a riguardo, che non vuole neppure raccontarle”.
Il 2 settembre del 1822 la pia veggente racconta una visione impressionante, che ci sembra collegabile alla visione e alle profezie della Vergine a Fatima e di altri santi, a riguardo alla decisa condanna del Comunismo: “Giunsi in alto, in un giardino sospeso nell’aria, dove vidi librarsi tra settentrione e l’oriente, come il sole all’orizzonte, la figura di un uomo con un viso lungo e pallido. Il suo capo sembrava coperto con un berretto a punta. Egli era avvolto da fasce e aveva un cartello sul petto, non ricordo però cosa c’era scritto. Portava la spada avvolta in fasce colorate (…) mosse qua e là la spada e gettò le bende (…) Insieme alle bende caddero pure le pustole e vaiolo sull’Italia, la Spagna e la Russia. Avvolse poi con un cappio rosso anche Berlino; il cappio si estese fino a noi…” e puntualmente consolante: ” Ho visto la Beata Vergine Maria supplicare tutto un esercito di Angeli affinché si recasse sulla terra a rimettere ordine e fermare gli spiriti spietati…”
UNA GUIDA ILLUSTRE E LA VISIONE DELL’ULTIMA CENA
La Emmerick vide l’Ultima Cena.
Nelle visioni sulla Messa e sull’Eucaristia è spesso sostenuta direttamente da sant’Agostino che sembra essergli guida, spiegandole pazientemente certi particolari, in una sorta di visitazione storica della dottrina: “Poi vidi giù sulla terra innumerevoli feste e processioni di questo giorno (festa del Corpus Domini) accordarsi con le feste celesti. Purtroppo vidi (nel futuro della Chiesa) che le processioni sulla terra avevano qualcosa di miserabile, oscuro, disarmonico e pieno di manchevolezze, nonostante vi si conservasse ancora qualcosa di buono…” Nella festa del Corpus Domini del 1819, la beata vede tutta la storia e di come ebbe inizio questa mirabile Festa del Santissimo Sacramento, e le viene fatto vedere cosa accadde nell’ Ultima Cena: “…percepii la Transustanziazione che avviene durante la consacrazione, e Lui che si trasformava, il pane e il calice erano colmi di splendore indescrivibile e vidi che Egli porgeva l’Eucaristia così divenuta, con la sua mano destra, direttamente ai singoli nella bocca. La prima a riceverla fu la Madre di Dio, la quale si era avvicinata al tavolo degli Apostoli. Con il Pane vidi anche la luce entrare nella bocca della Madre di Dio; poi come la forma di un corpo tutto intero, lo vidi entrare nella bocca degli Apostoli. Tutti furono attraversati dalla luce, solo Giuda rimaneva sinistro nell’oscurità come se quella luce gli desse fastidio.”
Poi il Brentano riporta che la pia suora era talmente sfinita e stanca per i dolori che si fermò nelle spiegazioni, ma raccontò altre visioni fra le quali quella “transustanziazione” di ciò che all’inizio era pane e che poi diventò la “particola”, quell’Ostia bianca che usiamo da secoli per l’Eucaristia, e spiega come fin dal primo secolo questa venisse portata ai fedeli anche per essere adorata. Ancora, per affermare l’importanza della Festa del Corpus Domini e del Santissimo Sacramento, dice: “Vidi la Chiesa effettuare, nel fervore dello Spirito Santo, alcuni cambiamenti sul modo di esprimere l’adorazione e la devozione al Santissimo Sacramento. Nei periodi di decadenza della Chiesa vidi l’interruzione della celebrazione del Divin Sacramento, ed ebbi pure visione dell’origine della Festa del Corpus Domini e la sua pubblica devozione, al tempo della grande decadenza…”
Visioni apocalittiche.
Come abbiamo spiegato, queste visioni non seguono un filo cronologico: spesso la beata ripercorre anche visioni passate e le riallaccia a quelle nuove; fa lei stessa i collegamenti; altre volte non dà alcuna spiegazione; altre ancora sorvola o perché insignificanti o perché troppo aberranti. Andando a rileggere santa Caterina da Siena, anche lei ci spiega che in ogni tempo, in ogni generazione, la Chiesa vive una personale apocalisse, frodi e persecuzioni, per poi uscirne vittoriosa e riformata, così è nelle visioni della Emmerich, un susseguirsi di tempi, 7 periodi, nei quali vediamo chiaramente il nostro tempo nel quale la Chiesa è perseguitata e spesso soffocata da queste “nuove chiese” che tentano di superarla. Come abbiamo letto, tuttavia, non ci riusciranno poiché la promessa del Signore è valida nonostante le nostre imperfezioni: le porte degli inferi non prevarranno.
Vi ricordiamo che in questo riferimento: “La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine ” non è arduo leggere la preoccupazione nei confronti della “nuova Messa” avvenuta con l’ultima Riforma. Non spetta a noi trarre delle sentenze, anche perché la beata pone questa visione in un contesto molto ampio, generale e di difficile interpretazione, non comprendendo bene se ciò ella lo reputasse un male o una normale legittima riforma. Resta palese, tuttavia, che tale cambiamento è associato dalla Emmerick stessa alla grave crisi liturgica nella Chiesa ed alla proliferazione di gruppi che sosterrebbero iniziative non propriamente in linea con la vera ed unica Chiesa di Cristo e che, in modo chiarissimo, la pia suora associa ad una sorta di chiesa “DELLE TENEBRE”, scardinata dalla Tradizione e responsabile della decadenza devozionale del clero!
Queste visioni, come quelle di tutto il libro, vanno perciò lette tenendo a mente i seguenti risvolti che sono riportati dallo stesso Brentano che li ha descritti come raccomandazioni e per una corretta lettura, come abbiamo specificato all’inizio:
- il trionfo del Cuore Immacolato di Maria;
- la promessa di nostro Signore: e le porte degli inferi non prevarranno;
- il ruolo di san Michele Arcangelo e di tutti i Santi a protezione della Chiesa e delle membra buone…
O con Dio o contro Dio: questo ci viene chiesto a conclusione delle visioni stesse. La vera Apocalisse è per il cattolico il trionfo di Cristo, la Sua vittoria, mentre è disperazione ed è tenebra per chi rifiuterà di convertirsi e per chi, recidivo, offendendo la propria dignità di redento, morirà con il peccato mortale.
E AGOSTINO CI DICE CHE…
Ci piace concludere con un passo di sant’Agostino, visto che egli stesso ha guidato la beata Emmerich in una parte di queste visioni. La citazione è presa dall’Opera di sant’Agostino “La vera religione” nella quale, a riguardo degli eretici e dei falsi cattolici, il santo così ci illumina e ci incoraggia:
- Autorità e ragione. Anche gli eretici giovano alla Chiesa cattolica. 8. 14. Con questa conoscenza apparirà chiaro all’uomo, per quanto gli è consentito, come ogni cosa sia sottomessa a Dio, suo Signore, secondo leggi necessarie, inviolabili e giuste. Perciò tutte quelle cose, che prima abbiamo creduto confidando unicamente nell’autorità , in parte le comprendiamo come evidenti, in parte come tali che possono diventare evidenti ed è opportuno che lo diventino. Quindi compiangiamo gli increduli i quali, invece di credere insieme a noi, preferirono irridere la nostra fede. (..)
- 15. Ma, siccome è stato detto con assoluta verità che è necessario che vi siano molte eresie, perché risulti manifesto chi sono i veri credenti tra voi , serviamoci anche di questo beneficio della divina Provvidenza. Gli eretici infatti sorgono fra quegli uomini che errerebbero ugualmente, anche se restassero nella Chiesa. Per il fatto che ne sono fuori, invece sono di grande giovamento, non certo perché insegnano il vero che non conoscono, ma perché spingono i cattolici carnali a cercarlo e i cattolici spirituali a renderlo manifesto.(…) Serviamoci dunque anche degli eretici, non per condividerne gli errori, ma per essere più vigili e scaltri nel difendere la dottrina cattolica contro le loro insidie, anche se non siamo capaci di ricondurli alla salvezza. (…)
Agostino: non bisogna condividere gli errori degli eretici.
- 19. Guardiamoci dunque dal servire la creatura invece del Creatore, dal perderci dietro alle nostre fantasie : in questo consiste la perfetta religione. (..) un aiuto di tal genere è ai nostri tempi la religione cristiana nella cui conoscenza e pratica è la garanzia assoluta della salvezza.
- 20. Molti sono i modi in cui la verità può essere difesa contro i chiacchieroni e resa accessibile a chi la ricerca: è Dio stesso onnipotente che la rivela mediante se stesso e aiuta coloro che hanno buona volontà a intuirla e contemplarla, per mezzo di angeli buoni e di alcuni uomini. Spetta poi a ciascuno servirsi del metodo che gli pare più adatto per coloro con i quali deve trattare.
- Da parte mia, dopo aver considerato a lungo e attentamente la questione, nel tentativo di capire quali uomini parlino a vanvera e quali cerchino la verità sul serio ovvero quale io stesso sono stato, sia quando semplicemente cianciavo sia quando l’ho cercata veramente, ho ritenuto che fosse meglio procedere in questo modo: tieni ben saldo ciò che hai riconosciuto come vero e attribuiscilo alla Chiesa cattolica; respingi invece ciò che è falso e, poiché sono solo un uomo, perdonami; accetta ciò che ti pare dubbio, fino a che o la ragione non ti avrà dimostrato o l’autorità non ti avrà ordinato di respingerlo o di riconoscerlo come vero oppure di continuare a crederlo.”
La penna fedele. Contro la denigrazione di Brentano, l’amico della Emmerick
Per chi crede, niente è per caso. Così l’incontro tra il poeta Brentano e la mistica Anna Caterina Emmerick deve essere letto in un’ottica provvidenziale, come abbiamo accennato all’inizio di questo dossier.. E a chi si ostina a calunniare Brentano e le sue trascrizioni delle visioni della mistica beata, rispondiamo in modo certo e circostanziato, con le prove e non con le chiacchiere.
Dopo aver affrontato la figura della Emmerick, andiamo ora ad approfondire, brevemente, il dubbio sollevato da alcuni circa la credibilità di Clemens Brentano, unico e diretto biografo della beata ed anche colui che mise per iscritto le sue famose visioni.
Non ci facciamo paladini o avvocati del Brentano, ma, con questo nostro breve, vogliamo semplicemente attestare e dimostrare, ragionevolmente, che a chi si ritiene libero di dubitare del Brentano pur senza esibire prove, la stessa beatificazione della Emmerick diventa per noi la prova della credibilità del poeta-scrittore.
Non ci soffermeremo, per ora, sulle contraddizioni di chi, giudicando inattendibile il Brentano, diventa poi paladino di altre presunte mistiche per nulla affatto riconosciute dalla Chiesa e i cui scritti sono stati giudicati come “una vita del Cristo malamente romanzata”…Questo alla Emmerick, da parte della Chiesa non è accaduto neppure per le sue visioni o per i suoi racconti sulla vita di Maria e la Passione di Gesù Cristo.
Brentano è capitato per caso? Non proprio…
Partiamo con il chiarire in quale senso comprendere che il Brentano “non capitò per caso” in casa della futura Beata. Certo, lui entrò come curioso, visitatore (aveva sentito parlare di questa donna speciale), ma i contestatori omettono di dire che Caterina Emmerick, costretta a letto a causa di quanto pativa, sovente pregava e supplicava Dio di associarla a qualcuno che avrebbe potuto comprenderla, a qualcuno con il quale avrebbe potuto condividere quanto le stava accadendo. Probabilmente la Emmerick non pensava neppure a qualcuno che stesse lì a trascrivere ciò che viveva: ella voleva solo condividere, trovare qualcuno che l’aiutasse a comprendere le sue esperienze mistiche. Lo faceva già, in effetti, con il sacerdote che la ospitava, con i suoi confessori, con il suo medico, ma la futura beata voleva condividere di più, e forse è solo in questo senso che diventa comprensibile il ruolo avuto dal Brentano.
Sovente, in questi casi particolari, sono proprio i confessori a prendere l’iniziativa di tramandare le esperienze mistiche delle anime loro affidate – per esempio, fu il beato Raimondo da Capua a diventare primo ed unico biografo attendibile di santa Caterina da Siena, di cui fu confessore – ma, nel caso della Emmerick, il Signore, come solo Lui sa fare, stupisce e cambia strategia.
Noi cattolici non crediamo al “per caso”. Soprattutto quando c’è di mezzo la preghiera, la sofferenza, una vocazione, il “caso” sappiamo che diventa quel mezzo attraverso il quale Dio, a modo suo, risponde alle suppliche dei suoi santi. Allo Spirito Santo è sempre piaciuto apparire senza fuochi d’artificio, al limite per mezzo di “lingue di fuoco” o come nel “roveto ardente che arde ma non brucia”!
Anche quando Dio parla – si legge nella Bibbia – la voce non è chiara ma piuttosto somiglia ad “un rombo di tuono”, lo stesso che udirono gli Apostoli radunati nel Cenacolo a Pentecoste che lo associarono ad “un turbine di vento”. E lo stesso è per lo Spirito Santo che appare al momento opportuno in modo irriconoscibile: sotto forma di colomba, una innocua colomba! Questi accenni solo per fare degli esempi.
Dunque è la Emmerick ad esprimere in cuor suo il desiderio di una sorta di accompagnatore in questo suo viaggio sovrannaturale tra cielo e terra. Il Brentano diventa così l’inconsapevole, al principio, strumento della Provvidenza affinché quanto la Emmerick vive e sperimenta sia messo per iscritto e tramandato ai posteri, perché si sappia che Dio non abbandona mai la sua Chiesa, nè abbandona gli “operai assunti nella vigna”.
La Emmerick infatti, non ci ha lasciato nessuno scritto, né si è preoccupata di tramandarci una sua biografia. Pur avendo vissuto una continua esperienza nel futuro ecclesiale, in realtà pativa e soffriva per la Chiesa del passato, del suo presente e del suo futuro. Se, come dice Gesù, laddove è il tuo cuore, lì è il tuo tesoro, la Emmerick testimonia che il suo cuore è in quel tesoro che è la Chiesa e questo noi lo abbiamo saputo grazie alle testimonianze scritte dal Brentano. È il Signore stesso che lo conduce ai piedi del letto della Emmerick. Egli, poeta e filosofo, (nato l’8 Settembre, come la Emmerick), recatosi in visita occasionale presso la futura beata, finirà per fermarsi con lei per 6 anni, durante i quali diventerà il trascrittore delle visioni di lei. Anche questo fu volere divino: non partì dunque da una volontà personale della Emmerick né da una richiesta del Brentano.
In questo caso possiamo sostenere, senza essere smentiti, che entrambi finiscono per ritrovarsi inizialmente ad essere inconsapevoli strumenti della Divina Provvidenza, per poi lasciarsi rapire completamente dal Progetto divino ubbidendo semplicemente ai fatti che stavano vivendo, dimostrando una provvidenziale fiducia che diventerà, per noi dopo, la prova delle meraviglie che Dio compie nelle anime di cui si compiace.
C’è anche un altro particolare che sfugge a chi calunnia il Brentano: egli stesso fu oggetto delle visioni della Emmerick. Ella infatti gli predisse che sarebbe vissuto fino a quando il suo compito (trascrivere tutte le visioni di cui ella lo aveva reso partecipe) non fosse stato terminato. Tale profezia si avverò: il Brentano morì nel 1842 dopo aver trascritto tutte le visioni e aver completato la stesura del libro “Vita di Gesù Cristo”, tratto dalle visioni della suora.
Chi stabilisce, allora, quale parte della biografia e delle visioni sono da legittimare da quelle da cestinare? Come si è giunti a calunniare il Brentano?
L’iter di beatificazione della suora si arrestò nel tempo in cui anche le profezie di La Salette subirono un attacco inaudito perché entrambe (questo lo diciamo noi, ma i fatti non ci smentiscono) parlavano di un futuro drammatico nella Chiesa, di grave apostasia dove ad essere coinvolti non erano semplicemente gli eretici, i fedeli, ma erano coinvolti Pastori, Vescovi, il Clero e persino i Papi. L’immagine di una Roma come “ventre dell’apostasia” non poteva essere facilmente digerita. Di conseguenza a sbagliare non era “Roma” ma queste profezie!
Da qui si diffuse l’idea che il Brentano avesse inventato le visioni e che La Salette fosse, sì, stata riconosciuta dalla Chiesa, nel senso che le “apparizioni” erano “vere”, ma non si poteva dire altrettanto per i suoi contenuti apocalittici. E mentre su La Salette sappiamo che Leone XIII leggendo tutte le profezie le approvò come autentiche, riguardo alle visioni della Emmerck si dovette sottostare alla decisione dei vescovi tedeschi che non avevano affatto voglia di dare credito ad un’ anima che aveva previsto la loro apostasia. Se vogliamo comprendere la dinamica, rammentiamoci tutti di come è stata trattata Suor Lucia do Santos per il Terzo Segreto di Fatima, da Giovanni XXIII, che non le credette e che si rifiutò di obbedire alla richiesta della Vergine, trovando come scusa che la veggente avesse “inventato tutto”!!
Dio, però, aveva preparato una “rivincita” – se così possiamo dire – per la Emmerick. Nel 2004 Mel Gibson presentò il suo drammatico film The Passion of the Christ, la Passione del Cristo, tratta in sostanza dalle visioni della Emmerick. Si dimentica di dire che in quei mesi il Papa Giovanni Paolo II, decretando tutte le virtù eroiche della Emmerick e dichiarandola “mistica”, comunicava al mondo la sua beatificazione ufficializzando la data del 3 ottobre 2004. Gibson non era certo un addetto ai lavori tanto da poter far coincidere i due eventi: l’uscita del suo film e la beatificazione della suora. Un’altra coincidenza?
Ancora una volta ci ritroviamo, piuttosto, nelle maglie intessute dalla Provvidenza, che ci confermano semmai il duro lavoro portato avanti dal Brentano.
Veniamo ora a descrivere brevemente la famosa “Casa di Maria” scoperta dagli archeologi nell’800 grazie alle indicazioni suggerite dalle visioni della Emmerick, trascritte però dal Brentano. Anche queste indicazioni vengono messe ancora in dubbio. Il Brentano, nel trascrivere i fatti narrati dalla Emmerick, comprende che vi sono contenute anche due storie parallele, la vita di Maria e la vita di Gesù sofferente, e decide di presentare come ulteriori contributi letterari a vantaggio della mistica Katharina per far comprendere più pienamente, cioè, la conoscenza interiore di cui la Provvidenza la rese partecipe.
“Ad Efeso c’è la casa di Maria”, così diceva lo stesso Leone XIII che la elevò a Santuario.
Sulla base delle descrizioni della mistica, infatti, è stata ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Don Julien Gouyet – che era anche archeologo – dando credito alle visioni della Emmerick, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Caterina. Gouyet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick.
Per altro, secondo i verbali del concilio di Efeso, la Vergine rimase per un breve tempo in locali vicini a quella che fu la chiesa dove – secoli dopo – si svolse il concilio, poi si trasferì in una casa posta su un’altura oggi chiamata “monte dell’usignolo” e vi rimase secondo la tradizione fino all’anno 46, quando a 64 anni d’età fu assunta in cielo. E gli altri Papi confermano…
Nel 1967 il papa Paolo VI e nel 1979 il papa Giovanni Paolo II si recarono ad Efeso e pregarono, in ginocchio, nella casa di Maria facendo sì che ormai tutto il mondo fosse d’accordo nel ritenerla tale. Anche papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Turchia del 2006 ha visitato Efeso e pregato nella casa di Maria celebrando, nella zona antistante, la Messa con la piccola comunità del posto e che così disse nell’omelia del 29.11.2006: ” … I Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, il quale sostò in questo Santuario il 30 novembre 1979, a poco più di un anno dall’inizio del suo pontificato. (..) Animato da tale spirito, mi rivolgo a questa nazione e, in modo particolare, al “piccolo gregge” di Cristo che vive in mezzo ad essa, per incoraggiarlo e manifestargli l’affetto della Chiesa intera…”
“Negli anni conclusivi dell’Ottocento la costa egea della Turchia fu testimone di tre delle più grandi scoperte archeologiche di tutti i tempi. Due di queste – il ritrovamento delle rovine di Efeso e di quelle di Troia – suscitarono grande interesse nell’opinione pubblica. La terza, invece, nel 1881, fu immediatamente riavvolta dal segreto. Fu mantenuta nel segreto perché nessuno poteva credere ad un ignoto prete francese che, seguendo le visioni di una mistica tedesca altrettanto sconosciuta, diceva d’aver trovato proprio la casa in cui la Vergine Maria aveva trascorso i suoi ultimi anni. Alla fine del secolo, a seguito di nuove indagini, tutto divenne così chiaro che alcuni studiosi proclamarono autentica la scoperta e papa Leone XIII dichiarò il sito luogo di pellegrinaggio. Ai nostri giorni, la casa è uno dei santuari mariani più importanti della cristianità” (1).
Concludiamo questa parentesi per sottolineare quanto sia assurdo che si difendano santuari mai proclamati dalla Chiesa, mentre si calunnia – calunniando il Brentano – un autentico Santuario mariano, e di questo si dubita, nonostante tutti i Papi tale lo ritengono. Una parentesi che ci porta a domandarci: se la Emmerick non scrisse nulla e dunque fu il Brentano a scrivere sulla casa di Maria, su quali elementi, i loro detrattori, fondano le istanze della calunnia? La loro parola contro quella, almeno, di ben quattro Pontefici!
E se anche fosse che al santuario mariano di Efeso ci si crede, come non credere anche a tutto il resto descritto e riportato dal Brentano dal momento che la Emmerich di suo pugno non scrisse nulla?
E veniamo infine all’iter della beatificazione che pone la parola fine ad ogni dubbio elevato contro il Brentano stesso.
Ratzinger venne a conoscenza di questa anima già negli anni ’50 e, disse in una intervista degli anni ’80, l’unica battuta che si conosca sull’argomento, che ”..ho studiato profondamente il caso di questa anima sofferente a causa delle visioni che il Signore le confidò sul futuro della Chiesa”. Alla domanda se ci fosse in vista la beatificazione rispose che i tempi spettavano a Dio e al Papa, ma che lui era fiducioso su questa beatificazione perchè, disse: “La Emmerick visse tutte le virtù eroiche in previsione della sofferenza della Chiesa del nostro tempo”.
Queste le uniche battute che si conoscono di Ratzinger sull’argomento.
Torniamo al Brentano: è possibile che il Signore abbia mandato un fallato alla Emmerick e poi accolto l’iter di beatificazione? E’ vero che le visioni o profezie restano cose private, ma attenzione, la Emmerick è uno di quei casi unici o rari in cui le visioni-profezie sono associate alle motivazioni della sofferenza patita che le ha dato modo di esercitare tutte quelle virtù portandola alla beatificazione.
La Emmerick, in sostanza, dettava, spiegando la visione avuta durante la notte o il giorno prima, e in molti punti c’è scritto: “… ora non ricordo più; mi dispiace non so andare avanti, non so spiegare quello che ho visto..” altrove si legge: ” e qui la Emmerick si ferma incapace di ricordare….”. Insomma, leggete il libro: non c’è nulla di inventato.
Ammesso e non concesso che il Brentano, infine, si sia inventato tutto o metà… resta sempre sorprendente il fatto che siano profezie di fatti che stiamo vivendo. Brentano non è morto dopo il Concilio perché possiamo dire che si è inventato quello che la Emmerick vide e non avrebbe neppure senso riportare le visioni e scrivere: “qui la Emmerick si è fermata, non riesce più a ricordare, ha difficoltà di ripetere, ecc…”
Se ciò non vi basta, fu proprio la Emmerick a descrivere come il Brentano fosse “volontà divina”. Ella asserì al suo confessore che: “Durante una visione ho capito che sarei morta già da tempo, se non dovessi far conoscere le visioni mediante il “pellegrino”. Egli deve scrivere tutto e a me tocca soltanto descrivergli quanto ho visto”, e al Brentano disse: “Ti do queste visioni non per te, ma affinché siano divulgate. Devi perciò comunicarle!”
Il Brentano, per la verità, pur attirato dalla persona angelica della Emmerich, non voleva rimanere impegnato, per chissà poi quanto tempo…ma, come disse lui stesso dopo la conversione, si sentì “quasi costretto a rimanere” presso la Veggente, perché quel mistero lo attraeva con la forza delle verità eterne. Così Suor Caterina lo aiutò anche nella sua conversione. Tutto ciò che sappiamo della passione vissuta dalla Emmerich – disse anni dopo il vescovo al quale si chiedeva l’iter di beatificazione – noi ne siamo venuti a conoscenza grazie alle testimonianze scritte dal Brentano e poi dal suo medico personale.
Un insigne vescovo dell’epoca, a confermare tutto ciò è il gesuita mons. Giovanni Sailer, di Baviera, professore all’università di Dilligen. Egli aveva preso a cuore il caso della Emmerich perchè le credeva, e credeva anche nei suoi doni mistici come le stimmate. Fu proprio questo gesuita a portarle in casa il Brentano di cui si fidava, raccomandando alla Suora di esporre a lui con dovizia – a questo “pellegrino” – tutto ciò che “vedeva” e sentiva.
La storia che il Brentano inventò le visioni, o in parte le inventò, non ha senso, non sta in piedi, perchè le profezie narrate le stiamo in qualche modo vivendo, una dietro l’altra. Il Brentano salvò di proposito queste memorie quale testimonianza della santità della Emmerick, e: “Crediamo che non sia esagerato, e ci permettiamo, chiedendo perdono a chi non fosse d’accordo, di considerare questa raccolta di Padre Karl Erhard, tratta dai Diari di Clemente Brentano, un autentico trattato di ascetica religiosa, perché è contenuta l’acqua di un pozzo profondissimo di inesauribili verità e simboli mistici” (2)
Questa “raccolta” è quella che è finita nell’iter burocratico per vagliare la beatificazione della Emmerick e se è vero che le rivelazioni della beata sono rivelazioni private e nessuno è tenuto a credervi, la Chiesa tuttavia non le ha mai sconfessate, ed anzi, vennero depositate nel processo di beatificazione, perciò fanno parte del riconoscimento delle sue virtù eroiche e della sua beatificazione.
E certamente non ci sono solo le visioni del Brentano. Il sito Vaticano nella scheda riguardante la nuova beata scrive:
“In questo periodo Anna Katharina Emmerick ricevette le stigmate, i cui dolori aveva già sofferto da molto più tempo. Il fatto che lei portava le piaghe non poteva rimanere nascosto. Il Dr. Franz Wesener, un giovane medico, le fece visita e fu da lei così tanto impressionato che divenne per lei, negli 11 anni seguenti, un fedele, aiutante e disinteressato amico. Lui tenne un diario sui suoi incontri con Anna Katharina Emmerick, in cui ha fissato una montagna di particolari…”
Dunque…”una montagna di particolari”! Nella stessa biografia del sito Vaticano leggiamo anche una conferma di credibilità al Brentano: “Di importante significato fu l’incontro con Clemens Brentano. Dal suo primo incontro nel 1818 derivò un soggiorno di cinque anni, in cui giornalmente lui visitò Anna Katharina per disegnare le sue visioni che più tardi pubblicò…” (3). Importante significato: così dunque si esprime il sito Vaticano sul provvidenziale incontro.
Nel 1987 Giovanni Paolo II rompe gli indugi e in visita a Monaco propone la Emmerick come modello di santità: “Ve lo voglio ricordare ancora soltanto suor Anna Katharina Emmerich, che con la sua particolare vocazione mistica ha mostrato il valore del sacrificio e della sofferenza insieme al Signore crocifisso..”
“vocazione mistica”, sottolinea il Pontefice, un passo fondamentale e determinante che dopo anni di silenzio riconosce, alla suora, le sue visioni. Certo, le visioni avute dalla suora non sono la causa della sua beatificazione, lo ripetiamo, ma senza dubbio sono il motivo per cui viene dichiarata “mistica” e “crocefissa con Cristo”.
E ancora, nell’ ottobre 2004, ai pellegrini, convenuti a Roma per la beatificazione della Emmerick, Giovanni Paolo II dice:
“In profonda unione con il Salvatore sofferente la “Mistica del Land di Münster” realizzò la missione dell’Apostolo di completare quello che manca ai patimenti di Cristo per il Corpo di Cristo, la Chiesa (cfr Col 1, 24). Su intercessione della Beata Anna Katharina il Signore renda i vostri cuori disponibili alle necessità interiori ed esteriori del prossimo. L’esempio della Beata rafforzi in tutti la virtù della pazienza e lo spirito di sacrificio!”
Il Papa lo conferma: quella ”..vocazione mistica della Emmerick”, vissuta in un clima di autentica sofferenza e passione, mentre cioè la spiegava e la viveva sulla sua pelle, sono un tutt’uno con le eroiche virtù che l’hanno portata alla beatificazione. Questa “vocazione mistica” sono parte integrante di quelle visioni narrate dal Brentano e dunque confermate dal Papa. Se il Papa disse che “è mistica” fu per l’opera di Brentano che ha portato a conoscenza i fatti.
Infatti, nell’omelia del Papa per la beatificazione del 3 ottobre 2004, le parole sono inequivocabili nel sottolineare il valore delle sue visioni mistiche:
“La Beata Anna Katharina Emmerick, ha gridato “la dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo” e l’ha vissuta sul suo corpo. È opera della grazia divina il fatto che la figlia di poveri contadini, che con tenacia ricercò la vicinanza di Dio, sia divenuta la nota “Mistica del Land di Münster”. La sua povertà materiale si contrappone a una ricca vita interiore. Così come la pazienza nel sopportare la debolezza fisica ci impressiona anche la forza caratteriale della nuova Beata e la sua stabilità nella fede. Ella traeva questa forza dalla santissima Eucaristia. Il suo esempio ha dischiuso i cuori di poveri e di ricchi, di persone semplici ed istruite alla dedizione amorosa a Gesù Cristo. Ancora oggi trasmette a tutti il messaggio salvifico: Attraverso le ferite di Cristo siamo salvati (cfr1 Pt 2, 24)”
Il Papa la riconosce come “mistica”, ma lei non ha scritto nulla! Chi ha raccolto, riportato e tramandato quell’esperienza sovrannaturale di questa suora? Il Brentano e il medico Franz Wesener! E le visioni, vissute appunto sulla sua pelle, sono state il fondamento per riconoscerla una autentica “mistica”. E di una cosa siamo certi: senza i diari del Brentano non staremo qui oggi a parlare e a discutere sulla Emmerick. Né tanto meno potremmo edificarci attraverso le rivelazioni con le quali il Signore la volle inchiodata alla croce della passione, consentendo poi alla beatificazione, perché la mistica tedesca fosse monito e modello per la Chiesa anche del nostro tempo e per la nostra salvezza.
Laudetur Jesus Christus
___________________
Note
1) La casa di Maria. Una storia meravigliosa: come fu scoperta a Efeso l’abitazione della Vergine Maria
2) Prefazione Vincenzo Noja – Visioni Anna Katharina Emmerich edizioni Cantagalli
3) Biografia Anna Katharina Emmerick – sito vaticano –
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