ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 2 giugno 2018

Invisi alle Gerarchie

ABATE FARIA: SE REPUBBLICA ATTACCA IL GOVERNO, ALLORA È BUONO. INIZIA LA LAPIDAZIONE LGBT DI FONTANA.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, quando l’Abate Faria ieri mi ha mandato la riflessione che trovate qui sotto, sono stato tentato di non pubblicarla. Primo: era appena apparsa un’altra riflessione del buon abate, e pur grato come sono dei contributi, tendo a distanziarli un poco, per non ingenerare noia nel lettore. E poi mi sembrava che il religioso questa volta avesse esagerato. Ma leggete prima che cosa scrive:
Se il giornale La Repubblica ci da giù così forte contro il nuovo governo, significa che qualcosa di buono ci deve pur essere nel governo stesso. Ammetto che ero tra quelli che aveva sottovalutato Matteo Salvini, quando era succeduto ad Umberto Bossi. Eppure oggi il suo partito mi sembra uno dei pochi che si opponga alla deriva antropologica portata avanti da giornali come La Repubblica, dalla cosiddetta parte progressista nei partiti politici e, in una parte oramai significativa, dalla Chiesa Cattolica stessa che non sa più opporsi allo smottamento anzi, lo accompagna benevolente.

Ammetto che Lorenzo Fontana mi sta simpatico, c’è molto più cattolicesimo in lui che in molti membri dell’episcopato, non solo italiano.
Ora la battaglia sarà più cruenta perché i dominatori del mondo hanno perso temporaneamente il controllo. Useranno tutti i mezzi di cui sono capaci, e sono tanti, per ritornare saldamente in sella.
Speriamo, alla faccia loro, che qualche piccolo “danno”, nel frattempo, si riesca a farlo.
Abate Faria


Ecco. Poi questa mattina ho aperto i giornali e mi sono trovato davanti a questo titolo su un articolo di una collega di Repubblica:
Quando Fontana diceva: “Unioni gay e immigrazione di massa cancellano il popolo italiano”
A poche ore dal giuramento, il neoministro della Famiglia è già accusato sui social di posizioni omofobe e xenofobe. Ecco cosa scriveva e dichiarava l’esponente leghista
Potete, se volete, leggere l’articolo a questo contatto.
Notate per favore il metodo squadrista: l’avversario viene immediatamente squalificato, parlando di posizioni omofobe (cioè di qualche cosa che non esiste, un concetto creato per tacitare l’oppositore) e xenofobe, senza dimostrare l’assunto: scomunica e anatema tout court.
Nell’articolo si scrive, fra l’altro che nel libro scritto con Gotti Tedeschi, Fontana è “Arrivato persino a sostenere che la caduta dell’Impero Romano sia stata causata dalla scarsa natalità”.
Oibò che follia! Peccato che questa tesi sia presente nella discussione storica da parecchio tempo (mi ricordo, ma non sono riuscito a ritrovare la fonte, di uno studioso che incolpava le tubature in piombo di aver creato grandi problemi di sterilità nel popolo romano). E che addirittura ci siano specialisti che hanno dedicato, di recente, – e non sono leghisti , e neanche italiani – opere di centinaia di pagine a questo soggetto. Scriveva di Giulio Meotti sul Foglio del 20 Marzo 2015 “Adesso uno storico francese, Michel De Jaeghere, nel suo libro di seicento pagine “Les derniers jours”, gli ultimi giorni, scrive che la causa della caduta dell’Impero fu l’implosione demografica. Il libro, recensito in maniera entusiastica dall’accademico francese Jean d’Ormesson, sostiene che Roma collassò, passando da un milione di abitanti ai ventimila del V secolo. Si produsse quella che Eric Dodds ha definito “un’epoca d’angoscia”. La denatalità portò alla crisi dell’amministrazione, del sistema stradale, dell’erogazione di acqua su lunghe distanze, dell’irrigazione, dei mulini; e così aumentarono la vulnerabilità alle malattie e l’emigrazione. Infine, il calo generale ridusse le capacità militari e di sicurezza dell’Impero. Dal 165 d.C., la popolazione diminuì bruscamente: un quarto degli abitanti scomparve tra il 200 e il 400, e un quarto della restante popolazione tra il 400 e il 500”.
Forse qualche lettura in più non guasterebbe, colleghe e colleghi militanti.
E poi ho avuto la curiosità di vedere quelle che erano le fonti social degli attacchi a Fontana, riportati sull’House Organ sia delle lobbies LGBT che della sinistra disperata.
Potete vedere di quale imparzialità siano fornite dai due screenshot allegati….
Non è un caso che Repubblica conosca la crisi di vendite e di credibilità di cui sta soffrendo.

Marco Tosatti
INTERVISTA AL NEO MINISTRO FONTANA
"Natalità, flat tax e home schooling: ecco i miei primi atti per la famiglia"
"Flat tax subito per i nuclei con almeno tre figli e impegno per la libertà di educazione promuovendo anche la scuola parentale". Il neo ministro della Famiglia e disabilità si presenta alla Nuova BQ a poche ore dal giuramento al Colle e illustra alcune priorità. "Basta giocare in difesa, lavorerò con tutti i ministeri per una politica family friendly. Obiettivo: invertire la denatalità perché senza figli non c'è futuro". Ma l'esecutivo Conte è a rischio su tanti temi sensibili, dalle nozze gay all'eutanasia: "Non sono nel contratto di governo, non passeranno. Nel contratto c'è la famiglia". 
-NUMERI E EQUILIBRI: LE FRAGILITA' DI UN GOVERNO di Ruben Razzante
-E ORA LA PROVA DEI MERCATI di Giancarlo Fabi

Lorenzo Fontana entra al Quirinale per giurare da ministro della Famiglia
"Basta giocare in difesa: la Famiglia è un motore per lo sviluppo, non assistenzialismo". Adelante, cum juicio. La nomina di Lorenzo Fontana a ministro della Famiglia e delle disabilità non sarà una rivoluzione, ma rappresenta un segnale che un cambio di passo, almeno rispetto agli ultimi esecutivi Gentiloni-Renzi-Letta-Monti, c’è stato. Nessun entusiasmo, ma neppure il disfattismo all’insegna del “tutto o niente”.
Presto, dunque, per cantare vittoria, anche perché l’esecutivo di GIuseppe Conte ha al suo interno una fortissima componente di elementi “a rischio” per la tenuta e la promozione delle politiche famigliari. Ma anche perché l’agenda della rivoluzione antropologica, dai matrimoni gay alla legge sull’eutanasia, si farà viva con il suo carico di alleanze trasversali, soprattutto in ambito parlamentare.
Almeno, però, questa nomina dice alla politica che certi temi “Cenerentola” come il calo demografico o la discriminazione degli studenti disabili nelle scuole paritarie, possono trovare un rappresentante di governo capace per lo meno di battersi perché diventino strutturali nell’agenda di governo.
La Nuova BQ ne parla proprio con il neo ministro in quella che è la sua prima, inaspettata ed emozionata intervista lampo, mentre è alle prese con il disbrigo delle faccende burocratiche prima del giuramento al Colle. Veronese, 38 anni, una moglie e una figlia e una vita nel Carroccio di cui è stato anche europarlamentare, ha una lunga storia di attivista pro life.
Fino a pochi giorni fa era tra i parlamentari più accesi a favore del piccolo Alfie Evans. E oggi si ritrova alla guida di un ministero senza portafoglio che può diventare un elemento portante oppure finire a fare la bella statuina nel governo gialloverde. Ma la sua esperienza è già stata testata con successo da vicesindaco di Verona. I giornali, Rep e Corsera in testa, hanno già battezzato il suo “personaggio” con lo stile dell’etichetta: quello contrario alle nozze gay, all'aborto, all'eutanasia etc... 
Che impegno sarà il suo? Siamo rimasti alla Conferenza sulla famiglia promossa dal governo Gentiloni. Poche parole, zero promesse, nessun intervento e tanta retorica.
Sarà un cambio di mentalità su tutti i fronti. A cominciare dal metodo. Il mio obiettivo sarà quello di lavorare con tutti i ministeri improntando una politica family friendly, uno sguardo diciamo così family oriented in tutte le politiche. Perché la politica deve occuparsi della famiglia in maniera strutturale, non possiamo perdere altro tempo. I figli sono l’investimento del futuro.
Passare dall’assistenzialismo, peraltro claudicante di oggi, ad una visione portante, sarà impresa prima culturale che politica.
Fino ad oggi si è pensato che l’Europa che invecchia ha bisogno di migranti, per noi l’Europa che invecchia ha bisogno di generare nuovi figli. Il cambio di mentalità è tutto qui.
Quindi la questione demografica sarà al centro?
Sarà la principale del mio impegno, confrontandomi con tutti i ministeri coinvolti. Il mio apporto sarà quello di portare le migliori esperienze di governo in Europa per invertire il trend, per sostenere la natalità e la maternità in chiave onnicomprensiva e di sviluppo, non di assistenza. E’ indispensabile far capire che i figli sono una risorsa e non un peso.
Si inizierà subito in salita. La flat tax è già un intervento che guarda in maniera diversa alle famiglie come motore di sviluppo, ma non sarà facile. Mancano le coperture…
La flat tax è un buon inizio per ragionare in termini family oriented, ma se già da quest’anno non si dovesse fare per tutti, mi batterò perché parta almeno per certe categorie di persone, ad esempio le famiglie con almeno 3 figli o più. Sarà il mio primo impegno concreto.
In pochi l’hanno notato: il suo ministero è alla famiglia e non alle famiglie…
E’ un deciso cambio di passo anche rispetto alla mentalità dominante.
Ma nel governo forse non tutti sono favorevoli a questa lettura…
Dobbiamo avere una proposta che sia “per” e non “contro”. E soprattutto su questo fronte smettere di giocare in difesa, sennò alla fine il goal lo becchi.
Fare politica per la famiglia però vuol dire anche inserirsi in quei campi come Istruzione e Sanità che influiscono molto sulle famiglie. Come pensa di muoversi?
Le dico che uno dei miei primi interventi sarà quello di lavorare per la libertà di educazione vera. In quanti oggi conoscono l’istruzione parentale o la cosiddetta home schooling? Ecco, io voglio portare al centro del dibattito proprio questi temi, andando a cercare le esperienze che funzionano e mostrando che sono un esempio di libertà e di sussidiarietà conveniente per lo Stato.
Ad oggi chi frequenta le scuole parentali non può detrarre nulla dalle tasse…
Intendo dire proprio questo. Sarei felice di confrontarmi con queste realtà che vanno incentivate e fatte conoscere. E soprattutto aiutate facendo capire che la prima scuola è la famiglia.
Finora però sta parlando di promesse, ma l’esecutivo è a rischio. Che cosa farà se dovesse arrivare un provvedimento che trasformi le unioni civili in matrimonio gay?
Che non arriverà. Il programma parla chiaro. E nel programma c’è la famiglia, ma non ci sono i matrimoni gay.
E se dalle Dat si passasse all’eutanasia attiva come richiesto anche dai Radicali e da alcune frange 5 Stelle?
Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale si arriva ad aberrazioni come quelle di cui siamo stati e siamo testimoni. Io sarò in prima fila nel governo e in Parlamento per oppormi con tutte le mie forze.
E’ un avvertimento ai suoi compagni di governo e anche di partito?
No, è una promessa solenne.
Andrea Zambrano
http://www.lanuovabq.it/it/natalita-flat-tax-e-home-schooling-ecco-i-miei-primi-atti-per-la-famiglia

Siamo tutti fascisti? - Danilo Quinto - 2 giugno 2018

Del nuovo Governo e di Salvini Ministro dell'Interno, PD e giornali del regime sanno dire e scrivere solo “Sono fascisti”. E’ la dimostrazione che non hanno argomenti. Vivono nella menzogna. Sono la vergogna di questo Paese, insieme a Berlusconi, che annuncia la sfiducia a scatola chiusa. Saranno asfaltati alle prossime elezioni. Per questo, hanno paura.
Da Salvini mi aspetto nell'immediatezza provvedimenti che riguardino il primo problema che sta vivendo l’Italia da almeno dieci anni, con la complicità di buona parte delle sue classi dirigenti e politiche, del sistema dei media e della Chiesa Cattolica, a cominciare da Bergoglio e dalla Conferenza Episcopale Italiana, con il loro buonismo d’accatto, che sovverte il primo insegnamento di Gesù Cristo, sulla conversione e la salvezza delle anime, con la melassa della Misericordia, che significa dissoluzione, come avvertiva San Tommaso d’Aquino, se non accompagnata dalla Giustizia. 
La campagna lanciata da Emma Bonino, “Ero straniero – l’umanità che fa bene”, alla quale ha dato la sua adesione politica Bergoglio, è una campagna di dissoluzione dell’identità italiana ed europea. Il massone d’alto grado Coudenhove Kalergi, fondatore della Paneuropa, scriveva: «gli abitanti dei futuri Stati Uniti d’Europa non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di sub-umanità resa bestiale dalla mescolanza razziale […]. È necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere. L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità». 
L’Italia e gli italiani attendono:  
• che sia impedita la sostituzione della popolazione italiana con i musulmani, insieme ad un grande piano di natalità:
• la chiusura delle Moschee e dei luoghi di culto nei quali sia accertata la propaganda dell’odio;
• il divieto di costruire nuove Moschee;
• la ricognizione dell'accreditamento delle Organizzazioni Non Governative e delle Cooperative che si occupano di immigrazione;
• l’accertamento dei finanziatori delle Ong;
• la tutela dei confini italiani;
• l’impedimento degli sbarchi;
• la chiusura dei Cara (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo);
• il soccorso solo alle persone (stimate al 5%) richiedenti diritto d'asilo perchè perseguitate nei loro Paesi;
• l’espulsione degli immigrati clandestini e il loro rimpatrio nei paesi d'origine;
• provvedimenti che aboliscano gli aiuti economici agli immigrati che non ne hanno diritto e l’attribuzione di case a loro assegnate al posto di decine di migliaia di famiglie italiane che ne sono prive;  
• provvedimenti che tutelino la sicurezza degli anziani che vivono soli e che sono costretti a rimanere chiusi nelle loro case, per evitare che siano occupate;
• provvedimenti che tutelino le donne italiane, per evitare che siano a disposizione di coloro che vogliono usarle;
• provvedimenti che tutelino i controllori dei biglietti sui treni, sugli autobus e nelle metropolitane, che subiscono aggressioni nell’esercizio del loro dovere;
• l’esame medico e un periodo di accertamento sanitario per tutti coloro che entrano nei confini nazionali provenienti da Paesi dove sono presenti malattie infettive. 
E’ un programma fascista? Siamo tutti fascisti? Che lo dicano e lo scrivano pure. Dicendolo e scrivendolo, siamo sicuri che non proveranno vergogna. Il loro obiettivo è distruggere l’Italia e non ci deve stupire che si richiamino - contro coloro che la vogliono difendere e vogliono che vengano difesi e tutelati prima gli italiani – ad un periodo storico chiuso 73 anni fa (con una storia ancora tutta da scrivere sulla sua orrenda chiusura, perché l’ideologia comunista ha impedito per decenni e decenni di dire e di scrivere la verità).

Cosa pensa Lorenzo Fontana, ministro Famiglia e disabilità


Riporto qui una mia intervista a Lorenzo Fontana, pubblica su La Verità pochi giorni prima delle elezioni del 4 marzo.
Lorenzo Fontana, classe 1980, candidato il 4 marzo, è vicesegretario della Lega, europarlamentare, vicesindaco di Verona, ed autore di un recentissimo libro – scritto a quattro mani con Ettore Gotti Tedeschi – dal titolo: “La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi” (edizioni Gondolin).
Quali le tesi sostenute nel testo?
“Più che una tesi è un’evidenza che, ahinoi, tanti analisti disconoscono: la crisi è stata causata dal calo delle nascite che ha generato un terribile effetto domino di calo della domanda compensato da una rincorsa sfrenata a moltiplicare i consumi individuali, abbassando i costi di produzione, e dalle conseguenti delocalizzazioni produttive. L’incremento dopato dei consumi si traduce in consumismo sfrenato, in erosione dei risparmi, che sono la ‘materia prima’ del credito bancario, quindi del sostegno alle imprese. Parallelamente il calo delle nascite ha prodotto inevitabilmente un aumento incessante dell’età media, quindi dei necessari costi fissi: sanità e pensioni in primis”.
Numeri?
“Le statistiche parlano chiaro: al ritmo attuale, nel 2050 ci saranno più over 60 che ragazzi sotto i 16 anni, cosa mai avvenuta prima nella storia: gli anziani saranno ben 21,8 milioni, ovvero il 34,3% della popolazione. Tornare a investire sulla famiglia, quindi, non è una questione legata a come la si pensa, ma è una necessità per tornare a crescere, un’urgenza anche economica. Per questo nel libro illustriamo un piano di rilancio che guardi alla famiglia e riprendiamo la proposta del Papa emerito Benedetto XVI di fare proprio della famiglia il “patrimonio dell’umanità” “.
Quando comincia la sua passione per la politica?
“La politica è la passione di una vita. Avevo 16 anni (era il febbraio del 1997) quando ho fatto la mia prima tessera della Lega. Pochi anni dopo ero vicesegretario federale dei giovani, poi consigliere comunale e, oggi, europarlamentare, vicesindaco di Verona e vice di Matteo Salvini. Un percorso partito dal basso, dai territori. Della Lega ho da sempre condiviso, con coerenza, le battaglie. Mi riferisco, in particolare, alle battaglie federaliste, al tema delle autonomie, alla tutela delle identità, alla lotta contro i poteri forti oggi rappresentati dalle elite europee che decidono sulla testa dei cittadini, preferendo la speculazione finanziaria e gli interessi delle grandi multinazionali alla tutela del tessuto produttivo rappresentato dalle nostre piccole e medie imprese. La Lega nasce e cresce come sindacato dei territori”.
Lei sta a Bruxelles, con Salvini. Cosa rappresenta, per un leghista, Bruxelles?
“Bruxelles è oggi il simbolo di un’Europa che ha tradito il sogno originario dei padri fondatori. L’Europa ha mancato l’occasione storica di fondarsi sui comuni valori cristiani ed è diventata un apparato burocratico al servizio dei grandi gruppi di interesse. Dai trattati commerciali alle istanze globaliste, dalla gabbia dei vincoli di bilancio al relativismo imperante: l’Ue vuole annullare le differenze per omologare le comunità. Noi siamo per le identità, per la tutela delle differenze, per un’Europa diversa, che guardi ai popoli, che rispetti i territori, che tuteli i valori comuni emersi in secoli di storia”.
In una conferenza, a Verona, ha parlato di Bruxelles come di una città ormai musulmana, con una presenza cristiana molto coraggiosa, benché invisa alla stessa gerarchia ecclesiastica…
“E’ un problema del Paese e dell’Europa. E non sono io a dirlo, ma sono i numeri. Ricordo lo studio Pew Research di marzo 2017, secondo il quale tra cinquant’anni circa assisteremo al “sorpasso” dei musulmani a danno dei cristiani. E poiché – come ricorda Open Doors – oggi l’Islam è la prima causa di persecuzione dei cristiani nel mondo, non c’è da aspettarsi nulla di buono. La strategia di diffusione islamica passa attraverso l’alta natalità dei propri fedeli. E’ anche per questo che l’Europa deve tornare a fare figli. La famiglia è un valore e una necessità”.
Lega-Berlusconi: un rapporto spesso teso e difficile. E oggi?
“Condividiamo un programma su punti specifici, compreso l’impegno per rifondare un’Europa che, così com’è, non va, come è chiaro ed evidente a tutti. Forza Italia – aderendo a una forza europea di maggioranza come il Ppe – potrebbe impegnarsi per cambiare dal di dentro questa UE. Detto ciò, gli elettori sanno che ogni voto in più alla Lega aiuterà a far valere la forza del nostro leader Matteo Salvini e del nostro programma”.
Se il centro destra non vince, alleanza con i grillini?
“Non ci interessano le alchimie politiche o i calcoli col bilancino, ci interessano i contenuti. E noi stiamo con chi è disposto a portare avanti, insieme a noi, il nostro progetto identitario, per ridare centralità alle comunità, per la tutela delle piccole e medie imprese contro multinazionali che fanno dumping salariale, eludono il fisco e generano una corsa al ribasso dei salari e dei diritti dei lavoratori. Siamo per la salvaguardia delle nostre tradizioni, per la gestione dell’immigrazione, che deve essere regolamentata e adeguatamente selezionata, per la certezza del diritto, per la sicurezza, per un fisco più equo e vicino alle famiglie, in particolar modo alle famiglie numerose. Nell’epoca del relativismo imperante si è avverata la profezia di Chesterton: “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. E oggi la prima e vera rivoluzione è quella del buon senso”.
Quali ministeri vorreste?
“Salvini ha già annunciato che in caso di vittoria del centrodestra ci sarà un leghista al ministero delle Politiche Agricole. Una scelta che ha un valore sostanziale: ripartire dai territori, dalle produzioni primarie, dall’economia reale, dalla tutela di ciò che è nostro, fino ad oggi svenduto per compiacere gli interessi delle grandi multinazionali. E’ ovvio che qualsiasi sia la rappresentanza di governo che la Lega, in caso di vittoria, avrà, abbiamo al nostro interno figure, competenze e idee per fare la differenza e per cambiare il corso della storia politica di questo Paese”.
Nella Lega sono presenti diversi candidati vicini al Family day, come gli avvocati Simone Pillon e Giancarlo Cerrelli. Anche lei e l’altro vice di Salvini, Giancarlo Giorgetti, siete cattolici. Come vi ponete di fronte ai temi etici: matrimonio gay, utero in affitto, droga libera…?
“Noi siamo per la tutela di mamme, papà, per il sostegno alla famiglia e alla natalità. Siamo per il rilancio demografico del nostro Paese che, come spiegato, significa anche rilancio economico. Il sostegno alla famiglia è il sostegno alla cellula della società che, unica, può generare figli per il bene del Paese e produrre ricchezza. Altre forme di unioni non possono avere, per loro stessa natura, questa peculiarità. Quanto all’utero in affitto, crediamo che i bambini non siano merce di scambio, né le mamme possano essere ridotte a ‘incubatrici’. La cannabis è droga, anche se definita ‘leggera’, e pensiamo che sia dovere di uno Stato porre un argine a ciò che genera dipendenze dannose. Vale anche, ad esempio, per il gioco d’azzardo”.

Il Ministro Lorenzo Fontana: un ponte ideale tra Palazzo Chigi e il Circo Massimo, luogo dell’ultimo e gremito Family Day.


Grazie a Federico Cenci per il bellissimo Articolo che postiamo per intero.
La Sacra Scrittura ammonisce : «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore allontana il suo cuore...Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia» "( Geremia 17, 5-7 ). 
Riponiamo con fiducia la nostra cristiana speranza e le nostre preghiere sul neo-ministro per la Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana che il 19 maggio scorso a Roma ha partecipato all'VIII  Marcia per la Vita.
Alla Messa domenicale nella parrocchia della Trinità dei Pellegrini, a cui hanno partecipato molti partecipanti della  riuscitissima Marcia della Vita, la Redattrice di Chiesa e post Concilio aveva notato:"... Penso anche a Giancarlo Giorgetti e al suo curriculum di tutto rispetto, il quale domenica 20 maggio era alla Messa delle 9:00 a Santa Trinità dei Pellegrini. Mi ha dato l'impressione di una persona che conoscesse perfettamente la liturgia "usus antiquior", dal momento che non si guardava intorno per seguire il comportamento dei presenti, ma anzi quasi lo anticipava. Ad un certo punto ha anche attraversato obliquamente la navata per accendere un cero. Ha assistito fino alla fine, compresa la lettura dell'inizio del Vangelo di Giovanni e le preghiere finali. In definitiva, immagino che la Messa nell'antico Rito Romano sia fra le sue abitudini. Inoltre, il giorno precedente, insieme a Lorenzo Fontana, era alla Marcia per la vita".  
E' nostro cristiano dovere pregare ora più che mai per la nostra amata Patria e per i suoi Governanti.
La Santissima Vergine Maria assista e protegga il popolo italiano! 


Ecco Fontana, ministro 
"contro il relativismo e per la tradizione"


di Federico Cenci
  
Un profilo del leghista che si occuperà di Famiglia e Disabilità. Primo punto: riempire le "culle vuote"

Si apre quest’oggi un ideale ponte tra Palazzo Chigi, sede del governo, e il Circo Massimo, luogo dell’ultimo e gremito Family Day. Tra i ministri che il segretario della Lega Matteo Salvini è riuscito a piazzare nell’inedita coalizione giallo-verde, spicca quello che avrà il compito di occuparsi di Famiglia e Disabilità. 
Si tratta di Lorenzo Fontana, un padre 38enne che si è fatto conoscere negli anni come battagliero esponente del Carroccio, di cui è vicesegretario dal 2016, radicato sui valori cari al mondo cattolico e conservatore. ( Più che "conservatore" -che è un termine proprio dellle dottrine liberali -che non hanno  nulla di cattolico- avremmo preferito "tradizionale" N.d.R.)
Inizia a muovere i primi passi nelle istituzioni come consigliere di Verona, la sua amata città. 
Nel 2009 va a difendere “la gente e le tradizioni” della sua terra - come diceva lui stesso - in Europa, dove rimane come deputato per due mandati in veste di capo delegazione della Lega. 
È il giugno 2016 quando torna a Verona con l’elezione a primo cittadino del civico Federico Sboarina, per ricoprire il ruolo di vice-sindaco senza lasciare però l’incarico in Europa. Incarico che abbandona lo scorso 4 marzo, a seguito dell’elezione alla Camera, di cui il 29 dello stesso mese diventa vice-presidente.

"Popolari, non populisti"

Nonostante l’ambiziosa scalata nelle istituzioni, non ha mai tradito un approccio schietto e genuino il veronese Fontana, che è laureato in Scienze politiche e in Storia della civiltà cristiana. 
Non lo ha fatto nemmeno domenica scorsa, quando su Twitter, poco dopo il veto di Sergio Mattarella sulla figura di Paolo Savona e il primo tentativo rivelatosi vano di formare un governo giallo-verde, scriveva “Popolo vs Élite. Non si arretra di un millimetro! Vai Matteo Salvini!”. Il popolo, del resto, è un pensiero fisso nel percorso politico di Fontana, che in un’intervista nel 2013 aveva un’idea precisa dell’appellativo di populisti, tornato in voga in queste ore. “Da tempo tra i mass media e gli avversari politici è in voga un giochino furbo quanto fuorviante: modificare le parole per renderle negative - affermava -. Ci definiscono populisti, in realtà siamo orgogliosamente popolari. Populista è colui che segue i bassi istinti e gli umori della gente e cambia idea a seconda dei sondaggi. La Lega invece da vent’anni sull’Europa, i trattati di Maastricht e Schengen dice le stesse cose”.

La battaglia contro il relativismo culturale


Medesima linea che una larga fetta del Carroccio, di cui Fontana è figura di rilievo, mantiene anche nella difesa della famiglia tradizionale e dei principi non negoziabili. 
Nel 2013 fu lui a guidare le truppe dagli scranni dell’Europarlamento per affossare la Relazione Estrela, che definiva l’aborto “diritto umano” e promuoveva contraccezione, fecondazione assistita e ideologia gender. Una battaglia vinta contro quello che definiva in un’intervista del 2014 “il relativismo culturale che è in atto”. E contro il quale il nuovo ministro della Famiglia si batte insieme ai gruppi espressioni della società civile. Lo ha dimostrato nel febbraio scorso, quando a Verona ha dato il benvenuto, in qualità di vice-sindaco, al Bus della Libertà, l’automezzo che ha fatto il giro d’Italia per denunciare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. 
Come ricorda Filippo Savarese di CitizenGo, organizzazione promotrice del Bus, Fontana ha accolto l’automezzo con queste parole: “Voi rappresentate degli eroi. Io sono convinto che un giorno i libri di scuola parleranno di cose come queste per dire di chi ha veramente resistito e di chi ha fatto in modo che il mondo non diventasse qualcosa di strano”.

L'attenzione alle "culle vuote" e le politiche pro-famiglia

Ma per fare in modo “che il mondo non divenga qualcosa di strano”, oltre alla battaglia di profilo antropologico e culturale per sbarrare la strada ad ideologie individualiste e decostruttive, è anche necessario intervenire a livello politico. Gli incentivi per promuovere la natalità non possono aspettare. L’indice demografico dell’Italia non lascia adito a dubbio: se la tendenza non si inverte, il rischio è che quel popolo di cui Fontana si fa garante sia destinato ad estinguersi. Lui stesso ne è molto consapevole; nel 2018 ha pubblicato il libro “La culla vuota della civiltà. All'origine della crisi”, scritto a quattro mani con il banchiere, ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi e con la prefazione di Salvini. Ad aprile ha presentato il volume nella sala conferenze dell’Associazione Famiglia Domani, cattolica e tradizionale.

Ora, come ministro della Famiglia e della Disabilità, avrà modo di farsi interprete concreto delle istanze del Family Day (di cui una delle anime, Simone Pillon, è senatore della Lega); quelle istanze a favore della famiglia naturale, che definisce il “nucleo su cui da millenni si fonda la nostra civiltà”. Sempre in un’intervista del 2014 rilevava che per aiutare la natalità bisognasse “azionare la leva fiscale, abbassando le tasse a quelle coppie che decidono di fare figli”. 
Ma Fontana sottolineava anche l’importanza di sostenere le aziende e le imprese che “hanno dipendenti in maternità”, per superare l’annosa divergenza tra l’essere madre e lavoratrice. 
Non gli resta che rimboccarsi le maniche.


Fonte: In terris QUI 
Foto 1 : esclusiva di MiL , Messainlatino QUI
Pubblicato da Andrea Carradori
EUTANASIA INGLESE
L'ospedale che ha ucciso Isaiah ammette il suo errore

Come il papà di Alfie anche quello di Isaiah aveva accusato i medici di negligenza. Solo ora, dopo tre mesi e dopo un'indagine interna, l'ospedale inglese ammette: «Problemi specifici nel monitoraggio durante il travaglio hanno contribuito alla sua condizione. Ce ne scusiamo senza riserve». Il copione è identico: dopo l'errore sul paziente, invece che correggersi si preferisce eliminarlo.


La storia di Isaiah Haastrup, un’altra raccapricciante storia di eutanasia contro un bimbo di pochi mesi, è stata raccontata, e qualcosa non quadrava. Ma adesso è venuto fuori.

Isaiah, nato nel febbraio 2017, è stato ucciso al King’s College Hospital di Londra (lo stesso in cui aveva visto la luce) il 7 marzo mediante sospensione della ventilazione. Morto ammazzato per asfissia, dopo una lenta agonia durata sette/otto ore (e di per sé al di là di ogni più rosea previsione medica), per la sola colpa di essere venuto al mondo attraverso un parto difficilissimo durante il quale ha subito il danneggiamento irreversibile del cervello dopo avere patito una prolungata mancanza di ossigeno. Praticamente il protocollo eutanasico che gli è stato applicato è una forma odiosa della pena del contrappasso applicata a un innocente.

Anche i genitori di Isaiah, Lanre Haastrup e Takesha Thomas, come altri genitori stretti della medesima micidiale situazione, hanno fatto di tutto per salvargli la vita, ricorrendo a tre corti d’appello, poi alla Corte Suprema del Regno Unito, quindi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la quale però, il 6 marzo, ha giudicato inammissibile la loro domanda. Tutto insomma finito nel più tragico e oramai consueto dei modi.

Tutto sepolto? No, non tutto. Il piccolo Isaiah, infatti, una degna sepoltura, almeno quella, non l’ha avuta fino a giovedì 31 maggio, quando è stato inumato nel cimitero del distretto di Camberwell, nella zona sud della capitale britannica, accanto - ha detto il padre - alla nonna materna. Le circostanze del suo funale le racconta il quotidiano britannico The Guardian, e sono circostanze che aggiungono tragedia a tragedia.

Il padre di Isaiah ha infatti fatto causa all’ospedale per negligenza. È convinto che il danno cerebrale subito dal piccolo alla nascita sia colpa dei medici e degli ostetrici. Non solo. Le cause esatte della sua morte - ecco un altro elemento che ritorna - non sono, dice l’uomo, state del tutto accertate, e pure di questo si stanno occupando gli avvocati. Sospensione della ventilazione forzata sì, ma a papà Lanre non tutto torna. E non è certo l’estremo, disperato tentativo di un genitore ferito di non arrendersi nemmeno davanti all’evidenza.

Troppe cose, infatti, nelle vicende di queste eutanasie infantili, appaiono strane. Più o meno sempre le stesse. E tra l’altro sempre uguale è pure la violenza con cui il personale ospedaliero tiene separati i genitori e i loro piccoli poi eutanasizzati, veri e propri sequestri che in seguito diventano pretesti utilissimi alle corti di giustizia (si fa per dire) per ricamare sulla fiducia tra le parti purtroppo venuta meno e quindi da suggellare con la morte degli unici innocenti per definizione.

Papà Haastrup del resto se ne intende. Lavora in uno studio legale. Non è che, dice l’uomo, Isasiah stesse male e l’ospedale abbia fatto di tutto per aiutarlo, bensì l’esatto contrario. È proprio l’ospedale la causa della malattia di Isaiah. Affermazioni proditorie, esagerazioni strumentali, forse persino vaneggiamenti? Probabilmente sì, se non fosse che ad ammettere tutto, dando ragione ai genitori del piccolo, è proprio il King’s College Hospital.

The Guardian riporta la nota diramata dal nosocomio il giorno del funerale di Isaiah, e c’è ben poco da aggiungere. «Come ha concluso un’indagine interna seguita alla nascita» di Isaiah, afferma l’ospedale, «[...] la ragione principale del danno cerebrale» subito dal piccolo è stata dovuta alle «conseguenze» di «[...] una emergenza ostetrica rara e potenzialmente mortale occorsa durante le doglie di sua madre», ma, come sempre quell’indagine interna «[...] ha riconosciuto», «[...] problemi specifici nel monitoraggio durante il travaglio hanno contribuito alla sua condizione. Ce ne scusiamo senza riserve».

La giustizia, se sarà capace, farà il proprio corso, ma, tradotto, il messaggio dell’ospedale parla chiaro. Isaiah è stato rovinato nel fisico dallo stesso ospedale che poi ha pensato bene di toglierlo di mezzo definitivamente. Senza riserve.

Marco Respinti

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