Il caso del Comboniano addottorato sui giornaletti di Topolino
In questa lettera c’è una sorta di “frase chiave”:
«nonostante i muri del razzismo, gli immigrati non se ne andranno e il colore della pelle degli europei cambierà e diventerà sempre più nera».
E’ a partire da questa frase che va letta questa lettera supposta religiosa; perché da essa trasuda il compiacimento per la possibile – certa per l’autore – africanizzazione dell’Europa, realizzata attraverso la semplice sostituzione dei bianchi – che non fanno più figli o che li uccidono nel grembo della madre – con i neri – che di figli ne fanno tanti e che ne fanno sempre arrivare di nuovi dall’Africa -.
Ovviamente, l’autore – un certo padre Teresino Serra (nella foto) – imbraccia come arma questa o quella frase del Vecchio Testamento, esattamente come fa a piacimento e per i suoi fini poco ortodossi padre Bergoglio, che ancora ovviamente è opportunamente citato dal nostro Teresino:
«Il Papa, caro Salvini, è uomo di spiritualità biblica e non farà mai silenzio davanti alle sparate razziste».
Figurarsi… “uomo di spiritualità biblica”… ce ne vuole di fantasia!
Ma l’autore, oltre che cicisbeo, si rivela essere malamente acculturato: infatti sulla “Storiadell’uomo” fantastica:
«l’uomo è sempre stato un camminante, un migrante, un fuggente dalle guerre, dalla fame e dalla morte. Come succede ora»;
frase che sembra essere tratta pari pari dai giornaletti di Topolino, tanto è gratuita e di pura fantasia!
Il nostro Teresino non avrà mai letto che l’uomo nei millenni è passato dall’essere nomade all’essere stanziale, dall’essere cacciatore ad essere contadino; se avesse letto veramente la Bibbia avrebbe imparato che Abele era contadino e che fu Caino a darsi al nomadismo, perché dovette fuggire dalle ire del Signore che lo destinò a non avere più pace. Vero è che il Signore ammonì: “chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!” (Gen. 4, 15); ma questo perché Caino era omicida e spregiatore di Dio e doveva rimanere per sempre un esempio di abiezione: “Il Signore impose a Caino un segno” (Gen 4, 15), e lo stesso Caino riconobbe:
“io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra” (Gen 4, 14).
Se il nostro Teresino avesse letto veramente la Bibbia avrebbe imparato che fin dall’inizio il “camminante”, il “migrante”, il “fuggente” fu l’omicida Caino e non il bravo e fedele Abele; questi rimase nella sua terra, si dedicò a lavorarla e ad avere una discendenza secondo il volere di Dio.
Lo stesso dicasi per la sua discettazione sulle “Guerre sporche”, che sembra tratta pari pari dalle trite tiritere novecentesche sul bieco colonialismo, come lo raccontavano i comunisti che a loro volta armavano i popoli del terzo mondo e vi lucravano sopra.
« … gli immigrati o extracomunitari o rifugiati stanno scappando da guerre, fame, pericoli e morte. … Scappano da guerre create dalle nostre nazioni potenti. Scappano dalle bombe prodotte e vendute dalle stesse nazioni che chiudono le porte ai migranti».
Peccato che il nostro Teresino non ci spiega chi guerreggia in queste guerre, chi compra queste armi e con quali soldi; perché forse dovrebbe confessare che da quando le “nostre nazioni potenti” hanno abbandonato le vecchie colonie, orsono cinquant’anni, le finalmente libere nazioni africane si sono dedicate allo sterminio reciproco, al saccheggio delle loro ricchezze per cederle a prezzo di favore e accumulare i soldi nelle banche europee… certo non i poveracci, che sono rimasti morti di fame, ma i capi di queste nazioni, che sono negri come gli altri e non certo dei biechi Europei.
«Chi ha messo in mano ai banditi dell’Isis e ai nostri così detti nemici le armi più sofisticate?» - chiede retorico padre Teresino ai “molti Salvini”.
Ma, chiediamo noi: di chi erano quelle mani nere che hanno accolto “a piene mani” le armi sofisticate e le hanno usate per fare la guerra ad altre mani nere?
Chi chiede a suon di quattrini quelle armi sofisticate che alimentano le guerre tribali e che, come lamenta il nostro Teresino, producono «distruzione, emigranti, profughi e fuggitivi»?
Altro che “guerre sporche”, caro il nostro comboniano, qui si tratta di guerre lorde del sangue di quegli indigeni che certa genia di “missionari” moderni non hanno saputo educare, istruire, addestrare al lavoro delle loro terre e all’amministrazione delle loro ricchezze. Si tratta di guerre che nascono da certo buonismo praticato in Africa da una certa genia di “missionari” moderni che invece di convincere gli indigeni a rimanere a casa loro e a farla crescere in ricchezza e in concordia, inducono tanti illusi e male informati a buttarsi in mare per raggiungere il paese di bengodi che non c’è, magari per rendere pan per focaccia ai vecchi colonizzatori provando a colonizzarli… con l’aiuto, la propaganda e il sostegno dei comboniani come padre Teresino e del loro capofila padre Bergoglio.
Lo stesso dicasi per il racconto fantascientifico e tratto pari pari dai manuali maoisti del ‘68 circa il “tempo delle colonie”.
«nazioni come Inghilterra, Francia, Belgio, Germania e Italia sono piombate in Africa e hanno conquistato, distrutto, rubato e poi abbandonato quella gente. Proprio loro, ora, vogliono chiudere le frontiere. Sono piombate in Africa e Asia come avvoltoi e ora piombiamo nuovamente come avvoltoi su questi poveri che scappano dalla morte. Caro Salvini, gli immigrati sono qui oggi, perché noi eravamo là ieri».
Invero il nostro Teresino è fermo con la testa a cinquant’anni fa, e fa finta di ignorare che gli Europei non hanno “abbandonato quella gente”, ma hanno lasciato il passo, magari obtorto collo, alla loro voglia di libertà e di indipendenza delle quali oggi si vedono i frutti, con milioni di Africani che si ammassano sulle coste sognando di raggiungere da noi tutto quello che non sono riusciti a fare in cinquant’anni a casa loro.
Certo che anche gli Europei hanno in questo la loro responsabilità, ma questo non significa che debbano lasciarsi invadere e colonizzare da gente che scappa dal lavoro e dalla responsabilità per venire a cogliere da noi gratuitamente a piene mani il frutto del lavoro dei nostri padri e le possibilità future dei nostri figli.
La verità è che tutti questi supposti migranti non scappano dalla morte, ma vengono da noi perché, come confessa spavaldamente e spudoratamente il nostro Teresino «il colore della pelle degli europei cambierà e diventerà sempre più nera»… dobbiamo ritenere, col compiacimento dei missionari comboniani come padre Teresino, che non vedono l’ora di veder distrutta la nostra sia pure traballante civiltà e la nostra religione, che evidentemente non è quella del nostro Teresino.
La religione del nostro Teresino, infatti, non è la religione cattolica dedita secondo i comandi del Signore a salvare le anime, ma quella dedita a salvare i corpi dalle sventure terrene:
«Il Vaticano, contrariamente alle sue affermazioni, ha fatto e fa molto più delle chiacchiere dei politici del mondo. Esiste un altro Vaticano fuori dell’Italia: nelle nazioni povere e in guerra, un esercito di missionarie e missionari, un esercito di donne e uomini volontari laici si sacrificano per aiutare i poveri nei campi dei profughi e rifugiati, nelle scuole, ospedali, centri di attenzione. Senza questo “esercito del Vaticano” i migranti sarebbero molto più numerosi. Poi c’è l’esercito dei volontari della caritas in ogni diocesi. C’è anche la Caritas di Milano. Vada a dare una mano e ascolti le storie tragiche di chi soffre. Nessuno vuole abbandonare il proprio paese, attraversare deserti, fiumi e mari per avventura. Se lo fa, è perché è costretto; ed è l’unica via per fuggire da morte sicura. E’ ascoltando chi soffre che si possono fare piani politici intelligenti per risolvere la situazione mondiale dei migranti. Caro Salvini, difenda la verità, difenda chi soffre anche a costo di perdere voti».
Questa è la religione del nostro Teresino: aiuto ai poveri, ascolto, caritas diocesane, … sembra di sentire padre Bergoglio, che ha scambiato la Chiesa cattolica per una ONG al servizio degli interessi del Nuovo Ordine Mondiale.
Ma il colmo della propaganda a favore dell’immigrazione indiscriminata a danno della civiltà europea e della religione cristiana, il nostro Teresino lo raggiunge quando ripete quasi a pappagallo il parallelo tra l’attuale invasione dell’Europa la cui “pelle diventerà sempre più nera”, e la migrazione nei primi del secolo scorso degli italiani in America, dove vennero calunniati e bistrattati.
«Dalla sofferenza dei nostri padri emigrati dovremmo imparare ad accogliere e non adisprezzare quanti arrivano cercando un pezzo di pane e un bicchiere d’acqua».
Ma mal gliene coglie al nostro Teresino nel ricordare quelle tristi vicende, perché, intanto i nostri padri non andarono in America per cambiare la pelle degli Americani e poi molti di loro erano stimolati a lasciare le loro terre dagli stessi Americani che avevano bisogno di mano d’opera, come avvenne tra il Sud e il Nord Italia nel secondo dopoguerra.In ogni caso, i nostri padri fecero dei sacrifici per assicurarsi un lavoro e un avvenire per loro e per i loro figli, trasferendosi in una terra cristiana come la loro, dove poterono praticare la loro religione senza dover mutare la religione degli Americani. A differenza di quello che fanno i migranti africani, che arrivano da noi e pretendono ed ottengono, anche col concorso dei molti padre Teresini, assistenza gratuita, vitto e alloggio immediato, riconoscimento delle loro peculiarità etniche e religione, fino al punto di chiedere la rimozione dei crocifissi e l’abolizione delle nostre feste religiose.
Proprio dalla sofferenza dei nostri padri impariamo che non possiamo accogliere chi è tanto diverso da noi e non vuole cambiare minimamente, anzi pretende di cambiare noi.
Per chiudere, notiamo come il tanto buono e comprensivo Teresino non esita a predicare bene e a razzolare male: scrivendo ai “molti Salvini di Italia” una lettera piena di invenzioni e di insulti; sicuramente perché costoro non sono neri e soprattutto non la pensano come lui.
E questo dimostra come il nostro comboniano, più di avere a cuore le sorti dei “poveri migranti”, ha a cuore le sorti del suo io, offeso e turbato da chi si sforza di difendere la nostra terra, la nostra gente, i nostri figli, la nostra identità e la nostra religione.
Caro Teresino, vada in Africa ad aiutare gli Africani a lavorare la loro terra e a preservare le loro famiglie e i loro figli, come raccomandano continuamente i vescovi africani, che non fanno retorica e propaganda mondialista come lei, ma hanno davvero a cuore le sorti della gente affidata da Dio alle loro cure.
Vada in Africa, caro Teresino, e la smetta di dare lezioni agli Italiani che intendono difendere i loro legittimi interessi materiali, morali e spirituali.
Vada in Africa e impari come si fa a fare gli Africani, invece di pretendere di bacchettare gli Italiani che vogliono rimanere italiani e non vogliono diventare con la pelle nera.
di Belvecchio
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