ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 19 luglio 2018

Deliciae generis humani



Roma, 21 giu – Dovrebbe essere ormai chiaro come il sole. L’obiettivo del capitalismo globalizzato è terzomondizzare l’Europa, deportando masse di nuovi schiavi con cui abbassare i salari e generalizzare la miseria delle classi subalterne. Il turbomondialismo non vuole integrare i migranti, che anzi considera alla stregua di nuovi schiavi privi di dignità. Vuole, au contraire, rendere noi come i migranti: apolidi, sradicati, deterritorializzati e senza diritti. In una parola vuole generalizzare il profilo dell’homo migrans, apolide dell’esistenza. Ma, si sa, ogni neolingua che si rispetti chiama le cose con i nomi invertiti: pace la guerra, libertà la schiavitù e… immigrazione la deportazione neoimperialistica. Gli stolti araldi del progressismo acefalo senza coscienza infelice vogliono accogliere e integrare: senza curarsi del fatto che l’immigrazione di massa è un colpo di pistola in fronte alla classe lavoratrice (sia migrante sia stanziale), costretta a subire concorrenza al ribasso. E dire che basterebbe aver letto Carlo Marx per saperlo. Ma le sinistre, si sa, l’hanno abbandonato per la Boldrini e per Saviano, deliciae generis humani.

Navi private che salvano i migranti, dice il pensiero unico. Navi filantropiche, rassicura la neolingua. Si tratta, invece, di un sistema programmato di deportazioni di esseri umani, di sfruttamento dei medesimi, di scavalcamenti degli Stati sovrani, e di valorizzazione capitalistica del valore a beneficio della global classdominante finanziaria, apolide, sradicata e competitivista. Diciamolo apertamente e senza ambagi: occorre essere contro le cosiddette “associazioni non governative”. Senza se e senza ma. Dietro la filantropia con cui esse dichiarano di agire (diritti umani, democrazia, salvataggi delle vite, ecc.) si nasconde il nudo interesse privato del capitale transnazionale sorosiano. Le Ong, di fatto, richiedono dal basso e dalla “società civile” le “conquiste di civiltà”, i “diritti” e i “valori” che i poliorceti del mondialismo stabiliscono dall’alto. Tali conquiste, diritti e valori sono, di conseguenza, sempre e solo quelli della global class competitivista, ideologicamente contrabbandati come universali: abbattimento delle frontiere, rovesciamento degli Stati canaglia (ossia di tutti i governi non allineati con il nuovo ordine mondiale monopolare e americano-centrico), desovranizzazione, decostruzione dei pilastri dell’eticità borghese e proletaria (famiglia, sindacati, tutele del lavoro, ecc.). Se non analizzate secondo lo schema che l’egemonia dell’aristocrazia finanziaria impone, le Ong si rivelano come un potente mezzo per aggirare e scavalcare la sovranità degli Stati e per attuare punto per punto il disegno globalista della classe dominante in cerca del definitivo affrancamento dalla regolamentazione politica degli Stati sovrani nazionali come ultimi fortilizi delle democrazie. Le Ong stanno solo astrattamente dalla parte dell’umanità: in concreto, stanno dalla parte del capitale e dei suoi agenti, di cui tutelano l’interesse.

I salvati dell’Aquarius: Dio non rifiuta: così titolava, senza pudore, il Corriere della Sera pochi giorni addietro. Sarebbe d’uopo rammentare che lo stesso Dio invocato da questi pretoriani del pensiero unico nemmeno deporta esseri umani. L’immigrazione di massa – ci suggerisce il pensiero unico – è una cosa di sinistra, buona e a beneficio delle classi deboli: deportare masse di schiavi africani nelle italiche metropoli, abbassando i salari, intasando i servizi pubblici (che pubblici saranno ancora per poco) come gli ospedali, aumentando le fila già numerose dei descamisados, giova notoriamente agli operai di Mirafiori a Torino e ai precari di Napoli, ai disoccupati di Napoli e ai cassintegrati di Roma, mica ai Signori del turbocapitale, ai plutocrati del mondialismo e ai globalizzatori apolidi.
E poi, dulcis in fundo, v’è il bardo cosmopolita, che canta le virtù del plusimmigrazionismo glamour dal suo sontuoso attico di Nuova York, cinto da noia patrizia. Il suo messaggio è reclamizzato dai circuiti mediatici alla stregua delle saponette e dei deodoranti. Gloria e virtù della società dello spettacolo! Ma il bardo plusimmigrazionista non è una vox clamantis in deserto. Tutt’altro. “Devo dire, con realpolitik, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius. Ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo”. Parole di Edoardo Albinati, scrittore progressista che si posiziona saldamente dalla parte giusta: quella dei dominanti, quella del capitale. A leggere queste parole, mi viene irresistibilmente in mente quanto diceva sempre il mio compianto maestro Costanzo Prevela nostra è la prima epoca della storia umana in cui gli intellettuali sono inferiori, e di gran lunga, alla gente comune. Essi sono il blocco per il vero superamento della contraddizione capitalistica, di cui sono strenui difensori. Ordunque, dopo anni di urla scomposte intonanti il macabro ritornello “più Europa!”, “più libero mercato!”, “più globalizzazione!”, è giunto il momento del nuovo grido glamour delle sinistre demofobiche al servigio del capitale: “più immigrazione! Più porti aperti! Più terzomondizzazione dell’Italia!”. La situazione è sempre più tragica e, insieme, sempre meno seria.
Diego Fusaro

Le fake news delle Ong sugli emigranti morti in mare

L’arma mediatica sembra essere l’ultima spiaggia di Ong e lobby dell’accoglienza. L'ultimo scandalo è costituito dalle foto di diversi cadaveri su un relitto, fra cui un bambino di cinque anni. La Ong Open Arms accusa la Guardia Costiera libica di averli abbandonati in mare. "Assassini arruolati dall'Italia". Poi arriva la smentita.
Open Arms, il recupero dei corpi in mare aperto
L’arma mediatica sembra essere l’ultima spiaggia di Ong e lobby dell’accoglienza, colpite dalle iniziative del governo italiano e soprattutto del ministro Interni, Matteo Salvini, che ha bandito dai porti le navi delle organizzazioni non governative e predisposto una riduzione da 35 a 25 euro al giorno per le diarie corrisposte a coop e associazioni che si occupano dell’accoglienza dei migranti illegali.

Tra le tante e spesso scomposte reazioni se ne registrano alcune quasi comiche, come la valutazione espressa dal presidente dell’INPS Tito Boeri e poi dalla comunità di Sant’Egidio che lo stop all’immigrazione decretato dal governo stia riducendo in modo drammatico la disponibilità di badanti che sui occupano degli anziani. Però le badanti, solitamente donne dell’est Europa, non solo non arrivano in Italia coi barconi dalla Libia, ma sono immigrate regolari e se si riducono i versamenti contributivi all’INPS per la loro attività è forse perchè molte lavorano in nero. Ma la propaganda pro immigrazione più indecente, perchè giocata sulla pelle dei migranti, è ancora una volta quella delle Ong, come ha dimostrato anche la vicenda che ha visto protagonista in questi giorni la spagnola Proactiva Open Arms.

Le sue due navi, la Open Arms e la Astral (con a bordo 4 eurodeputati), appena entrate nella zona marittima affidata alla Libia per la ricerca e soccorso ha annunciato di aver trovato il relitto di un gommone (ma dalle immagini che mostravano molte assi di legno a galla poteva forse essere un barcone) recuperando diversi cadaveri incluso quello di un bimbo di circa 5 anni, e una donna di nazionalità camerunense sopravvissuta due giorni in mare. Ampia e diversificata (forse un po’ troppo per risultare credibile) la documentazione di immagini fornite dall’Ong che accusa la Guardia costiera libica, non solo di aver lasciato morire i migranti, ma di averli abbandonati sul relitto della barca che loro stessi avevano affondato perché si rifiutavano di tornare in Libia. "I libici hanno lasciato morire quella donna e quel bambino. Sono assassini arruolati dall'Italia" ha affermato su twitter la Ong catalana. La notizia è fin da subito sembrata poco credibile sia perchè i libici, pur con tutti i limiti delle loro forze navali, sono i principali protagonisti dei soccorsi di migranti che poi vengono portati in centri di accoglienza e da lì rimpatriati dalle agenzie dell’Onu, sia perché l’intervento della Guardia costiera libica il giorno prima riguardava un gommone intercettato a 26 miglia dalla costa, di fronte a Khoms, mentre l’intervento dell’Ong spagnola è avvenuto molto più al largo, a 88 miglia dalla costa.

Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha bollato le accuse come "bugie e insulti che confermano che siamo sulla strada giusta, ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti" mentre altre fonti del Viminale parlano di "fake news" sottolineando che non ci sarebbe stata alcuna omissione di soccorso. L’aspetto politicamente più grave è che il PD, con altre forze di opposizione e intellettuali, si sono abbeverati immediatamente alla fonte dell’Ong spagnola senza neppure attendere verifiche o smentite, che sono puntualmente arrivate. 

Una nota ufficiale della Guardia Costiera libica riferisce che un gruppo di 158 migranti, tra cui 34 donne e 9 bambini, a bordo di una barca intercettata lunedì "hanno ricevuto aiuti umanitari e assistenza medica e sono stati portati in un campo profughi a Khoms". Quello che i libici non dicono - accusa il fondatore di Open Arms Oscar Camps - è che hanno lasciato queste due donne e un bambino in mezzo al mare e hanno affondato la barca perchè loro non volevano salire sulle motovedette". La Ong sostiene che per tutta la giornata di ieri ha ascoltato una serie di comunicazioni tra la motovedetta libica 648 Ras al Jadar e il mercantile Triades nelle quali la nave commerciale sollecitava i libici a raggiungere un'imbarcazione in pericolo: "qualche ora più tardi, dopo aver richiesto insistentemente la presenza della motovedetta, il mercantile abbandonava i naufraghi comunicando la loro posizione". La guardia costiera libica è effettivamente arrivata ma, "dopo aver recuperato i naufraghi per riportarli in Libia, ha distrutto la barca e ha abbandonato 3 persone al loro destino".

"La Guardia costiera salva vite umane, negli anni passati ha salvato più di 80mila persone - afferma una nota del portavoce della Marina, Ayoub Qasem - nonostante la carenza di equipaggiamenti e le condizioni difficili. La Marina libica e la Guardia costiera negano le accuse della Ong spagnola Proactiva Open Arms a proposito degli ultimi eventi", esordisce il comunicato, precisando che "sono stati salvati 165 migranti illegali" nel quadro di "un'operazione condotta con grande professionalità e nel rispetto dei protocolli internazionali riguardo il salvataggio di persone in mare". La nota sottolinea come sulla motovedetta fosse presente "una giornalista tedesca, testimone di ciò che è accaduto, che ha preparato un servizio sulla questione per il canale N-Tv" che appartiene alla RTL, uno dei principali canali tedeschi. Il reportage di Nadja Kriewald dovrebbe essere trasmesso venerdì ma è già emerso che nessun migrante è stato lasciato a bordo del relitto (le imbarcazioni usate dai trafficanti vengono affondate dalle navi militari libiche ed europee per impedirne il recupero e riutilizzo). "Non è nostra abitudine lasciare vite umane in mezzo al mare, la nostra religione ce lo proibisce - prosegue il comunicato - Tutto ciò che è successo e succede, i disastri in mare sono causati dai trafficanti, interessati solo al guadagno, e dalla presenza di ong irresponsabili come questa. La Guardia Costiera - conclude la nota - cerca con tutti i mezzi che ha a disposizione di fare il massimo per salvare vite umane e non ha altri interessi al di fuori della Patria e dei principi dell''umanità".

Difficile del resto immaginare che donne e bambini vengano abbandonati su quattro assi galleggianti da militari libici o di qualsiasi altro Stato, o che gli stessi migranti rifiutino il soccorso. La denuncia di Proactiva Open Arms non regge ma è fin troppo chiara nei suoi obiettivi propagandistici: influenzare l’opinione pubblica per creare pressioni su Roma affinchè rinunci a bloccare i porti e i flussi migratori. A chiudere quell’autostrada del crimine che frutta centinaia di milioni annui ai trafficanti libici ma genera anche un business che rende all’industria dell’immigrazione selvaggia italiana tra i 3 e i 5 miliardi di euro all’anno solo considerando il denaro sborsato dai contribuenti.
Gianandrea Gaiani

La Ong: "L'Italia è pericolosa" .Tre versioni sulle foto dei morti

Open Arms va in Spagna: "Governo e pm inaffidabili". Al largo di Tunisi un'altra nave con 40 persone a bordo


È ancora scontro tra il ministro dell'Interno, Matteo Salvini e la Ong Proactiva Open Arms, le cui dichiarazioni sembrano essere diventate un alfabeto di bugie.
Prima l'accusa alla Guardia costiera libica di aver affondato il barcone ai cui resti è stata trovata aggrappata una giovane, accanto ai cadaveri di una donna e di suo figlio, poi l'annuncio che faranno rotta verso la Spagna perché non hanno fiducia né nei pm italiani come Zuccaro (che a Catania li mise sotto accusa), né in Matteo Salvini. Che ieri ha rilanciato: «Non un migrante in più in Italia».
La versione di Open Arms è stata messa in discussione grazie alle prove fornite dalla giornalista tedesca Nadja Kriewald e da un collega libico, che si trovavano a bordo della motovedetta della Guardia costiera di Tripoli, che nei giorni scorsi ha salvato 158 persone dal naufragio di un barcone. Qualcosa non torna, nonostante le foto diffuse dalla Ong abbiano fatto il giro del mondo. La cronista ha raccontato che dopo il recupero degli immigrati non era rimasto nessun corpo in mare. Ma c'è anche un'altra versione. I libici, a livello informale, senza alcuna comunicazione scritta, hanno fatto sapere alla Guardia costiera italiana, dopo la denuncia di Open arms, che a bordo del gommone soccorso, nella notte fra lunedì e martedì, avevano lasciato due corpi senza vita. Il giorno dopo la nave ha trovato il relitto del gommone con una donna ancora viva, un'altra morta e un bambino che è spirato. L'ipotesi più probabile degli addetti ai lavori a Roma è che una delle naufraghe fosse svenuta e non deceduta al momento del soccorso libico. Nessuno ha visto il bambino e tantomeno ha abbandonato volutamente in mare dei naufraghi perché non volevano tornare in Libia. «I marinai libici si sono dannati l'anima per salvare tutti. L'ultimo migrante salito a bordo della motovedetta mi ha detto: Non è rimasto nessuno, non è rimasto nessuno», spiega al Giornale il freelance libico, Imad Ahmed, che a bordo faceva da interprete alla giornalista tedesca.
Il 16 luglio gli aerei della missione Eunavformed a guida italiana hanno avvistato due gommoni in momenti diversi. Il primo è stato soccorso in giornata della motovedetta Gamines. Il secondo è quello intercettato dopo ore di ricerche, verso l'una di notte, 77 miglia a nord di Garabulli, vicino a Qoms. Lo stesso che sarebbe stato ritrovato il giorno dopo da Open arms. Il giornalista libico sostiene «che nessuno è rimasto a bordo del gommone. I riflettori illuminavano parzialmente la scena, ma non ho visto alcun corpo quando un marinaio ha sgonfiato i tubolari per evitare che venisse riutilizzato d i trafficanti».
Ieri l'Italia ha dato disponibilità per far attraccare a Messina o Catania la nave della Ong, non solo per fornire le cure alla donna, ma anche per recuperare i cadaveri. Fonti vicine al Viminale fanno sapere che la destinazione scelta non era stata Lampedusa perché sull'isola non vi erano le celle frigorifere per i corpi. È quindi falsa la ricostruzione data dai portavoce di Proactiva, secondo cui il nostro Paese avrebbe detto «no ai cadaveri». A dirlo anche il vicepremier Salvini: «Non è che hanno qualcosa da nascondere?». Salvini, l'altro ieri, era stato attaccato anche dallo scrittore Roberto Saviano, che lo aveva definito «ministro della malavita». Il ministro dell'Interno, ieri, lo ha querelato.
Intanto un altro dramma si è consumato nel Mediterraneo. A Cipro è naufragato un barcone con 169 migranti a bordo. Al momento i corpi recuperati sono una ventina, ma il numero è destinato a salire. E un'altra imbarcazione è stata individuata al largo delle coste di Tunisi, dove si trova da giorni. I migranti a bordo, circa 40 tra cui 8 donne incinte, chiedono di essere recuperati da navi europee. «Tutti i tentativi di entrare in porto spiega la Croce rossa locale sono stati vani». Italia, Francia, Malta e Tunisia hanno negato l'autorizzazione all'attracco.
Fausto Biloslavo Chiara Giannini


GIULIANO AMATO GUIDA LA HITLERIZZAZIONE DEL GOVERNO


Da parte di un giudice costituzionale,  l’equazione “Sovranismo = razzismo”, è di una rozzezza e semplicismo  di cui  il personaggio, che si ritiene un giurista, deve vergognarsi. Indica una cieca  malevolenza  della Corte, una dichiarata ostilità di parte:  il governo non potrà aspettarsi dalla suprema istanza giuridica nessuna terzietà, nessuna  oggettività di giudizio. Abbiamo dunque una Corte apertamente  faziosa, che senza alcuno scrupolo, senza nemmeno fingere, si proclama settaria; che quando sarà chiamata a giudicare, giudicherà per principio e pre-giudizio contro il governo: un  pericolo estremo per la libertà politica, senza precedenti nella storia. Se  non forse nei tribunali sovietici,   che  come teorizzavano  essi  stessi, non miravano a stabilire non so che ridicola “giustizia”, ma alla “eliminazione del nemico di classe”.
Ovviamente la  volontà di recuperare la sovranità, monetaria, politica, sui propri  confini  e  sulle proprie leggi, nulla ha a che fare col “razzismo”;   è una istanza di liberazione politica  giustificata dall’oppressione di oligarchie sovrannazionali che, proprio perché non riconoscono i confini, non riconoscono il diritto come  istanza di reciprocità e umanità – perché solo all’interno dei confini si applica un diritto non disumano (basta vedere quel che han  fatto alla Grecia, o anche ai nostri italiani: povertà triplicata, invalidi con sussidio di 280 euro al mese e spese per “migrante” estraneo  e straniero da 1450…).  Ma quando Amato, non solo da giudice costituzionale, ma da ebreo fra gli ebrei, dichiara”razzista” il   “sovranismo” – con  ovvie e pesanti allusioni a Salvini –  fa di più:  da Padrone del Discorso,  sta preparando la “narrativa”  per la satanizzazione della sua vittima predestinata,  la sua trasformazione in imputata del Delitto Supremo,  imperdonabile –  ciò che prelude, e rende giustificabile, la sua futura eliminazione senza nemmeno un processo.  Che bisogno  c’è di  processo, una volta stabilito che chi vuole recuperare un poco di sovranità popolare è Razzista? E’ il nuovo Hitler, non occorre cercare oltre.
Se  credete che io esageri (ma è l’esperienza che  mi fa parlare) , guardate mezz’ora di telegiornale  e constata come qualunque personaggio politico di sinistra abbondantemente intervistato,  evoca contro Salvini l’accusa di razzismo, di disumanità e spietatezza.

Notate i sapienti scivolamenti del linguaggio:  Tito Boeri, il caporione dell’INPS insediato dalle sinistre, non si  limita a sabotare  il “decreto Dignità”  dando cifre false; di fronte alle proteste di Di Maio, parla di “negazionismo economico”.  Il termine sembra assurdamente fuori luogo,  ma serve a evocare lo spetto del “Negazionismo” assoluto, che s’identifica col Male Assoluto: Negazionismo dell’Olocausto.
Ripetete che i nuovi ministri si macchiano di Negazionismo, e  a poco a poco  ci si avvicina all’esito preconizzato  dall’anarchico Valerio Ferrandi,  figlio di un ex di Prima Linea che  assassinò un carabiniere nel 1977: “Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione”.  Certo il tizio si porta avanti – e adesso, denunciato da Salvini,  dice: “La mia non era una minaccia ma un invito a studiare la storia per evitare che si ripeta”.
Lo stesso invito espresso da Giuliano Amato, in fondo.
E non c’è dubbio che la magistratura ordinaria assolverà trionfalmente il Ferrando.  La magistratura “ordinaria”  “da  la caccia”  senza quartiere   – è il termine usato dai pm – ai 49 milioni presunti della Lega (che non esistono: tutta la malversazione precedente riguarda 700 mila euro malversati da Belsito e Bossi), li cercherà “anche nei territori”, il Riesame di Genova avendo decretato che “la Lega Nord finanziò le sue associazioni locali: quindi i soldi vanno sequestrati anche lì”. I  magistrati hanno infatti  stabilito che “c’è continuità” fra la vecchia gestione e la nuova Lega.  Per esempio, scrive l’organo delle procure Fatto, “hanno puntato il dito sul trasferimento gratuito di 26 mila euro dalla vecchia Lega Nord alla neonata Lega Toscana”:  se esistesse in Italia una  giustizia oggettiva, sarebbe facile opporre che un trasferimento  simile non ha nulla di sospetto come dotazione di una nuova sede locale  di un partito, e che 26 mila euro sono ben lontani dai 49 milioni cui  i procuratori “danno la caccia” .  Ma qui abbiamo appunto a che fare con una magistratura di parte, faziosa fino al delirio, che non riconosce alla Lega il diritto che  viene riconosciuto alle altre formazioni politiche, e disconosce a Salvini il diritto di  agire, anzi di parlare, anzi di esistere.
“Lasciateci processare Salvini!”, urla la Procura di Toirno – per la terza volta esige dal ministro di grazia e “giustizia”  che dia  l’autorizzaione a procedere contro il ministro dell’Interno.  E’ il terzo sollecito che il procuratore capo Armando Sppadaro  fa giungere al ministro. La colpa di Salvini per cui lo voglio trascinare  in giudizio: nel 2016, in un comizio, disse “Magistratura Schifezza”.   Lesione della  Divina Fazione , Vilipendio, bestemmia: Salvini non ha diritto all’opinione, gli sia strappata l’immunità parlamentare, la libertà di pensiero, il dritto di tribuna. Salvini è  un razzista,. Lo dice anche  Giuliano Amato –  Corte Suprema. Presto, sarà appeso a un lampione.  Non c’è bisogno di processo.
Si tratta di eliminare un nemico di classe, mica di far giustizia. Dopo adeguato linciaggio radio-televisivo, in corso.
Infatti i tg parlano solo di Salvini razzista, di salvini disumano, e tacciono notzie come:

La mafia nigeriana che si impianta sempre più solidamente in Italia,  in palese combutta con le ONG salvatrici:


Nè  i giudici  aprono un dossier quando Gino Strada  ammette, in tv, che la sua Emergency  (tanto caritatevole ONG)  ha pagato 230mila euro al mese alla ONG  maltese  MOAS per usare la loro nave,  scalzato poi dalla  CROCE ROSSA “gli ha offerto 400mila euro AL MESE, la MOAS ci ha sfrattati”.  Scusate, nessuna curiosità sul perché enti dediti al bene dei poveri profughi trovano conveniente pagare  tanto per stare su una nave che  li raccoglie? E’ un buonissimo investimento,  evidentemente.  Quanto rende? E perché  la “carità” ai migranti rende così tanto da meritare tali “investimenti”?
“Emergency faceva assistenza migranti, Moas si occupava delle spese logistiche di trasferimento. Contribuivamo con il nostro personale sanitario che pagavamo noi. Abbiamo dato 150mila euro al mese per le spese logistiche. Dopodiché ci hanno chiesto di dare di più, 180mila o 230mila, noi abbiamo discusso tra di noi e abbiamo accettato. Poi ci hanno telefonato e ci hanno detto: ‘Vogliamo che sbarcate domani perché la Croce Rossa ci dà 400mila euro’”.
Qui c’è qualcosa di più losco, di innominabilmente criminale che   il “razzismo”.
MA:

Non c’è dubbio che Giuliano Amato sia ancora una volta al centro della spoliazione delll’Italia, a cui ha dato la sua opera decisiva  e continua e coerente. Collaboratore di Craxi eppure  intoccato da Mani Pullite,  messo a capo del governo durante la tempesta giudiziaria  nel 1992, spiana la strada alle  privatizzazioni, ossia alle svendite a capitali stranieri delle migliori e più avanzate aziende pubbliche (a cominciare dalla Nuovo Pignone).   Amato si dimette nell’aprile 1993  – attenzione, senza voto di sfiducia del parlamento – e lascia il posto al governatore della Banca d’Italia, che nessuno ha eletto a fare il capo del governo: Ciampi, il quale gestirà da par suo l’attacco alla lire di Georges Soros.  Ossia: chiesto alla Bundesbank se  era disposta a “difendere la lira” con le sue enormi possibilità, e  ottenutone un rifiuto ( contrariamente agli accordi), Ciampi con Amato ministro avrebbero dovuto rinunciare subito alla “difesa” che era già persa in anticipo; invece  dilapidarono almeno 14 mila miliardi in una difesa, che si concluse come doveva: con la prevista sconfitta. Sconfitta che comportò una svalutazione della lira del 25% .  proprio nel momento  guarda caso, in cui il governo offriva in vendita le imprese-gioiello da ”privatizzare”: gli stranieri poterono quindi comprarle con quello sconto ulteriore. Ciò mentre il Pool giudiziario di Mani Pulita contribuiva validamente a d abbassare il prezzo, con le retate e gli arresti del presidente dell’ENI , Emanuele Cagliari, tenuto in galera preveniva fino al suicidio;  il “suicidio” di Gardini e la retata di tutti i dirigenti della Ferruzzi, nostra efficiente multinazionale granaria;  in questo clima di  terrore giudiziario  fatto pesare sui manager pubblici,  Ciampi, con Prodi, operò la  privatizzazione della Banca Commerciale Italiana , del Credito Italiano, e la “ristrutturazione”  dell’ILVA ossia la istruzione della grande siderurgia nazionale,  Se l’Italia d’oggi è l’ombra “sudamericana” di quella che fu così distrutta, bisogna ringraziare Ciampi e Amato. E infatti sono statir ingraziati:  uno con la presidenza della Repubblica, l’altro come giudice costituzionale, nominato a quella eccelsa poltrona d Napolitano.
Capite bene dunque perché ha ragione di considerare il”sovranismo” un razzismo, da eliminare con linciaggio e senza processo.
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FALSA CARITA’



(Grazie al professor Meluzzi)



Corte dei Conti, il costo allo Stato di ogni richiedente asilo è di 203 euro al giorno. (altro che 35)
https://www.lavocedeltrentino.it/2018/03/22/corte-dei-conti-il-costo-allo-stato-di-ogni-richiedente-asilo-e-di-203-euro-al-giorno-altro-che-35/















Relazione semestrale della DIA-Direzione Investigativa Antimafia (testo dalle pagine 205-206)

diaIl traffico di stupefacenti, quello delle armi, i reati concernenti l’immigrazione clandestina e la tratta di persone da avviare alla prostituzione e al lavoro nero (anche attraverso il “caporalato”), la contraffazione, i reati contro il patrimonio e i furti di rame, sono solo alcuni dei settori dell’illecito maggiormente rappresentativi dell’operatività della criminalità straniera in Italia.
Dall’analisi delle evidenze investigative raccolte nel semestre, i principali gruppi coinvolti mostrano, a fattor comune, uno spiccato interesse per il traffico e lo spaccio di stupefacenti, realizzato anche interagendo con soggetti italiani e di altre nazionalità.
Accanto al narcotraffico ed alla contraffazione su scala mondiale, gestiti da ramificate holding malavitose transnazionali, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con tutta la sua scia di reati “satellite”, per le proporzioni raggiunte, e grazie ad uno scacchiere geo-politico in continua evoluzione, è oggi uno dei principali e più remunerativi business criminali – che troppe volte si coniuga tragicamente con la morte in mare di migranti, anche di tenera età – puntualmente intercettato dalle indagini delle Forze di polizia, che trovano infine conferma in importanti pronunciamenti giudiziari.
Più in generale, le organizzazioni criminali straniere rappresentano, da un lato, la diretta emanazione di più articolate e vaste organizzazioni transnazionali, dall’altro l’espressione autoctona di una presenza sul territorio nazionale, stratificatasi nel corso del tempo: in entrambi i casi, le attività criminali censite dalle inchieste giudiziarie rappresentano solo uno spaccato, minimale, delle potenzialità operative di una criminalità straniera integrata e ramificata in tutto il mondo, in grado di gestire efficacemente le filiere illecite.
 19 luglio, 2018


Quella strada per l'inferno che non deve essere imboccata



Una volta era d'obbligo stare all'opposizione dai governi mondialisti della sinistra e dei "tecnici Troika" che tanto piacciono a sinistra. Ora all'opposizione chi c'è rimasto? Chi invece vorrebbe che quella sinarchia finanziaria che ci ha portato a questo disastro riprendesse il potere in modo indisturbato. Pertanto è indispensabile dare supporto a questo governo, che non è il migliore dei governi possibili, ma intanto ha infranto qualche tabù.
Molto resta ancora da fare, ma è fuori dubbio che gli sbarchi siano calati e che Salvini abbia ragione quando scrive la sua lettera al Corriere dei Soloni alla Polito e alla Massimo Franco (che mestizia!) per ricordarlo. E le cifre parlano chiaro. Certamente non basta e c'è il Trattato di Sofia voluto da Renzi da far saltare per aria. Si può e si deve fare di più. Intanto è utile sottolineare che i padroni delle ONG in molti casi, sono gli stessi che dirigono media e stampa (caso De Benedetti con "Save the children", e caso Open Society e varie altre affiliate di Soros facente capo ai Rothschild e alle sue corazzate mediatiche).
Dicevo fin nel titolo del post, che sarà un'estate d'assalto. Non passa giorno senza che  le ONG non inviino qualche nave-siluro carica di "umanità dolente", di "prima le donne e i bambini", di minori non accompagnati, eccetera, tutti  usati come "scudi umani" contro Salvini, sperando che ci scappi pure il morto o i morti, tanto per poter dare la colpa all'Italia quando tutti gli altri paesi Ue respingono bellamente al mittente, poiché risulta chiaro come il sole che gli invasori non li vuole nessuno. Ma a loro, nessuno li incolpa. Viceversa, rosicano se il Ministro dell'Interno dell'Italia fa chiudere i porti, cercando di fare altrettanto. 

La nave della Ong OPEN ARMS

Qui da noi, invece c'è Boeri dell'INPS che afferma che  gli immigrati devono entrare perché ci pagano le pensioni. Ecco la clamorosa smentita diPaolo Savona nella famosa lettera al diretto interessato uomo di Soros. Da gustare per chi se la fosse persa: LETTERA APERTA A TITO BOERI. Paolo Savona è un economista coi fiocchi, ma non ci vuole un esperto per capire che le "risorse" costano soldi e non ci pagheranno proprio nessun welfare. Comunque leggetela, dato che  è ben documentata.
L'altro assalto è dato dalle procure che chiedono di poter rimuovere Salvini per via giudiziaria. Prima hanno tentato con la via finanziaria (i debiti della vecchia gestione della Lega di Bossi). Ora ci riprovano col discorso del  "vilipendio". Insomma, in un modo o nell'altro Salvini se ne deve andare in barba alla sua strepitosa rimonta elettorale e vittoria. 
ll procuratore capo, Armando Spataro, ha infatti inviato oggi il terzo sollecito - i primi due vennero mandati all'ex Guardasigilli Andrea Orlando, ma non avevano ottenuto risposta - ad Alfonso Bonafede, dal momento che il fascicolo di indagine è stato aperto per vilipendio all'organo giudiziario e per questo deve essere vagliato dal ministro competente, che può autorizzare o meno i pm a procedere.
Il caso risale al 2016, quando il leader della Lega, oggi vicepremier e ministro dell'Interno, parlò di "magistratura schifezza" durante un comizio. (fonte:  il Giornale). Perciò è giusto dare una mano a Salvini magari con manifestazioni di supporto, contro quanto sta avvenendo a suo danno.
Sul fronte europeo Giuseppe Conte chiede agli altri paesi membri di poter redistribuire quote. Se Conte sta facendo tutto ciò per far esplodere prima possibile le contraddizioni all'interno della Ue, allora è un tentativo che va fatto. Ma se si illude che distribuire quote migratorie un tanto al chilo, sia la soluzione ideale, allora è un po' come cercare di smaltire i rifiuti gettandoli nell'orto del vicino di casa. Nossignore, distribuire i clandestini o meglio, gli invasori, non è una soluzione in quanto si incoraggia l'invasione-sostituzione del continente europeo e quindi lapaneuropizzazione (da pan = tutto) della Ue. Ma, come ho già scritto dall'amico Massimo,  per bloccare il Progetto KALERGIANO occorre portarlo alla luce; occorre far sapere che esiste da tempo e che proviene da lontano, che è su questo che è stata fondata e  si è conformata l'attuale Ue. Non si possono battere i nemici se nemmeno si osa nominarli. E questo né Salvini né Conte possono ancora farlo, senza il timore di sentirsi dare dei "complottisti". Quelli di Visegrad invece sì, dato che loro, la dittatura la riconoscono lontano un miglio, avendola subita a lungo.  E il premier della Repubblica Ceca lo ha già fatto capire con parole chiare. Come pure Orban. Tempo al tempo, tutti i tabù cadranno. Ma io spero che ci siano tempi assai più rapidi nei quali i popoli possano dare una brusca accelerata a tutto ciò che li opprime. 


Tutti pronti allora, ad accogliere 50 dei 450 migranti a bordo di una nave della Guardia di Finanza e una di Frontex ormeggiate in rada a Pozzallo. Ma contro la linea italiana, oltre al silenzio dell'Austria, si sono scagliati i Paesi dell'Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. "Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all'Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare - ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l'inferno". (fonteANSA).
Sì, il premier ceco ha ragione: una strada per l'inferno. Loro, quelli dell'Est, lo hanno capito che se si apre a poche quote poi ne arriveranno altre sempre più numerose, poi innumerevoli, poi così tante che non si potranno nemmeno più contare, come le stelle nel cielo. E allora addio Continente Europeo. Addio antiche civiltà, tradizioni, antichi saperi, usi e costumi. Tutto è pronto per la sostituzione, ecco la parola che non si vuole pronunciare ma che sta nella mente di quelli che hanno capito che non può esserci salvezza nell'arrendevolezza.
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