Papa Francesco e la "scissione pratica" nella Chiesa cattolica
Papa Francesco potrebbe cambiare per sempre la Chiesa cattolica. Un altro libro critico sull'operato del pontefice argentino
Papa Francesco potrebbe cambiare per sempre la Chiesa cattolica. Un altro libro critico sull'operato del pontefice argentino
Papa Bergoglio come promotore di un "cambio di paradigma" in grado di modificare per sempre la Chiesa cattolica.
Il libro di Josè Antonio Ureta si propone di rispondere a una serie domande, che sembrerebbero tutte retoriche, sull'operato del pontefice argentino. Di base c'è una tesi: l'ex arcivescovo di Buenos Aires si starebbe adattando al mondo contemporaneo e al suo carattere "rivoluzionario". Un assunto, conclude già l'autore, che starebbe portando a due conseguenze: la tanto chiacchierata "confusione" e, persino, una "scissione pratica" deducibile, come segnalato in questa recensione dal vaticanista Aldo Maria Valli, dall'esistenza di due "correntoni". Cattolici conservatori o tradizionalisti da una parte e dall'altra i cosiddetti "bergogliani", chiamati anche "guardiani della rivoluzione".
Un testo, quello dello studioso, che è stato accompagnato da una dichiarazione esplicativa: "Ciò - viene specificato dall'Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, al quale Ureta appartiene - costituisce una sfida per la coscienza di un numero crescente di cattolici che intravedono nel "cambiamento di paradigma" una discontinuità con un magistero e una disciplina rimasti immutabili per secoli, il che li porta a domandarsi: è legittimo per i fedeli resistere in determinate circostanze all’autorità ecclesiastica, incluso a quella del Sommo Pontefice?...". Il magistero starebbe diventando sempre più "politico".
Ecco, dunque, che l'islam sarebbe stato "idealizzato" fino a essere "scagionato" dal suo "carattere violento". Il Papa sarebbe arrivato persino a mitigare il linguaggio pur di non offendere le "potenze musulmane". Il dialogo interreligioso con gli islamici, ancora, sarebbe basato sulla "compiacenza", sui "compromessi" e sulla "doppiezza". I valori non negoziabli, quelli difesi con fermezza da Benedetto XVI e dai suoi predecessori, sarebbero stati "ristretti". L'autore arriva a parlare della promozione "dell’agenda neomarxista e no global dei 'movimenti sociali'". Ambientalismo, acriticità sull'islam e migrazionismo sarebbero le tre direttrici di un pontificato sempre più relativista in materia filosofica e sempre più evoluzionista sul piano dottrinale.
La Chiesa, ancora, si starebbe dirigendo verso una "accettazione de facto delle unioni omosessuali". Ma non solo. Il "cambio di paradigma" si potrebbe declinare in altre "svolte dottrinali". Come la benedizione delle coppie costituite da persone dello stesso sesso. Il primo caso pratico di un'elencazione di cambiamenti che potrebbe essere destinata ad allungarsi sempre di più, segnala lo studioso, è la vicenda che ha riguardato l'accesso alla comunione per i divorziati rispostati.
Questa "apertura", contenuta nell'esortazione apostolica Amoris Laeritia, ha sollevato i dubia di quattro cardinali. Domande alle quali la Santa Sede ha optato per non rispondere. "Non è da escludere - si intitola un capitolo del libro in questione - che io passi alla storia come colui che ha diviso la Chiesa cattolica". Una frase che sarebbe stata rilasciata dallo stesso pontefice. Un altro libro critico su Papa Francesco.
Giuseppe Aloisi
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