ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 14 luglio 2018

“Se cinque anni vi sembran pochi”

Secondo Mons. Gracida fu una cospirazione a portare all'elezione di Bergoglio.


Papa Francesco dice "qualcosa di eretico un giorno" e il giorno dopo lo contraddice con la verità, questo secondo il vescovo emerito di Corpus Christi, René Gracida (di 95 anni), a PatrickCoffin.media (10 luglio).
Pertanto, secondo Gracida, non si può non parlare di un papato eretico.

Garcida è convinto che l'elezione di Francesco nel 2013 non fosse valida, a causa di una cospirazione della cosiddetta "mafia di san Gallo" che aveva già nel 2005 cercato di impedire l'elezione del cardinale Ratzinger e poi tramato per portarlo a dimettersi per poter fare eleggere Jorge Bergoglio.

“Non c'è dubbio che ci sia stata una cospirazione per oltre 20 anni a partire dagli anni '90", ha detto Gracida, ricordando che la Constitutio Apostolica Universi Dominici Gregis (1996) minaccia di scomunica chi cerca di manipolare un conclave.

Gracida ha scritto le sue conclusioni a un certo numero di cardinali, ma [senza sorpresa] non ha mai ricevuto una risposta.

Nella stessa intervista, Gracida rivela di aver smesso di celebrare la Nuova Messa quando è andato in pensione nel 1997 e di aver celebrato la Messa Tridentina in latino da allora in poi.

Gracida pensa che Paolo VI "abbia fatto un errore terribile" introducendo il Nuovo Rito.

Foto: © Mazur, catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA#newsGpxbatupwk
it.news
https://gloria.tv/article/RjBjxRS1vxm84L1ZLikxTihw8

IL CAMBIO DI PARADIGMA DI PAPA FRANCESCO. UN LIBRO DI JOSÉ ANTONIO URETA. SE CINQUE ANNI VI SEMBRAN POCHI…


Scorrendo l’inquietante e –ahimè – fin troppo fedele ai fatti opera di José Antonio Ureta – Il “cambio di paradigma” di papa Francesco, Continuità o rottura nella missione della Chiesa – pubblicato dall’Istituto Plinio Correa de Oliveira, mi sono tornate in mente due canzoni estremamente popolari negli anni ’50 e ’60. Una era: “Se otto ore vi sembran poche”, che potremmo tranquillamente trasformare in “Se cinque anni vi sembran pochi”. E la seconda è la Badoglieide, composta da un gruppo di partigiani, fra cui Nuto Revelli e Livio Banco. Il ritornello in piemontese (t’las mai dit parei, t’las mai fait parei…) sottolinea il dir di no e far di sì, o viceversa, del generale piemontese.
Perché anche adesso a dichiarazioni che sembrano essere dei no, abbiamo poi gesti e scelte di persone e di politiche che in realtà sono dei sì. E per il resto…be, in cinque anni il livello di voluta e programmata confusione, nella Chiesa, nei vescovi e nei fedeli ha raggiunto livelli assolutamente impensabili nel 2013. E il processo non sembra voler rallentare: anzi:
Di tutto questo scrive dallo studioso José Antonio Ureta, cileno “naturalizzato” europeo da decenni, e specialista di storia della Chiesa in particolare per quanto riguarda il  difficile rapporto con le ideologie antireligiose che negli ultimi secoli le hanno dichiarato guerra, e le cui propaggini hanno preso radice all’interno della Chiesa stessa.
Il libro di Ureta è stato presentato il 23 giugno scorso a Roma, in occasione del congresso intitolato “Vecchio e nuovo modernismo: radici della crisi nella Chiesa”, e naturalmente il contesto era assolutamente adeguato all’evento. A cinque anni dall’elezione di Papa Francesco, l’autore ha tracciato un bilancio di questo lustro leggendolo alla luce del “cambiamento di paradigma”, cioè di un concetto più volte utilizzato dallo stesso Pontefice, e oramai diventato una specie di “parola d’ordine” fra i fan della linea lanciata dal Pontefice, e il cui obiettivo ultimo sembra sempre di più quello di modificare pensieri e comportamenti in modo da ridurre ciò che divide – o divideva – la Chiesa dallo spirito del mondo contemporaneo, adattandola alla modernità.
Lo studio offre una panoramica generale dei temi su cui si è concentrato finora il pontificato di Francesco e che più hanno suscitato scalpore tra i fedeli perché differiscono radicalmente, quando non sono totalmente contrari, a quanto insegnato dai pontefice precedenti; e in particolare dagli immediati predecessori di Jorge Mario Bergoglio. È un compendio agevole e veloce, (l’opera consta di 213 pagine) ma molto completo e documentato; l’apparato delle note e delle citazioni è di tutto rispetto.  Nella presentazione degli editori si afferma: “Non sembra esagerato supporre che probabilmente ad oggi non esiste un esame di questi cinque anni di Papa Bergoglio in una visione d’insieme così vasta”.
“Il libro spazia dalla marginalizzazione riservata da Francesco ai valori non negoziabili (vita, famiglia, educazione) ai rapporti intrattenuti con regimi, movimenti ed esponenti di sinistra di tutto il mondo, dalla promozione dell’agenda ecologista e di quella immigrazionista sino alla predicazione di una morale soggettivista non più vincolata alle regole universali delle leggi divina e naturale”.
L’autore è discepolo dell’intellettuale cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira. Così come Plinio Correa nel 1974 pubblicò un “Manifesto di resistenza” alla Ostpolitik del Vaticano con i regimi comunisti dell’Europa orientale, così Ureta individua come denominatore comune di tutte le scelte in cui l’attuale pontificato ha optato per il “cambiamento di paradigma” la volontà di abbandonare la posizione di indipendenza e di critica nei confronti del pensiero dominante, la cosiddetta Modernità; che rivela sempre di più le caratteristiche di  processo fondamentalmente antireligioso e anticristiano.
La domanda ovvia è: che cosa può e deve fare un cattolico? La risposta di Ureta è chiara. “L’autore propone una via intermedia di resistenza a questo “cambiamento di paradigma”: mantenere integri i legami di fedeltà che uniscono i fedeli ai legittimi Pastori, ma allo stesso tempo prendere le misure prudenziali necessarie alla preservazione dell’integrità della propria fede evitando ad esempio la convivenza abituale con i prelati autodemolitori e portatori di questa nuova visione della Chiesa”. Una domanda che un numero crescente di cattolici si pone, apertamente o nell’intimo della propria coscienza, e che quasi ogni giorno si ripropone con nuove sollecitazioni, provocazioni e argomenti.
Marco Tosatti



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