QUANDO E’ NATA LA VERGINE? Ecco due importanti rivelazioni approvate!
Riportiamo qui due rivelazioni approvate dalla chiesa.
La sera del 7 settembre, la vigilia della solennità, sebbene Suor Emmerick si sentisse assai male, appariva d’umore straordinariamente lieto, come poi confermò Lei stessa. La pia Suora parlò vivacemente del giubilo che inondava l’intera natura per la ricorrenza della nascita di Maria. Disse che l’indomani sarebbe stato un giorno di vera gioia per lei e per molti altri.
Odo il cinguettio degli uccelli, vedo gli agnelli ed i capretti che saltellano, e le colombe che volano aggirandosi sul luogo dove fu la casa di Anna. Adesso non è rimasto nulla che la ricordi, è tutto abbandonato. La natura però emana una piena armonia come se fosse stata rigenerata. Nei tempi antichi questo luogo fu abitato da eremiti scesi dal monte Carmelo. Vidi alcuni pellegrini di passaggio domandare meravigliati agli eremiti quale fosse la causa della gioia che regnava nella natura. I pellegrini portavano il cappuccio calato sul volto ed erano appoggiati ai loro bordoni, essi attraversavano questo territorio con profondo spirito devozionale ed avevano ricevuto da Dio la sensibilità di percepire i movimenti interiori della natura circostante. Alla domanda dei pellegrini risposero che alla vigilia di ogni ricorrenza della Concezione di Maria la natura reagiva con movimenti di gioia e di armonia, anche per il fatto che probabilmente in quel luogo si era trovata la casa di Anna. Mi fu poi mostrata l’origine della festività della nascita della Madonna. Duecentocinquant’anni dopo la morte della Beata Vergine Maria vidi un mistico pellegrinare in Terrasanta; visitò tutti i luoghi dove era vissuto il Salvatore, i suoi discepoli e i parenti. Sentii che quell’uomo era guidato da ispirazioni divine, lo vidi soffermarsi, meditare e pregare per diversi giorni nei luoghi che portavano impressi i ricordi più evidenti delle sante persone vissute all’epoca di Gesù. Spesso il mistico cadeva in dolcissimo rapimento. Da molti anni, nella notte tra il sette e l’otto settembre, percepiva il levarsi nella natura ed udiva una deliziosa armonia diffondersi nell’aria. Una volta gli comparve in sogno un Angelo e gli rivelò che quella data corrispondeva all’anniversario in cui era nata la Vergine Maria. Egli ebbe tale visione mentre era in viaggio per il monte Sinai. L’Angelo gli rivelò pure che su quel Monte si trovava la caverna del profeta Elia, ed in essa una cappella murata eretta in onore della Madre del Messia; infine lo esortò a comunicare queste notizie agli eremiti di quel luogo. Il mistico giunse al Sinai, precisamente nel luogo dove ora sorge il convento; in quel tempo gli eremiti vivevano isolati nelle caverne. Dalla parte della valle, il Monte si ergeva a picco e quindi per raggiungere la cima bisognava farsi alzare per mezzo di rudimentali carrucole di legno e funi. L’uomo manifestò la cosa ad un gruppetto di eremiti e poi si genuflesse assorbendosi in preghiera e chiedendo a Dio che gli fosse rivelato dove si trovasse la caverna di Elia. Per mezzo della locuzione interiore gli fu risposto che avrebbe riconosciuto la caverna del profeta da un segno evidente: dal rifiuto di un Giudeo di entrarvi. Un vecchio si prestò ad accompagnarlo e insieme si posero alla ricerca della grotta. Dopo aver cercato tra le numerose caverne abitate dagli eremiti e dagli Esseni, ne trovarono a fatica una che sembrava quella di Elia con la cappelletta eretta in onore della Vergine. La spelonca era circondata da giardini di piante fruttifere ormai inselvatichite. Quando giunsero all’ingresso angusto della spelonca, il Giudeo ne fu rigettato fuori da una forza misteriosa. In tal modo il mistico e gli eremiti seppero con certezza che quella era la caverna di Elia. Scoprirono all’interno della medesima una seconda caverna murata. Vi praticarono quindi un foro e penetrarono nel luogo in cui Elia aveva pregato per il compimento della Promessa. L’ingresso era stato chiuso con grandi pietre scolpite a florami, le quali più tardi furono adoperate per erigere la chiesa. Nella spelonca furono rinvenute le sante ossa dei profeti e degli antichi abitanti delle caverne, così pure i resti delle pareti di vimini e gli arredi sacri che erano servite ai riti antichi. Tutto questo venne conservato nella chiesa che sorse più tardi. In quest’occasione vidi molte cose intorno al monte Oreb, ma ora mi ricordo solo del posto dove Mosè scorse il roveto ardente, “il luogo dell’ombra di Dio”. Vidi anche un monte di sabbia rossa sopra il quale cresceva della bellissima frutta. In seguito alle rivelazioni del mistico, i devoti eremiti celebrarono la Festa della nascita della Santa Vergine l’8 settembre dell’anno 250. La solennità sarà adottata poi da tutta la Chiesa di Gesù Cristo.
Odo il cinguettio degli uccelli, vedo gli agnelli ed i capretti che saltellano, e le colombe che volano aggirandosi sul luogo dove fu la casa di Anna. Adesso non è rimasto nulla che la ricordi, è tutto abbandonato. La natura però emana una piena armonia come se fosse stata rigenerata. Nei tempi antichi questo luogo fu abitato da eremiti scesi dal monte Carmelo. Vidi alcuni pellegrini di passaggio domandare meravigliati agli eremiti quale fosse la causa della gioia che regnava nella natura. I pellegrini portavano il cappuccio calato sul volto ed erano appoggiati ai loro bordoni, essi attraversavano questo territorio con profondo spirito devozionale ed avevano ricevuto da Dio la sensibilità di percepire i movimenti interiori della natura circostante. Alla domanda dei pellegrini risposero che alla vigilia di ogni ricorrenza della Concezione di Maria la natura reagiva con movimenti di gioia e di armonia, anche per il fatto che probabilmente in quel luogo si era trovata la casa di Anna. Mi fu poi mostrata l’origine della festività della nascita della Madonna. Duecentocinquant’anni dopo la morte della Beata Vergine Maria vidi un mistico pellegrinare in Terrasanta; visitò tutti i luoghi dove era vissuto il Salvatore, i suoi discepoli e i parenti. Sentii che quell’uomo era guidato da ispirazioni divine, lo vidi soffermarsi, meditare e pregare per diversi giorni nei luoghi che portavano impressi i ricordi più evidenti delle sante persone vissute all’epoca di Gesù. Spesso il mistico cadeva in dolcissimo rapimento. Da molti anni, nella notte tra il sette e l’otto settembre, percepiva il levarsi nella natura ed udiva una deliziosa armonia diffondersi nell’aria. Una volta gli comparve in sogno un Angelo e gli rivelò che quella data corrispondeva all’anniversario in cui era nata la Vergine Maria. Egli ebbe tale visione mentre era in viaggio per il monte Sinai. L’Angelo gli rivelò pure che su quel Monte si trovava la caverna del profeta Elia, ed in essa una cappella murata eretta in onore della Madre del Messia; infine lo esortò a comunicare queste notizie agli eremiti di quel luogo. Il mistico giunse al Sinai, precisamente nel luogo dove ora sorge il convento; in quel tempo gli eremiti vivevano isolati nelle caverne. Dalla parte della valle, il Monte si ergeva a picco e quindi per raggiungere la cima bisognava farsi alzare per mezzo di rudimentali carrucole di legno e funi. L’uomo manifestò la cosa ad un gruppetto di eremiti e poi si genuflesse assorbendosi in preghiera e chiedendo a Dio che gli fosse rivelato dove si trovasse la caverna di Elia. Per mezzo della locuzione interiore gli fu risposto che avrebbe riconosciuto la caverna del profeta da un segno evidente: dal rifiuto di un Giudeo di entrarvi. Un vecchio si prestò ad accompagnarlo e insieme si posero alla ricerca della grotta. Dopo aver cercato tra le numerose caverne abitate dagli eremiti e dagli Esseni, ne trovarono a fatica una che sembrava quella di Elia con la cappelletta eretta in onore della Vergine. La spelonca era circondata da giardini di piante fruttifere ormai inselvatichite. Quando giunsero all’ingresso angusto della spelonca, il Giudeo ne fu rigettato fuori da una forza misteriosa. In tal modo il mistico e gli eremiti seppero con certezza che quella era la caverna di Elia. Scoprirono all’interno della medesima una seconda caverna murata. Vi praticarono quindi un foro e penetrarono nel luogo in cui Elia aveva pregato per il compimento della Promessa. L’ingresso era stato chiuso con grandi pietre scolpite a florami, le quali più tardi furono adoperate per erigere la chiesa. Nella spelonca furono rinvenute le sante ossa dei profeti e degli antichi abitanti delle caverne, così pure i resti delle pareti di vimini e gli arredi sacri che erano servite ai riti antichi. Tutto questo venne conservato nella chiesa che sorse più tardi. In quest’occasione vidi molte cose intorno al monte Oreb, ma ora mi ricordo solo del posto dove Mosè scorse il roveto ardente, “il luogo dell’ombra di Dio”. Vidi anche un monte di sabbia rossa sopra il quale cresceva della bellissima frutta. In seguito alle rivelazioni del mistico, i devoti eremiti celebrarono la Festa della nascita della Santa Vergine l’8 settembre dell’anno 250. La solennità sarà adottata poi da tutta la Chiesa di Gesù Cristo.
VISIONE DELLA NEONATA MARIA dalle visioni della BEATA ANNA CATERINA EMMERICK
Due giorni dopo la nascita della Santa Vergine, cioè il dieci settembre, numerosi parenti si recarono in visita dalla Santa Madre Anna. Sentii pronunciare i nomi di molte persone. Dai pascoli più lontani vidi giungere i pastori di Gioacchino. A tutti venne mostrata la Neonata, e li vidi ricolmi di gioia. Fu tenuto un allegro banchetto. Il 10 e l’11 settembre altre persone giunsero in visita alla piccola Maria, e fra queste, gli altri parenti di Gioacchino che abitavano nella valle di Zabulon. La Bimba venne portata nella parte anteriore della casa e posta con la sua culla sopra un alto piedistallo simile ad un tronco su cui si sega il legname. In questo modo tutti poterono ammirarla meglio. Fu avvolta in un panno rosso che la fasciava fin sotto le ascelle ed intorno al collo aveva un velo trasparente. La piccola culla era dipinta esternamente di bianco e di rosso. Vidi Maria di Cleofa, una bella bambina, accarezzare Maria e giocare con lei. Era molto robusta e indossava una piccola veste bianca senza maniche, il cui orlo rosso era adornato di bottoncini dello stesso colore che parevano piccole mele. Le sue braccine ignude portavano dei braccialetti bianchi fatti di penne, seta o lana.
DAL DIARIO SPIRITUALE DELLA SERVA DI DIO EDVIGE CARBONI
Mi sognai la S. Vergine. Si avvicinò dicendomi:
– Oggi, OTTO SETTEMBRE, festa della mia nascita, Figlia mia, confidate in me: tutte le grazie passano nelle mie mani.
La giornata di oggi è la più odiata dal nemico infernale, perché colla mia nascita doveva venire la salvezza del genere umano.
Giorno senza notte è il giorno della mia nascita! Ma il mondo poco o niente capisce tali misteri. Te, assieme a Paola, pregate oggi molto molto; pregate per tutti quelli che non mi conoscono, oppure mi conoscono, ma non mi amano, anzi mi oltraggiano con le più orrende bestemmie.
Inviato su #finedeitempi
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