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mercoledì 10 ottobre 2018

“Anacronistiche differenze”?

Vescovo molto vicino al Papa si congratula con una loggia massonica



Mons. Jorge Rubén Lugones con Papa Francesco

(Buone Aires) Un vescovo argentino, gesuita, si è congratulato con la loggia massonica della città dove ha sede il suo vescovado, in occasione dell’anniversario della fondazione della stessa loggia. Il fatto, di per sé, è clamoroso, ma a questo si aggiunga che questo vescovo non è un ordinario qualunque.




I complimenti del vescovo alla loggia: “Continua a lavorare al servizio dell’umanità e della fratellanza universale”.

Il vescovo di Lomas de Zamora, Mons. Jorge Rubén Lugones, ha mandato le sue congratulazioni alla loggia massonica «Giuseppe Mazzini» n° 118, in occasione del 126° anniversario della sua fondazione.

La lettera, datata 11 settembre, è stata inviata dal vescovo a Martin Sarubbi, della “Venerabile Loggia Giuseppe Mazzini n° 118”.

Il vescovo Rubén Lugones appartiene, come Papa Francesco, all’Ordine dei Gesuiti.
Insieme ai “cordiali saluti” egli ha scritto ai fratelli della loggia:
«Possa questa celebrazione incoraggiarvi a continuare a lavorare per i vostri ideali di amore, al servizio all’umanità e della fratellanza universale».

Con grande soddisfazione, la loggia il 17 settembre ha pubblicato la lettera su face book
«Oggi abbiamo ricevuto questo saluto dalla diocesi di Lomas de Zamora. Ringraziamo pubblicamente per la riverenza e riaffermiamo il nostro impegno a lavorare insieme per una maggiore libertà, uguaglianza e fraternità, mettendo da parte le anacronistiche differenze.»

Per “anacronistiche differenze” si intende il divieto ecclesiastico dell’appartenenza dei cattolici alla loggia. Fin dalla fondazione della Massoneria, 300 anni fa, la Chiesa ha insegnato la sua incompatibilità con la Fede cattolica a causa delle gravi differenze ideologiche.

Chi è il vescovo Jorge Rubén Lugones?

66 anni, il vescovo è nato nello Stato di Buenos Aires. Nel 1999, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Nueva Orèn. È stato consacrato da Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires. Fin dal 2008 è stato vescovo di Lomas de Zamora. Alla Conferenza Episcopale Argentina è membro della Commissione per la cura pastorale degli Indios e della Commissione per gli Affari Sociali.




Ingresso della casa ove è collocata la loggia Giuseppe Mazzini


La loggia Giuseppe Mazzini n° 118


La loggia Giuseppe Mazzini n° 118, si dichiara “una società filantropica, filosofica e progressista”. Sul suo sito web si legge:
«La Massoneria è un ordine iniziatico, esoterico, elitario e cavalleresco che cerca di sviluppare l’arricchimento etico, morale e spirituale dei suoi membri».

E ancora:
«Il fondamento del nostro sistema sono: la fede in un Dio che chiamiamo il Grande Architetto dell’Universo, insieme all’amore, al servizio per l’umanità e alla fratellanza universale.»



Secondo il sito web della loggia, il “sistema” massonico è «un sistema educativo, filosofico, tradizionale e simbolico», «che ricerca la conoscenza per raggiungere la verità».
Tuttavia, questa “verità” non è la verità cristiana, o più precisamente la verità personificata in Gesù Cristo («io sono la verità») secondo la comprensione cristiana;  piuttosto, la Massoneria è stata fondata proprio perché rigetta l’offerta cristiana (divina) della verità, e cerca invece una verità nascosta indipendentemente da essa.

La differenza tra la massoneria e il cristianesimo è indicata così:
«Essa [la massoneria] non proibisce o impone un credo o una pratica religiosa ai suoi membri.»

Il giudizio della Chiesa sulla immutata massoneria

Le congratulazioni del vescovo Jorge Rubén Lugones arrivano a dispetto della ripetuta condanna espressa dalla Chiesa nei confronti della massoneria; l’ultima è stata quella del 1983, espressa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede quand’era Prefetto il cardinale Joseph Ratzinger:

È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.

 Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza - dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.

 Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I  fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.

 Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73/1981, pp. 240-241).

 Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

 Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.

Joseph Card. Ratzinger
Prefetto





Una tornata di loggia: il “Maestro Venerabile” Martin Sarrubi è quello a destra


 Giuseppe Mazzini

La Massoneria è considerata il nemico dichiarato della Chiesa. I suoi obiettivi urgenti includono la soppressione dell’influenza della Chiesa sulle persone. In questo modo, essa combatte concretamente la morale cattolica. Il ruolo della Massoneria nell’incitamento antisemita dell’Illuminismo e nella Rivoluzione Francese è ben documentato. Lo stesso vale in gran parte per il suo ruolo nel XIX secolo nella lotta e nella distruzione dello Stato Pontificio.

Il massone di alto grado Giuseppe Mazzini (1805-1872), da cui prende il nome la loggia n° 118, è un esempio significativo dello spirito rivoluzionario dei fratelli della loggia e della loro ostilità verso la Chiesa.
Mazzini fu iniziato a Genova nel 1827. All’inizio degli anni Trenta dell’Ottocento, durante la prigionia a Savona, gli fu conferito il 32° grado, requisito necessario per essere ammesso al livello della “più alta vendetta” nella società segreta della Carboneria.
Nel 1866 gli fu conferito il 33° grado. Allo stesso tempo fu ammesso al Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato.
Come repubblicano e antimonarchico, dovette lasciare l’Italia, unificata nel 1861, e vivere in esilio a Londra.
Nel 1870, quando la lotta militare contro lo Stato Pontificio raggiunse la fase finale, egli tornò subito in Italia e organizzò nuovi disordini. A causa del suo rifiuto della monarchia, dovette lasciare nuovamente l’Italia dopo la riuscita distruzione dello Stato Pontificio. Poco prima della sua morte, nel 1872, la sorella cattolica cercò di persuaderlo a fare penitenza, a pentirsi e a tornare nella Chiesa. Egli le rispose: “Non ho rimpianti”.
Morì il 10 marzo 1872, senza assistenza spirituale e sotto falso nome, nella villa di un fratello di loggia e circondato da massoni di spicco. Tale rituale non è solo un addio, ma ha lo scopo di evitare che il moribondo diventi “debole” sul suo letto di morte e ritorni alla fede dell’arcinemico, la Chiesa.

Più recentemente, diversi ex massoni hanno lasciato dei libri che offrono uno scorcio dietro le quinte delle logge.
Un’analisi più approfondita è stata fornita nel 2009 dal sociologo e editorialista Lorenz Jäger con il suo studio “Dietro il Grande Oriente. Massoneria e movimenti rivoluzionari”.
Una illuminante descrizione, sebbene nella veste di un romanzo storico, venne offerta nel 2015 anche dall’avvocato Norbert Nemeth, direttore del club liberale parlamentare del Consiglio Nazionale Austriaco (paragonabile al presidente di un gruppo parlamentare, con la differenza che il direttore del club non è un membro del parlamento) dal titolo “All'ombra di Gracchus”.



Corona di fiori col simbolo della loggia

A causa della vicinanza con Papa Francesco del vescono Rubén Lungones, S. J., non ci si può aspettare una reazione di Roma all’insolita lettera e al suo celebrato riavvicinamento fra la Chiesa e la loggia.

di Giuseppe Nardi 



Pubblicato sul sito in inglese The Eponymous Flower



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