«E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc.18,1-8)
Le riflessioni fatte da mons. Luigi Negri, vedi qui, e che condividiamo nella sostanza dei fatti, aprono però ulteriori scenari inquietanti. Avevamo già affrontato il problema in questo editoriale: Caro cardinale Muller: basta con la scoperta dell’acqua calda!! AGITE!! Cari Vescovi e Cardinali, dicevamo già allora, se alle vostre interviste, ai vostri editoriali, non si arriva ai fatti, non state facendo altro che fare anche voi stessi ciò che poi denunciate nei confronti di una Chiesa che usa la prassi per cambiare se stessa, in peggio, e ridurre noi laici in che cosa? IN CLERICALI!!
Se ad un pontefice che denuncia la presenza di un CLERICALISMO becero, non gli si risponde con i fatti da parte di prelati che sanno riconoscere la malattia e dove si annida il problema, si continuerà a scoprire l’acqua calda, ma senza avere la capacità di farne buon uso!
Per spiegare la situazione mons. Negri avanza con un esempio:
- “Porto un esempio per chiarire: conosco una situazione in cui alla fine di una riunione, un gruppo di laici che avrebbero dovuto riflettere sulla propria identità nel mondo hanno invece espresso come esigenza fondamentale che non si celebrasse più la messa secondo il rito antico, e che non si utilizzassero più certe preghiere liturgiche tradizionali considerate superate. Cioè, abbiamo dei laici che si occupano primariamente di cose di cui non hanno competenza e che non dovrebbero essere loro preoccupazione. E alla presenza nel mondo chi ci pensa? E a questa formidabile sfida alla coscienza e al cuore della Chiesa che viene da un mondo dissestato chi risponde?”
Ecco, ci perdoni mons. Negri, ma la domanda non risponde al problema e all’esempio da lei portato! Le ricordiamo che fu Paolo VI – con la Messa moderna – ad aprire le porte ai laici anche su questioni che non competeva loro quali, appunto, LA LITURGIA. Oh! certo! non fu un dare incarichi “liturgici” al laicato, certo che no! Ma fu un dare al laicato IL DIRITTO di esprimere il proprio parare per MIGLIORARE LA LITURGIA in funzione della tanto diabolica e perversa “PARTECIPAZIONE ATTIVA” attraverso il “consiglio pastorale” ad esempio oppure, non se lo dimentichi, il MANDATO ad Enzo Bianchi, un signor laico, a predicare nelle diocesi per IMPORRE NUOVE DOTTRINE SULLA LITURGIA….
L’odio per la Messa “di sempre” è solo la punta dell’iceberg, è solo la conseguenza di una malattia, forse anche diagnosticata, ma per la quale non si vuole dare una cura!
Infatti, lei cosa fa mons. Negri? Denuncia un problema grave, non risponde alla soluzione del problema, e ci pone domande fuorvianti? C’è in atto un Sinodo per i giovani nel quale NON saranno i Vescovi a dirigere L’EDUCAZIONE, LA CORREZIONE FRATERNA, IL MUNUS DOCENDI… ma bensì sono i giovani (accuratamente selezionati…) a dirigere i giochi e a portare i Vescovi dove – questo gruppo omologato e ben strutturato – li vorrà condurre. E lei parla di COMPETENZE? Sia più deciso e coraggioso, denunci ad alta voce chi sta dando ai giovani e alle masse, competenze che non competono loro, e dite ai laici COSA DEBBONO FARE!
Laici come il professore Stefano Fontana, vedi qui, e soprattutto questo articolo; Laici come il vaticanista Marco Tosatti, vedi qui, o come l’indomito Aldo Maria Valli, vedi qui, o lo stesso martoriato professor Roberto de Mattei, vedi qui, tutti colpevoli non di dire semplicemente “la verità” ma soprattutto colpevoli oggi di AGIRE DA LAICI, di agire da LAICI CATTOLICI…. e spesso senza IL SOSTEGNO di alcun vescovo, di nessun cardinale…
Perciò, reverendissimo mons. Negri, oggi avete nella Chiesa – e nelle comunità – i LAICI CHE VOI STESSI AVETE PASCIUTO E CRESCIUTO, i laici che voi avete voluto…. “Alla presenza nel mondo” ci stanno pensando quei laici – tra i quali i nomi sopra riportati – che con indomito sprezzo del pericolo, che non è frase poetica fatta, stanno rischiando TUTTO per ridare ai Laici Cattolici la propria identità ben distinta, invece, da quella malattia detta clericalismo, attraverso la quale piuttosto l’attuale gerarchia e pontificato, sembrano apprezzarne gli effetti e le conseguenze.
E ancora, mons. Negri afferma:
- “Invece che un popolo di laici stiamo rischiando di creare soltanto un popolo di clericali. E non c’è niente di più squallido ed equivoco dei clericali. Ecco, io credo che la Chiesa non possa non sentirsi sfidata da questa crisi. Questa è la vera crisi interna della Chiesa…..”
Monsignore, tolga pure quel “stiamo rischiando“ perché la creazione è già avvenuta e sta guidando il Sinodo dei vescovi in questi giorni, si legga qui dove è tutto provato! A questa chiesa modernista (si abbia il coraggio di dire le cose come stanno) piace questa sfida e l’ha accolta, ma non per ciò che sperava lei o noi, ma per PROTESTANTIZZARE LA CHIESA e farla diventare come le comunità Pentecostali. Questa è la vera crisi – identitaria infatti – che vuole ELIMINARE IL PENSIERO, LA CULTURA E LA DOTTRINA CATTOLICA, per far posto ad un laicato il cui SACERDOZIO BATTESIMALE, venga sempre più equiparato a quello sacerdotale, come avviene dai protestanti e come Enzo Bianchi insegna, docet, col vostro placet!
Infine la sua caduta di stile proprio non la digeriamo: portarci come modello e come esempio il laico di sinistra cattolica, La Pira, è stato davvero un colpo basso da una autorità insigne quale lei è sempre stata…. Quando La Pira parlava “della rabbia della povera gente“… dimentica forse che – ai quei tempi – egli fu tra i protagonisti di una gravissima politica cattolica di sinistra che spinse la gente di quel tempo, i veri cattolici disorientati da quanto stava già accadendo, fra le braccia avide e perverse del comunismo cattolico, del Modernismo, della rivoluzione post-conciliare…. Non si possono citare i “cattivi maestri” e prenderli quali esempio, nel tentativo di curare una malattia che sta producendo delle pustole in grave stato di decomposizione…
E dunque, caro mons. Negri, nel ringraziarla per tutte quelle volte che Ella ci ha sostenuti nella buona battaglia… desideriamo condividerle LA CURA, perché di diagnosi ne abbiamo fin sopra i capelli e ciò che ci manca è la cura…. Essa ce la offrono I SANTI, non La Pira…
Santa Maddalena dè Pazzi andava svegliando nel cuore della notte le consorelle, gridando: “L’AMORE NON E’ AMATO! L’AMORE NON E’ AMATO, L’AMORE NON E’ AMATO”…. e suonava le campane nel cuore della notte, perchè NESSUNO potesse perdere la cura per una delle peggiori malattie: la perdita dell’Anima!… così, e così solo, si combatte l’odiato clericalismo, altrimenti rischiate di nutrire uno strano ANTICLERICALISMO (quello sano ma non bergoglioso), nulla da spartire con quello massonico dell’800, ma di certo, non piacevole, per voi Pastori d’ oggi! In una parola, la cura è: CONVERTIRSI E CONVERTIRE I LAICI ALLA CULTURA CATTOLICA, ma in ciò, in questa cura, troviamo una latitanza dei pastori, spaventosa e persino incredula… (cfr.Lc.18,1-8)
https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/10/13/caro-mons-negri-basta-con-le-diagnosi-dateci-la-cura/
Sproloqui Bergogliani: una SVEGLIA per Dormienti...
Sebirblu, 7 ottobre 2018
Ciò che sta accadendo alla "Barca di Pietro", sotto la guida indegna del "Nocchiero"che ne tiene in mano il timone, viene incredibilmente accolto e condiviso da gran parte dell'umanità perché mai fino ad ora, e in modo così evidente, essa ha trovato chi la giustifichi e la assolva da qualunque suo comportamento libertino e licenzioso.
Il terreno di coltura preparato ad arte dal Maligno sin dalle "innovazioni" del ConcilioVaticano II con l'infiltrazione della Massoneria ecclesiastica nel cuore della Chiesa Cattolica (ved. QUI, QUI, QUI e QUI), ha fatto in modo che il popolo dei "fedeli" le assimilasse poco a poco come miglioria necessaria, mentre a piccole dosi l'antico Serpente inoculava il suo veleno nelle coscienze assopite e fidenti che tutto fosse legittimo e santo.
Così le masse, adusate a seguire pedissequamente l'insegnamento cristiano impartito loro dal Magistero di Roma, senza sviluppare alcun senso critico personale e di approfondimento spontaneo della Sacra Scrittura, si sono ritrovate completamente sprovviste di difese e suscettibili di inganno davanti agli sproloqui vergognosi del "Falso Profeta" assiso oggi in Vaticano.
Questi, dal quel lontano 13 marzo 2013 ‒ giorno in cui fu invalidamente eletto con l'aiuto della cosiddetta "Mafia di San Gallo" (ved. QUI), non ha cessato di diffonderli "urbi et orbi" come fossero "Vangelo" (e mai termine fu più appropriato di questo) fuorviando gli sprovveduti e gli ignoranti e sospingendo la gran parte dei consacrati nel mondo o allo sconcerto silenzioso (ipocrisia), o all'accettazione supina per questioni di interesse, oppure al timore (fondato) di essere perseguiti.
Il 28 marzo 2017, durante la Messa celebrata a Casa Santa Marta dove risiede, il "Vescovo venuto dalla fine del mondo" come da lui stesso asserito, ha spiegato il brano evangelico dell'uomo paralizzato da 38 anni (che cercava di bagnarsi nella piscina di Gerusalemme, ma non ci riusciva perché tutti gli passavano avanti; ved. Gv. 5, 5-14) e la sua guarigione ad opera di Gesù.
Della piscina probatica si narrava che quando scendeva un angelo e agitava le acque, chi s'immergeva veniva guarito. Gesù, afferma Bergoglio, vedendo il paralitico, gli chiede: «Vuoi guarire?». «È bello ‒ sottolinea il "papa" ‒ Gesù sempre dice questo a noi: "Vuoi guarire? Vuoi essere felice? Vuoi migliorare la tua vita? Vuoi essere pieno dello Spirito Santo? Vuoi guarire?", quella parola di Gesù...
Tutti gli altri che erano lì, infermi, ciechi, zoppi, paralitici avrebbero detto: "Sì, Signore, sì!". Ma questo è un uomo strano, gli rispose: "Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita, mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me"...
La risposta è una lamentela: "Ma guarda, Signore, quanto brutta, quanto ingiusta è stata la vita con me. Tutti gli altri possono andare e guarire... ed io è da 38 anni che cerco ma"...».
Quest'uomo, osserva il "papa", era come l'albero piantato lungo i corsi d'acqua, di cui parla il primo Salmo, «ma aveva le radici secche» e «quelle radici non arrivavano all'acqua, non poteva prendere la salute dall'acqua»: «Questo si capisce dal suo atteggiamento, dalle lamentele e anche sempre cercando di dare la colpa all'altro».
«Gesù ‒ rimarca Bergoglio ‒ non lo rimprovera, ma gli ingiunge: "Alzati, prendi la tua barella e cammina". Il paralitico guarisce, ma poiché era sabato, i dottori della Legge gli dicono che non gli è lecito portare il lettuccio e gli chiedono chi l'abbia guarito in quel giorno: "Va contro il codice, non è di Dio quell'uomo"».
Il paralitico, commenta il "Falso Profeta", non aveva neanche detto grazie a Gesù, non gli aveva chiesto nemmeno il nome: «Si è alzato con quell'accidia» che fa «vivere perché è gratis l'ossigeno», fa «vivere sempre guardando gli altri che sono più felici di me» e si è «nella tristezza», si dimentica la gioia.
«L'accidia ‒ aggiunge ancora ‒ è un peccato che paralizza, ci fa paralitici. Non ci lascia camminare. Anche oggi il Signore guarda ognuno di noi, tutti abbiamo peccati, tutti siamo peccatori ma guardando questo peccato» dice ad ognuno: «Alzati». [...]
Ora, verifichiamo il testo:
«Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli chiese: "Vuoi guarire?". Gli rispose il malato: "Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me".
Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". E sull'istante quell'uomo guarì e, presa la barella, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: "È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio". Ma egli rispose loro: Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina".
Gli chiesero allora: "Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?". Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel Tempio e gli disse: "Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio."»
Nathan Green |
Bene, innanzitutto bisogna sapere che nei Vangeli questo è l'unico caso in cui la guarigione viene elargita senza essere stata richiesta, e ciò stride all'istante con la banalizzazione effettuata da Bergoglio nell'aggiungere: «Sempre Gesù dice a noi: "Vuoi guarire? Vuoi essere felice?..."».
Affinché possa succedere questo infatti, come intervento provvidenziale, bisogna avere tutte le "carte" in regola (ved. QUI). Solo allora la Legge divina dona il suo aiuto con una "prontezza matematica" e con una dolcezza ineguagliabile, ma soltanto quando si è in condizioni di meritarla!
Il legame fra l'Eterno e l'umanità è perenne e dunque Egli sa discernere fra essa chi ha veramente fede e chi non l'ha. Lo storpio non poteva operare perché la sua infermità glielo impediva, ma non si ribellava, anzi emanava il suo pensiero per incoraggiare gli altri a mantenere ferma la speranza in Dio.
Il Cristo vede quest'opera, la fede dalla quale era germogliata e dona quello che non era stato richiesto. Altro che "indolenza" ed "accidia"! Come si può pensare che Egli sia intervenuto per "premiare" con la guarigione un essere così indegno come viene dipinto dal Suo falso "Vicario"? Tutto ciò è assolutamente obbrobrioso!
Ma il brano evangelico contiene un altro importante insegnamento. Quando Gesù lo incontra poco dopo nel Tempio gli dice: "Va, e non peccare più, affinché non ti accada di peggio". L'espressione usata dal Cristo mostra con chiarezza il rapporto esistente fra la malattia, ossia il cattivo stato fisico, e il comportamento contrario alla Legge di Dio.
Nella Sacra Scrittura sono molti gli esempi che ribadiscono questo concetto come, per esempio, quello dell'adultera: "Neppure Io ti condanno; va, e non peccare più...". Il diritto all'acquisizione della libertà da qualsiasi affanno morale o fisico opprimente l'uomo, si può raggiungere soltanto rientrando nella morigeratezza e nell'Ordinevoluto dall'Eterno, non nel caos, nel sopruso e nella trasgressione.
Ma tornando all'argomento centrale intrapreso, emerge in tutta evidenza come sia fuorviante la "catechesi" fatta da Bergoglio, purtroppo non unica, in oltre cinque anni di reggenza così tragica e discutibile.
Il 27 dicembre 2015, il "papa", nella Basilica Vaticana per la festa solenne della Sacra Famiglia, riferendosi all'episodio in cui Gesù fanciullo fu ritrovato al Tempio coi dottori, ha esordito:
«Conosciamo che cosa Gesù aveva fatto quella volta. Invece di tornare a casa con i suoi, si era fermato a Gerusalemme nel Tempio, provocando una grande pena a Maria e a Giuseppe che non lo trovavano più.
Per questa sua "scappatella", probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusaai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Sua Madre, d'altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l'angoscia sua e di Giuseppe.
Tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l'amore e l'obbedienza».
Ed ecco il brano evangelico riferentesi a Luca 2,41 menzionato dal "papa":
«Ora, i suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il Fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti, ma non avendolo trovato, tornarono in cerca di Lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori,mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la Sua intelligenza e le Sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose: "Perché Mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle faccende del Padre Mio?" Ma essi non compresero le Sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini»
"Gesù al Tempio tra i Dottori della Legge" di James Seward |
Dunque, secondo Bergoglio, il Piccolo Gesù avrebbe compiuto una "scappatella"chiedendo addirittura scusa ai genitori, e contraddicendo in pieno sia il primo articolo del Decalogo: "Io Sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all'infuori di Me", sia il medesimo Suo insegnamento riportato in Mt. 10,35: "Chi ama il padre o la madre più di Me, non è degno di Me..."
Riflettiamo. Questo Fanciullo, privo di ogni sostegno, di ogni collaborazione, ma depositario di quella Verità che da Lui stesso si dipartiva, si allontana dalla famiglia e per tre giorni resta al Tempio a discutere.
Egli, contro i giganti della Chiesa pronti a schiacciarLo; Egli, Fanciullo inerme, ha la forza e la capacità di ribadire e distruggere i concetti e i preconcetti dei Sacerdoti, ponendo le basi indistruttibili della Nuova Legge.
È una manifestazione di Potenza e non la sfida all'umanità come fatto umano,inusuale per la Sua età, ma la sfida alla tenebra, all'ignoranza, all'ingordigia, al sopruso. Egli osa ciò che nessuno avrebbe osato fare!
E quando, come risulta dai testi antichi, affannosamente viene ritrovato dai Suoi,guarda Sua Madre e chiede: "Che vuoi Tu Donna da Me?" non "Madre" (esattamente come Le si sarebbe rivolto poi alle Nozze di Cana e ai piedi della Croce, con il mandato a Lei e a Giovanni), stabilendo inequivocabilmente la Sua Personalità divina rispetto alla natura umana (seppur angelica; ved. QUI e QUI) di "Maria" che, tra l'altro, sapeva quale sarebbe stato il Compito di suo Figlio dal tempo della profezia del vecchio Simeone. (Lc. 2, 34-35).
I giganti, perciò, non erano i Sacerdoti, ma il Cristo Bambino, mentre essi erano i pigmei! Altro che "scappatella", "scuse" e "rimprovero", scaturiti dalla mente contorta di questo "pseudo-pontefice" scelto ed introdotto apposta (cfr. QUI e QUI) come "cavallo di Troia", per distruggere la Chiesa Cattolica dal suo interno.
E per finire, ecco un altro "exploit" o meglio un "affondo" verso la Vergine SS. che non gli è per nulla congeniale... guarda caso! (Cfr. QUI, QUI e QUI).
Lo stesso anno in cui fu eletto, il 20 dicembre 2013, egli si distinse subito per la sua "squisita considerazione" e "conoscenza teologica" riguardante la Madre di Gesù.Nell'omelia tenuta a Casa Santa Marta, infatti, egli ha avuto il "coraggio" di dire:
«Il Vangelo non ci dice nulla: se (la Madonna) ha detto una parola o no... Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! "Tu, quel giorno – questo è ciò che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi hai detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!".
La Madonna era umana! E forse aveva voglia di dire: "Bugie! Sono stata ingannata!":Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza»
Ora, a confronto, due brani della Sacra Scrittura:
«Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc. 1,38).
E ancora: «Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima."» (Lc. 2, 34-35).
Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, che Papa Giovanni Paolo II scrisse insieme a Ratzinger, risulta dire esattamente il contrario:
Maria ‒ «Beata colei che ha creduto»
Par. 149: «Durante tutta la sua vita, e fino all'ultima prova, quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere "nell'adempimento" della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede.»
E il Papa San Pio X, nell'Enciclica "Ad diem illum" del 2-2-1904, per il 50° anno del dogma dell'Immacolata Concezione ha scritto:
«Tutta la vita di Maria porta la radiosa impronta di queste virtù [la fede, la speranza e la carità, ndr] in tutte le sue fasi; ma esse raggiunsero il più alto grado di splendore nel tempo in cui ella assistette il Figlio suo morente.
Gesù è crocifisso e gli si rimprovera maledicendoLo di essersi fatto Figlio di Dio (Gv. 19,7). Maria con ferma costanza riconosce ed adora in Lui la Divinità. Lo depone, dopo morto, nel sepolcro, senza dubitare un attimo della Sua Risurrezione.»
L'altissima Missione di Maria, la tutta pura, la piena di grazia, la Madre di Dio, Colei che con il Suo "Sì" ha dato inizio al Mistero di Redenzione e per sempre si è abbandonata alla volontà del Padre, Colei che ben sapeva che una spada le avrebbe trafitto l'anima, come suddetto, non può essere banalizzata, umanizzata e svuotata della sua essenza.
Ella è l'esempio perfetto di ubbidienza amorevole e di abbandono incondizionatoe totale alla Volontà suprema, come testimoniano le parole da Lei pronunciate nell'annunciazione ‒"Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me quello che hai detto" ‒ e nel Magnificat ‒ "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente".
Come si permette Bergoglio di insinuare il dubbio che la Madonna sia stata ingannatadall'Eterno? E ancora, quale "spirito" gli ha suggerito tale riflessione non avente alcun fondamento né all'interno della Sacra Scrittura, né in coloro che nella storia hanno contribuito a far comprendere e a far vivere, assimilandolo, il sublime Mistero della Vita di Maria?
Conclusione
Con questi tre esempi, per ora mi fermo qui, ma mi riservo, per coloro che ancora insistono a voler mantenere caparbiamente gli occhi chiusi, illudendosi che questo pontificato sia uno dei più straordinari per l'umanità, di tentare almeno, attraverso il confronto con le Sacre Scritture, di far chiarezza su come le cose siano diverse da ciò che appaiono.
Sebirblu.blogspot.it
Brevi spunti presi da: lastampa.it e difendiamolaverita.it
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