L’ABATE FARIA SCOPRE I PRETI LGBT. CHIEDE: MA PERCHÈ PADRE MARTIN SCRIVE LGBT MAIUSCOLO, E “chiesa” MINUSCOLO?
L’Abate Faria, ormai rientrato dalle sue meditazioni eremitiche nel cenobio romano ha ripreso contatto con il mondo delle notizie digitali, e si è imbattuto su un tweet del gesuita propagandista della causa LGBT James Martin, che riprendeva un entusiastico articolodell’usuale Luciano Moia sul convegno organizzato ad Albano, diocesi di Marcello Semeraro, che ha tenuto un’altrettanta entusiastica (e come dubitarne?) prolusione di apertura. Vi pubblichiamo qui sotto due screenshot relativi al tema. E poi leggetevi l’Abate Faria, che come sempre essendo puro di cuore sceglie sempre l’opzione più positiva.
Ecco l’Abate:
“Mi rallegro di questo tweet di padre James Martin: “Ultime notizie: importante vescovo italiano, Marcello Semeraro, segretario del Consiglio dei Cardinali (C-9) di Papa Francesco, chiede alla Chiesa di “accogliere ed ascoltare” il popolo LGBT, al forum dei cristiani LGBT: «Lgbt? Per accogliervi conta che siate cristiani»”. Certo questo tweet va letto bene, in quanto io sono sicuro che Mons. Semeraro, vescovo cattolico, intendesse “accogliere in chiesa e ascoltare nel confessionale”, come tutti noi peccatori. In effetti per accedere ai Sacramenti, basta voler essere cristiani.
Io non credo, come qualcuno vuole far pensare, che un vescovo cattolico intendesse dire accogliere nella Chiesa come legittima la tendenza gay e ascoltare le loro rivendicazioni contro la dottrina tradizionale. Bisogna leggere certe dichiarazioni episcopali secondo l’ermeneutica della continuità con la Tradizione, non della rottura. Ci sono già esegeti che stanno esercitando interpretazioni in linea con la tradizione anche per le dichiarazioni di Mons. Sanchez Sorondo sulla Cina come nuovo paradiso. Li hanno scelti fra quelli pronti a tutto.
Certo qualche dubbio mi è venuto, leggendo il tweet di padre Martin che mette Papa Francesco, Consiglio dei Cardinali, LGBT tutto maiuscolo (mentre non lo è nella citazione di Semeraro) ma poi scrive “Chiesa” in minuscolo. Minuzie, sicuramente colpa dell’auto correttore….
Abate Faria“.
Mentre preparavamo questo articolo ci è cascato l’occhio su un post di un amico omosessuale di Facebook, che commentava la dichiarazione di alcune suore domenicane al convegno di Albano. Ecco quello che citava delle suore, e subito dopo quello che era il suo commento:
“Per quanto sia fondamentale la conversione pastorale, siamo convinte che questa non basti. Crediamo che la teologia sia chiamata oggi a ripensare con coraggio, secondo la sua specifica vocazione alla ricerca, le questioni relative al mondo LGBT. Non siamo ingenue; siamo ben coscienti della complessità di tali questioni e sappiamo bene come indebite semplificazioni non giovino a nessuno. Crediamo anche di avere chiare le esigenze radicali che la santità, vocazione di tutti, omosessuali ed eterosessuali, richiede: non siamo certo per quella banalizzazione dell’amore e della sessualità alla quale la morale cattolica si è sempre giustamente opposta. Dal momento però che tale morale non ha a fondamento la paura dell’amore, ma il desiderio di aiutare le persone ad amare di più e ad amare meglio, ci pare doveroso chiederci se, allo stato attuale, essa consenta realmente questo alle persone omosessuali; è legittimo dubitare che sia così. Per questo insieme ad altri stiamo pensando a qualche iniziativa che possa sollecitare nei contesti accademici la ricerca teologica alla luce, come sempre, del Vangelo e dell’esperienza umana, e dunque nel fondamentale ascolto e dialogo con tanti, a incominciare dalle persone omosessuali e dalle loro famiglie”.
Ecco il commento, accorato:
Sarebbe questo il tipo di “amore” che il cattolicesimo è stato capace di partorire? L’amore sentimentale? romantico? Cosa c’entra questo tipo di amore con l’Amore evangelico? Come è possibile che delle suore cattoliche possano confondere il messaggio di Gesù Cristo con l’affetto e l’attrazione tra le persone? E ci hanno messo anche 10 anni per capirlo? Chi le paga? E’ questo che si insegna al catechismo? Che sono la stessa cosa? Se è così allora hanno ragione le suore che bisogna cambiare la teologia.
Marco Tosatti
10 ottobre 2018 Pubblicato da wp_7512482 13 Commenti --
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