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mercoledì 14 novembre 2018

Chi é che dice "la verità si vede nei fatti" ^

Udienza generale di Papa Francesco: la verità si vede nei fatti e non nei discorsi

Udienza generale di papa Francesco. 13esimo incontro sui comandamenti: «non dire falsa testimonianza»

Oggi, 14 novembre 2018, sì è tenuta la 13esima udienza generale incentrata sui comandamenti consegnati da Dio sul Monete Sion agli ebrei per mezzo di Mosè. Oggi il Santo Padre ha trattato l’ottavo: «non dire falsa testimonianza».

Il Papà ha iniziato l’udienza esortando il passo del Catechismo della Chiesa Cattolica: «[questo comandamento] proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri». Immediatamente il discorso, non concentrandosi nell’affermare che non si debbano dire bugie, bensì, si è focalizzato nel senso più ampio del comandamento: «vivere di comunicazioni non autentiche è grave perché impedisce le relazioni, e quindi impedisce l’amore». Non solo le parole ma anche i gesti, gli atteggiamenti e «perfino i silenzi e le assenze» rientrano nella comunicazione.

«Ma cosa significa dire la verità? Significa essere sinceri?»

Essere nella verità non significa dire sempre tutto ciò che uno pensa: la parola può uccidere l’altro, le relazioni , tutto ciò che circonda e noi stessi. Si può dire la verità, ma se decontestualizzata potrebbe essere mal interpretata. Tante volte confondiamo l’essere persone sinceri dimenticandosi di essere prudenti e discreti: «quante chiacchiere distruggono la comunione per inopportunità o mancanza o mancanza di delicatezza!»
Il Papa, riportando il passo dell’interrogatorio e la passione di Gesù, spiega che il comandamento invita ad avere una vita sincera, coerente come Cristo ha «dato testimonianza alla verità» morendo in croce. Perché Cristo è «stato coerente: con quel suo modo di morire, Gesù manifesta il Padre, il suo amore misericordioso e fedele».

«Quali verità attestano le opere di noi cristiani, le nostre parole, le nostre scelte?»

I discepoli di Cristo vengono chiamati cristiani perché sono chiamati ad essere “altri Cristo”: Gesù è «la via, la verità e la vita». Siamo chiamati a essere figli di Dio ed essere coerenti nella nostra vita. la verità in una persona la si vede nei fatti e non nelle parole: «questa non si dice tanto con i discorsi, è un modo di esistere, un modo di vivere e si vede in ogni singolo atto».  Spesso noi giudichiamo una persone falsa perché i suoi discorsi non corrispondono ai fatti.
Questo l’invito di Papa Francesco ai cristiani e alla chiesa: essere coerenti nella vita del Vangelo che la chiesa stessa proclama di seguire. I cristiani sono chiamati a vivere la verità che Dio, attraverso il suo Figlio, si è manifestato e ci ha manifestato il suo amore.
Il santo Padre ha affermato che si fida del Padre che lo ama e questo lo fa essere «veritiero e non bugiardo».
Marius Veronesi
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Il Papa fa tornare Scicluna (il cacciatore di pedofili) in Vaticano. Ma negli Usa è alta tensione

Città del Vaticano – Mentre negli Stati Uniti non si placano le polemiche delle vittime degli abusi, Papa Francesco prova a recuperare il terreno perduto nella lotta contro la pedofilia nominando segretario aggiunto della Congregazione della Dottrina della Fede l’ex promotore di giustizia Charles E. Scicluna, un prelato che era stato allontanato dal suo ruolo nel 2012 con una decisione che creò a suo tempo sconcerto per i modi con i quali fu deciso l'incomprensibile spostamento. Divenuto successivamente arcivescovo di Malta, Scicluna venne in seguito mandato in Cile da Papa Francesco come suo inviato per fare chiarezza sulle coperture garantite da alcuni vescovi al pedofilo seriale, padre Fernando Karadima. Dall’inchiesta di Scicluna il Papa ha rimosso ben 5 presuli cileni sugli oltre 30 che hanno offerto le dimissioni a Francesco.
Monsignor Scicluna che ha fama di grande fermezza – come testimonia anche la sua accusa di omertà rivolta ai vescovi italiani – manterrà il suo incarico di arcivescovo di Malta ma intanto si prepara ad aiutare a gestire l’incontro tra tutte le conferenze episcopali del mondo di febbraio, un incontro che si annuncia un po’ come una specie di mini concilio, sebbene ritagliato sulle misure da adottare per debellare nella Chiesa la piaga degli abusi e i comportamenti omertosi di tanti vescovi. A suo tempo Scicluna si disse favorevole all’istituzione di un tribunale speciale per i vescovi insabbiatori ma la proposta fu accantonata in curia perchè ritenuta eccessiva e non in linea con il diritto canonico.
La nomina di Scicluna - resa nota stamattina - non sembra però placare il clima di irritazione generale che si respira nella Chiesa cattolica americana, impegnata ultimamente ad individuare una serie di misure concrete da adottare nelle diocesi. Ad alzare la tensione è stata anche la richiesta da parte del Vaticano, di chiedere ai vescovi americani di rinviare il voto di queste nuove misure antipedofili, e di aspettare fino a febbraio, quando ci sarà la riunione di tutti gli episcopati del mondo. Le vittime negli Stati Uniti hanno vissuto questo rinvio come l’ennesima batosta che, ai loro occhi, dimostra la difficoltà della Chiesa a fare luce sui comportamenti poco trasparenti dei vertici.
Lo stesso cardinale Daniel DiNardo non è stato affatto contento di questo rinvio. Non se l’aspettava. In una conferenza stampa non ha nascosto sconforto. «Stiamo lavorando molto bene per passare all’azione e lo
faremo. Abbiamo solo un dosso sulla strada». Di Nardo ha riferito che non sa se sia stato lo stesso Papa
Francesco a chiedere il rinvio a febbraio. Molto probabilmente, ha aggiunto, potrebbe essere stata la Congregazione dei Vescovi da sempre contraria all’istituzione di un tribunale ad hoc per giudicare il comportamento dei vescovi insabbiatori. Quindi ha ipotizzato che un motivo della richiesta potrebbe essere legata alla necessità di modificare il diritto canonico.
A complicare il quadro e a rendere più teso il clima è arrivata ai vescovi americani una lettera dell'ex nunzio Viganò che ha lanciato all'episcopato un appello a ignorare il rinvio vaticano e a votare le misure antipedofilia individuate: «Non comportatevi come pecore spaventate ma come pastori coraggiosi, non temete di alzarvi e di fare la cosa giusta per le vittime, per i fedeli e per la vostra salvezza. Il Signore renderà ad ognuno di noi secondo le nostre azioni e omissioni».
di Franca Giansoldati

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