ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 dicembre 2018

La transigenza dei pastori

Prediche gay a Roma, il cardinale sconfessa Ratzinger

Nella chiesa di san Fulgenzio a Roma catechesi mensile per la parrocchia curata dal gruppo Nuova Proposta, una visione omosessuale della Scrittura. Il tutto, sostengono, con la benedizione del cardinale De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma. Una situazione in palese contrasto con quanto prescritto molto chiaramente da una nota del 1986 della Congregazione per la Dottrina della Fede. C'è qualcuno a Roma interessato a intervenire?


Don Paolo Salvini, parroco a Roma presso la chiesa di San Fulgenzio, ha organizzato delle letture del Vangelo gestite da persone omosessuali, il tutto con la benedizione del cardinal Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, secondo quanto riporta Repubblica.
Spiega Don Paolo: «Una cosa è essere aperti teoricamente all’inclusione, un’altra è davvero ascoltarsi. Non è detto che il punto di vista mio sia sempre il migliore. Per questo abbiamo chiesto che siano le persone omosessuali che già frequentano la nostra parrocchia a introdurre mensilmente un momento di preghiera aperto a tutti. In questo modo partecipano alla vita comunitaria senza ghettizzarsi e portano un contributo importante per ognuno. Non facciamo una lettura omosessuale della Scrittura ma permettiamo alle persone  omosessuali di parlare della Scrittura secondo la loro sensibilità affinché tutti ne siano arricchiti».


Una prima obiezione: si suppone che la sensibilità della persona omosessuale sia omosessuale anch’essa – altrimenti perché dedicare questi momenti specificatamente alle persone omosessuali? – e dunque il filtro esegetico applicato alla Scrittura sarà pure lui di carattere omosessuale. Perciò in quella parrocchia si fa una lettura omosessuale della Scrittura.
Il gruppo si chiama Nuova Proposta, gruppo che fa parte di Cammini di Speranza,associazione nazionale che riunisce le persone Lgbt “cristiane”. Le virgolette sono d’obbligo per evitare di inciampare nel principio di non contraddizione: non può esistere un’omosessualità cristiana, né un cristianesimo omosessuale. Così come non può esistere una menzogna cristiana oppure un cristianesimo menzognero. Altro discorso è l’esistenza di credenti che sperimentano un orientamento omosessuale e cercano, soprattutto con l’aiuto della grazia, di superarlo. Ma l’omosessualità e le condotte omosessuali, al pari della menzogna, nulla hanno a che vedere con la fede cattolica. Dove c’è l’una non ci può essere l’altra.
Il portavoce Andrea Rubera dell’associazione Cammini di Speranza racconta: «All’inizio eravamo ospitati per fare degli incontri fra di noi, senza contaminazione con la parrocchia. Poi è arrivata dal parroco la proposta di implicarci di più con gli altri, e così abbiamo fatto. Ogni mese apriamo una catechesi nella quale riflettiamo su degli episodi del Vangelo significativi dal punto di vista dell’inclusività — il dialogo fra Gesù e la Samaritana, ad esempio — quindi facciamo un momento di silenzio e poi ci confrontiamo. A tema non c’è l’omosessualità, la prospettiva è infatti un’altra, è avere voce per tutti, è far sì che la nostra sensibilità abbia diritto d’esistenza. Tempo fa avevo partecipato a degli incontri che in forma più o meno nascosta la diocesi organizzava per gli omosessuali credenti. C’era sempre qualcuno che doveva ‘indottrinarci’. Qui no. Qui il nostro punto di vista conta, e contiamo noi come persone. La premessa è l’ascolto non giudicante, una metodologia molto forte, dunque, che costringe ad ascoltare l’altro senza volere a tutti i costi controbattere».
Il punto critico è proprio questo: con tali incontri non si vuole che la persona omosessuale esca dalla propria condizione di omosessualità, magari attraverso il dialogo, il confronto, l’ascolto, l’accompagnamento, la condivisione. Volere ciò sarebbe un atteggiamento giudicante e non inclusivo, innervato da uno spirito catechetico. Niente di tutto questo. L’intento è quello di affermare che la condizione omosessuale e le condotte omosessuali si possono conciliare con la fede cattolica, anzi che l’omosessualità è una variante arricchente di quest’ultima. Chiamasi omoeresia.

Infatti gli incontri non vertono sull’omosessualità, ma s’invita la persona omosessuale per dar prova che il Vangelo può essere vissuto anche nella prospettiva omosessuale. Così come si potrebbe chiamare il divorziato per fargli commentare il Vangelo non alla luce dell’esperienza di una persona che si è pentita di aver divorziato – perché in questo caso tale esperienza sarebbe in sintonia con i principi evangelici – bensì alla luce dell’esperienza di una persona che crede di aver fatto bene a divorziare.
La strategia dell’associazione Cammini di Speranza e del gruppo Nuova Proposta è stata esplicitamente condannata nel 1986 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con il documento Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, lettera approvata direttamente da Giovanni Paolo II: «Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del Cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione» (no.9); «Alcuni gruppi usano perfino qualificare come «cattoliche» le loro organizzazioni o le persone a cui intendono rivolgersi, ma in realtà essi non difendono e non promuovono l'insegnamento del Magistero, anzi talvolta lo attaccano apertamente. Per quanto i loro membri rivendichino di voler conformare la loro vita all'insegnamento di Gesù, di fatto essi abbandonano l'insegnamento della sua Chiesa. Questo comportamento contraddittorio non può avere in nessun modo l'appoggio dei Vescovi» (no. 14); «Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l'attività omosessuale è immorale» (no. 15); «Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l'insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l'apparenza di esso, può dare origine a gravi fraintendimenti» (no. 17).
Detto tutto ciò il cardinale Angelo De Donatis dovrebbe intervenire quanto prima.


Tommaso Scandroglio

http://www.lanuovabq.it/it/prediche-gay-a-roma-il-cardinale-sconfessa-ratzinger 

Pranzi e mercati, linee guida già disattese. Come previsto

A pochi passa dalla sua sede romana, dove non mancano certo i saloni per i ricevimenti, l'Ordine di Malta apparecchia in chiesa per i poveri. In Belgio invece, l'antica chiesa diventerà un mercato coperto. Alla faccia delle linee guida appena emanate dal Vaticano: sono il definitivo il via libera agli usi più creativi. 

Due foto di chiese. La prima è Sant’Alessio all’Aventino, che è stata utilizzata secondo una moda che lasciamo a voi giudicare, dopo la “prima” durante la visita del Pontefice regnante a San Petronio, Bologna. L’Ordine di Malta ha offerto un convivio ai poveri assistiti dai cavalieri. Ora, Sant’Alessio è sull’Aventino e a qualche decina di metri dalla chiesa – la cui prima fondazione risale al III-IV secolo – c’è il palazzo dell’Ordine di Malta, in cui certo non mancano saloni in cui allestire tavoli per il pranzo natalizio dei poverelli…
La seconda è della chiesa di Sant'Anna a Gand; è una delle ultime chiese neo-bizantine dell'Europa occidentale. Ha la particolarità di svilupparsi in un unico volume - quindi non ha corridoi laterali. Questo prestigioso patrimonio, tuttavia, rappresenta un pesante fardello per la chiesa, che nelle Fiandre ha visto le sue fila sciogliersi a grande velocità negli ultimi due decenni. La facciata anteriore è stata restaurata. Ma non la facciata posteriore. Né gli affreschi all'interno dell'edificio che hanno bisogno di un lifting urgente
La diocesi di Gand e le autorità municipali hanno preferito sollevarsi dall'imponente onere finanziario. Cinque progetti di riallocazione sono stati depositati. Ed è quello del marchio Delhaize che è stato selezionato. Il noto marchio di distribuzione intende installare un mercato coperto che darebbe un ampio spazio alle verdure e ai prodotti biologici
Un ristorante sarà allestito nel coro dietro l'altare. E un wine bar, dove oggi invece c’è l'organo. Non ci sarebbe spazio per consentire ai clienti di parcheggiare le loro auto - il sagrato della chiesa è piuttosto angusto e i nuovi padroni del posto intendono approfittare del poco di spazio esterno per costruire appartamenti.
Molte chiese sono già state sconsacrate nelle Fiandre. Ma finora nessuna di loro aveva conosciuto un simile destino. Alcuni parrocchiani non hanno mancato di lamentare che il luogo in cui si riunivano possa diventare un grande magazzino. Questi oppositori, tuttavia, probabilmente non si aspettavano di ricevere il sostegno fervente del più improbabile degli alleati: il Partito dei Lavoratori del Belgio (PTB). Il partito di ispirazione marxista ha lanciato una petizione per chiedere alla città di riconsiderare il progetto e dare una destinazione culturale o comunitaria alla chiesa di Sant'Anna. In 24 ore, la petizione ha raccolto oltre 1.700 firme. Scrivono alcuni giornali che il PTB non perde assolutamente occasione per inseguire i mercanti. Anche quando è necessario inseguirli in un luogo che i suoi fedeli frequentano piuttosto poco
La diocesi di Gand ha spiegato, da parte sua, che avrebbe preferito che la chiesa venisse utilizzata per progetti culturali o sociali. Ma considerando il valore dell’immobile, non è sempre possibile evitare che le chiese dissacrate abbiano una funzione commerciale. Questo a riprova della fallacia delle linee guida emanate giusto una settimana fa dal Pontificio Consiglio per la Cultura in Vaticano: non sono altro che il via libera agli usi più creativi perché, una volta vendute, nessuno si opporrà agli usi commerciali delle ormai ex chiese.
Marco Tosatti

http://www.lanuovabq.it/it/pranzi-e-mercati-linee-guida-gia-disattese-come-previsto

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