Il loro vantaggio, e come annullarlo. Bisogna salvaguardare la nostra identità e la nostra sopravvivenza: ma come? I cattolici europei sono vittime di un duplice inganno e di un duplice tradimento come credenti e come cittadini
di Francesco Lamendola
La situazione in cui si trovano oggi i cattolici somiglia, per molti aspetti, alla situazione in cui si trovano i cittadini degli Stati europei: gli uni ingannati e traditi dal clero, gli altri ingannati e traditi dalle autorità statali. E i cattolici europei, naturalmente, sono vittime di un duplice inganno e di un duplice tradimento, come credenti e come cittadini, che attenta alle radici stesse della loro identità e della loro sopravvivenza. Ciò che ad essi si prospetta è un non futuro: la scomparsa, puramente e semplicemente.
Nessuno li vuole sterminare; del resto, non ce ne sarà bisogno: cesseranno di esistere, perché il cattolicesimo scomparirà e scompariranno le nazioni europee. Questo, nei piani dei vertici ecclesiastici e statali; altra cosa è vedere se ci riusciranno. I pronostici, per ora, sono tutti ad essi favorevoli, perché la maggior parte dei cattolici e dei cittadini europei non si sono neppure accorti della manovra in atto, mentre è chiaro che la consapevolezza di quanto sta accadendo è la condizione indispensabile affinché sia lecito nutrire anche solo la speranza che quei piani non giungeranno a buon fine. La storia, non meno dell’esperienza personale e del buon senso, ci insegna che il fattore sorpresa è decisivo quando un soggetto vuole ridurre all’impotenza un altro soggetto. In un certo senso, la guerra migliore, per chi ha intenzione di scatenarla, è quella in cui l’aggredito non sospetta minimamente le intenzioni del suo avversario, perché tale ignoranza assicura a questo un vantaggio iniziale decisivo. Ebbene, questa è precisamente la situazione nella quale ci troviamo, oggi, come cattolici e come cittadini europei: tanto è vero che un numero considerevole di persone, senza dubbio la maggioranza, non sospetta neppure che sia in corso una guerra, e più precisamente una guerra di aggressione diretta contro di loro e mirante e sottometterli, dopo averli privati di tutti i loro punti di riferimento. Tuttavia, per non allargare troppo la nostra riflessione, in questa sede ci limiteremo a considerare il primo aspetto della questione, vale a dire quello che riguarda il rapporto fra i cattolici e l’istituzione alla quale essi, da duemila anni, fanno riferimento per avere guida, conforto, norme e indicazioni nel loro cammino di fede, vale a dire la Chiesa cattolica. E, a questo proposito, è necessario, innanzitutto, essere chiari una volta per sempre, in modo da prevenire qualsiasi possibilità di equivoco.
La fede, ce ne scordiamo troppo facilmente, è fede nell’invisibile; diversamente, non staremmo parlando di fede, ma di certezza, beninteso di umana certezza.
La Chiesa non è tutta qui. Non è solo Bergoglio, Bassetti, Paglia & Galantino; non è solo Zuppi, Sosa, Martin, Schönborn e Kasper; e non è neppure solo Bianchi, Marx, Danneels, Riccardi & Melloni. Non è neppure solo McCarrick, Barros, Ricca e Capozzi, grazie a Dio. E questo per la semplice ragione che la Chiesa visibile è solo una parte della Chiesa cattolica. Una volta il catechismo insegnava anche ai bambini che, accanto alla Chiesa militante, quella visibile, ci sono la Chiesa purgante, formata dalle anime sante del Purgatorio, e la Chiesa trionfante, formata dalle anime beate del Paradiso. E si insegnava che queste realtà non sono staccate e indipendenti, ma che esiste una strettissima unione fra esse, nota ai cattolico come la comunione dei Santi. Al di sopra di tutte le componenti umane, poi, c’è Dio, il cui Spirito è sceso sulla Chiesa dopo che Gesù è tornato al Padre, avendo adempiuto la sua missione terrena; c’è la Vergine Maria, che protegge e assiste i credenti; e ci sono le schiere angeliche, le quali lottano incessantemente contro gli spiriti malvagi per contendere ad essi la signoria delle anime. Sarebbe pertanto un gravissimo errore identificare senz’altro la Chiesa con la parte attualmente visibile, e solamente umana, di essa. Oltre al fatto che ci sono tante, probabilmente tantissime anime sante che vivono la loro fede nascoste, ma le cui preghiere e le cui opere buone spandono un profumo paradisiaco che giunge gradito ai piedi del Signore, e contribuisce a tenere lontani dall’umanità mali senza numero, sia materiali che morali; oltre a questo, e ancor più importante di questo, c’è la presenza viva del Signore, che si alimenta dei Sacramenti e del Sacrificio eucaristico, e che adempie alla solenne e meravigliosa promessa che Gesù Cristo ha fatto ai suoi discepoli, esortandoli a rivolgersi al Padre con fiducia nel suo nome (Mt 18, 19-20): dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.
Il loro vantaggio fondamentale, è dato dalla spudoratezza e dal cinismo col quale costoro stanno agendo: la lunghissima serie di eresie, di volute ambiguità o di calcolate forzature si scontrano con la fiducia storica dei fedeli nella Chiesa, che per la prima in due mila anni viene messa tragicamente in discussione !
Perciò, non è il caso di dichiarare che la Chiesa è perduta e che i credenti non hanno più la sua assistenza. Questo è vero, in parte, per la sua dimensione visibile, ma non è affatto vero in assoluto: opinare diversamente significa fare di Gesù Cristo un bugiardo, dal momento che Egli stesso ci ha assicurato che le porte degli Inferi non prevarranno su di essa. Dopo una simile, solenne assicurazione, come si può ancora dubitare? Nondimeno, noi siamo esseri umani, deboli e bisognosi di continue riassicurazioni; inoltre la nostra vita terrena ha una durata limitata, perciò temiamo fortemente di non poter assistere al ristabilimento, nella Chiesa, della piena verità e della luce di Cristo. Certo, questo è già un indizio della nostra fragilità e della superficialità della nostra fede: che avrebbero dovuto dire i martiri della fede? Forse che andavano al martirio tristi e depressi, rammaricandosi di non aver potuto assistere al trionfo del Vangelo sulla terra? La fede, ce ne scordiamo troppo facilmente, è fede nell’invisibile; diversamente, non staremmo parlando di fede, ma di certezza, beninteso di umana certezza. E mentre le umane certezze hanno l’apparenza di verità incrollabili e definitive, mentre tante volte si rivelano caduche e approssimative, la fede è, quella sì, incrollabile e definitiva, perché si fonda su qualcosa che non conosce oscillazioni o modifiche: la Parola di Dio e l’esempio luminoso e perfetto della vita di Gesù Cristo. Perché mi hai veduto, hai creduto – dice Gesù all’apostolo Tommaso, mostrandogli le piaghe della crocifissione sul proprio Corpo: beati quelli che pur non avendo visto crederanno! (Gv., 20, 29). Insomma: è sempre il nostro vecchio uomo, carnale ed egoico, che non vuol morire in noi e non consente all’uomo spirituale di prenderne interamente il posto. Noi seguitiamo a pensare secondo la mentalità umana e non secondo Dio, anche quando crediamo di essere nel vivo della fede. Ma che razza di fede è la nostra, se ci lasciamo turbare dal fatto che essa sia sottoposta all’attacco delle forze maligne che vorrebbero distruggerla? In verità, noi stiamo rendendo troppo facili le cose al nostro nemico, il diavolo: gli stiamo regalando la vittoria senza neanche aver combattuto. Ogni volta che disperiamo, ogni volta che lamentiamo di assistere alla distruzione della Chiesa, noi mostriamo la nostra poca fede, ed è precisamente quello il varco attraverso il quale si sviluppa l’assalto del demonio. Se trovasse le porte chiuse e le mura ben custodite, non oserebbe spingere fino a tal segno la sua audacia: ma si è accorto che la nostra fede è ridotta ai minimi termini, ed è proprio questo che lo rende così arrogante e baldanzoso. Lui ci appare tanto forte perché noi siamo così miseramente deboli; e siamo deboli perché la nostra fede vacilla, è come un lucignolo sul punto di spegnersi al primo soffio di vento. Se noi avessimo la vera fede, lui avrebbe paura: non di noi, ma di Colui che vigila per noi, e che sempre lo ha sconfitto, sia quando vestiva un corpo mortale e viveva sulla terra, in mezzo agli uomini, sia prima e dopo di allora, mentre siede nei cieli, alla destra del Padre, in attesa della fine dei tempi.
Oggi i cattolici hanno a che fare con una fetta del clero, specie i suoi vertici, che sono formati da delinquenti. E come ci si regola coi delinquenti? Li si lascia liberi di seguitare a delinquere, oppure ci si oppone ad essi, secondo verità e giustizia?
Fatta questa premessa, passiamo a esaminare in che cosa consiste il vantaggio che i nostri avversari hanno su di noi. Abbiamo detto che il loro principale vantaggio risiede nel fattore sorpresa: essi stanno agendo in maniera tale da sorprenderci, addirittura in maniera tale da non farsi riconoscere per quel che sono, cioè come nemici nostri e della Chiesa; resta però da capire e da spiegare come ciò sia stato possibile. In parte abbiamo già risposto, individuando nella nostra poca fede il principale fattore di vantaggio dell’avversario. Oltre alla poca fede, però, oltre alla fede incerta e troppo umana, che ci rende più simili di quel che non crediamo a coloro che tramano contro di noi (perché anche per loro tutto è nato da una perdita della fede), c’è anche un altro fattore: l’effetto combinato della enormità di quel che stanno facendo e del nostro esser troppo fiduciosi. Noi ci siamo abituati a fidarci in qualsiasi caso della Chiesa visibile, del clero, del papa, dei vescovi e dei sacerdoti, perché, storicamente, non era mai accaduto che i vertici della Chiesa, a cominciare dal papato, e la maggioranza del clero, apostatassero. Il pericolo, da tempo immemorabile, è sempre venuto dall’esterno e non dall’interno della Chiesa; quando si è creata questa seconda situazione, si è trattato di segmenti limitati del clero, e mai della guida suprema. Per essere ancor più precisi: mai in ambito strettamente dottrinale (anche se, purtroppo, più di una volta nella loro condotta morale). E mai si era verificata una situazione come questa: di un papa eretico e apostatico, sostenuto da una maggioranza di cardinali e vescovi eretici e apostatici come lui, i quali osano sferrare un assalto direttamente al cuore della fede dei credenti, adulterandola con una falsa dottrina.
Ora, il vantaggio fondamentale del quale dispongono quanti, indossando abiti sacerdotali, stanno combattendo contro la verità di Cristo e stanno sistematicamente falsificando il Vangelo, ad esempio (ma è solo l’ultima di una lunghissima serie di eresie, di volute ambiguità o di calcolate forzature) affermando che è Dio stesso, nella sua infinita sapienza, a volere che ci siano sulla terra differenti fedi religiose, e che tutte devono rispettarsi a vicenda, perché la libertà religiosa è un sacro diritto degli uomini (?), il vantaggio fondamentale, dicevamo, è dato dalla spudoratezza e dal cinismo col quale costoro stanno agendo. Dante Alighieri, nella Divina Commedia, giustamente considera un peccato assai più grave il tradimento verso coloro che si fidano, rispetto al tradimento verso coloro che non si fidano del tutto: perché questi ultimi stanno in guardia e hanno qualche possibilità di prevenire il male, mentre quelli si abbandonano fiduciosi nelle mani di quanti stanno tramando la loro rovina. E il senso di riverenza che i cattolici, da sempre, nutrono verso la Chiesa visibile, verso il clero e verso i vescovi e il papa, è talmente grande, che perfino davanti a comportamenti palesemente in contrasto con la vera dottrina e contro la vera fede, esitano a trarne le logiche deduzioni, come invece farebbero, sia pure a malincuore, se si trattasse delle autorità laiche di una istituzione profana. Il vantaggio di cui godono i falsi preti e il falso papa, perciò, è, almeno in parte, proprio questo: sfruttano l’incredulità delle persone semplici e portano avanti il loro attacco spacciandosi per ciò che, nel loro cuore, non sono più, o forse non sono mai stati: dei veri ministri di Gesù Cristo. Ora, sappiamo quanto è difficile chiamare con il suo nome, e regolarsi di conseguenza, coloro ai quali vogliamo bene, e verso i quali ci è stato insegnati a nutrire una fiducia piena e incondizionata. Per fare un esempio umano: se un primario d’ospedale si presenta ai suoi pazienti, in corsia, con il suo camice bianco, attorniato da assistenti ed infermiere, e prescrivere la terapia a questo e a quello, tutti quanti saranno disposti ad accordargli la massima fiducia: lui è il primario, lui veste l’abito della professione medica: lui sa quel che sta facendo, e non c’è che da affidarsi docilmente alle sue cure. Se poi, per caso, costui è un pazzo criminale, che gode a far soffrire e a veder morire i pazienti dell’ospedale, ci vorrà parecchio tempo prima che gli altri se ne rendano conto: infatti, per capirlo è necessario che tutti, assistenti, infermiere e pazienti, vincano una forte resistenza psicologica, essendo stati condizionati e programmati nel senso di riporre una totale fiducia in lui.
In che cosa consiste il vantaggio che i nostri avversari hanno su di noi oltre nel fattore sorpresa? essi stanno agendo in maniera tale da non farsi riconoscere per quel che sono, cioè come nemici nostri e della Chiesa !
Il loro vantaggio, e come annullarlo
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