Cos’è accaduto?
Diciamo subito che è accaduto che i relatori e gli esponenti di spicco dell’iniziativa erano, e sono, uomini del nostro tempo, come peraltro è inevitabile; solo che questa lampante realtà si è mostrata connotata dalla valenza globale di questo nostro tempo: brave persone, convinti uomini di fede eppure immersi, quasi affogati, nella marea montante che ogni giorno di più porta gli uomini lontano da Dio.
Si badi! Non stiamo dicendo che abbiamo riportato l’impressione che tanti fossero dei miscredenti, stiamo solo rilevando che discorsi e atteggiamenti sono apparsi scaturire dalla vulgata corrente, privi della connotazione specifica, e cioè cattolica, che sarebbe dovuta apparire con forza in occasione di un evento come questo, fondato sul sentito e declamato bisogno di “difendere la famiglia”.
Ci dispiace dirlo, ma proprio di questo si è trattato: di “difendere la famiglia” trascurando di sottolineare che si trattava di difendere la “famiglia cattolica”; e in tempi come i nostri, una simile trascuratezza si traduce in connivenza col nemico!
Nemico?
Sì, nemico! Perché non si può parlare di difesa se non in presenza di un’offesa, e chi offende è sempre il nemico. E ormai da quasi un secolo tutto l’apparato ufficiale del mondo odierno conduce un’offesa continua contro tutti i valori cattolici con i quali è stata edificata la Cristianità e la civiltà europea. E se è evidente che il nemico ci circonda da ogni lato, dovrebbe essere altrettanto evidente che la difesa va condotta su tutti gli spalti, senza lasciare garitte incustodite suscettibili di essere occupate dal nemico stesso.
E invece, a guardare come sono andate le cose a Verona, sembra proprio che sia accaduto questo: il nemico ha fatto capolino da dentro il bastione.
Un esempio chiarirà meglio ciò che intendiamo dire.
Leggendo qua e là, abbiamo notato il ripetersi di un concetto che, pur lasciandoci subito stupiti, ci ha fornito la chiave di lettura di quello che abbiamo pensato sia una sorta di “giro di boa” attuato dalla “famiglia cattolica” odierna.
La famiglia va anzitutto proposta… ma va anche difesa, sebbene con uno stile di rispetto per le persone che fanno altre scelte.
Il concetto contenuto in questa espressione ci ha fatto subito pensare a come si potesse difendere la famiglia manifestando rispetto per coloro che rifiutano la stessa famiglia!
La cosa in effetti è impossibile, se non a condizione di concepire la famiglia come una opzione personale o di gruppo. Ma la famiglia non è una scelta, la famiglia è una realtà naturale, senza la quale, oggettivamente non c’è neanche la società e quindi il vivere in comune di popoli, nazioni e civiltà.
E questo non lo diciamo solo in un’ottica cattolica, ma attenendoci semplicemente alla realtà naturale: senza un uomo e una donna che accomunano il loro destino terreno e mettono al mondo dei figli, che a loro volta faranno altrettanto, non può esserci un gruppo sociale e poi un popolo e poi una nazione e poi una civiltà.
Ebbene, oggi nel mondo moderno, quando si parla di famiglia ci si riferisce ad una definizione giuridica che regola a fini pratici una qualsiasi convivenza. Ma una convivenza non è una famiglia, perché anche la vita in comune in uno stesso ufficio è una convivenza, ma nessuno si sognerebbe di chiamare quell’ufficio una “famiglia”, se non in senso metaforico.
Non solo, ma oggi nel mondo moderno, si pretende di chiamare “famiglia” qualsiasi accoppiamento duale o plurale che persegue solo il fine del godimento personale o di gruppo, e respinge ogni elemento tipico e ogni finalità della famiglia, perché non ha in vista né un gruppo sociale, né un popolo, né una nazione, ed è essenzialmente un fattore di inciviltà.
Quando si parla, quindi, di “persone che fanno altre scelte”, si sta parlando di chi intende vivere rifiutando il concetto stesso di famiglia, inteso nel suo vero significato; si sta parlando di chi guarda con disprezzo la famiglia; si sta parlando di chi agisce contro la famiglia. Ed è impossibile che si possa “difendere la famiglia” senza combattere chi offende la famiglia. E non è necessario doversi trovare di fronte ad un’aggressione fisica o psicologica o declamatoria, basta trovarsi di fronte ad una aggressione concettuale, come accade oggi.
Un esempio di aggressione concettuale è dato dalla pretesa di considerare “famiglia” una coppia di omosessuali che grazie alla “scienza” e alla “legislazione” moderne possono adottare dei figli. Un altro esempio è dato dalla pretesa di considerare “famiglia” un insieme di persone che si sono sposate, hanno divorziato e si sono risposate, e via così, mettendo insieme in una sorta di calderone indistinto mariti ed ex mariti, mogli ed ex mogli, figli provenienti da ogni dove, che sono senza ascendenza ordinata e sono destinati a produrre una discendenza altrettanto disordinata.
Famiglie del genere, che non sono famiglie, potranno solo portare a popoli che non sono popoli e a nazioni che non sono nazioni, e costituiscono di fatto un tracollo della civiltà.
Basta guardarsi intorno per capirlo.
Tornado allora alla espressione che ci ha colpito, bisogna riconoscere che le “famiglie cattoliche” che si sono espresse a Verona non sono più cattoliche, almeno in termini complessivi, fatti salvi i casi singoli. E non lo sono più perché ribadire l’importanza della famiglia equivale a ribadire una verità ad un tempo naturale e cattolica; e per ribadire la verità è necessario inevitabilmente combattere l’errore, perché non è vero che la verità si afferma in forza di se stessa: la verità si afferma proponendola, praticandola e difendendola da ogni attacco diretto e indiretto, perché mentre la verità è di Dio, il diavolo istiga l’uomo a disconoscerla, a respingerla, a non praticarla e a combatterla.
E oggi tutto questo si chiama “diritti civili” e la famiglia viene detta “superata”, come se si potesse “superare” l’aria che si respira e la stessa esistenza dell’uomo.
Per ultimo, facciamo notare che quando nel corso del Congresso di Verona alcuni si sono richiamati al Magistero attuale della Chiesa, hanno confessato il convincimento che oggi la Chiesa ammodernata insegni la verità di Dio, contro ogni evidenza che ormai anche i meno provveduti hanno colto. E questo rende chiaro il perché si sia poi parlato di “rispetto delle altre scelte”, perché la Chiesa ammodernata oggi insegna che le scelte anticattoliche sarebbero legittime e degne di rispetto.
E noi? Noi continueremo a mancare di rispetto per tutto quello e per tutti quelli che, come diceva l’Apostolo, se non riconoscono Cristo che è la Verità, non sono di Dio. (Cfr. Prima Lettera di San Giovanni, cap. 4).
Meglio essere malvisti dagli uomini e dal mondo, piuttosto che essere malvisti da Dio, o anche solo essere “tiepidi”, cioè né ferventi né avversi – come i qualcuno di Verona -, perché Dio vomita dalla sua bocca i “tiepidi”. (Cfr. Apocalisse, 3, 14-16)
di Giovanni Servodio
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2923_Servodio_Giro_di_boa_odierna_famiglia_cattolica.html
Che c'è di male? L’ansia liberticida di una certa sinistra giacobina che non ammette il dissenso. Sono disposti a “concedere” la libertá di pensiero purché non la si manifesti. Perchè vogliono distruggere i cánoni della vita normale?
IL CONGRESSO DELLE FAMIGLIE
di Michele Rallo
Premetto di considerarmi un laico, ancorché credente. Vivo la mia religiositá cristiana con grande autonomia di giudizio e con un’ampia tolleranza nei confronti di chi ha orizzonti diversi dai miei. Volendo proiettare questa mia visione sull’approccio dei singoli alla vita sessuale e familiare, sono favorevole a che ognuno viva la propria esistenza in armonia con il proprio essere e con le proprie inclinazioni. Purché, aggiungo, ció avvenga nel rispetto della libertá degli altri e nella piena osservanza delle norme che necessariamente devono regolare la vita di una societá organizzata, quale é lo Stato, qualunque Stato.
Ció premesso, devo dire che considero scandaloso il tentativo di criminalizzare il “Congresso delle Famiglie” di Verona e, ancor piú, la sistematica opera di falsificazione volta a dipingere quella assise come un tentativo di ritorno addirittura “al Medioevo”. E, questo, sol perché una delle componenti del Congresso chiede – peraltro manifestando legittimamente un proprio punto di vista – l’abolizione della legge 194 sull’aborto, mentre le altre respingono questa richiesta. Non é semplice “disinformazía”, ma una manovra scientifica di falsificazione, che consiste nell’utilizzare un singolo elemento veritiero per fornire una visione assolutamente distorta della vicenda complessiva.
La cifra del 13o World Congress of Families, infatti, é quella del sostegno e della valorizzazione della “famiglia naturale”, cosí come concepita nei millenni della storia e della cultura occidentale. Cioé della famiglia formata da un uomo, da una donna e, il piú delle volte, da una prole.
Per l’esattezza, il programma del Congresso prevedeva la discussione di 8 punti: la bellezza del matrimonio; i diritti dei bambini; la ecologia umana integrale; la donna nella storia; la crescita e la crisi demografica; la salute e la dignità della donna; la tutela giuridica della vita e della famiglia; le politiche aziendali per la famiglia e la natalità.
E 3 sono le richieste del documento approvato a conclusione dei lavori: creazione di un fondo europeo per aiutare i nuclei familiari in difficoltá; incentivi economici alle donne per evitare l’interruzione della gravidanza; un reddito aggiuntivo per le casalinghe-mamme.
Orbene, si possono condividere o non condividere alcuni di quei punti (difficile respingerli tutti in blocco), ma perché protestare contro un gruppo di distinti signori che – del tutto pacificamente – sono venuti a Verona da tutto il mondo per discutere di queste cose? Perché organizzare manifestazioni rancorose, urlanti, sit-in, flash-mob e tutto il resto contro questo convegno? Hanno addirittura – apprendo da “Repubblica” – raccolto 136.000 firme in tutto il mondo (in veritá un po’ pochine per il mondo intero) contro il Congresso.
Perché, dunque? Per due diverse ragioni. In primo luogo per l’ansia liberticida di una certa sinistra giacobina che non ammette il dissenso. Sono disposti a “concedere” la libertá di pensiero, purché non la si manifesti. [Ne abbiamo avuto qualche esempio anche in loco, ma di questo si parlerá nelle sedi competenti.] Ma questo é solamente il motivo piú evidente, piú marchiano, piú becero, quello che si alimenta con le farneticazioni, con gli improperi, con l’indignazione a comando.
Il motivo vero é un altro, ed é piú sottile, piú articolato, piú complesso. In tutto il mondo occidentale é in atto una campagna massiccia, totalizzante, promossa dalla destra economica (cosa profondamente diversa dalla destra politica) per distruggere i cánoni della vita “normale” che hanno finora retto il consorzio umano; e per sostituirli con altri, miranti a distruggere la nostra societá e le sue istituzioni naturali (nazione e famiglia) a pro di una societá di tipo nuovo, con regole talmente assurde da risultare addirittura inconcepibili.
Secondo questo progetto, il mondo di domani, soprattutto il mondo europeo e occidentale di domani, dovrá essere popolato da una massa indistinta, senza alcuna identitá etnico-etica, senza alcuna coscienza sociale, nazionale, familiare, culturale, religiosa. Una grande macedonia etnica prodotta da una immigrazione incontrollata e incontrollabile, ed una massa amorfa il cui unico obiettivo sará di sopravvivere e di soddisfare in qualche modo le proprie esigenze elementari; ivi compresa una vita sessuale il piú possibile amorfa, priva di una precisa identitá e, soprattutto, di un ancoraggio familiare. La famiglia, infatti, é la cellula-base della societá; la somma delle famiglie dá vita alle altre forme di comunitá, fino a raggiungere la forma piú alta, quella della Nazione.
É lo Stato Nazionale il nemico principale del mondialismo economico, un nemico da combattere fin dalle sue radici, che sono appunto quelle della famiglia. Perché fino a quando i popoli conserveranno una propria identitá etnico-etica, saranno difficilmente assoggettabili alle regole innaturali dei “mercati” e della finanza usuraia. I poteri forti hanno bisogno, invece, di confrontarsi con una societá antisociale, priva di riferimenti etici, priva di difese sociali, appiattita da una miseria generalizzata e lasciata priva di difese per i singoli, per le famiglie, per le stesse comunitá nazionali.
Naturalmente, vista la enormitá degli sconvolgimenti che si propongono agli individui, occorre non soltanto una campagna massiccia per far accettare i nuovi modelli di vita, ma occorre altresí un attacco frontale ai valori tradizionali, occorre condizionare fortemente l’opinione pubblica, convincerla che quei nuovi cánoni – assurdi e innaturali – siano la normalitá, e che chiunque si rifaccia alla normalitá vera, alla naturalitá, al comune buon senso sia invece un retrogrado, un disadattato, se non addirittura un bieco individuo che odia i “diversi”.
Ecco, quindi, che chi difende l’esistenza degli Stati nazionali (e dei loro confini) viene dipinto come un truce razzista, chi difende il diritto di opporsi a ladri e rapinatori viene tacciato di voler creare “il Far West”, e chi difende la famiglia naturale formata da un uomo e una donna (senza peraltro avversare altre forme di unione) viene fatto passare come un negatore delle libertá e come uno che non sa stare al passo coi tempi.
Il mondo capovolto, in altre parole. Perché l’assurdo – in realtá – é sostenere che lo Stato non debba avere confini, che il rapinato debba risarcire il rapinatore, che “famiglia” sia qualunque agglomerato nato da pulsioni sessuali di vario e indistinto genere.
E al mondo capovolto fa puntuale riscontro una politica capovolta... Con la destra peggiore di tutti i tempi e di tutti i paesi che impone con arroganza le sue scelte reazionarie e antipopolari... E con una sinistra incolta e invertebrata che fa sue quelle scelte, considerandole la quintessenza di un progressismo illuminato e lungimirante. Cose da pazzi.
IL CONGRESSO DELLE FAMIGLIE: CHE C’É DI MALE?
Le opinioni eretiche di Michele Rallo
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