La strana “luce” di Roqueplo, il filosofo citato da Bergoglio
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Durante la conferenza stampa in aereo, di ritorno dal Marocco, Francesco, rispondendo a una domanda, ha citato un filosofo francese, Philippe Roqueplo, e ha detto che questo pensatore, al fine di capire una situazione, gli ha dato una importante «luce ermeneutica», ovvero una chiave di comprensione. Affermazione quanto meno singolare se si pensa a ciò che questo filosofo, ambientalista e studioso dei rapporti tra scienza, tecnologia e cultura, sostiene su aborto e diritto alla vita.
In proposito mi ha scritto l’amico Andrea Mondinelli.
A.M.V.
Caro Aldo Maria, ti segnalo questa parte della conferenza stampa di Bergoglio in aereo di ritorno dal Marocco.
Domanda di Cristiana Caricato, inviata di Tv 2000: «Santo Padre, lei ha appena parlato di paure e del rischio di dittature che queste paure possono generare. Proprio oggi un ministro italiano, in riferimento al convegno di Verona, ha detto che più che della famiglia bisogna avere paura dell’Islam. Lei invece, ormai da anni, dice tutt’altro. Secondo lei siamo a rischio dittatura nel nostro Paese? È frutto del pregiudizio della non conoscenza? Cosa ne pensa? E poi una curiosità: lei denuncia spesso l’azione del diavolo, lo ha fatto anche nel recente summit sulla protezione dei minori. Mi sembra che nell’ultimo periodo sia molto attivo, si sia dato molto da fare il diavolo, ultimamente, anche nella Chiesa… Cosa fare per contrastarlo, soprattutto in merito agli scandali della pedofilia? Bastano le leggi? Perché è così attivo il diavolo in questo momento?».
Risposta di Bergoglio: «Benissimo, grazie per la domanda. Un giornale, dopo il mio discorso alla fine dell’Incontro sulla protezione dei minori dei presidenti delle Conferenze episcopali, ha detto: “Il Papa è stato furbo, prima ha detto che la pedofilia è un problema mondiale, una piaga mondiale; poi ha detto qualcosa sulla Chiesa, alla fine se ne è lavato le mani e ha dato la colpa al diavolo”. Un po’ semplicistico, no? Quel discorso è chiaro. Un filosofo francese, negli anni Settanta, aveva fatto una distinzione che a me ha dato molta luce, si chiamava Roqueplo e mi ha dato una luce ermeneutica. Lui diceva: per capire una situazione bisogna dare tutte le spiegazioni e poi cercare i significati, cosa significa socialmente, cosa significa personalmente, o religiosamente?».
Ora, chi è questo Roqueplo, filosofo francese che a Bergoglio ha «dato molta luce»?
Si tratta di Philippe Roqueplo, ex domenicano, uno dei filosofi più svalvolati che mai siano esistiti. Che altro si può dire di uno che, a proposito di aborto e vita umana, scrive fra l’altro: «Risulta un errore invocare il rispetto della vita umana per proibire l’aborto precoce. La stessa cosa capita, a mio avviso, nella pratica in vitro: questa pratica s’imporrà, almeno in certi casi, come morale e questa evidenza morale implicherà il convincimento che l’embrione così prodotto non è un essere autenticamente umano […]. Questo embrione non è autenticamente umano perché non è mai stato destinato a diventare un uomo, perché nessuno ha mai voluto farne un uomo. Questa conclusione mi sembra valga anche nel caso dell’embrione di cui una donna, in piena lucidità, non appena capisce di essere incinta, decide d’interrompere lo sviluppo. Non vedo in nome di che cosa si potrebbe essere sicuri che questa donna, agendo in tal modo, si opponga inevitabilmente al rispetto che ognuno di noi deve a ogni vita autenticamente umana».
Se non credete che queste parole siano state veramente scritte da un cattolico, ex domenicano, verificate. Ecco la fonte: Philippe Roqueplo, Posizione morale di fronte alla sperimentazione scientifica nel settore della vita, pagine 84 e 85 del libro L’aborto nella discussione teologica cattolica, Queriniana, 1977.
Roqueplo è uno di quei cattivi maestri che hanno sdoganato l’abortismo nel mondo cattolico. E la sua «luce» ermeneutica è, a dir poco, luciferina.
Andrea Mondinelli
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