Le tre rivoluzioni che ci stanno distruggendo. Il loro programma "radical-massonico" di appiattimento delle coscienze, ha una "regia" unica con al vertice la grande finanza e l'attiva collaborazione della neochiesa di Bergoglio
di Francesco Lamendola
Sono tre le rivoluzioni che hanno segnato la nostra vita e che minacciano di sommergere e spazzare via la nostra società: tutti quelli che sono nati dopo la metà del XX secolo le hanno viste, le hanno sperimentate, ne hanno assorbito l’influenza; pochi si sono accorti del veleno che era stato loro somministrato, hanno rigettato con sdegno le tossine che hanno assorbito e si sono impegnati nel dare l’allarme e nel mobilitare la coscienza critica delle persone, e sono quei pochi che, oggi, resistono e non si lasciano“normalizzare” dal politicamente corretto e, più in generale, dagli stili di vita che sono propri della modernità avanzata.
Come è noto, una rivoluzione ha la proprietà di mutare radicalmente e irreversibilmente il quadro di riferimento complessivo, intellettuale, spirituale e morale, di un’intera società, con possibilità di espansione pressoché illimitate: è ben raro, infatti, che una rivoluzione non diventi merce d’esportazione e non finisca per dilagare ben oltre i confini materiali della società che l’ha generata. In altre parole, le rivoluzioni cambiano il paradigma; e, una volta che il paradigma è stato cambiato, la società, nel suo complesso, e salvo qualche rara eccezione individuale, smarrisce non solo i contenuti dello stato di cose precedente, ma anche i criteri di giudizio e, pertanto, la possibilità di comprendere quel che è successo: se comprendere significa fare un confronto obiettivo e non dare per scontato che si sta vivendo nel migliore dei modi possibili, e che, anteriormente al presente stato di cose, regnavano solo le tenebre dell’ignoranza e della superstizione. In questo senso, la modernità non riesce più a comprendere il medioevo, cioè, non riesce più a comprendere l’epoca della civiltà cristiana, con i suoi valori, le sue certezze, il suo paradigma fondamentale, perché la modernità è stata una rivoluzione e le rivoluzioni distruggono i ponti con la tradizione e mirano a far obliare il passato, proprio perché, alle nuove generazioni, venga sottratta la possibilità di fare dei confronti. Le rivoluzioni, cioè, devono fare in modo che le nuove generazioni crescano senza neppure chiedersi se sia giusto l’assetto presente, tanto nell’ordine intellettuale, che spirituale e morale; possiamo anche dire, purché non prediamo paura per l’uso coerente delle parole, che le rivoluzioni sono, tutte, totalitarie, e che la società che esce da una rivoluzione è fondamentalmente totalitaria. Non bisogna lasciarsi ingannare dalla forma esteriore di una società: una società può anche essere democratica, ma al tempo stesso, nella sua essenza, totalitaria; di fatto, l’epoca in cui stiamo vivendo si caratterizza, per molti aspetti, come l’epoca della democrazia totalitaria. E ciò si può osservare sia sul piano delle relazioni esterne, dove si moltiplicano le guerre e le minacce di guerra - non solo militare; anche economica e finanziaria – da parte delle democrazie contro i regimi non democratici; sia sul piano interno, dove i cittadini sono sottoposti a una pressione sempre più forte affinché scompaia ogni senso critico e ogni eventuale dissenso, almeno sui fondamenti del sistema vigente, mentre viene lasciata, come valvola di sfogo, una certa libertà individuale per quel che riguarda le cose materiali e complessivamente ininfluenti o, meglio ancora, tali da rinsaldare il sistema esistente: vedi il consumismo, che lascia facoltà ai consumatori di sbizzarrirsi nei dettagli dei prodotti da acquistare e da adorare (il che vale anche per i prodotti culturali, essendo anche la cultura ridotta a merce).
Le tre rivoluzioni che ci stanno distruggendo. Il loro programma "radical-massonico" di appiattimento delle coscienze, ha una "regia" unica con al vertice la grande finanza e l'attiva collaborazione della neochiesa del gesuita Bergoglio!
Le tre rivoluzioni sono state quella religiosa, quella educativa, e quella dei costumi e della morale. Si sono ampiamente intrecciate e mescolate e sono state rivoluzioni di portata globale, anche se in Italia hanno trovato, per svariate ragioni, un terreno ideale per svilupparsi; in ogni caso, nascono in maniera indipendente l’una dall’altra, e finiscono per confluire in un unico bacino collettore a causa di una tendenza complessiva della civiltà moderna, tanto nell’ordine economico-finanziario e tecnologico, quanto nell’ordine psicologico, sociologico e spirituale. La rivoluzione religiosa è culminata - si badi: non è nata; è culminata – con il Concilio Vaticano II e, in misura ancor maggiore, con la cosiddetta riforma liturgica di Paolo VI, attuata con l’introduzione del Novus Ordo Missae, nel 1969. La rivoluzione educativa è culminata nel ’68 studentesco e, in Italia, nell’autunno “caldo” del 1969, e ha investito non solo la scuola, ma anche la famiglia e, appunto, la vita ecclesiastica. La rivoluzione morale ha investito la società nel suo insieme, sia a livello delle istituzioni organizzate, prima fra tutte – di nuovo – la famiglia, sia al livello delle masse, nelle quali l’individualità personale è stata sbriciolata e dissolta, dissoluzione dalla quale difficilmente le persone riusciranno a tornare ad essere se stesse, cioè individui distinti e ben coscienti di sé. La rivoluzione religiosa continua tuttora e ha traghettato i cattolici dalla fede in Gesù Cristo alla “fede” negli stessi idoli della modernità, quelli elaborati a suo tempo dall’illuminismo e dalla Rivoluzione francese: i diritti dell’uomo e del cittadino, la libertà, la fraternità (massonica) e l’uguaglianza, senza che essi abbiano percepito di essere approdati nella piena apostasia. La rivoluzione educativa ha colpito al cuore il progetto educante della società, a partire dalla famiglia e dalla scuola; ha colpito al cuore l’autorità del padre, e ha minato irreparabilmente il principio dell’ordine; unita alla sub-rivoluzione femminista, ha incrinato in maniera decisiva il ruolo del maschio e ha creato una situazione di conflittualità permanente fra i due sessi, conflittualità di cui il dilagare dell’omofilia non è che uno degli effetti collaterali. Il suo risultato è stato generare milioni di studenti ignoranti e presuntuosi e di professori altrettanto ignoranti e presuntuosi (logico: i secondi sono i primi, visti a vent’anni di distanza), dei figli che non riconoscono l’autorità dei genitori, che non li onorano, né li rispettano, ma nondimeno li sfruttano materialmente il più a lungo possibile, perfino dopo essere andati via di casa e aver avuto dei figli (facendo fare ai genitori i baby-sitter permanenti dei nipotini).
Entro pochi decenni, i fautori dell’immigrazione e dell’accoglienza indiscriminata, che sono anche fautori del femminismo e dell’omosessualismo, dovranno fare i conti con una società islamizzata, ove la vita non sarà tanto facile né per le femministe, né per gli omosessuali!
La rivoluzione morale si è svolta assestando il colpo di grazia alla moribonda civiltà contadina, che era l’ultimo baluardo dei valori tradizionali - Dio, patria e famiglia – e sostituendo al modello del dovere/sacrificio il modello del piacere/consumo, e soprattutto instaurando ovunque il dogma della libertà assoluta del singolo individuo (peraltro atomizzato e disciolto, come si è detto, nella massa) e del suo diritto a “realizzarsi”, intendendo con ciò la soddisfazione del suo piacere e il rifiuto sistematico di ciò che non dà piacere o che implica sforzo, sacrificio, attesa e risparmio. Il risultato è che una società la quale, fino a non molti anni fa, era prevalentemente orientata a considerare l’aborto, l’eutanasia, l’omosessualità e la droga come piaghe sociali, ora le considera come forme legittime e rispettabili di auto-determinazione, e pretende la massima libertà per quanti vogliono praticarle. Se, dieci anni fa, qualcuno avesse chiesto all’uomo della strada cosa ne pensava della possibilità di riconoscere dei “matrimoni” fra persone dello stesso sesso, nove volte su dieci costui avrebbe trasalito; ora quasi nessuno si stupisce se vi sono delle persone che decidono di sposarsi perfino da sole o con un animale domestico. Se, dieci anni fa, avessero chiesto a un cattolico se è concepibile un prete che sia omosessuale dichiarato, in novantanove casi su cento la risposta sarebbe stata un “no” inorridito; oggi, in molti casi, la risposta è un laico: “e perché no?”. E se, dieci anni fa, avessero chiesto a una persona qualsiasi cosa ne pensasse delle eventuali adozioni di bambini da parte delle coppie omosessuali, molto probabilmente avrebbe trovato una chiusura totale; mentre oggi, in moltissimi casi, l’atteggiamento su questo tema è di benevola apertura. Tutte e tre le rivoluzioni sono tuttora in corso, per completare la loro opera ed estendere ulteriormente il loro raggio d’azione; tutte e tre hanno creato dei nuovi paradigmi di pensiero e di comportamento pratico, dai quali sarà praticamente impossibile tornare indietro.
Un monopolio quasi assuluto? I padroni delle tre rivoluzioni, sono anche i padroni di quasi tutta la comunicazione (stampa e televisioni), oltre che della scuola e università (cultura) e stanno imbavagliando la rete per completare il loro obbiettivo: avere "il monopolio totale", imposto per legge e pagato dai cittadini (Canone Rai)!
Le tre rivoluzioni a un certo punto si sono intersecate, si sono sommate, si sono esaltate a vicenda e si sono perfino scambiati i ruoli; il che, fra le altre cose, dimostra che all’origine di esse vi è una regia unica; a meno che ci sia ancora qualche inguaribile romantico il quale pensa che le rivoluzioni scoppiano, impreviste e inarrestabili, quando l’esasperazione popolare oltrepassa la soglia della sopportazione e non hanno invece a che fare con la grande finanza, con la massoneria e con altre società segrete dai fini inconfessabili e non troppo lodevoli, la cui punta di diamante è costituita da gruppi di satanisti estremamente potenti. Così, ai nostri giorni, i fini della rivoluzione morale sono stati largamente ereditati dalla rivoluzione religiosa, mentre i fini della rivoluzione educativa sono stati ereditati dalla rivoluzione morale. In altre parole: a portare avanti il programma radicale e massonico di distruzione della famiglia, della religione e della patria è soprattutto la sedicente chiesa del signor Bergoglio; a portare avanti il programma di appiattimento delle coscienze e del senso critico delle persone sono la scuola, l’università e i grandi mezzi d’informazione; a portare avanti il programma della globalizzazione consumista e della democrazia totalitaria sono proprio le famiglie del nuovo modello, se famiglie si possono chiamare delle aggregazioni temporanee di qualunque genere di persone, con qualsiasi genere di rapporto reciproco, anche le coppie d’invertiti smaniose di adottare bambini o procurarseli in qualsivoglia maniera, lecita o illecita, affiancate da alcune grandi agenzie pubbliche, come la sanità statale, attualmente impegnata nella nobile impresa di garantire il cambiamento di sesso a spese dell’intera comunità nazionale.
La "Rivoluzione Religiosa"? A portare avanti il programma radicale e massonico di distruzione della famiglia, della religione e della patria è soprattutto la sedicente chiesa del gesuita Bergoglio !
Le tre rivoluzioni che ci stanno distruggendo
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