L'appello dei vescovi europei contro Bannon e Dugin, "sacerdoti del populismo"
Manifesto del mons. Hollerich in vista delle elezioni di maggio. Tutti uniti contro i blasfemi populisti
Salvini stringe il rosario sul palco di Pontida nel luglio 2018 (Foto LaPresse)
Roma. I vescovi scendono in campo a poco più di un mese
dalle elezioni europee e lo fanno con un manifesto cristallino, chiaro
nei suoi princìpi e contenuti. E chiaro nelle indicazioni di voto,
benché non esplicitate. A farsi alfiere del lieto annuncio è mons.
Jean-Claude Hollerich S.I., arcivescovo di Lussemburgo e presidente
della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (il
presidente delle Conferenze episcopali europee è invece il cardinale
Angelo Bagnasco). Mons. Hollerich affida alla Civiltà Cattolica il
manifesto in cui scrive che “le paure dell’Europa dei nostri giorni sono
molteplici e, ben mescolate, conducono, con l’ascesa dei populismi, a
una destabilizzazione delle nostre democrazie e a un indebolimento
dell’Unione europea”.
Oggi, scrive il prelato lussemburghese gesuita, “il benessere sembra scomparso e pare abbia dato vita a molteplici paure, che reclamano un’identità europea ‘cristiana’, pur declinandosi in desideri politici che si rivelano in netta contrapposizione con una prospettiva fondata sul Vangelo”. Mazzola, il vescovo Hollerich, i populisti, che conducono “un gioco infame con le nostre angosce”. I leader europei – quelli seri, ça va sans dire – devono “prendere in considerazione le paure” che “spesso glorificano il passato e frenano le dinamiche orientate verso l’avvenire. Se politiche sensate non terranno conto delle paure dei cittadini europei, questi cadranno in preda a populismi che enfatizzano tali paure per presentarsi come salvatori”.
Oggi, scrive il prelato lussemburghese gesuita, “il benessere sembra scomparso e pare abbia dato vita a molteplici paure, che reclamano un’identità europea ‘cristiana’, pur declinandosi in desideri politici che si rivelano in netta contrapposizione con una prospettiva fondata sul Vangelo”. Mazzola, il vescovo Hollerich, i populisti, che conducono “un gioco infame con le nostre angosce”. I leader europei – quelli seri, ça va sans dire – devono “prendere in considerazione le paure” che “spesso glorificano il passato e frenano le dinamiche orientate verso l’avvenire. Se politiche sensate non terranno conto delle paure dei cittadini europei, questi cadranno in preda a populismi che enfatizzano tali paure per presentarsi come salvatori”.
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Il problema è che non pochi cristiani (e tanti cattolici) si sono fatti irretire da quelle sirene: “Un cristianesimo autoreferenziale rischia di veder emergere punti comuni con questa negazione della realtà e rischia di creare dinamiche che alla fine divoreranno il cristianesimo stesso. Steve Bannon e Aleksandr Dugin sono i sacerdoti di tali populismi che evocano una falsa realtà pseudo-religiosa e pseudo-mistica, che nega il centro della teologia occidentale”. Da qui, l’appello finale perché la politica europea collochi “nuovamente l’uomo, con le sue aspirazioni e con le sue speranze, al centro dell’agire politico. L’integrazione europea – scrive mons. Hollerich – deve dimostrare di nuovo che è a favore dell’uomo e che sta cercando di preservare la pace in un mondo più pericoloso che mai. Per questo il nostro continente ha bisogno di lavorare sulle sue fondamenta”.
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