Il cardinale Müller: "non possiamo pregare come o con i musulmani"
Secondo il Prefetto Emerito della Dottrina della Fede "i fedeli dell’Islam non sono figli adottivi di Dio per mezzo della grazia di Cristo, ma solo suoi sudditi"
Secondo il Prefetto Emerito della Dottrina della Fede "i fedeli dell’Islam non sono figli adottivi di Dio per mezzo della grazia di Cristo, ma solo suoi sudditi"
Secondo il cardinale e teologo Gerhard Ludwig Müller, già vescovo di Ratisbona e prefetto della Congregazione vaticana per la dottrina della fede dal 2012 al 2017, "non possiamo pregare come o con i musulmani, perché la loro fede in Dio e la sua auto-rivelazione non è solo diversa dalla fede cristiana in Dio, ma ne nega addirittura la formula, sostenendo che Dio non abbia un Figlio, che, come Verbo eterno del Padre, è una persona divina, e, con il Padre e lo Spirito Santo, è il Dio unico e trinitario".
Di conseguenza, per il cardinale Müller, "i fedeli dell’Islam non sono figli adottivi di Dio per mezzo della grazia di Cristo, ma solo suoi sudditi. Possono pregare soltanto un Dio lontano, sottomettendosi alla sua volontà come a un destino ignoto. La loro preghiera esprime la cieca subordinazione al volere dominante di Dio. Il cristiano invece prega che sia fatta la volontà di Dio, volontà che compiamo in libertà e che non ci rende schiavi, ma figli liberi di Dio".
Per il porporato tedesco i fedeli cristiani, a differenza di quanto accade per i fedeli di altre religioni, "non vedono nei loro vicini, che non vogliono o non possono credere in Dio, degli avversari o delle vittime del Zeitgeist da compatire, ma dei fratelli che hanno come loro Creatore e Padre l’unico Dio, Colui che cercano. Offrono loro un dialogo onesto sulla questione che determina il significato dell’essere in generale e dell’esistenza umana in particolare, perché si sentono uniti a loro nella ricerca di un mondo migliore".
Queste, e molte altre, riflessioni sono state pubblicate oggi dai responsabili dei Percorsi Doctor Humanitatis di Verona e sono la riproduzione testuale di quanto il cardinale Müller ha insegnato, in presenza del vescovo diocesano monsignor Giuseppe Zenti (a destra nella foto) e di centinaia di partecipanti, presso la bellissima Basilica di Santa Teresa di Gesù Bambino della città scaligera, il 17 maggio scorso tenendo una Conferenza, aperta a tutti, dal tema "La Preghiera, Dono di Dio".
Per il cardinale che sta curando l’opera omnia del Papa Emerito Benedetto XVI, "anche l’Islam conosce la fede nell’unico Dio, intesa però come fede naturale nell’esistenza di Dio e non come fede quale virtù infusa con speranza e amore, che ci rende partecipi della vita di Dio, facendo sì che noi rimaniamo in Lui e Lui in noi".
Il prefetto emerito della Dottrina della Fede vaticana ne ha avuto per tutti. Ha ricordato che "persino alcuni atei pregano" ma "il ruotare su se stessi è tipico della preghiera atea", ed è "l’opposto della preghiera cristiana" perché "se l’uomo stesso è un dio per l’uomo (homo homini Deus), allora egli prega rivolgendosi a se stesso sotto forma di una meditazione che ruota sempre intorno a lui: l’uomo è al tempo stesso il soggetto e l’oggetto della preghiera".
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Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Massimo Sacco è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte.
MASSIMO SACCO
L’imprenditore, detenuto per più di un anno negli Emirati Arabi per presunto traffico internazionale di stupefacenti, è rientrato in Italia: “Ringrazio la vostra trasmissione che per prima ha acceso la luce sulla mia storia, e il mio avvocato, Stefania Franchini. I Lunatici di Rai Radio2 sono stati i primi a dar voce alle preoccupazioni della mia figlia. Hanno alzato il velo sulla mia storia. Dopo gli interventi di mia sorella a Rai Radio2 anche altri hanno cominciato a seguire il mio caso. Altrimenti sarei morto lì dentro. Peso 64 chili, ne pesavo 98. Per le torture ricevute ho un testicolo, il sinistro, grande come una mela. Mi hanno fatto delle scosse elettriche sul testicolo sinistro”.
Massimo Sacco ha ripercorso le tappe della sua storia: “Lavoravo nell’ambito delle ristrutturazioni. Facevo un ottimo lavoro per dei famosi brand italiani. Allestivo i negozi. Avevo tutta la manovalanza e le forniture dall’Italia. Una maledetta sera sono andato in un club di Dubai Marina. In sei anni non ho mai lasciato la mia compagna Monia. Quella volta, lei faceva il turno di notte, io ero reduce da quaranta giorni di lavoro consecutivo, ero molto stressato. Sono andato a prendere una birra e ho incontrato un altro italiano. Poi si è avvicinato un ragazzo di colore che ci ha offerto cocaina. L’altro italiano che era con me ha provato a portarsi a casa una ragazza conosciuta lì.
Ci è andato a casa ma poi si è scoperto che lei era una spia dell’intelligence di Dubai. Le forze dell’ordine sono entrate a casa sua, e lui mi ha venduto. Ha detto che la cocaina gliela avevo venduta io. Mi sono arrivati a casa, mi hanno pistato come l’uva, senza un mandato, senza niente. Hanno portato via la mia compagna che era in camera da letto, completamente nuda. Volevano che io ammettessi di aver portato la cocaina dall’Italia. Ma non era vero. Da quel momento inizia il mio incubo”.
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Mercoledì 15 Maggio 2019 di Marco PasquaAnche se in Questura, da tempo, erano a conoscenza di quello che accadeva dentro a Spin Time Labs, in particolar modo nel piano seminterrato, quello trasformato in discoteca, le immagini e le testimonianze emerse in questi giorni, anche grazie al Messaggero, hanno convinto le forze dell’ordine che i controlli su quel business illecito non possono più essere rinviati. Ne è convinto, soprattutto, il questore, Carmine Esposito, che da tempo ha messo sotto la lente di ingrandimento tutte le attività di intrattenimento notturno: il numero di discoteche e pub chiusi dalla polizia amministrativa, in questi ultimi mesi, è aumentato in maniera esponenziale. E, anche se gli occupanti di via di Santa Croce in Gerusalemme, hanno trasformato, nel corso degli anni, quel palazzo in una terra di nessuno, in via di San Vitale c’è la certezza che la fase dell’illegalità debba finire. E presto.
Caccia all’uomoDI Marcello Veneziani…. è la rabbia di alcune minoranze, la ferocia delle oligarchie e dei potentati. Capisco il popolino, la plebe, ha l’alibi dell’ignoranza, della rozzezza, della miseria. Ma loro, che detengono poteri, tribunali, programmi, testate, cattedre, conti in banca, Palazzi…Non dirò nulla a favore di Salvini ma dirò lo schifo che avverto davanti a questo spettacolo no stop che va di piazza in piazza, di video in video, di Palazzo in Palazzo, di programma in programma, senza soluzione di continuità. E questo incarognirsi in massa, vigliaccamente in gruppo, sempre a massacrare tutti contro uno: ieri Almirante, poi Craxi, poi Berlusconi, per non andare indietro nei secoli, oggi Salvini. Lo stesso vizio infame, la stessa canagliesca partigianeria, la stessa bava d’odio alla bocca, salvo denunciare il bersaglio come odiatore. E fa senso e nausea al tempo stesso, vedere il furbino alleato, che gongola per il massacro, capisce che la preda dei nemici ora è il suo alleato-competitore. E lui attacca il ciuccio dove vuole padrone, fa il moderato, l’europeista, l’anti-spread. Sparisce dai media lo sciagurato dilettantismo del suo movimento, la pericolosa ignoranza dei suoi ministri, i disastri dei loro sindaci, le loro leggi assistenziali che porterebbero al collasso l’Italia, a costituire rischio per il nostro Paese e per la tenuta dei conti. No, ora lo spread è colpa della Bestia Nera, Salvini. Il nemico della modernità, dei mercati e del progresso non è chi si oppone a ogni opera pubblica, a ogni impresa libera, a ogni tentativo di alleggerire il fisco per le aziende; ma è sempre lui, il Salvini, mentre l’alleato esulta, risale dai sondaggi.
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