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sabato 6 luglio 2019

La loro kultura


La cultura gender e il miraggio del migliore dei mondi possibili


Non si può capire l’orrore degli affidi di minori in Emilia senza comprendere la mentalità perversa che muoveva i protagonisti di questa vicenda.Perché i militanti Lgbt che tanto male hanno fatto ai bambini ed alle loro famiglie pare agissero con lucida determinazione. Nel caso della dirigente del servizio sociale dell’Unione Comuni Val D’Enza, si legge nelle carte dell’inchiesta che sono «la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni a renderla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi “ad ogni costo”».

Dunque, abusi da dimostrare ad ogni costo, scavalcando ogni umana pietà, per favorire gli affidi dei bambini anche a coppie gay e lesbiche, o a soggetti discutibili come i gestori di sexy shop. Ci si domanderà perché. Ebbene, basta leggere uno dei “testi sacri” della cultura Lgbt, quell’Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, edito nel 1977, per capire che l’omosessualismo militante non rivendica soltanto presunti diritti: auspica, anzi, l’eliminazione dei diritti altrui, nella fattispecie quelli dei genitori e dei bambini, la cui educazione dovrebbe essere affidati ai gay per ottenere l’utopico mondo migliore possibile. Spiega, chiaramente, Mieli: «per un mondo migliore, penso davvero che l’«educazione» dei piccoli dovrebbe essere affidata alle checche e alle lesbiche: lasciate che i pargoli vengano a noi!».

Ora, che quello omosessuale sia il mondo migliore possibile è valutabile – spiace dirlo – dalla stessa vita privata di Mieli, suicida appena trentenne dopo anni di schizofrenia e depressione. Ma, nonostante ciò, la figura di Mieli gode di ampia fama e di ottima critica. Andrebbe riconsiderata anche alla luce dell’influenza il suo pensiero sulla cultura dominante odierna. Come è possibile applaudire passaggi come il seguente: «Se la coppia parentale su cui si fonda la famiglia costituisce una relazione eterosessuale, l’educazione dei bambini e dei giovani è improntata a un modello eterosessuale. Il fine dell’educastrazione, è la formazione di una nuova coppia etero: ogni essere umano viene plagiato e mutilato dalla dittatura della genitalità eterosessuale»? Dittatura? Eppure, pare è questo il pensiero di tanti attivisti Lgbt. Secondo Mieli, «L'antitesi eterosessualità-omosessualità verrà [in futuro] superata e ad essa si sostituirà una sintesi transessuale: non esisteranno più etero o omosessuali, ma esseri umani polisessuali, transessuali; meglio: non esisteranno piú etero o omosessuali, ma esseri umani».

Che la follia della dottrina gender sia una follia lucida, volta alla liberazione ed alla rivelazione del “vero” essere umano, è qualcosa che dovrebbe farci pensare alle dittature del Novecento, nelle quali non era il sesso ma il partito a trasformare l’individuo, forgiando un uomo nuovo per una società nuova. Abbiamo visto come questa concezione abbia prodotto stragi, disastri sociali, sconquassi ambientali. Dovremmo attenderci lo stesso per la follia Lgbt?
Mieli non si limitava ad esaminare l’omosessualità. La conclusione del suo scritto rivela davvero degli squarci sul «futuro del genere umano». Mieli, ad esempio, spiega chiaramente perché la sinistra abbia finito per annichilirsi, perdendo i suoi storici obiettivi dietro le allucinate pretese Lgbt: «Se l'affermazione del movimento degli omosessuali coscienti contribuisce a rendere rivoluzionario il movimento comunista (e) della donna, la progressiva liberazione delle altre tendenze represse dell'Eros rafforzerà ulteriormente il movimento rivoluzionario, rendendolo sempre più gaio». Gli scritti di Mieli, ed è il motivo per cui sono ancora ripubblicati, devono dunque essere letti per comprendere che il delirio del mondo odierno trova la sua genesi nella follia della cultura sessantottina, a sua volta erede di quella costante rivoluzionaria che da Voltaire in avanti ha scardinato il sistema europeo creando un sistema costantemente nuovo e sempre peggiore del precedente.

Oggi, il “nuovo” è l’omosessualismo, che si sta imponendo con ogni mezzo, anche i più subdoli e striscianti. Per ora, constatiamo come l’omofobia, vero psicoreato di gusto orwelliano dei giorni nostri, sia stato utilizzato, come emerso dall’inchiesta Angeli e Demoni, come grimaldello per sottrarre i figli ad un padre accusato, in maniera del tutto gratuita, di essere ostile ai gay. «Lei deve abituarsi ad accettare le relazioni di genere», dicevano gli assistenti sociali a questo padre. Obiettivo: strappare i bambini alla famiglia per immergerli nella cultura gender. La cultura che, secondo Mieli, dovrebbe rendere il mondo migliore.
di Giorgio Enrico Cavallo
http://campariedemaistre.blogspot.com/2019/07/la-cultura-gender-e-il-miraggio-del.html

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