ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 27 agosto 2019

Anathema sit!

SAN PAOLO: CHE SIA ANATEMA !


Il Vangelo è "Uno solo" ! Molti cercheranno di entrare, e non potranno. Bergoglio sta palesemente alterando il senso delle Scritture e sta facendo esattamente ciò contro cui san Paolo aveva severamente messo in guardia i fedeli 
di Francesco Lamendola  

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Da un bel po’ di tempo a questa parte – diciamo pure, tanto per capirci, dagli anni del troppo celebrato Concilio Vaticano II – sentiamo il clero ripetere, col sostegno di insigni (si fa per dire) teologi, che la misericordia di Dio è talmente grande, da accogliere praticamente tutti nell’abbraccio del suo perdono e nella gloria del Paradiso, fra le anime beate. Opinare diversamente, ci vien detto e ripetuto, significherebbe fare “una pedagogia della paura”, come sostiene il servita padre Ermes Ronchi e come sostengono tanti, tantissimi altri sacerdoti i quali si pongono, più o meno esplicitamente, “sulla linea di Francesco”, quasi che “Francesco” (giocando sull’equivoco con l’altro Francesco, il santo poverello di Assisi) avesse un suo proprio vangelo da predicare ai fedeli, in parte simile ma in parte anche diverso, per non dire migliore, più accogliente, più inclusivo, più misericordioso, di quello originario, che è “soltanto” il Vangelo predicato da Gesù Cristo (ammesso che si sappia cosa ha effettivamente predicato Gesù Cristo: perché il generale dei gesuiti,Sosa Abascal, non smentito, né ripreso dal pontefice, né da nessun altro, ha dichiarato che non lo si può sapere con certezza, dal momento che all’epoca… difettavano i registratori).

 E da questo atteggiamento pastorale, da questa forzatura catechistica, già si comprende quanto sia avanzata l’opera di snaturamento dottrinale operata dagli uomini del presente pontificato: i quali non si peritano di affermare: “io sto con Francesco”, “io seguo Francesco”, “io sono in linea con quello che dice Francesco”, ma non dicono più, come sempre si diceva in passato e come si dovrebbe dire, secondo l’insegnamento di san Paolo, “io seguo il Vangelo di Gesù Cristo, che è uno ed uno solo; e se pure un Angelo del cielo venisse ad insegnare un altro vangelo, che sia anatema!”. Del resto, si rifletta se mai, nei precedenti pontificati, si udivano, con tale frequenza e con tale carica di sottintesi, frasi come “io sto con Pio X”, “io seguo Pio XI”, ”io sono sulla linea di Pio XII”; e ciò vale anche per i papi del Concilio del post-concilio: chi mai si sarebbe sognato di affermare: “io sono con Giovanni XXIII”, ”io seguo quel che dice Paolo VI”, “io dico e faccio quel che fa e che dice Giovanni Paolo II”?

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L’insegnamento di san Paolo, fu: “Io seguo il Vangelo di Gesù Cristo, che è uno ed uno solo; e se pure un Angelo del cielo venisse ad insegnare un altro vangelo, che sia anatema!”

Mai si erano udite, in passato, simili espressioni; mentre oggi è cosa frequente, frequentissima, udire fin dall’ultimo prete di strada, com’essi amano qualificarsi, che pontifica malamente dall’ambone, al più prestigioso cardinale, che si pavoneggia tronfio nelle sue vesti di porpora, col grosso anello al dito, espressioni come questa, oltretutto pronunciate con aria di sfida e con un ammiccare degli occhi, come si trattasse di una tifoseria sportiva, o di una fazione politica, o, peggio ancora, di una loggia massonica: “io sono con papa Francesco: lo dice lui, dunque lo posso dire anch’io, e nessuno mi può contestare”. Inaudito! Da quando in qua  la parola di un singolo papa precede e sostituisce quella di Gesù Cristo? Da quando in qua la Chiesa appartiene al vicario di Cristo?Il vicario non è forse colui che fa le veci, e non il padrone del palazzo? Il solo ed unico padrone e sovrano della Chiesa universale non è forse Gesù Cristo? Strano, molto strano. Tutti ricorderanno le parole di estrema, ostentata modestia con le quali il signor Bergoglio, subito dopo la propria elezione al soglio pontificio, disse di non considerarsi neppure come il capo della Chiesa cattolica, ma solo come il vescovo della città di Roma! E subito dopo, invece, il commissariamento, inspiegato e inspiegabile (e sono passati ormai sei anni) dei Francescani dell’Immacolata; l’attacco alla sovranità dell’Ordine di Malta; il rifiuto ostentato e sprezzante di rispondere ai dubia suAmoris laetitia dei quattro cardinali, Caffarra, Brandmüller, Meisner e Burke; il siluramento di quanti non si sono prontamente uniformati alla sua “svolta”, come il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Müller, e la sostituzione dei vescovi poco allineati, come monsignor Negri di Ferrara, con degli yes-men come Perego; la definizione, fatta nell’omelia della santa Messa, di quanti lo criticano, come monsignor Viganò (pur tacendone il nome), di cani selvaggi; la cacciata dalle facoltà cattoliche e la massiccia campagna di delegittimazione nei confronti dei teologi che non si piegano e non si adattano al “nuovo corso”, Antonio Livi, Josef Seifert, Robert Spaemann, Stefano Fontana, e tutti i sessantadue firmatari di 20 nazioni, della Correctio filialis, per i quali, improvvisamente, non ci sono più sale disponibili per le conferenze (coi seminari semivuoti, o vuoti del tutto!), ed ai corsi dei quali le curie vescovili ritirano l’adesione, mentre le librerie paoline fanno sparire i loro libri dagli scaffali. E intanto trionfano teologi, veri o presunti, come Bianchi, Spadaro, Kasper, i quali palesemente si sono allontanati dalla dottrina cattolica e apertamente insegnano delle eresie, talvolta colossali, come quelle di Bianchi, secondo il quale Gesù Cristo non era che “un profeta il quale narrava Dio agli uomini”.

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Per il signor Bergoglio Giuda Iscariota si è salvato: inaudito!

Ma torniamo al discorso sul numero degli eletti. L’idea che la salvezza sia per tutti è, in se stessa, teologicamente giusta, ma è storicamente errata. Una cosa, infatti, è dire che Dio, per mezzo di Gesù Cristo, Redentore e Salvatore dell’umanità, vorrebbe che tutti si salvassero; e un’altra cosa, e ben diversa, è affermare, non si sa sulla base di quale testo scritturistico, né di quale argomentazione teologica, che tutti gli uomini effettivamente si salveranno. Aggiungendo, per buona misura, come ha fatto il signor Bergoglio col suo tipico gusto di scandalizzare e seminare confusione tra i credenti,  che molto probabilmente anche Giuda Iscariota si è salvato, dal momento che si era pentito d’aver tradito Gesù Cristo; e ignorando bellamente il fatto che Gesù Cristo lo chiama “figlio della perdizione”, e dice al Padre di aver custodito nella verità tutti i discepoli che Lui gli aveva affidato, tranne appunto Giuda, che ha volutoperdersi; e nonostante che sempre Gesù abbia esclamato, riferendosi a lui, “sarebbe stato meglio per costui, che tradisce il Figlio dell’uomo, che non fosse mai nato!”. E questo a conferma del fatto che  il signor Bergoglio sta palesemente forzando e alterando il senso delle Scritture e sta facendo esattamente ciò contro cui san Paolo aveva severamente messo in guardia i fedelipretende di sostituire al Vangelo di Gesù un altro vangelo, di sua invenzione; pretende di annunciare agli uomini non il Vangelo di Cristo, ma un “vangelo” che esprime una sapienza puramente umana. E quante volte ne ha dato la conferma indiretta, parlando fino all’ossessione di problemi ambientali, ecologici, sociali, e poco o nulla della salvezza mediante la sola fede nella Resurrezione di Gesù Cristo! Del resto, come può credere in  ciò un sedicente papa, che è capace di fare degli interi viaggi “apostolici”, come quello in Myanmar e nel Bangla Desh, senza neppure nominare Gesù Cristo, per non offendere la sensibilità dei buddisti o quella dei musulmani? È seguire l’insegnamento di Gesù Cristo, condursi in tal modo? Gesù Cristo non ha raccomandato ai suoi discepoli: “Andate in tutto il mondo e insegnate il mio Vangelo, se potete; ma se trovate che in quei luoghi fioriscono altre religioni, e che gli uomini adorano altri dei, per carità, non pronunciate il mio nome, e guardatevi bene dal battezzare, per non recare offesa a quei sacerdoti e a quei credenti”?

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Gesù Cristo, San Pietro e San Paolo "Traditi"? Oggi il signor Bergoglio sta palesemente forzando e alterando il senso delle Scritture e sta facendo esattamente ciò contro cui san Paolo aveva severamente messo in guardia i fedeli!

C’è poco da girarci attorno: qui siamo in presenza di uno scoglio insormontabile; ed è inescusabile la pusillanimità di quanti fingono di non vederlo, per non dover prendere posizione e assumersi la responsabilità di una chiara condotta da assumere. Lo slogan della pastorale del signor Bergoglio è stato, fin dall’inizio del suo pontificato, quello di gettare ponti e abbattere muri (sempre e solo verso l’esterno, si badi, verso chi non è cattolico e perfino verso chi odia il cattolicesimo e la sua morale: si pensi ai salamelecchi verso il signor Scalfari e la signora Bonino, o alle lodi iperboliche di monsignor Paglia per il defunto Marco Pannella; ma all’interno della Chiesa, nei confronti dei soggetti che non rispondono ai suoi requisiti, come i Francescani dell’Immacolata o i cardinali dei dubia, altro che gettare ponti: egli ha mostrato il più roccioso rifiuto di qualsiasi dialogo). Ma Gesù Cristo non ha mai predicato, né praticato, una simile pastorale; tutto al contrario. Vogliamo ricordare alcune sue parole, inequivocabili, su questa materia?
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. (Mt., 10, 34-36).
Sono queste le parole di Uno che è venuto ad abbattere tutti i muri e a gettare solamente dei ponti nei confronti di tutto e di tutti, come se fosse un dovere cristiano quello di approvare tutto e di annacquare o perfino di nascondere la Verità, pur di andare d’accordo con il mondo, oppure sono le parole di Uno che è  venuto a imporre una scelta inderogabile, “perché non si possono servire due padroni”?

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Il generale dei gesuiti Sosa Abascal? Le sue dichiarazioni, (sempre avallate da Bergoglio) sono semplicemente scandalose e anticristiane!

Circa la questione della salvezza, leggiamo nel Vangelo di Luca, 13, 23-30:
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».

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C'è solo un Vangelo, quello di Gesù Cristo! Noi preferiamo attenerci al suo insegnamento: padre Sosa Abascal ci perdonerà, registratori o non registratori - la Chiesa lo ha fedelmente trasmesso attraverso il Magistero, un pontificato dopo l’altro, una generazione dopo l’altra, nell’arco di circa due millenni!

Le parole di Gesù sono talmente chiare che non è possibile piegarle ad alcuna ambiguità. La porta della salvezza è “stretta”, e chi la vuole varcare, si deve “sforzare”, perché “molti vorrebbero entrare, ma solamente pochi ci riescono”. E per quanti non entrano, per quanti restano fuori, “ci saranno pianto e stridore di denti”. Questo dice Gesù, nella maniera più esplicita. Vogliamo ascoltare la Sua voce, oppure vogliamo credere a quel che dicono i vari Bergoglio, Paglia, Ravasi, Galantino (per il quale, addirittura, Sodoma non venne distrutta per il grave peccato dei suoi abitanti, bensì risparmiata!), Perego, Bassetti, Parolin, Kasper, Bianchi, Spadaro, Tarquinio, Rizzolo e compagnia bella? In tal caso, tanti auguri: noi preferiamo attenerci all’insegnamento di Gesù Cristo, tale e quale - padre Sosa Abascal ci perdonerà, registratori o non registratori - la Chiesa lo ha fedelmente trasmesso attraverso il Magistero, un pontificato dopo l’altro, una generazione dopo l’altra, nell’arco di circa due millenni. Fino al Concilio Vaticano II e fino alla riforma liturgica (ma sarebbe più giusto dire: fino alla rivoluzione liturgica, modernista e semiprotestante) di Paolo VI: cioè fino alle soglie della presente apostasia. Perché l’apostasia istituzionalizzata e generalizzata che stiamo vivendo ha le sue radici prossime – quelle remote, rimontano ancora più indietro – nei due eventi suddetti: il Concilio e la nuova Messa. E chi non ha capito questo, non ha capito quale sia la natura del problema della Chiesa, oggi.

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C’è forse scritto nel Vangelo o negli altri libri del Nuovo Testamento, che il regno dei cieli è per gl’invertiti impenitenti, come suggerisce l’orribile affresco del duomo di Terni, voluto dall’allora vescovo Vincenzo Paglia?
  
Molti cercheranno di entrare, e non potranno

di Francesco Lamendola 

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