ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 24 settembre 2019

L'abitudine al libero esame

Il libero esame praticato dal magistero conciliare





Come cattolici sappiamo che non possiamo interpretare le Sacre Scritture al di fuori del significato che i Padri della Chiesa hanno dato loro. Il consenso unanime dei Padri in materia di fede e morale è la norma definitiva per l’interpretazione dei testi sacri. Questa è stata definitivamente abbandonata dal concilio Vaticano II, perché quello che troviamo in documenti come Nostra AetateDignitatis Humanae e Gaudium Et Spes (e in alcuni passi di Dei Verbum e Lumen Gentium) sono veri e propri liberi esami.


Questa abitudine al libero esame non si è fermata con il concilio Vaticano II, ma è continuata con il magistero postconciliare. Molte delle encicliche dei Papi postconciliari hanno continuato questa pratica (evidente dalla forma di dialogo che hanno assunto).
A parte espressioni dottrinali come “l’Antica Alleanza mai revocata”, “ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide”, “gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori nella fede di Abramo”, e così via: più recentemente, questa abitudine è evidente nei Sinodi indetti da Papa Francesco: lo ritroviamo sia nel Sinodo della famiglia sia in quello che si svolgerà fra poco in Amazzonia. Si tratta dello stesso spirito luterano della Sola Scriptura, che da 500 anni ha prodotto un interminabile esame gratuito che non raggiunge mai una verità definitiva.

Il nostro grande dramma è che ci troviamo di fronte ad una sorta di magistero luterano che, col praticare il libero esame, non può obbligarci ad alcun tipo di assenso. Questo magistero luterano non si limita al magistero stesso, ma insegnando a noi tutti vuole che lo pratichiamo anche noi. Per questo ci chiede di “interpretare il Concilio alla luce della tradizione” e vuole che usiamo per il Concilio un’ermeneutica della riforma nella continuità. Alla luce della tradizione cattolica, l’interpretazione di un Concilio ecumenico è di competenza del Magistero della Chiesa, solo con l’introduzione dell’uso del libero esame, questa interpretazione può essere fatta da tutti.

Infine, si vede chiaramente che nel Concilio e nel post-concilio la tradizione non è più fonte della rivelazione. Ne consegue che bisogna capire che cosa gli uomini di Chiesa intendano oggi per tradizione, perché questa non è certo tale libero esame praticato dal Magistero a partire dal concilio Vaticano II.

di Gederson Falcometa

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