“Questa non è carità: trattenere il dono più grande che possiamo fare al popolo amazzonico. Non è veramente cristiano mostrare più attenzione per l’ambiente materiale della regione che per il benessere spirituale dei suoi abitanti. La Chiesa al meglio di lei si prende sempre cura di coloro che sono nel bisogno, ma lo fa con la loro salvezza eterna al centro dell’attenzione. «Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina!». [Atti 3:6]”
Così lo scrittore e giornalista Phil Lawler in questo suo articolo pubblicato su Catholic CultureEccolo nella mia traduzione.
Vescovi che portano a spalla la canoa con la figura lignea femminile amazzonica che alcuni indicano come la dea Incas Pachamama
Vescovi che portano a spalla la canoa con la figura lignea femminile amazzonica che alcuni indicano come la dea Incas Pachamama

Interrogato sull’icona della Pachamama che è diventata il simbolo più visibile del Sinodo amazzonico, padre Giacomo Costa ha detto ai giornalisti che si tratta di un’immagine di “una donna indigena che porta la vita”. Il portavoce del Sinodo ha aggiunto: “Nessuno ha detto che era la Vergine Maria”.
Mi permetto di dissentire. Navigando su internet durante la scorsa settimana, ho visto decine di persone che hanno difeso l’uso di questo simbolo apparentemente pagano – la dea Inca della fertilità – dicendo che era una rappresentazione della Beata Madre. La donna che ha presentato l’immagine a Papa Francesco ha detto che era “Nostra Signora dell’Amazzonia”.
Ad essere onesti, ci sono state molte interpretazioni diverse di questa immagine enigmatica. Il vescovo peruviano David Martinez ha detto ad una conferenza stampa romana che: “tutti abbiamo le nostre interpretazioni….. la Vergine Maria, la Madre Terra….. vuole riflettere la fecondità, alle donne, alla vita….”. Paolo Ruffini, il principale portavoce del Vaticano, ha detto che “è una statua che rappresenta la vita, tutto qui”.
In breve, l’immagine della Pachamama confonde. Da questo punto di vista forse è un’immagine adatta a questo Sinodo – e anche a questo pontificato.
Chiaramente, se questa immagine particolare è destinata a rappresentare la Vergine Maria, non è una rappresentazione chiara. Poiché il Vaticano possiede una vasta collezione magnificente di arte mariana, è inspiegabile che le sue strane opere diventino il fulcro di un sinodo mondiale di vescovi. E se non è un’immagine della Vergine Maria, perché no? Perché un sinodo dei vescovi cattolici darebbe un posto d’onore ad una dea della fertilità, piuttosto che all’Immacolata Concezione?
Il Vaticano ha abbracciato la Pachamama per mostrare rispetto per le culture indigene dell’Amazzonia? Se sì, metto in dubbio la sincerità del gesto. Perché – diciamoci la verità – questa immagine non è grande arte. Nemmeno la cerimonia in cui è stata introdotta è stata una cerimonia impressionante. Non facciamo onore al popolo amazzonico se crediamo che questi siano i migliori prodotti della sua cultura. E non facciamo loro alcun favore se non diciamo loro che la Chiesa offre qualcosa di incalcolabile maggior valore.
Ma allora, ancora, perché l’immagine della Pachamama è appropriata per un altro motivo. Il vescovo Erwin Kräutler, che sarebbe l’autore principale del documento di lavoro di questo Sinodo, “si è vantato che in trent’anni di lavoro nella regione amazzonica, non ha mai battezzato un indigeno”. Il vescovo Kräutler è determinato a far apprezzare alla Chiesa cattolica le ricchezze delle culture indigene; sembra molto meno determinato a far comprendere ai popoli indigeni la verità della fede cattolica.
Questa non è carità: trattenere il dono più grande che possiamo fare al popolo amazzonico. Non è veramente cristiano mostrare più attenzione per l’ambiente materiale della regione che per il benessere spirituale dei suoi abitanti. La Chiesa al meglio di lei si prende sempre cura di coloro che sono nel bisogno, ma lo fa con la loro salvezza eterna al centro dell’attenzione. «Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina!». [Atti 3:6]
Nel sostenere l’ordinazione degli uomini sposati – la proposta più controversa all’ordine del giorno del Sinodo – i sostenitori hanno osservato che la grave carenza di sacerdoti rende difficile fornire l’Eucaristia ai popoli dell’Amazzonia. Questa è senza dubbio una preoccupazione legittima. Ma se non c’è istruzione nella fede, non ci sarà richiesta dell’Eucaristia; e se la regione è ricca di fede, arriveranno le vocazioni al sacerdozio, alleviando la carenza. L’obiettivo della Chiesa missionaria deve essere quello di portare le persone a Cristo, non semplicemente quello di confermare le credenze e le pratiche esistenti.
Anche il più grande degli evangelisti ha inciampato quando ha cercato troppo duramente di adattare il suo messaggio alle nozioni preconcette del suo pubblico. All’Areopago, San Paolo pronunciò uno dei suoi discorsi più memorabili, ma conquistò pochi convertiti. Poi andò a Corinto, dove “mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso.” [1 Cor 2,2] e ebbe un successo molto più grande.
Sì, dovremmo imparare a comprendere e apprezzare le culture del bacino amazzonico e di ogni altra regione missionaria. Dovremmo usare i migliori elementi di quelle culture come base per costruire la Chiesa locale. Ma non è né onesto né caritatevole fingere che le culture pagane offrano una vera risposta ai bisogni dell’uomo. Le vecchie fedi possono offrire lampi di saggezza, ma noi offriamo “la via, la verità e la vita”, e la certezza che “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. [Gv 14,6]
In tutto il mondo (ma soprattutto a Roma), le chiese cristiane sono costruite sui resti di antichi templi. Lì, in pietra, ci sono modelli di evangelizzazione. Ma si noti che le antiche fedi non sono più praticate in questi edifici.
A Roma oggi, durante il mese del Sinodo amazzonico, i simboli grezzi delle culture indigene amazzoniche sono stati collocati in modo prominente nelle navate di magnifiche chiese antiche. Una di queste esposizioni, a Santa Maria in Transpontina, mostra l’immagine di una donna che allatta un piccolo animale peloso. Difendendo l’uso di quell’immagine, un amico ha ricordato l’immagine mitica della fondazione di Roma, con Romolo e Remo allattati da un lupo. Ma sicuramente c’è una differenza cruciale. Quando un animale allatta un bambino umano, un ordine inferiore nutre un ordine superiore; non così quando una donna allatta un animale. Con questo in mente, un confronto tra le due immagini suggerisce che il Sinodo amazzonico sta andando nella direzione sbagliata.

Drappo esposto nella chiesa Santa Maria in Traspontina in Roma, con immagine di donna indigena amazzonica che allatta animale
Drappo esposto nella chiesa Santa Maria in Traspontina in Roma, con immagine di donna indigena amazzonica che allatta animale
Di Sabino Paciolla
VIDEO: MESSE NERE IN VATICANO?
Il video consigliato: "Che fare?" E' davvero così difficile capire, che gli ultimi tempi sono arrivati e sono questi, che ora spetta a noi affrontare l’ultima battaglia? Marco Cosmo del "Decimo Toro" legge un articolo del prof. Francesco Lamendola  
Messe nere in Vaticano. - Che fare?

di

Marco Cosmo
Decimo Toro



"E’ così difficile capire che abbiamo a che fare con servi e adoratori di satana, e non con degli autentici pastori e dei veri teologi? Davvero è così difficile capire che gli ultimi tempi sono arrivati, sono questi, e che ora spetta a noi dobbiamo affrontare l’ultima battaglia?"


Fonte: Il Decimo Toro del 19 ott 2019


 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/stati-persone/0-fissi-piccoli-bandiere/0-spegne-candela.gif

SATANA E' STATO LIBERATO Che altro ci serve per capire?

di

Francesco Lamendola
  
La cerimonia sacrilega che ha avuto luogo nei giardini vaticani il 4 ottobre scorso, profanando sia la santità dei luoghi, sia la ricorrenza di san Francesco d’Assisi,  patrono d’Italia, dovrebbe di per sé bastare e avanzare affinché i cattolici aprano gli occhi sulla vera natura del Sinodo per l’Amazzonia, sulle vere ritenzioni del signor Bergoglio e sulla vera natura del clero che ancora ci si illude sia il clero della chiesa cattolica di sempre, quella fondata da Gesù Cristo e da Lui affidata a san Pietro. Una cerimonia pagana si è svolta alla presenza del signor Bergoglio, con l’intronizzazione dell’idolo Pachamama e le invocazioni rituali di una sciamana, e con l’adorazione di altri feticci, fra i quali un simbolo fallico in tutto e per tutto somigliante al romano Priapo, nume protettore della fertilità: e ciò sotto il benevolo sguardo e i sorrisi compiaciuti del preteso successore di Pietro. Ma la pervicacia apostatica di quel signore non si è ritenuta paga di un simile oltraggio alla fede nel nostro Signore; al contrario, si è ancora più volte apertamente manifestata, con diabolica protervia, affinché lo scandalo fosse completo e l’oltraggio blasfemo proseguisse nella maniera più plateale. Il 7 ottobre, al termine della santa Messa, il signor Bergoglio si è intrattenuto con un gruppo di adoratori di Pachamama, il quale idolo è stato posto in una barca, ennesima forzatura in favore della politica pro invasione afroislamica dell’Italia e dell’Europa, e posato sul pavimento della basilica di san Pietro, fra canti e invocazioni rituali. Quindi la statua dell’idolo, ossia del demone, è stata sollevata e portata in processione dalla basilica alla sala del Sinodo: a quella trista bisogna si sono prestati anche dei vescovi, o per meglio dei signori vestiti e parati da vescovi e che si spacciano per vescovi cattolici, ma non lo sono affatto, visto che irridono e calpestano pubblicamente il primo dei Dieci Comandamenti: Non avrai altro Dio fuori di me. Giunta nella sala, la divinità pagana è stata collocata davanti al seggio del signor Bergoglio e lì si trova tuttora, presumibilmente per ispirare e sovrintendere i lavori del Sinodo, che si concluderà il 27 ottobre prossimo. Per tre settimane, i partecipanti al Sinodo potranno ammirare e, volendo, pregare il demone Pachamama, mentre  si parlerà di ambiente, di clima, di migranti, di celibato ecclesiastico (per abolirlo) e di sacerdozio femminile (per introdurlo) e si useranno le situazioni particolari esistenti in Amazzonia per introdurre una serie di stravolgimenti pastorali e disciplinari in tutta la Chiesa cattolica, a partire dalla vera centrale di tutta questa operazione, che è la Conferenza episcopale tedesca, secondo un piano ordito dalla mafia di San Gallo da anni, anzi da decenni.
Ora ci domandiamo di che altro hanno bisogno i cattolici, se ce ne sono ancora, per capire quel che sta succedendo nella loro chiesa, sotto i loro occhi, e, a questo punto, bisogna pur dirlo, con la loro acquiescenza e la loro complicità, sia pur passiva. La profanazione sacrilega dell’intronizzazione di un demone tribale in un sinodo di vescovi cattolici, al cospetto di un pontefice romano, dovrebbe parlare da sola in maniera fin troppo eloquente. Eppure sappiamo che questa è solo l’ultima perla di una lunghissima serie di gesti, parole e discorsi eretici e apostatici da parte di Bergoglio e dei cardinali, vescovi e sacerdoti che seguono le sue indicazioni. In altri tempi, quando la fede era viva e i cattolici conoscevano la loro dottrina, sarebbe bastato uno di quei gesti, di quelle parole o di quei discorsi per provocare una insurrezione e costringere l’impostore ad andarsene, svergognato davanti al mondo intero. Oggi, al contrario, l’impostore viene celebrato con lodi iperboliche, acclamato, riverito e ossequiato, mentre i pochi pastori rimasti fedeli alla vera dottrina e alla vera Chiesa vengono colpiti in cento modi: cacciati dalle facoltà teologiche, privati delle parrocchie, ostracizzati e dileggiati dalla stampa sedicente cattolica, denigrati e insultati dai tirapiedi del tiranno che si spaccia per papa, e perfino scomunicati. Citiamo per tutti il caso di un insigne teologo, monsignor Antonio Livi, il quale per decenni ha insegnato la vera dottrina e che ora si vede rifiutate le sale per le conferenze, rifiutati i libri nelle librerie paoline, e che è stato vilipeso dal direttore di Avvenire, giornale sul quale aveva scritto per moltissimo tempo, allo scopo di compiacere il falso teologo ed eretico conclamato Enzo Bianchi, uno che non crede neppure alla divinità di Gesù Cristo: altro personaggio salito ai fasti della celebrità grazie al favore del tiranno e alla ossequente disponibilità della stampa ex cattolica, Famiglia Cristiana in testa. Sarebbe bastato, dicevamo, uno solo degli atti o dei discorsi di quel signore, per far cadere la benda dagli occhi del popolo dei fedeli: come quando si getta a terra per baciare i piedi degli uomini, lui che vuol apparire più misericordioso e più umile di Gesù Cristo (il quale non si è mai gettato a terra per baciare i piedi ad alcuno), oppure sarebbero bastati i suoi atti mancati, come le sue mancate genuflessioni davanti al Santissimo, perfino nel bel mezzo della santa Messa, quando tutti gli altri, dal primo all’ultimo, si mettono in ginocchio, come prevede la liturgia e non in base a una opzione soggettiva.
Un altro atto mancato, quanto mai significativo, è il rifiuto di benedire i fedeli, i quali ne hanno fatto esplicita richiesta: il signor Bergoglio si è prodotto in questo bel gesto a Palermo, il 16 settembre 2018, durante la visita “pastorale” in Sicilia: e scriviamo “pastorale” fra virgolette a ragion veduta, perché non si capisce cosa ci sia di pastorale, nel senso cattolico del termine, in una visita ai fedeli durante la quale il pastore nega la benedizione ai giovani nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Se un semplice prete si fosse comportato così, ne avrebbe parlato tutta la parrocchia e, senza dubbio, qualcuno sarebbe andato a fare le rimostranze al vescovo locale; ma ad agire così è stato il papa, o colui che si dice tale, e anche questa enormità è passata via come acqua fresca. Nessuno ha sollevato obiezioni, nessuno ha fatto domande scomode: né tra i fedeli, né sui mass-media, cominciando da quelli teoricamente cattolici e arrivando all’intero spettro di quelli cosiddetti laici. È come se una forza soprannaturale impedisse al signor Bergoglio d’inginocchiarsi davanti al Santissimo e gli vietasse pure di tracciare il segno della Croce: non ci sarebbe materia più che sufficiente per sentirsi almeno un po’ inquieti, un po’ a disagio? Ma chi è questo papa che non benedice, che non s’inginocchia, che assiste a cerimonie pagane davanti agli idoli; che proclama la superiorità degli ebrei rispetto ai cristiani, negando ch’essi debbano convertirsi a Gesù Cristo; che afferma che Lutero aveva ragione; che dice (e poi ritratta) di non credere né all’inferno, né alla divinità di Gesù Cristo, e, del resto, proclama Enzo Bianchi, il quale appunto nega la divinità di Cristo, il suo teologo preferito; che loda e glorifica Emma Bonino, fautrice dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni omofile? Possibile che non sia ormai chiaro a tutti, anche ai più ciechi e sprovveduti, anche ai più pavidi e conformisti, che costui non è chi dice di essere, non è chi dovrebbe essere, ma è il serpente velenoso che si è camuffato da sommo pontefice per traviare le anime e trascinarle lontano dalla salvezza eterna, che è in Cristo e solamente in Cristo? 
Ora, il fatto di cui dobbiamo prendere atto, e sul quale dobbiamo riflettere in maniera molto approfondita, è per l’appunto che lo scandalo non c’è stato, se non fra pochi, fra pochissimi; che i fedeli non hanno mostrato di capire quel che stava accadendo e che sta seguitando ad accadere; che prendono come cose normali, o addirittura lodevoli, le eresie, le profanazioni e le bestemmie del signor Bergoglio e dei vari Ravasi, Paglia, Galantino, Sosa, Kasper, Marx, Schönborn, Martin, ecc. La reazione nel clero è stata debole: al massimo si son visti dei cardinali avanzare i loro dubia e mettersi in tasca l’umiliazione della mancata risposta: altro fatto che avrebbe dovuto aprire gli occhi ai fedeli, un papa che non risponde alle domande su questioni di fede da lui stesso aperte. Poi ci sono gli Schneider, i Müller, i Sarah, i Burke, i quali criticano, sì, gli eccessi del modernismo dilagante, ma continuano a proclamare la loro fedeltà e la loro lealtà nei confronti di “papa” Francesco: come se non fosse giunto il tempo di mostrare la propria lealtà e la propria fedeltà a Gesù Cristo, e a Lui soltanto, oltraggiato ogni giorno e crocifisso una seconda volta da questo clero vergognoso, apostatico e corrotto. Anche e soprattutto corrotto: perché ormai è evidente, sempre a patto che la si voglia vedere, la connessione esistente fra l’apostasia pilotata dall’alto, dai vertici della contro-chiesa modernista, e la profonda corruzione morale in cui versano molti vescovi e cardinali, tanto da aver formato una solidissima lobby gay in Vaticano: una lobby talmente forte da costituire un vero e proprio contro-potere, capace di far eleggere papi di suo gradimento, di costringere alle dimissioni quelli a lei sgraditi ed, eventualmente, a sopprimerli, se li giudica irriducibili: come forse, anzi molto probabilmente, è accaduto a Giovanni Paolo I. Senza dubbio qualcuno penserà che stiamo dipingendo un quadro troppo nero, troppo pessimistico della situazione nella chiesa; al contrario, siamo convinti che le cose sono ancora più gravi di come appaiono anche a chi possiede occhi per vedere e orecchi per udire. Siamo convinti che non solo la sodomia, il vizio, la droga, l‘avidità di potere, di denaro e di beni materiali, si sono trionfalmente insediati nei sacri palazzi e in molte sedi episcopali, ma che accanto ad essi si sono insediati la massoneria e il satanismo. Siamo convinti che insospettabili monsignori celebrano messe nere in Vaticano e altrove, e che obbediscono ai maestri delle loro logge segrete: e questo non sulla base di gratuite illazioni o di ipotesi prive di fondamento, ma dopo aver raccolto pazientemente, per anni, una sere di indizi, di allusioni, di confessioni, sia da ex sacerdoti come Malachi Martin, il quale per primo parlò di una doppia cerimonia d’intronizzazione di Satana in Vaticano nel 1963, sia di sacerdoti costretti a scrivere in forma anonima, come monsignor Luigi Marinelli, autore di Via col vento in Vaticano, sia, infine e più importanti di tutti, gli studi di monsignor Luigi Villa, che ebbe da san Pio da Pietrelcina l’incarico di documentare la presenza massonica nella Chiesa affinché fosse possibile difendersene: cosa purtroppo divenuta ipossibile dopo la morte di Pio XII, che conosceva e aveva approvato verbalmente la sua missione, perché da quel momento la massoneria riuscì a insediarsi nelle più alte stanze. E che si tratti di una presenza la quale non bada ai mezzi pur di realizzare i suoi scopi ed eliminare ciò che le si oppone, valga il fatto che don Villa subì ben sette tentativi di assassinio, dal finto incidente stradale all’avvelenamento del cibo. Inutile dire che un uomo, e sia pure un pio sacerdote, non può scampare per sette volte alla morte se non gode di una speciale protezione dall’Alto.
Quest’ultima riflessione ci riconduce al discorso dei segni dei tempi e, quindi, delle prove che i cristiani devono subire, ora che Satana è stato liberato e che si sta scatenando, sapendo di avere ancora pochissimo tempo a disposizione, così come è scritto nel libro dell’Apocalisse e in altri passi del Nuovo Testamento, e come ha rivelato Maria Vergine a numerosi santi e veggenti, senza mai stancarsi di mettere in guardia la Chiesa, per il tramite loro, del pericolo tremendo che incombe sull’intera umanità. Del resto, si rifletta a quest’ultima cosa, che poi è la cosa essenziale: a cosa serve la Chiesa? Qual è la sua funzione, per quale ragione il nostro Signore Gesù Cristo ha voluto fondarla, e affidarla in mani sicure? La sua funzione è quella di andare incontro all’umanità peccatrice e salvarla, accogliendola in sé mediante il Battesimo e l’annuncio del Vangelo, che richiede la conversione dell’anima e la morte dell’uomo vecchio, fondato sull’egoismo e sull’avidità, affinché possa nascere l’uomo nuovo, che vive nella grazia e nell’amore di Dio. Ebbene, che cosa sta facendo il signor Bergoglio? Cosa stanno facendo i vari Parolin, Bassetti, Paglia, ecc., al di là dei paroloni dei quali si riempiono la bocca, come inclusionedialogo e accoglienza? Stanno andando incontro all’umanità peccatrice per redimerla, oppure si stanno inchinando davanti ad essa, stanno riconoscendo il suo diritto a peccare, a rifiutare Cristo, a disprezzare il Vangelo, e il suo diritto a vivere sprofondata nel più profondo disordine morale e materiale, perfino accettando, di fatto il divorzio, l’aborto, l’eutanasia e invocando una sollecita istituzione del “matrimonio” religioso fa persone dello stesso sesso?  
Si potrebbe immaginare una “vocazione” più contraria, più radicalmente incompatibile con la missione della vera Chiesa? Si potrebbe immaginare un clero più lontano dal disegno che il nostro Signore ha voluto per esso, e più prono, viceversa, ai perfidi disegni dell’antico avversario, il Diavolo, che in questo momento assapora un trionfo mai visto, essendo riuscito a penetrare all’interno della cittadella e accorgendosi che i “cattolici”, invece di insorgere contro di lui, respingerlo e invocare la protezione degli Angeli, degli Arcangeli, dei Santi, della Madonna e del Signore Iddio, lo accolgono festosi, nella persona dei suoi agenti, dei suoi seminatori di dubbi e di disordine, dei suoi fiancheggiatori, in gran parte indossanti gli abiti religiosi oppure capaci di spacciarsi per teologi? Ma che razza di teologi sono quelli che non mostrano la strada per giungere all’unico vero Dio, ma glorificano l’uomo; che razza di pastori sono quelli che non mostrano alcuna sollecitudine per il bene delle anime, ma fanno, al contrario, tutto quello che è disgraziatamente in loro potere, per allontanarle dalla Via, dalla Verità e dalla Vita? Davvero è così difficile capire che abbiamo a che fare con gli agenti dell’inferno, con i servi di satana, e non con degli autentici pastori e dei veri teologi? Davvero è così difficile capire che gli ultimi tempi sono arrivati, sono questi, e che ora noi dobbiamo affrontare l’ultima battaglia?