Calpestano il primo dei 10 Comandamenti: "Non avrai altro Dio fuori di me" Davvero è così difficile capire che abbiamo a che fare con agenti dell’inferno, con servi di satana e non con degli autentici pastori e dei veri teologi
di Francesco Lamendola
La cerimonia sacrilega che ha avuto luogo nei giardini vaticani il 4 ottobre scorso, profanando sia la santità dei luoghi, sia la ricorrenza di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, dovrebbe di per sé bastare e avanzare affinché i cattolici aprano gli occhi sulla vera natura del Sinodo per l’Amazzonia, sulle vere ritenzioni del signor Bergoglio e sulla vera natura del clero che ancora ci si illude sia il clero della chiesa cattolica di sempre, quella fondata da Gesù Cristo e da Lui affidata a san Pietro.
Una cerimonia pagana si è svolta alla presenza del signor Bergoglio, con l’intronizzazione dell’idolo Pachamama e le invocazioni rituali di una sciamana, e con l’adorazione di altri feticci, fra i quali un simbolo fallico in tutto e per tutto somigliante al romano Priapo, nume protettore della fertilità: e ciò sotto il benevolo sguardo e i sorrisi compiaciuti del preteso successore di Pietro. Ma la pervicacia apostatica di quel signore non si è ritenuta paga di un simile oltraggio alla fede nel nostro Signore; al contrario, si è ancora più volte apertamente manifestata, con diabolica protervia, affinché lo scandalo fosse completo e l’oltraggio blasfemo proseguisse nella maniera più plateale. Il 7 ottobre, al termine della santa Messa, il signor Bergoglio si è intrattenuto con un gruppo di adoratori di Pachamama, il quale idolo è stato posto in una barca, ennesima forzatura in favore della politica pro invasione afroislamica dell’Italia e dell’Europa, e posato sul pavimento della basilica di san Pietro, fra canti e invocazioni rituali. Quindi la statua dell’idolo, ossia del demone, è stata sollevata e portata in processione dalla basilica alla sala del Sinodo: a quella trista bisogna si sono prestati anche dei vescovi, o per meglio dei signori vestiti e parati da vescovi e che si spacciano per vescovi cattolici, ma non lo sono affatto, visto che irridono e calpestano pubblicamente il primo dei Dieci Comandamenti: Non avrai altro Dio fuori di me. Giunta nella sala, la divinità pagana è stata collocata davanti al seggio del signor Bergoglio e lì si trova tuttora, presumibilmente per ispirare e sovrintendere i lavori del Sinodo, che si concluderà il 27 ottobre prossimo. Per tre settimane, i partecipanti al Sinodo potranno ammirare e, volendo, pregare il demone Pachamama, mentre si parlerà di ambiente, di clima, di migranti, di celibato ecclesiastico (per abolirlo) e di sacerdozio femminile (per introdurlo) e si useranno le situazioni particolari esistenti in Amazzonia per introdurre una serie di stravolgimenti pastorali e disciplinari in tutta la Chiesa cattolica, a partire dalla vera centrale di tutta questa operazione, che è la Conferenza episcopale tedesca, secondo un piano ordito dalla mafia di San Gallo da anni, anzi da decenni.
Si potrebbe immaginare un clero più lontano dal disegno che il nostro Signore ha voluto per esso, e più prono, viceversa, ai perfidi disegni dell’antico avversario, il Diavolo!
Ora ci domandiamo di che altro hanno bisogno i cattolici, se ce ne sono ancora, per capire quel che sta succedendo nella loro chiesa, sotto i loro occhi, e, a questo punto, bisogna pur dirlo, con la loro acquiescenza e la loro complicità, sia pur passiva. La profanazione sacrilega dell’intronizzazione di un demone tribale in un sinodo di vescovi cattolici, al cospetto di un pontefice romano, dovrebbe parlare da sola in maniera fin troppo eloquente. Eppure sappiamo che questa è solo l’ultima perla di una lunghissima serie di gesti, parole e discorsi eretici e apostatici da parte di Bergoglio e dei cardinali, vescovi e sacerdoti che seguono le sue indicazioni. In altri tempi, quando la fede era viva e i cattolici conoscevano la loro dottrina, sarebbe bastato uno di quei gesti, di quelle parole o di quei discorsi per provocare una insurrezione e costringere l’impostore ad andarsene, svergognato davanti al mondo intero. Oggi, al contrario, l’impostore viene celebrato con lodi iperboliche, acclamato, riverito e ossequiato, mentre i pochi pastori rimasti fedeli alla vera dottrina e alla vera Chiesa vengono colpiti in cento modi: cacciati dalle facoltà teologiche, privati delle parrocchie, ostracizzati e dileggiati dalla stampa sedicente cattolica, denigrati e insultati dai tirapiedi del tiranno che si spaccia per papa, e perfino scomunicati. Citiamo per tutti il caso di un insigne teologo, monsignor Antonio Livi, il quale per decenni ha insegnato la vera dottrina e che ora si vede rifiutate le sale per le conferenze, rifiutati i libri nelle librerie paoline, e che è stato vilipeso dal direttore di Avvenire, giornale sul quale aveva scritto per moltissimo tempo, allo scopo di compiacere il falso teologo ed eretico conclamato Enzo Bianchi, uno che non crede neppure alla divinità di Gesù Cristo: altro personaggio salito ai fasti della celebrità grazie al favore del tiranno e alla ossequente disponibilità della stampa ex cattolica, Famiglia Cristiana in testa. Sarebbe bastato, dicevamo, uno solo degli atti o dei discorsi di quel signore, per far cadere la benda dagli occhi del popolo dei fedeli: come quando si getta a terra per baciare i piedi degli uomini, lui che vuol apparire più misericordioso e più umile di Gesù Cristo (il quale non si è mai gettato a terra per baciare i piedi ad alcuno), oppure sarebbero bastati i suoi atti mancati, come le sue mancate genuflessioni davanti al Santissimo, perfino nel bel mezzo della santa Messa, quando tutti gli altri, dal primo all’ultimo, si mettono in ginocchio, come prevede la liturgia e non in base a una opzione soggettiva.
Un serpente velenoso si è camuffato da sommo pontefice per traviare le anime e trascinarle lontano dalla salvezza eterna, che è in Cristo e solamente in Cristo!
Un altro atto mancato, quanto mai significativo, è il rifiuto di benedire i fedeli, i quali ne hanno fatto esplicita richiesta: il signor Bergoglio si è prodotto in questo bel gesto a Palermo, il 16 settembre 2018, durante la visita “pastorale” in Sicilia: e scriviamo “pastorale” fra virgolette a ragion veduta, perché non si capisce cosa ci sia di pastorale, nel senso cattolico del termine, in una visita ai fedeli durante la quale il pastore nega la benedizione ai giovani nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Se un semplice prete si fosse comportato così, ne avrebbe parlato tutta la parrocchia e, senza dubbio, qualcuno sarebbe andato a fare le rimostranze al vescovo locale; ma ad agire così è stato il papa, o colui che si dice tale, e anche questa enormità è passata via come acqua fresca. Nessuno ha sollevato obiezioni, nessuno ha fatto domande scomode: né tra i fedeli, né sui mass-media, cominciando da quelli teoricamente cattolici e arrivando all’intero spettro di quelli cosiddetti laici. È come se una forza soprannaturale impedisse al signor Bergoglio d’inginocchiarsi davanti al Santissimo e gli vietasse pure di tracciare il segno della Croce: non ci sarebbe materia più che sufficiente per sentirsi almeno un po’ inquieti, un po’ a disagio? Ma chi è questo papa che non benedice, che non s’inginocchia, che assiste a cerimonie pagane davanti agli idoli; che proclama la superiorità degli ebrei rispetto ai cristiani, negando ch’essi debbano convertirsi a Gesù Cristo; che afferma che Lutero aveva ragione; che dice (e poi ritratta) di non credere né all’inferno, né alla divinità di Gesù Cristo, e, del resto, proclama Enzo Bianchi, il quale appunto nega la divinità di Cristo, il suo teologo preferito; che loda e glorifica Emma Bonino, fautrice dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni omofile? Possibile che non sia ormai chiaro a tutti, anche ai più ciechi e sprovveduti, anche ai più pavidi e conformisti, che costui non è chi dice di essere, non è chi dovrebbe essere, ma è il serpente velenoso che si è camuffato da sommo pontefice per traviare le anime e trascinarle lontano dalla salvezza eterna, che è in Cristo e solamente in Cristo?
Davvero è così difficile capire che abbiamo a che fare con gli agenti dell’inferno, con i servi di satana, e non con degli autentici pastori e dei veri teologi? Davvero è così difficile capire che gli ultimi tempi sono arrivati, sono questi, e che ora noi dobbiamo affrontare l’ultima battaglia?
Ora, il fatto di cui dobbiamo prendere atto, e sul quale dobbiamo riflettere in maniera molto approfondita, è per l’appunto che lo scandalo non c’è stato, se non fra pochi, fra pochissimi; che i fedeli non hanno mostrato di capire quel che stava accadendo e che sta seguitando ad accadere; che prendono come cose normali, o addirittura lodevoli, le eresie, le profanazioni e le bestemmie del signor Bergoglio e dei vari Ravasi, Paglia, Galantino, Sosa, Kasper, Marx, Schönborn, Martin, ecc. La reazione nel clero è stata debole: al massimo si son visti dei cardinali avanzare i loro dubia e mettersi in tasca l’umiliazione della mancata risposta: altro fatto che avrebbe dovuto aprire gli occhi ai fedeli, un papa che non risponde alle domande su questioni di fede da lui stesso aperte. Poi ci sono gli Schneider, i Müller, i Sarah, i Burke, i quali criticano, sì, gli eccessi del modernismo dilagante, ma continuano a proclamare la loro fedeltà e la loro lealtà nei confronti di “papa” Francesco: come se non fosse giunto il tempo di mostrare la propria lealtà e la propria fedeltà a Gesù Cristo, e a Lui soltanto, oltraggiato ogni giorno e crocifisso una seconda volta da questo clero vergognoso, apostatico e corrotto. Anche e soprattutto corrotto: perché ormai è evidente, sempre a patto che la si voglia vedere, la connessione esistente fra l’apostasia pilotata dall’alto, dai vertici della contro-chiesa modernista, e la profonda corruzione morale in cui versano molti vescovi e cardinali, tanto da aver formato una solidissima lobby gay in Vaticano: una lobby talmente forte da costituire un vero e proprio contro-potere, capace di far eleggere papi di suo gradimento, di costringere alle dimissioni quelli a lei sgraditi ed, eventualmente, a sopprimerli, se li giudica irriducibili: come forse, anzi molto probabilmente, è accaduto a Giovanni Paolo I. Senza dubbio qualcuno penserà che stiamo dipingendo un quadro troppo nero, troppo pessimistico della situazione nella chiesa; al contrario, siamo convinti che le cose sono ancora più gravi di come appaiono anche a chi possiede occhi per vedere e orecchi per udire. Siamo convinti che non solo la sodomia, il vizio, la droga, l‘avidità di potere, di denaro e di beni materiali, si sono trionfalmente insediati nei sacri palazzi e in molte sedi episcopali, ma che accanto ad essi si sono insediati la massoneria e il satanismo. Siamo convinti che insospettabili monsignori celebrano messe nere in Vaticano e altrove, e che obbediscono ai maestri delle loro logge segrete: e questo non sulla base di gratuite illazioni o di ipotesi prive di fondamento, ma dopo aver raccolto pazientemente, per anni, una sere di indizi, di allusioni, di confessioni, sia da ex sacerdoti come Malchi Martin, il quale per primo parlò di una doppia cerimonia d’intronizzazione di Satana in Vaticano nel 1962, sia di sacerdoti costretti a scrivere in forma anonima, come monsignor Luigi Marinelli, autore di Via col vento in Vaticano, sia, infine e più importanti di tutti, gli studi di monsignor Luigi Villa, che ebbe da san Pio da Pietrelcina l’incarico di documentare la presenza massonica nella Chiesa affinché fosse possibile difendersene: cosa purtroppo divenuta ipossibile dopo la morte di Pio XII, che conosceva e aveva approvato verbalmente la sua missione, perché da quel momento la massoneria riuscì a insediarsi nelle più alte stanze. E che si tratti di una presenza la quale non bada ai mezzi pur di realizzare i suoi scopi ed eliminare ciò che le si oppone, valga il fatto che don Villa subì ben sette tentativi di assassinio, dal finto incidente stradale all’avvelenamento del cibo. Inutile dire che un uomo, e sia pure un pio sacerdote, non può scampare per sette volte alla morte se non gode di una speciale protezione dall’Alto.
I riti pagani della neochiesa "Amazzonica"? Una cerimonia pagana e sacrilega si è svolta alla presenza del signor Bergoglio il 4 ottobre nei girdini vaticani, con l’intronizzazione dell’idolo "Demone" Pachamama! Calpestano il primo dei 10 Comandamenti: "Non avrai altro Dio fuori di me"!
Che altro ci serve per capire?
di Francesco Lamendola
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