Torre con l’occhio di Mordor (da Il signore degli anelli)
                                              IL SIGNORE DELLE FEDI
Un anello per la religione: una fede per l’assoluto (abbiamo tutti lo stesso dio)
Un anello per il mondo: una fede per la derivazione del mondo (il panteismo ecologista)
Un anello per l’uomo: una fede per l’illuminazione e diventare come dio (buddhismo orientale e gnosi occidentale)

Parte prima: l’assedio che viene dal mare
Gesù è Dio. Cristo rivendica esplicitamente ciò nei Vangeli. Su questo punto aveva ragione Chesterton a scrivere: «Se Gesù di Nazareth non fosse stato davvero il Cristo, avrebbe dovuto essere l’Anticristo»[1]. Il cuore di ogni cosa per il Cristianesimo è la divinità del Figlio. Questo punto centrale pone il Cristianesimo in una posizione assurda per qualsiasi altra religione, persino oltre l’ebraismo, la radice antica, confermata e portata a compimento come dice Gesù rispetto a Legge e Profeti. La pretesa del Nazareno è ancora umanamente «peggiore», null’affatto mitica, della pretesa già «scomoda» dell’ebraismo. Da popolo eletto esclusivamente rispetto a tutti gli altri, da popolo prescelto per sempre, primogenito in tutta l’umanità, proprietà stessa di Dio – di un Dio che non è solo il Dio di una terra, il Dio d’Israele, ma il Dio di tutti perché unico, in senso assoluto, ad esistere – si passa ad un uomo, un singolo ebreo che sostiene di possedere una gloria ancor prima della fondazione del mondo, che È prima che Abramo fosse, che perdona come Dio i peccati prima ancora di compiere miracoli, che è il Verbo che era in principio, rivolto eternamente al Padre, e Dio stesso.
Allo stesso tempo nasce in una mangiatoia, sceglie dodici uomini – tutti maschi – e chiama questi a seguirlo in modo speciale, ma si rivela dopo la resurrezione ad una donna e le dice di testimoniare quanto visto ai discepoli impauriti. Muore in Croce. A Pietro affida la Chiesa, assicurando lo Spirito Santo, ma allo stesso tempo, chiarendo la necessità degli scandali. Scandali morali e scandali dottrinali. Le porte degli inferi saranno talmente preponderanti che sembreranno prevalere ovunque, fino a quando l’apostasia generale accompagnerà la manifestazione dell’Anticristo (2 Lettera ai Tessalonicesi), la cui dottrina sarà quella dell’uomo divino. Ovvero, il nucleo del sincretismo religioso.
Ma la natura del sincretismo è talmente subdola che non si può evitare la questione per semplice opposizione. È necessario valutare approfonditamente gli aspetti, la logica, le cause e gli effetti. Così chiunque potrà conoscere la contraddizione con il cattolicesimo. E verranno immunizzate dall’interno le retoriche della tolleranza, del dialogo.
Su cosa si basa, dunque, il sincretismo?
Sulla tesi in virtù di cui tutte le religioni sono uguali. Cosa significa uguali, se riti e tradizioni sono differenti, figure fondatrici, profeti, rivelazioni, dottrine? Dire che sono uguali significa ritenere che derivano da un’unica e arcana sapienza divina e spirituale. Nel tempo alcune religioni/dottrine sarebbero rimaste intatte; altre sarebbero state corrotte. Così sarebbe avvenuto – magari – anche per il cattolicesimo come lo conosciamo nei secoli, ad esempio. Non il cattolicesimo spirituale e anarchico delle origini, ma quello nefasto della svolta costantiniana – tanto odiata dai modernisti – con i suoi dogmi e la sua sacra liturgia.
In questo senso valutare se Dio abbia voluto intenzionalmente realizzare più rivelazioni (e quindi religioni), in una incarnarsi in Cristo Gesù e nell’altra negare la stessa incarnazione secondo il Corano é alquanto ridicolo. Valutare poi se Dio abbia voluto attuare più spiritualità, culti pagani, o addirittura insegnamenti etici atei, raggiunge vette imbarazzanti. A meno che non si tratti più di Dio…
La domanda allora suona così: come è possibile conciliare l’idea di Dio con l’esistenza di più religioni, che in modo simile parlano e portano all’unico Dio?
>>> La possibilità esiste. Proprio perché esiste non possiamo esimerci dalla riflessione. La negazione sterile non è né coraggiosa per chi la preferisce, né virtuosa per chi vi si nasconde, né utile per il dubbioso. Noi dobbiamo dare battaglia. Come a Lepanto. E che Maria ci assista sempre.
La possibilità si basa su tre aspetti essenziali. Uno teologico (Dio); uno cosmologico (il mondo); uno antropologico (l’uomo).
1) Se il cattolico crede in un Dio personale, il sincretista sostituisce il Dio del monoteismo biblico con l’idea di Assoluto, di Infinito. Questo consente teologicamente di assorbire nell’idea indeterminata di assoluto qualsiasi idea di entità superiore, qualsiasi idea di vita ultraterrena intesa come quiete ascetica (nirvana); qualsiasi riferimento all’infinito umano, come la specie, l’umanità nella sua interezza; qualsiasi idea panteistica di universo o pianeta. Senza voler citare sempre la Bibbia, nell’idea di Infinito Assoluto è insieme potenzialmente  presente Allah, l’incondizionatezza del buddhista, il grande spirito del paganesimo degli indiani d’America, ecc.
Ovviamente il cattolico ha una strutturale “difficoltà”, perché il suo Dio è Trinità di Persone…
Vale a dire, l’idea teologica più distante possibile dal sincretismo delle religioni! Rispetto all’impersonale assoluto, anche l’ebreo e il musulmano hanno giustificate e logiche resistenze. Il cattolico a maggior ragione perché l’assoluto nega la Trinità delle “Persone” divine.
2) Il cattolico crede che Dio abbia creato intenzionalmente il mondo come opera buona e come qualcosa di altro da Sé: Dio resta trascendente rispetto al mondo, anche se interviene provvidenzialmente nella storia degli uomini, chiama Abramo, dà la Legge a Mosè, si Incarna, ecc. Questa tesi semplice è esattamente la negazione del panteismo. Il sincretismo ha bisogno di rivedere questa “distanza”, “separazione” tra Dio e il mondo. Deve ammettere non un’opera di creazione ma un’opera di derivazione (o in senso più mistico di auto-contrazione, come nella cabala, cioè la gnosi moderna), oppure una creazione malvagia di una divinità minore, un errore che non sarebbe dovuto essere (come nella gnosi antica). In questo modo, concependo l’universo che deriva dall’Assoluto, ha la possibilità di pensare al mondo o in senso negativo (la prigione cosmica della gnosi antica o l’illusione della mente dei buddhisti) e quindi proporre la liberazione, o in senso positivo (come nell’idea cabalistica dell’auto-alienazione di Dio, idea ereditata in modo complesso dalla filosofia di Hegel e di Heidegger ad esempio). Secondo questa seconda possibilità, l’uomo raggiunge, torna, si eleva all’assoluto originario non contro il mondo, ma attraverso di esso; attraverso il sentiero esoterico iscritto segretamente nell’universo che è il vero tempio di Dio (come per gli umanisti italiani imbevuti di cabala). Superfluo notare che oggi è in voga questa sensibilità panteista ed ecologista.
3) se il cattolico crede nella Rivelazione che Dio sceglie liberamente, come Sua iniziativa, di compiere, fino all’opera definitiva di redenzione, per mezzo esclusivamente del Sacrificio di Cristo, il sincretista non nega Gesù. Lo relativizza a grande iniziato, a profeta che ha avuto una grande esperienza spirituale. Sostituisce cioè il concetto di rivelazione (in cui Dio è soggetto) con il concetto di auto-elevazione (auto-deificazione), in cui è l’uomo nella sua interiorità a raggiungere l’iniziazione, l’illuminazione, l’esperienza religiosa. Le varie religioni sarebbero allora la traduzione culturale di un’unica esperienza spirituale, di un unico percorso di iniziazione e deificazione spirituale.
Anche qui, se l’ebreo o il musulmano fanno resistenza perché credono nell’iniziativa di Dio verso l’uomo Abramo e non altri, verso l’uomo Mosè e non altri, verso l’uomo Maometto e non altri, quanta resistenza farà il cattolico che crede non nell’iniziativa di Dio verso l’uomo Gesù ma nell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo?
 E allora, come offrire democraticamente anche al povero cattolico il seggio alla tavola rotonda del sincretismo (all’ONU massonica delle religioni)?
L’importante è che sia disposto a sostituire Dio Trinità con l’Uno-Tutto infinito, indeterminato e impersonale; la creazione del mondo con l’idea della derivazione del mondo (o come prigione-illusione o come dimora panteistica della divinità); la rivelazione e l’incarnazione di Dio con l’idea dell’auto-elevazione spirituale, da cui si sarebbero formate le varie – ma in fondo simili, complementari, identificabili, intercambiabili – religioni, morali, spiritualità.
Questo costituisce l’assedio che viene dal mare.

[1] G.K. Chesterton, Ortodossia, trad.it. R. Asni, Lindau, Torino 2010, p. 128.
di Pierluigi Pavone