ANALOGIE TRA CRISI POLITICA E CRISI DELLA CHIESA
Conosco persone di diversa estrazione sociale e differente cultura; diverse per età e censo; diverse per nazionalità e razza. Molti laici, parecchi ecclesiastici. Alcuni conoscenti non sono praticanti, altri frequentano assiduamente la vita della parrocchia. Ebbene, tra costoro credo che nessuno possa dirsi soddisfatto della vita che conduce, né fiducioso nel futuro che gli si prospetta dinanzi. La crisi pare esser diventata compagna di vita su tutti i fronti, dalla difficoltà di arrivare a fine mese con la pensione o lo stipendio, alla percezione di un imbarbarimento del vivere civile; dalle minacce concrete alla sicurezza a causa della criminalità sempre più diffusa, alla sfiducia generalizzata in chi, costituito in autorità, pare usare del proprio potere non per il bonum commune ma per interessi di parte, quasi dovesse rispondere ad altri, e non a Colui dal quale la sue autorità deriva e a coloro nei cui confronti essa è esercitata.
L’impressione è che questa sorta di abuso non si limiti al solo vivere civile, ma che si estenda anche all’ambito ecclesiastico, sicché politici, governanti e Pastori paiono accomunati da uno scollamento - per così dire - con i cittadini e i fedeli. Anzi, per esser più espliciti, si direbbe che il potere, a prescindere dalla fonte alla quale attinge la propria autorità, sia ormai nemico di quanti che pure afferma di voler tutelare e difendere. A ben vedere, ognuno di noi si rende conto che i mali denunciati non corrispondono minimamente a quelli che viceversa affliggono il popolo: si grida al razzismo, al fascismo, all’intolleranza, al fanatismo, all’integralismo quando è evidente che questi pericoli non corrispondono minimamente alla realtà.
Questa geremiade, amplificata dal mainstream, nasconde qualcosa che inizia ad esser sentito anche dalla gente comune, e cioè che i fenomeni cui assistiamo sono il risultato voluto e deliberato di un progetto volto a demolire l’intera società nella sua fede, nella sua civiltà, nella sua cultura, nelle sue tradizioni, nella sua educazione, nelle sue abitudini più apparentemente insignificanti.
Molti non comprendono bene il problema nella sua complessità, ma percepiscono l’estraneità e la pericolosità degli esperimenti in vitro proposti come ineluttabili ed imprescindibili per poter far parte del consesso civile. E percepiscono parimenti che le condanne inappellabili lanciate contro chi si oppone a questa sistematica demolizione sono solo pretestuose, perché mirano a deviare l’attenzione dalla sostanza, dalle vere cause della crisi presente.
Significativamente, la sensazione di avere contro i propri governanti coinvolge anche la Gerarchia cattolica, che soprattutto sotto il Pontificato di Bergoglio si è schierata pubblicamente a favore del mondo nemico di Dio. Quello che solo pochi denunciavano all’epoca del Vaticano II oggi è ammesso da molti laici e Prelati, alcuni dei quali iniziano a capire quel che era contenuto in nuce nei fumosi documenti del Concilio, nella rivoluzione dottrinale, morale e liturgica che esso ha determinato in seno alla Chiesa oggi trova coerente realizzazione nelle più funeste innovazioni cui assistiamo. E si comprende che il rapporto gerarchico tra Chiesa e Stato, demolito dalla Massoneria in nome di una pretesa laicità, si ripropone oggi a parti invertite, con uno Stato che si vuole superiore alla Chiesa, e una Chiesa che si è resa sua schiava; una Chiesa che rinnega se stessa e il suo divino mandato per farsi serva del mondialismo, del pacifismo, dell’ecumenismo, del pauperismo e di tutti i più detestabili ismi coniati dai suoi nemici storici, ora osannati come alleati nel perseguimento della fratellanza universale. Una fratellanza in cui Dio non è presente, se non come denominazione generica di un vago spiritualismo senza dogmi, senza morale, senza culto.
Assistiamo alla dissoluzione di tutto, attoniti e scandalizzati, quasi increduli nel dover ammettere il turpe amplesso tra la Città di Dio e la città del diavolo, tra Chiesa e anti-chiesa. Anzi, assistiamo all’eclissamento della Chiesa proprio nelle più alte sfere, dove chi dovrebbe pascere il gregge del Signore ha come unico scopo quello di disperderlo, esattamente come chi dovrebbe governare i cittadini garantendo loro pace, giustizia, salute e prosperità favorisce i dissidi, promuove l’ingiustizia, diffonde la malattia e causa deliberatamente la povertà. Su entrambi i fronti - quello religioso e quello civile - siamo testimoni di un ribaltamento, di una letterale sovversione delle finalità loro proprie, senza che paia possibile arrestare la corsa verso l’abisso.
La famiglia è distrutta, la figura paterna è cancellata, il ruolo del maschio è stravolto, la femminilità svilita, l’infanzia corrotta, l’adolescenza pervertita, la vecchiaia e la malattia eliminate per legge, l’istruzione imbarbarita, la legge infranta, l’autorità scardinata, la moralità condannata, la civiltà derisa, l’onestà punita, la bellezza sfregiata, la religione proscritta, la fede calpestata. Come contraltare ci viene proposta la celebrazione della sodomia, dell’incesto, della pedofilia, dell’omicidio, dell’aborto, della poligamia, dell’illegalità, della violenza, della criminalità, della menzogna, della sopraffazione, della barbarie, dell’orrido.
In questo sconvolgimento globale la Gerarchia non solo tace, ma se ne fa complice attiva e zelantissima, giungendo a tacere su quei principii che fino a vent’anni fa sembravano ancora irrinunciabili quali il diritto alla vita dal concepimento alla morte, la tutela della famiglia naturale, la condanna della sodomia. E come non bastasse, questa setta infeudata in Roma aggiunge all’insofferente silenzio su questi temi la legittimazione del divorzio, l’attacco al Celibato ecclesiastico, l’ammissione delle donne agli Ordini Sacri, la negazione della missione salvifica della Chiesa, l’indifferentismo religioso, l’ecologismo malthusiano e, da ultimo, anche l’idolatria pubblicamente praticata coram Pontifice durante l’ultimo, scandaloso Sinodo per l’Amazzonia.
Questa non è la Chiesa di Cristo, così come non merita d’esser considerato Stato quell’accolita di cortigiani che ci governa. Entrambi infatti, secondo la dottrina cattolica, traggono la propria autorità da Dio, che è Signore delle cose spirituali e temporali, e che entrambe regge nella Sua Provvidenza tramite l’autorità vicaria dei Sacri Pastori nelle cose spirituali e dei Governanti in quelle temporali. Scopo dell’autorità dei Sacri Pastori è di condurre le anime alla beatitudine eterna; scopo dei Governanti è di reggere i governati nelle cose materiali, affinché abbiano quel benessere sociale che possa loro permettere di compiere il loro dovere spirituale, che è di adorare, glorificare e servire Dio, per così meritare il premio eterno.
Ora, se lo Stato viene meno alle finalità che gli sono proprie, il fedele può sempre ricorrere alla Chiesa, che ha il potere di scioglierlo dall’obbligo di obbedienza ad un’autorità che si è resa illegittima, qualora sia in pericolo la sua salvezza. Ma se è la Chiesa - o meglio, la Gerarchia della Chiesa, in un determinato momento storico - che viene meno al suo dovere, a chi mai si potrà rivolgere il Cattolico cui è imposta obbedienza all’errore e all’apostasia? Ed è forse ipotizzabile che il Signore possa pretendere da noi obbedienza ad una Gerarchia che persegue per sua stessa ammissione le stesse perverse finalità dei nemici di Dio? Ovviamente no, poiché l’autorità di Dio viene prima di quella degli uomini, e ad essa devono sottomettersi anche coloro che Egli ha designato come nostri superiori.
Vi furono epoche in cui la defezione di alcuni Prelati - talvolta anche la maggioranza - venne provvidenzialmente arginata dall’autorità civile, che difese i diritti di Dio e la Verità cattolica dinanzi ad un Clero pavido o deviato. Ci si potrà stupire nell’apprendere che ad esempio l’applicazione del Concilio di Trento nella Repubblica di Venezia venne imposta dal Doge, mentre il Clero della Serenissima avrebbe tranquillamente disatteso agli ordini della Sede Apostolica. Ma mai si ebbe il caso in cui l’autorità civile si sia dovuta scontrare con un Papa eretico, per difendere l’ortodossia. Né, in presenza di un’autorità civile ribelle, la Chiesa cedette sulle questioni di fede e di morale per assicurarsi l’appoggio del potere temporale. Eppure è quel che avviene ora, sotto i nostri occhi, mentre vediamo Bergoglio alle prese con la condanna della pena di morte fino a modificare il Catechismo, o con la legittimazione dell’adulterio, giungendo a dichiarare ufficialmente Amoris laetitia parte del Magistero ordinario. Duemila anni di eroica testimonianza della Chiesa, e cinquant’anni di silenzi complici, di compromessi, di adulazione, di ammiccamenti fino alla capitolazione e all’apostasia.
Quanti all’inizio della crisi potevano sostenere che i profeti di sventura avessero torto devono oggi riconoscere che le più fosche previsioni si sono, tutte, puntualmente avverate. E che esse sono cause dirette, logiche e necessarie delle premesse poste durante il Vaticano II. Chi non ammette questa correlazione strettissima compie lo stesso errore di chi, in ambito civile, deplora la pedofilia ma accetta l’omosessualità, perché incapace di rinnegare quei principi massonici e rivoluzionari che stanno alla base della cosiddetta democrazia moderna e della negazione della sovranità assoluta di Dio non solo sui singoli, ma anche sulle società. Quello che oggi è ammesso anche da politici “di destra”, come ad esempio le coppie omosessuali, ieri era denunciato come eccessivo dalla stessa sinistra; quando si introdusse il divorzio, lo si presentò come rimedio per casi estremi, al pari dell’eccezionalità del ricorso all’aborto quando venne approvata la Legge 194. Ma oggi il divorzio è prassi, e l’aborto è usato come alternativa alla contraccezione, e vissuto senza troppi traumi da una generazione di incoscienti per i quali la morte di un essere umano innocente è considerata un diritto e presentata come conquista sociale. Oggi suscita qualche perplessità la pedofilia, ma cosa impedirà tra un paio d’anni di legittimare il rapporto consensuale tra un minore ed un adulto, quando già oggi si insegna ai bambini la presunta normalità dei rapporti precoci e li si induce a credere che l’identità sessuale non sia dettata dalla natura, ma frutto di una scelta autonoma? Se il bambino ha diritto all’esercizio della propria sessualità al di fuori degli schemi imposti, non si dovrà far decadere anche il reato di pedofilia? E che dire dell’incesto, la cui condanna viene presentata come retaggio di un mondo bigotto e sessuofobo?
Comprendo che queste osservazioni possano apparire estreme, ma la velocità dei cambiamenti del costume sociale è tale, da permettere a chi sia oggi adulto di ricordarsi molto bene quale fosse la valutazione morale di certi atti anche solo negli anni Ottanta.
Analogo discorso può esser fatto per quanto avviene in seno alla Chiesa. Anche nell’imporre le riforme in ambito dottrinale o liturgico si è usato l’espediente del caso limite: l’istituzione dei diaconi permanenti per quei paesi in cui vi era carenza di sacerdoti era la premessa per la loro ordinazione, sempre con la stessa scusa. L’introduzione della lingua vernacolare per render meglio comprensibile la liturgia è servita come pretesto per inventare una nuova Messa, stravolgendola completamente e rendendola accettabile ai Protestanti non solo per le omissioni, ma anche per la facile equivocità interpretativa di quel che in essa rimaneva di cattolico. Il dialogo con i fratelli separati voluto dall’ecumenismo inaugurato dal Concilio era una scusa per giungere ad una confederazione delle religioni, mettendo sullo stesso piano non solo la Santa Chiesa con le sette scismatiche ed eretiche, ma addirittura con i pagani e gli idolatri. E le omissioni della dossologia trinitaria dal Veni Creator nei primi incontri ecumenici ha portato prima al pantheon di Assisi, ed oggi al culto pubblico della Pachamama, alla costruzione del tempio delle religioni abramitiche ad Abu Dabi, alla proposta del Papa all’ONU di istituire la giornata della fratellanza universale tra le religioni. Cose che nessuno dei Padri Conciliari - fatta eccezione per i congiurati del complotto, ovviamente - avrebbe mai non solo approvato, ma nemmeno potuto ipotizzare.
Così la finestra di Overton aperta con la povera fanciulla violata dal bruto per rendere accettabile l’infanticidio oggi ha condotto ad una vera e propria moda praticata dalle ragazzine di abortire per divertimento; e il compagno del malato terminale cui viene impedito l’estremo saluto sul letto di morte per rendere accettabile il matrimonio omosessuale oggi ha condotto all’adozione di bambini da parte di coppie gay, sottratti ai genitori naturali solo perché ritenuti omofobi dagli insindacabili assistenti sociali. Ed è sempre la finestra di Overton aperta da Bergoglio col suo “Chi sono io per giudicare” o ricevendo in udienza coppie di omosessuali che ha permesso in Austria la celebrazione di un matrimonio tra due lesbiche e che permette tuttora al gesuita James Martin di elogiare i gay, o che consente all’Arcivescovo di Vienna di profanare per due anni di seguito la Cattedrale con spettacoli GLBT. E sembra anzi che l’ostentata presenza di personaggi quali mons. Ricca e molti altri in Vaticano, promossi a posti di responsabilità dallo stesso Bergoglio, sia la più plateale sconfessione della condanna della Chiesa nei confronti della sodomia, assieme alla scandalosa gestione dei casi di molestie sessuali da parte non solo di sacerdoti, ma anche di Vescovi e Cardinali.
Nel mondo profano chi protesta è inizialmente deriso, poi screditato, denunciato ed emarginato dal consorzio civile. Sempre con la scusa di salvare vite deliberatamente esposte al traffico di negrieri ed ai rischi di naufragio pilotati dalle ONG - il famoso restiamo umani - non è ammesso nessun dissenso, quando si parla di accoglienza di orde di barbari violenti, criminali e incapaci di integrarsi. L’aumento dei casi di stupro e di feroce criminalità in tutti i Paesi coinvolti dall’invasione maomettana viene censurato dai media per ordine dell’autorità civile, che non vuol veder messa in discussione l’opera di distruzione di quel che resta della civiltà europea. L’imposizione dell’euro, col pretesto di un’unione solidale tra le Nazioni, ha massacrato le economie nazionali e rende gli Stati membri succubi di un’autorità tirannica dietro cui si celano élite finanziarie. Ma è vietato mettere in discussione la moneta unica, o il MES, il bail-in e tutti i mezzi dispiegati dagli oligarchi per schiavizzare interi popoli. E se chi protesta sul caso Bibbiano viene indagato; se chi in forza della legge respinge i clandestini alla frontiera è accusato di sequestro di persona o di violazione dei diritti umani; se chi lancia l’allarme sulla tossicità comprovata dei vaccini imposti per legge viene denunciato o radiato dall’ordine dei medici, non altrettanto avviene con chi viola deliberatamente la legge e compie reati nella più assoluta impunità: la Rakete può speronare una lancia della Guardia di Finanza e meritare una standing ovation al Parlamento Europeo, dopo aver querelato Salvini; il rapinatore extracomunitario che si ribella all’arresto e ferisce gravemente i Carabinieri è liberato dal magistrato; lo stupratore straniero viene assolto perché nel suo paese la violenza sessuale non sarebbe considerata un crimine; il mussulmano che sposa a forza una bambina non è perseguibile perché questa usanza fa parte della sua religione.
Similmente, anche nel mondo ecclesiastico la condanna dei buoni si accompagna scandalosamente alla tolleranza, anzi all’incoraggiamento dei malvagi. L’ordine religioso che vive la Regola francescana nella più assoluta povertà e celebra secondo il rito antico è commissariato; le monache claustrate che seguono le Costituzioni della Fondatrice sono messe per strada; il teologo che critica Amoris laetitia è cacciato dall’Università Pontificia, il giornalista cattolico che esprime perplessità sulla crisi della Chiesa è licenziato in tronco; il Nunzio Viganò, che denuncia gli scandali dei Prelati, deve vivere nascosto per paura di fare una brutta fine. Ma l’eretico più volte ammonito dal Sant’Uffizio viene creato Cardinale; il prete pervertito su cui gravano pesanti accuse di immoralità è consacrato Vescovo, e quando è denunciato si screditano le vittime e lo si chiama a Roma promuovendolo; l’ufficiale di Nunziatura che vive more uxorio con un laico è nominato Prelato dello IOR e dirige Casa Santa Marta; il Cardinale che truffa la moglie di un diplomatico e copre le molestie dell’amico Vescovo è tuttora membro del Consiglio dei Cardinali voluto da Bergoglio; il pretaccio che insulta Salvini con parole indecenti è amorevolmente visitato dall’Arcivescovo di Milano, già coinvolto nella copertura di un prete molestatore.
E se si vuole trovare un’ulteriore analogia tra la corruzione della sfera civile e quella della sfera ecclesiastica, si sappia che lo scandalo del MES, il cui contenuto è stato nascosto al Parlamento italiano, trova perfetta corrispondenza con l’occultamento dell’accordo tra la Santa Sede e il governo cinese, anche agli occhi del Cardinale Zen. Così, se un’autorità civile non eletta dal popolo impone l’accettazione di un trattato internazionale ai Parlamenti senza che questi possano conoscerne i termini (cosa inaudita), allo stesso modo un’autorità spirituale stipula un accordo diplomatico con uno Stato comunista ed anticattolico impedendone la divulgazione. In entrambi i casi, gli effetti sui cittadini e sui fedeli sono devastanti, ma questo non pare costituire un problema per chi, evidentemente, non si cura né dei cittadini né dei fedeli.
Si potrà obiettare che gli Stati derivano la propria autorità dal popolo, mentre la Chiesa non è una società democratica e l’autorità dei Sacri Pastori, ad iniziare da quella del Romano Pontefice, deriva da Dio. Ma la legittimazione popolare, dal basso, del potere civile è una costruzione recente, successiva alla Rivoluzione Francese: fino ad allora i Re ed i Governanti riconoscevano che la loro autorità proveniva dal Re dei Re, e a Lui piegavano il ginocchio. Questo sovvertimento radicale pare voler intaccare la stessa Chiesa, i cui gerarchi cercano di trasformarla da ormai cinquant’anni in una istituzione umana, in cui dovrebbero essere i fedeli, il popolo di Dio, ad eleggere e nominare i propri rappresentanti. Ma a ben vedere non è il popolo cristiano che chiede alla Gerarchia di democratizzarsi, bensì la Gerarchia stessa che, nei suoi esponenti più contaminati dallo spirito del mondo, impone questa rivoluzione sin dal Vaticano II, che nella sfera ecclesiastica rappresenta ciò che per la sfera civile fu il 1789. Anche allora non fu il popolo a ghigliottinare i propri Sovrani, ma una minoranza di traditori al servizio della Massoneria e del cosiddetto libero pensiero. Da allora la peste ideologica ha talmente contagiato le menti da render quasi normale e scontato che la sovranità risieda nel popolo, usurpandola alla Signoria universale di Gesù Cristo: ils l’ont découronné. Ed è incredibile che la Chiesa segua, per mano dei suoi Pastori, lo stesso processo di ribellione al Re divino, scrollando da sé il giogo soave che il suo Fondatore ha voluto per lei. Anche in questo caso, non sono i fedeli a reclamare forme di rappresentatività di tipo democratico, ma la Gerarchia, il Papa. Se pensiamo al proliferare di commissioni, al moltiplicarsi di organi di impostazione parlamentarista come le Conferenze Episcopali e i Sinodi, ci rendiamo conto che la democratizzazione della Chiesa procede sulla falsariga di quanto è già avvenuto in ambito civile: con le stesse false premesse ideologiche, con gli stessi fallaci pretesti, con gli stessi esiti. Perché - come nel governo della cosa pubblica - anche in quello spirituale vi è un ordine, una gerarchia coessenziale all’istituzione, che non può esser soggetta a cambiamenti sostanziali senza violare l’intero ordine sociale voluto da Dio. E non basta affermare che si vuole coinvolgere nel governo della Chiesa la base, i laici, le donne affinché questo accada realmente: un’analisi degli eventi dimostra l’uso strumentale degli organi soi-disant democratici per il perseguimento di scopi tirannici, per l’imposizione della volontà del Principe ammantata di benigna condiscendenza verso le istanze della base che egli conculca. Non basta infine dichiarare di voler fare il bene del popolo perché le azioni compiute siano istantaneamente buone: i modi con cui le deviazioni dottrinali e morali di Amoris Laetitia sono state imposte al Clero e ai fedeli nonostante la contrarietà dell’Episcopato fanno crollare il ridicolo castello di carte della retorica bergogliana, facendo emergere maneggi indecorosi, abusi ratificati dall’alto, consultazioni falsate, risoluzioni disattese col solo scopo di eseguire gli ordini stabiliti sin dall’inizio. Ma non diversamente accadde al Concilio, per stessa ammissione dei congiurati che nelle commissioni di quell’infausta assise riuscivano a ribaltare il risultato delle votazioni con i metodi adottati in precedenza, e con successo, dagli allievi delle Frattocchie.
In questo grottesco paradosso, chi si ammanta di una legittimazione basata sul contratto sociale lo fa con autoritarismo e ricorrendo al proprio potere per imporre la sua visione rovesciata dell’autorità alla massa dei sudditi, siano essi cittadini o fedeli. E proprio in questo la sua autorità ne esce compromessa, perché ribelle all’unico detentore della sovranità, Dio, ed anche al preteso nuovo soggetto del potere, il popolo.
Si è costituita così una casta autoproclamata di gerarchi che non devono rispondere né a Dio né agli uomini, e che sono riusciti a crearsi un regno legibus solutus cui si deve obbedienza in forza di un colossale inganno che nessuno osa denunciare. Anche perché chi osasse ricordare che il potere dei governanti proviene da Dio sarebbe oggi considerato un fanatico; e chi reclamasse il rispetto di quella volontà popolare su cui si basa la democrazia non farebbe che ripetere un’ovvietà che sin dall’inizio è stata deliberatamente disattesa. Ma è pur vero che molti degli attuali oppositori si limitano a deprecare singoli eccessi, condividendo però le premesse che li cagionano.
In questi giorni un Governo non eletto dal popolo ha fatto in modo di impedire la discussione parlamentare della legge di bilancio, contro il dettato costituzionale, nel silenzio del Garante della Costituzione. Le Camere si troveranno a dover ratificare l’intera finanziaria senza potervi apporre alcuna modifica, e i partiti che compongono la maggioranza dovranno votare la legge per non far cadere il Governo, sotto la minaccia di ritorsioni economiche da parte dell’Unione Europea. I rappresentanti degli elettori sono stati spodestati e l’opposizione attuale - che in realtà rappresenta la maggioranza dei cittadini - protesta contro questo scandaloso abuso. Cosa c’è di democratico in questo, è sotto gli occhi di tutti. Ma lo stesso sistema è stato adottato ad esempio al Sinodo per l’Amazzonia, le cui consultazioni preparatorie sarebbero state condotte su migliaia di cattolici che avrebbero chiesto a gran voce l’abolizione del Celibato, l’Ordinazione delle donne, un rito liturgico più vicino alla spiritualità tribale dei popoli amazzonici. Salvo scoprire che questa operazione di presunta democrazia è stata pilotata dall’Episcopato tedesco, per aprire una breccia nella disciplina di tutta la Chiesa sfruttando norme particolari. Dietro tutto questo c’è sempre stato Bergoglio e il suo cerchio magico, che ha dimostrato non solo di voler metter mano ancora una volta alla dottrina immutabile ed alla veneranda Tradizione millenaria, ma anche di considerare i fedeli dell’Amazzonia come veri e propri selvaggi da usare come pretesto. Così abbiamo visto personaggi col viso dipinto e le piume in testa adorare l’idolo immondo della Madre Terra in Vaticano, nel deliquio estatico di frati e suore ribaldi, con massimo compiacimento delle Loro Eminenze e del Papa stesso; delle centinaia di migliaia di Cattolici che venerano la Madonna come Regina dell’Amazzonia e sono rimasti scandalizzati dalle profanazioni e dalle superstizioni volute dal Satrapo di Santa Marta non si è detto quasi nulla, se non per deplorarne il razzismo e il fanatismo. Era tutto già previsto, tutto deciso, tutto organizzato. Così la Gerarchia ha abusato della propria autorità per imporre un sovvertimento della fede immutabile, presentandolo come cosa voluta dal popolo amazzonico, cosa questa falsissima e pretestuosa. Disobbedienti a Dio, Capo della Chiesa, ed al popolo cristiano, nonostante i proclami di voler ascoltarne le istanze. Esattamente come avviene in ambito civile.
A questo punto è però necessario porsi una domanda. Anzi: la domanda. Qual è lo scopo perseguito da costoro, tanto nella sfera civile quanto in quella ecclesiastica?
La risposta si evince, senza ombra di dubbio, dalla perfetta coerenza dell’azione di entrambi. Basta analizzare criticamente gli eventi - al di là dei pretesti addotti - per coglierne la matrice luciferina. Li riconoscerete dai loro frutti. Chi oggi detiene l’autorità è emissario di Satana, prende ordini da un’élite di satanisti che a sua volta è al servizio del Principe di questo mondo. E in quest’opera infernale sono coinvolti non solo i governanti delle Nazioni ribelli, ma anche i membri della Gerarchia cattolica. Gli uni e gli altri sono uniti da un turpe vincolo di corruzione e vizio intellettuale e morale che, se solo fosse reso noto al mondo, provocherebbe una sollevazione popolare. E si comprende che il ricatto cui essi sottostanno riguarda tali aberrazioni da giustificare questo asservimento cieco alla volontà di Satana. Chi finora è stato scoperto o si è ribellato non ha avuto il tempo di esser processato, di raccontare i dettagli e di coinvolgere i capi della congiura: muoiono tutti, in fatali incidenti o suicida ti. Ne ha parlato anche il Presidente Putin recentemente, affermando che l’opposizione feroce a Trump è causata dalla sua intenzione di far luce sul legame tra pedofilia e satanismo che coinvolge personaggi di spicco di mezzo mondo: politici, attori, esponenti dell’alta finanza, membri di case regnanti, Prelati.
Ma anche se di queste inconfessabili verità non si avesse contezza, sarebbe sufficiente osservare quel che accade nel mondo civilizzato, in particolare in Europa e in America, per rendersi conto che dietro tutto questo non può che esserci Satana, omicida sin dal principio, che reclama oggi sacrifici umani come ha sempre fatto nella Storia dell’umanità, che vuole la dannazione dell’uomo nella folle persuasione di poter diminuire il trionfo finale di Dio, dell’odiato Nazareno, della Donna che gli schiaccerà il capo. Chi se non Satana può ispirare i legislatori perché rendano legale l’assassinio di bambini fino ad un istante prima del parto? Chi se non Satana può volere la corruzione dei fanciulli con l’insegnamento delle peggiori perversioni nelle scuole e la diffusione della pornografia? Chi se non Satana può imporre il vizio come modello da rispettare, e la virtù come comportamento da sradicare? Chi se non Satana può abbattere la Croce di Cristo e pretendere che la Chiesa di Satana abbia piena libertà di culto, addirittura con propri cappellani nelle forze armate? Chi se non Satana può volere la distruzione di qualsiasi traccia del Cristianesimo, facendosi erigere statue nelle piazze e nei palazzi delle istituzioni pubbliche? Chi se non Satana può profanare le chiese con il culto degli idoli, ed allo stesso tempo cercare di cancellare il Sacerdozio cattolico e la Messa? Se questa fosse un’opera umana, non riuscirebbe ad essere così organizzata, così efficace e così sistematica.
La simia Dei sta replicando al contrario ciò che hanno fatto la Chiesa e la società cristiana: distruggere gli idoli, abbatterne i templi, predicare il Vangelo, battezzare le Nazioni, riformare i costumi, difendere la santità della vita umana, educare i fanciulli, dare saldi principi ai giovani, tutelare la famiglia, ispirare la giustizia civile, assistere i poveri, curare i malati, combattere gli invasori che minacciano la pace e la Religione. Ed erigere cattedrali in onore di Dio e dei Santi, costruire statue nelle piazze, alzare Croci sulle vette delle montagne, benedire i raccolti, le case, le officine per allontanarne l’influsso malefico del Nemico.
Si potrà obiettare che quelli che ho denunciato sono casi singoli, ma così non è. Forse questa obiezione avrebbe potuto esser credibile a qualche sprovveduto venti o trent’anni fa; ma oggi la coerenza dell’azione del Maligno è talmente evidente, che negarlo sarebbe irresponsabile o in malafede.
Quello che però non viene detto è che, in questa colossale frode imposta dall’alto alle masse, la maggioranza subisce passivamente perché crede di essere minoranza, mentre è vero il contrario: i servi di Satana sono pochi e se riescono ad aver mano libera in quest’opera infernale, ciò avviene solo perché la maggioranza sopporta e non reagisce, spesso perché in essa è ancora vivo quel senso di obbedienza che la fa desistere dall’impugnare la spada contro il tiranno. Ma oggi non occorre nemmeno combattere: come chi ci governa lo fa per via finanziaria, così anche noi governati possiamo agire similmente, sottraendo loro quel denaro che alimenta il Moloch e senza il quale non possono avvalersi né di mercenari né di cortigiani. E possiamo farlo sia nei confronti del tiranno civile, sia col tiranno ecclesiastico, che usa l’Obolo di San Pietro per finanziare la campagna elettorale di Hillary Clinton o per sponsorizzare un film che celebra un sodomita notorio come Elton John.
Un altro modo per sottrarre potere a costoro è ignorarli, disobbedir loro in massa, continuando a comportarsi onestamente nell’obbedienza a Dio e alla Tradizione della Chiesa. Anche perché non potranno mai mettere in galera un’intera Nazione, e le scomuniche degli eretici valgono zero. Disobbedire per obbedire. E pregare perché questa guerra senza quartiere tra Dio e Satana giunga presto al termine, ripristinando l’ordine che il Nemico e i suoi satelliti hanno sovvertito. Pregare e agire. Fare penitenza, farla fare ai piccoli, ai malati, ai moribondi. E ricorrere all’Immacolata, terribile come un esercito schierato in ordine di battaglia.
Copyright MMXVIII - Cesare Baronio
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