ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 dicembre 2019

Il bersaglio del potere omicida dell’impero occidentale

Assad for president



Il Capo dello Stato italiano si gode ben 4 minuti di applausi sul palco reale della Scala di Milano. Chi si manifesta alla prima della Scala raramente è alieno all’establishment, quasi sempre gli è caro: vale tanto per chi è osannato, quanto per chi si spella le mani. La serata milanese è l’istantanea perfetta dell’Occidente sazio e disperato, stordito e smidollato, che balla ebbro a bordo del Titanic.
Noi invece, da alieni, vorremmo riservare non 4, ma almeno i proverbiali 92 minuti di applausi, con standing ovation, al Capo dello Stato siriano Bashar al Assad, un uomo al comando di una piccola nazione in guerra ininterrotta da nove anni. Nove lunghissimi anni. Perché l’intervista che ha reso a fine novembre all’ex presidente Rai Monica Maggioni è stata impeccabile: limpida, sincera, potente. A tratti commovente, come quando si è definito, alla pari di tutti i siriani, un sopravvissuto. «In una guerra nazionale come questa, in cui quasi tutte le città sono state danneggiate dal terrorismo o dai bombardamenti esterni, allora puoi parlare di tutti i siriani come sopravvissuti…Faccio parte di quei siriani, non posso essere disconnesso da loro». Del resto, nessuno più di lui incarna oggi il bersaglio del potere omicida dell’impero occidentale e della correlativa mistificazione mediatica che ad esso tenta di fare da scudo.

INTERVISTA FANTASMA La storia della mancata messa in onda dell’intervista sui palinsesti nazionali è nota, ed è francamente incredibile. Che 24 minuti di materiale giornalistico di primissima scelta, su tema così scottante e con attori di tanto calibro, siano rigettati dalla Tv di stato è qualcosa che, con ogni evidenza, ha a che fare con la parola “censura”. Non è un passaggio difficile da comprendere, considerata l’immagine adamantina che dal servizio esce di un preteso dittatore sanguinario, capo – secondo la narrazione mainstream da lui stesso evocata – di un «cattivo governo che uccide la brava gente».
È più difficile comprendere, piuttosto, perché i vari inviati di guerra italiani – tra cui Micalessin, che con la Maggioni ha il trascorso di «un lungo legame sentimentale» – minimizzino la vicenda, imputando l’oscuramento a beghe, personali e sindacali, interne alla azieda. Foa intanto, come sempre, appare disperso.
MAMMA EUROPA TERRORISTA Assad, con olimpica serenità, accusa l’Europa (oltre agli Stati Uniti) di avere sostenuto il terrorismo, e di essere dalla prim’ora il principale responsabile della creazione del caos in Siria. Ma come, mamma UE, quella che vuole il nostro benessere e la nostra pace, quella che vuole a tutti i costi aiutarci coll’imposizione del MES, sarebbe complice delle stragi siriane? Non va bene, no.
«La situazione – spiega il Presidente – non era quella che ha tentato di mostrare la narrativa occidentale; la narrativa occidentale cercava di mostrare i siriani in lotta l’uno contro l’altro, in quella che hanno chiamato una “guerra civile”, e ciò è fuorviante. La situazione non era di guerra civile». E continua: «Non c’è una guerra settaria, non c’è una guerra etnica, non c’è una guerra politica: erano terroristi, sostenuti da potenze estere che avevano denaro e armamenti e occupavano quelle aree».
Ma come, non c’è mai stata una “guerra civile” in Siria? Assad lo spiega incontrovertibilmente: No, l’unica cosa che c’è stata, è il terrorismo. E il terrorismo è stato spinto e armato dall’Europa, dagli USA, dalla Turchia. E nemmeno questo va a genio, ovviamente, ai padroni del vapore. Proprio no.
LESA MAESTÀ VATICANA Decisamente intollerabile, poi, che Assad, pure con delicatezza, ridimensioni uno degli esponenti più in vista della cupola mondiale, e definisca con eleganza Bergoglio “male informato” sui fatti siriani in quanto vittima pure lui della narrazione dominante. Chi altri ha il coraggio di parlare così? Non c’è il rischio che si apra una breccia nella diga, per cui potremmo cominciare a dire anche noi che Bergoglio è “male informato” per esempio su immigrazione, culti tribali, omosessualismo, genderismo, dottrina cristiana?
Possiamo davvero fare a meno del Vaticano? Assad sembra dire, e in modo convincente, di sì: io sono qua e ho difeso il mio popolo comunque, anche contro il Vaticano “disinformato”. A Bergoglio che gli dà lezioni di umanità risponde con una lezione di logica, spiegando come «senza il sostegno del popolo non puoi avanzare politicamente, militarmente, economicamente e in ogni aspetto. Non avremmo potuto sostenere questa guerra per nove anni senza il sostegno pubblico. E non avremmo potuto avere sostegno pubblico mentre si stavano uccidendo civili. Questa è una equazione, una equazione evidente, nessuno può smentirla».
Ma gli manda a dire qualcosa di più: gli spiega che, siccome il Vaticano è uno Stato sovrano, come qualsiasi altro Stato che si preoccupi della sorte dei civili, ha il dovere di risalire alle ragioni del problema, e «la ragione principale è il ruolo occidentale nel sostenere i terroristi e le sanzioni contro il popolo siriano che hanno peggiorato la situazione». Il Vaticano, anzi, se davvero facesse il proprio dovere, dovrebbe «convincere molti stati a smettere di immischiarsi nella questione siriana, a smettere di violare il diritto internazionale». Infatti «abbiamo solo bisogno che le persone seguano il diritto internazionale: i civili saranno al sicuro, l’ordine tornerà e tutto andrà bene. Nient’altro».
“WAHABITA” PAROLA PROIBITA Ma poi, diciamola tutta: impressiona che il Presidente pronunci più volte nell’intervista la parola “wahabita” (egli parla di ideologia oscurantista, wahabita, estremista, islamista). Che è poi un altro modo per dire: saudita. Il wahabismo è quella versione dell’islam, estremo ed iconoclasta, che regge il regno saudita. Come noto, i miliardi arabi negli ultimi 50 anni sono serviti per wahabizzare, cioè estremizzare, gli imam sunniti di tutto il pianeta, dal Pakistan a Viale Jenner, da Bruxelles a Finsbury Park, dal Kosovo (capitale mondiale di foreign fighters pro capite) alla Cecenia.
Con i sauditi, e con il loro attuale dominus de facto, il principe Mohammed bin Salman (che ha ammesso le proprie responsabilità nello squartamento del connazionale giornalista del Washington Post Adnan Khashoggi), l’Italia ha rapporti cordialissimi: per il petrolio, per l’economia (prodotti di lusso, armi) e per questioni militari (ancora armi, addestramenti). Vale solo la pena di ricordare come l’Arabia Saudita non sia una repubblica laica, tipo la Siria, ma un regno teocratico, dove vige la sharia, con punizioni corporali e pena di morte, un regno che ha i famosi “diritti delle donne” in cima ai propri pensieri. Vale la pena di ricordare anche come, durante il regno dell’ISIS, nelle sue scuole erano adottati testi scolastici provenienti dall’Arabia Saudita. In breve – lo ha scritto icasticamente il New York Times – l’Arabia Saudita è un ISIS che ce l’ha fatta.
Considerato tutto questo, colpisce che l’influenza saudita in Italia si prenda oggi, sfacciatamente, un pezzo della sinistra, e del governo. Matteo Renzi, pur avendo fardelli famigliari e giudiziari piuttosto pesanti, ha trovato il tempo di andare e venire dall’Arabia Saudita e, tra l’altro, di presenziare al convegno annuale degli investitori globali iper-miliardari indetto dal succitato Mohammed bin Salman lo squartatore, che con il suo regno sta per affrontare oggi la prova più difficile: portare in Borsa la Saudi Arabian American Company (ARAMCO), cioè l’industria nazionale – id est: famigliare – dei petroli (per la cronaca, l’operazione è andata finalmente in porto proprio in queste ore, totalizzando una capitalizzazione pari al PIL italiano, cioè 1,88 trilioni di dollari).
Il principe vuole modernizzare il Paese, vuole ridurre la dipendenza dal petrolio, vuole creare NEOM, una città nel deserto abitata da androidi, ricconi ed artisti. È abbastanza comprensibile, allora, che ogni parola non conforme al gergo del geopoliticamente corretto – come per esempio una intervista ad Assad che ripete la parola magica “wahabita”, quella che apriti sesamo ci porta nella grotta del fondamentalismo – possa creare un vulnus economico non da poco in questo momento cruciale di trapasso saudita in borsa. Equivale a mostrare che i nemici di Riyadh sono in buona forma…sono sopravvissuti. Nonostante i tentativi di assassinio, nonostante le balle sulle armi chimiche (spiegate stupendamente dal grande accusato), nonostante lo sputtanamento internazionale continuo, nonostante un decennio di guerra contro la più infame e sanguinaria potenza terrorista mai apparsa sulla terra.
È noto che in questo momento i Sauditi hanno rotto gli indugi mostrando senza veli la collaborazione con un altro paese limitrofo, Israele. Col risultato che, tra il Regno wahabita, lo Stato ebraico e i residui dello Stato Islamico, l’unico soggetto non-teocratico del gruppo è proprio la Siria.
A CIASCUNO IL SUO PRESIDENTE Ora, dopo queste brevi constatazioni, non è peregrino immaginare che qualcuno non abbia gradito i contenuti dell’intervista ad Assad di Monica Maggioni, pure frequentatrice occasionale del Bilderberg (ma nessuno è perfetto).
Forse la cosa giusta da fare sarebbe cercare di capire chi possa avere fatto la telefonata per bloccare la messa in onda. Di chi sia, cioè, la cornetta fumante. Di certo, la versione dimessa degli inviati di guerra, che vorrebbero liquidare l’incidente diplomatico come una banale ricaduta, solo un po’ imbarazzante, di beghe d’ufficio interne alla Rai, è quantomeno riduttiva, se da fonti mediorientali giunge notizia che Facebook e Twitter pare abbiano chiuso il canale/pagina della presidenza della repubblica siriana durante la messa in onda della intervista. Altro che beghe d’ufficio…
Ma è anche vero che non vale nemmeno la pena di lambiccarsi il cervello, perché oramai ogni schifezza del potere, ogni aberrazione della propaganda, ogni crimine delle istituzioni, tutto quanto viene compiuto alla luce del sole, condito da una hybris sconvolgente, che è pura pornografia politica, geopolitica, diplomatica, giornalistica.
In questo mondo putrescente, in questo tempo sconfortante, noi ora vogliamo solo alzarci in piedi e applaudire, con o senza Tosca, il presidente Bashar al-Assad. Uno che difende «l’integrità e la sovranità» del suo paese. Uno che afferma «usciremo da questa guerra più forti». Uno che dice e ripete: «il mio lavoro non è quello di essere contento di quello che sto facendo o di non essere felice o altro, non riguarda i miei sentimenti, riguarda gli interessi della Siria, quindi ovunque andranno i nostri interessi, lì andrò anch’io». Uno che sa cos’è l’onore.
Uno che, peraltro, con l’Italia vantava pure un trascorso significativo: l’11 marzo 2010 Giorgio Napolitano gli assegnava l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone al merito della Repubblica Italiana, «eccezionalmente conferita per altissime benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nell’espletamento di cariche pubbliche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Finché un paio di anni dopo, il 28 settembre 2012, errata corrige, l’onorificenza fu revocata per indegnità. Ma basta guardare e ascoltare pochi minuti dell’intervista proibita per capire che l’indegnità abita altrove.
Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco Dicembre 12, 2019

(Video) Assad: “L’Europa principale attore nel caos creato in Siria”. Ecco l’Intervista integrale che la Rai non ha voluto trasmettere

Per nove anni e mezzo i media italiani non hanno dato la parola a uno dei protagonisti della guerra di Siria, il paese che è l’ombelico della nostra civiltà.
Ci hanno fatto assistere in silenzio al massacro di mezzo milione di esseri umani e hanno trasformato in profughi indesiderati sei milioni di persone,
rifiutando loro persino il diritto di asilo che è il primo pilastro della umana convivenza fin dal principio del mondo.
La Rai ha osato dichiarare che non mandava in onda questo “scoop” giornalistico di prim’ordine “ perché non era stato richiesto da nessuno” aggiungendo alla complicità in sterminio la vergogna professionale.

Il tono, gli accenti di sincerità del presidente Assad fanno paura, specie se confrontati con l’alterigia dei suoi falliti assassini.
Diffondetela voi cittadini questa video intervista e mostrate che non tutti in Italia sono servi striscianti del potere che credevamo di soli ladri e che è invece anche complice di assassini.
Antonio De Martini
Fonte: www.facebook.com
9.12.2019
Di seguito è riportato il testo completo dell’intervista realizzata dalla giornalista Rai Monica Maggioni

Domanda 1: Signor Presidente, grazie per averci concesso l’intervista. Ci dica per favore, qual è la situazione in Siria ora, qual è la situazione sul campo, cosa sta succedendo nel paese?
Presidente Assad:  se vogliamo parlare della società siriana: la situazione è molto, molto migliorata, poiché abbiamo imparato tante lezioni da questa guerra e penso che il futuro della Siria sia promettente; usciremo da questa guerra più forti.
Parlando della situazione sul campo, l’esercito siriano ha fatto progressi negli ultimi anni e ha liberato molte aree dai terroristi, rimangono ancora attive aree dove c’è al-Nusra che è supportato dai turchi e  il nord della Siria dove i turchi hanno invaso il nostro territorio il mese scorso.
Quindi, per quanto riguarda la situazione politica, posso dire che sta diventando molto più complicata, perché ci sono molti più giocatori coinvolti nel conflitto siriano per trasformarlo in una guerra di logoramento.
Domanda 2:  Quando parla di liberazione, sappiamo che esiste una visione militare su questo, ma il punto è: com’è la situazione adesso per le persone che hanno deciso di tornare? Il processo di riconciliazione, ora a che punto è? Funziona o no?
Presidente Assad: In realtà, la metodologia che abbiamo adottato quando volevamo creare, diciamo, una buona atmosfera – l’abbiamo chiamata riconciliazione, per le persone che vivono insieme e per quelle persone che vivevano al di fuori del controllo delle aree governative per tornare all’ordine della legge e delle istituzioni. Era per dare l’amnistia a chiunque, che rinunciasse al suo armamento e obbedisse alla legge. La situazione non è complicata per quanto riguarda questo problema, se ha la possibilità di visitare qualsiasi area, vedrà che la vita sta tornando alla normalità.
Il problema non erano le persone che combattevano tra loro; non era come la narrativa occidentale ha tentato di mostrare – cioe’ siriani che combattono l’uno con l’altro, o come la chiamano una “guerra civile”, che è fuorviante. La situazione era che i terroristi prendevano il controllo delle aree e imponevano le loro regole. Senza terroristi, le persone torneranno alla loro vita normale e vivranno insieme. Non c’era guerra settaria, non c’era guerra etnica, non c’era guerra politica; erano terroristi sostenuti da potenze esterne, avevano denaro e armamenti e occupavano quelle aree.
Domanda 3: Non ha paura che questo tipo di ideologia che è stata alla base della vita quotidiana delle persone per così tanti anni, in qualche modo possa rimanere nella società e prima o poi tornare?
Presidente Assad: questa è una delle principali sfide che abbiamo dovuto affrontare. Quello che sta chiedendo è molto corretto. Ci sono due problemi. Quelle aree che erano al di fuori del controllo del governo erano governate da due cose: il caos, perché non esiste una legge, quindi le persone – specialmente le giovani generazioni – non sanno nulla dello stato, della legge e delle istituzioni.
La seconda cosa, che è profondamente radicata nelle menti, è l’ideologia, l’ideologia oscura, l’ideologia wahabita – ISIS o al-Nusra o Ahrar al-Cham, o qualunque tipo di queste ideologie estremiste terroristiche islamiste.
Ora abbiamo iniziato a occuparci di questa realtà, perché quando liberi un’area devi risolvere questo problema, altrimenti qual è il significato di liberazione? La prima parte della soluzione è religiosa, perché questa ideologia è un’ideologia religiosa e i religiosi siriani, o diciamo l’istituzione religiosa in Siria, stanno facendo uno sforzo molto forte in questo senso, e ci sono riusciti; sono riusciti ad aiutare quelle persone a comprendere la vera religione, non la religione insegnata da al-Nusra o ISIS o altre fazioni.
Domanda 4: Quindi, in sostanza, i chierici e le moschee fanno parte di questo processo di riconciliazione?
Presidente Assad:  questa è la parte più importante. La seconda parte è le scuole. Nelle scuole ci sono insegnanti, istruzione. Terzo, hai la cultura, il ruolo delle arti, degli intellettuali e così via. In alcune aree, è ancora difficile svolgere quel ruolo, quindi è stato molto più facile per noi iniziare con la religione, secondo con le scuole.
Domanda 5: Signor Presidente, vorrei solo tornare alla politica per un istante. Ha menzionato la Turchia, ok? La Russia è stata il suo miglior alleato in questi anni, non è un segreto, ma ora la Russia ha raggiunto accordi con la Turchia in alcune aree che fanno parte della nazione siriana, quindi come valuta questo?
Presidente Assad: per comprendere il ruolo russo, dobbiamo comprendere i principi russi. La Russia, crede che il diritto internazionale – e l’ordine internazionale basato su quella legge – sia nell’interesse della Russia e nell’interesse di tutti nel mondo. Quindi, loro, sostenendo la Siria sostengono il diritto internazionale; questo è un punto. In secondo luogo, essere contro i terroristi è nell’interesse del popolo russo e del resto del mondo.
Quindi, stare con la Turchia e fare questo compromesso non significa che sostengano l’invasione turca; piuttosto volevano avere un ruolo per convincere i turchi che bisogna lasciare la Siria. Non supportano i turchi, non dicono “questa è una buona realtà, la accettiamo e la Siria deve accettarla”. No, non lo fanno. Ma a causa del ruolo negativo statunitense e del ruolo negativo occidentale nei confronti della Turchia e dei curdi, i russi sono intervenuti, al fine di bilanciare quel ruolo, per rendere la situazione… non direi migliore, ma meno male se si vuole essere più precisi. Quindi, nel frattempo, quello è il loro ruolo. In futuro, la loro posizione è molto chiara: integrità siriana e sovranità siriana. L’integrità e la sovranità siriane sono in contraddizione con l’invasione turca, che è molto ovvia e chiara.
Domanda 6: Quindi mi sta dicendo che i russi potrebbero scendere a compromessi, ma la Siria non farà compromessi con la Turchia. Voglio dire, la relazione è ancora piuttosto tesa.
Presidente Assad:  No, anche i russi non hanno fatto un compromesso riguardo alla sovranità. No, guardano alla realtà. Ora, c’è una brutta realtà, devi essere coinvolto per fare qualcosa… Non direi un compromesso perché non è una soluzione finale. Potrebbe essere un compromesso per quanto riguarda la situazione a breve termine, ma nel lungo termine o nel medio termine, la Turchia deve andarsene. Non ci sono dubbi.
Domanda 7: E a lungo termine, qualche piano di discussione tra lei e il signor Erdogan?
Presidente Assad:  non mi sentirei orgoglioso di me se un giorno dovessi farlo. Mi sentirei disgustato nel trattare con quei tipi di islamisti opportunisti, non musulmani, islamisti – è un altro termine, è un termine politico. Ma ancora una volta, dico sempre: il mio lavoro non è quello di essere contento di quello che sto facendo o di non essere felice o altro. Non riguarda i miei sentimenti, riguarda gli interessi della Siria, quindi ovunque andranno i nostri interessi, andrò.
Domanda 8: In questo momento, quando l’Europa guarda alla Siria, a parte le considerazioni sul paese, ci sono due problemi principali: uno sono i rifugiati e l’altro sono i jihadisti o combattenti stranieri che tornano in Europa. Come vede queste preoccupazioni europee?
Presidente Assad:  dobbiamo iniziare con una semplice domanda: chi ha creato questo problema? Perché ci sono rifugiati in Europa? È una domanda semplice: a causa del terrorismo sostenuto dall’Europa – e ovviamente dagli Stati Uniti, dalla Turchia e da altri – ma l’Europa è stata il principale attore nella creazione del caos in Siria. Quindi,ecco perché accade questo.
Domanda 9: Perché dice che era il giocatore principale?
Presidente Assad:  poiché hanno sostenuto pubblicamente, l’UE ha sostenuto i terroristi in Siria dal primo giorno, dalla prima settimana o dall’inizio. Hanno incolpato il governo siriano e alcuni regimi come il regime francese hanno inviato armamenti, hanno detto – uno dei loro funzionari – penso che il loro ministro degli Esteri, forse Fabius abbia detto “mandiamo”. Hanno inviato armamenti; hanno creato questo caos. Ecco perché molte persone trovano difficile rimanere in Siria; milioni di persone non potevano vivere qui, quindi hanno dovuto lasciare la Siria.
Domanda 10: In questo momento, nella regione, ci sono disordini e c’è un certo caos. Uno degli altri alleati della Siria è l’Iran e la situazione sta diventando complicata. Riflette sulla situazione in Siria?
Presidente Assad:  Sicuramente, ogni volta che c’è il caos, sarà un male per tutti, effetti collaterali e ripercussioni, specialmente in presenza di interferenze esterne. Se è spontaneo, se parli di dimostrazioni e di persone che chiedono riforme o una situazione migliore economicamente o altri diritti, è positivo. Ma quando si tratta di atti di vandalismo, distruzione, uccisione e interferenze da parte di poteri esterni, allora no: non è assolutamente nient’altro che negativo, nient’altro che cattivo e un pericolo per tutti in questa regione.
Domanda 11: è preoccupato per quello che sta succedendo in Libano, che è il vero vicino di casa?
Presidente Assad:  Sì, allo stesso modo. Certo, il Libano influenzerebbe la Siria più di qualsiasi altro paese perché è il nostro vicino diretto. Ma ancora una volta, se è spontaneo e riguarda la riforma e l’eliminazione del sistema politico settario, sarebbe un bene per il Libano. Ancora una volta, ciò dipende dalla consapevolezza del popolo libanese al fine di non consentire a nessuno dall’esterno di provare a manipolare il movimento o le manifestazioni spontanee in Libano.
Domanda 12:  Torniamo a ciò che sta accadendo in Siria. A giugno, Papa Francesco le ha scritto una lettera in cui ti chiedeva di prestare attenzione e rispettare la popolazione, soprattutto a Idleb dove la situazione è ancora molto tesa, perché lì si combatte e quando si arriva persino al modo in cui i prigionieri vengono trattati nelle carceri . Gli ha risposto e cosa ha risposto?
Presidente Assad: la lettera del Papa riguardava la sua preoccupazione per i civili in Siria e ho avuto l’impressione che forse il quadro per il Vaticano non fosse completo. Questo è prevedibile, dal momento che la narrativa principale in Occidente parla di questo “cattivo governo” che uccide la “brava gente”, come si vede e si sente negli stessi media: ogni proiettile dell’esercito siriano e ogni bomba uccide solo i civili e solo ospedali! non uccidono i terroristi! Questo non è corretto.
Quindi, ho risposto con una lettera che spiegava al Papa la realtà in Siria – poiché siamo i più, o i primi a preoccuparci della vita dei civili, perché non puoi liberare un’area mentre il popolo è contro di te. Non puoi parlare di liberazione mentre i civili sono contro di te o la società. La parte più cruciale nel liberare militarmente qualsiasi area è quella di avere il sostegno della popolazione in quell’area o nella regione in generale. Questo è stato chiaro negli ultimi nove anni e ciò è contrario ai nostri interessi.
Domanda 13: Ma quel tipo di appello, in qualche modo, l’ha fatta riflettere ancora sull’importanza di proteggere i civili e le persone del suo paese.
Presidente Assad:  No, questo è qualcosa a cui pensiamo ogni giorno, non solo come morale, principi e valori, ma come interessi. Come ho appena detto, senza questo supporto – senza il sostegno popolare, non puoi ottenere nulla… non puoi avanzare politicamente, militarmente, economicamente e in ogni aspetto. Non potremmo resistere a questa guerra per nove anni senza il sostegno popolare e non puoi avere sostegno pubblico mentre stai uccidendo civili. Questa è un’equazione, questa è un’equazione evidente, nessuno può smentirla. Quindi, ecco perché ho detto, indipendentemente da questa lettera, questa è la nostra preoccupazione.
Ma ancora una volta, il Vaticano è uno Stato e pensiamo che il ruolo di qualsiasi stato – se si preoccupa di quei civili, è quello di andare alla ragione principale. La ragione principale è il ruolo occidentale nel sostenere i terroristi, ed è le sanzioni contro il popolo siriano che hanno peggiorato la situazione – e questa è un’altra ragione per i rifugiati che avete in Europa adesso. Non vuoi rifugiati ma allo stesso tempo crei la situazione o l’atmosfera che dirà loro “vai fuori dalla Siria, da qualche altra parte” e ovviamente andranno in Europa. Quindi, questo Stato, o qualsiasi Stato, dovrebbe occuparsi delle ragioni e speriamo che il Vaticano possa svolgere quel ruolo in Europa e nel mondo; per convincere molti Stati che dovrebbero smettere di immischiarsi nella questione siriana, smettere di violare il diritto internazionale. Basta, abbiamo solo bisogno che sia seguito il diritto internazionale. I civili saranno al sicuro, l’ordine tornerà, tutto andrà bene. Nient’altro.
Domanda 14: Signor Presidente, è stato accusato più volte di usare armi chimiche e questo è stato lo strumento di molte decisioni e un punto chiave, la linea rossa, per molte decisioni. Un anno fa, più di un anno fa, si è verificato l’evento a Douma che è stato considerato un’altra linea rossa. Successivamente, ci sono stati bombardamenti, e avrebbe potuto essere anche peggio, ma qualcosa si è fermato. In questi giorni, attraverso WikiLeaks, è emerso che qualcosa di sbagliato nel rapporto avrebbe potuto aver luogo. Quindi, nessuno è ancora in grado di dire cosa sia successo, ma potrebbe essersi verificato qualcosa di sbagliato nel riportare ciò che è successo.
Presidente Assad:  Abbiamo sempre – sin dall’inizio di questa narrazione riguardante le armi chimiche – detto che non le abbiamo usate; non possiamo usarle, è impossibile usarle nella nostra situazione per molte ragioni, diciamo – ragioni logistiche.
Maggioni: Mi ne dia una.
Presidente Assad: Una ragione, molto semplice: quando avanzi, perché dovresti usare armi chimiche?! Stiamo avanzando, perché dobbiamo usarle?! Siamo in un’ottima situazione, quindi perché usarle, soprattutto nel 2018? Questo è uno dei motivi.
Secondo, prove molto concrete che confutano questa narrazione: quando usi armi chimiche – questa è un’arma di distruzione di massa, parli di migliaia di morti o almeno centinaia. Ciò non è mai accaduto, mai – ci sono solo questi video di attacchi con armi chimiche. Nel recente rapporto che ha citato, c’è una discrepanza tra ciò che abbiamo visto nel video e ciò che hanno visto tecnici o esperti. La quantità di cloro di cui stanno parlando: prima di tutto, il cloro non è un materiale di distruzione di massa, in secondo luogo, la quantità che hanno trovato è la stessa quantità che puoi avere in casa, esiste in molte famiglie e utilizzato forse per la pulizia e quant’altro. La stessa quantità esattamente. È quello che ha fatto l’organizzazione OPCW: ha falsificato e manipolato  il rapporto, solo perché gli statunitensi volevano che lo facessero.
Così, fortunatamente, questo rapporto ha dimostrato che tutto ciò che abbiamo detto negli ultimi anni, dal 2013, è corretto. Avevamo ragione, avevano torto. Questa è una prova, questa è una prova concreta riguardo a questo problema. Quindi, ancora una volta, l’OPCW è di parte, viene politicizzata ed è immorale, e quelle organizzazioni che dovrebbero lavorare in parallelo con le Nazioni Unite per creare più stabilità in tutto il mondo – sono state usate come armi nordamericane e occidentali per creare più caos.
Domanda 15: Signor Presidente, dopo nove anni di guerra, lei parla degli errori degli altri. Vorrei che parlasse dei suoi errori, se presenti. C’è qualcosa che avrebbe fatto in modo diverso e qual è la lezione appresa che può aiutare il suo paese?
Presidente Assad:  Sicuramente, perché quando si parla di fare qualcosa, ci sono sempre degli errori; questa è la natura umana. Ma quando parliamo di pratica politica, ci sono due cose: hai strategie o grandi decisioni e hai tattiche – o in questo contesto, l’implementazione. Quindi, le nostre decisioni strategiche o le nostre decisioni principali dovevano contrastare il terrorismo, raggiungere la riconciliazione e contrastare le ingerenze esterne nei nostri affari. Oggi, dopo nove anni, adottiamo ancora la stessa politica; siamo più aderenti a questa politica. Se avessimo pensato che fosse sbagliato, l’avremmo cambiato; in realtà no, non pensiamo che ci sia qualcosa di sbagliato in questa politica. Abbiamo compiuto la nostra missione; abbiamo implementato la costituzione proteggendo le persone.
Ora, se parliamo di errori nell’implementazione, ovviamente ci sono tanti errori. Penso che se vogliamo parlare degli errori riguardanti questa guerra, non dovremmo parlare delle decisioni prese durante la guerra perché la guerra – o parte di essa, è il risultato di qualcosa precedente.
Due cose che abbiamo affrontato durante questa guerra: la prima era l’estremismo. L’estremismo è iniziato in questa regione alla fine degli anni ’60 e si è accentuato negli anni ’80, in particolare l’ideologia wahabita. Se vuole parlare di errori nell’affrontare questo problema: allora sì, dirò che eravamo molto tolleranti nei confronti di qualcosa di molto pericoloso. Questo è un grosso errore che abbiamo commesso nel corso di decenni; Sto parlando di diversi governi, incluso me stesso prima di questa guerra.
Il secondo, quando ci sono persone pronte a ribellarsi all’ordine, a distruggere proprietà pubbliche, a commettere atti di vandalismo e così via, lavorano contro il loro paese, sono pronte per andare a lavorare per potenze straniere – intelligence straniera. Quindi, questa è un’altra domanda: come li abbiamo fatti? Se mi chiede come, ti direi che prima della guerra c’erano più di 50.000 fuorilegge che non erano stati catturati dalla polizia per esempio; per quei fuorilegge, il loro nemico naturale è il governo perché non vogliono andare in prigione.
Domanda 16: E la situazione economica? Anche da qui è nato il malcontento e dai problemi della popolazione in alcune aree in cui l’economia non funzionava. È una lezione imparata?
Presidente Assad:  potrebbe essere un fattore, ma sicuramente non un fattore principale. Alcune persone parlano dei quattro anni di siccità che hanno spinto la gente a lasciare la propria terra nelle aree rurali per recarsi in città… potrebbe essere un problema, ma questo non è il problema principale. Hanno parlato della politica liberale… non avevamo una politica liberale, siamo ancora socialisti, abbiamo ancora un settore pubblico – un settore pubblico molto grande nel governo. Non puoi parlare di politica liberale mentre hai un grande settore pubblico. Abbiamo avuto crescita, buona crescita.
Ovviamente, nell’attuazione della nostra politica, ci sono di nuovo degli errori. Come puoi creare pari opportunità tra le persone? Tra zone rurali e tra le città? Quando si apre l’economia, le città ne trarranno maggiori benefici, ciò creerà più immigrazione dalle aree rurali alle città… questi sono fattori che potrebbero svolgere un ruolo, ma non è questo il problema. Nelle aree rurali in cui si ha più povertà, il denaro del Qatar ha svolto un ruolo più reale rispetto alle città, è naturale. Li paghi in mezz’ora quello che ottengono in una settimana; è molto buono per loro.
Domanda 17: Siamo quasi arrivati alla fine, ma ci sono altre due domande che vorrei farle. Uno riguarda la ricostruzione e la ricostruzione sarà molto costosa. Come può immaginare di permettersi questa ricostruzione, chi potrebbe essere il suo alleato nella ricostruzione?
Presidente Assad:  Non abbiamo un grosso problema con questo. Parlando che la Siria non ha soldi… no, in realtà i siriani hanno molti soldi; il popolo siriano nel mondo ha molti soldi e vuole venire a costruire il suo paese. Perché quando parli di costruire il paese, non si tratta di dare soldi alle persone, si tratta di ottenere benefici – è un business. Quindi, molte persone, non solo siriane, vogliono fare affari in Siria. Quindi, parlando di dove puoi avere fondi per questa ricostruzione, lo abbiamo già fatto, ma il problema è che queste sanzioni impediscono a quegli uomini d’affari o aziende di venire e lavorare in Siria. Nonostante ciò, abbiamo iniziato e, nonostante ciò, alcune società straniere hanno iniziato a trovare modi per eludere queste sanzioni e abbiamo iniziato a pianificare. Sarà lenta.
Domanda 18:  Conclusione su una nota molto personale, signor Presidente; si sente un sopravvissuto?
Presidente Assad:  Se si riferisce ad una guerra nazionale come questa, in cui quasi tutte le città sono state danneggiate dal terrorismo o dai bombardamenti esterni e altre cose, allora si può parlare di tutti i siriani come sopravvissuti. Penso che questa sia la natura umana: essere un sopravvissuto.
Maggioni:  Lei invece?
Presidente Assad:  Sono come i siriani. Non posso essere disconnesso da loro; Ho la stessa sensazione. Ancora una volta, non si tratta di essere una persona forte che è sopravvissuta. Se non hai questa atmosfera, questa società o questa incubatrice per sopravvivere, non puoi sopravvivere. È collettivo; non è una sola persona, non è uno scenario individuale.
Giornalista:  Grazie mille, signor Presidente.
 
Fonte:  www.lantidiplomatico.it
Link: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-video_assad_leuropa_principale_attore_nel_caos_creato_in_siria_ecco_lintervista_integrale_che_la_rai_non_ha_voluto_trasmettere/82_32074/?fbclid=IwAR0-hTgADUxo29AFEwnYjRlQUVFqIFpEiHnxo1948mfv5G98Av0cbMbFJPo
9.11.2019

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