CHE LA RUGIADA NON CI SPAVENTI. ALTRE COSE, SÌ…
Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, ho ricevuto, anche privatamente, richieste di chiarimenti e messaggi allarmati sulla nuova edizione del Messale che andrà in vigore fra breve nella Chiesa Italiana.
E anche sul web ci sono domande e perplessità. Per esempio, su GloriaTv, ho trovato questo messaggio:
<IMPORTANTE!!!! Ricevo e passo… sulla nuova messa a partire da Gennaio!!!!
Breve sunto dell’intervento del mons. FRANCO MAGNANI sulla nuova messa che andrà in vigore dalla 2° domenica del tempo ordinario 2020, e cioè da Gennaio.
Purtroppo essendo troppo lungo l’audio relativo al convegno sul nuovo messale, non posso condividerlo.
Ma in sintesi posso dirvi che saranno sostituite anche le parole prima della CONSACRAZIONE per cui, anziché dire:
Scenda o Signore il Tuo Santo Spirito, su questi doni che ti offriamo, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Salvatore, si dirà :
“SCENDA O SIGNORE LA TUA “RUGIADA” ……
Io credo CHE SOLO LO “SPIRITO SANTO DI DIO” può OPERARE IL MIRACOLO “TRANSUSTANZIAZIONE” * , non la *”RUGIADA” ❗❓
Per cui, da gennaio, potrebbe essere che la TRANSUSTANZIAZIONE non ci sarà più nelle nuove liturgie eucaristiche.
VORREI IL PARERE DI QUALCHE SACERDOTE “VERO”!>.
Purtroppo essendo troppo lungo l’audio relativo al convegno sul nuovo messale, non posso condividerlo.
Ma in sintesi posso dirvi che saranno sostituite anche le parole prima della CONSACRAZIONE per cui, anziché dire:
Scenda o Signore il Tuo Santo Spirito, su questi doni che ti offriamo, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Salvatore, si dirà :
“SCENDA O SIGNORE LA TUA “RUGIADA” ……
Io credo CHE SOLO LO “SPIRITO SANTO DI DIO” può OPERARE IL MIRACOLO “TRANSUSTANZIAZIONE” * , non la *”RUGIADA” ❗❓
Per cui, da gennaio, potrebbe essere che la TRANSUSTANZIAZIONE non ci sarà più nelle nuove liturgie eucaristiche.
VORREI IL PARERE DI QUALCHE SACERDOTE “VERO”!>.
§§§
Abbiamo chiesto al volo un parere a un sacerdote vero, che è esperto in questo campo, e che sappiamo non essere certo sospetto di simpatie verso innovazioni e invenzioni tanto più in campo liturgico e dottrinale. Un ottimo teologo, che ci ha risposto così:
Caro Marco,
attento a verificare bene le variazioni. La frase è corretta, perchè ‘rugiada’(acqua) è uno dei simboli dello Spirito Santo, come fuoco, vento ecc.(cfr Catechismo della Cattolica art.da 694 a 701). La rugiada è quindi un fenomeno dello Spirito: la rugiada scende silenziosa sulla terra e la irrora, producendo l’effetto della rigenerazione, del rinnovamento. La terra è una metafora dell’umanità. Mi pare abbiano preferito tale termine a quello di effusione, ritenendolo più corrispondente al testo latino del Messale romano, dove c’è il termine ‘rore’ ,ablativo, appunto da tradurre rugiada. Tale testo della preghiera eucaristica II è tratto dall’anafora di Ippolito(III sec).
Altra questione è l’opportunità e utilità di tali cambiamenti. Sai, purtroppo, se una commissione di esperti non fa almeno questo, si sente inutile.
Dunque, prudenza nell’andare dietro gli allarmismi: verificare sempre, dice san Tommaso.
in Domino Iesu.
§§§
Dunque, almeno sul senso profondo della preghiera ci sentiamo rassicurati. E spero che anche i lettori di Stilum Curiae lo siano. Le preoccupazioni in questa Chiesa, ahimè, sono altre e gravi. Ma di questo parliamo quasi ogni giorno, no?
Marco Tosatti
Sulla “rugiada dello Spirito”
Riguardo la modifica che sarà introdotta sulla prossima edizione del Messale Romano nella Preghiera euristica II, don Alfredo Morselli spiega che ciò non invaliderà la Santa Messa e che l’espressione usata — la “rugiada dello Spirito” — non è massonica ma biblica.
di D. Alfredo Maria Morselli (08-12-2019)
Sono stati resi noti alcuni cambiamenti che presenta la nuova traduzione del Messale Romano, e alcuni si brava.
Nel 1968 è entrato in vigore il nuovo Messale con quattro Preghiere eucaristiche; ovviamente il testo originale era in latino e poi è stato tradotto in italiano e nelle varie lingue nazionali. Il testo latino aveva già “rugiada”:
«santifica questi doni con la rugiada dello Spirito».
Quindi non è una novità: chi celebra in latino usa già “rugiada”.
Ricordiamoci che l’essenziale della Messa, cioè ciò che la rende valida o meno, sono esclusivamente le parole — «questo è il mio Corpo/questo è il mio Sangue» — con l’intenzione almeno implicita di fare ciò che fa la Chiesa, e sulla materia che è il pane e il vino.
Fatte salve me suddette cose, possono esserci Messe illecite, sacrileghe, pessime, fuorvianti, che fanno soffrire Gesù, ma valide validità, fruttuosità, liceità, sono tre concetti diversi.
In conclusione, se una Messa viene celebrata devotamente, pur con le parole “rugiada”, il nuovo Pater e altre sciocchezze, la Santa Messa è valida e si può fare la Santa Comunione con frutto.
Ciò non toglie che le nuove traduzioni del Pater e del Gloria, etc., siano pessime ma è dalla sera del Giovedì Santo che il diavolo lotta contro la Santa Messa. I malvagi fanno il loro mestiere, eppure ma non sono loro il problema.
Il problema, l’unico problema è: Cosa sto facendo io per essere parte del Calcagno dell’Immacolata e permetterle di schiacciare fin da subito anche con me la testa al serpente sono totalmente a disposizione dell’Immacolata?
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Riguardo la biblicità della “rugiada”:
«Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; / Israele, se tu mi ascoltassi! / Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie! / Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano. / I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre; / li nutrirei con fiore di frumento, li sazierei con miele di roccia» (Sal 81, 9.14-18)
Comunione in ginocchio, i nuovi discriminati
Ci risiamo. Un sacerdote ha rifiutato a un fedele la comunione in ginocchio in un paesino delle Marche. La cosa finirà davanti al vescovo. Il quale non potrà non dare ragione al fedele umiliato. Anzitutto citando nell'ordine: Codice di diritto canonico, Istruzione Inaestimabile donum, istruzione Cei, atti del Culto divino e Redemptionis Sacramentum. Più le parole di Benedetto XVI e del cardinal Sarah. E nessuna di queste proibisce la comunione in ginocchio.
Ci risiamo. Ogni tanto qualche sacerdote decide di essere particolarmente zelante e di imporre agli altri le proprie parziali sensibilità e convinzioni, soprattutto in fatto di celebrazione eucaristica.
Ad essere vittima di queste arbitrarie imposizioni, questa volta è toccato al signor Tullio Galluzzi, console della Repubblica del Senegal, devoto di San Giacomo della Marca (vedi qui), che si è recato al santuario di Monteprandone (AP), luogo di nascita del Santo, per partecipare alla Messa e ricevere la Santa Comunione. Il signor Galluzzi ha fatto quello che, secondo la sua stessa testimonianza, compie da quando era giovinetto, ossia ricevere Gesù Eucaristia in ginocchio. E fino ad ora nessun sacerdote ha mai pensato di rifiutargli la Comunione per un tale “oltraggio”. Forse perché la Chiesa non ha mai proibito di ricevere la Comunione in ginocchio, o forse più semplicemente perché hanno agito secondo un pizzico di buon senso: l’homo erectus è diventato sapiens proprio nel riconoscimento del proprio Dio e Creatore. Salvo involuzioni recenti.
Senonché, quando la sorte ha posto don Gian Luca Pelliccioni (in posizione eretta) di fronte al Galluzzi inginocchiato, il buon senso si è ritirato di fronte all’eccesso di fantasia. E di ideologia.
La difesa di don Pelliccioni è tutta da leggere: «Ho semplicemente invitato il fedele ad alzarsi con molta tranquillità e affetto; gli ho detto “il Signore ti vuole bene, tirati su”. Va puntualizzato che nel rito della comunione ci sono regole da rispettare e non viene previsto di mettersi in ginocchio. Senza dimenticare che tutto va contestualizzato, nel rito antico ci si metteva in ginocchio ma non era questo il caso. Non ho redarguito il fedele, anche se lui ha reagito male, l’ho solo invitato a tenere una posizione diversa e lui ha reagito male».
Non abbiamo motivo di dubitare dei modi gentili del sacerdote. Più di una perplessità sorge invece di fronte all’idea che la posizione eretta manifesti la comprensione che “il Signore ci vuole bene”, come a dire che chi si mette in ginocchio pensi di essere oggetto dell’ira divina. Una certezza, infine, si impone circa la conoscenza delle «regole da rispettare» da parte di don Pelliccioni: non le conosce.
Andiamo con ordine. Il principio generale del Codice di Diritto Canonico prevede che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano ben disposti e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli» (can. 843 § 1); questo canone viene precisato in riferimento all’Eucaristia nel can. 915: «Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto». Don Pelliccioni ci deve spiegare se il porsi in ginocchio davanti alla Comunione possa essere ritenuto «peccato grave manifesto».
Seconda considerazione. Sarebbe interessante sapere dove sia scritto che prima della riforma liturgica la Comunione si doveva ricevere in ginocchio e dopo la riforma la si debba ricevere in piedi. Nel 1980, ossia abbondantemente dopo l’entrata in vigore del nuovo rito, la Sacra Congregazione per i Sacramenti ed il Culto Divino emanava l’Istruzione Inaestimabile Donum. Al paragrafo 11 si può leggere che «la Chiesa ha sempre richiesto ai fedeli rispetto e riverenza verso l’Eucaristia, nel momento in cui la ricevono. Quanto al modo di accostarsi alla Comunione, questa può essere ricevuta dai fedeli sia in ginocchio che in piedi, secondo le norme stabilite dalla Conferenza episcopale». L’Istruzione precisa poi che l’atto di inginocchiarsi «esprime adorazione» (ossia il riconoscimento grato e umile che il Signore ci vuole bene...) e perciò non è richiesto nessun «altro segno di riverenza verso il santissimo Sacramento». Mentre invece, a quanti la ricevono in piedi viene richiesto «un atto di riverenza prima di ricevere il Sacramento». Giusto per contestualizzare.
Nove anni dopo, la XXXI Assemblea Generale Ordinaria della CEI emanò un’Istruzione sulla Comunione Eucaristica (delibera n. 56), nella quale non si proibisce affatto di ricevere la Comunione in ginocchio, ma si norma la modalità di ricevere la Comunione in piedi sulla lingua o sulle mani.
Nel 2002, in risposta alle lamentele di alcuni fedeli, la Congregazione per il Culto Divino (prefetto era allora il Cardinal Medina Estévez) scrisse al vescovo della diocesi cui appartenevano i fedeli in questione, per dare dei chiarimenti: «La Congregazione è effettivamente preoccupata di fronte al numero di tali lamentele ricevute negli ultimi mesi da varie direzioni, e ritiene che qualsiasi rifiuto della Santa Comunione ad un fedele sulla base del suo modo di presentarsi sia una grave violazione di uno dei più fondamentali diritti del fedele cristiano [...]». La Congregazione richiamava proprio il canone 841 e chiariva che «anche ove la Congregazione abbia approvato norme sulla posizione del fedele durante la Santa Comunione, in accordo con gli adeguamenti ammessi alla Conferenza Episcopale dall'Institutio Generalis Missalis Romani 160 comma 2, ciò è stato fatto colla clausola per cui su tale base non si potrà negare la Santa Comunione ai comunicandi che sceglieranno di inginocchiarsi». Dunque, nessuna Conferenza Episcopale può proibire al fedele di inginocchiarsi per ricevere la Comunione. La Congregazione domandava inoltre al vescovo di indagare sui sacerdoti che avevano commesso questo abuso, precisando che «conviene ai sacerdoti il capire che la Congregazione terrà molto serio conto di future lamentele di tale natura, e se esse venissero verificate è determinata a richiedere azioni disciplinari consone al peso dell'abuso pastorale».
Due anni più tardi la stessa Congregazione emanava la più nota Istruzione Redemptionis Sacramentum, nella quale si ribadiva la possibilità di ricevere la Santa Comunione sia in ginocchio che in piedi e si chiariva ancora una volta che «non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi» (n. 91).
E’ noto come Benedetto XVI abbia favorito la recezione della Santa Eucaristia in ginocchio e proprio l’anno scorso, l’attuale prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il Cardinale Robert Sarah, nella prefazione al libro La distribuzione della comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali, esortava a «promuovere la bellezza, l’appropriatezza e il valore pastorale di una pratica sviluppata durante la lunga vita e tradizione della Chiesa, cioè l’atto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua e in ginocchio». Oltre alla secolare tradizione di questo gesto ed alla normativa disciplinare che abbiamo ricordato, il Cardinal Sarah domandava di guardare alla grande pedagogia liturgica dell’Angelo di Fatima, che insegnava ai bambini a prostrarsi a terra dinanzi all’Eucaristia.
Ben a ragione, allora, il signor Galluzzi è determinato ad andare fino in fondo a questa vicenda, domandando al vescovo, S.E Mons. Carlo Bresciani, di essere ricevuto; se necessario, sarà doveroso anche rivolgersi alla Congregazione per il Culto Divino.
Nel libro intervista con Peter Seewald Luce del mondo, Benedetto XVI aveva ben chiaro il senso della sua decisione di dare la Comunione sulla lingua e in ginocchio: «Facendo sì che la Comunione si riceva in ginocchio e la si amministri in bocca, ho voluto dare un segno di profondo rispetto e mettere un punto esclamativo circa la Presenza reale [...]. Deve essere chiaro questo: È qualcosa di particolare! Qui c’è Lui, è di fronte a Lui che cadiamo in ginocchio».
E’ così difficile da capire?
Luisella Scrosati
Unoo,due,unoo,due,unoo,due,unoo,due,unoo,due....tutti allignati come bei soldatini:qualche anno fa mi chiedevo come fosse possibile per l'anticristo farsi accogliere tranquillamente da tutti,senza trovare ostacoli!Ora lo so: appena si manifesterà ci sarà sicuramente un Marco Tosatti in compagnia di un Don Morselli e qualche altro ben pensate che dirà:tranquilli gente non c'è nulla di cui preoccuparsi,c'è di peggio!D'altronde chi continua a
RispondiEliminapartecipa alle messe novus ordo in unione con un individuo idolatra dovrebbe scandalizzarsi se vede qualche fedele in ginocchio che prega,e il prete sull'altare che non fa il buffone!!Meno male per loro che questo non succede più....quindi ben venga la rugiada,la nebbia,la brina,la scarnebbia,la foschia la bassa e l'alta pressione,e un meterologo che sull'altare vi dia le previsioni del tempo con le temperature di Roma,Milano,Bari,Palermo e Torino, Napoli secondo estratto:vi abbiamo trasmesso le estrazioni del lotto!!Ma mi raccomando...non preoccupatevi" stanno tutti bene" Un ultima cosa:come l'avete risolta la faccenda del" sesso degli angeli "con il" vero prete e ottimo teologo"?