ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 16 febbraio 2020

In gergo si chiama "quadra"..

È guerra santa in Vaticano


Ci ha pensato Bergoglio a vivacizzare il tempo liturgico ordinario del calendario romano che intercorre tra il Battesimo di Gesù e la Quaresima, con due colpi di scena degni di Dan Brown. Con il primo, ha scombussolato i Palazzi Apostolici relegando il fascinoso padre George Gänswein, “l’uomo che sussurrava a due Pontefici”, in una sorta di arresti domiciliari; con il secondo, ha incontrato l’ex Presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, di fatto infiammando il Sud America.

Due episodi distinti che dimostrano come Francesco segua un’agenda tutta sua e si senta legittimato ad entrare a gamba tesa nelle segrete stanze che ospitano Ratzinger, dando così un avvertimento a tutta la frangia tradizionalista della Chiesa che non si riconosce più nella sua dottrina nonché a quella polveriera tra Usa e Russia che è diventata il Centro-Sud America. Con Colombia e Bolivia pronte ad esplodere. Sullo sfondo, la lotta, non troppo sotterranea, per un futuro Conclave. Ma andiamo con ordine. Sembra che il Papa emerito sia finito, suo malgrado, in un triangolo del fuoco. Nell’ex convento Mater Ecclesiae, che un tempo accoglieva una comunità di religiose e che oggi ospita Ratzinger in perpetua orazione al Santissimo, si è consumato l’ultimo episodio che ha contrapposto i due Papi. 
Da tempo, Benedetto è conteso tra le Memores Domini (le consacrate che lo accudiscono fin dall’inizio del suo pontificato), la segretaria suor Birgit Wansing e Georg Gänswein, il George Clooney in abito talare che abbiamo visto su molte riviste, autodefinitosi “lo spazzaneve del Papa”, per la sua capacità di appianare tutto. Gänswein mai avrebbe pensato di poter essere spazzato via proprio da Bergoglio, che mal lo aveva sopportato come potentissimo prefetto della Casa Pontificia. Secondo i bisbigli dei confessionali, proprio in assenza del bel concierge tedesco, il Papa emerito ha scritto al cardinale Robert Sarah, ultraconservatore autore del libro che ha espresso la contrapposizione di Benedetto a Francesco sui temi del celibato e dell’apertura del sacerdozio alle donne. Questa uscita è avvenuta prima della pubblicazione del documento nel quale Bergoglio ha evitato di modificare i principi discussi nel Sinodo dell’Amazzonia, che in molti temevano potessero portare ad una rivoluzione copernicana nella Chiesa di Roma. Pare che, a suggerire il documento, sia stata suor Birgit, ma ciò è comunque servito a Francesco per umiliare padre Georg, dopo aver compreso quanto ingombrante sia divenuta la presenza di Benedetto XVI, soprattutto quando viola il silenzio nel quale aveva promesso di ritirarsi.
La reazione del Papa non ha tardato. Senza preavviso, Georg, amante dei Beatles e dei Pink Floyd, è stato demansionato e messo all’esclusivo servizio del Papa tedesco, dal quale non potrà più allontanarsi. Il tentativo di esiliarlo a Magonza come vescovo è subito abortito per le barricate alzate contro di lui, a causa del suo discutibile carattere, dalla curia locale. Con questa mossa, Francesco si è ispirato al famoso detto di Mao “colpiscine uno per educarne cento”, ma i conservatori, soprattutto quelli tedeschi e africani che si identificano nei cardinali Müller e Sarah, stanno già preparando una rappresaglia.
A questo subbuglio, Bergoglio ha candidamente aggiunto l’incontro di ben un’ora, rispetto agli usuali 15 minuti di udienza concessi ai capi di Stato in carica, con l’ex Presidente del Brasile Lula, da poco uscito dal carcere e simbolo della sinistra al potere in Sud America, in contrapposizione all’attuale Presidente Bolsonaro. Un’iniziativa che in un colpo solo ha fatto imbestialire Trump e gioire Putin, che sta giocando tutte le sue carte non solo per difendere Maduro in Venezuela, ma soprattutto per rafforzarsi in tutta quell’area, ora che anche in Argentina può contare su un Presidente amico, Alberto Fernandez, dopo la breve parentesi di Mauricio Macri. Secondo alcuni dispacci, sembra che Lula, dopo Bergoglio, voli proprio a Mosca, mentre in Brasile è nell’aria una guerra giudiziaria contro Bolsonaro, favorita anche dalla Chiesa più riformista e vicina ai temi ecologici e della salvaguardia della natura. Tutto torna.
Quando Lula è tornato libero, nella sua prima dichiarazione ha ringraziato con parole piene di affetto Papa Francesco, che durante la prigionia gli aveva inviato delle lettere ed un rosario. Bergoglio, a seguito delle parole di Lula, gli ha scritto di nuovo, precisando, inter alia, che sarebbe stato onorato di incontrarlo di persona. Mentre avveniva tutto ciò, improvvisamente Bolsonaro ha fatto presentare al Parlamento federale un proposta di legge per lo sfruttamento minerario ed energetico dell’Amazzonia: trivellazione e industrializzazione delle acque à gogo.

Un segnale di guerra a Francesco per il suo appoggio a Lula. Quest’anno, in Sud America, il tempo liturgico ordinario è durato meno del solito.

Ora papa Francesco cerca l'accordo con i tradizionalisti

Papa Francesco ha inoltrato una missiva distensiva al cardinale Mueller. Adesso Bergoglio cerca la quadra con il "fronte tradizionale"


Il cardinale Gherard Ludwig Mueller ha ricevuto una missiva firmata dal pontefice argentino. Un testo di raccordo tra due visioni che apparivano inconciliabili.
Il Papa ha scritto a Mueller soprattutto quanto segue: "Caro fratello, molte grazie per il tuo libro: il tuo testo sul post-sinodo mi piace".
L'ex vertice dell'ex Sant'Uffizio, nelle sue riflessioni librarie, che sono apparse anche sul National Catholic Register, ha annotato come il gesuita, non prestando il fianco alla spinta ultraprogressista, avesse posto le basi per una "riconciliazione". Tra chi? Tra quelli che, semplificando, vengono appunto chiamati "progessisti" e coloro che, al contrario, vengono definiti "tradizionalisti". Tra i favorevoli all'abolizione del celibato sacerdotale, dunque, e i contrari a qualunque velleità di riforma. Sullo sfondo, ma neppure troppo, c'è "Querida Amazonia", l'esortazione apostolica in cui Papa Francesco, secondo le previsioni dei più, avrebbe dovuto aprire ai "viri probati" e persino all'ordinazione di persone sposate. Non è andata così. Adesso i progressisti incalzano, mentre i conservatori plaudono. I piani risultano essere ribaltati.
È del resto un Papa Francesco diverso da quello che gli analisti avevano immaginato: Jorge Mario Bergoglio, dopo aver chiuso all'abolizione del celibato sacerdotale, ha offerto un assist al "fronte tradizionalista", che non può non constatare come il Santo Padre stia cercando quella che in gergo si chiama "quadra". Le affermazioni contenute nella lettera che l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha inoltrato al porporato tedesco sono brevi, ma ricche di significato e molto utili in termini di retroscena. Perché il cardinale Gherard Ludwig Mueller, come altri alti prelati conservatori, si era distinto in queste fasi per il timore espresso nei confronti dello sconvolgimento della prassi: quella che regola la vita dei sacerdoti. Ma il teutonico è anche l'ecclesiastico che il Santo Padre non ha confermato alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede, preferendo la nomina di un gesuita. L'armonia, insomma, sembra essere stata ritrovata.
Il cardinal Robert Sarah e il papa emerito Joseph Ratzinger, seppur rispettando la subalternità gerarchica al Papa ed evidenziando il rapporto filiale con Bergoglio, hanno segnalato l'esistenza di un pensiero ortodosso in tema di celibato sacerdotale. "Dal Profondo del Nostro Cuore" può aver frenato le velleità dei progressisti. E magari anche quelle di Bergoglio. Ma queste sul "taglia fuori" operato nei confronti della visione papale sono solo supposizioni o al limite deduzioni. La missiva che Jorge Mario Bergoglio ha deciso di scrivere, invece, è sicuramente vera. Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, Bergoglio ha optato per la lingua spagnola. Mueller, che in passato ha segnalato come qualche alto prelato lo volesse a capo di un gruppo di "anti-bergogliani", può dirsi soddisfatto.
I progressisti, però, potrebbero non mollare la presa. Anzi, il "concilio interno" dell'episcopato tedesco può svolgere la funzione di acceleratore in materia di abolizione del celibato sacerdotale. Di questi tempi, però, il Papa ed il cardinale Rehinard Marx, che è il principale sostenitore di una riforma sul sacerdozio, sembrano essere in disaccordo.

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