ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 16 marzo 2020

Settanta volte sette?

Sette&Dintorni: a causa dei Neocatecumenali di San Kiko Arguello e di Santa Carmen Hernandez insigni dottori della Chiesa, quattro comuni della Campania finiscono in quarantena per coronavirus

La vera natura dei Neocatecumenali, da sempre falsamente ossequiosi alla Chiesa e alla sua autorità, è venuta alla luce anche in questo momento di grave emergenza. Infatti è accaduto che per causa loro, quattro comuni della Campania, sono stati messi sotto quarantena nella provincia di Salerno, si tratta delle località di Sala Consilina, Caggiano, Polla, Atena Lucana.





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Chi sono i Neocatecumenali, fondati dal pittore bohemien spagnolo Kiko Argüello e da Carmen Hernandez? L’ho spiegato in un libro alla cui lettura rimando: sono una delle peggiori sette ereticali intra-ecclesiali che si sia affacciata nel panorama della Chiesa nell’intera storia della modernità. In questo mio libro, edito pochi mesi fa, ne spiego la storia, ma soprattutto i danni prodotti all’interno della Chiesa, dove a partire dall’epoca del Santo Pontefice Paolo VI scoppiò la grande ubriacatura dei movimenti laicali, che a seguire sotto il pontificato del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, alcuni videro a loro modo come una sorta di futuro della Chiesa, sbagliando in ciò gravemente, ahimè Pontefici inclusi.
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La vera natura dei Neocatecumenali, da sempre falsamente ossequiosi alla Chiesa e alla sua autorità salvo fare da sempre, di prassi e rigore, ciò che vogliono e come vogliono, è venuta alla luce anche in questo momento di grave emergenza. È infatti accaduto che per causa loro, quattro comuni della Campania, sono stati messi sotto quarantena nella provincia di Salerno, si tratta delle località di Sala Consilina, Caggiano, Polla, Atena Lucana [vedere in cronaca, QUI].
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Violando tutte le regole come di prassi i Neocatecumenali sono soliti fare da sempre nelle loro chiuse salette, salvo poi aggredire con spirito settario e menzognero chiunque li abbia pubblicamente smascherati nel corso del tempo — incluso il sottoscritto ricoperto per mesi di insulti in giro per tutta la rete telematica —, in piena emergenza coronavirus hanno tenuto una celebrazione liturgica kikiana. Il risultato è stato il seguente: in seguito a meticolose ricostruzioni della catena del contagio, i contagiati risultano a oggi 22 in totale, incluso il sacerdote celebrante. Tra i partecipanti un uomo di 76 anni di Belizzi è già deceduto il 10 marzo, mentre la moglie risultata positiva a coronavirus attualmente è in quarantena. I “contatti stretti” avvenuti durante il rito kikiano hanno sino a oggi prodotto come risultato 45 contagi a Sala Consilina, 20 a Caggiano, 10 a Polla, 8 ad Atena Lucana, 5 a Teggiano, 5 a Montesano, 3 a Buonabitacolo, 3 ad Auletta, 2 a Sant’Arsenio e 3 a Padula, per un totale di 104 infetti [si rimanda alla cronaca, QUIQUI, ecc …].
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A questo punto ci aspettiamo dai Neocatecumenali, come loro stile e costume, il rituale grido: «Siamo stati approvati, siamo stati approvati, in tutto e per tutto da due Pontefici Santi! E chi è contro di noi, è contro la Chiesa e la santità di questi Pontefici». Per seguire con insulti distruttivi a non finire da sempre rivolti verso chiunque abbia cercato di avversarli e di mettere in luce le loro derive dottrinali e le loro eresie, che si sono sviluppate e hanno preso piede proprio per la debolezza dimostrata verso di loro dalla Chiesa e dagli ultimi quattro Sommi Pontefici. Esattamente come spiego, con documenti e prove non passibili di smentita, in questo mio libro, che sinceramente vi consiglio di leggere, anche per capire quali gravi virus sono stati prodotti nel corso degli ultimi cinquant’anni al nostro interno dalla mancanza dell’esercizio di autorità da parte della Chiesa, dei Sommi Pontefici e dei Vescovi.

dall’Isola di Patmos, 16 marzo 2020

AutoreAriel S. Levi di Gualdo













INVOLUZIONE DEL MOVIMENTO NEOCATECUMENALE: I SEGNI

Per noi cattolici, sopravvissuti all’esperienza devastante vissuta nel Movimento Neocatecumenale, alcuni “segni” dell’ormai inarrestabile declino di tale Movimento sono lucidamente percepibili e non possiamo che assistere all’opera del Signore, che tutto può laddove non arriva o non vuole arrivare l’uomo.

Il Movimento Neocatecumenale ha vissuto i suoi momenti di gloria, insieme all’illusione più o meno dichiarata di sentirsi chiamato a “rifondare” la NUOVA CHIESA, intorno a qualche decennio passato, proponendo una predicazione ed una liturgia “innovative”, su un’errata interpretazione del Concilio pastorale Vaticano II.

Come molti, anche i due fondatori di questa setta, hanno creduto che il Concilio avesse inteso rompere con la tradizione, introducendo elementi di libertà liturgica e dottrinale che potessero portare all’arbitrario “rinnovamento” della Chiesa, soprattutto fraintendendo che espressioni come “nuova evangelizzazione” si riferissero a “nuovi” contenuti invece di un nuovo impulso di evangelizzazione, nuova ripresa dell'evangelizzazione, ma sempre ancorata alla base irrinunciabile di tutto il depositum fidei bimillenario della Chiesa, affidatole dallo stesso Gesù.

Così c’è stato un tempo in cui i neocatecumenali hanno attratto molti, soprattutto proponendo una liturgia “partecipata”, in cui ognuno ha un ruolo, una liturgia “allegra”, infarcita di strumenti musicali di libero gusto (addirittura nacchere), di continui battiti di mani secondo un caratteristico ritmo, di balletti “nuovi” intorno ad un tavolo chiamato “mensa” e rigorosamente non “altare”, che coloro col ruolo di “ostiari” ogni volta addobbano superando se stessi con i più disparati “frutti della terra”.

Oltre a questo, si è assistito impotenti all’introduzione di molteplici “novità”.

La “nuova comunione” sotto le due specie, ma al posto dell’ostia utilizzata da tutta la Chiesa, una contraddistintiva schiacciatina fatta in casa e l’uso di bere le specie del vino dalla stessa coppa da parte di tutti i partecipanti, per molti anni da SEDUTI come ad una tavola e dopo, dovendosi adeguare (in modo però parziale) alle disposizione della Santa Sede del 1° dicembre 2005, ricevendo le specie in piedi e consumando il Corpo di Cristo sempre SEDUTI e all’unisono, disubbidendo alle norme liturgiche che prevedono che il “presbitero” si debba comunicare PRIMA del popolo…

Se volete, su youtube c'è pure la ricetta
E poi, l’ “abbraccio della pace”, al posto della consueta stretta di mano, diventato poi occasione di chiacchiere e commenti, del tipo “ma che bel vestito”, “hai saputo la novità?…” e della disordinata migrazione degli adepti in circolazione libera all’interno degli spazi, indifferentemente addossati alla “mensa-altare” in irrispettosi volta-schiena, nonché occasione per i più arditi, di potersi fumare qualche tiro di sigaretta.
Se vi fa fatica
incidere tutti i segni,
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Quindi, l’istituzione della “decima” e del “bottino”, che ha fatto sentire gli adepti veramente impegnati nella battaglia per la “liberazione dall’idolo del denaro”, in un modo diverso dalle elemosine parrocchiali, a beneficio esclusivo della PROPRIA comunità e del PROPRIO Movimento. La parte del raccolto del “bottino” devoluta ai vescovi, è stata ugualmente a beneficio del Movimento, comprandosi ed attirandosi il lasciapassare per l’infestazione delle parrocchie. I poveri della parrocchia hanno visto l’aiuto neocatecumenale una sola volta durante tutto il percorso: nella spartizione percentuale del “bottino” incamerato al II passaggio, poi MAI PIÙ.
Insomma, davvero “unici”, davvero “speciali”, davvero “LORO” e non “NOI”, diversi da tutto il resto…

Finché hanno potuto operare nell’ “arcano”, nel “segreto” del loro “mondo” e delle loro salette, si sono accresciuti attirando soprattutto parrocchiani ingenui o bisognosi di “novità” esteriori, che a loro volta hanno portato “alla chiesa” i loro amici e parenti lontani, promettendo che lì era tutto diverso, tutto nuovo, tutto molto più “profondo”, rispetto alla stanca parrocchia, piena di regole “antiquate” e canti melensi, nonché le tanto disprezzate “voci a prete” dei sacerdoti, tanto derise e sbeffeggiate dai “nuovi predicatori” energici e teatrali.

Per un po’ è durata, ma nel tempo, una volta accortesi di dove erano andate a cascare, molte persone hanno abbandonato, la maggioranza portando con sé le ferite e le maledizioni a loro indirizzate soprattutto dai cosiddetti “catechisti”, fantomatiche figure laiche che all’interno del Movimento hanno il compito e l’ “autorità” di dirigere tutta la vita del “catecumeno” e che sono IL RIFERIMENTO, a dispetto del sacerdote, di tutta la direzione spirituale. Il sacerdote infatti è “un fratello come noi, col solo compito irrinunciabile di celebrare il servizio dell’Eucarestia e della confessione”, come altri hanno il compito di cantore, ostiario, catechista, didascalo, padrino, ecc… Nessuna particolare ministerialità ma anzi, totale soggezione anche per lui al “catechista” laico. Soggetti alla direzione spirituale del laico “catechista” perché, per chi ci crede, tali cosiddetti “catechisti” ricevono un invisibile ed incontestabile Spirito Santo direttamente dall’Alto. Il prete invece, parrebbe di no.

È successo però che i cosiddetti “fuoriusciti”, una volta psicologicamente liberati per grazia di Dio dalle grinfie della setta, hanno potuto iniziare a parlare, non solo viva voce, ma grazie all’era internetica, anche su più larga scala.

Il primo a bere dalla coppa è il presbitero,
poi tutti gli altri
È successo che molti preti e vescovi hanno conosciuto e rifiutato di installare in parrocchia il bubbone primordiale e non sono mancati scritti anche autorevoli di denuncia per il trattamento riservato ai fedeli e alla Chiesa da parte di questa “NUOVA CHIESA” neocatecumenale.

Insomma, l’ “arcano” che difendeva questa nuova fioritura si è man mano spezzato e il Movimento Neocatecumenale ha cominciato ad evidenziarsi per quello che è: una setta ricchissima, con centinaia di proprietà immobiliari in tutto il mondo, all’interno della quale vige la dittatura delle improbabili figure laiche dei “catechisti”, con preparazione esclusivamente neocatecumenale, ma con potere assoluto usurpato alla figura sacerdotale, in una guida spirituale aspramente rivendicata, ma malamente riposta.

Tutto questo, tra le pieghe delle normative ecclesiastiche, ha potuto accreditarsi ed espandersi, fino ad ottenere generiche approvazioni sempre e soltanto di tipo amministrativo (per esempio lo Statuto, che non prevede né le “decime”, né la “comunione seduti”, né l'abbeverarsi tutti “allo stesso calice”, ecc.), approvazioni discusse e discutibili (per esempio il Direttorio Catechetico, di cui è stata solo “approvata la pubblicazione”), che però sono state la foglia di fico per evitare finora la meritata espulsione dalla Chiesa.

Gli uomini, nelle figure di coloro che rappresentano di volta in volta le varie autorità, hanno sempre trovato il modo di preservare l’esistenza di questo Movimento virale, ma dove non arriva l’uomo, fa il Signore direttamente, quando il vaso è colmo.

Ci insegnavano, nel Movimento Neocatecumenale, a considerare i “segni” con cui il Signore parla alla nostra vita, spesso considerando segni cose normalissime o interpretando il “segno” secondo il proprio vantaggio, per confermare la “propria volontà”, cercando ogni volta di considerare “prove” i segni non graditi o inequivocabilmente contrari.

E ultimamente, il Signore ne sta mandando in quantità di questi “segni”, anche se i neocatecumenali non li vogliono vedere.

Ormai da decenni assistiamo alla progressiva diminuzione delle adesioni al Cammino, imputabile in via concreta all’ormai riconoscibilità del Movimento Neocatecumenale come qualcosa da evitare, che nemmeno desta più interesse né al di fuori né al di dentro del popolo di Dio. Le uniche new entries sono rappresentate dai figli che “per obbligo” devono affrontare il cammino iniziatico già da adolescenti, dai 14 anni, salvo poi abbandonare allo scoccare della maggiore età o anche prima. Poco altro ovunque.

"Meme" dei "figli del Cammino".
Non dicono che vanno
all'Eucarestia neocatecumenale?

Gli abbandoni o i decessi superano di gran lunga i nuovi arrivi e quindi le comunità vanno soggette a continue fusioni per raggiungere il numero minimo di partecipanti o addirittura vengono lasciate per anni in gruppetti autoreferenziali di circa dieci persone, a volte anche meno, perché la comunità “ricevente” è ormai stremata da continue nuove introduzioni annuali, o perché “è buono” che meno di dieci persone si possano contare come una comunità in più. Lo sapete, no? Nel mondo le comunità sono "ventimila"!

Se a tutto ciò aggiungiamo la progressiva chiusura al neocatecumenalesimo in tante parrocchie dove prima era presente, tanto da comportare il trasferimento degli adepti in parrocchie diverse o temporaneamente “apolidi” fino a nuove disposizioni, si capisce che il quadro non è per nulla rassicurante per il Movimento Neocatecumenale.

Noi vediamo in questi “segni” la mano di Dio, che dopo aver dato spazio all’uomo, si è stancato ed ha iniziato ad agire, “non ispirando” più le persone a buttarsi in questa improbabile “avventura”.
Se si dice che il Movimento Neocatecumenale è “stato ispirato dallo Spirito Santo”, dobbiamo quindi accettare come “segno” anche che lo Spirito Santo abbia smesso di ispirare le persone a parteciparvi, perché è lo Spirito Santo che ha forza calamitante, non l’uomo, per quanto daffare possa darsi.

Ultimamente però, a questo si è aggiunto un ulteriore “grande segno”, e lo diciamo con dolore e partecipazione, per la gravità calamitosa che rappresenta.

«...disegno realizzato da Kiko,
...ed una colomba che
rappresentasse il segno
vissuto a Pechino...»
Kiko alcuni anni fa si era messo in testa di “conquistare” la Cina (parole sue) e vaneggiava di inviare 20.000 preti neocatecumenali in Cina, una quantità di famiglie in missione, tanto che addirittura, nel 1995 ha inteso praticare un esorcismo sulla Cina salendo con alcuni suoi fedelissimi a pranzare sul ristorante della torre delle antenne televisive, la torre più alta di Pechino. Pare che l’esorcismo abbia funzionato al contrario: più che scacciare i demoni, sembra li abbia richiamati molto ben organizzati, per stendere un velo di dolore e di morte, iniziando dalla prima epidemia sviluppatasi in Cina nell’anno 2003.

A settembre 2019 i neocatecumenali sono riusciti a farsi “affidare” un seminario a direzione neocatecumenale a Macao (dal loro grande amicone cardinal Filoni), del quale peraltro si sa poco e nulla, si sa solo che è diretto dai neocatecumenali, ma che dipende ufficialmente da Propaganda Fide. Sembrava una vittoria, anche se i seminaristi inviati per primi risultavano essere solamente 4 o 5 in totale.

Adesso, con la pandemia partita dalla Cina, quasi tutti i “missionari” neocatecumenali sono rientrati in patria e chissà quando ci potranno tornare. Chissà anche cosa troveranno quando e se ritorneranno, dato che il regime cinese di fronte a tali calamità prende misure piuttosto drastiche per i controlli e le autorizzazioni.

Ci vorrà molto tempo affinché si possa parlare di ritorno alla normalità e potrebbe anche darsi, visto che la Cina ha le sue idee riguardo al cristianesimo e agli stranieri, che la “normalità” si presenti diversa da come lo era prima. Chissà…
Ma l’effetto coronavirus è andato ad incidere anche sulle modalità “cavallo di battaglia” dell’Eucarestia neocatecumenale.

E cioè il bere promiscuamente dallo stesso coppone ottagonale le specie del vino (il sangue di Cristo), modalità obbligatoria nel Cammino fino a qualche settimana fa, quando dai piani alti hanno scaricato la responsabilità sul «Parroco e/o Presidente», come se queste figure fossero ascoltate nel Cammino anche quando non sono perfettamente d'accordo coi cosiddetti “catechisti” neocatecumenali (nel Cammino «l'ubbidienza al catechista è tutto», parola di Kiko!). Ebbene, abbiamo già notizie di cronaca di focolai di infezione in comunità neocatecumenali, tali da indurre divieti perentori da parte delle autorità civili.

"Santo abbraccio della pace" neocatecumenale
Anche il "segno della pace", che nel Movimento Neocatecumenale consiste nel “santo abbraccio”, dovrebbe subire la stessa sorte, visto che se è sconsigliata e temporaneamente sospesa la semplice stretta di mano, molto di più dovrebbe esserlo l’ “abbraccio”.

Naturalmente, dato che il buonsenso non è il pezzo forte dei neocatecumenali, ci aspettiamo sortite di varia natura, come avvenne ai tempi della meno impattante SARS, in cui nessuna misura precauzionale fu adottata, almeno dalle mie parti.

La predica stagionale di Kiko
(detta “annuncio di Pasqua“)
stavolta arriverà in forma cartacea
Tutti questi “segni”, che di sicuro non agevolano ma frenano l’avanzata del Cammino e le sue prassi, a noi non sembrano per nulla “prove” alle quali gli adepti sono sottoposti, ma piuttosto indizi che i Movimenti ereticali e le dissacrazioni eucaristiche debbano finire, a dispetto dei tentativi umani di preservarli.

Così come anche la “conquista” della Cina, la quale casomai ha bisogno non di essere “conquistata”, ma di essere evangelizzata secondo il Magistero perenne della Chiesa, difendendo fino all’ultimo il deposito della fede, nel rispetto della realtà locale.

Può darsi che alcuni siano segni che durino solo un tempo, anzi sarà proprio così ma intanto, tra tutte le conseguenze possibili, per l’appunto si riflettono su alcune delle maggiori “novità” neocatecumenali e dovrebbero essere visti come un “freno”, non di certo come una facilitazione.

Circolava un tempo una barzelletta di un neocatecumenale finito all’inferno, che si aggirava pensoso domandandosi: “Cosa mi vorrà dire il Signore con questo fatto?”. Fatto o segno, in certi casi sono la medesima cosa, perché i segni spesso sono costituiti da eventi e da fatti.

Se solo ci ascoltassero, proveremmo noi a spiegarglielo, cosa probabilmente vuol dire il Signore “con questi fatti”. L’avremmo potuto spiegare anche al dannato della barzelletta.
Ma loro non ascoltano, se non la voce del cosiddetto “catechista”, quindi li lasceremo ai loro “segni-prove”, a domandarsi perpetuamente il perché…

https://neocatecumenali.blogspot.com/2020/03/involuzione-del-cnc-i-segni.html

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