ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 6 marzo 2020

Vlericalchic o clericachoc?

Coronavirus – Non ci sono le Messe? Ci pensano i “simpatici francescani” ad animare le domeniche



Il mio amico Raffaele, marchigiano doc, gira la campagna per lavoro e, quando passa da Montedinove, mi manda sempre un’immagine presa con il cellulare. Raffaele sa che ho un debole per quel luogo perché è la terra di Cino Del Duca, il fondatore della casa editrice in cui sono diventato professionista.
Ma Raffaele sa che ho anche un debole per manifesti, volantini e annunci tratti dal campionario clericale: clericalchic o clericachoc non fa differenza, li colleziono tutti. Qualche tempo fa ne avevo trovato uno carino nella basilica di Loreto in cui si specificava “Qui non confessioni, ma dialogo e ascolto”. Lo pubblicai e lo commentai con grande disdoro delle autorità competenti, ma, come si suol dire, manifesto canta e villan dorme.

Insomma, la terra marchigiana è destinata a darmi soddisfazione non solo quanto ad amici, mare, sole, campagna e monti. Eccoci così al nuovo pezzo della mia personale raccolta affisso all’ingresso del convento francescano di Montedinove.

Per inciso, il convento è intitolato a San Tommaso Becket, l’arcivescovo di Canterbury assassinato per aver difeso i diritti della Chiesa contro le ingerenze del potere temporale. Nel rispetto della metrica e del numero dei punti esclamativi, il volantino dice così:
8 marzo
Bar “Le Pam Pam”
organizza con i simpatici frati
francescani aperitivo con intrattenimento musicale a
cura di Roby Dj
per ricordare l’importanza di questa
data.
Omaggio per tutte le donne.
È gradita anche la partecipazione degli
uomini!!!!!!
Ora, non ce l’ho con il bar “Le Pam Pam” che, evidentemente, sa fare le sue operazioni di marketing e ingaggia le star che più fanno alla bisogna. Qualche riserva in più l’avrei invece sui “simpatici frati francescani”.
Quest’anno, l’8 marzo, oltre che essere il giorno dell’importante festa della donna, è anche domenica, il giorno del Signore: la graduatoria di importanza fatela voi. Nel mio piccolo, mi chiedo se, mentre i vescovi italiani si prodigano per proibire la Messa alle loro pecorelle per il bene dei corpi, i “simpatici frati francescani non potrebbero prodigarsi celebrando pubblicamente qualche Messa con le loro pecorelle per il bene delle anime.
Certo, adesso diranno che sono in attesa di nuovi ordini e che forse le Messe, nelle zone non interdette, si potranno anche celebrare. Dunque sarebbe inutile recriminare su sola domenica di interdizione dai Sacri Misteri, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo cattolici paisá! Ma allora perché, invece che andare al bar “Le Pam Pam” per l’importante festa della donna, l’8 marzo i “simpatici frati francescani” non prendono le loro auto e non vanno nelle zone rosse, gialle, eccetera dove i compromessi della Cei continuano ad avere la meglio sui diritti di Nostro Signore?
Se vogliono, li ospito io e li porto a casa di gente magari infetta che attende invano di fare la comunione, rigorosamente sulla lingua. Forse mi sbaglio, ma il fondatore del loro ordine è quel Francesco d’Assisi che nel suo Testamento scrisse: “Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo”.
Ed è sempre il santo di Assisi che, forse prevedendo la simpatica deriva dei suoi figlioli, nelle Ammonizioni scriveva un capitolo intitolato “Il buon religioso e il religioso vano” dicendo: “Beato quel religioso, che non ha giocondità e letizia se non nelle santissime parole e opere del Signore e, mediante queste, conduce gli uomini all’amore di Dio con gaudio e letizia (Cfr. Sal 50,10). Guai a quel religioso che si diletta in parole oziose e frivole e con esse conduce gli uomini al riso”.
Alla fine, non ce l’ho neanche con i francescani di Montedinove. Perché si dovrebbe chiedere a loro ciò che l’istituzione si rifiuta di fare in quanto non ci crede più? Il male non è di oggi, è ben più antico del coronavirus e si è preso da tempo tutto il corpo ecclesiale. Durante una delle mie prime conferenze, ormai qualche decennio fa, ricordo che si alzò tra il pubblico un novizio francescano per spiegarmi come e qualmente l’abbraccio di San Francesco al lebbroso fosse solo simbolico. Non seppe dirmi, però, se anche i gesti d’amore del santo per Cristo fossero simbolici e non fece una piega davanti all’evidenza che, se si gabella per simbolico un fatto storico, lo diventano anche tutti gli altri. Non so che fine abbia fatto oggi quel novizio, so solo che il noviziato a cui apparteneva oggi è chiuso per mancanza di vocazioni.
Non posso proprio prendermela con i francescani di Montedinove. Però mi piacerebbe che rileggessero qualche passo delle Ammonizioni del loro fondatore. Oltre a quella citata sopra, ne mettiamo altre tre, in omaggio alla Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
VI L’imitazione del Signore – Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore (Cfr. Gv 10,11; Eb 12,2) sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione (Cfr. Gv 10,4), nell’ignominia e nella fame (Cfr. Rm 8,35), nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi servi di Dio, che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle!
X La mortificazione del corpo – Ci sono molti che, quando peccano o ricevono un’ingiuria, spesso incolpano il nemico o il prossimo. Ma non è così, poiché ognuno ha in suo potere il nemico, cioè il corpo, per mezzo del quale pecca. Perciò è beato quel servo (Mt 24,46) che terrà sempre prigioniero un tale nemico affidato in suo potere e sapientemente si custodirà dal medesimo; poiché, finché si comporterà cosi, nessun altro nemico visibile o invisibile gli potrà nuocere.
XVIII La compassione per il prossimo – Beato l’uomo che offre un sostegno al suo prossimo per la sua fragilità, in quelle cose in cui vorrebbe essere sostenuto da lui, se si trovasse in un caso simile.Beato il servo che restituisce tutti i suoi beni al Signore Iddio, perché chi riterrà qualche cosa per sé, nasconde dentro di sé il denaro del Signore suo Dio (Cfr. Mt 25,18), e gli sarà tolto ciò che credeva di possedere (Cfr. Lc 8,18).
Alessandro Gnocchi
5 Marzo, 2020

La resa della Chiesa che si ferma durante il virus
“Chiudono” le chiese. Si spegne la fantasia della chiesa, si spengono le diocesi, a Senigallia come altrove. Si spegne la messa, anche quella. Il ponte con Dio chiuso. Funerali a porte chiuse, o solo con la benedizione della salma, eccetto per i familiari; niente acqua santa nelle acquasantiere; sospese le visite alle famiglie per le benedizioni pasquali, niente catechismo.
I cristiani sempre più soli e spallati, poco alla volta, verso la setta in via di superamento, capriccio di una società che ha altro a cui pensare. Persino per tutti i fedeli di Gesù massacrati nel mondo pare non esserci mai tempo per una durissima reazione politica, per un efficace intervento globale.
Attività chiusa per umanissimi risvolti degli apostoli, pigrizia e paura, troppo connessi e poco marcianti. Marcescenti. Per precauzione, certamente, si chiude il cristianesimo. Comprendiamo la dovuta, OVVIA, premura (derivante anche dal decreto governativo vigente, per quanto, come ben scrive oggi Farina su Libero: “la vita cristiana, e la sua fraternità e capacità di donazione, nascono dall’Eucaristia. C’è un’incommensurabile distanza tra la precauzione, anche estrema, e la negazione di un gesto. È una specie di superstizione al contrario imposta da una scienza che entra in un campo non suo. Se stai a 1,82 cm di distanza, che è la misura di sicurezza certificata per non restare nel raggio della pioggia salivare (droplet), perché non vieti al barista di agitare il cocktail ma al prete di alzare il calice? Se consenti al cameriere di scodellarti la minestra, perché vietare di porgere l’ostia sulla mano? […] Qui c’è un’intrusione nei gesti religiosi, un divieto del Mistero, lasciati passare come nulla fosse. I nostri vescovi paiono infatti timorosi di dire alcunché di sensato, ed è anch’essa un’obbedienza al principio di precauzione onde evitare probabilissime persecuzioni”), ma quando mai il cristianesimo ha chiuso? È aperto persino la domenica (…).
Quando mai Cristo si è rifiutato di accarezzare un lebbroso? Lì dove, nel pieno amplesso dei significati, non si manifesta solo una guarigione fisica, quella operata da Gesù, ma un risanamento dell’anima che cerca il dolore, lo scova e lo annienta.
Come un virus.
“Ero malato e mi avete curato”.
Cupio dissolvi, a suon di Dvorak, della chiesa pompieresca: là dove c’è il pericoloso, noi corriamo. La troverai i Vigili del fuoco. La dove un tempo trovavi l’eroismo e la carità della chiesa ultima dea, come la Spes. Chiesa e speranza baluardo di confine. Da sempre, di sempre. Confine tra il vero bene e il male di vivere, che di per sé sono i limiti dell’uomo. Gli estremi superati i quali, in ogni caso, vi è l’eternità. Mica cazzi, mica la piscina condominiale. Leggere delle diocesi che interrompono le attività è sentirsi abbandonati anche dal bastione ultimo divino, dall’estrema ratio, quella che si fa fucilare per salvare gli innocenti, quella che corre nonostante il pericolo, quel Dio che t’accoglie anche con la peste più nera, sempre, H24, mentre, giornalmente, si mostra la più profonda necessità di curare carnalmente, ovvio, ma anche spiritualmente il virus, che s’allunga come ombra nell’assenza degli uomini e del loro spirito turbato, presenti solo in carne, ossa e capacità di replicare i ritmi, i vizi, le psicosi che l’economia impone alla politica e la politica impone loro.
La chiesa vive nella prosecuzione del mandato apostolico, estensione dell’esempio di Dio che fu dei Santi nei secoli. Chi s’è fatto sparare dalla mafia per NON rinunciare alla missione di salvare i ragazzi del quartiere dalla loro ingloriosa fine di tossici serventi del male urbano, chi si è sacrificato per salvare altre vite. E poi gli appestati, i disgraziati, i condannati, i puzzolenti, i rincoglioniti, i disperati. Secoli di Dio con la mano tesa alla fine. Fino ai giorni vicini, dal cappuccino San Giuseppe da Leonessa, predicatore e fondatore di ospedali, al normanno Beato Pietro Francesco Jamet, che si spese nell’assistenza dei sordomuti; dalla bretone Santa Maria della Croce Jugan, che si mise al servizio dei malati anziani, alla Beata Liduina Meneguzzi, di Abano Terme, che si prodigò per i feriti di guerra; dal milanese Beato Francesco Spinelli, che trasse dall’Eucarestia la forza per curare gli ammalati, al polacco Beato Stefano Vincenzo Frelichowski, che fu vicino ai sofferenti nel lager di Dachau.
La chiesa è roba da ultimi.
Ci si può sentire abbandonati da Dio? Dio non abbandona. Potrebbero farlo i suoi rappresentanti, sempre così umani da evidenziare, ancor più, la divisione tra il piccolo uomo impotente, impaurito e il grande Dio. L’insufficienza dell’Uomo verso il Divino. Di quell’unico Divino che ha superato l’esame più difficile persino per un Dio, sviluppando prova di esistenza: diventare uomo.
Ed eccola, infine, sembra giungere.
La conferma della sparizione di Dio dalla quotidianità della vita. Il suo incatenamento alla dimensione privata, ridotto ad amico immaginario, serale, meglio ancora notturno. Una sorta di melatonina per prendere sonno e approfittare per parlare con la coscienza. Poiché diurno c’appare già come genio della lampada, evocato solo quando l’aereo sta cadendo o quando s’ammala la cugina. Dio, quanto la Bellezza, continuano il proprio viaggio nella storia, certamente. Ma lo fanno non incidendo più nella costante normalità, soprattutto pubblica, come questione di maturazione sociale, come fattore che contribuisce alla determinazione, alla costruzione della vita di ogni giorno e di ogni tempo. Come dedica (necessaria) alla vita. Come ossequio dovuto. Un binario parallelo, un fattore estraneo all’edificazione della normalità. Un vezzo per viziati, o per pochi.
Stante l’epidemia, alla chiesa sta, ora, raddoppiare gli sforzi, le fatiche. Farsi sanguinare le corde vocali a forza di manifestare la propria presenza. Alternativa, altrove: siamo qui fratelli. Pensiamo ad altro, preghiamo altro, cantiamo ad altro. Nulla interrompa il ponte con Dio. Riflettiamo sulla mano di Cristo che guarisce il lebbroso. Cantare a Madonna povertà tra i vicoli umbri sotto la pioggia, sorridendo alla letizia, come il Francesco di Zeffirelli. Quel Francesco mondato da ogni peso, se non quello di Dio (mica cazzi/2). Semplicemente percepire il calore della presenza e della protezione dell’anima turbata, inquieta dal mondo fermo, l’idea di fare quadrato, di non sentirsi escluso, inquarantenato ulteriormente. E venga perdonata la mia misera umanità.
ESSERCI, ESSERCI, ESSERCI. Mentre tutto intorno ruota e muore.
La Fede in Cristo è anche sofferenza. Va alla sofferenza. È eterno vaccino. È sconfitta della sofferenza esistente. Prima di essere Dio eterno, Cristo è stato un condannato a morte. È stato corona di spine. La chiesa che teme di essere perseguitata, non segue il messaggio di Gesù. Perché dei perseguitati per causa sua sarà il regno dei cieli, e non il contentino degli ominicchi.
Allora, della chiesa, non martiri morenti di polmonite a tutti i costi, ma volontaria cura delle anime. La dove tutti fuggono, io arrivo. Pronto intervento di Dio, servirebbe. In tutti i sensi. Esercito celeste presente con le sue legioni per un sonoro calcio in culo alla Bestia. Nessun prete che distribuisce benedizioni dall’alto del suo aereo, per quanto pittoresco e genuino, può compensare il fatto che la Fede lenisce l’anima, non ti paga l’abbonamento di Sky, piccolo uomo folla, ma contribuisce a generare pace. Quella pace che, nel regno delle emozioni elevate a metro di governo del reale, è vitale come acqua ad un corpo completamente disidratato.
Pace, silenzio, riflessione. Connessione con le dimensioni dell’uomo. Connessione con la profondità, con l’Assoluto. Distrazione Santa dalla mediatizzazione a ritmi forzati, giorno e notte. Bulimia d’informazione. Ora che siamo in quarantena. Come in galera, occorre riflettere.
Questo spaventa ancor più. Rendersi conto che la Fede non è più una fase determinante della vita degli uomini, né atto, né dedica alla vita. Una chiesa in affanno, pare, che sempre più palesemente non riesce a porre un’alternativa alla disgregazione degli uomini e dell’immagine che hanno di Dio.
Ma solo gli uomini di poca fede non vedranno il sorriso solare di Dio. Gli apostoli, seppur torturati, non hanno mai mollato.
E per chi ci crede, è proprio ora che bisogna avere ancora più Fede. Con o senza la dovuta precauzione governativa.
Solo una riflessione.



Pazientezero, Gesù Cristo?

Giovedì, 5 marzo 2020 – San Lucio – da Casa Spirlì, in Calabria
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Non aspettavano altro! Se non fosse stato il tremendo virus d’inizio secolo, sarebbe stata una qualsiasi altra sciocchezza che avrebbero preso a giustificazione per murare tutte le chiese cattoliche! Del resto, da una generazione maledetta di massoni senzaDio, cosa ci si poteva aspettare???
Prima di chiudere scuole, cinema, teatri, sale per convegni, stadi e discoteche (e non centri commerciali, bazar e ristoranti cinesi, chebabberie iraniane, porti ai clandestini, aeroporti ai voli provenienti da Paesi contagiati, moschee islamiche,  templi indù e/o buddisti, sale del regno dei testimoni di Geova, chiese evangeliche, ecc ecc…), si sono tutti affrettati a svuotare acquasantiere, confessionali, piscine miracolose e, infine, CHIESE CATTOLICHE e oratori!!! Perfino le sedi scout, sono state avvelenate dalle ordinanze. 
E che pericolo saremo mai, noi CRISTIANI CATTOLICI? Che virus mortale saranno mai GESÙ CRISTO e la BEATA VERGINE MARIA, Sua e nostra MADRE? Che danno alla salute, la SANTA EUCARISTIA? E LE CAMPANE – le campane, signori! – quale attentato al nostro organismo???
Facciamo mente locale: arrivano per anni barconi e barchette pieni di milioni di clandestini senza razza specifica e senza nome, senza notizie del passato, fosse anche da galeotto evaso, o da malato contagioso, e la più grande preoccupazione di questo Occidente satanista e ateo è quella di CANCELLARE dalla propria Identità IL PRESEPE e il NOME DI DIO. 
Non ce la fa! Cristo vince e resta centrale nella Festa del Natale, a danno anche di quel gassato babbonatale vestito da cocacola.
Allora, non contenti, ci riprovano, i grembiulini e i loro servi senza testa: due colpi di tosse, i primi casi di coronavirus, ed ecco materializzarsi la necessità di fermare la più pericolosa delle attività umane: LA PREGHIERA!!! Ma non tutte le preghiere: LA PREGHIERA E LA LITURGIA CRISTIANOCATTOLICA!!! La più virale, la più funesta, fra tutte le Fedi del mondo!
Eh, sì! Perché tutti gli altri (in)fedeli non sono veicolo di contagio, invece noi, sì! Sarà per quello SPICCHIO DI PANE DI VITAe quella GOCCIA DI VINO CELESTIALE di cui ci cibiamo… Sarà perché i Sacri Libri ci indicano come POPOLO PREDILETTO, assieme ai Fratelli Maggiori Ebrei… sarà perché GESÙ CRISTO resta scomodo anche 2020 anni dopo…
Fatto sta, che – vergogna nella vergogna – arriva “La Legge” a fermare addirittura un povero vecchio Parroco di quasi novant’anni, che, imperterrito, celebrava Messa davanti a OTTO fedeli in una Chiesa praticamente deserta!!!
Corona-del-Rosario
RESISTIAMO, FRATELLI IN CRISTO: a casa nostra “imbracciamo” la Corona Santa del Rosario e recuperiamo la Preghiera più bella e più miracolosa. Ancor più potente e curativa del più antibiotico degli antibiotici, che sempre da Dio viene! E, così, Ave Maria dopo Ave Maria, Paternoster dopo Paternoster (e recitatelo in latino, ché è più bello), Salve Regina dopo Salve Regina, sommati alle terapie mediche giuste, vedrete che ce la faremo, a salvarci la pelle, più in NOME DI DIO che del mondo fasullo che ci circonda!
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Cristo vince, ricordiamolo sempre! Soprattutto, quando la sciocca umanità cerca di seppellirlo…
Già, perché Lui, e Lui Solo, sa come si scoperchiano i sepolcri e si resuscita, per vivere in eterno…

#Chiesechiusevergogna2020

     


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