ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 aprile 2020

Dal tragico,si può passare anche al comico

L’INIMICUS 
https://cooperatoresveritatis.files.wordpress.com/2019/01/05-comunione-alla-mano-1.jpg?w=350&h=200&crop=1(immagine aggiunta)

          Il credente sa che oltre la vita c’è la realtà eterna con risvolti anche tragici. La realtà terrena, invece, si manifesta con due problemi rilevanti: la morte fisica, che può sopraggiungere anche in circostanze inaspettate e misteriose, e la morte spirituale che non coglie alla sprovvista, è riconoscibile e non va assecondata. Non va assecondata nemmeno l’opera di Satana che può prolungare l’azione nefasta anche nell’ambito religioso avvalendosi della collaborazione di quanti tra i ministri di Dio chinano il capo all’imperversare del degrado liturgico e alla chiusura delle chiese alle celebrazioni.
L’espressione di alcuni eventi, simili a certi frutti delle nostre terre che nascono secondo la pianta che li produce, ha dilatato il subbuglio nelle coscienze secondo la natura stessa del propagatore. Parliamo del filosofo partenopeo, la cui tendenza a filosofare ha avuto l’unico scopo di inficiare il mistero supremo dell’Eucarestia. Con l’immedesimazione del celebrante con la Vittima Divina e con l’imposizione, poi, della Comunione sulla mano, respingendo coloro che la volevano sulle labbra, anche gli scettici e gli sprovveduti sono stati costretti a scorgere il grado massimo di profanazione. L’imposizione, dicevamo, palesata dal padrone della Diocesi al clero obbediente ha rischiarato le tenebre con l’unico fasto rilevante assegnato al maligno: il flagello delle anime. “Chi non vuol ricevere la Comunione sulle mani stia al suo posto” ordinava il Presule (durante la Messa alcuni giorni fa) all’assemblea, stabilendo, con l’oscuro discernimento, la lettura delle coscienze nel sancire, con la parzialità della designazione, lo svantaggio di quanti sarebbero stati “indegni” di accostarsi alla Sacra Particola porgendo le labbra anziché i lucidi e splendidi palmari. Con la complicità dell’inimicus hominis scattava il verdetto, platealmente mortificante, affibbiando la quarantena perpetua a coloro che son tornati a casa senza fare (né potranno farlo in futuro) la S. Comunione solo perché volevano e vogliono riceverla sulle labbra. La sensibilità dei mortificati mette in discussione anche l’apparente rettitudine degli epigoni del rais chietino che perseverano nella servile e remissiva sudditanza allineati anch’essi all’assurdo: obbligo della Comunione solo sulla mano in tutte le chiese. La profanazione, di certo, sarà estesa in futuro anche alla formula della Consacrazione, sul cui pervertimento da tempo il Presule perturbatore ha posto la sonda che scandaglia le profondità mai toccate dell’inferno. Ai seguaci di Cristo, che si guardano bene dall’andare a braccetto con Lutero, non manca la più elementare coerenza con la fede che mostrano di possedere. Il Presule, con la sua cerchia di accoliti, ha tratteggiato da tempo l’ampio raggio di azione narcotizzando l’inerme casta diocesana, restia a impugnare l’inganno. In nessuna Diocesi del territorio nazionale, come in quella di cui ci stiamo occupando, il demonio ha messo il discredito flagellando nelle sue incursioni ogni Parrocchia. Non è la critica accademica a tenere banco ma la rettitudine della assemblea cattolica che protesta e manifesta il proprio sdegno contro il Pastor bonus che sancisce le radiazioni delle coscienze. Non è il timore del contagio a dare un senso alle realtà religiose ma quel cono d’ombra che si baratta trasferendo l’allarmismo sul “fanatismo” di quanti si accostano all’Eucarestia secondo le regole stabilite dai Papi. 
         Dal tragico, del resto, si può passare anche al comico, considerando che alle plateali e inebrianti strombazzate sull’obbligo della Comunione sulla mano è seguito invece il silenzio gigantesco sul problema della Confessione, in cui l’accavallarsi di colloqui, esternazioni, approcci e bisbigli porta le labbra del penitente e del confessore a sintonizzarsi vicendevolmente a pochi centimetri dai rispettivi volti. La particolare connotazione che assume il coronavirus rimanda all’arma fortemente lesiva per il demonio: la corona del Rosario. Si può rimanere passivi di fronte all’azione di un nemico furiosamente attivo che travolge le anime per condurle alla perdizione? Contro l’inimicus è necessaria la risolutezza con due contemporanei atteggiamenti: arginare con la preghiera le profanazioni ed esorcizzare. Tra i preti della Diocesi ci sarà pure qualcuno che, con il suo potere, può esorcizzare colui che è al vertice, anche se Vescovo. Satana, rabbiosamente attivo, usa il suo malefico influsso imponendo ai preti l’obbligo di obbedire facendosi alleati e solidali con la filosofia del loro padrone. In presenza, invece, di tenaci ed illuminanti resistenze la questione sarebbe regolata secondo le realtà Divine, spingendo (come si diceva) la paternità sacerdotale ad esorcizzare colui che, anche se Vescovo, ne ha fortemente bisogno. Questo è il primo dovere del prete fedele alla Verità per debellare i tentativi di condurre clero e popolo di Dio a prostrarsi ai piedi di Lutero perché, lo ripetiamo nuovamente, dopo la profanazione dell’Eucarestia ed in futuro della Consacrazione, il virus dell’ecumenismo condurrà i cattolici tra le braccia del monaco sassone. 
         Maria proprio nella Santa Messa rinnova la sua vittoria schiacciando il capo del serpe maledetto. Lei è il terrore dell’inferno e degli uomini venduti al maligno. Alla gravità degli avvenimenti bisogna far seguire l’utilizzo di quell’immenso tesoro messo a disposizione dalla Madonna iniziando dalla recita del S. Rosario, sforzandosi nelle pratiche penitenziali, incoraggiando ed affiancando nella lotta quei sacerdoti che ancora credono in Cristo e seguitano a celebrare la S. Messa

Di Carlo Nicola

«Qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato” ed è come se le autorità della Chiesa stessero usando il coronavirus come “pretesto” per rendere più banale il modo di ricevere la Comunione. Sembra che alcuni rappresentanti cattolici mostrino una sorta di “cinica gioia” nel diffondere sempre di più “il processo di banalizzazione e desacralizzazione del Santissimo e Divino Corpo di Cristo nel sacramento eucaristico, esponendo il Corpo del Signore a veri pericoli di irriverenza (perdita di frammenti) e sacrilegio (furto di ostie consacrate)”. Nessuno può “forzare” un cattolico a ricevere il Corpo di Cristo in un modo che “comporta il rischio di perdita dei frammenti e una diminuzione della riverenza”, come succede nel caso della Comunione sulla mano. Piuttosto che ricevere la Comunione in un modo inadeguato, meglio fare una Comunione spirituale, “che riempia l’anima di grazie speciali”. D’altra parte, “quando, in tempi di persecuzione, molti cattolici non sono stati in grado di ricevere la Santa Comunione in modo sacramentale per lunghi periodi di tempo, si sono affidati alla Comunione spirituale con grande beneficio spirituale”». Mons. Athanasius Schneider

http://www.presenzadivina.it/320-04.pdf

Pasqua 2020: come faccio a confessarmi?



Di Sabino Paciolla
 https://www.sabinopaciolla.com/pasqua-2020-come-faccio-a-confessarmi/

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