VADE RETRO - LA NEO-CHIESA DIALOGANTE ANCHE COL DEMONIO
Nel silenzio sacro del Sabato Santo si è compiuto un rito antico e tremendo: centinaia di sacerdoti e non pochi Vescovi di tutto il mondo, rivestiti della stola ch’è insegna del loro Ministero, hanno invocato l’intera Corte celeste per lanciare una battaglia spirituale contro Satana e gli angeli ribelli.
Alla stessa ora, da ogni parte dell’Orbe, le mani consacrate di una moltitudine di Ministri di Dio si sono levate a tracciare il segno della Croce una, dieci, cento volte: imperat tibi Deus Pater! imperat tibi Deus Filius! imperat tibi Deus Spiritus Sanctus! Non con lo strepito del Nemico, ma con la composta e terribile autorità della Santissima Trinità. Una preghiera corale, austera, che nella sua formula fu composta da Leone XIII, il minuto ed anziano Pontefice che i suoi contemporanei chiamavano giustamente il gran Leone, per la potenza del suo Magistero che tanto contrastava con la flebile voce e la fisionomia scarna ed ascetica. Inginocchiato al suo stallo nella Cappella privata del Palazzo Apostolico per recitare la Gratiarum actio, mentre uno dei suoi famigli celebrava a sua volta, Papa Gioacchino Pecci ebbe la visione di un combattimento celeste tra gli Angeli e i demoni, dopo che Satana aveva chiesto a Dio di potersi scatenare contro la Chiesa per circa cent’anni. Pallido in volto, appena terminata la Messa egli si recò nel proprio studio e compose di getto la famosa preghiera a San Michele Arcangelo che ancor oggi si recita alla fine della Messa cattolica, ma che la riforma liturgica bandì sdegnosamente dal rito montiniano. Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio… Ricordo quando da bambino il sacerdote a cui servivo la Messa, inginocchiato ai piedi dell’altare alzava la voce alle parole divina virtute in infernum detrude, scandendole con la certezza d’esser ascoltato.
Assieme a questa bella preghiera, Leone XIII compose anche l’Exorcismus in Satanam et angelos apostaticos, di cui ordinò la pubblicazione e che fece poi inserire nel Rituale Romanum subito dopo la parte dedicata all’esorcismo degli ossessi. In questo rito egli volle inserire un riferimento esplicito alla sua visione: Ecclésiam, Agni immaculáti sponsam, favérrimi hostes replevérunt amaritudínibus, inebriárunt absínthio; ad ómnia desiderabília ejus ímpias misérunt manus. Ubi sedes beatíssimi Petri et Cáthedra veritátis ad lucem géntium constitúta est, ibi thrónum posuérunt abominatiónis et impietátis suæ; ut percússo Pastore, et grégem dispérdere váleant. La Chiesa, sposa dell’Agnello immacolato, è stata colmata di amarezze e stordita con l’assenzio da nemici tremendi; hanno sacrilegamente messo mano a tutte le sue cose più desiderabili. Dove era stabilita la sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della verità per la luce delle genti, essi hanno posto il trono dell’abominazione e dell’empietà; perché colpito il Pastore, potessero anche disperdere il gregge.
Come avvenne per la preghiera a San Michele, anche questo passo profetico dell’Esorcismo venne abolito poco prima del Concilio, da chi forse temeva che in quelle parole vi si potesse scorgere un triste presagio di quel che i Novatori si apprestavano a compiere. E sappiamo bene che la neo-chiesa ama ecumenicamente porsi in atteggiamento di ascolto non solo nei riguardi di eretici e idolatri, ma anche verso il Maligno, di cui ora nega l’esistenza, ora sminuisce le seduzioni, ora minimizza il pericolo per le anime: al punto che recentemente gli stessi esorcisti - quand’era ancora vivo padre Amorth - umiliarono al Sacro Piede una supplica nella quale imploravano di poter usare l’antico Rituale sia per la recita dell’Esorcismo, sia per la benedizione dell’acqua santa. I demoni, infatti, non sembravano considerare quella fatta secondo il nuovo rito particolarmente efficace, e lo dissero pure in numerose occasioni. Immaginate l’imbarazzo di un sacerdote che, in piedi dinanzi all’energumeno, si trova ad aspergerlo con dell’acqua inefficace: come mandare un soldato a combattere con un fucile caricato a molla. Tra l’altro, il rito conciliare dell’esorcismo non è in più in latino, ma in lingua volgare, come se Belzebù fosse ignorante come i chierici che escono dai seminari moderni...
L’appello lanciato da S.E. Mons. Viganò a tutti i Vescovi e sacerdoti del mondo ha avuto un grande riscontro, a riprova della fede che ancora sopravvive nel Clero nonostante i conati - etimologici, s’intende - di una Gerarchia infedele, anzi - visto che siamo ancora freschi delle Orazioni della Parasceve - perfida.
Orrore! Dei Prelati e dei sacerdoti che osano nientemeno che scacciare i demoni! Medioevo! Oscurantismo postridentino! E via col solito repertorio che si scatena puntualmente appena qualche chierico osa dire o fare qualcosa di cattolico. D’altra parte, consta che la veneranda Curia Arcivescovile di Vienna, per il tramite della Caritas e nella persona del molto reverendo monsignor Michael Landau, abbia dato prova di una certa disinvoltura nel raccomandare ai fedeli costretti dalla pestilenza a rimanere in casa di intrattenersi con la pornografia online: cosa non propriamente in linea con le raccomandazioni per il tempo quaresimale (qui). Così, mentre il demonio si scatena ispirando suicidi, violenze, aborti a domicilio e vari peccati, le Diocesi cosa fanno? proibiscono la celebrazione delle Messe, vietano ai preti di confessare, intimano loro di non amministrare nemmeno l’Estrema Unzione o il Viatico: in nome della salute del corpo. Salus corporum suprema lex. Un enorme party infernale, in cui i diavoli sono lasciati liberi di scatenarsi cum permissu Superiorum.
Ecco allora che un pio Arcivescovo ricorre al mezzo più spirituale di cui dispone la Chiesa: l’esorcismo. Apriti Cielo! Anzi: chiuditi Cielo! perché le Loro Eccellenze Reverendissime, che hanno sprangato le chiese in tutto l’Orbe ancor prima che l’autorità pubblica impartisse norme in proposito, non hanno ovviamente nulla da dire se un pretonzolo tedesco spedisce il Santissimo in busta chiusa ai fedeli, ma si levano con severità implacabile quando si osa disturbare il Maligno nella sua azione. Ma come? Avevamo vietato le Messe, non avevamo detto una parola mentre nelle cliniche si continuava ad abortire nonostante tutte le prestazioni sanitarie fossero sospese a causa dell’emergenza, abbiamo anche consigliato di sollazzarsi con i video porno, e arriva un Monsignore che chiama a raccolta i refrattari per scacciare Satana e gli angeli apostatici? Cosa dirà la Pachamama?
Evitando il clamore mediatico, secondo l’uso invalso, ecco uscire il Comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti circa l’utilizzo dell’esorcismo di Leone XIII (qui), puntuale come sanno esser le cose ecclesiastiche. Il devoto fedele, l’ingenuo pievano penseranno: ecco una parola di incoraggiamento ed un invito ad unirsi al lodevole gesto. Macchè: un’anonima nota dell’altrettanto anonima associazione che ha sede presso la casella postale 212 in Vaticano, informa che «l’utilizzo di questo sacramentale è, fin dall’inizio, riservato ai singoli Vescovi e ai soli sacerdoti che abbiano ricevuto il permesso di usarlo»; cosa questa vera se si parla di un esorcismo su un posseduto, ma non vera se si tratta della recita privata, per la quale nessun permesso è richiesto. Lo conferma anche il Canone 1172 al § 1: «Nemo exorcismos in obsessos proferre legitime potest, nisi ab Ordinario loci peculiarem et expressam licentiam obtinuerit». E con pari petulanza il comunicato intima ai laici di non osar recitare la formula, anche se sullo stesso Rituale è indicato che vanno omesse alcune parti dell’Esorcismo se chi lo dice non è chierico. E mi chiedo: se quella formula non può esser detta dai laici, per quale motivo è chiaramente prevista questa eventualità? Si fuerit clericus: sacra Ministerii nostri auctoritate. Ben evidenziato con le note in rosso.
Il comunicato, pedante nelle citazioni Ex audientia Sanctissimi, conclude: «ricordiamo ancora una volta che nelle grandi pestilenze che in passato hanno afflitto larghi strati della società, la Chiesa in genere non si è mai impegnata in azioni esorcistiche». E chi mai ha detto che l’esorcismo era rivolto al virus? Il Covid-19 tiene le persone in casa, lontano dalle chiese e dai Sacramenti: un terreno di coltura perfetto per il demonio, perché è contro di lui che quel rito è stato compiuto. Nessuno è uscito di casa, né si è messo a gridar dai tetti Exorcizo te, immundissime spiritus! Si è svolto tutto compostamente in chiesa, o in casa, senza fedeli né clamore. Chi doveva sentire ha sentito: la Corte celeste per aiutare le anime, e i demoni per ritirarsi davanti a San Michele.
Sorge il dubbio che qualcuno, dimostrando uno zelo eccessivo nell’impedire qualcosa di buono, dietro un formalismo farisaico abbia lasciato capire da che parte sta chi ha composto il comunicato e, ancor peggio, chi gliel’ha commissionato. E tutto torna: vade retro!
Oggi alle 15 ho recitato anche io l’esorcismo a San Michele Arcangelo, con monsignor Viganò.
Il momento è venuto di raccomandarci alla Madonna.
Sono tra coloro che hanno tremato il 13 Marzo 2013, quando è stato eletto al soglio pontificio Jorge Mario Bergoglio. La cosiddetta Mafia di San Gallo, una congiura ordita da cardinali nemici di Benedetto XVI è intervenuta nell’elezione come nell’abdicazione di Sua Santità Benedetto XVI. Come ha giustamente sottolineato Monsignor Livi, ultimo leone di una Chiesa tragicamente priva di leoni, questi cardinali sembrano odiatori del cattolicesimo e desiderosi di una sua commistione con luteranesimo. La mafia di San Gallo ha costretto Benedetto XVI all’abdicazione, per stessa ammissione di componenti, e ha spinto all’elezione di Bergoglio, un Papa meravigliosamente in linea con la linea mondialista. Lo schema della nuova Chiesa 3.0 è la contraddizione, quella che è chiamata in psicologia comunicazione schizofrenogena, cioè contraddittoria, in lingua normale è detta ipocrisia. Ogni tanto la nuova chiesa 3.0 bofonchia qualche sillaba contro l’aborto, poi dichiara la signora Bonino un grande italiana, il effetti la più grande abortista italiana, e concede l’onorificenza di San Gregorio Magno a madama Lilianne Ploumen, vero campione dell’aborto olandese, e quindi possiamo affermare che anche San Gregorio Magno si sta rivoltando nella tomba. Ogni tanto la nuova Chiesa 3.0 bofonchia qualche sillaba contro omosessualismo e teoria del gender, poi il gesuita Padre Martin sostiene le più scanzonate istanze LGBT, e anche Sant’Ignazio da Loyola si sta rigirando nella tomba. per non parlare dei pretini tanto carini che ci presentano fidanzatini ancora più carini di loro, del cardinale McCarrick i seminaristi se li andava a cercare direttamente in seminario, gratis, mentre il cardinale Coccopalmerio, altro principe della Chiesa, che i gigolò con cui si è fatto pescare dalla gendarmeria vaticana li pagava e così sappiamo come è investito il nostro 8 per mille, e monsignor Paglia, che il nostro 8 per mille lo ha investito per farsi dipingere in mutande nell’affresco gay nella cattedrale di Terni. Sono tra quelli che sono inorriditi quel 13 marzo sera davanti a quello orrendo buona sera. Il Papa e l’unica persona al mondo che può dare una benedizione quasi dello stesso valore di quella di Cristo. Qualsiasi vicino di casa può augurarci buonasera. Un Papa che, invece di benedire, saluti, sta commettendo un’azione estremamente violenta, come violenta è l’azione dell’unica persona che sia in grado di darti acqua in un deserto ,e che invece di darti l’acqua, ti saluti cortesemente.
Si cardinali di San Gallo hanno messo la loro opera. Perché avevo mai dovuto nasconderla? Spesso le critiche Bergoglio riguardano le sue strampalate omelie, i suoi gesti scomposti, i suoi discorsi fumosi, i silenzi assurdi con cui non ha risposto a dubia, le azioni ridicole come giocare col Rosario e appenderselo all’orecchio, la ferace atroce pronunciata in una piazza San Pietro deserta, con una coreografia impeccabile, Non è il tempo del giudizio di Dio, ma è il tempo del Giudizio degli uomini. Questa frase mette Dio e il suo giudizio fuori dalla storia, è una struttura ideologia nemmeno più gnostica, ma direttamente massonica. Lo star seduto davanti al Santissimo, come un pari grado andato a prendere il tea, è un gesto che abitua alla desacralizzazione necessaria alla distruzione del cattolicesimo che si scioglie lietamente nel protestantesimo, come lo zucchero nel caffè. La demolizione progressiva della sacralità di Maria è appunto un tassello fondamentale per la riunificazione protestantesimo, una riunificazione non alla pari, io cedo qualcosa e tu molli su qualcos’altro: loro restano protestanti e noi diventiamo protestanti loro non cedono sul nulla e noi cediamo su tutto.
A questo punto possono esserci due scuole di pensiero: una considera questo papato uno sciagurato incidente su un percorso glorioso, l’altro lo considera la conclusione, una conclusione sicuramente troppo accelerata, ma in fondo inevitabile, di un processo cominciato con il Vaticano secondo. Sotto un’apparenza di improvvisazione sciatteria c’è invece un disegno perpetuato con grandissima intelligenza. C’è però un ultimo particolare che non possiamo nessuna miniera considerare come una qualche conseguenza del concilio Vaticano secondo. La teoria corretta quindi e che questo papato da un lato sia una conseguenza portata forse l’eccesso ma di semi già contenute nel concilio, ma se anche un incidente di percorso. C’è anche una parte che è scappata di mano. Questa è la balcanizzazione del cattolicesimo. Se il rendere il cattolicesimo protestante è un disegno riconoscibile già in Giovanni XXIII e Paolo VI, sicuramente riconosciuto dalla mafia di San Gallo, quello di renderlo pagano è l’idea timorosamente nuova. La restaurazione del paganesimo avviene mediante un ecologismo che possiamo limitarci a definire eufemisticamente ascientifico, con la quasi semianalfabeta Greta ricevuta personalmente in Vaticano, e soprattutto attraverso l’adorazione degli idoli. La caratteristica del cristianesimo è l’intolleranza: il male non deve essere tollerato. La caratteristica del cristianesimo è l’odio: il male deve essere odiato. Pur di combatterlo i cristiani sono andati alla morte. Pur di non offrire sacrifici agli idoli. L’America Latina è stata cristianizzata grazie al meraviglioso miracolo del mantello di Guadalupe, un oggetto straordinario che, come la Sindone, non può essere un manufatto, e dal martirio di innumerevoli sacerdoti che hanno affrontato la morte pur di affermare che la verità è Cristo. La Chiesa, come la Madonna, non è mai scesa compromessi. Non si fanno compromessi col male. Non si tollera il male. Le cose sono vere o sono false. Le cose sono giuste o sono sbagliate. La tolleranza, questa melassa dolciastra, paralizza il giudizio.
Il neopaganesimo bergogliano ha scavalcato anche il protestantesimo: la Pachamama, ossuta statuetta incas, immagine di una divinità cui per secoli sono stati fatti sacrifici umani, sorge da una deliberata apostasia. Una cerimonia pagana si è svolta in Vaticano. Abbiamo visto frati e sacerdoti inginocchiati per terra con la faccia al suolo e i loro tondi sederi puntati verso l’alto, ad adorare la Pachamama. Un gruppo di francescani ha fatto una specie di santino con una nuova versione della visitazione e la Madonna e la Pachamama una di fronte all’altra, e quindi deduciamo che anche S. Francesco d’Assisi si sta rivoltando una tomba.
La Chiesa non è più ancora di salvezza. Per poter propagandare paganesimo è però indispensabile chiudere le chiese e vietare le Messe. Le chiese sono state chiuse e le Messe vietate mentre ancora erano aperti bar, ristoranti, parrucchieri, club gay con annesse dark room. La gente muore senza sistemazione. Abolita la confessione.
Le preghiere interreligiosa non hanno senso. Cristo o è risuscitato al terzo giorno o non è risuscitato. O noi abbiamo ragione e gli ebrei torto, o gli ebrei hanno ragione e. Non è possibile che abbiamo tutti ragione. Cristo non è il precursore di Maometto. Ora è il Figlio dell’unico vero Dio o è precursore di Maometto. Non può essere entrambi. Che qualcosa e il suo contrario possa essere vero è in opposizione al principio di realtà, che è una maniera cortese per dire che è una fesseria. Sacerdoti sono stati fermati mentre dicevano la Messa o battezzavano e subiranno un procedimento penale.
In attesa che si attui la promessa che le forze degli inferi non prevarranno, noi rivolgiamoci alla Madonna.
«Ricordati, Vergine Madre di Dio, quando starai dinanzi al Signore, di intercedere per noi perché distolga la Sua indignazione nei nostri confronti».
In questo momento, senza distrarsi, chiediamo che l’ira di Dio sia stornata da noi.
BY SILVANA DE MARI
Pasqua, Il Papa sceglie una celebrazione penitenziale
Papa Francesco, per la Pasqua di quest'anno, è stato costretto a rinunciare al rito del Resurrexit. Un minuto di silenzio al posto della omelia
Papa Francesco, per la Pasqua di quest'anno, è stato costretto a rinunciare al rito del Resurrexit. Un minuto di silenzio al posto della omelia
Una Messa di Pasqua del tutto particolare: Papa Francesco sta per concedere l'indulgenza plenaria, all'interno di una Basilica di San Pietro in cui è stato necessario rispettare le misure di sicurezza sul distanziamento.
Nonostante questa sia l'"ora più buia", l'umanità è chiamata al "compromesso dell'amore". Quello che consente alla "morte" di non avere mai "l'ultima parola". Per via delle contromisure adottate dalle autorità civili e religiose, non è stato possibile celebrare il rito tradizionale del Resurrexit. Molte funzioni religiose, in queste settimane, hanno subito modifiche a causa delle disposizioni restrittive da rispettare. Le Messe pubbliche - com'è noto - sono state sospese. Il Resurrexit era stato ripristinato nel 2000. Quest'anno, però, non è stato possibile per il Santo Padre presiedere il "gioioso annuncio".
La reazione al Covid-19 è al centro della pastorale del vescovo di Roma. Jorge Mario Bergoglio, in queste settimane, ha esaltato gli "eroi semplici", coloro che sono costretti ad agire nonostante il quadro pandemico abbia imposto una quarantena a tanti Stati del globo terrestre. Gli "eroi semplici" per il Papa sono coloro cui devono guardare i giovani. Anche il presidente Sergio Mattarella ha rimarcato la prossimità manifestata dal vertice della Chiesa cattolica in questo "tempo di profonda inquietudine". La Pasqua di Bergoglio è stata dunque penitenziale, nella misura in cui un minuto di silenzio ha persino sostituito l'omelia, come riportato dall'Adnkronos.
Quella di evitare l'omelia diviene così l'ennesima scelta simbolica operata dall'ex arcivescovo di Buenos Aires da quando la pandemia è stata ufficializzata. Francesco ha pregato per la fine della pandemia in una piazza San Pietro umida e semivuota; si è recato presso la Salus populi romani e presso il crocifisso di San Marcello al Corso per pregare il Signore per la fine della diffusione dei contagi; ha rivolto un messaggio agli italiani durante un'edizione serale del Tg1 e ha telefonato in diretta nel corso di una puntata di "A sua immagine".
Francesco Boezi
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