ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 28 aprile 2020

Non viviamo in condizioni normali

Il giuoco dei bussolotti sulla pelle dei cittadini … e dei fedeli




L’attuale emergenza sanitaria sta facendo emergere, un pezzo alla volta, l’impalcatura che regge l’attuale società, impalcatura che per molti aspetti è molto diversa da quello che si potrebbe pensare e, soprattutto, da quello che ci viene dato di pensare.


A sentire i discorsi e a leggere i documenti, questa società sarebbe la migliore che si possa avere: libertà, tutela dei diritti, salvaguardia delle sensibilità, rispetto per le idee e per i sentimenti, ecc. E tutto questo nonostante sia palese e non dissimulato che il motore principale di questa società è il “mercato”, cioè l’insieme di interessi che mirano al “profitto”, siano essi materiali o morali o esistenziali.
Diciamo nonostante perché è facilmente comprensibile che non possono conciliarsi gli “interessi” con le idee e con i concetti: tranne che i secondi siano al servizio dei primi.
Ed in realtà è di questo che si tratta: l’impalcatura che regge l’insieme dei principi guida di questa società è la struttura mercantile, con i suoi uomini, i suoi strumenti, le sue logiche, i suoi fini.
Ora, caso vuole che l’uomo, il cittadino, il fedele, insomma il componente la società è qualcosa di più complesso di un insieme di interessi, è un essere prevalentemente informato da istanze che sono iscritte nel suo intimo, non nelle sue viscere, in quell’intimo che sfugge ad ogni concezione mercantile ed ha un afflato ben più ampio ed aereo della pulsione del tornaconto, dell’interesse quantificabile e godibile.
L’uomo è più di una combinazione di calcoli, è un insieme di visioni e di aspirazioni che sono talmente distanti dal suo stesso essere materiale da farlo arrivare, se necessario, al sacrificio di quest’ultimo. Per desiderio di infinito, l’uomo è pronto a rinunciare al suo stesso essere finito.
Tutto questo è iscritto nell’intimo dell’uomo. E tuttavia, nella sua componente più esteriore, l’uomo è condizionato dalle percezioni sensibili e dalle suggestioni che gli giungono dal mondo che lo circonda.
In condizioni normali, ambientali, culturali e formativi, ciò che sta iscritto nell’intimo dell’uomo dovrebbe valutare e discernere ciò suggeriscono la sensazione e la suggestione, secondo una gerarchia di valori dove l’elemento preminente è il suo bene interiore, meglio detto “il suo bene spirituale”. Ma oggi, purtroppo, non viviamo in condizioni normali, poiché le sensazioni e le suggestioni sono così tante e pervasive da soverchiare ogni altra facoltà dell’uomo. Oggi l’uomo, più che dirigere tali fattori, è diretto da essi: da soggetto ha finito col diventare oggetto, al punto da non comprendere più la realtà che lo circonda e a scambiarla con l’immaginazione, o la sensazione.

Se quanto detto volessimo esprimerlo con un linguaggio diverso, ma pur sempre rispondente all’intimo dell’uomo, potremmo ricorrere ad una massima ben nota, ma di cui oggi sembra sia andato perso il profondo significato: “non di solo pane vive l’uomo”; dove per “pane” va inteso non solo il nutrimento materiale, ma anche ogni sensazione ed ogni suggestione legate alla vita ordinaria.
Nella particolare contingenza che stiamo vivendo si sta invece verificando che quella impalcatura di cui abbiamo parlato è rimasta come spoglia ed ha mostrato la sua vera natura: i capi di questa nostra società hanno emanato disposizioni, da valere erga omnes, che rispondono ad un’unica esigenza, quella del bene fisico, stimolata in tutta evidenza dalla preoccupazione di non dover affrontare spese “inutili” per curare la malattia, spese che in definitiva sarebbero a fondo perduto e non produrrebbero alcun profitto. Tant’è che subito si è messa in moto la macchina mercantile che ha colto l’occasione per procurare nuovi profitti: fabbricare un “vaccino” e venderlo forzatamente anche a chi non lo vuole.

In questa prospettiva, il Governo ha disposto, ed imposto, che i fedeli non dovessero più andare in chiesa a pregare: troppo pericoloso e foriero di contagi incontrollati. E questa disposizione è stata decisa su suggerimento di un cosiddetto “comitato scientifico”, l’unico ritenuto idoneo a decidere su ogni ambito del vivere civile, preghiera compresa.
Pur essendo operante la categoria dei chierici, che sono i competenti in tema di preghiera dei cittadini, il Governo ha ritenuto di non doverla interpellare, anche perché ha ritenuto che tale categoria non si intenda di problemi di salute.
Ovviamente, i chierici si sono risentiti e hanno presentato al Governo le loro proposte, rivendicando la loro esclusiva competenza in tema di preghiera e ricordando che il Governo non può trascurare tale esclusività. Il Governo, da parte sua, ha convenuto che i chierici hanno anch’essi le loro ragioni ed ha promesso di allentare la rigidità delle imposizioni e delle restrizioni in tema di preghiera.
Insomma, sulla pelle dei fedeli, si è svolto una sorta di giuoco dei bussolotti. Siccome la vostra salute fisica, dice il Governo, è più importante di ogni altra vostra esigenza, per il vostro bene è meglio che non andiate in chiesa a pregare. Da parte loro, i chierici hanno riconosciuto la fondatezza di questo assunto e si sono dichiarati disposti a collaborare, lamentando solo di non essere stati consultati e richiesti di collaborare alla stesura delle disposizioni.

Come si vede, in questo strano giuoco delle parti la posta principale è stata la salute fisica dei fedeli e, di rimando, di tutti i cittadini. Nessuno dei giocatori ha messo in campo la salute spirituale dei cittadini: il Governo per colpevole ignoranza, i chierici per dolosa negligenza. Tutti hanno dimenticato l’antica massima: “non di solo pane vive l’uomo”; dimostrando così di concepire l’uomo, che dovrebbe essere il soggetto reale delle loro preoccupazioni, come un semplice corpo mosso da bisogni e interessi solo materiali.
Il Governo ha azzerato le idee e le esigenze intime dei cittadini e li ha ridotti a semplici birilli da spostare e ricollocare a suo piacimento: ha annullato ogni loro diritto ed ogni loro autonomia. I birilli non hanno un’anima.
I chierici, in un comunicato intitolato “Disaccordo dei Vescovi”, hanno dichiarato: «I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale». Da cui si evince facilmente che l’imperativo dei Vescovi è il “servizio verso i poveri”, a cui sono strumentalmente subordinati la “libertà di culto” e la “vita sacramentale”.
Questo comunicato, emesso dalla Conferenza Episcopale Italiana il 26 aprile scorso, in seguito all’arbitraria disposizione restrittiva del Governo, non dice una parola sulla esigenza dei cittadini, e dei fedeli in particolare, di richiamarsi al bisogno di vicinanza con Dio. Proprio i Vescovi hanno clamorosamente trascurato di appellarsi alla seconda parte della massima già citata, che precisa: «ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt. IV, 4).

Non di solo pane”, ma di sola salute fisica, sembrano concordare Governo e Vescovi. E tutti fanno finta di non sapere che nell’uomo il bisogno di vita spirituale è tale che in mancanza di essa l’intera società rimane afflitta da quella che si usa chiamare “angoscia esistenziale”. Ed è questa angoscia che porta l’uomo ad attaccarsi in modo esasperato ai suoi bisogni materiali, innescando un processo che invece di appianare tale angoscia la amplifica e la approfondisce.
Governo e Vescovi procurano ad ampliare l’importanza dei bisogni materiali, tra i quali nel caso in specie primeggia la salute fisica, e determinano una sorta di nuova schiavitù dell’uomo, sociale e comunitaria il Governo, individuale e familiare i Vescovi.
Nel primo caso gli uomini sono ridotti a birilli, nel secondo caso a bruti; con un complessivo arretramento a livelli esistenziali privi di ogni afflato spirituale, che rende gli uomini più simili alle bestie e li colloca ad un gradino più in basso di esse.

Di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, ma qui occorrono orecchie per intendere e megafoni per diffondere tale parola; cose che oggi difettano entrambe: le orecchie degli uomini che rintronano degli slogan assordanti fabbricati e diffusi dai padroni del mondo al servizio del loro capo; i megafoni dei Vescovi che ormai sono privi di energia e diffondono solo rauchi gracchii sui temi più insulsi e fuorvianti: migranti, pachamame, pratiche contro natura, scioglimento dei ghiacciai, ecc.; temi che, guarda caso, sono graditi agli stessi padroni del mondo e al loro capo.
E il “loro capo” è quello stesso che ci provò con Nostro Signore, offrendogli tutti i regni del mondo in cambio di sottomissione e a cui Nostro Signore rispose: «Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto» (cfr. Mt. IV, 8-10).

Ora, se il Governo ha instaurato un regime quasi dittatoriale in nome del bene dei regni del mondo, i Vescovi hanno il dovere non di approntare proposte e protocolli atti a perseguire tale bene, ma di ricordare ai governanti che devono adorare Dio e a Lui solo rendere culto. Altro che chiudere le chiese e interdire la preghiera e la Messa!
I primi a dover rendere culto a Dio sono i governanti, indipendentemente dal fatto che siano o no credenti, e i Vescovi esistono proprio per ricordare loro questo, indipendentemente dal fatto che essi vogliano farlo o meno: ognuno è libero di credere in Dio o di non crederci, ma non è libero, né ad alcun titolo legittimato, ad ostacolare  l’esercizio del culto di coloro che credono.
In questo caso specifico, il disposto dei governanti non ha alcun fondamento serio e reale e va respinto e disatteso, e i Vescovi dovrebbero essere i primi a respingerlo e a rendere culto a Dio, anche a costo di pesanti sanzioni sia pecuniarie sia giudiziarie, “usque ad sanguinem effusionem”, come si diceva nel tempo in cui i veri fedeli cattolici, non solo credevano, ma praticavano il loro credo.
Eppure, visto che nel merito il capo dei Vescovi, nella sua personale rappresentazione quotidiana in quel di Santa Marta, ha tenuto a dichiarare, il 28 aprile 2020, appena prima dell’omelia e solo due giorni dopo il “Disaccordo dei Vescovi”: «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni»; appare evidente che il primo elemento scomposto presente nelle menti e nei cuori degli uomini della attuale gerarchia cattolica è che non ci credono: costoro non credono nel culto da rendere a Dio, perché in definitiva non credono in Dio.

di
 Giacomo Fedele

I - LA DICERIA DELL’UNTORE


I - Distanziamento sociale e distanziamento dalla comunità. La paura che ci hanno instillato, come un veleno sottile, ci sta facendo perdere la libertà elementare di "Uscire di casa" o incontrare qualcuno senza “distanziamento” 
di Roberto Pecchioli  
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In tempo di menzogna universale, la verità è un atto rivoluzionario. Non si finisce di citare Orwell in epoca di post-verità, cioè autentica menzogna. Meraviglia molto che la maggioranza, persuasa di essere istruita, riflessiva, intelligente e smagata se le beva tutte. Certo, il potere vigila instancabile, ripete ogni giorno settanta volte sette ciò che è ufficialmente verità, ma proprio questa coazione a ripetere, il carico ossessivo di parole e immagini tutti identiche dovrebbe insospettire. Più ancora al tempo di #iorestoacasa, del distanziamento sociale, condizioni che sembrerebbero favorire la riflessione. Non è così. Domina la paura, accuratamente preparata, diffusa, cavalcata. Comandano gli “esperti”, ciascuno dei quali ritaglia il suo quarto d’ora di celebrità alla Andy Warhol e afferma con baldanzosa sicurezza l’esatto contrario del collega ascoltato dieci minuti prima. Nell’infelice 2020, pervaso dal virus del millennio, il Covid19 diffuso da pipistrelli dispettosi (chi non ci crede è un complottista e un pazzo…) l’intero reggimento degli esperti – scienziati, virologi, chimici e ogni altra categoria avvezza al microscopio, mentre il potere ripete come un mantra il contrario della verità (andrà tutto bene), alimenta l’attesa messianica del Salvatore.

No, non si tratta di Gesù. Nulla di mistico o di trascendente è ammesso nella repubblica Universale della Scienza e della Tecnica. Si tratta del vaccino, Sua Maestà il Vaccino che ci libererà dal contagio. Del resto, la società aperta è quella della liberazione. Da Dio, dai padri, della famiglia, dalla patria, dai principi ricevuti, dall’etica, dalle costrizioni della natura. Da tutto. Emancipati ed immuni da ogni idea comune, ci ha fregato un esserino invisibile, il Virus. Non importa, la Scienza e la Tecnica provvederanno. Non esiste dubbio, nessuno ne parla al condizionale. Non diciamo “se” ci sarà il vaccino”, ma “quando”. Presto, vedrete, molto presto. Dovremo stare in guardia, però: distanziarci, vivere in solitudine, abituarci a relazioni virtuali, dimenticare i bei tempi in cui l’uomo era un animale sociale e politico. Telelavoro, tele scuola, domotica, Internet delle Cose: salveremo la pellaccia, che importa del resto?
Chi non ci sta non ha capito nulla delle magnifiche sorti e progressive dell’umana gente. Più probabilmente è in malafede, vede il marcio dove c’è la benefica azione dei Superiori che lavorano per noi. Stupisce assai che in democrazia – dicono si chiami così, potere del popolo, il regime in cui viviamo –in cui tutti hanno diritto di parola, di libera associazione e di diffondere idee e opinioni, sia tanto accanita la caccia ai dissidenti. Se aprono bocca, sono accusati di complottismo, ignoranza, populismo, diffusione di bugie. Hanno anche tratto dal vocabolario della lingua franca, il globish, l’inglese globalista, il concetto di fake news, la falsa notizia. Falsa in quanto non approvata da lorsignori. Ricordate la stampa religiosa? Può essere diffusa solo con l’autorizzazione della chiesa. Il sigillo è una parola latina, un imperativo che sa di generosa concessione: imprimatur, si stampi! L’imprimatur postmoderno non è a carico dei preti, ma di un clero antico, i funzionari del potere nell’educazione, nell’informazione, nell’intrattenimento. Imprimatur: la verità, la “pravda” certificata dal Potere, dai padroni universali.

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Manifesto per l'epidemia di Vaiolo nel secolo scorso.
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CHI E' GIA' SCHIAVO?

                                       
    C’è un disegno e chi non sa vederlo è già schiavo. Ridotti a esseri post-umani? Dimostriamo di essere un grande popolo recitano gli "spot governativi" stiamo a casa ma è questo che fa grande un popolo restarsene chiuso in casa? 
di Francesco Lamendola  
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Incredibile a dirsi, c’è ancora parecchia gente che non vede nulla di strano nella linea adottata dal governo Conte Bis di fronte alla presunta pandemia da Covid-19, anzi, gli è grata delle misure sanitarie adottate, e ritiene che esse siano assolutamente giuste e necessarie, semmai andrebbero rafforzate ed inasprite, considerata l’entità del pericolo che ci minaccia. Si tratta di persone che gli hanno già perdonato il suo triplo peccato originale: di non aver ricevuto un voto da alcun cittadino; di aver fatto con la massima disinvoltura una svolta a “U” rispetto al governo precedente, che lui stesso aveva presieduto; d’aver portato al potere quelle forze che erano uscite sonoramente sconfitte e di gran lunga minoritarie dalle ultime elezioni politiche nelle quali il popolo italiano ha avuto la possibilità di far sapere come la pensa. Si tratta di persone, inoltre, che subiscono passivamente il bombardamento quotidiano dei telegiornali e della pubblicità televisiva, e alle quali la stampa di regime rifila i numeri taroccati della cosiddetta pandemia: 25.000 morti e passa, anche se la verità è che le cifre dei decessi sono perfettamente nella media degli anni scorsi e non indicano le morti per Coronavirus, ma tutte le morti possibili, dal cancro alla leucemia, che però vengono messe sul conto del Covid-19, scommettendo sul fatto che la maggioranza della gente non andrà a controllare e non s’informerà circa i dati reali, che sono quelli forniti dall’ISTAT e dall’Istituto Superiore della Sanità.

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C’è un disegno e chi non sa vederlo è già schiavo!

Infine si tratta di persone che non hanno amici all’estero, che non leggono la stampa estera, che non conoscono le lingue straniere e non frequentano i siti internet inglesi, francesi, tedeschi: perché, se lo facessero, si accorgerebbe che c’è qualcosa che non quadra nella narrazione dei fatti che il governo Conte Bis propina all’opinione pubblica italiana, grazie alla compiacenza dei mass-media, spinta fino al servilismo più abietto.  Si accorgerebbero, per esempio, che in Svizzera, cioè a due passi da Milano, l’emergenza sanitaria è arrivata più tardi che in Italia ed è già terminata; che non c’è mai stata una crisi ospedaliera; che la gente non è mai stata segregata in casa, né impedita a portare i bambini ai giardinetti, né multata se marito e moglie vanno a fare la spesa insieme, o insieme fanno una passeggiata per sgranchirsi le gambe e rinfrancare lo spirito. E lo stesso dicasi per tutti gli altri Paesi d’Europa, non solo del Nord, notoriamente più spartani e meno emotivi, ma anche quelli del Sud. Insomma, si accorgerebbero che nessun governo di nessuno Stato al mondo, neppure la Cina, neppure l’Iran, ha vissuto o sta vivendo la crisi da Covid-19 nella maniera traumatica, irrazionale e distruttiva per l’economia, in cui la stiamo vivendo noi italiani: con migliaia di piccole aziende e di piccoli commercianti che non potranno più riaprire le loro attività e i loro esercizi, per il semplice fatto che due o tre mesi di blocco totale e di mancati guadagni li hanno letteralmente mandati sul lastrico.

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Incredibile a dirsi, c’è ancora parecchia gente che non vede nulla di strano nella linea adottata dal governo Conte Bis di fronte alla presunta pandemia da Covid-19, anzi, gli è grata delle misure sanitarie adottate, e ritiene che esse siano assolutamente giuste e necessarie, semmai andrebbero rafforzate ed inasprite, considerata l’entità del pericolo che ci minaccia!

Cosa che era ampiamente prevedibile, e che il signor Conte, quindi, non poteva non sapere; così come non potevano non saperla, per quanto inetti, fanfaroni e ignoranti siano, i suoi ministri e gli uomini dei partiti che sostengono la sua maggioranza. E dunque, scartata l’ipotesi che si tratti di pura e semplice inconsapevolezza, cosa resta per spiegare il modo di agire di quei signori, se non la deliberata volontà di portare l’Italia al disastro, costringendola ad invocare l’intervento del MES e così facendola commissariare dalla Troika eurocratica e, al tempo stesso, distruggendo quel che resta della sua economia, così da metterla in vendita al miglior offerente straniero, ma senza scordarsi la fetta dovuta a papà Gates, il quale ci venderà i presunti vaccini che il governo, a sua volta, s’incaricherà d’imporre per legge alla popolazione stremata e terrorizzata? O siamo in presenza di una imbecillità totale, dunque, oppure della chiara intenzione di tradire l’Italia e consegnarla, mani e piedi legati, alle forze nemiche che la vogliono smembrare e dissanguare, e che da anni spiavamo l’occasione favorevole per liberarsi di una concorrente pericolosa: tertium non datur. E ora, se qualcuno vuol credere che Conte, Renzi, Grillo & Zingaretti siano degli idioti totali, è libero di pensarlo; da parte nostra, non solo non li crediamo stupidi, ma anzi molto furbi. Il che non significa che li riteniamo anche intelligenti, la furbizia essendo la variante meschina e opportunista della vera intelligenza; ma è un fatto che nel mondo della politica, specialmente oggi e in queste condizioni, dove non ci sono quasi più autentici statisti, ma solo arrampicatori del potere e dilettanti allo sbaraglio, gonfi di presunzione quanto digiuni di capacità e conoscenze, fanno strada i furbi e non gl’intelligenti. Infatti questi ultimi vedono le cose a trecentosessanta gradi e non solo dall’angolo visuale della loro personale convenienza e perciò, se appena hanno uno straccio di coscienza morale, sono portati a tener conto del bene di tutti, senza di che non si dà neanche un vero bene individuale. Ma per capirlo bisogna essere intelligenti, appunto, e non solamente furbi: perché l’intelligenza viene premiata dai fatti sul lungo periodo, mentre la furbizia è una forma mentale che vuol vedere subito i frutti del proprio agire e raccogliere il massimo pur avendo seminato il minimo, o niente addirittura.

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  Solo terrorismo mediatico? Perchè la Rai, che è un’azienda di Stato e quindi pagata dai cittadini (e pagata tre volte: con le tasse, con il canone obbligatorio e con la pubblicità)  ci propina programmi che sono vera e propria immondizia?

  
C’è un disegno; e chi non sa vederlo è già schiavo 

di Francesco Lamendola


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Papa Francesco, Antonio Socci: "Il solito traditore asservito al potere"
"Ora è il momento della prudenza, rispettiamo le regole contro la pandemia". Papa Francesco, a sorpresa, si schiera contro la Cei e i vescovi e difende Giuseppe Conte e lo stop alle messe confermato dal dpcm, misura al centro di molteplici polemiche. Il Pontefice, insomma, invita alla calma, ad abbassare i toni. Per lui, le disposizioni vanno rispettate, nonostante gli evidenti controsensi. E le parole di Bergoglio non sono piaciute, affatto, ad Antonio Socci, che passa all'attacco su Twitter. Socci rilancia infatti un articolo che dà conto della presa di posizione di Papa Francesco, e commenta con toni durissimi: "Bergoglio corre in soccorso a Conte e si conferma il solito traditore asservito al potere".
PRETI E PARRUCCHIERI CONTRO LA DITTATURA PSEUDO SANITARIA
Ancora più seria la protesta dei vescovi italiani che hanno denunciato quella che si manifesta come una vera e propria violazione della libertà di culto, stabilita dalla costituzione come uno dei diritti fondamentali.
I vescovi italiani hanno duramente condannato il prolungamento dello stop alle funzioni religiose, fatta eccezione per i funerali che potranno svolgersi con la partecipazione di massimo 15 persone e parenti. Per la Cei la decisione di palazzo Chigi compromette «l’esercizio della libertà di culto». E si aggiunge all’attacco anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, con un editoriale del direttore Marco Tarquinio che parla di «ferita incomprensibile e ingiustificabile» con il mondo cattolico, al quale sarà «difficile far capire perché, ovviamente in modo saggio e appropriato, si potrà tornare in fabbriche e in un uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare nei parchi e giardini, mentre invece non si potrà partecipare alla Messa domenicale. Una scelta miope e ingiusta».
Il premier Conte, intimidito dal comunicato della CEI, ha cercato di fare una inelegante e opportunistica dietro marcia e ha comunicato di aver aperto a una ulteriore valutazione per provare a sviluppare un protocollo di sicurezza anche per le messe, così come già previsto oggi per i posti di lavoro.
Consulterà il suo Comitato tecnico scientifico, quello dei super esperti che gli diranno se possibile fare uno strappo alle regole stabilite per le funzioni in Chiesa, visto il peso che la Chiesa riveste nel paese.
Conte teme di perdere il favore che fino ad ora aveva ricevuto dalle gerarchie cattoliche, le stesse che, in passato, dietro le prediche del Papa Bergoglio, avevano condannato i “populismi”.

Non è un caso che i “soloni” della scienza che siedono nei comitati di esperti creati da Conte e dai suoi ministri, siano contrari a tenere aperte le chiese visto il carattere anticristianche questi pseudo scienziati manifestano nella loro visione neopositivista e globalista che è antitetica rispetto alla Religione Cristiana. Si tratta della stessa visione delle oligarchie europeee che sono permeate da tale visione materialista e pseudo scientifica che si caratterizza per la sua contiguità con i circoli radical-massonici.
Come spesso capita nella Storia, il peggio della visione radicale e materialista dei governi viene fuori nei periodi di crisi.
Se dietro ogni progetto economico c’è una meta politica, dietro ogni progetto politico c’è a sua volta un’idea religiosa. L’europeismo è in questo senso un progetto funzionale a una visione politica e ideologica strutturalmente anticristiana, una sorta di “Repubblica universale” nella quale si amalgamerebbero tutti i paesi della terra, attuando il sogno sincretistico e ugualitario di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutte le religioni.
Nulla di strano quindi che si colga l’occasione per una chiusura prolungata delle Chiese e per cancellare le funzioni religiose. Naturalemte per motivi di sicurezza e “ce lo chiede l’Europa”, diranno glio scienziati.
La strada scelta per attuare questo piano è quella “funzionalista”, dei “piccoli passi”, di Jean Monnet. Una serie di passaggi obbligati porterebbero dal mercato unico alla moneta unica, dalla moneta unica alla fiscalità unica e dalla fiscalità unica all’azienda unica europea, controllata da poteri forti quali la Banca Centrale, la Commissione, la Corte di Giustizia e il Parlamento Europeo.
Non hanno però fatto i conti con la gente comune, quella che vuole andare in Chiesa per avere il conforto di una funzione religiosa. Sarà forse quello il momento in cui la gente prenderà i forconi e caccerà via in nuovi despoti che vogliono imporre la loro dittatura pseudo sanitaria in nome della scienza.
estratto a:

1 commento:

  1. Ora basta: si può battere, lo dice la realtà. E la medicina
    https://lanuovabq.it/it/ora-basta-si-puo-battere-lo-dice-la-realta-e-la-medicina

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