ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 aprile 2020

Qui in Italia tutto bene!!?

LA FESTA DELLA LIBERAZIONE?


L’antifascismo in assenza di fascismo? Solo totalitarismo ma se preferite chiamarlo fascismo così sia: mi dichiaro orgogliosamente antifascista. Tra manifestanti di rosso vestiti che trasmettono la memoria “democratica” del Paese 
di Roberto Pecchioli  

 0 charlot comunista

Qui in Italia tutto bene. Finalmente ci stiamo liberando dal virus ed è meraviglioso che accada proprio in coincidenza del 25 aprile, festa della Liberazione. Scherziamo, naturalmente. Da noi la situazione è grave, ma mai seria e continua la tragedia in forma di farsa di una nazione ridicola. Un impunito bracconiere  disse una volta, strizzando l’occhio, che la caccia è chiusa, ma mai a chiave. Così va in Italia, strano paese in cui si può manifestare per celebrare il 25 aprile, ma i partecipanti dovrebbero essere multati in massa per aver contravvenuto alla regola “ferrea” #iorestoa casa.

Invece no. La presidenza del consiglio dei ministri, unica autorità ammessa in tempo di virus, in società con la task force di Vittorio Colao, gran visir dell’industria delle telecomunicazioni ( oh…) ha emesso un comunicato nel quale si permette alle associazioni partigiane di celebrare la Liberazione. La sua lettura è assai istruttiva, uno spaccato conciso ma essenziale dello Stivale. Premesso in caratteri maiuscoli che il Proconsole Unico Conte “non esclude in alcun modo l’Anpi dalle celebrazioni del 25 aprile”, si dà via libera al rituale di ogni anno in nome “dell’importanza di difendere la memoria democratica del Paese”. Difendiamola, dunque, e ci piacerebbe sapere chi la minaccia, poiché l’antifascismo in assenza di fascismo somiglia assai a un funerale in cui manca il morto:  in linea con i tempi.
Turba il concetto: una festa nazionale dovrebbe celebrare la storia della nazione o addirittura della Patria. No,  è la semplice “memoria” dei fatti che hanno portato al 25 aprile 1945,  da ribadire con i fervorini di impeccabili signori e signore con fascia tricolore circondati da un pubblico che impugna bandiere di un altro colore. Forse sono loro gli smemorati di Collegno, i manifestanti di rosso vestiti, che trasmettono la memoria “democratica” del Paese. Traduzione: l’Italia è nata il 25 aprile, con “questa” democrazia e “questa” repubblica. Non è una nazione, tanto meno una patria, ma un semplice Paese. Paese mio che stai sulla collina, cantavano tanto tempo fa i Ricchi e Poveri. Il mio, di paese, si chiama Maresca,  sull’appennino pistoiese, è il luogo dell’anima, l’unico in cui sono stato davvero bambino e davvero felice.

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La festa della Liberazione, finalmente ! L’antifascismo in assenza di fascismo? Solo totalitarismo ma se preferite chiamarlo fascismo così sia: mi dichiaro orgogliosamente antifascista. Tra manifestanti di rosso vestiti che trasmettono la memoria “democratica” del Paese!

Basta, parliamo seriamente, se l’avverbio si può attribuire al Paese Italia. La prima impressione è di giubilo: ora sappiamo che i manifestanti, sia pure opportunamente distanziati in ottemperanza alle “gride” del governo, sono tutti immuni e sani. Ovvio: diversamente, il signor Presidente , così attento alla nostra salute da confinarci in casa, non lo permetterebbe. Chissà che non stiano eseguendo segretamente tamponi a raffica agli iscritti dell’ANPI. Buona salute e lunga vita anche a loro, nei giorni in cui un’ Italia di caporali infingardi multa due persone, buoni samaritani che accompagnavano in ospedale un malato di cancro. Gli stessi caporali evitano di bloccare tanti brutti ceffi indisturbati. Cinquanta energumeni in libera uscita attaccano i poliziotti (in questi giorni non riesco a chiamarli tutori dell’ordine) mentre arrestano due scippatori, anch’essi in libera uscita. La colpa è degli scippati. Come si permettevano di uscire di casa ?
Eppure no. Nel momento in cui le mie dimissioni da cittadino di “questo paese” sono più irrevocabili che mai – quelle da italiano no, lo sono per nascita, cuore, lingua e cultura- voglio cambiare idea, alla mia età. Per la prima volta, celebrerò anch’io, un po’ discosto dagli altri – con il virus non si sa mai- la festa della Liberazione. Ho deciso infatti di attribuire alla parola fascismo l’etichetta eterna, universale e onnicomprensiva appiccicata negli  ultimi , democratici decenni. Fascismo è ormai il nome collettivo di tutto ciò che è  brutto, orribile, insopportabile, ingiusto. Bisogna opporsi al male, non c’è dubbio, ecco perché scenderò in piazza anch’io , con mascherina, guanti e gel igienizzante.
E’ male, quindi fascismo, dare tutto il potere nell’emergenza a un gruppo di esperti in disaccordo tra loro, a una sedicente task force capitanata da un oligarca – Colao- di fiducia dei potenti non eletti ( finanza, multinazionali, alta tecnologia, Big Pharma ecc.). E’ fascismo, perbacco, rinchiudere le persone oneste, sanzionarle, controllarle dall’alto , con gli uccellacci telecomandati chiamati droni, farli spiare dall’Ovra- Opera Vigilanza Repressione Antifascismo- con le celle telefoniche, richiesti , domani obbligati a chip sottopelle come il cane di casa, renderli nemici uno all’altro , tra sguardi torvi e la domanda fatale: perché non sei in casa ? E’ fascismo bombardarci ogni giorno con un numero sterminato di messaggi televisivi, radiofonici, telefonici e in rete in cui ci si ingiunge di credere solo a loro, alle loro notizie, il Verbo calato dall’alto. Il resto è menzogna, reato, discorso di odio, fake news.

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Disse Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace nel 2010, dissidente cinese di un regime fascio-comunista capitalista, che  “la libertà di espressione è la base dei diritti umani, la radice della natura umana e la madre della verità.”!

E’ fascismo purissimo processare un giornalista , Vittorio Feltri, invocando la Legge Mancino e il carcere, nonché il divieto di esercitare la professione, per avere espresso, per quanto in modo assai volgare,  idee sgradevoli. E’ fascismo invocare la chiusura di siti Internet e il silenzio per le voci non in sintonia con la vulgata dominante. Non erano i fascisti che reprimevano la libertà di parola, quella di associazione e pendevano dalle labbra del Duce esattamente come ora sbaviamo alle omelie degli esperti e dei comunicati ufficiali diffusi dalla stampa e dalla televisione ufficiale, privata e pubblica ?  A proposito, forse è anche un po’ fascista l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, in mano ad alcuni grandi finanziatori privati, come Bill GatesChi paga i suonatori, decide la musica. E’ altamente fascista punire i sentimenti, le preferenze, ribattezzandole “discorsi di odio “. 
Disse Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace nel 2010, dissidente cinese di un regime fascio-comunista capitalista, che  “la libertà di espressione è la base dei diritti umani, la radice della natura umana e la madre della verità.” Pensava che la libertà di pensiero debba essere reclamata ad alta voce, la nostra e l’altrui. Immaginava un’umanità sveglia, la cui dinamica elementare è la comunicazione e il dibattito, chiavi della crescita civile. Ci ricordava che nessuno è padrone della verità, da ricercare nel confronto, diffidando di chi è certo di averla trovata una volta per tutte. Siamo ogni giorno più vicini a vergogne come la legge sulla stampa franchista o il Decreto sulla Stampa della Russia bolscevica, emesso per  “evitare tensioni e violenza dovute a falsa informazione ed evitare appelli ad azioni contrarie alla legge vigente””. Fascismo rosso, se proprio non si riesce di pronunciare con sgomento la parola comunismo.
ll buon Liu ignorava che in seno a governi democratici- e laici, e progressisti, e antifascisti- potessero annidarsi elementi capaci di diffondere il virus proibizionista , l’amore per la censura e la museruola cari al nazista Goebbels. Vigilano su di noi, pensieri, parole, opere ed omissioni, onnipotenti più di Dio,  giacché solo il governo e i suoi danti causa sono i possessori della verità e proteggono la nostra vita. E’ totalitarismo, ma se preferite chiamarlo fascismo, così sia. Attenzione però: qualcuno manifesta contro se stesso. Se “dai fatti occorre trarre significazione” fascisti siete voi. Ho impiegato più tempo degli altri a comprenderlo- colpa  della mia testa dura- ma adesso ne sono convinto. Per questo eviterò di impancarmi nella guerra delle parole e andrò al sodo: poiché amo la libertà, anzi le libertà , divento antifascista e mi batto più di prima contro il totalitarismo.

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Il nuovo Ministero della Verità? Gli operatori sono comprati o intimiditi, mentre la stragrande maggioranza delle notizie che riceviamo provengono dalla medesima fonte, poche agenzie di informazione, guarda un po’, tutte possedute o controllate dalle stesse oligarchie, i padroni universali!

La festa della Liberazione, finalmente ! 

di Roberto Pecchioli
  
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La satira del giorno: la rivolta dei vescovi italiani


https://www.ilgiornale.it/gallery/satira-giorno-rivolta-dei-vescovi-italiani-1857962.html

Oggi, 25 Aprile…liberi da cosa e per cosa?

Balcone con donna mascherina tricolore bandiera italiana
 di Stefania Marasco
È passato un po’ di tempo dal mio ultimo post, un po’ perché sono stata presa da certe priorità, un po’ perché prima di esprimermi su determinate questioni preferisco meditarci su.
Scelgo di scrivere oggi, 25 Aprile 2020, chiedendomi: cosa c’è da festeggiare?
ANSA ci trasmette il pensiero del Presidente Mattarella (leggi qui) che dice, testualmente «“il settantacinquesimo anniversario della Liberazione è – sottolinea il presidente – data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione”. “Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore”. L’Italia, ricorda Mattarella, si è dotata “di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista”
Sempre ANSA (leggi qui) ci fa sapere che oggi ci sarà un flashmob collettivo, tutti a cantare “Bella Ciao” sul balcone di casa.
Sapete cosa vi dico? Che io non ci penso neppure vagamente a mettermi a cantare “Bella Ciao” sul balcone di casa mia, perché proprio non capisco cosa accidenti ci sia da festeggiare! Sono francamente stanca della solita retorica dietro la Festa della Liberazione: arrivarono gli Americani e ci liberarono dalla piaga nazi-fascista…ci liberarono? Per cosa? Solo per renderci schiavi di altre dittature di pensiero e fatemi il piacere di non dirmi che non è vero perché chi ha un minimo di onestà intellettuale sa bene che dico una verità sotto gli occhi di tutti. Dalla fine della II Guerra Mondiale siamo stati obbligati a piegarci progressivamente all’ONU, alla NATO, all’UE, impoverendoci sempre di più, indebolendoci sempre più, perdendo progressivamente autonomia di Stato, di Nazione, per dipendere da organismi che, francamente, pare abbiano a cuore solo l’economia, i mercati, i soldi, depauperando i popoli non solo economicamente ma culturalmente, invocando la globalizzazione come grande unione dei popoli quando è solo una forma di controllo delle masse.
A chi sta per farmi il solito commento “Sono 75 anni che viviamo in pace, senza guerre” scusate tanto ma grido: CIECHI! Dalla fine della II Guerra Mondiale solo il “civilizzato mondo Occidentale” è stato in pace, territorialmente parlando, ma le guerre in giro per il mondo quante sono state? Corea, Vietnam, Cuba, Afghanistan, Libano, Egitto, Israele, Persia, Iraq, ex Jugoslavia, Siria – vogliamo parlare d’Africa? -, guerre scatenate, finanziate, sfruttate dal predetto Occidente! La NATO ha inviato soldati ovunque, gli USA in autonomia anche di più, mi dite la pace dove diamine l’avete vista negli ultimi 75 anni?!? Neppure lo spazio e la Luna abbiamo lasciato in pace! Pure per quello USA e URSS hanno litigato! Guerre fredde, guerre calde, guerre “pulite” e guerre dalle armi sporche!
E poi il terrorismo…le BR ed il terrorismo nero, Hamas, l’IRA, giù giù fino ai Talebani, ad Al Quaeda, all’IS, a Boko Haram ed a tutti quelli che sto dimenticando ma ci sono ed operano quasi indisturbati.
Dove la vedete ‘sta pace da celebrare?!? Oggi, poi, che grazie al virus di probabile matrice artificiale (e questo è un capitolo ulteriore, che oggi vi risparmierò, ma che rientra nella stessa parentesi di guerre “fuori dagli schemi”) c’è chi sta approfittando della situazione per ridurre ancora di più i nostri diritti, la nostra libertà, in nome del “pericolo pandemia”?!? Un interessante articolo in inglese ipotizza che questa pandemia sia proprio l’occasione che i fautori del Nuovo Ordine Mondiale attendevano per accelerare i loro piani (leggi qui).
Ciascuno tragga le proprie conclusioni, io so soltanto che in nome del Covid-19 sono emerse le “necessità di serie A” e quelle di “serie B”, sono emerse le meschinità da spioni del KGB di troppe persone, è emersa la discrepanza tra persone, popoli, visioni politiche, che mi hanno portato a riflettere che ben lungi dall’essere Europei non siamo neppure Italiani! Lo abbiamo visto nelle diatribe tra i professori Galli ed Ascierto, nelle vergognose dichiarazioni di Feltri, nei battibecchi tra schieramenti politici, nel protezionismo dei singoli Governatori, cosa ci meravigliamo se la Germania ed i vari Paesi ricchi del Nord Europa vogliono imporci il MES perché non vogliono accollarsi i debiti dei Paesi poveri dell’UE, diventati poveri proprio per unirsi a questa sciagura di UE (e di questo noi italiano sempre saremo “grati” a Mr. Romano Prodi!)?!?
No, scusate tanto, io non festeggio proprio nulla.
Dovrei festeggiare il fatto che in nome del rischio di propagazione del virus il Governo non accenna neppure ad un via libera regolato delle celebrazioni religiose?!?
Devo festeggiare gli sceriffi che, in barba alla libertà religiosa ed ad ordinanze precise ed esistenti, moltiplicano gli abusi di potere come a Gallignano, a Maser, a Sant’Arpino, a Marina di Cerveteri (leggi qui), con l’apoteotico linciaggio mediatico del sacerdote di Formia via Striscia la Notizia di cui abbiamo ampiamente parlato?!?
Devo festeggiare per il tempo che la Chiesa ha impiegato a reagire e finalmente chiedere che il Governo cominci a calendarizzare il via libera regolamentato alle celebrazioni religiose (Il Cardinale Bassetti, Presidente della CEI, si è deciso finalmente il 23 aprile con un discorso alla sua Arcidiocesi ma sul sito della CEI nulla si legge)?!?
Devo festeggiare il fatto che un paziente in terapia per malattia autoimmune abbia la terapia sospesa da mesi in un noto ospedale romano  (per privacy della persona in questione non la nominerò, dovrà bastarvi il fatto che la conosca piuttosto bene e sappia di cosa sto parlando) ma l’aborto sia una priorità?!?
Curare può non essere una priorità in certi casi, eliminare una vita umana nascente si; la Messa crea pericolosi assembramenti, il supermercato no (ieri poco c’è mancato che litigassi pesantemente con un’anziana signora incapace di tenere le distanze); alla Messa no ma in chiesa magari ci mettiamo gli studenti per creare classi adeguatamente distanziate come i geni danesi stanno ipotizzando.
Se poi vogliamo aggiungere all’elenco delle follie di questi ultimi giorni discutibilissime multe quali questa (leggi qui) o questa o chissà quante altre non arrivate agli onori della cronaca, beh, lo ribadisco, lascio festeggiare voi, io eviterò.

DI QUALE LIBERAZIONE PARLIAMO? – Alla ricerca della “vera Liberazione”

25 aprile Festa della Liberazione
 di Gianni Silvestri
 LIBERAZIONE NAZIONALE
IL 25 APRILE è la data della festa nazionale per ricordare la liberazione della nostra nazione dalla occupazione nazista e dai residui delle forze fasciste della Repubblica di Salò.
Questa liberazione è un evento positivo che segna il ritorno dell’Italia nel pieno percorso democratico, con il conseguente rifiuto della logica di sopraffazione e violenza che ha caratterizzato gli anni di guerra. Ma proprio questo rifiuto della logica di violenza deve farci riflettere senza pregiudizi su  quella che si è continuata ad usare nei mesi/anni successivi alla liberazione, perché una lotta inizialmente giusta divenne un paravento di violenze politiche e di parte.
Mi riferisco alle violenze (sottaciute per decenni) di alcune frange partigiane comuniste contro sacerdoti, seminaristi ed esponenti cattolici vari, messe in luce dal grande giornalista di sinistra Giampaolo Pansa, scomparso nel gennaio scorso, nel suo libro “il sangue dei Vinti”. Nell’ultima parte della sua carriera, questo storico (collaboratore trentennale del gruppo Repubblica/L’Espresso) ha pubblicamente denunciato (anche nel suo successivo libro “la Grande Bugia) la violenza di alcuni esponenti delle formazioni comuniste responsabili di uccisioni silenziose avvenute soprattutto contro “nemici di classe” e contro i sacerdoti cattolici. Questa violenza non fu sporadica o casuale, ma organizzata in quanto interessò migliaia di casi e nello stesso territorio dell’Emilia (chiamato addirittura “il triangolo della morte”). Le cifre sono impressionanti, con migliaia di morti (alcuni storici e giornalisti parlano di circa 5000 persone). L’autorevole quotidiano “Il Foglio” nel 2018 ha scritto: “Tra il 1944 e il 1947 furono centotrenta i sacerdoti e i seminaristi uccisi in Italia dai partigiani comunisti – ben trecento, secondo un approfondito studio dell’Azione cattolica, tra il 1940 e il 1946 (fece scalpore la esecuzione del seminarista Rolando Rivi appena quattordicenne, ucciso da partigiani comunisti e beatificato dalla Chiesa nel 2013). La cosa preoccupante è che la gran parte di queste violenze sono state compiute a guerra finita ed addirittura dopo la “liberazione”, quindi senza giustificazione alcuna se non l’odio di classe, la vendetta politica o religiosa. Queste violenze sono rimaste non solo impunite, ma sostanzialmente nascoste per decenni, sino alla denuncia di questo coraggioso giornalista di sinistra (poi osteggiato persino dall’A.N.P.I, per aver scoperchiato questa retorica a senso unico).

Rolando Rivi
Rolando Rivi

Questa precisazione è necessaria per precisare che la LIBERAZIONE non può essere un ombrello che copre di tutto, anche la violenza più ingiustificata.
Sarà interessante elencare altri casi di acritica accettazione del termine Liberazione, termine con cui si sono coperti fenomeni pericolosi o ambigui:
1) I Movimenti di LIBERAZIONE POPOLARE diffusi dagli anni 50-60 in poi, principalmente di ispirazione marxista, come quello più famoso di Cuba. Ma fu liberazione quella di una dittatura durata decenni?
2) ORGANIZZAZIONE LIBERAZIONE DELLA PALESTINA, (OLP). che con la lotta armata intendeva combattere il governo israeliano per liberare la Palestina (e si sa come è andata a finire: Se Arafat avesse accettato le proposte di Pace decenni fa – Presidenza Carter – oggi la Palestina avrebbe un territorio libero e ben di maggiore estensione).
3) TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE sviluppatasi in America Latina per coniugare la fede cristiana con la ideologia comunista per sviluppare, con l’azione di comunità di base, una prassi di liberazione non solo religiosa, ma sociale, economica e politica. Questo fenomeno non sembra aver portato agli sperati cambiamenti (da una parte i cattolici in America Latina si sono dimezzati in pochi decenni a vantaggio di varie sette evangeliste, dall’altro i comunisti – dopo la fallimentare esperienza Nicaraguense,  hanno la loro principale esperienza Latino Americana nell’impoverita dittatura Venezuelana di Maduro).
4) LIBERAZIONE POST-SESSANTOTTINA il 68 fu un complesso movimento di contestazione, anche degli stereotipi della società capitalista, con varie forme di protesta, che si divisero nella componente di contestazione-impegno sociale (da cui sorsero i gruppi comunisti di lotta armata degli anni 70) ed in quella anarchico-individualista (in cui proliferò il fenomeno di diffusione delle droghe, anche sintetiche, come LSD).
5) LIBERA(LIZZA)ZIONE SESSUALE E DEI COSTUMI che ha finito per determinare la devastante autonomia del sesso dall’amore, con i risultati di una sessualizzazione della società che ha favorito anche la pornografia libera attuale (certamente alla base di tante mercificazioni e violenze sulla donna, considerata come un oggetto di violenti divertimento – come continua a dimostrare il fenomeno della prostituzione nelle nostre strade).
6) LIBERAZIONE DELLA DONNA  fenomeno positivo nella sua componente di parità giuridica ed economica e sociale della donna,
ma che ha portato anche ad estremismi errati, con un apparente sostituzione della lotta di classe nella lotta tra i sessi, (lo slogan “l’utero è mio e la gestisco io” – ab-usato a voler rivendicare anche la libertà assoluta di aborto – mostra una estremizzazione incomprensibile che ha escluso l’uomo da ogni scelta e responsabilità, che ha separato e non unito. Tanto che il cd “femminismo” sembra aver perso la sua originaria forza propulsiva ed oggi si sente il bisogno di una maggior femminilità, come attestato dal crescente consenso della scrittrice di Costanza Miriano.
In generale non voglio essere disfattista, in qualche settore alcuni progressi sono stati fatti, ma a distanza di decenni appaiono purtroppo insufficienti rispetto alle promesse ed alle aspettative di partenza.  Ecco perché nonostante tutte queste ventilate “liberazioni”, e nonostante l’aumento vertiginoso dei mezzi economici e tecnici a disposizione dell’uomo siamo ancora in attesa delle vere liberazioni:
Liberazione dalla povertà, (sono secoli che l’Africa ed “il mondo povero” rimangono tali).
Liberazione dalle ingiustizie: la ricchezza si concentra sempre più nelle mani di pochi e, nonostante ogni progresso, cresce sempre più la forbice delle disuguaglianze (poche decine di miliardari possiedono ricchezze maggiori della metà povera della popolazione della terra);
liberazione dalla ignoranza: con attenzione “all’analfabetismo di ritorno” come attestano le sempre più diffuse trasmissioni “trash” (come il grande fratello e le varie isole di famosi sempre più sconosciuti).
Forse, dopo tanti fallimenti, totali o parziali, c’è da riconsiderare maggiormente l’elemento umano: ogni vera liberazione deve partire da una nuova consapevolezza dell’uomo per poi diffondersi a cerchi concentrici alle strutture che l’uomo crea e non viceversa: è l’uomo nuovo che crea strutture nuove e non il contrario (come invece affermato dalla analisi marxista).
La principale caratteristica dell’essere umano (che lo distingue da ogni altro essere vivente sulla terra) è la sua interiorità e spiritualità: ogni vera liberazione non può che partire di là.
Solo un uomo rinnovato interiormente potrà tornare a costruire famiglie, imprese, società e strutture politiche rinnovate dal profondo, e potrà immaginare regole nuove che rompano gli attuali meccanismi di sfruttamento di una società che è divenuta uno spaventoso “tritacarne umano” dal quale si estraggono i guadagni di pochi. Una liberazione quindi prima di tutto interiore che apra l’uomo alla sua spiritualità (oggi dimenticata, quando non avversata), sarà una marcia in più che favorirà anche una maggior  comprensione di sé ed un’ampia solidarietà sociale, come ogni vera esperienza religiosa attesta (i cristiani ad esempio, sono sempre in prima linea nelle varie esperienze di aiuto agli altri).
Questo allargamento di orizzonti sarà la vera novità ed un rinnovato “popolo canterà la sua liberazione”, come migliaia di giovani hanno fatto sulle note di Claudio Chieffo, noto cantautore cristiano, prematuramente scomparso.
E’ ancora Chieffo a ricordarci la radice di ogni vera e non apparente liberazione:
“C’è bisogno di Qualcuno
che ci liberi dal male
perché il mondo, tutto intero
E’ rimasto tale e quale”.
In Pace

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