Anche il Papa scende in campo per la "sanatoria" dei migranti
Papa Francesco è a favore della regolarizzazione dei migranti che lavorano come braccianti. Questa mattina il pontefice argentino ha lanciato un altro appello
Papa Francesco è a favore della regolarizzazione dei migranti che lavorano come braccianti. Questa mattina il pontefice argentino ha lanciato un altro appello
Papa Francesco è al fianco dei migranti, che subiscono gli effetti della pandemia come tanti altri lavori. Bergoglio, nel corso dell'udienza generale di oggi, ha posto un accento sulle conseguenze derivanti dal lockdown.
La dimensione lavorativa è cambiata per molti. Per altri, invece, quella dimensione è scomparsa. E poi c'è il tema dello sfruttamento.
In queste ore, la politica si sta interrogando sul da farsi. Una delle ipotesi sul tavolo prevede che i migranti impiegati nei campi alla stregua di braccianti vengano regolarizzati dal punto di vista giuridico. Ne va della continuità della filiera alimentare, dicono i favorevoli. Il vescovo di Roma ha già preso posizione sulla questione, definendo auspicabile un intervento teso alla normalizzazione del quadro. Regolarizzare i migranti, insomma, sarebbe un provvedimento che il vertice della Chiesa cattolica troverebbe corretto. E anche nel corso della mattinata di oggi Bergoglio ha ribadito la sua sul punto:
Il Papa ha raccontato del grande numero di messaggi arrivati in Vaticano dall'inizio della pandemia dovuta alla diffusione del Covid-19. Ecco, tra le tante vicende poste all'attenzione del pontefice argentino, c'è la macro-questione lavorativa: "In particolare, mi ha colpito quello dei braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane. Purtroppo tante volte vengono duramente sfruttati". Il virgolettato in questione - così come il resto del discorso - è stato riportato pure da Repubblica.
Questo - lo abbiamo sottolineato in varie circostanze - è il pontificato delle periferie economico-esistenziali. I cosiddetti "ultimi" ed i cosiddetti "penultimi" continuano ad occupare i pensieri dell'ex arcivescovo di Buenos Aires, che non intende cambiare focus pastorali: "È vero che c'è crisi per tutti - ha continuato il Santo Padre - , ma la dignità delle persone va sempre rispettata. Perciò accolgo l'appello di questi lavoratori e di tutti i lavoratori sfruttati e invito a fare della crisi l'occasione per rimettere al centro la dignità della persona e del lavoro". E questa "dignità", stando alla visione di Jorge Mario Bergoglio, verrebbe tutelata anche per mezzo di una disposizione in grado di regolarizzare le varie situazione lavorative che vedono coinvolti i migranti.
Si tratta dell'ennesima discesa in campo di Francesco in favore di coloro che cercano una vita migliore, giungendo sulle nostre coste da altre nazioni. Prendendo ad esempio l'inizio del 2019, abbiamo già registrato l'incidenza con cui il vescovo di Roma è solito intervenire in pubblico sulla gestione dei fenomeni migratori e su altri aspetti riguardanti l'immigrazione.
Nella disamina del pontefice sudamericano, la tutela dei migranti rimane così prioritaria. Per quanto la pandemia abbia in qualche modo modificato i contenuti dei messaggi papali, Bergoglio ha continuato ad evidenziare le difficoltà dei migranti. E l'appello lanciato oggi certifica come il Papa non abbia affatto cambiato idea sulla necessità di un'accoglienza più estesa possibile.
Migranti, il governo si spacca. Bellanova: "Senza sanatoria me ne vado"
La ministra dell'agricoltura spinge per la sanatoria per gli irregolari e minaccia le dimissioni: "Non faccio da tappezzeria"
La ministra dell'agricoltura spinge per la sanatoria per gli irregolari e minaccia le dimissioni: "Non faccio da tappezzeria"
"La regolarizzazione dei migranti irregolari non è una battaglia strumentali per il consenso, dal momento che queste persone non votano.
Se non passa la proposta, allora ci sarà motivo per riflettere sulla mia permanenza nel governo. Perché io non sono qui a fare la tappezzeria", così il Teresa Bellanova minaccia di fatto le dimissioni per ottenere la regolarizzazione dei clandestini e degli irregolari, con l’obiettivo di farli lavorare nei campi agricoli dell’Italia, specialmente in quelli del Sud.
La ministra dell’Agricoltura renziana tira dritto e sembra non voler affatto frenare o cedere alle resistenze che sta incontrando dalla maggioranza e non tanto dal Partito Democratico (suo ex partito, prima del passaggio in Italia Viva) quanto invece dal Movimento 5 Stelle. Non che avessero mai smesso di farlo, ma ecco che i giallorossi tornano a litigare e che torna ad agitarsi l’arma delle dimissioni per ottenere qualcosa.
Le parole dell’ex sindacalista sono arrivate nella mattinata a Radio anch’io, prima dell’impegno di lavoro che lo attendo, ovvero un summit a quattro con altri tre ministri del Conte-bis: la titolare del Viminale Luciana Lamorgese, quella del Lavoro Nunzia Catalfo e il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano. Un incontro proprio per discutere della sanatoria e, possibilmente, trovare un accordo. Ma non sarà così facile, visto le resistenze grilline. Lo stesso reggente d’emergenza del M5s Vito Crimi – che ha preso le redini della compagine pentastellata dopo il passo indietro o meglio di lato di Luigi Di Maio – ha dichiarato di essere contrario alla sanatoria in quando andrebbe paradossalmente d alimentare il mercato nero. Queste le parole di Crimi in risposta al progetto di Bellanova: "Massima disponibilità alla lotta al lavoro nero ma non accetto che vengano dati dei permessi di soggiorno temporanei perché è lì che si insidia il lavoro nero".
"Tra le persone c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane", un passaggio della chiacchierata via etere della Bellanova, che ha chiosato spiegando quello che sarebbe il progetto di riforma: "Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole".
Fabio Franchini
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