Un’intervista profonda e molto dettagliata che affronta tutti i temi più rilevanti del momento.
E’ quella che l’arcivescovo italiano, monsignor Carlo Maria Viganò, ha rilasciato al giornalista Marco Tosatti.
Si parte dalla crisi di valori del mondo moderno fino ad arrivare alle prossime elezioni degli Stati Uniti che l’arcivescovo crede vedranno un intervento della Divina Provvidenza per consegnare la vittoria a Trump e tenere così l’America e il mondo lontani dallo spettro della morsa totalitaria che l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale porterebbe.
L’aspetto più importante dal quale parte Viganò è la crisi della Chiesa cattolica precipitata nella deriva modernista ormai da molto tempo.
Per comprendere le cause di questo declino è imprescindibile, come fa correttamente notare lo stesso arcivescovo, risalire al Concilio Vaticano II del 1962.
Il Concilio ha di fatto segnato l’inizio della fine della Chiesa cattolica. Lo spirito conciliare è significato di fatto l’apertura al mondo da parte della Chiesa.
Un’apertura che ha portato conseguentemente l’istituzione cattolica ad adattarsi alle leggi del mondo e a cercare di piacere e compiacere il potere temporale, quando il magistero della Chiesa avrebbe dovuto avere la funzione opposta.
La Chiesa ha una storia millenaria proprio perchè essa non ha cercato la legittimazione di monarchie e repubbliche, ma al contrario ha sempre ribadito la sua autorità morale e i suoi principi eterni che non si adattano al cambio delle stagioni.
Il Vangelo di Cristo non deve rincorrere lo spirito del tempo, ma piuttosto è il tempo che deve cercare di preservare intatto il suo messaggio.
Il Concilio: la Chiesa modernista si piega allo spirito del mondo
Il Concilio ha posto fine a quella che è stata la Chiesa per quasi 2000 anni. Da quel momento in poi, l’istituzione cattolica ha preferito adattarsi al mondo e ai suoi fini.
C’è infatti in questo senso uno stretto legame tra la Chiesa conciliare e i movimenti di protesta sessantottini.
Viganò osserva che i secondi non sarebbero stati possibili senza una sorta di benedizione della prima.
Così come i movimenti di quegli anni arrivarono a mettere in discussione ogni singola istituzione della civiltà europea e cattolica, di rimando i vescovi dell’epoca misero in discussione l’autorità papale.
Lo spirito della ribellione e soprattutto della rivoluzione nasce in seno al Concilio e raggiunge la società di allora che a sua volta si scaglia con ferocia contro tutti i valori della tradizione cristiana.
La famiglia naturale è sicuramente il primo nemico della rivoluzione sessantottina perchè essa è l’architrave dello Stato nazionale.
Se si indebolisce il nucleo della famiglia, si indebolisce di conseguenza la nazione stessa perchè vengono meno le solide fondamenta della civiltà stessa.
Il femminismo in questo senso ha assunto un ruolo disgregativo senza precedenti perchè piuttosto che esaltare la femminilità della donna ne ha negato la sua natura.
L’orribile e disumano slogan “il corpo è mio e me lo gestisco io” è stato l’atto più crudele che si potesse fare contro la donna, incoraggiata a praticare l’orribile trauma dell’aborto e a disfarsi della vita che porta in grembo come se fosse una zavorra.
Bergoglio dunque non è giunto per caso.
Bergoglio è il pontefice figlio diretto dello spirito eversivo e rivoluzionario del concilio e dei movimenti sessantottini.
La sua missione è quella di plasmare la Chiesa alle leggi liberali e anticattoliche del mondo per poter favorire così l’avanzata del mondialismo e dei poteri massonici che invece dovrebbe respingere.
Tutto questo non è accaduto per una mera fatalità della storia.
E’ stato un processo di infiltrazione studiato a tavolino dai nemici tradizionali della Chiesa, su tutti la massoneria.
La strategia del mondialismo per infiltrare e governare la Chiesa
Per favorire l’avvento di un Nuovo Ordine Mondiale, occorreva mettere le mani sul soglio di Pietro.
Il Nuovo Ordine Mondiale assume senz’altro le caratteristiche una dottrina politica, ma soprattutto è ancora di più una vera e propria religione i cui principi si richiamano apertamente alle antiche religioni misteriche in aperto e completo contrasto con i principi del cristianesimo.
Per comprendere chiaramente quali sono i principi spirituali che animano l’idea di costruire un unico governo mondiale occorre comprendere la teosofia, che per le sue caratteristiche può essere considerata la religione del Nuovo Ordine Mondiale.
Madame Blavatsky, l’occultista fondatrice di questa religione e presidente della società teosofica nel 1875, sosteneva che Lucifero ha in realtà le doti di un Dio “buono” in quanto avrebbe, a suo dire, donato agli uomini la conoscenza, mentre il Dio della Bibbia veniva visto come un tiranno oppressore.
La teosofia dunque è fondata su una inversione dei valori della cristianità, nella quale il bene diventa male e viceversa.
Soprattutto, a differenza della religione cristiana, crede che la salvezza non passi attraverso la fede in Cristo, ma piuttosto nella conoscenza.
Questa religione assume una valenza fondamentale nel Nuovo Ordine Mondiale, ed è uno dei successori di Madame Blavatsky alla guida della società teosofica a spiegarlo, ovvero Alice Bailey nella sua opera “L’esteriorizzazione della gerarchia.”
Alice Bailey, oltre a succedere alla Blavatsky, fondò l’associazione “Lucifer Trust” il cui nome fa già intuire chiaramente a chi si ispira.
Successivamente il nome fu cambiato in Lucis Trust e oggi questa associazione gode di uno status privilegiato se si pensa che all’ONU riveste la funzione di consulente presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite , una circostanza che aiuta ancora a comprendere meglio a quali principi si ispira la stessa ONU, considerata dalle élite la base del futuro governo mondiale.
La Bailey nel suo libro spiega chiaramente che la divinità religiosa che dovrà ispirare e guidare la formazione dello Stato globale sarà Sanat Kumara, che è l’anagramma di Satana.
La presidente di Lucis Trust descrive poi la strategia attraverso la quale questa religione esoterica dovrà diffondersi e appunto esteriorizzarsi definitivamente.
Nella sua idea, le istituzioni che dovevano avere il compito di portare avanti questo nuovo culto pagano sono principalmente tre: le logge massoniche, la scuola e la Chiesa.
Prendersi la Chiesa dunque era assolutamente imprescindibile per i vertici del mondialismo.
La Chiesa è l’istituzione che custodisce e difende la Rivelazione e se smette di assumere questa funzione, gli ostacoli verso un governo mondiale e una religione globale vengono virtualmente del tutto rimossi.
Ma la guerra alla Chiesa non è stata combattuta frontalmente. I suoi nemici hanno scelto un’altra tattica più efficace e diabolica, ovvero quella dell’infiltrazione nelle sue gerarchie.
Non è un processo che si è consumato nell’arco di pochi mesi, ma di decenni.
Bella Dodd, una dissidente del partito comunista americano poi convertitasi al cattolicesimo, raccontò come già negli anni’50 le file della Chiesa erano state infiltrate da membri della sinistra atea e comunista.
Bergoglio, come si diceva sopra, non è dunque il risultato di un processo casuale.
E’ il diretto risultato di quella strategia di infiltrazione che oggi ha portato la Curia ad essere il principale sponsor del Nuovo Ordine Mondiale che in realtà dovrebbe combattere.
La società contemporanea che governa il mondo e le istituzioni terrene assomiglia purtroppo sempre più terribilmente a quella contro la quale mise in guardia Leone XIII che definì la massoneria una “personificazione permanente della Rivoluzione” che mira ad instaurare “una sorta di società alla rovescia il cui unico scopo è quello di esercitare un dominio occulto sulla società per come la conosciamo.”
Oggi i vertici della Chiesa si dichiarano cattolici, ma sono i loro stessi comportamenti e contiguità con gli ambienti del partito democratico americano a dimostrare che questa è solo una dichiarazione di facciata che non corrisponde alla sostanza dei loro atti.
Monsignor Viganò sta denunciando a gran voce questa falsa chiesa che non si prostra davanti a Cristo, ma piuttosto davanti ai suoi nemici.
L’alleanza tra Trump e Viganò indispensabile per combattere il deep state e la deep church
Se è senz’altro vero che la battaglia che sta conducendo Trump negli Stati Uniti è fondamentale per fare in modo che l’America continui a combattere il globalismo, è senz’altro vero che la battaglia dell’arcivescovo lo è altrettanto e forse lo è ancora di più perchè senza la Chiesa dalla sua parte, non potrà mai nascere la religione pagana del Nuovo Ordine Mondiale.
E’ indubitabile che il deep state di Washington, nemico di Trump, sia profondamente legato alla deep church di Bergoglio.
Allo stesso tempo, la sponda tra Trump e Viganò potrebbe costituire quel contrappeso indispensabile per combattere sia il primo che la seconda.
Per mettere un freno al mondialismo, l’America è indispensabile ma lo è anche preservare la vera Chiesa cattolica che non vuole che il mondo precipiti nell’oscurità di un regime così ferocemente nemico dell’umanità come mai si era probabilmente visto nella storia.
E’ per questo che l’incontro ideale tra questi due uomini non sembra essere stato il frutto di una mera casualità.
Monsignor Viganò nella sua intervista alla fine sembra essere convinto che Dio permetterà a Trump di restare altri quattro anni alla Casa Bianca e di continuare la sua missione per rendere gli Stati Uniti una nazione indipendente e non sottomessa ai desideri della cabala.
L’arcivescovo italiano invece sembra avere un’altra missione, probabilmente ancora più decisiva per le sorti comuni.
Impedire che la chiesa di Bergoglio intrisa dallo spirito della massoneria continui nell’opera di scioglimento di questa istituzione sull’altare della futura religione mondiale.
A Trump dunque sarebbe stato assegnato il compito di schiacciare la testa politica del serpente.
A Viganò invece sembra essere stato assegnato il compito di schiacciare la testa religiosa del serpente.
La figura dell’arcivescovo è sicuramente la più autorevole e ferma contro la deriva dei disvalori che stanno consumando la civiltà occidentale.
Mentre la chiesa di Bergoglio ha di fatto sostituito il culto di Cristo con quello del migrante, prosegue intanto la esteriorizzazione della gerarchia anticristiana di cui parlava Alice Bailey.
Tutto ciò che è cristiano e sopratutto cattolico è sotto attacco.
Le chiese vengono bruciate, i simboli cristiani oltraggiati e si fa sempre più largo l’aberrante pratica della pedofilia.
Tra gli esempi più recenti di questo inquietante fenomeno c’è senza dubbio quello della serie tv Cuties del canale Netflix nel quale vengono mostrate bambine danzanti seminude.
Non si è levata una singola voce di protesta nè di indignazione sui cosiddetti media mainstream. Bergoglio, ancora una volta è rimasto in silenzio di fronte a tale oltraggio, e al contrario sembra ormai abbandonato ad una sorta di edonismo che lo spinge più ad interessarsi dei piaceri della vita che a governare la Chiesa di Cristo.
Lo stesso sta accadendo nella cosiddetta “pandemia” più anomali
a della storia che piuttosto che produrre malati, continua a sfornare enormi quantità di sani.
Nelle scuole e nella società ha preso piede il vero virus, quello del distanziamento sociale che spinge a considerare il prossimo e il proprio compagno di banco come un nemico.
Le giovani generazioni verranno inculcate sin dall’infanzia a crescere con la paura di chi gli sta accanto dando vita ad una società dell’odio e del sospetto permanente.
In Europa, innocenti cittadini finiscono agli arresti per non aver indossato delle mascherine non in quanto queste siano efficaci a prevenire qualsivoglia contagio di un agente virale, ma piuttosto per punire coloro che hanno osato dissentire dai diktat della nascente dittatura mondiale e al contempo mandare un segnale a tutti gli altri.
Il regime è spietato e non perdona.
Non una singola voce si è levata dalle gerarchie vaticane contro questa deriva autoritaria che sembra superare in quanto a metodi repressivi i più feroci totalitarismi del secolo scorso.
Al contrario, la voce della Chiesa di Bergoglio si è levata a benedire questa malvagia ferocia senza precedenti.
Tra le gerarchie ecclesiastiche la voce di Viganò è stata una delle poche, se non la sola, a condannare la deriva di questa nuova dittatura sanitaria.
L’ex nunzio apostolico ha compreso perfettamente quanto è importante in questo momento che Trump resti alla Casa Bianca e allo stesso tempo ha chiaramente compreso che occorre respingere con forza la via del compromesso. Piuttosto è giunto il momento di richiamarsi all’insegnamento dei Vangeli.
Sia il vostro parlare chiaro “si, si; no; no“, e non incerto e contradditorio su questione sulle quali non può esserci ambiguità, ma solo chiarezza e linearità di scelta.
Se dunque il presidente degli Stati Uniti appare oggi indubbiamente come un baluardo politico contro l’avanzata del Nuovo Ordine Mondiale, specularmente l’arcivescovo appare come un presidio spirituale imprescindibile in questa lotta.
C’è un passo nella Bibbia che descrive perfettamente la natura della guerra che il mondo sta attraversando ed è quello citato nella lettera agli Efesini di San Paolo.
“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.”
Sono gli spiriti del male che in questo momento stanno flagellando l’umanità e sono quegli stessi spiriti ai quali si ispirano i governanti corrotti e schiavi di questo culto di morte che odia Dio e gli uomini.
Questa inedita alleanza tra l’America, la vera Chiesa cattolica e potenzialmente anche la Russia di Putin, sembra essere il più solido bastione per frenare la rapida ascesa del mondialismo e preservare le nazioni e la cristianità.
Dunque forse non è stato affatto un caso che Trump sia diventato presidente degli Stati Uniti, così come non è stato affatto un caso che Viganò abbia iniziato una corrispondenza con lui.
Per vincere questa guerra occorre combattere gli agenti del mondialismo nelle istituzioni terrene ma soprattutto occorre combattere gli elementi eversivi e anticattolici che hanno preso il controllo della Chiesa e l’hanno trasformata nella cassa di risonanza della nuova religione anticristiana.
Se davvero esiste un disegno divino che ha affidato a questi due uomini il compito di impedire l’ascesa della dittatura più disumana della storia, lo si scoprirà molto presto.
Nel frattempo, chi ha a cuore il proprio futuro e quello delle giovani generazioni, continui a prepararsi spiritualmente.
Soprattutto, preghi perchè l’alleanza tra Trump e Viganò riesca a squarciare una volta per tutte le tenebre che sono calate sul mondo.
di Cesare Sacchetti
Abuso di minori: al centro delle presidenziali Usa
I repubblicani accusano gli Obama, legati a Netflix, e la Rice, nel board della società, di silenzio sul film Cuties che sdogana la pedofilia. Intanto, Biden bacia sulla bocca la nipote, mentre sostiene la corsa di un ex gay che parlava delle sue “vittime sessuali” e di bambine in perizoma. Ma già la Cnn ci aveva provato: la macchina per normalizzare l’abuso di minori è partita da tempo.
La polemica su Netflix che ha mandato in onda un film che sessualizza bambine di 10 anni o poco più ha invaso anche la campagna presidenziale americana. Al silenzio dei democratici sull’accaduto, sono seguiti i rimproveri di repubblicani come Ted Cruz, senatore federale dello stato del Texas, e lo stesoo figlio di Donald Trump (Donald Jr.). Sia Obama, infatti, sia il suo consigliera per la sicurezza nazionale, Susan Rice, hanno taciuto sull’accaduto, pur essendo strettamente legati al servizio di streeming. L’ex presidente democratico ha infatti firmato un accordo pluriennale nel 2018 per aiutare la promozione di film e serie della piattaforma, mentre la Rice è membro del suo consiglio di amministrazione. “Penso che 100 milioni di dollari siano abbastanza per chiudere gli occhi sulla pedofilia”, ha twittato il figlio di Trump, continuando così: “E Susan Rice ha detto qualcosa?”. Mentre Cruz ha scritto: “Perché @BarackObama tace sul fatto che Netflix distribuisca un film che sfrutta sessualmente ragazze di 11 anni? Quanti milioni di $$ (dollari, ndr) ha pagato Netflix a Obama? Fermare lo sfruttamento dei minori e/o la pornografia infantile è una priorità per @JoeBiden? Perché anche Biden tace?”.
Oltre al tema dell’aborto e della libertà religiosa anche quello legato al traffico di bambini e alla pedofilia e pedopornografia stanno occupando la campagna elettorale repubblicana, dato che i numeri di arresti in tutto il mondo e di scoperta di traffici minorili sta aumentando vertiginosamente.
Sicuramente non giova ai democratici che il loro candidato, JoeBiden,abbia sostenuto la corsa di Jon Hoadley al congresso federale. L’astro nascente del partito democratico e già deputato dello Stato del Michigan è infatti stato accusato per aver riportato qualche hanno fa sul suo blog, “Rambling Politics”, (che gestiva prima di venire eletto nel 2014) opinioni a dir poco malate. Hoadley parlava apertamente della sua condotta omosessuale, definendo alcuni dei suoi partner come “vittime” sessuali e includendo conversazioni su una bambina di quattro anni con indosso un perizoma. Il blog è stato rimosso dal web alla vigilia delle primarie democratiche del Michigan, ma il New York Post ha salvato i contenuti scandalosi. Fra questi anche il riferimento dispregiativo alle donne che fanno figli (le etoresessuali cattive e allevatrici di bambinig) e il racconto di incontri erotici omosessuali a base di droghe. Hoadley non potendo smentire si è difeso dicendo che sono cose vecchie, opinioni di anni fa.
Ma che la tolleranza verso la pedofilia stia lentamente crescendo (o che comunque si lavora perché questo accada), lo dice il fatto che già nel 2012 emittenti come la Cnn, sicuramente non di destra, cominciavano a mettere indubbio la naturale repulsione e rabbia contro chi commette reati contro i bambini. In questo servizio, ad esempio, si sente parlare così: “La Cnn solleva una questione provocante. I pedofili dovrebbero godere di qualche misura di compassione prima che vittimizzino i nostri bambini?...probabilmente molte persone mi invieranno email di odio”, ma continua il giornalista in riferimento ad un noto pedofilo arrestato, “quando lo vedo in manette mi dispiace per lui perché penso, caspita ora la sua vita è finita…”. Lo psicologo James Cantor risponde sostenendo “che per qualche ragione c’è chi nasce così, nessuno sceglie di essere pedofilo”. Poi si parla della disperazione di chi, non trovando alcuno a cui rivolgersi, non resistono e commettono il delitto. “Sono respsonsabili per il loro comportamento ma non per quello che provano”, continua lo psicologo, sotendendo che se trovassero sostegno da parte della società chiederebbero aiuto senza vergogna: in sintesi la tesi è che la tolleranza verso la pedoflia dovrebbre ridurre gli atti pedofili.
Mentre che è chiaro che la tolleranza verso un crimine (o una tendenza malata) non fa che promuoverlo. Inoltre, tutti nasciamo con l’istinto naturale di proteggere e non abusare dei bambini, perciò chi commette atti pedofili deve essere passato di depravazione in depravazione oppure deve averla subita. Nessuno nasce pedofilo, la pedofilia è contro la legge inscritta nel cuore di ogni uomo, pedofili si diventa. Il pericolo di un ragionamento contrario è evidente quando si pensa che proprio grazie al “così si nasce” privo di fondamenti scientifici le tendenze omosessuali, sono passate dall’essere considerata anormali ad essere digerite dal pubblico come innate. Pare quindi che si voglia usare lo stesso processo mentale per sdoganare il crimine peggiore (proprio perché il più innaturale) che un uomo possa compiere.
In un contesto simile, dove la sinistra risponde all’accusa pubblicano vecchie foto di Trump con il pedofilo Jeffrey Epstein (che però è stato arrestato insieme alla Maxuel durante l'amministrazione attuale che ha anche emanato una commissione e diversi ordini esecutivi contro l'abuso di minori) o mentre abbraccia sua figlia Ivanka adolescente, la campagna elettorale di Biden è quanto meno inopportuna. A parte il recente plauso alla norma californiana che strizza l'occhio alla pedofilia omosessuale, il candiato democratico, ama apparire con la nipote 15enne che si tiene a fianco durante i comizi per poi finire sempre con il baciarla sulla bocca. Sarà pure l’amore innocente di un nonno che segue la moda del bacio in bocca a tutti (non più solo fra uomo e donna che si amano), ma è di immagine in immagine che l’assuefazione cambia lentamente la prospettiva di chi guarda senza giudicare. E’ di mattone in mattone colpito che il muro di protezione viene abbattuto.
Benedetta Frigerio
Femminismo, egualitarismo e diritti Lgbt: ecco la vera parabola della Ginsburg
Ruth Bager Ginsburg, deceduta ieri per un tumore al pancreas all’età di 87 anni, era un simbolo dell’ideologia liberal. Un giudice della Corte Suprema in grado di far sognare, attraverso le sue disposizioni, i Dem americani e non solo. Per comprendere cos’ha rappresentato nella sua vita il giudice Ginsburg, basta fotografare i commiati: tra i più dispiaciuti per la sua morte, c’è padre James Martin, gesuita, consultore per la comunicazione della Santa Sede ed ecclesiastico da sempre impegnato per la costruzione di un “ponte” tra la comunità Lgbt e la Chiesa Cattolica. Il consacrato, in queste settimane che precedono l’appuntamento con le elezioni presidenziali, si sta spendendo per Joe Biden a livello pubblico. E anche Biden, com’era ovvio che fosse, ha speso parole dense di significato.
L’ex giudice della Corte Suprema, in sintesi, era una paladina di quelli che Joseph Ratzinger ha definito, non senza negatività di giudizio, “nuovi diritti”. In queste ore, pur non esultando, molti cattolici, soprattutto quelli che appartengono al fronte pro life, non si nascondono: sperano che Trump la sostituisca con un esponente meno “relativista”, sempre in senso ratzingeriano. Ma scegliere un nuovo giudice a ridosso delle elezioni presidenziali potrebbe essere considerata una mossa politicamente scorretta dai media. Vedremo cosa decideranno il tycoon e la maggioranza repubblicana del Senato degli Stati Uniti.
Le posizioni e gli scontri col mondo conservatore
Femminista, egualitarista e favorevole ad alcuni sdoganamenti giuridici su temi spinosi come l’aborto o i matrimoni tra persone dello stesso sesso, la Ginsburg ha percorso una parabola significativa soprattutto per quel che riguarda la parificazione delle possibilità e dei diritti riservati agli uomini ed alle donne. Per quanto la liberal preferisse il termine “genere” a “sesso”. Ma non è tutto qui. Il giudice Ginsburg è stata un’istituzione sotto più punti di vista, tanto rispetto a quello formale quanto in chiave immaginifica. C’è persino del merchandising che la riguarda, e non è proprio un fatto consueto per un’autorità giuridica e giudiziaria. L’emblema delle sue posizioni è l’esito del caso Roe contro Wade. Quello che ha sostanzialmente dato il via libera al diritto all’aborto nel sistema giuridico a stelle e strisce: la Ginsburg, contrariamente ai repubblicani, non ha mai aperto ad una revisione delle conseguenze di quella sentenza.
Ludovico Seppilli, che collabora con la fondazione Stand for America e che è il responsabile dei rapporti con il Gop, il Partito Repubblicano statunitense, per i giovani di Forza Italia, pensa che Ruth Bager Ginsburg non vada demonizzata: “Non darei un’accezione troppo negativa. Certo, in relazione ai valori cattolici, è sempre stata agli antipodi del conservatorismo: dall’aborto alle battaglie Lgbt, passando per il femminismo spinto declinata in maniera molto forte, ma è stata una figura impattante…”. In che senso, abbiamo domandato: “Per il modo in cui ha influito sulla giurisprudenza. Aveva buoni rapporti umani con il giudice Scalia, con cui ha comunque collaborato. Nonostante sia stata nominata dal presidente Bill Clinton (nel 1993, ndr), la Ginsburg è riuscita ad avere a che fare con molti giudici conservatori”. Questa morte, comunque la si pensi, può disegnare scenari nuovi per il futuro. Perché Donald Trump ora ha la facoltà di nominare un nuovo giudice della Corte Suprema, modificando ancora gli equilibri interni. Trump non è mai andato troppo d’accordo con la Ginsburg. Entrambi questi esponenti, del resto, hanno fatto della polarizzazione delle opinioni un tratto caratteristico.
La vita
La storia della Ginsburg è quella di una persona che ce l’ha fatta. Una di quelle vicende esistenziali che piacciono tanto agli americani. La Ginsburg non è esplosa subito. Anzi, ci ha messo parecchio per trovare una dimensione lavorativa che le desse la possibilità di assecondare la sua vocazione, che forse era quella di un’attivista, e di battagliare in favore delle istanze che riteneva giuste ed opportune. La famiglia era di origini russe. La religione praticata in casa era quella ebraica. Il principio di questa storia è Brooklyn, New York. Lo stesso quartiere – non una “zona-bene” – da cui proviene Alexandria Ocasio Cortez, che ora è politicamente chiamata a raccogliere il testimone. Seconda donna nominata all’interno della Corte Suprema degli States nella sua storia, la Ginsburg, per i progressisti occidentali, ha assunto nel tempo l’importanza di un’icona.
BARR PREPARA LA SORPRESA DI OTTOBRE? Il terrore negli occhi dei Dem…
Lo scorso mese il procuratore generale William Barr si è rifiutato di impegnarsi a non pubblicare eventuali nuovi rapporti del investigatore speciale John Durham prima delle elezioni di novembre. Ricordiamo che John Durham è colui che sta indagando sugli intrighi di CIA, FBI, Clinton, democratici, Mifsud etc per bloccare e depotenziare il neoeletto Trump nel 2016, compiendo reati che arrivano al tradimento.
I DEM sono andati nel panico totale. Che cosa salterà fuori ad ottobre in grado di far saltare le elezioni di Joe Biden che, ricordiamolo, come vice di Obama non poteva essere completamente all’oscuro delle trame del “Deep State” per far cadere Trump. Che Barr e Durham abbiamo le prove di un suo coinvolgimento diretto coi servizi segreti di altri paesi per rovesciare un Presidente eletto?
Per depotenziare questa bomba atomica ottobrina i democratici si sono mossi alla camera cercando di far partire un’indagine sulle indagini (scusate la ripetizione) del Dipartimento di Giustizia (DoJ), mettendo in dubbio l’autorità legale dell’indagine.
“Il procuratore generale Barr ha segnalato ripetutamente che probabilmente consentirà al Dipartimento di Giustizia di intraprendere azioni giudiziarie, rendere pubbliche rivelazioni e persino pubblicare rapporti prima delle elezioni presidenziali di novembre. Tali azioni sembrano chiaramente intese a beneficiare politicamente il presidente Trump “, hanno scritto i Democratici.
I repubblicani della magistratura della Camera hanno evidenziato che i democratici sono “assolutamente terrorizzati” dall’indagine di Durham, poiché “sanno che Barr e Durham stanno ripulendo ciò che il DOJ di Obama / Biden ha lasciato”, aggiungendo “E i risultati non saranno belli per loro . “
In un’intervista del 13 agosto, Barr ha detto di aspettarsi sviluppi “significativi” dalle indagini prima delle elezioni. Giorni dopo, l’ex avvocato dell’FBI Kevin Clinesmith si è dichiarato colpevole di aver fabbricato prove utilizzate per ottenere mandati di sorveglianza sull’ex consigliere di Trump Carter Page. Clinesmith, che ha lavorato sia all’indagine e-mail di Hillary Clinton che all’indagine Russiagate, faceva parte del team del consigliere speciale Robert Mueller e ha interrogato il consigliere della campagna di Trump George Papadopoulos.
posted by Guido da Landriano
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.