ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 21 ottobre 2020

E'molto peggio di quanto si immagini

LA PAURA CHE RENDE STUPIDI

Covid-mania: salvatori di vite puniti e anziani abbandonati

Il dottor Gianluca Iob dell'ospedale di Aosta era l’unico che poteva salvare una paziente. Lo ha fatto (senza infettare nessuno) anche se aveva il Covid, ma per questo è stato denunciato. Alcune persone hanno rischiato la morte perché non sono state curate immediatamente in attesa del tampone. La nuova ideologia salutista fa male al corpo e alla mente di un paese impazzito.


Una domenica pomeriggio dell’aprile scorso, una donna di sessant’anni viene ricoverata d’urgenza all’ospedale di Aosta per un aneurisma all’arteria splenica; la signora necessita di un intervento delicato, urgente, ma l’unico chirurgo in grado di svolgerlo, il dottor Gianluca Iob, si trova in isolamento domiciliare per una positività al tampone per il Covid; una semplice positività, senza alcun sintomo. Anzi, secondo le dichiarazioni del direttore dell’USL, Pier Eugenio Nebiolo, il tampone aveva dato «un esito debolmente positivo, quello che in altri laboratori viene definito "indeterminato"». Impossibile trasferire la persona in altro ospedale, date le sue condizioni cliniche.

Il responsabile del 118, Luca Cavoretto, contatta Nebiolo, che prende in mano la situazione e decide di chiamare il dott. Iob. Viene mandata a casa sua un’ambulanza per prelevarlo, condurlo in ospedale per effettuare il delicato intervento e poi riportarlo a casa. Il tutto senza sotterfugi: avvisate le autorità, avvisati i membri dell’équipe medica che ha collaborato per l’intervento chirurgico. Decisione coraggiosa, dati i tempi, ma assolutamente ineccepibile e di grande buon senso: di fronte ad una morte certa da un lato, ed alla possibilità di trasmettere non una malattia, ma una semplice positività - possibilità estremamente ridotta date le protezioni che normalmente si utilizzano in sala operatoria-, si è scelto di salvare la vita ad una persona.

Già. Ma poi arrivano quelli che “la legge è legge”, come il pm Francesco Pizzato, che chiede per tutti e tre, chirurgo, direttore dell’USL e responsabile del 118, un decreto penale di condanna con multa da cinquemila euro. Il dott. Nebiolo continua a tirar dritto per la sua strada: «Ho dato il permesso di toglierlo dalla quarantena, avvisando le autorità. E anche se fosse stato positivo al 100 per cento avrei fatto altrettanto. L'équipe che ha operato con lui era consapevole. E la sala operatoria era quella appositamente realizzata per le malattie infettive. Il risultato finale è che abbiamo salvato la vita a una persona. Risultata, poi, anche negativa al Covid».

Il bello della vicenda è che ancora esistono medici “covid free”, che hanno il cervello ancora sufficientemente sgombro dall’allarmismo per saper valutare la realtà per quella che è e ricordarsi che la missione del medico è quella di curare, non di schivare e far schivare la positività ai tamponi. Ma il brutto è che invece esistono altre persone che hanno ridotto il cervello alla grandezza di una norma, di una articolo o di un comma di legge.

Da aprile alla scorsa settimana. Un servizio, andato in onda su LA7, mostra in un ospedale di Napoli un malato in barella con codice rosso, fermo fuori dal Pronto Soccorso, in attesa dell’esito del tampone. Un codice rosso! Prima di salvarti la vita, abbiamo bisogno di sapere se fai parte degli untori, quelli positivi. Stesso servizio stessa follia: ad un altro PO di Napoli arriva un uomo con la testa mezza rotta, ma il PO è chiuso per sanificazione (c’era stato un positivo) e il malcapitato, dopo aver convinto il personale medico infermieristico con urla e minacce (i bei modi servono sempre) viene “cucito” sulla soglia della porta.

Ormai il nuovo razzismo è deciso dalla positività o negatività al tampone: se sei positivo, puoi crepare. In realtà, anche se sei negativo, ma hai la sfortuna che l’unico medico che ti può salvare la vita è in quarantena. Se poi non sei aggiornato in fatto di positività, se il tuo ultimo tampone risale semplicemente a due giorni prima – cioè praticamente se sei un semplice cittadino italiano che non appartiene ad una squadra di calcio di Serie A -, sei comunque da annoverare tra i possibili positivi e dunque da trattare con cautela.

Questa follia totale sta avendo delle conseguenze devastanti, di cui le prime pagine dei giornali, così impegnate a sfornare numeri senza senso, ma con grande effetto si dimenticano di dare notizia. Giusto per informare: sapete che ci sono delle case di riposo che da marzo non hanno ancora aperto ai parenti? Anziani, ai quali, nella maggioranza dei casi, non è rimasta che la dimensione relazionale ed affettiva della vita, che non vedono un familiare da oltre sette mesi? Altre case che nei mesi estivi avevano permesso qualche sporadica visita, ma rigorosamente all’aperto e addirittura lasciando i parenti al di là della recinzione, per poi richiudere immediatamente appena tornati i primi starnuti autunnali? Anziani che sono morti (non per covid!) senza nemmeno aver potuto rivedere i parenti, o essere assistito da uno di loro?

Questo fatto, già di per sé allucinante, diventa persino urticante quando si sentono le giustificazioni di queste scelte: “Lo facciamo per proteggere le persone più deboli”. Ditelo a qualcun altro. La verità è che nessuno vuole prendersi la responsabilità di avere un “positivo”, tutti vogliono pararsi il fondoschiena, mettendo poi a tacere la coscienza con la scusa dei più deboli. E questo a causa della follia normativa di questo Governo. Ma siamo ancora uomini? Siamo ancora persone? Anche un imbecille sa che per una persona anziana, già privata della propria casa, spesso costretta a letto o alla sedia a rotelle, poter tenere una relazione con i propri cari è vitale; o dobbiamo aspettare che ci siano pubblicazioni scientifiche, magari delle meta-analisi, che ci comunichino l’evidenza?

La seconda ondata del Covid è arrivata, ed è molto peggio di quanto si immagini. Non parlo dei numeri (irrisori) dei contagi o dei malati, ma del clima sociale che si è creato. Persone in fila per ore ed ore per fare il tampone, perché l’amico del vicino di casa è risultato positivo; pediatri isterici che obbligano i genitori a “tamponare” un figlio che ha il moccio al naso; datori di lavoro che, per non avere problemi, obbligano un dipendente che si è preso due giorni di malattia per una cefalea a fare il sierologico. Di storie così ormai ce ne sono a migliaia ed indicano il vero malanno del nostro tempo: siamo impazziti di paura. E’ questo il conto del terribile abbraccio tra scientismo e salutismo in un terreno di coltura segnato dal mito del benessere. Un abbraccio mortale, che dopo la follia collettiva porterà inesorabilmente ad un totalitarismo tecnicistico, che però si presenterà con il volto sorridente dello smart, per nascondere i lavori forzati ed i gulag dell’era post-covid.

Luisella Scrosati

https://lanuovabq.it/it/covid-mania-salvatori-di-vite-puniti-e-anziani-abbandonati

INTERVISTA A TIRELLI

«Il Covid si cura, ma si stanno trascurando tumori e infarti»

«L'esagerata copertura mediatica informa in maniera terroristica e porta a una paura irrazionale». La Bussola intervista l'oncoematologo Umberto Tirelli: «Il Covid ora si cura e noi lo stiamo facendo molto bene con l'ossigeno-ozono terapia. Intanto però si trascurano tumori e infarti che sono già in crescita». «Sta passando il messaggio delle terapie intensive intasate, ma è solo un problema logistico: un malato di Covid blocca le rianimazioni e si ricoverano persone spaventate che potrebbero essere curate a casa». «Ecco come funziona la terapia che pochi medici conoscono». 


«Virus e terapie intensive, vedo troppo terrorismo in giro. Invece non si sta facendo la cosa principale che è la prevenzione degli infarti e dei tumori». Parola di Umberto Tirelli, oncologo tra i più autorevoli in Italia e immunematologo a capo del Tirelli Medical Group. In questa intervista alla Bussola il past primario dell’Istituto tumori di Aviano affronta il tema delle ricadute della pandemia su una popolazione che viene tenuta in un panico ingiustificato. 

Professore, che idea si è fatto di questa seconda ondata?

C’è un’esagerata copertura mediatica che informa in maniera terroristica. Questo porta a una paura indotta, immotivata e irrazionale. 

Sta dando la colpa ai giornali? Semmai il problema è anche medico: ormai non c’è giornale che non abbia un virologo di riferimento…

Infatti io non guardo più la televisione da tempo, mi sale la rabbia. Vedo un pressapochismo anche verbale. 

Cioè?

Ormai la parola contagiato ha assunto una valenza catastrofica, suona male alle orecchie. 

Chiamiamoli positivi, allora…

Il fatto è che i dati ci sono, nessuno li smentisce, ma nessuno ne tiene conto. 

E i dati cosa dicono?

Il 95% di questi positivi sono asintomatici, che non sanno neanche di esserlo. E per giunta non sono contagiosi.

Chi lo dice che non sono contagiosi?

Hanno una carica virale bassa, è stato dimostrato recentemente anche dal prof Rigoli, primario di microbiologia a Treviso.

Però il covid è un virus che si trasmette facilmente…

Ma non si può dire che gli asintomatici infettino gli altri. Certo, c’è poi il restante 5%...

Che ha sintomi.

Ma solo una piccolissima parte di questi muore e per lo più anziano e malato. Per il resto si cura cosa che prima si faticava a fare anche perché si intubavano pazienti che non andavano intubati. Da quando si è scoperta la formazione di trombi la cura ha svoltato.

E lei lo cura?

Sì.

Come?

Ho partecipato al protocollo messo a punto dalla Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia (Sioot)

Con quali esiti?

Abbiamo pubblicato a fine agosto i dati su una cinquantina di pazienti ricoverati. È un ottimo trattamento contro il covid. Le leggo quello che ha appena dichiarato il professor Marianno Franzini, presidente internazionale della SIOOT. «Con l’ossigeno ozono terapia possiamo fermare l’epidemia. Possiamo prevenire la diffusione del virus, curare e guarire i malati di Covid e risolvere le patologie e i danni del post Covid». 

Perché l’ozono?

L’Ossigeno Ozono Terapia è un potentissimo antivirale e antinfettivo e funziona da immunomodulatore. Lo usiamo già per molte patologie e ora lo abbiamo usato in associazione al Remdesivir. Ma anche in associazione a cortisonici e eparina funziona.

Come viene somministrato?

Si fa un’autoemotrasfusione, si toglie il sangue e si mette l’ossigeno ozono, è un protocollo di autoemotrasfusione certificato, ma moltissimi medici non lo conoscono bene e non sanno neppure che cosa sia.

In quali altre patologie lo avete usato?

Io lo uso nella fibromialgia e nelle ernie lombari, ma ha un sacco di indicazioni. Attualmente nella mia clinica di Pordenone lo usiamo per i pazienti che hanno superato l’infezione e hanno una sindrome da fatica cronica post covid, che dà spossatezza e annebbiamento della vista, alcuni tra gli effetti collaterali di chi ha avuto il covid.

Dunque, si cura. E allora perché dicono che le terapie intensive e i reparti sono pieni?

Fa parte del terrorismo, ma si sta strumentalizzando un problema che è logistico.

Cioè?

Io so come stanno le cose: anzitutto sta capitando che alcuni asintomatici o paucisintomatici, perché o soli o terrorizzati, vengano ricoverati quando invece potrebbero stare tranquillamente a casa. E poi c’è la gestione delle terapie intensive. Se ci sono casi covid, le terapie intensive si bloccano anche se hanno dieci letti. Ma questo falsa i dati.

Ma se arriva uno che ha bisogno della rianimazione e non è malato di covid?

Questo è un problema perché questa priorità da covid fa ritardare anche tanti interventi programmati in chirurgia. Senza terapie intensive disponibili le chirurgie non possono funzionare.

Questo ci porta al tema degli aumenti di tumori e di infarti per mancanza di screening preventivi…

Gli infarti hanno già aumentato la mortalità di tre volte. Io ho stimato che per mancanza di screening e biopsie nei prossimi dieci anni avremo duemila morti in più.

Intanto però sta passando il messaggio che si muore solo di covid…

E questo è sbagliatissimo, anzitutto perché non è vero. Secondo l’Istat in Italia muoiono 2.000 persone al giorno di svariate cause. Secondo le stime recenti solo il 2% è covid. Lo dico non per sottovalutare, ma per incanalare tutto in un percorso razionale.

Si muore anche di influenza…

A questo proposito mi faccia dire una cosa importante.

Prego…

In Australia hanno terminato l’inverno e sappiamo già che c’è stato un calo drastico di morti di influenza grazie alle prevenzioni come l’uso delle mascherine, ma soprattutto degli igienizzanti delle mani.

Una misura anticovid ci protegge anche dall’influenza?

Esatto, questo per dire che non tutto il male viene per nuocere.

Sta dicendo che dobbiamo vaccinarci contro l’influenza?

Bè, io il vaccino lo faccio.

Andrea Zambrano

https://lanuovabq.it/it/il-covid-si-cura-ma-si-stanno-trascurando-tumori-e-infarti

Il Covid spiegato bene

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