VEDERE E NON VOLERE CAPIRE?
E adesso? Dall'11 settembre 2001, allo spread fino al Covid-19: è come se la nostra civiltà fosse ripiombata indietro di millenni. Il capolavoro dei signori del Male: le mascherine simbolo di un popolo che ha smesso di pensare?
di Francesco Lamendola
Scrive il profeta Isaia, citato anche da Gesù in Marco, 4,12 (Is. 6, 9-10):
9. Egli disse: «Va' e riferisci a questo popolo:
Ascoltate pure, ma senza comprendere,
osservate pure, ma senza conoscere.
10. Rendi insensibile il cuore di questo popolo,
fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi
e non veda con gli occhi
né oda con gli orecchi
né comprenda con il cuore
né si converta in modo da esser guarito».
Ebbene, ci troviamo esattamente in questa situazione; né solo per quanto riguarda l’aspetto religioso della crisi che stiamo testé vivendo, ma per ogni altro aspetto, nessuno escluso.
Partiamo comunque dall’ambito religioso. Serve a qualcosa cercar di ragionare, mostrare ai cattolici ciò che sta sotto gli occhi di tutti, quindi anche i loro, se hanno deciso di non vedere e di far finta di nulla? Per fare un solo esempio: serve a qualcosa mostrare ai cattolici che nell’ultima ‘enciclica’ del signor Bergoglio - citando strumentalmente san Francesco, che in Egitto era andato per convertire il Sultano e che inviò due fraticelli in Marocco, a predicare il Vangelo, dove affrontarono il martirio per amore di Gesù - si raccomandi ai cattolici (§ 3) la sottomissione nei confronti degli islamici?
In quel contesto era una richiesta straordinaria. Ci colpisce come, ottocento anni fa, Francesco raccomandasse di evitare ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere un’umile e fraterna “sottomissione”, pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede.
La falsa ‘enciclica’ del signor Bergoglio? Serve a qualcosa far notare ai cattolici che tutto lo sproloquiare del signore argentino, tralascia del tutto l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, scopo e ragion d’essere della Chiesa, volta alla salvezza delle anime?
E servirà mai a qualcosa far notare che in quel documento si parla poco e niente di Gesù Cristo; che Bergoglio cita quasi solo Bergoglio; oppure cita, anziché Sant’Agostino e San Tommaso, come è sempre stato nelle encicliche papali, una canzone di Vinicius de Moraes? Cioè di un signore che, oltre ad aver abbandonato la fede cattolica per avvicinarsi alla santeria e dedicarsi ai piaceri della vita; oltre ad essersi sposato nove volte (sì, nove: avete capito bene; ma evidentemente i soldi non gli mancavano, come sa chi ha affrontato anche una sola causa di divorzio, come non gli mancava la disinvoltura), si è anche ispirato, per le sue poesie, ai riti afroamericani; e in particolare nella canzone citata da Bergoglio, Samba della benedizione, si è ispirato ai riti Candomblé, molto diffusi in Brasile e simili a quelli del Voodoo haitiano, vale a dire a delle pratiche e delle concezioni totalmente e radicalmente anticristiane. La citazione è al § 215 di Fratelli tutti e accompagnata dalla nota esplicativa n. 204: «La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita» ( Vinicius De Moraes, Samba della benedizione (Samba da Bênção), nel disco Um encontro no Au bon Gourmet, Rio de Janeiro (2 agosto 1962). E più in generale: serve a qualcosa far notare ai cattolici che tutto lo sproloquiare del signore argentino sulla bellezza dell’incontro con l’altro, sulla apertura al diverso, e non parliamo solo delle false religioni ma anche delle legislazioni laiciste, abortiste, omosessualiste, tralascia del tutto, nella teoria ma anche nella sua pratica, l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, scopo e ragion d’essere della Chiesa, volta alla salvezza delle anime? Di tutte le anime, certo; il che non è possibile se l’anima di chi si trova fuori dalla luce di Cristo viene lasciata ai suoi errori, e chi vive nel peccato è incoraggiato a perseverarvi, con la formula ipocrita, degna degli antichi farisei: Chi sono io per giudicare?
L’arma del terrore creato dai mezzi d’informazione? Gli effetti della paura: rende ciechi e rabbiosi, e induce a rivolgere la propria aggressività contro l’obiettivo sbagliato: non chi l’ha creata e la sta utilizzando per i propri scopi inconfessabili, ma il vicino di casa o il collega di lavoro che la pensano diversamente e che sono divenuti degli untori, dunque dei veri e propri nemici pubblici!
La stessa cosa si può dire per l’emergenza sanitaria che ci è stata imposta, a fini strumentali, da un governo cinico e senza pudore. Serve forse a qualcosa ricordare alla gente che nessun bambino si ammala di Covid-19 e che quasi tutti i morti erano ottantenni già affetti da altre serie patologie, e quindi le misure adottate nel marzo scorso – chiusura delle scuole, reclusione in casa delle famiglie, proibizione assoluta delle passeggiate anche in campagna, nei boschi, sulle spiagge deserte, nonché degli spostamenti sulle strade e le autostrade, sia pure per gravi ragioni - sono state, oltre che costituzionalmente illegittime, assolutamente insensate e deliranti? E servirebbe a qualcosa ricordare che un nanopatologo come il professor Montanari, e medici che hanno affrontato l’emergenza in prima linea, come il dottor Zangrillo, sia pure con sfumature diverse e partendo da presupposti e prospettive differenti, hanno detto in ogni maniera che il Covid-19 si è di fatto esaurito da tempo, e che non è scientificamente dimostrato che la mascherina serva a proteggere dal virus, semmai, per Montanari, predispone ai tumori? E che anche il virologo Tarro abbia messo in guardia contro i notevoli rischi delle mascherine portate tutto il giorno (in Germania sono morte già tre bambine, intossicate dall’anidride carbonica che erano costrette a respirare)? E che Alberto Villani, portavoce del Comitato tecnico-scientifico, abbia detto chiaro e tondo che forse la mascherina non serve a nulla, e tuttavia portarla è importante, perché è diventata un simbolo? E un simbolo di che cosa, di grazia: forse dell’istupidimento e della sottomissione di sessanta milioni d’italiani?
L’emergenza sanitaria che ci è stata imposta, a fini strumentali, da un governo cinico e senza pudore?Serve forse a qualcosa ricordare alla gente che nessun bambino si ammala di Covid-19 e che quasi tutti i morti erano ottantenni già affetti da altre serie patologie, e quindi le misure adottate sono state, oltre che costituzionalmente illegittime, assolutamente insensate e deliranti!
No, tutto questo non servirebbe: perché chi è disposto ad accogliere punti di vista divergenti da quelli imposti e ribaditi tutti i giorni, con l’arma del terrore, dai mass-media, è già cosciente di questi fatti; ma chi non è disposto a uscire dal bozzolo di autentico terrore creato dai mezzi d’informazione, non vuole neanche ascoltare, ha già la verità in tasca e considera un negazionista, cioè un soggetto socialmente pericoloso, chiunque tenti di fargli aprire gli occhi. Tali sono gli effetti della paura: rende ciechi e rabbiosi, e induce a rivolgere la propria aggressività contro l’obiettivo sbagliato: non chi l’ha creata e la sta utilizzando per i propri scopi inconfessabili, ma il vicino di casa o il collega di lavoro che la pensano diversamente e che sono divenuti degli untori, dunque dei veri e propri nemici pubblici. Lo si è visto nelle settimane scorse, quando ancora il governo concedeva magnanimamente ai cittadini di uscir di casa senza la mascherina, per indossarla solo negli ambienti chiusi e in presenza di affollamenti: di fatto moltissime persone, probabilmente la maggioranza, hanno seguitato a portare la mascherina anche dove non era prescritto, perfino viaggiando da sole in automobile, pedalando in bicicletta e camminando lungo i sentieri di campagna, sugli argini dei fiumi o sulle spiagge disertate dai turisti. Sì, è vero che le mascherine sono diventate un simbolo: il simbolo del non so perché lo faccio, e in fondo non ci credo neppure, però lo faccio perché lo fanno tutti, perché lo raccomandano gli “esperti” alla tivù e perché mi dà un certo qual senso di protezione. Insomma il simbolo di un popolo che ha smesso di pensare, si è lasciato alle spalle secoli e secoli di civiltà ed è ritornato agli istinti primordiali, primo dei quali la paura.
Serve a qualcosa cercar di ragionare, mostrare ai cattolici ciò che sta sotto gli occhi di tutti, quindi anche i loro, se hanno deciso di non vedere e di far finta di nulla?
Vedere e non voler capire. E adesso?
di Francesco Lamendola
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