Radio Maria e i cattolici che la vogliono far tacere
Le parole di padre Livio che attribuiscono al progetto del demonio il Covid-19 hanno provocato reazioni scandalizzate anche fra i cattolici. Significativo l'intervento del direttore di Avvenire per capire quanto il paganesimo sia ormai entrato nella Chiesa.
In questi giorni ho seguito con crescente perplessità le polemiche sollevate inizialmente dai soliti giornali laicisti intorno a un commento di padre Livio Fanzaga dai microfoni di Radio Maria. Una vicenda che ormai credo conoscano tutti: padre Livio nella sua lettura cristiana della cronaca e della storia dell’11 novembre ha fatto riferimento alla pandemia da Covid parlando di progetto del demonio, «che agisce attraverso menti criminali» e che con un colpo di stato sanitario o massmediatico ha l’obiettivo «di costruire un mondo nuovo senza Dio, il mondo di Satana».
L’improvviso scandalo suscitato da questi commenti è già curioso: padre Livio va ripetendo questi concetti da mesi, e c’è quindi da chiedersi come mai si sveglino solo adesso. Ma finché a scrivere scandalizzati sono quelli della Stampa, del Corriere o di Repubblica, si capisce che fanno il loro lavoro, ovvero costruire il mondo senza Dio. Del resto, si sa che una delle migliori armi del demonio è da sempre quella di far credere che non esista.
Ma ciò che mi ha decisamente sconcertato è l’aver notato come nei giorni successivi sui giornali e sui social tanti bravi cattolici abbiano colto l’occasione per lanciare il loro sasso contro padre Livio. Per alcuni è chiaro che il fastidio viene da lontano, ma per molti altri fa problema esclusivamente il contenuto del giudizio. Parlare di progetto del demonio fa problema; e fa ancora più problema pensare che la pandemia sia stata voluta per realizzare un “mondo nuovo”. Così padre Livio è stato immediatamente iscritto all’albo dei complottisti, quelli che spiegano ogni evento con una cospirazione, e fatto oggetto di ogni tipo di accusa, compresa quella di non conoscere la dottrina cattolica (pensare che se c’è ancora un luogo nella Chiesa italiana dove si insegna la dottrina cattolica questo è Radio Maria).
Personalmente non ho alcun elemento che possa sostenere l’ipotesi di una decisione a tavolino per scatenare il coronavirus, anche se c’è abbastanza per far pensare che esso sia una costruzione di laboratorio; ma quale che sia l’origine e il modo in cui è scattata, è evidente che la crisi è stata subito colta al volo per realizzare quei cambiamenti radicali nell’economia e nella società che decenni di terrorismo climatico non erano ancora riusciti a ottenere. Da mesi c’è un bombardamento di notizie e di allarmi che ha paralizzato la vita delle persone, che ha bloccato l’attività di paesi interi malgrado le dimensioni della pandemia non giustifichino affatto questo disastro. E da subito ci si è affrettati a far passare l’idea che il mondo non sarà più lo stesso.
Al proposito, vorrei far notare che il World Economic Forum – quello che ogni anno raduna a Davos (Svizzera) le élites mondiali – ha lanciato per il 2021 il tema “The Great Reset”, il grande resettaggio, ovvero l’inizio di un nuovo sistema economico e sociale dopo la crisi provocata dal Covid-19 e in linea con l’ideologia ecologista e climatista. Dicono gli organizzatori che si tratta di «un impegno per costruire insieme e urgentemente le fondamenta del nostro sistema economico e sociale per un futuro più giusto, sostenibile e resiliente. Esso richiede un nuovo contratto sociale centrato sulla dignità umana e la giustizia sociale». In altre parole: c’è da costruire un mondo nuovo su basi pensate da queste élites e credo sia abbastanza evidente che si intenda un mondo senza Dio.Non è forse ciò che ha detto padre Livio?Non è forse ciò che ha detto padre Livio?
Il mondo senza Dio è il regno di Satana, e tutto ciò che vuole eliminare Dio dall’orizzonte umano è un progetto demoniaco. Come mai tanti cattolici sono scandalizzati da questa semplice verità e si scagliano contro il direttore di Radio Maria colpevole di ricordarla?
Basta leggere la risposta del direttore di Avvenire ai lettori che si stracciano le vesti per il giudizio di padre Livio, per capire la deriva di tanto mondo cattolico: la presenza del demonio sfuma in un male che aleggia nei sentimenti e nelle azioni cattive degli uomini. E «Il Covid non è un “complotto”, ma è natura e, al tempo stesso, è frutto di un’ormai lunga, egoista e scriteriata manipolazione della natura che la corrompe e incattivisce». Cioè, questi vogliono farci credere da mesi che il virus sia colpa delle nostre offese a Madre Terra e poi si scandalizzano di un prete che parla di progetto demoniaco?
Dobbiamo amaramente constatare che anche fra i cattolici è ormai realtà la negazione anche della sola ipotesi che nella storia si combatta una battaglia tra potenze del Cielo. C’è uno scivolamento inesorabile verso il paganesimo (la Pachamama non è stato un incidente) ormai molto diffuso, al punto che è diventato incomprensibile un prete che ragiona secondo categorie di pensiero cattoliche che solo pochi decenni fa sarebbero state considerate ovvie.
E non è solo un problema di incomprensione. Questi bravi cattolici, che quotidianamente da ogni pulpito vogliono insegnarci la tolleranza e il dialogo, quando sentono parlare di Satana, di Giudizio di Dio diventano intolleranti e violenti e pretendono che si facciano tacere certe voci. È da costoro, più che dai media laicisti, che padre Livio e Radio Maria devono guardarsi.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/radio-maria-e-i-cattolici-che-la-vogliono-far-tacere
Messe sospese, avanti un altro. Ma il vescovo dice no
Timor di Dio nel cestino, ora c'è la responsabilità. Il vescovo di Pinerolo fa scuola: a Biella il parroco "amico" della Bonino sospende la Messa. Ma il suo vescovo alla Bussola lo stoppa: «Non sono d'accordo, Messa cuore della nostra vita». A Trento Messe sconsigliate: 2 metri fra i fedeli, over 70 a casa. E a Verona niente Cresime nè Prime Comunioni.
È stato più semplice del previsto essere profeti. La decisione del vescovo di Pinerolo di sospendere le Messe con concorso di popolo avrebbe trascinato con sé altre realtà. E così è stato.
In diocesi di Biella ad esempio, un parroco non ci ha pensato due minuti a sprangare le chiese con motivazioni che lasciano esterrefatti: «Anche se al momento sono consentite le celebrazioni, personalmente, in quanto responsabile della Comunità parrocchiale, ritengo doveroso, oltre che rispettoso verso se stessi e gli altri, evitare ogni occasione di incontro tra più persone, non sapendo quanti di quelle che partecipano all’Eucarestia siano positive asintomatiche», dice il parroco di Quaregna e Cossato don Mario Marchiori che ha pensato di scrivere una lettera ai fedeli.
RESPONSABILITA', NUOVO TIMOR DI DIO
Responsabilità, ecco la parola d’ordine, la parola totem, l'imperativo e il comandamento, la virtù suprema che ormai ha preso il posto del santo Timor di Dio e dato che l’iniziativa non è giustificata da nulla, salvo il proprio egocentrismo, tipico di chi pensa che il bene delle anime non sia quello che dà la Chiesa, ma quello che dà il prete, a una decisione ideologica del genere si accompagna sempre la cattiva teologia, come nel caso di Pinerolo: «Non sentiamoci penalizzati – ha proseguito -, anzi valorizziamo o recuperiamo la preghiera e la lettura del Vangelo in famiglia come occasione bella per vivere al meglio le nostre relazioni, lasciandoci interpellare anche dalle situazioni di sofferenza e di povertà, non così distanti dalle nostre case, e che solitamente magari ignoriamo». Insomma, la Messa è un ostacolo alla lettura della Parola in casa, al lasciarci interpellare dalle esigenze e dalle emergenze caritative.
PORTE APERTE PER LA BONINO
Ma anche questa è la conseguenza del ritenere la Santa Messa un servizio mondano come tanti altri, procrastinabile a piacere e ormai rimandabile a sentimento.
Il personaggio non è un prete qualunque. Ricordate la predica di Emma Bonino in chiesa? Era stata invitata da lui, il quale sul sito della parrocchia di San Defendente, chiamato curiosamente “una Chiesa a più voci” invita chiunque piaccia ovviamente al suo gusto ecclesiale, da Vito Mancuso alla pastora Lidia Maggi. Alla faccia delle più voci.
IL VESCOVO: «NON SONO D’ACCORDO»
Comunque, la decisione di don Mario non è piaciuta al vescovo di Biella, monsignor Roberto Farinella, che pur con tutta la cautela del caso, ma non rinunciando alla verità cui lo obbliga il suo ruolo, ha preso le distanze da Marchiori: «A chi mi chiede se sono d’accordo con la decisione di sospendere le S. Messe, rispondo, senza polemiche, rispettando l'altrui parere, con franchezza e libertà, che non sono d’accordo», ha spiegato il vescovo alla Bussola che lo ha cercato per commentare. Monsignor Farinella ci ha spiegato di aver fatto un discorso generale e di non rivolgersi in particolare a qualcuno, ma il senso delle sue parole è chiaro: «L’Eucaristia – ha detto riecheggiando le parole del cardinal Bassetti scritte sul letto di dolore - è il cuore della vita di fede di una comunità cristiana, è il centro della nostra pastorale; non ha alternative e non può essere sostituita da nessun’altra pratica o iniziativa. Se le chiese possono rimanere aperte e si può celebrare, si celebri».
Certo, sospendere le Messe ha già avuto però dei precedenti, ma è stato un episodio eccezionale: «Durante la prima emergenza fu chiesto il sacrificio enorme di sospendere le celebrazioni con il Popolo, ora che in base alla normativa vigente inerente la salute pubblica dei cittadini, ci sono precauzioni e disposizioni per celebrare in sicurezza non vedo perché si debbano privare i fedeli di questo bene spirituale così importante. Abbiamo avuto mesi di tempo per mettere in sicurezza le nostre chiese. Gli stessi uffici della Curia diocesana sono stati e rimangono a disposizione per aiutare a valutare e predisporre le condizioni per celebrare la santa messa e gli altri sacramenti come richiesto dai protocolli d’Intesa tra il Ministero degli Interni e la CEI. Com’è noto la stessa Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un contributo straordinario per andare incontro alle parrocchie che sono più in difficoltà e un aiuto eccezionale per la Caritas».
«LA CARITA’ NON SI FA COSI’» Già, ma come la mettiamo con chi dice che sospendere le Messe è in realtà un atto di responsabilità o addirittura di carità? Anche su questo monsignor Farinella non si fa trovare impreparato: «A chi sostiene che sospendere le messe sia un segno di solidarietà con chi è colpito dall’emergenza sanitaria e si è visto chiudere la propria attività o limitare il proprio lavoro, rispondo che vera solidarietà è invece attivarsi in modo da aiutare il sistema economico e sociale a ripartire, magari partendo anche da noi stessi, condividendo le nostre sostanze e i nostri beni, come il Vangelo insegna. Senza dimenticare che sono anche tante le piccole realtà diocesane o parrocchiali di carattere sociale che in questo momento stanno facendo fatica a reperire aiuti per sostenersi. Spero che le prossime festività natalizie ci aiutino a riscoprire il valore delle parole richiamate da Papa Francesco nell’omelia della S. Messa di domenica scorsa: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”».
TRENTO SCONSIGLIA LE MESSE
«Mentre penso agli ammalati e a quanti hanno perso la vita, mi rivolgo anzitutto a voi affinché sentiate che distanziamento e mascherina sono strumenti per tutelare la salute di tutti, un atto di grande amore per gli altri. Dobbiamo essere tutti consapevoli che la nostra leggerezza su questo terreno può causare conseguenze drammatiche per le persone più fragili», dice il
vescovo Lauro Tisi (in foto). Così, dal 14 novembre il pastore ha diramato nuove disposizioni per i fedeli: «Il numero di fedeli che possono accedere alla chiesa per le celebrazioni viene ridotto nella misura che consenta di garantire una distanza interpersonale di 2 metri tra ciascun fedele (vale a dire che in certe chiese non potranno entrare più di 20 persone ndr). Viene sospesa l’attività dei cori parrocchiali e potrà essere presente l’organista e un cantore. «Dovendo ridurre al minimo il canto – dice -, ci si limiti ad intonare l’Alleluia, il Santo e l’Agnello di Dio; per gli altri momenti si può prevedere un accompagnamento musicale». Nel frattempo, vengono sospese le celebrazioni delle Cresime e delle Prime Comunioni, misura quest’ultima presa anche nella diocesi confinante di Verona da monsignor Zenti.Il vicario ha poi raccomandato agli over 70 di restare a casa, anche se perfettamente sani. Il tutto accompagnato dalla giustificazione che queste disposizione avvengono «su richiesta delle autorità sanitarie», però non sembra di trovare negli atti della Provincia di Trento un’ingerenza del genere.
IL PRETE E' IL MEDICO Insomma, sotto le Alpi diventa fortemente sconsigliato andare a Messa, tanto che sul portale della Diocesi il vescovo inviata a «valorizzare in modo creativo gli strumenti della comunicazione, come accaduto nel lockdown in primavera. Non solo per vivere insieme, anche a distanza, il momento liturgico, ma per sperimentare ogni modalità che ci consenta di tenere vive le nostre relazioni».
Che la paura poi giochi un deterrente, a cui certi preti si aggrappano volentieri, è testimoniato anche da don Renato Pellegrini, responsabile di nove parrocchie in Val di Sole.
«Ci si sente un po’ a mezzo servizio», ammette «ma io prendo il computer, scrivo riflessioni, preghiere, messaggi e noto che le persone li fanno girare». E la Messa? «Negli ultimi tempi la gente si muove poco ha paura della pandemia e in tanti preferiscono seguire la messa in tivù. Stiamo scoprendo una dimensione nuova: la fede si vede poco nei templi e di più nella vita concreta». Ecco qua realizzato il sogno della Chiesa telematica e a distanza. Peraltro, corroborato da moniti episcopali rivelatori: «Ricordo – dice - le parole del vescovo: “I veri sacerdoti, oggi, sono i medici, gli infermieri e tutti quei volontari che s’impegnano per gli altri”». Ah ecco: il medico dell'anima che dichiara la sua inutilità e passa il sacro testimone al pur importantissimo medico del corpo. Adesso è tutto più chiaro
Andrea Zambrano
-L'ERESIA DEL TELEPREDICATORE OLIVERO di Luigi Corti
https://lanuovabq.it/it/messe-sospese-avanti-un-altro-ma-il-vescovo-dice-no
Preti e vescovi dovrebbero prender nota che il termine "Responsabilità" è la parola totem degli aderenti PC-PDS-DS-PD e, in quanto tale, è usata come PASSEPARTOUT - come il prezzemolo - in ogni e qualsiasi discorso, dove spesso c incastra come i cavoli a merenda.
RispondiEliminaAlla faccia dell'originalità individuale che lo Spirito Santo nutre.