Numeri ufficiali Covid-19 del 1° dicembre 2020. Le accuse di Report: l’OMS ha fatto ritirare un rapporto indipendente sulla gestione del Covid-19 in Italia
I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi martedì 1° dicembre 2020
In isolamento domiciliare: 743.471 (-8.069) (-1,07%)
Ricoverati con sintomi: 32.811 (-376) (-1,13%)
In terapia intensiva: 3.663 (-81) (-2,16%)
Deceduti: 56.361 (+785) (+1,41%)
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 198 (+2)
Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.
Rezza: situazione migliora ma tutt’altro che tranquilla
“Rispetto a 1-2 settimane fa abbiamo una situazione in miglioramento ma questo non vuol dire che sia una situazione di tranquillità, tutt’altro, perché trovare oltre 19mila positivi in un giorno vuol dire che siamo ancora su livelli molto elevati. Ricordo che la scorsa settimana l’incidenza era 700 casi per 100mila abitanti, una delle più alte in Ue dopo Svizzera, Austria e Slovenia”. Lo ha detto l’epidemiologo Gianno Rezza in conferenza stampa. “Abbiamo incidenze ancora elevate con un rt che scende e un numero di test positivi che tende ad abbassarsi ma che e’ ancora molto elevato” (Fonte SkyTG24).
Campania, sopralluogo Nas nell’ospedale modulare di Salerno
Sopralluogo dei carabinieri del Nas oggi nell’ospedale modulare di Salerno. Secondo quanto si è appreso i militari hanno ispezionato la struttura “d’iniziativa”. I carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità sono impiegati con funzioni di polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli (pm Maria di Mauro, procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio) sulla realizzazione degli ospedali modulari per fronteggiare l’emergenza epidemiologica a Napoli, Caserta e Salerno. Inoltre, di recente, poco prima della classificazione come zona rossa della Campania, hanno affiancato gli ispettori del ministero della Salute in quattro ispezioni eseguite a Napoli nell’Ospedale del Mare, e al Cotugno, Cardarelli e Monaldi (Fonte SkyTG24).
Dpcm, fonti: ipotesi Messa della Notte di Natale alle 20 del 24 dicembre
La Messa della Notte di Natale potrebbe essere celebrata alle ore 20.00 del 24 dicembre. Questa ipotesi è emersa nel corso dell’incontro del governo con i capigruppo, a quanto si apprende da fonti di maggioranza. Sulle funzioni religiose il governo si sta confrontando, spiegano le stesse fonti, con la Cei (Fonte SkyTG24).
Questa intromissione nelle questioni religiosi da parte del governo M5S e PD è oltremodo indigesta. E ripeto, non è una questione di orario.
Lo dico per l’ennesima volta e non sto a ripetere quanto scritto in precedenza: NON è una questione di orario. E non è che Spadaro non ci arriva. Non vuole. Punto e a capo.
“Ma il Comitato scientifico come spiega la minore circolazione del virus alle 20 piuttosto alle 24? Dobbiamo sottostare a queste stupidità certificate? Sembra che stiamo tutti rincretinendo e pensiamo che sia giusto fare queste cose cretine” (Giuseppe Spinella).
Bergamo, dopo puntata Report, PM riconvocano ricercatore OMS Francesco Zambon
La Procura di Bergamo ha citato di nuovo come persona informata sui fatti Francesco Zambon, il ricercatore dell’Oms a cui il direttore generale aggiunto dell’organizzazione, Ranieri Guerra, ha chiesto di “correggere subito”, come si legge in una delle mail rivelate dalla puntata di ‘Report’ di ieri sera, la data del piano pandemico di cui si parlava nel rapporto sparito dal sito dell’agenzia diplomatica a poche ore dalla pubblicazione. Nel frattempo, sono stati sentiti dai pm altri contrattisti dell’Oms che, spiegano fonti giudiziarie all’agenzia Agi, si sono presentati obbedendo a “un dovere giuridico e morale” nonostante l’invito da parte dell’organizzazione a non presentarsi. Sia il verbale di Ranieri Guerra che quello di Zambon e degli altri sono stati secretati. Se Zambon potrà essere di nuovo ascoltato (già nelle settimane scorse aveva fornito la sua versione) dipende dal ministero degli Esteri a cui i magistrati di Bergamo, guidati dal procuratore Antonio Chiappani, si sono rivolti in quanto diplomatico e dopo che l’Oms ha fatto presente di non gradire che i suoi rappresentanti vengano coinvolti nelle indagini. Dottor Zambon, ma lei andrà a rispondere? (Fonte Report).
E così l’Uomo che Veste di Bianco si è arreso, finalmente…
Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede
Questo pomeriggio, alle ore 16.00, ha avuto luogo il previsto incontro del Consiglio dei Cardinali. Anche in questo caso, a causa della situazione sanitaria, l’incontro si è svolto online. Si sono collegati le loro Eminenze i Cardinali Óscar A. Rodríguez Maradiaga, S.D.B., Reinhard Marx, Sean Patrick O’Malley, O.F.M. Cap., Oswald Gracias, e Fridolin Ambongo Besungu, O.F.M. Cap., mentre dal Vaticano si sono connessi gli Em.mi Cardinali Pietro Parolin e Giuseppe Bertello e il Segretario del Consiglio, S.E. Mons. Marco Mellino. Anche il Santo Padre ha partecipato alla riunione, collegandosi da Casa Santa Marta. Dopo un breve saluto di Papa Francesco, è stato presentato ai partecipanti il nuovo membro del Consiglio, il Cardinale Ambongo Besungu, Arcivescovo Metropolita di Kinshasa, e sono stati offerti alcuni contributi sulla vita della Chiesa nei diversi continenti, particolarmente nella presente situazione sanitaria. Il Segretario del Consiglio ha sintetizzato i passi fatti nella redazione del testo della nuova Costituzione Apostolica, mentre nel frattempo sono allo studio le osservazioni, gli emendamenti e le proposte giunte dai Dicasteri interpellati nei mesi scorsi. Il prossimo incontro è fissato per il mese di febbraio.
di Sabino Paciolla
Oggi dovrebbe uscire il documento della Commissione europea “Stay Safe Strategy” che conterrà raccomandazioni agli Stati dell’Unione su come evitare il peggioramento della pandemia nel periodo natalizio. Secondo indiscrezioni uscite sui giornali nei giorni scorsi, la bozza conterrebbe anche l’indicazione ai governi di «non permettere la celebrazione delle Messe» e in ogni caso di «considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv o alla radio».
Come si può vedere, quella della Commissione europea appare una grave intromissione negli Stati e negli affari religiosi, questi ultimi di competenza della Chiesa.
Non bastasse, in Italia il Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, sembra abbia opposto un fermo no agli spostamenti e confermato di estendere il coprifuoco nazionale oltre le 22. Pertanto, il coprifuoco dovrebbe essere confermato alle 22 anche a Natale e a Capodanno.
Boccia, parlando con i governatori delle Regioni, ha detto che “Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia, non facciamo i sepolcri imbiancati. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis”.
Quindi si capisce che il coprifuoco, neanche come eccezione per la notte di Natale, non potrà essere spostato all’1 di notte, e dunque la messa dovrebbe essere anticipata entro le ore 21.00, per consentire ai fedeli di rientrare a casa entro le 22.00, quando scoccherà la fatidica ora. Il DPCM sarà pubblicato domani, ed avrà decorrenza dal 4 dicembre prossimo.
Mons. Paglia, interpellato in merito dal Corriere della Sera, ha risposto dicendo che: «Certo, va colto il desiderio di celebrare il Natale di notte, quando fuori è buio, perché è evidente il significato simbolico della luce che rischiara le tenebre. Però sono anni ormai che nelle basiliche romane e in tante parrocchie si comincia la messa intorno alle nove di sera, a San Pietro lo stesso Papa inizia da tempo alle 21.30. Non vedo nessuno scandalo. Non conta l’ora, conta che il Natale venga davvero». Inoltre, «Per chi non riesce ad andare in chiesa, non è un dramma. C’è Internet, ci sono le televisioni. Io esorterei tutte le parrocchie, per quanto è nelle loro possibilità, a trasmettere la messa. Non si toglie nulla, si moltiplica: moltiplichiamo il Natale. Una volta rispettate le norme di sicurezza, possiamo inventarci tutto. Come fece San Francesco ottocento anni fa»
Ai novelli “ministri del culto”, come alcuni giornali hanno definito i cattolici Conte e Boccia, risponde in maniera pacata Mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, in una intervista concessa alla trasmissione di Nicola Porro “quarto potere”, una intervista tutta da ascoltare. Ecco la trascrizione:
«Vorrei dire due cose. La prima: è chiaro che non sappiamo a che ora Gesù sia nato e non sappiamo esattamente neanche in che giorno Gesù sia nato. Quindi non ha senso dire: facciamo nascere Gesù due ore prima, tre ore prima, quattro ore prima. Questo è chiaramente un discorso con altri significati. Seconda cosa: molte persone sono legate, giustamente secondo me, alla Messa di natale. Nella tradizione cristiana fin da lungo tempo si è creduto che nel momento di maggior buio, che poi è il solstizio d’inverno, intorno al 21/25 dicembre, spunta la luce. E quale luce spunta? Quella di Cristo, che nasce. L’uomo vive anche di significati e di tradizioni, nel legame con delle memorie che hanno costituito la sua vita. Io non trovo scandaloso che la Messa possa essere spostata alle 20 invece che alle 24, a parte che non capisco bene perché il virus circoli di meno alle 20 invece che alle 24. Comunque, a parte queste considerazioni, mi va bene. Però io dico: stiamo attenti, perché nel momento in cui noi vogliamo continuamente toccare tutti i significati simbolici, affettivi e di fede delle persone, non facciamo un guadagno né per le persone né per la socialità. La socialità si nutre di rapporti, di simboli, di tradizioni e questo deve essere guardato con attenzione, soprattutto dalla Chiesa. Io come cittadino sono attentissimo a ciò che lo Stato mi chiede e voglio assolutamente salvaguardare la salute mia e dei miei fratelli. Nello stesso tempo, però, non voglio uno Stato che entri a regolamentare quello che la Chiesa deve decidere. Quindi ci deve essere su questo punto una forte attenzione sui significati simbolici, culturali e di fede di ciò che la Chiesa vive».
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