Neolingua e ingegneria sociale, due facce della stessa medaglia
Si dice che nel 1453, l’anno della caduta di Costantinopoli-Bisanzio, mentre Maometto II intimava la resa a Costantino XI, i consiglieri intellettuali dell’ultimo imperatore d’oriente discutessero del sesso degli angeli e della posizione di Gesù alla destra del padre: seduto o in piedi? Vero o meno, la storia ci ha consegnato la capitolazione di Bisanzio, divenuta turca, l’odierna Istanbul. Gli ultimi anni della civiltà europea, in attesa di Romolo Augustolo, non sono diversi. L’Europa terminale, ridotta a propaggine dell’Occidente, odia e nega se stessa, discetta e legifera seriamente sul nuovo sesso degli angeli, la folle ideologia della correttezza politica nelle sue varie ramificazioni.
I suoi gesti, le sue scelte, le sue priorità sarebbero umoristiche, se potessimo osservarle dall’alto, su una nuvola inespugnabile. Purtroppo sono realtà e non provengono da gruppi di disadattati o da pochi estremisti, ma dal più alto consesso europeo, il parlamento dell’Unione. Andiamo con ordine: la più inutile e costosa istituzione del (davvero) Vecchio Continente ha pubblicato, ad uso dei suoi burocrati ed impiegati – una casta assai folta e privilegiata – oltreché dei deputati, una guida per comunicare “con la massima attenzione nell’ambito delle questioni delle disabilità, delle persone LGBTI+, dei gruppi etnici, delle migrazioni e della religione”. Se ne sentiva l’urgente bisogno, a partire dal criptico + aggiunto all’acronimo LGBT, a cui era stata già unita la “I” di intersessuale. Il provvidenziale segno lascia impregiudicata l’addizione di ulteriori gruppi sessuali “non binari”, come si deve dire in ossequio all’inclusività obbligatoria.
I neolinguisti europoidi non hanno trascurato nulla e nessuno, così il diabetico dovrà essere chiamato, nel vocabolario multilingue di Bruxelles, “persona con diabete”; gli zoppi saranno felici di essere indicati come “utenti del deambulatore”. Nel documento comunitario, redatto da funzionari pagati con il nostro denaro, si definiscono inappropriate parole o espressioni come “cambio di sesso” consigliandone la sostituzione con “transizione di sesso”. Non siamo in un film di Sacha Baron Cohen, l’inventore di Borat, ma nel serissimo “Glossario del linguaggio rispettoso per la comunicazione interna ed esterna” dell’europarlamento.
Viene voglia di invocare la rapida venuta dei barbari per chiudere con una civilizzazione che ha ormai aggiunto alla decadenza il ridicolo. Gli uffici dell’UE ordinano ai funzionari di richiedere “a membri dei gruppi rappresentativi della diversità come preferiscono che ci si rivolga loro. Ove non sia possibile farlo, preghiamo che sia consultato il presente glossario”. Dubitiamo assai che i diabetici evitino l’insulina se ci si rivolge loro come “persone con diabete” e purtroppo gli “utenti del deambulatore” non cammineranno spediti. Cancellare i fatti non cambia in meglio la condizione umana, ma l’obiettivo della neolingua è negare la coincidenza tra realtà e intelletto. Non dobbiamo più credere ai nostri occhi e al nostro giudizio.
Il vocabolario è stato realizzato “con somma attenzione” da un areopago di savi chiamato Unità di Uguaglianza, Inclusione e Diversità della Direzione Generale del Personale dell’Unione Europea, in collaborazione con la Direzione Generale di Traduzione. É piuttosto aneddotica l’esistenza di un ufficio che si occupa contemporaneamente di uguaglianza e diversità. Schizofrenia? No, purissimo distillato ideologico politicamente corretto, nella forma di quello che Eugenio Capozzi definisce “relativismo diversitario”, ossia la dittatura ossessiva delle minoranze in nome di un’uguaglianza declinata come equivalenza di ogni scelta, identità o visione, unita al divieto di giudizio. É l’ideologia ufficiale dell’Unione, con l’approvazione e l’acquiescenza del Partito Popolare (una volta di ispirazione cristiana) e del variopinto mondo liberale.
Il glossario è diviso in tre parti: la prima raccoglie la terminologia da usare per riferirsi “correttamente” ai disabili; la seconda è per le “persone LGBTQ+”; la terza per “i gruppi etnici, le migrazioni e la religione“. Insomma, l’agenda di genere, la correttezza politica, l’ossessione “inclusiva” e l’immigrazione “li vuole l’Europa”, esattamente come l’austerità economica, il potere della finanza, la privatizzazione di tutto, l’indifferenza spirituale, la fine della sovranità dei popoli, la distruzione dello Stato sociale. Nella prima sezione del glossario si sconsigliano termini come disabile o invalido, a favore di laboriose circonlocuzioni del tipo persona con invalidità o disabilità, o anche persona con difetti congeniti o con malformazioni. Non riusciamo davvero a cogliere la maggiore inclusività o il superiore tasso di uguaglianza e rispetto delle nuove definizioni, tra le quali spicca “persona con difficoltà di linguaggio”, destinata a sostituire “balbuziente”.
I curatori invitano altresì ad evitare di “banalizzare le conseguenze delle disabilità nella vita delle persone”, nobile proposito che non ci sembra conseguito dai macchinosi sintagmi proposti. Più interessante il secondo capitolo del sesso degli angeli (Terminologia sulle persone LGBTI+). Superbo è “genere non conforme”, definizione da applicare a “una persona la cui identità di genere non soddisfa le aspettative sociali di espressione di genere relative al sesso che gli fu assegnato alla nascita”. Che frase lunga e faticosa, segno del disagio argomentativo dei nuovi teologi inclusivi e politicamente correttissimi. “Genere fluido” – Zygmunt Bauman vuole la sua parte – è l’etichetta da attribuire alla “persona che non ha un’identità di genere fissa”, una specie di Victor Victoria del film di Blake Edwards.
Fin troppo ovvio sottolineare che il Parlamento Europeo considera “inappropriato” dire sesso biologico, transessuale, drag queen, relazione, coppia e matrimonio omosessuale, preferendo “sesso assegnato “(dalla natura dispettosa), persona trans, persona transgenere, “relazione (o coppia) di persone dello stesso sesso” e lo spettacolare “matrimonio egualitario”. Da cui si inferisce che il nostro e il tuo, amico lettore, è un matrimonio con disuguaglianza, pessimo, di serie B, da celare come una vergogna.
É questo il futuro d’Europa, ma la natura si incaricherà presto di chiudere per esaurimento biologico (oltreché per suicidio etico e culturale) la millenaria vicenda storica delle nostre popolazioni. Il paragrafo del glossario relativo ai gruppi etnici, le migrazioni e la religione raccomanda di evitare finanche la dizione “immigrato di seconda o terza generazione” a favore di “persona di origine migrante” (boh?), oppure “discendente di persone che migrarono”. Vietatissimo mulatto, è appropriato dire persona birazziale o multirazziale oppure meticcia. C’è una buona notizia: forse per evitare possibili discriminazioni territoriali, ci libereremo dell’insopportabile “caucasico/a” per definire un bianco, oops, una “persona bianca”.
É evidente che chi cambia le parole intende mutare i significati e le percezioni: siamo nel campo dell’ideologia e dell’ingegneria sociale. Non è un caso se un gruppo di donne (o forse “persone di genere femminile”), tra le quali esponenti politiche, intellettuali e anche un’alta dirigente della Banca d’Italia hanno ingiunto all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di espungere dal suo dizionario alcuni termini o modi di dire considerati offensivi per le donne. Il compito di un vocabolario non è vietare o cancellare, ma dare conto della realtà. Se un termine esiste – offensivo o no – va registrato. La richiesta delle signore (chissà se la parola è “appropriata”) dimostra che il loro intento è di esercitare un potere, oggi di interdizione, domani di direzione e di obbligo.
Un’ideona arriva dalla Spagna: il sindacato UGT, Uniòn General de los Trabajadores, pensa di cambiare nome dopo oltre centotrent’anni di attività: per esprimere inclusione e respingere qualunque sospetto di discriminazione di genere, potrebbe diventare UGTT, Uniòn General de los Trabajadores y de las Trabajadoras, al femminile. I sindacati hanno assunto il linguaggio dei padroni, sostenitori e ufficiali pagatori dell’agenda di genere: non conta più che i sindacati difendano gli interessi concreti della “persona lavoratrice”, essenziale è che usino la neolingua. Ringraziano felici le “persone precarie”, le “persone disoccupate” (in Spagna sono quasi un quarto della popolazione) e le “persone sfruttate”, a qualunque sesso, genere, orientamento sessuale, origine etnica, razziale o confessione religiosa appartengano.
In Europa, per chi non è d’accordo con il modello di “società aperta”, condiviso da filantropi generosi come George Soros, ci sono le azioni come quelli contro l’Ungheria e la Polonia, simboli della resistenza “nazionale” ed etica. Le due nazioni hanno presentato ricorso contro il meccanismo di condizionalità dei fondi, che li nega per motivi ideologici. Intanto si annuncia una risoluzione del parlamento, sostenuta anche dai popolari, volta a dichiarare l’intera UE “zona di libertà LGBTQ+”.
La Bisanzio della crisi economica, dell’immigrazione incontrollata, del dominio finanziario, della disuguaglianza crescente tra ricchi e poveri, della pandemia, della caduta in mani private finanche dell’acqua, è espugnata, ma lorsignori discutono del sesso degli angeli. La risoluzione intende sanzionare gli Stati membri che non riconoscono “i diritti delle persone LGBTQ+”: il documento programmatico menziona esplicitamente la Polonia, ma è evidente il riferimento anche a Ungheria, Bulgaria e ad altri Stati dell’Europa orientale. Triste fine di un continente che ha creato civiltà per millenni e, in attesa del sempre più probabile arrivo dei barbari, discetta dei diritti di chi non ha l’ “orientamento sessuale” che ha permesso la riproduzione della civiltà attraverso la nascita di nuovi membri.
Tuttavia, la gaia scienza assicura che siamo finalmente giunti alla pienezza dei tempi, alla perfezione in cui il passato, compreso il suo obsoleto vocabolario, è solo un deplorevole detrito da rimuovere, utile solo per illustrare il male di ieri. L’umanità inclusiva, equivalente, nemica di ogni offesa, scevra da ogni pregiudizio, è in marcia. Nulla da celebrare, se non se stessi, come Walt Whitman (Canto me stesso, e celebro me stesso). Cantano il nulla con tono da illuminati. Nel parlamento europeo e in tutto l’Occidente terminale dominano i nuovi Catari, dotati di una parola senza discriminazione e di un pensiero infinitamente inclusivo. Agiscono come la cloaca massima: non lasciano fuori nulla, una grande discarica che rapisce frattaglie e prelibatezze senza valutarle, né considerare la differenza. Ogni giudizio è oppressione: tutto scompare nel ventre di uno spirito distorto.
Inclusione infinita e indifferenziata dei Giusti, elevati alla sublime prospettiva dell’uomo nuovo. Tutto il passato è un errore in cui solo ai margini si intravvede l’annuncio del luminoso presente. Vittime, esclusi, anormali, pazzi, afflitti, squilibrati: solo attraverso le vestigia marginali, nascoste dai vincitori di ieri, troveremo il presente dell’inclusione infinita. Il passato patologico è il padre dell’eterno presente; Efialte, il traditore degli Spartani alle Termopili, è l’eroe la cui figura deforme è l’effetto della storia prescritta. Liberato dalla prospettiva del bianco e binario Occidente, Efialte si presenta come un Apollo scatenato e libero. Ulisse è l’ombra di un’oscura egemonia finalmente svelata: marito e padre, titoli di terrificante dominio. Penelope può abbandonare la tela e sfidare il Signore.
Tutto futile, superfluo, provvisorio: i mandarini di Bruxelles, le beghine dell’inclusione, i sofisti dell’equivalenza, i grammatici politicamente corretti presto diventeranno un ricordo grottesco. Arriveranno i barbari, finirà la gaia incoscienza, avrà fine il baccanale e nessuno discuterà più del sesso degli angeli. Forse i barbari diranno come Solzhenitsyn nell’esilio americano, meravigliato della decadenza occidentale: tanta allegria, e perché poi?
Roberto Pecchioli
https://www.ricognizioni.it/neolingua-e-ingegneria-sociale-due-facce-della-stessa-medaglia/
Robert F. Kennedy Jr: “Il neo-feudalesimo globale alla Bill Gates funziona così”
Kennedy avverte che, “per nascondere i suoi piani distopici per l’umanità dietro intenzioni benigne, Gates si serve della retorica basata sui concetti di sostenibilità, biodiversità, buona amministrazione e clima”. Ma queste cause apparentemente nobili nascondo “realtà oscure che minacciano la vita dei nostri figli e richiedono un’attenzione urgente”.
L’articolo contiene una serie di collegamenti che documentano la “strategia a lungo termine di controllo dell’agricoltura e della produzione alimentare a livello globale” di Gates.
Kennedy elenca alcuni punti.
Gates ha aiutato a orchestrare e incoraggiare i lockdown che hanno mandato in bancarotta più di 100.000 aziende solo negli Stati Uniti e fatto precipitare un miliardo di persone nella povertà e in una insicurezza alimentare che, tra gli altri danni devastanti, uccide 10.000 bambini africani al mese, aumentando la ricchezza di Gate.
È diventato il più grande proprietario di terreni agricoli negli Stati Uniti. Il portafoglio di Gates comprende ora circa 242.000 acri di terreno agricolo americano e quasi 27.000 acri di altra terra in Louisiana, Arkansas, Nebraska, Arizona, Florida, Washington e altri 18 stati.
Ha fatto ingenti investimenti in colture OGM, brevetti di sementi, alimenti sintetici e intelligenza artificiale, compresi lavoratori agricoli robotici e posizioni di comando in colossi del cibo tra cui Coca-Cola, Unilever, Philip Morris (Kraft, General Foods), Kellogg’s, Procter & Gamble e Amazon ( Whole Foods) e in multinazionali come Monsanto e Bayer che commercializzano pesticidi chimici e fertilizzanti petrolchimici.
Ha imposto un sistema agricolo basato su OGM, prodotti chimici e combustibili fossili sui poveri agricoltori africani, decimando la biodiversità e garantendo che i suoli diventassero più acidi a ogni applicazione di fertilizzanti petrolchimici. Uno studio ha rilevato che la fame estrema è aumentata del 30% nei 18 paesi presi di mira da Gates. La povertà rurale si è metastatizzata in modo drammatico e il numero di persone affamate in queste nazioni è salito a 131 milioni.
Kennedy osserva che, proprio come nel caso dei programmi di vaccinazione di Gates in Africa, “non c’era né valutazione interna né responsabilità pubblica”.
Kennedy sostiene inoltre che la presa di potere di Gates non si esaurisce con la produzione di cibo. Ha cercato di dominare nei settori della salute pubblica, della privatizzazione delle carceri, dell’istruzione online e delle comunicazioni globali, promuovendo le valute digitali, la sorveglianza ad alta tecnologia, i sistemi di raccolta dei dati e l’intelligenza artificiale.
In definitiva, Gates “ha imparato ad arricchirsi durante le crisi globali” e, collaborando con aziende come Monsanto e promuovendo gli OGM, è impegnato in una “guerra chimica alla salute umana”.
L’articolo rileva anche come Gates abbia promosso false agenzie governative globali che lui stesso ha creato “per promuovere le sue diaboliche miscele chimiche, mediche e alimentari”.
“Seguendo l’esempio di Gates, GAVI [la GAVI Alliance – già Alleanza mondiale per vaccini e immunizzazione” – è un’alleanza di soggetti pubblici e privati che si propone di migliorare l’accesso all’immunizzazione per la popolazione umana in paesi poveri; ne fanno parte governi di paesi in via di sviluppo e paesi donatori, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unicef, la Banca Mondiale, l’industria di vaccini in paesi industriali e in via di sviluppo, la Fondazione Bill & Melinda Gates e altri benefattori privati, ndr] è ottimista sul fatto che gli insetti diventeranno presto un importante integratore alimentare per i bambini poveri e denutriti”, scrive Kennedy.
Kennedy parla anche della spinta dell’élite mondiale per un Grande Reset, al fine di “imporre controlli autoritari, sorveglianza pervasiva, nuovi modelli economici oppressivi e un governo unico mondiale su un’umanità assediata, terrorizzata e arrendevole”.
Poiché Robert F. Kennedy Jr. denuncia da tempo questo programma planetario fondamentalmente antiumano, viene incessantemente attaccato e diffamato dai think tank delle élite e dalle organizzazioni globaliste.
Fonte: childrensdefense.org
BILL GATES INVESTE NEL NUCLEARE…
Non solo latifondista, anche atomico
(Dal sito della ditta:)
TerraPower è stata fondata da Bill Gates e da un gruppo di visionari che la pensano allo stesso modo che hanno deciso che il settore privato doveva agire nello sviluppo di energia nucleare avanzata per soddisfare le crescenti esigenze di elettricità, mitigare il cambiamento climatico e sollevare miliardi dalla povertà…
Gli innovatori di TerraPower creano tecnologie per fornire energia senza emissioni di carbonio sicura, economica e abbondante. Elaborano modi per utilizzare il calore e il vapore per guidare la crescita economica mentre decarbonizza l’industria. E sviluppano processi per estrarre radioisotopi per uso medico in trattamenti salvavita contro il cancro.
Il nostro team combina competenze tecniche e ingegneristiche senza precedenti, esperienza nella fornitura di progetti nucleari e creazione di organizzazioni per affrontare sfide globali su larga scala.
2012 – TerraPower identifica i reattori a sale fuso come una tecnologia di ricerca.
2015 – TerraPower firma un MOU per la cooperazione con China National Nuclear Corporation per lo sviluppo del programma TWR
2017 – TerraPower raggiunge un accordo di cooperazione con China National Nuclear Corporation per formare una joint venture per co-sviluppare la tecnologia TWR.
Bill Gates “non molto sorpreso” dal danno al midollo spinale causato dal vaccino di AstraZeneca
Alla domanda relativa alla recente interruzione della sperimentazione sull’uomo del vaccino di AstraZeneca dopo che un partecipante ha subito un danno al midollo spinale, Gates ha detto di non trovare la cosa “molto sorprendente”, suggerendo che ciò “sottolinea il fatto che aver adottato molti approcci diversi è piuttosto prezioso”.
“È vero che un candidato vaccino può innescare una condizione autoimmune latente che si sarebbe manifestata a un certo punto. Stiamo esaminando questa connessione e le autorità di regolamentazione sono perennemente impegnate in questo”, ha sottolineato.
La Gates Foundation ha elargito almeno 350 milioni di dollari per la ricerca sul coronavirus, comprese grandi donazioni fatte ad Astrazeneca, Johnson & Johnson, Novavax, Sanofi, Moderna, Curevac, BioNTech e Inovio per i loro vaccini, che vanno dai tradizionali adenovirus a quelli a RNA e DNA.
Ne approfittiamo per denunciare il malsano antisemitismo di questo fake: Bill Gates sarebbe un Lubawitcher, imparentato coi Maxwell…
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