ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 12 luglio 2021

Emarginando i dissenzienti con campagne d’odio

Dal DDL Zan al Covid a Trump: Il potere censura perché ha paura



Un vecchio adagio recita “mafia che spara mafia in difficoltà” sottolineando come le associazioni criminali hanno bisogno di silenzio per gestire nel migliore dei modi i loro traffici e, dunque, quando uccidono e compiono gesti che attirano l’attenzione dimostrano di trovarsi in difficoltà. La stessa cosa si può dire del sistema di potere occulto che ci governa e che, per poter mantenere la sua presa, ha bisogno di essere ignorato.

Le censure sempre più frequenti e visibili che dilagano sui media, tradizionali e social, sono quindi il sintomo della sempre più profonda difficoltà che il potere ha nell’imporre la sua visione.


Sul Covid, certo, sui vaccini, senza dubbio, ma anche su tutti gli altri aspetti della realtà distopica che il potere ci presenta come l’unica possibile.

Emblematico il caso dei grandi social media, sul banco degli imputati per aver censurato, oltre a milioni di cittadini, persino il presidente in carica, e che ora devono fronteggiare class action di massa e un crollo del punteggio assegnato dagli utenti.

Il DDL Zan è un altro esempio di questa necessità del Potere Unico, di imporre per legge una visione del mondo che, altrimenti, sarebbe rifiutata dalla maggioranza dei cittadini, con buona pace di Fedez e della Ferragni, stapagati porta voce delle multinazionali globali e degli interessi del grande potere economico.

Nella propaganda dei suoi sostenitori la legge servirebbe per contrastare le violenze contro i gay, obbiettivo nobile, se fosse reale, ma chiaramente non è così.

In Italia i cittadini di qualsiasi orientamento sessuale, etnia o fede, sono esposti alla violenza da uno Stato che nei fatti non persegue i criminali. I casi di persone responsabili di gravissimi reati ma rimessi subito in libertà dai giudici sono uno scandalo che ormai non fa più notizia. Se si volesse tutelare la sicurezza dei cittadini gay (come di tutti gli altri) si farebbe una battaglia per la certezza della pena, visto che la violenza sui gay è reato, e non per la limitazione della libertà di espressione in nome della “lotta all’odio”, o per l’indottrinamento nelle scuole sin dalla più tenera età.

Nonostante una propaganda martellante, infatti, ci sono ancora tanti, troppi italiani che sono contrari all’utero in affitto, che sono convinti che i bambini abbiano bisogno di una madre e un padre e che credono che tra maschi e femmine ci siano differenze che non sono semplicemente di natura culturale. Insomma in troppi rifiutano il modello di uomo liquido, senza storia, senza appartenenza, senza identità e senza genere che è essenziale nel progetto di dominio assoluto delle èlite economiche. Se la pubblicità martellante non basta, quindi, si deve passare alla censura di quanti osino criticare il “mondo nuovo”.

La sicurezza dei cittadini gay non è l’obbiettivo di questa legge ma il pretesto per farla approvare. L’obbiettivo è quello di creare il reato di opinione, ossia di garantire un precedente per dire che determinate opinioni sono illegali.

Naturalmente è sulla presunta pandemia che la necessità della persecuzione dei dissidenti appare drammaticamente attuale. Il racconto del potere è ormai insostenibile da ogni punto di vista. E emerso in maniera ormai incontestabile che il conteggio delle vittime, con cui ci hanno bullizzati e terrorizzati nella prima fase, era falso, poichè non distingueva tra morti per Covid e con Covid. Lo ammettono le stesse autorità. In sostanza è come se durante l’influenza stagionale io avessi inserito i morti di cancro, infarto, ictus e leucemia come vittime dell’influenza stagionale, lanciando l’allarme sulla pericolosità del nuovi morbo.

I vaccini sperimentali hanno avuto e stanno avendo un enorme numero di effetti collaterali, anche letali e non è più possibile negarlo. Ma soprattutto l’efficacia dei vaccini nel previnere l’infezione non è certa e anzi, i dati empirici la stanno smentendo. A Bolzano un’infermiera chiamata a fare il vaccino nell’hub vaccinale si è presentata con il suo avvocato e ha rifiutato di farselo inoculare se i medici non le avessero messo per iscritto che il farmaco era in grado di prevenire l’infezione. I medici non hanno potuto farlo e i carabinieri, chiamati, hanno verbalizzato il tutto. Dunque, per ammissione dei medici e delle stesse case produttrici il siero non impedisce di contagiarsi e contagiare.  Per tutti questi fatti, non opinabili, tutti coloro che erano scettici sui vaccini hanno rafforzato la loro contraietà, mentre gli indecisi si spostano sempre più verso posizioni contrarie. E’ indispensabile quindi minacciare e censurare, per evitare che la verità, in tutta la sua drammatica portata, venga a conoscenza dell’opinione pubblica.

Anche l’ignobile censura a cui è stata sottoposta Visione TV, e che ci ha privato della possibilità di pubblicare contenuti per una settimana è una dimostrazione della paura che il sistema ha. Paura che il popolo comprenda pienamente i crimini commessi e ne chieda conto, e forse quel giorno non è lontano.

ARNALDO VITANGELI

https://visionetv.it/dal-ddl-zan-al-covid-a-trump-il-potere-censura-perche-ha-paura/

Deliri. Alessandro Zan, Concita De Gregorio, Aldo Cazzullo e Romano Prodi. Con premessa. Mestolando nel mucchio di castronerie il tanfo sale


Premessa azzurra

Complimenti agli azzurri che ieri sera, 11 luglio 2021, hanno vinto nel “tempio” di Wembley gli europei di calcio. Certo ai calci di rigore, ma oggettivamente l’Italia ha mostrato di essere la squadra migliore se si guarda all’intero arco del torneo. Squadra… e qui ci torna alla mente il Manzoni del “Marzo 1821”, in cui l’Italia viene prefigurata come “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”. Per “l’altare”, ahimè, oggi non è più così… ma per il resto la squadra di Mancini, così compatta, decisa e piena di orgoglio patriottico (già a partire dal canto dell’inno di Mameli), ha regalato (almeno temporaneamente) a un popolo un po’ smarrito il senso di costituire una comunità. Anche a tanti, tanti giovani che, tricolore in mano, ieri notte hanno colorato (dei colori giusti) le piazze della Penisola. Solo una macchia (ripetuta) nella prestazione azzurra: quel penosissimo, servo inginocchiarsi per solidarietà (dicono) con le squadre genuflesse davanti ai violenti del Black Lives Matter. L’auspicio è che gli azzurri – che hanno riguadagnato la stima universale – non si prestino più a strumentalizzazioni della nota e multiforme lobby (che anche ieri sera si è manifestata perfino dipingendo di arcobaleno la macchinetta elettronica porta palloni). Gli azzurri sappiano che ora sono un esempio di professionalità e passione per molti: non sporchino questa loro immagine con scelte socialmente devastanti! Quanto agli inglesi, conosciuti come maestri di fair play , ieri sera sono precipitati dal pulpito da cui concionavano… ma, inglesi, niente paura: l’Uefa è occupata a sanzionare i comportamenti dei tifosi ungheresi che ad esempio a Monaco di Baviera hanno voltato le spalle durante l’esecuzione dell’inno nazionale tedesco (e sì che loro qualche buona ragione ce l’avevano!).

Deliri:
Zan-Fedez al servizio della follia universale

Mercoledì 7 luglio il noto deputato piddino Alessandro Zan ha dichiarato in una conversazione pubblica (“diretta social”) coordinata dal noto rapper Fedez sulla sua piattaforma online: “Ci sono dei bambini e delle bambine che percepiscono il proprio genere – sin da quando sono bambini – che è diverso dal proprio sesso biologico. Ecco che allora bisogna aiutare questi bambini – e i genitori oggi sono molto più sensibili fortunatamente in questo – in un loro percorso di transizione perché si ritrovano con un genere che non corrisponde al loro sesso di nascita”. È intervenuto Fedez: “L’identità di genere è riconosciuta dallo Stato. Cioè esiste già “. Conclude Zan: “Esatto, è un diritto umano”.

Ci mancherebbe una legge che adesso ci “consente” di esprimere una opinione! E il diritto all’indignazione? Un no ragionato al Ddl Zan. Quello che abbiamo sentito che ha detto, Zan nega di aver detto – 12 luglio 2021

Zan: «Bisogna aiutare i bambini in un percorso di transizione». Il mondo che vogliono gli zannuti. Identità di genere: una guerra di civiltà tra l’esercito del bene e le truppe oscure del maligno. L’affondo di Povia – 11 luglio 2021

Un mucchio di castronerie… ma grande chiarezza sugli obiettivi del Ddl Zan, non inteso in primo luogo come tutela degli LGBTQI+, ma come imposizione della rivoluzione antropologica, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado fin da quelle dell’infanzia. Potranno far finta di niente i cosiddetti “cattolici adulti” soprattutto nel Pd e in Italia Viva? Vorranno continuare a difendere, pur con modifiche ma non radicali, un testo liberticida e gravido di pesantissime conseguenze sociali? Solo se servi della poltrona e dunque in malafede oppure se mentalmente incapaci di intendere.

A Zan-Fedez – seminatori professionisti di confusione esistenziale e di conseguente dolore umano –  e alla loro cricca ideologicamente motivata, tonta o in malafede segnaliamo un articolo che riguarda la scuola ed è contenuto nella legge ungherese contro la pedofilia e per la protezione dei minori, approvata il 15 giugno 2021 dal Parlamento di Budapest, controfirmata dal Presidente della Repubblica il 23 giugno e violentemente osteggiata dai maneggioni dell’UE. Dimentichi questi ultimi delle aspirazioni dei Padri fondatori De Gasperi, Adenauer, Schumann che certo si rivoltano nella tomba constatando il degrado etico e culturale subito in questi anni da larga parte del partito popolare. Ecco il testo dell’art. 9 A, aggiunto nella legge CXC del 2011 sull’educazione pubblica nazionale:  “Una persona o un’organizzazione diversa da un dipendente impiegato come insegnante da un istituto di istruzione ed educazione, un professionista che fornisce servizi di salute scolastica in tale istituto e un organo statale parte di un accordo di cooperazione concluso con tale istituto, possono svolgere un’attività in classe o organizzata in altro modo per gli studenti, relativa a cultura sessuale, sesso, orientamento sessuale, sviluppo sessuale, effetti negativi del consumo di droga, pericoli di internet e qualsiasi forma di sviluppo della salute fisica o mentale solo se registrati dall’organo designato dalla legge”. È sicuro che nell’Ungheria che vuole proteggere la salute fisica, mentale e morale dei minori, non avrebbero scampo i programmi di Zan-Fedez così come quelli del noto UNAR (dipartimento della Presidenza del Consiglio – trasformato in succursale operativa della nota lobby- di cui l’art. 8 del ddl Zan istituzionerebbe e potenzierebbe l’attività, anche poliziesca). Forza Ungheria!

Viktor Orbán:
incubo di Donna Concita

Torniamo ad occuparci della nota e riverita Concita De Gregorio, che tra le sue poliedriche e ben retribuite attività ha anche quella di tenutaria di una rubrica quotidiana assai evidenziata dal prodotto cartaceo e online maestro di linciaggio mediatico (Repubblica). Nelle sue esternazioni sotto il titolo “Invece Concita” la nota dama era già caduta – per un raptus di furore ideologico e fornendo tra l’altro una sua delirante versione della “democrazia perfetta” – in clamorosi errori di date e di fatti relativamente a vicende accadute in una scuola di Martina Franca [QUI].

Giovedì 8 luglio, la Concita si è però superata con le considerazioni apparse su “La reggia e i piatti vuoti” [QUI], cioè sulle “sfarzose dimore dei populisti che seducono gli elettori”. È un tema sul quale la nota dama si butta con la voracità di un piranha. Soltanto che anche stavolta prende un abbaglio di quelli che una volta avrebbero potuto causare una guerra diplomatica. Forse con un occhio segnato dalle troppe sbornie ideologiche la Concita ha intravisto sui media mondiali un servizio sulla nuova residenza estiva di Erdogan: oltre 60 milioni di euro, 300 stanze. Ma la fissa della Concita riverita è di questi tempi una sola: Orbán e i suoi amici “populisti”. Per cui l’occhio segnato dalle troppe sbornie ha letto nei servizio sulla faraonica casa di vacanza solo la desinenza “an” e immediatamente Erdogan è diventato Orbán. Non solo, ma la Concita tutta scandalizzata ha tirato in ballo anche la moglie di Orbán che sembra abbia invitato gli ungheresi a non sprecare cibo, “mentre il marito spende 62 milioni di euro per una magione da usare quindici giorni all’anno se va bene: 300 stanze“…

Penosa la correzione apportata dalla Concita alla fine dell’articolo in versione online: “In una prima versione di questo articolo il nome di Orbán ha preso il posto di quello di Erdogan erroneamente (NdR: abbiamo capito, ancora una volta Orbán ha fatto l’arrogante, stavolta utilizzando il suo nome). Me ne scuso con i lettori e gli interessati“. Ovvio che la residua (molto residua) credibilità giornalistica di Concita De Gregorio si sia azzerata. Però è forse meglio così: se, come sembrava da piccola, fosse divenuta pianista, immaginate la confusione di nomi e musiche, con la colpa attribuita sempre alla prepotenza dei tasti!

Aldo Cazzullo:
anche lui nella galleria dei mostri

Nella galleria dei mostri (dominata dal trio Zan, Fedez, Cirinnà) allestita a decoro del Ddl Zan, ha fatto la sua apparizione un’altra penna illustre e venerata: dalle pagine del Corriere della Sera (10 luglio 2021) Aldo Cazzullo – tenutario salvo il lunedì della rubrica delle “Lettere” – ci ha tenuto a esprimere il suo parere in materia: “La mia opinione è che si tratti di una legge giusta e necessaria”, perché “quando un omosessuale viene aggredito o insultato o discriminato in quanto omosessuale, il reato è particolarmente odioso, e quindi va punito con particolare severità”. È un ragionamento tipico da Cazzullo, perché dimostra che l’illustre non ha letto con attenzione il testo (volto non alla tutela degli omosessuali, ma alla punizione del dissenso e alla propaganda LGBTQI+ nelle scuole e in ogni angolo della società); e perché oggettivamente non si vede perché un cazzotto a un omosessuale sia più grave di un cazzotto a un altro umano, chiunque esso sia… violenza è e violenza resta! Il Cazzullo pare poi temere un dilagare dell’ideologia LGBTQI+ ma non si accorge che il testo del Ddl Zan la favorisce. Insomma… anche al Cazzullo un consiglio: informarsi bene prima di scrivere!

Il “cattolico adulto” Romano Prodi
vuole strangolare Ungheria e Polonia

Tra i “cattolici adulti” ovvero i cattofluidi (cattolici a fede limitata) è tutto un agitarsi contro quei cattivoni di Paesi dell’Est che vogliono difendere (non a chiacchiere come è usanza tra gli ex-democristiani occidentali) i valori sociali della vita e della famiglia. Dilaga la moda di definirsi “cattolici” da parte di politici e perfino vescovi e cardinali di identità religiosa apparentemente molto dubbia. Ad esempio, su Repubblica del 10 luglio 2021, l’ex-ministro Roberta Pinotti proclama di essere cattolica e nel contempo del Ddl Zan dice: “Va approvato. Perché il suo fine è frenare le discriminazioni” (eccome un’altra che parla per sentito dire).

Domenica 11 luglio è sceso in campo – con un editoriale sul Messaggero [QUI] – Romano Prodi, conosciuto come l’antenato dei “cattolici adulti”, quasi fosse una qualsiasi Ursula von der Leyen (l’algida germanica che guida la trista Commissione dell’Unione Europea): “Da ormai parecchi anni in Ungheria e in Polonia – proclama – in modo progressivamente pervasivo, vengono calpestati i fondamentali diritti democratici. (…) Una crociata antidemocratica che ha accolto le più ampie adesioni in Ungheria perché, al comune appello alle politiche anti-migratorie, si è aggiunta la nostalgia del passato imperiale”. “Vengono calpestati”, “Crociata antidemocratica”… comportamenti per i quali il misericordioso Prodi – indossati i panni di monsieur Tartuffe – chiede azioni punitive adeguate, da non chiamare “sanzioni”… noooo, perché “la sospensione del pagamento dei fondi comunitari sui quali si è fondata la straordinaria crescita di questi Paesi, non può essere collocata tra le sanzioni, ma si colloca nell’ambito dell’applicazione delle regole che stanno alla base di ogni organizzazione politica alla quale si è scelto di appartenere”. Il Prodi, abile nel voltare e rivoltare la frittata a modo suo, sostiene (in compagnia di tale piddino David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo) che nei due Stati “vengono calpestati i fondamentali diritti democratici”.

Che mai sarà? Non vi si tengono elezioni nazionali con la scusa della “pandemia”? Vi si è proclamato l’aborto come diritto fondamentale e si vuole vietare l’obiezione di coscienza degli operatori sanitari? Si favorisce l’incertezza dell’identità sessuale, così che ogni bambino possa scegliere – in modo contingente, se essere maschio, femmina oppure altro, se cambiare sesso? Vi si tollera lo spaccio di droga? Si cercano di ridurre i costi della sanità eliminando il maggior numero possibile di anziani o di insicuri sulla propria esistenza? Si mina alla base l’ordine sociale umiliando la famiglia tradizionale? Si impone nelle scuole la propaganda per la sovversione antropologica? Si giustifica l’uso della pratica abominevole dell’utero in affitto? Si organizzano cacce mediatiche ai dissenzienti, intimidendoli e se del caso licenziandoli e imprigionandoli (si veda in materia anche il nutritissimo dossier preparato da Provitaefamiglia.it [QUI], che dovrebbe essere inviato almeno per completezza d’informazione al censore bolognese). Tutto questo accade in Polonia e in Ungheria? Oppure magari in altre zone d’Europa, proprio quelle governate dagli amici politici di Prodi e dai loro alleati popolari? I quali – plagiati sempre più dalla nota lobby – mai e poi mai voterebbero oggi una norma (prima di tutto di buon senso) come quella con cui è stata emendata in Ungheria la legge CCXI del 2011 sulla protezione della famiglia: “Lo Stato protegge le istituzioni della famiglia e del matrimonio anche per la loro dignità e valore in sé e per sé, con particolare riguardo al rapporto tra genitori e figli, in cui la madre è donna e il padre è uomo”.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Rossoporpora.org [QUI].


Foto di copertina: “Il tricheco e il carpentiere, ovvero: la storia
delle ostrichette curiose” (Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie).

pendeva il sol sull’ampio mar, pieno di volontà
volea far l’onde luccicar, raggiando in qua e in là.
e ciò benchè la notte ahimè
profonda fosse già.
andava il carpentiere col tricheco a passeggiar
la spiaggia era vastissima e di sabbia aveva un mar.
“signor barone” disse il primo “la sabbia non mi va.
e men che sia, la portiam via, se lei mi da una man”
il tricheco:
“UNA MANOOOO? EHEHHEHAHAHAH
è giunta l’ora…”
il carpentiere:
“sì, tricheco?”
il tricheco:
“…ormai di chiaccherar, di cose buone da mangiar,
di cavoli o di re;
di come il mare va in bollor se i gatti san volar;
godiamo allor, macchè lavor, siam cavoli o siam re!”
[…]
il tricheco:
“Oooooh è festa, ostrichette, andiamo a passeggiar;
giriamo un po’, parliamo un po’, che più si può anelar”
il carpentiere:
“e magari, cogliendo l’occasion, faremo colazion”
il tricheco:
“COFF COFF COFF”
i panchipinchi:
“ma scosse mamma ostrica
il capo, ed ammiccò;
sapeva che i molluschi
fanno gola anzichè no”
mamma ostrica:
“girar perchè?
sentite a me,
restate qui”
i panchipinchi:
“gridò”
il tricheco:
“certo, certo, è giusto ma…
…AH AH!!
è giunta l’ora, amiche care,
ormai di chiaccherar;
di cappellini di chiffon
di cavoli e di re;
e come il mare da calor
se i gatti san volar…
…AH AH!!
orsù, allegria! venite via!
coi cavoli e coi re!”
[…]
il tricheco:
“mmmmh, ed or
vediamo un po’…”
il carpentiere:
“arf arf”
il tricheco:
“…OH OH!!
del pan tostato!
è quello che ci vuol!”
il carpentiere:
“e di limon, ci vuol un po’ di pepe no?”
il tricheco:
“oh sì, sì, ottima idea,
ah ah, è ora di pranzar;
e ora siete pronte ostrichette?
la festa cominciam”
le ostrichette:
“festa??”
il tricheco:
“sì, amiche care, è tempo ormai
di fare colazion”
il carpentiere:
“e pepe e un po’ di senape,
e succo di limon;
mischiamo tutto insieme
in una salsa inver da re;
godiamo al fin, che bel festin
pei cavoli e pei re!”
il tricheco:
“ehhh io sono commosso…burp!
oh, scusatemi! voi non saprete mai
qual gioia è il nostro incontro,
e l’ho gustato assai!”
il carpentiere:
“ostrichette?? ostrichette??”
i panchipinchi:
“ma non ci fu risposta
o ostrichetta, e non c’è da stupir;
perchè le avea mangiate
tutte!! ahimè!!”
il tricheco:
“ehm…è giunta l’ora!”
[…]
i panchipinchi:
“pei cavoli e pei re! fine!”

12 Luglio 2021   Blog dell'Editore

di Giuseppe Rusconi

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