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venerdì 10 settembre 2021

La Reconquista di Benedetto?

PAPA E ANTIPAPA: L’INCHIESTA – FLORES D’ARCAIS: IL MONDO INTERO ERA CONTRO PAPA RATZINGER 

– Parte 3

Nella “puntata” di ieri QUI abbiamo visto come la Declaratio di papa Benedetto XVI dell’11 febbraio 2013 non fosse un rinuncia al papato, ma una dichiarazione di impedimento a governare, con conseguente abbandono FATTUALE dell’esercizio pratico del potere (ministerium).

Abbiamo sottoposto la questione ai principali canonisti legittimisti di Bergoglio, i quali non hanno avuto nulla da rispondere. Una tecnica difensiva disastrosa, quella del silenzio “snob” su una simile questione, perché qui non si tratta di pettegolezzi, ma della evidenza di atti pubblici di importanza storica.

Oggi vi illustreremo quale fosse il contesto mondiale che ha portato Benedetto XVI a questa drastica decisione. Un panorama molto puntuale è stato ricostruito – paradossalmente – proprio dal suo ”arcinemico”, il giornalista e filosofo di sinistra Paolo Flores d’Arcais, direttore della rivista di geopolitica Micromega.

Intanto, per darvi una caratura della simpatia che Flores nutre per il Santo Padre, leggete cosa scrive in “La sfida oscurantista di Ratzinger” (Ponte alle Grazie 2010): “Contro lo sfondo di virile austerità di Giovanni Paolo II assumono pesantissimo rilievo le svenevoli attenzioni dell’arcigno teologo tedesco per estenuanti frivolezze estetiche, dagli elaborati e sontuosi berretti alle babbucce rosse a un segretario che sembra uscito da Beverly Hills”.

Considerazioni di un gusto che non ci si aspetterebbe dal marchese d’Arcais, (al quale il card. Ratzinger aveva pure accordato leale, aperto dibattito pubblico) e che sorprendono ancor più nel filosofo: invece di capire che papa Benedetto recuperava le vesti antiche di Pio IX, Giovanni XXIII  e di altri pontefici, – come il camauro, le scarpe e la mozzetta rosse o gli stupendi paramenti sacri – per dimostrare al mondo una continuità con la Tradizione della Chiesa, (elemento fondamentale tanto quanto la Parola), Flores tira gomitate sulla presunta, ambigua, vanità personale del pontefice. A voi i commenti.

Comunque, tutto il libro è viziato da una incomprensione teologica di fondo, che l’essere atei non giustifica: il papa non è un politico come gli altri, è un capo religioso ed è il custode del depositum fidei, per statuto. Quindi non ha alcun senso che Flores lo critichi perché porta avanti ciò che gli ha affidato il suo Dio da 2000 anni.

In pratica, Benedetto XVI sarebbe “oscurantista” perché non la pensa come Flores d’Arcais e non ha tradito la fede cattolica adeguandosi ad aborto, eutansia, gender , omosessualismo, ecologismo spinto, insomma: la lista della spesa del mondialismo ateo-massonico-malthusiano.

A parte queste incomprensioni, l’autore dipinge un affresco molto efficace su come Benedetto costituisse l’ostacolo principale al progredire di travolgenti e inarrestabili dinamiche globaliste.

Ecco cosa scrive Flores: “I suoi primi anni di pontificato possono riassumersi in una restaurazione costantiniana che rovescia nell’espressione e nei fatti la stagione e la vocazione del Concilio Vaticano II […] Il suo modello è sempre più esplicitamente il Concilio di Trento, integralismo del dogma e tentativo di pulizia morale nella Chiesa. Benedetto XVI è perfettamente consapevole della marcia trionfale che sociologicamente parlando continua a compiere la globalizzazione dello spirito, secolare, edonistica, consumistica […]  Il Pastore tedesco ha deciso invece che la modernità può essere attaccata su tutti i fronti […] Ha progettato il suo papato come una vera Reconquista della modernità attraverso un sistematico attacco ai capisaldi culturali e politici da cui è nata […] Vuole una restaurazione cristiana nella scienza e nella democrazia, che rovesci l’autonomia dell’uomo in un ritorno alla sua obbedienza a Dio, per salvare la democrazia e la scienza da se stesse prima che l’avventura moderna si concluda con l’apocalissi […] Il papa detesta il Grande Satana, ovvero l’Occidente secolarizzato, sfrenatamente consumista, che nel primato del piacere banalizza e giustifica persino la strage quella degli innocenti, il genocidio che è l’aborto […]

Nel libro si trovano illustrati, quindi, tutti i fronti di questa guerra “intollerabile” (per Flores) condotta da Ratzinger contro la civiltà moderna. Innanzitutto, la restaurazione della dottrina, che lascia intendere una revisione del Vaticano II (che Bergoglio ha invece “dogmatizzato”), soprattutto con l’ecumenismo e la ripresa dell’evangelizzazione (poi cassata da Bergoglio coi suoi discorsi contro il proselitismo). Ancora, Flores ben descrive l’attacco di Ratzinger a relativismo, neomalthusianesimo, modernismo, nichilismo, illuminismo. Inoltre, fa comprendere tutta la sua volontà di riconfermare le radici cristiane dell’Europa e i diritti non negoziabili, la difesa della famiglia tradizionale con la condanna dei disordini sessuali e la negazione ad aborto ed eutanasia. Altri cavalli di battaglia scrupolosamente citati (e criticati), le considerazioni  contro la scienza “fine a sè stessa” e contro un certo ambientalismo che potrebbe portare a ignorare la dignità umana (mentre Bergoglio ha divinizzato l’ecologia addirittura intronizzando l’idolo pagano Pachamama QUI   ).

Si capisce quindi benissimo, proprio grazie al suo acerrimo avversario perché, vista la guerra che il papa conduceva contro tutto il mondo-mondano, la massoneria, la sinistra internazionale, le varie lobby che contano  e i cosiddetti poteri forti, RATZINGER DOVEVA ESSERE PER FORZA TOLTO DI MEZZO. “Braccio armato” per questa rimozione, il Gruppo (o “Mafia”) di San Gallo, di cui, guarda caso, il campione era proprio il card. Bergoglio (carta canta: lo scrive nella sua autobiografia il mai smentito card. Godfried Danneels, primate del Belgio e appartenente alla detta lobby di cardinali modernisti). In proposito è appena stato pubblicato un documentario importante QUI.

Inoltre, oggi Flores d’Arcais risulta – de facto – il migliore alleato e difensore di Ratzinger contro il fuoco amico di taluni ambienti tradizionalisti che dipingono il papa tedesco come un “modernista”: una chiusura emotiva che impedisce, come un blocco robotico, di cogliere le clamorose contingenze che parlano dell’invalidità della sua rinuncia E DELLA REALTA’ DELLA SEDE IMPEDITA.

 Come chicca finale, Flores ci ricorda anche due clamorose profezie di Papa Benedetto per il quale: “Solo Dio ci può salvare, nel senso di salvare la democrazia che, senza la fede, si riduce a un guscio vuoto e sarà annientata” e ancora: “Ben presto non si potrà piu affermare che l’omosessualità come insegna la chiesa è un obiettivo disordine dell’esistenza umana”.

Così, oggi, per una beffa del destino, tutto si è avverato: non si fa che parlare dei rischi per la democrazia derivanti da quella che viene individuata come una “dittatura sanitaria” (Massimo Cacciari, Giorgio Agamben e altri) e della prevaricazione sulla libertà di pensiero che il ddl Zan otterrebbe, se venisse approvato.

Sentenzia, alla fine, il dubbio profeta Flores d’Arcais con una frase ad effetto: “La reconquista di Ratzinger si dissolverà come, all’alba, i sogni e i vampiri”.

Siamo sicuri? Siamo certi che il guerriero “oscurantista” Benedetto XVI, il “papa inquisitore” come lo descrive il direttore di Micromega, possa aver lasciato il campo senza colpo ferire, sotto le pressioni dei poteri internazionali mondialisti e della fronda modernista, da lui combattuti sempre all’arma bianca? 

Si direbbe di no, come spiegheremo nei prossimi appuntamenti. E allora vedremo chi si dissolverà, se la Reconquista di Benedetto o il – pur utile – libello di Flores d’Arcais.

Andrea Cionci


https://www.byoblu.com/2021/09/10/papa-antipapa-inchiesta-3/

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