Viganò Tapes #15. Il Pensiero Illuminista, il Paradiso Irraggiungibile.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, i Viganò Tapes, realizzati da Robert Moynihan fondatore e direttore di Inside the Vatican, sono giunti al quindicesimo episodio. Buon ascolto e buona lettura.
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15. Le promesse dell’Illuminismo, principalmente la libertà, la fratellanza e l’uguaglianza, erano autentiche o erano inganni per corrompere e sovvertire le monarchie, l’aristocrazia e la Chiesa?
Come ogni cosa che non viene da Dio, anche il pensiero illuminista è mendace e falso, poiché promette un paradiso in terra irrealizzabile, un’utopia umana basata su un immanentismo che contraddice la realtà oggettiva di un Dio personale e trascendente. I principi illuministi sono chimere, grottesche contraffazioni: la libertà massonica è licenza, la fratellanza è vincolo tra congiurati contro Dio, l’uguaglianza è miserabile appiattimento dell’individualità e disconoscimento dell’ordine sociale e religioso. Ed è inoltre significativo che proprio chi propaganda l’uguaglianza, consideri l’appartenenza alla loggia massonica come una condizione di privilegio che lo pone in una posizione di superiorità morale rispetto alla massa dei non iniziati.
Marco Tosatti
PARLIAMO DI DIO AGLI UOMINI
Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa terrena ha stretto un patto scellerato con il nemico di Dio, distruggendo la liturgia che per duemila anni ha celebrato sugli altari di tutto il mondo il sacrificio incruento del suo fondatore. Sull’altro versante, quello politico e civile, grazie all’ideologia libertaria, l’uomo ha fatto strame dei Dieci Comandamenti. La sua coscienza ha seppellito il timore di Dio. Ha praticato infanticidi di massa, e poi selettivi. Ha distrutto la famiglia, il sacramento del matrimonio e, di conseguenza, la genitorialità, la paternità, la responsabilità e l’autorità. Ha azzerato la natalità. Ha promosso teorie aberranti, come quella del gender. E’ divenuto oggetto e soggetto di consumi, generando una società egoista e serva di Mammona. Si è dedicato alla droga, alla pornografia e alla prostituzione, profanando il corpo, tempio di Dio; alla chiromanzia, alle magie occulte e a tutti i riti di derivazione satanica. I peccati commessi nulla hanno da invidiare a quelli di cui si resero protagonisti gli abitanti di Sodoma e Gomorra. Rase al suolo dalla Giustizia di Dio.
Dio ha assistito alla liquidazione della realtà terrena della Chiesa ed ai crimini perpetrati contro le Sue leggi. Ora permette che il piano sia portato a compimento: da una parte, menzogne, gestite ad arte, con sadismo; dall’altra un giogo di grandi sofferenze da sopportare.
Qualcuno potrebbe chiedersi: perché Dio permette che ciò avvenga? La risposta sta nelle Sacre Scritture, nella Dottrina, nella Tradizione della Chiesa – intesa, questa volta, come istituzione divina e come Corpo Mistico – e nella vita terrena di Nostro Signore Gesù Cristo. Dio, nel Suo Mistero, permette il Male per un Bene superiore. Suo Figlio si è fatto mettere in Croce per consegnare all’uomo, ad ogni uomo, la possibilità di salvarsi. Il Male che ha ricevuto, l’ha ripagato con la sovrabbondanza di Bene. Sulla Croce, Gesù non pregava per se stesso. Pregava per i Suoi carnefici.
Se, nella temperie che viviamo, vogliamo stare dalla parte del Bene – che definitivamente vincerà il Male – noi dobbiamo fare altrettanto. Pregare per i nostri carnefici. Nella consapevolezza che siamo giunti ad un punto di non ritorno dal punto di vista umano. Non esiste una sola possibilità umana che la situazione di natura diabolica che l’Italia – pedina fondamentale di un piano molto più grande, che riguarda l’intero mondo occidentale – vive da due anni, muti. Si andrà avanti sempre più in un’operazione che eluderà e considererà come non esistenti norme di rilievo costituzionale, concepite come argine insormontabile della legislazione ordinaria. Si sterilizzerà qualsiasi dissenso politico e qualsiasi possibilità di opposizione parlamentare e sociale. Si continueranno ad usare gli strumenti d’informazione come cassa di risonanza di una voce unica, conforme ai dettati del potere, impedendo alla coscienza del singolo di formarsi un’opinione sulla base di elementi oggettivi. Verranno varate misure di annientamento totale di coloro che non vorranno sottomettersi, di cui ora conosciamo solo i prodromi.
L’Italia pagherà i crimini che ha voluto perpetrare contro Dio. Questo è certo. La Giustizia di Dio si abbatterà su di lei ben prima che sugli altri Paesi europei, perché Roma è stata scelta da Gesù Cristo come sede della Sua Chiesa, che ha ora una struttura gerarchica quasi interamente nelle mani del nemico di Dio.
Prepariamoci spiritualmente al peggio. Sarebbe sbagliato farci prendere dall’angoscia, dalla disperazione, dalla paura. Il giogo a cui siamo sottoposti è una prova e come tale va considerata. La nostra prova sconterà anche i peccati dei nemici di Dio.
Anche l’Uomo-Dio fu sottoposto ad un giogo. Prima del suo inizio, rivolse queste parole a Suo Padre: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22, 42). Proviamo anche noi a parlare a Dio. DimostriamoGli il nostro amore in ogni momento della nostra vita. Abbandoniamoci alla Sua volontà. Imitiamo Gesù, che disse ai Suoi discepoli: “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato” (Gv 14, 31). Parliamo di Dio, gridiamo il Suo nome, invochiamolo davanti ai nostri figli, ai nostri familiari, ai nostri amici, agli sconosciuti con cui scambiamo due parole. Ne abbiamo bisogno noi, come ne hanno bisogno le persone che sono attorno a noi. Se così sarà, accadranno cose sorprendenti, straordinarie. Ci riconosceremo l’un l’altro come figli di Dio e ci diremo, fraternamente: se siamo con Dio, possiamo mai temere il giogo a cui siamo sottoposti? Lo affronteremo con dignità e con coraggio. Daremo alla nostra vita un valore. Che i malvagi vadano avanti nel loro piano. Li attenderemo nella pace e nella serenità d’animo. Dio non abbandona mai i Suoi amici.
(Nella foto, Salvator Mundi, di Giovanni Gasparro, Olio su tela, 50 X 40 cm, 2015. Collezione privata. Image copyright © Archivio Luciano e Marco Pedicini)
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